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• Il Giubileo del 2000 su Internet
• Perfezionare l’inglese con i CD-ROM
• Tips & Tricks di Windows 95
• Le Information Appliances
• Corel: l'Otto volante
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Cinque proposte
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. . .-.-.....».L
6 Indice degli Inserzionisti
40 Editoriale di Paolo Nu',1
48 Posta a cura di Pino Nicotra
■—.■ n— ■■ —■ -■ ■ — 1 — ■ ■ ■■■ ■■ ■ ■■ ■ ■ . |
50 Annuario del Software Didattico
54 Computer People
57 BYTE Italia \
66 News a cura di Pino Nicotra e Fabio Della Vecchia
Reportage
126 UML. ovvero verso lo standard di Diana Marano
130 Comcex Fall 1997 di Sergio Pillon
133 "Effetto Stonebraker" oer Informix di Giuseppe Casarano
Attualità
136 Salvalavista Computer 626 Beghelli di Giuseppe Casarano e Alessandro Ghiro
Telecomunicazioni
140 II modem, la tua voce di Enrico M Ferrari
Archeologia Informatica /
1 44 1 965: è italiano i primo PC PI 0 ' . ! des-c.oo personal computer di Gaetano Di Stasò
Informatica & Società
150 Pari opportuni per Internet, il principio è legge di Manlio Cammarata
Arte Informatica
162 Ooera totale di Ida Gerosa
Informatica & Architettura
a cura di Paolo Martegani e Riccardo Montenegro
164 La parola ai lettori
165 L'officina multimediale di Riccardo Montenegro
167 In libreria
168 La ScalaWeb. il teatro interattivo di Francesco Zurlo
Altri Tempi
170 Verso quota cinquanta di Raffaello De Masi
174 Playworld di Francesco Cariò
Intelligiochi
184 Attila vive di Corrado Giustozzi
Avvisi ai Naviganti
188 Navigando s'impara di Enrico M. Ferrari
Tecnica
190 Chipset per Socket 7 di Luca Angeielli
Prove
196 Cinque proposte "Made in Italy"
Pegaso Team: Aktarus PK 233 di Massimo Novelli
Italiana Tecnologie: CS Giove Revolution 300 II di Massimo Novelli
Computer Union Union Pro di Bruno Rosati
Jepssen: VAS 233 MHz di Bruno Rosati
Micro&Mega: XSAV di Massimo Novelli
222 ALPS MD 1000 di Luca Angeielli
226 Clar sWork Office 5.0 e FileMaker Pro 4.0 di Francesco Petroni
4
MCmicrocomputer n. 180- (numerazione editoriale)
gennaio 1998
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I
1
232
236
240
OverView
Traxdata: di tutto un po'! di Luca Angelellì
Shamrock: tre monitor per ogni esigenza di Enrico M. Ferrari
Cyberclick; controllo totale dì Paolo Aiduim
a
242
Digital Imaging
Phase One PowerPhase di Andrea de Prisco
i
252
ABC
Basta prenderli con le buone... di Raffaello De Masi
258
Prodotti Multimediali
Imparare e perfezionare l'inglese diDìnoJoris
l
270
Computer & Video
Computer & Video Web di Bruno Rosati
278
Computer & Video
Speciale VGA 3D: alcune proposte di Massimo Novelli
!
284
Realtà Virtuale
Dispositivi di visualizzazione per la ricerca, per l'industria,
per l'intrattenimento di Gaetano Di Stasio
f
290
Telematica
Il Giubileo del 2000 su Internet dì Sergio Pillon
296
HTML
Dynamic HTML di Giuliano Boschi
302
Mathematica
Il suono dei cavi a cura di Francesco Romani
308
Desktop Publishing
L'Ottovolante di Mauro Gandir.i
314
Grafica
bCad: dalla Russia con Java di Francesco Petroni
320
Data Base
Alcune modalità di selezione dei dst sperimentate con MS VB5 dì Fiancesco Petroni
328
Workgroup
MS OL Server 6.5: il componente RDBMS dì MS BackOffice (prima parte)
di C. Petroni e L. Sandulli
336
Client Computing
Information Appliance di Leo Sorge
340
344
OS/2
Aspettando WorkSpace On Demand di Giuseppe Casarano
PD Software - Intranet e OS/2 a cura del Team OS/2 Italia
348
354
' 356
Macintosh
Final Draft 4 1 di Raffaello De Masi
Markzware's Flight Check 3.1 dì Raffaello De Masi
PD Software - Immaginando di Valter Di Dio
360
Amiga
Il montaggio del video non-lineare di Massimiliano Marras
366
369
Micromarket - micromeeting - microtrade
Moduli per abbonamenti, arretrati, annunci
Shamrock: tre monitor
per ogni esigenza
236
Speciale VGA 3D:
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ISSN 1123-2714
gennaio 1998
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Indice Inserzionisti
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BL,3740050 CENTERGROSS FUNO BO
107
(TALSEL SRL Via Logo VA 40128 BOLOGNA
53
ACCA Software SRL Via Michelangelo Cianoulli 41
239
JAZZ HIPSTER CORPORATION TAIPEI TAIWAN
83048 MONTELLA AV
89-91
JEPSSEN ITALIA SRL Via Raddusa sn - 94011 AGIRA EN
16
AIR ONE Via Sardegna 14-00187 ROMA
7-8-9-10-11
LOGIC SRL S S. dai Giovi 34 - 20030 BOVISIO MASCIAGO MI
75
ARTEC SRL Via degli Atìobrandeschì 47 • 00163 ROMA
14-15
221
CEBIT AUSLAND Deutsche Masse AG Messegelande
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30621 - HANNOVER D
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MAVIAN LABS SRL Via Modena 50 - 00184 ROMA
307
COFAX TELEMATICA SRL Vie del Co® Portuensi 110'A
22-23
MCPERSON SRL Va Fontane 13 - 33170 PORDENONE
00151 ROMA
103
MEDIA DIRECT SRL Vale Asiago B3'A
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COMPAQ COMPUTER SPA MHanofion Strada 7 Pai. R
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MICROUNK SRL V a Sestese 61 - 50141 FIRENZE
41-42-43
COMPUTER DISCOUNT Via Tosco Romagnola 61
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MICROSOFT SPA Centro Direzionale S.Felioe PaLA
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COREL 1600 Caring Avenue K1Z8R7 OTTAWA ONTARIO CON
109
MINO SRL Va G. Pastatozzi 4 - 20143 MILANO
277
CREATIVE LABS SRL Strada 4 Ed.fco A3 - 20090 ASSAGO MI
105
MULTIMEDIA EUROPEAN CENTER SRL Via Santa Cecilia 98
45
D.TOP EUROPE SRL Via Tazze 20'C-G
38123 MESSINA
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PANASONIC ITALIA SPA Va Lucini 19-20125 MILANO
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DATAMATIC SPA Via Agordat 34 - 20127 MILANO
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QUOTHA 32 Va Portogallo 2 - 47037 RIMINI
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E.GI.S. Via Tuscclana 261 -00181 ROMA
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SBF ELETTRONICA SRL Va Cumana 19/A - 80126 NAPOLI
69
EPSON TTALIA SPA Va Fili Casiraghi 427
73
SIDIN Soc. Hai. di Infor SRL Via Paparino 23
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Editoriale
Pane al pane
C r
erano un paio Oi errori, a dicembre, nella pagmetta che qualcuno mi fa l’onore di continuare a
leggere.
Il primo, e certamente piu grave, è l'aver scambiato gli Achei (Danaosl con la dea della morte (Tha-
natosl La traduzione corretta di 'Timeo Danaos et dona ferentes' è dunque 'non mi fido degli Achei,
in particolare se si presentano carichi di doni' Chiedo venia
Il concetto, comunque, non cambia: 6 pericoloso fidarsi di un organismo di telecomunicazioni che
offre accesso ad Internet sottocosto; domani potrebbe regalarlo e dopodomani, dopo aver costretto
tutti i provider ad abbandonare la fornitura di accessi, potrebbe stabilire in santa pace quali servizi
possono transitare sulla rete e a quale prezzo.
Internet ha aggirato la logica tariffaria delle compagnie telefoniche ed è comprensibile che i "carrier'
cerchino di riconquistare il controllo della loro riserva di caccia Nell'interesse generale è pero neces¬
sario guardare oltre la punta del naso ed opporsi alla logica dei "sussidi incrociati" attraverso i quali i
vecchi concessionari di diritti esclusivi legati alla telefonia vocale tentano di guadagnare il controllo
anche di uno del pochissimi mercati sul quali si sono presentati in ritardo. Ricordo che questo è an¬
che il parere espresso dal Commissario Europeo per la tutela dei consumatori, l'Italiana Emma Boni¬
no.
Il secondo errore, meno grave in assoluto, è viceversa imperdonabile: sulla base del comunicato rila¬
sciato dal Ministero il 28 ottobre, ho creduto e lasciato intendere ai miei interlocutori che lo "sconto
sui CDN” fosse frutto delle pressioni esercitate dalle associazioni dei consumatori, da quelle dei
fornitori di accesso e dallo stesso Ministero delle Comunicazioni.
A un mese di distanza è viceversa apparso evidente che, come si legge nel provvedimento n.5428
deliberato il 30 ottobre 1997 dall'Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato, gli 'sconti per i
CDN destinati ad Internet fanno organicamente parte degli impegni assunti da Telecom . al fine di
favorire una soluzione delle problematiche concorrenziali emerse nel corso dell'istruttoria"
In altre parole, per circa un mese non ci siamo resi conto che la presa in giro era di ordine superiore
a quello apparso evidente in prima istanza: lo 'sconto CDN per Internet', che, a causa dell'asimme¬
tria a favore di Telecom, nel 1998 contribuirà sensibilmente a ridurre l'evidenza (ma non la sostan¬
za II dei "sussidi incrociati" tra servizio telefonico di base e l'offerta di accesso ad Internet, è stato
magistralmente presentato all Antitrust come "impegno a favore della concorrenza'
Complimenti per la fantasia. Vediamo ora l'altra faccia dei 'provvedimene Internet' quelli rivolti agli
utenti finali. Anche su questo punto si è creata una discreta confusione. In un tentativo di chiarezza,
tiassumo in tabella le tre formule di sconto che Telecom offre a partire dal gennaio 1998. Come si
vede, la formula 1 e la formula 3, che ricalcano le contestatissime 'tariffe promozionali Internet' del
28 febbraio '97. sono rivolte a tutta l'utenza A conferma che, come sospettammo, si trattava di una
operazione di marketing voluta da Telecom. La 'formula 2" viceversa è del tutto nuova e riguarda ef¬
fettivamente Internet
In sintesi, rispetto a febbraio c'è un mieto provvedimento prò Internet, la formula due. Su tutti gli al¬
tri fronti, ci sono cortine fumogene, prese in giro, scarsa comprensione dei problemi.
Paolo Nuli
La riduzione in questione e cosi articolata circuiti interurbani di velocità inferiore a 2 Megabit/s, 10%, cir¬
cuiti a 2 Megabit/s, sconto variabile tra il 35% ed il 60%. con scala sconti articolata in modo tale che solo I
carrier possono accedere agli sconti maggiori del 35% ed in particolare solo Telecom Italia a quello del
60%. per i circuiti urbani, nessuna riduzione.
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molto superiori a quelle della generazione
precedente (EDO o Fast Page), riducendo
quindi a zero il periodo che il processore deve
attendere per scrivere o leggere da una cella
di memoria. Questo fatto consente una modalità
di lavoro appunto "sincrona" tra bus di
comunicazione e RAM con un incremento reale
di prestazioni (rispetto alle già veloci EDO RAM)
di almeno il 15%.
HARD DISK ULTRA DMA 33
La nuova tecnologia Ultra DMA permette di
raggiungere con hard disk di tipo EIDE capacità
di trasferimento dati (transfer rate) fino a poco
tempo fa esclusivamente riservate ai costosi
hard disk SCSI. Ciò che non tutti sanno è che
necessita di un controller apposito per essere
sfruttata. Oggi sulle macchine equipaggiate col
Processore Pentium® Il soltanto il ChipSet Intel
440 LX (e non il 440 FX o i precedenti) è in
grado di gestirla. La tecnologia Ultra DMA
permette quindi, in pratica, di raddoppiare la
velocita di trasferimento dati dell'hard disk fino
ad un incredibile massimo di 33MB/sec.
E 1 importante ricordare che un hard disk Ultra
DMA abbinato ad una main board che non
disponga di ChipSet Intel 440 LX, perde
completamente il vantaggio dell ultra DMA:
l'hard disk viene in questo caso utilizzato come
un normale disco a tecnologia EIDE.
TECNOLOGIA AGP
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AGP significa Accelerated Graphic Port, uno
speciale bus sulla Main Board dedicato
esclusivamente alle potentissime schede video
che supportano questo standard. Tutte le
principali aziende produttrici di schede video
hanno già prodotto modelli AGP che permettono
un colloquio ad elevatissima velocità con la
memoria ed il processore. In questo modo viene
risolto il problema principale delle schede video
precedenti: la limitatezza della portata del bus
PCI che non consentiva l'enorme flusso di dati
necessario alle moderne applicazioni di grafica
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Andrea Suatoni
MC2741
und@niiji n. ,|
Team OS/2 Italia
MD1652
lteani(),SZ‘tAHirl;nk -,
MCmicrocomputer
e BYTE Italia:
COMPATIBILI E COMPLEMENTARI
/*
trenti le Direttore,
da alcuni anni vivo in Italia e, occu¬
pandomi di informatica per hobby e la¬
voro (l'uno è stato conseguenza dell'al¬
tro), leggo anche con piacere la rivista
MCmicrocomputer di cui Lei è diretto¬
re. In particolare riservo sempre un po¬
sto speciale per i numeri di "MC", poi¬
ché a mio avviso è l'unica rivista infor¬
matica nel panorama italiano a poter
passare anche come magazine. In altre
parole mi piace molto l'impostazione un
po' più estesa rispetto a molte altre te¬
state di informatica Inon solo nel nostro
Paese, parlo ad esempio della Germa¬
nia, che conosco bene): informatica va
bene, ma nello stesso campo ci sono
molte sfumature e molti settori collega¬
ti, o 'lìnkati' come adesso si dice in
Web. Insomma una apertura mentale e
un"ipertestuahtà cartacea", mi passi
l'orribile termine, piuttosto rara da tro¬
vare con tanta opportunità in una rivista
che parla di 'cose tecniche".
Le scrivo perché mi piacerebbe discu¬
tere con Lei, da lettore ormai smaliziato
e affezionato, della futura linea editoria¬
le della testata capo-gruppo, proprio in
virtù della estensione appena dedotta e
di alcuni avvenimenti dell'ultimo perio¬
do che mi hanno colpito e che rivestono
importanza nel panorama tecnico inter¬
nazionale; mi spiego meglio. Toccherò
alcuni punti, se mi concede la lunghez¬
za della lettura, che ritengo interessanti
da discutere.
Ho letto su uno degli ultimi numeri che
l'anno prossimo la Sua casa editoriale
presenterà una versione in lingua italiana
della rivista americana BYTE. Leggo con
una certa costanza BYTE e la considero
molto interessante; è una rivista dal ta¬
glio eminentemente tecnico, che molto
ha dato e continua a dare a tutti coloro,
come me, che si occupano di informati¬
ca in senso tecnico-scientifico. Tuttavia,
trovo che molti dei temi trattati dalla rivi¬
sta americana erano già trattati in modo
esauriente, ancorché autorevole, nella ri¬
vista da Lei condotta. Al di là della conve¬
48
nienza e delle opportunità commerciali
ed economiche che sicuramente avrete
analizzato, mi chiedo e Le chiedo se vi
era realmente bisogno di questa diversifi¬
cazione e, mi perdoni il termine forse ec¬
cessivo, "svendita" delle capacità della
eccellente redazione di MC a favore di
un prodotto che a me sembra del tutto
simile a MC ma " straniero‘ e comunque
duplicato. Non vi può essere una sovrap¬
posizione, dannosa a livello di immagine,
tra la rivista da Lei condotta e un'altra ri¬
vista cosi simile ma in pratica fatta da al¬
tri? La prego di togliermi questo dubbio,
anche perché molti miei colleghi, quando
hanno saputo della cosa, mi hanno subi¬
to chiesto che bisogno ci sarà di compra¬
re due riviste che parlano delle stesse
cose. Non occupandoci per il momento
del tema economico, non sarebbe forse
stata più benvoluta dai lettori più tecnici
e affezionati una sezione tecnica all'inter¬
no di MC stessa, o ancora un allegato
tecnico magari da slegare rispetto alla ri¬
vista in sé? Ci sono fior di redattori nel-
l'MC che conosco. Forse essi non sareb¬
bero capaci di generare una sezione tec¬
nica come e meglio di una BYTE, italiana
o americana che sia ? Sono domande cui,
spero, Lei potrà darmi rispostai
La ringrazio dell’attenzione e le invio i
miei più cordiali saluti.
Leonardo Glisselss
Roma
A l di là delle perplessità che esprime
e delle domande che pone, la sua
lettera è davvero densa di complimenti
e farà piacere a tutta la redazione. Gra¬
zie a nome di tutti, quindi.
Lei parla di sovrapposizione fra BYTE
ed MC, e di svendita delle capacità del-
cortinuB a pag 52
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
Da Milano, Firenze, Roma, Napoli, Lecce
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ABRUZZO Chieli L Aquila Pescara Teramo BASILICATA Malera Potenza CALABRIA Catanzaro Cosenza Reggio Calabria CAMPANIA Avellino Benevento Caserta
Napoli Salerno EMILIA ROMAGNA Bologna Ferrara Forli Modena Parma Piacenza Ravenna Reggio Emilia FRIULI VENEZIA GIULIA Gorizia Pordenone Trieste
Udine LAZIO Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo LIGURIA Genova Imperia La Spezia Savona LOMBARDIA Bergamo Brescia Cremona Como Mantova Milano
Pavia Sondrio Varese MARCHE Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro MOLISE Campobasso Isernia PIEMONTE Alessandria Asti Cuneo Novara Torino Vercelli
PUGLIA Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto SARDEGNA Cagliari Nuoro Oristano Sassari SICILIA Agrigento Caltanissetta Catania Marsala Messina Palermo Ra¬
gusa Siracusa TOSCANA Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Pi-
J A |, A aaIIahaha! stoia Prato Siena TRENTINO ALTO ADIGE Bolzano Trento UMBRIA Perugia Terni VALLE
Ufi UUVB UUIIBMarol d ' A0ST A Aos,a VENE™ Belluno Padova Rovigo Treviso Venezia Verona Vicenza.
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Dove abbonarsi
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Preti 35 tei 5561333 - Prosolt Italia via Andrea d Isernia 28 tei 665959 Napoli Porto Tecnosolt Pie Pisacane tei. 5547135 Portici Media Work via della Sa¬
lute 19 tei 7763084 S. Giorgio a Cremano Archimedia via Pittore 105 tei. 5746582 EMILIA ROMAGNA Bologna Compagnia Italiana Computer via Emilia Po¬
nente 56 tei 383851 Forlì Neri Punto Games piazzale della Vittoria 13 tei. 401115 Loiano Rosa dei Venti via Roma 1/4 tei Modena Compagnia Italiana Com¬
puter via Bellinzona. 49 tei 366966 Piacenza Futura informatica srl via Scalabrini 128a tei. 334104 - Pseha computer viale D, Alighieri 100 tei 334455 Ra¬
venna Computer House via Trieste 132 tei. 423837 FRIULI VENEZIA GIULIA Colugna (UD) l,D A. via Patrioti 13 tei. 41416 LAZIO Collelerro (RM) Infolandia
via Fontana dell'Oste 20 tei 9701481 Fiumicino (RM) Laserlido via Foce Micina 58 lei 6507345 Latina M&C Latina via Pierluigi Nervi 204/a tei. 604781 - Med
& Mac via Pontina 70 tei 666745 Pomezia (RM) Giva Informatica via Melastasio 19-21 tei 91601046 Rieti El.l Sa via Picerli 35-37 lei. 497142 Roma AnyWare
via Cinigiano. 57 tei. 8123001 - Book & Byte viale della Civiltà del Lavoro 120 tei. 5913595 - Copy Fax via degli Ontani 45/t tei. 23234183 • Dataland via Lo¬
renzo il Magnifico 123 - Digitron via Lucio Elio Seiano 13 tei. 71510040 - Emi Informatica Corso Francia 216 tei. 36306393 - FP Computer via Mario Musco
42/a tei. 54224779 - Garman Grecia Via Boezio 6a/c tei. 6832251 - Gruppo RMS via Cornelio Magni 41/b tei 5180698 - Itaca Multimedia via delle fosse di Ca¬
stello 8 tei 6861464 - Laserlido via Nemorense 23/C tei 8411259 - Lion's Computers via Mondovì. 12 tei. 7017642 - M&C via Centuripe, 23 tei. 7802345-
Ma.Na. elaboratori elettronici via Eleonora D'Arborea 13 tei. 44251148 - MacPro via Monte delle Gioie 22 tei. 86211092 - Mega Service via G. Miani 13 tei.
5745945 - Microlink viale Tirreno 227 tei 88642132 - Multisofl Pro via Giolitti 345 tei. 4457556 - Musical Cherubini via Tiburlina 360 tei. 436971 - PCA Italia
viale Lina Cavalieri 94/b tei. 8801835 - PCC Computer House via Casilina 283/d tei 2147260 - Plainform via Ugo de Carolis 97/c tei 35403442 - Robymax via
Varvariana 14 tei. 20427234 - Selection Components via Giuseppe De Leva 9 tei. 7840118 - Sinergie Roma via Australia 2 tei. 5920804 - Strategia e Tattica
via Cavour 250 tei. 4824684 - TMT via M.U. Guattari 38 tei. 24419669 - Viking Computer via Principe Umberto 79 tei. 44702888 - Villaggio Multimediale via
Germanico 31 lei. 39725125 Roma Fiumicino (RM) LaserLido via Foce Mieina 58 tei 6507345 LIGURIA Genova A&N Informatica via A Celesia 77 tei. 7454034
- A.S.A.S. via Cipro 4/3 tei. 581935 La Spezia Tarn Computer via del Popolo 68 tei. 509591 Savona Briano & C. Corso Tardy e Benech 20/r tei 802479 LOM¬
BARDIA Busto Arsizlo (VA) MGR via Rimembranze 1 - Cantò (CO) Computer House Corso Europa 23 tei 720552 Castellala (VA) Azimuth via F ili Roseli)
18/b tei.480802 Cinisello Balsamo (MI) Or.Me. System via Oggiom 63 lei 66017161 Corsico (MI) Akelon via Salma 33/35 tei. 45109125 - Graphos via S.
Adele 12 tei 4478270 Cremona Archimede via Brescia 36 tei. 431131 Eremo di Curtatone (MN) Caledonia via Michelangelo 40/b tei. 380828 Milano Alcor 1
viale Bligny 22 tei. 58300442 - Alcor 1 viale Gran Sasso 50 tei. 2360015 - Alcor 1 via San Vittore 6 tei. 86453175 - Alcor 1 via Paolo Sarpi 7 tei. 33101493 -
CRP Computer via Palestina 1 tei. 66716035 - Edimalica via Sacchini 20 tei. 29514937 - MacPoint viale Certosa 182 tei 38002943 - Megalink via S.Felice 7
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Games via Vitruvio 37 tei. 29536144 - WorkShop vìa Larga 2 tei. 86454176 Monza(MI) IRIS, via Galileo Galilei 36 tei. 2028092 Rho(MI) Centro Elettronica
via Gorizia 46 tei. 93500526 Saronno (VA) Office Market via Volonterio 31 tei 9603253 Sesto S. Giovanni (MI) PC SuperSlore viale Gramsci 42 tei 2403490
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SE
ir le Tecnologie Maniche
Nazionale delle Ricerche
lec hniinrriici mc
Software • anno 7 numero 51 - mensile ollobre 1997
L'Annuario del Software Didattico è la versione su CD ROM della banca dati
della Biblioteca del Software Didattico (BSD) dell’Istituto per le Tecnologie
L Annuario del
Software Didattico
e a cura di Lucia Follino
e Michela Ott
dell'istituto
per le Tecnologie
Didattiche del CNR
NOTA l'obiettivo della
BSD del CNR. e quindi
dell’Annuario del
Software Didattico 0
quello di includete lutti I
software educativi in ita’
nano In commercio, più I
prodotti maggiormente
significativi tra quelli
della produzione Interna¬
zionale. La catalogazio
ne avviene non sulla
Base di materiale illustra¬
tivo. ma oscluslvamente
visionando smgolarmen
le ciascun programma
la non inclusione di un
prodolto In questa odi
zione deriva quindi dalla
non disponibilità del prò
dolio stesso I produttori
o distributori di software
educativo in italiano
eventualmente non Inclu¬
so in questa edizione
sono Invitati a contattare
l'editore o direttamente
l'Istituto Tecnologie
Didattiche del CNR (Via
De Marini 6.
Torre di Francia.
16149 Genova
tei 1010)6475.11.
0 '997 - Prodallo su
licenza CNR
Consiglio Nazionale
delle Ricerche
Didattiche (ITD) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), con sede a
Genova.
Nata nel 1985. la BSD del CNR svolge attività di raccolta, catalogazione e valu¬
tazione del software didattico ed ha come scopo primario quello di supportare la
ricerca educativa nel settore delle Tecnologie Didattiche. L'Annuario del
Software Didattico ha essenzialmente lo scopo di rendere disponibile al
largo pubblico informazioni acquisite dal mondo della ricerca.
L'Annuario è costituito da due CD-ROM (formato Windows): uno con- -
tiene la banca dati, mentre sull'altro sono disponibili le versioni dimo-
strative di oltre 200 programmi. La maggior parte dei dimostrativi sono
interattivi, ossia consentono di provare realmente il programma prima di deci¬
derne l'acquisto.
Nell'Annuario sono presenti quasi 1.700 software didattici, che costituiscono la
quasi totalità della produzione in italiano e una selezione ragionata di prodotti
stranieri, riguardanti tutte le discipline, sia scientifiche sia umanistiche (matema¬
tica, fisica, chimica, educazione linguistica, storia, geografia, scienze naturali,
arte, economia e diritto, abilità di base ecc.). Sono inoltre inclusi dizionari ed
enciclopedie su CD e software dedicati ai bambini per far prendere loro confi¬
denza con la scrittura, la lettura, l'aritmetica, il mondo del computer eccetera.
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J allego assegno intestato a Technimedia srl
—I pagherò con Carta di Credito —I CartaSi □ Diners LI American Express
segue da gag 48
la redazione nell'affiancare ad MC una
rivista simile ma fatta da altri II punto è
proprio questo: BYTE Italia non sarà una
rivista "fatta da altri", ma da noi, dalle
stesse persone (almeno in gran parte)
che fanno MC, naturalmente utilizzando
anche il lavoro svolto dai nostri "colle¬
ghi" d'oltre oceano, e scegliendone la
parte "migliore" o comunque più adatta
alle esigenze ed alle aspettative del
pubblico italiano. Anche se questo può
far quindi pensare ad una copia di MC,
è vero in realtà il contrario, e cioè che si
tratta del miglior sistema per rendere i
due prodotti compatibili e complemen¬
tari, non esclusivi l'uno dell'altro, non
propedeutici l'uno all'altro. Questo è
quanto ci proponiamo.
Ogni mese in MCmicrocomputer vor¬
remmo affrontare tanti argomenti che
dobbiamo invece lasciare fuori: affronta¬
teli e lasciatene fuori altri, diranno im¬
mediatamente alcuni. E via; togliete le
prove, togliete l’Amiga, togliete le
News, togliete gli articoli di programma¬
zione, togliete il Mac, togliete i giochi,
togliete il PD, togliete questo, togliete
quello., ognuno, naturalmente, toglie¬
rebbe ciò a cui è meno interessato. La
soluzione sarebbe lasciare tutto e fare
una rivista più grossa, ma bisognerebbe
alzarne il prezzo e questo non sarebbe
gradito alla maggioranza dei lettori. Giu¬
stamente, perché d'altra parte ognuno
ne troverebbe interessante solo una
parte, e sarebbe in pratica disposto a
"pagare solo quella" La logica delle ri¬
viste "mattone" risponde a criteri com¬
merciali che se da un lato non condivi¬
diamo, dall'altro, onestamente, sono
propri di gruppi editoriali con imposta¬
zione diversa dalla nostra. Noi, dal
1981, facciamo "semplicemente" le co¬
se nelle quali crediamo nel modo mi¬
gliore in cui riusciamo a farle, e questo
ci fa guadagnare una grossa stima nella
parte di pubblico che la pensa come
noi, è la nostra strada ed è quella sulla
quale abbiamo intenzione di continuare.
Consideriamo quindi BYTE Italia non
come un duplicato di MCmicrocompu¬
ter, ma quasi come un’estensione nella
quale affrontare determinati argomenti
o, magari, i medesimi argomenti ma da
un punto di vista differente. Volendo
semplificare (forse troppo), possiamo
dire che esistono le cose ed i perché
delle cose: attualmente MCmicrocom¬
puter si occupa delle cose e dà un certo
spazio ai perché; BYTE Italia si occu¬
perà essenzialmente dei perché, e darà
un certo spazio alle cose. Due riviste di
informatica, due punti di vista coerenti
ma distinti e, come dicevo prima, com¬
plementari: ci sarà chi leggerà l'una, chi
l'altra e chi tutte e due, per sapere nel
modo migliore le cose e i perché. Ac¬
quisterà due riviste, ma avrà due riviste;
ed a questo proposito abbiamo studiato
una vantaggiosa offerta di abbonamen¬
to alle due pubblicazioni, che trovate
nelle prossime pagine.
Naturalmente, come sempre, le pa¬
role contano poco, perché a contare
sono i fatti. Al momento in cui scrivo
abbiamo praticamente ultimato il primo
numero di BYTE Italia, che sarà in edi¬
cola verso la metà di gennaio; anticipo
che siamo soddisfatti ma naturalmente
vogliamo che il secondo numero ci
piaccia (e piaccia) più del primo. Fra
MCmicrocomputer e BYTE Italia do¬
vranno esserci sinergie, non conflitti,
ma le sinergie non dovranno essere
pretestuose: in altre parole chi oggi
compra MC non dovrà essere costret¬
to a comprare BYTE Italia, il che signifi¬
ca che non abbiamo in programma di
togliere argomenti da MC (il che signi¬
ficherebbe impoverirla), ma di aggiun¬
gere argomenti. . aggiungendo una rivi¬
sta E questo ci sembra molto più cor¬
retto, oltre che più produttivo. Penso,
in tutta sincerità, che avremo bisogno
di qualche numero per "aggiustare il ti¬
ro" ed ottenere la massima integrazio¬
ne possibile. I commenti dei lettori sa¬
ranno come al solito i benvenuti (e, an¬
che se non so quanto ci credete ma
giuro che è vero), tenuti nella massima
considerazione).
Marco Marinacci
Date spazio
a Linux
Olro Giuseppe.
non è giusto!!!
RIVOGLIO l'AngoLmux, ma che non
sìa più tale!!!
Sono, anzi preferisco dire siamo, stan¬
chi! Siamo migliaia anzi milioni dì utenti
più o meno esperti, ma soprattutto inca¬
volati e stanchi.
Stanchi di usare quelle porcherie rifila¬
te per sistemi operativi prodotti dalla MS
(intuisco sia Microsoft, ndr) Linux conta
3 milioni dì utenti in tutto il mondo, e
questa è solo una cifra fittizia. E anche
se fosse reale adesso ne avrebbe 3 mi¬
lioni + uno (me medesimo!. E’ mia inten¬
zione entrare in questo mondo che a
detta dì tantissime persone che conosco
è meraviglioso, efficiente ma soprattutto
ALTERNATIVO.
MC è sempre stata la mia rivista pre¬
ferita perché ha sempre saputo dare
informazioni precise e complete su tutto
il vasto mondo dell'informatica senza
tralasciare nulla, e soprattutto restando
aperta ad innovazioni di ogni genere. Ma
da alcuni anni avevo smesso di leggerla
per la troppa pubblicità in rapporto alle
informazioni che non ne giustificavano il
prezzo.
Adesso che ho ripreso ad acquistarla
speravo di trovarla nuovamente interes¬
sante, c'è ancora Amiga (secondo me la
migliore piattaforma + O.S. che mente
umana o divina abbia partoritoI; ma so¬
prattutto stava cominciando ad esserci
Linux a conferma della bontà della rivi¬
sta, finché questo mese.
Insomma, cosa succede? Diventerà
una rubrica fissa ma soprattutto con lo
spazio che merita? 0 è solo stato un
fuochi no ma proprio ino ino di paglia? Se
siete furbi, ed io lo credo veramente, gli
dareste lo spazio che menta anche per¬
ché non gli sì può più essere indifferenti.
Veloce, efficiente con qualsiasi network
ed anche parco nelle richieste di siste¬
ma, come è giusto che sia un O S. serio,
è forse il preferito dell'Internet povero,
quello che non può o non pensa dì usare
workstation e Unix ben più blasonati co¬
me Netra+Solaris, o IBM+AIX ecc. Se
poi si pensa che Caldera ha avuto la cer¬
tificazione POSIX e sta pubblicizzando il
suo OpenLmux con, tra l'altro, enormi
continua a oag 56
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
CD-ROM e Teatro
Il 23 e 24 gennaio 1998 al Dipartimento Arte Musica e Spettacolo (DAMS) dell'Uni¬
versità di Bologna (via Barbera 4, Tel. 051/22.91.02) si terrà un Convegno internazio¬
nale, dedicato all'uso del CD-ROM applicato alla cultura teatrale, organizzato dal
Prof Nicola Savarese.
Scopo del Convegno è anche quello di presentare alcune significative realizzazioni e
sperimentazioni nel campo della storia e della ricerca teatrale contemporanea.
Al convegno parteciperanno anche i nostri collaboratori Francesco Petrom e Aldo Az-
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□ Sicurezza <n Edilizio (legge 494)
□ Ge»tione Norme c Preterizioni
□ Accatastamento Fabbricati
□ Dispersioni Termiche (legge 10/91)
□ Progettazione Imptonli d-
Riscaldamento
□ Fobbisogm di Cantiere
□ Rilevazione costi di Cantiere e
□ Gestione d'Impreso
□ Materiale su CD-ROM
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Computer People.
La prima rivista (per tutti) tutta su CD-ROM ha avuto una buona accoglienza e, dopo i
primi tre numeri “sperimentali”, stiamo ora pensando di farla uscire come pubblicazione
autonoma, non più allegata ad MC, anche perché vari lettori non interessati a
Computer People ci hanno segnalato lacune distributive che hanno provocato delle
difficoltà nel reperire MCmicrocomputer “da sola".
Prevediamo che Computer People tornerà presto, in una nuova veste. Vi chiediamo un
momento di pazienza: siamo al lavoro per stabilire secondo quale formula, e speriamo
di dirvi tutto nel numero prossimo.
Nel frattempo, se avete perso qualche numero potete richiederlo con il tagliando in
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J pagherò con Carta di Credito J CartaSi J Diners J American Express
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Desidero ricevere fattura fiscale, vi fornisco pertanto il numero di partita IVA.
( Posta J
segue aa pag 52
consensi. Attendo fiducioso.
Ciao.
Roberto Giuffrè IMr. Mechano)
Sono un felice utente Linux e desidero
che MC, che leggo regolarmente, dia
molto più spazio a questo fantastico si¬
stema operativo. Mi piacerebbe poter
leggere news, recensioni, approfondi¬
menti come, ad esempio, sulla configu¬
razione di applicativi, sull'ottimizzazione
del sistema.
Antonio Milite
R cevo mensilmente un certo numero
di feedback sulla presenza di Linux al¬
l'interno di MC, e sono quasi tutte del ti¬
po di quelle appena riportate. Innanzitut¬
to porgo la mia visione: Linux lo vedo es¬
senzialmente come server Internet. Poi
può avere una sua rilevanza per quelli
che al mio tempo e a Roma si chiamava¬
no smanettoni, ed ha una grande valenza
didattica a svariati livelli. Non lo vedo né
come Client né come alternativa desk¬
top Poi scendo nel dettaglio: l'AngoLi-
nux può saltare qualche mese, ma resta
vivo anche se la linea della rubrica è
cambiata da Unix a Client Computing, al¬
lontanandosi da Linux. Ciò premesso
passiamo alle risposte vere e proprie. La
prima delle lettere è indirizzate a Giusep¬
pe Zanetti, un collaboratore al quale chie¬
do scusa ufficialmente per chiedergli arti¬
coli molto leggeri.
Questo ambiente è «riportante, siamo
d'accordo con tutti, e nel limite del possi¬
bile stiamo cercando di accontentarli. I
power user sono sempre meno degli
utenti generali, che a loro volta sono me¬
no dei generici interessati. L'AngoLmux
si rivolge principalmente agli interessati,
per suscitare in loro quella curiosità che li
può far diventare utenti E' questo l'o¬
biettivo dello spazio -ino -ino (quando
c'è) Vorrei però far presente che gli
utenti attivi di Linux, ammesso e non
concesso che siano tre milioni più uno,
restano una frazione rispetto agli utenti
di altri sistemi, ed è per questo che dedi¬
chiamo loro più spazio. Dal punto di vista
commerciale, poi, il problema fondamen¬
tale di Linux è quello di tutti gli sharewa¬
re: applicazioni serie ne esistono, ma
nessuno può commercializzarle perché
se per caso dentro ci sono un paio di li¬
nee di codice trafugate la sua azienda s'i¬
nabissa dietro a cause legali A questo
problema, finora, in Italia se ne aggiunge¬
va un altro: l'estrema alcatorietà del sup¬
porto tecnico, affidato a volenterosi indi¬
pendenti. Adesso che la Cofax distribui¬
sce CalderaOpenLinux qualcosa sta
cambiando, perlomeno per quanto ri¬
guarda la situazione italiana.
Queste sono le varie ragioni che deter¬
minano lo spazio dedicato ai singoli argo¬
menti. Lo spazio, non il lavoro o l'atten¬
zione: all'interno d’una redazione non tut¬
to il lavoro fatto finisce sulle riviste, e
questo è anche il caso di Linux. E' estre¬
mamente probabile che in un futuro as¬
sai prossimo la quantità d'informazione
che potremo pubblicare su questo argo¬
mento sarà maggiore, e anche più tecni¬
ca Perché diventi molto più tecnica,
però, devono verificarsi altre condizioni
oggi assenti.
Una parola la devo spendere su MC-
microcomputer. Non so quanti altri gior¬
nali abbiano meno del trenta per cento di
pubblicità, come ha appunto MC, ma so
che molti ne hanno fino al 50 per cento.
Inoltre, pur parlando da collaboratore,
posso dire che non cerchiamo di essere
furbi, bensì di dare un servizio
Leo Sorge
Partizioni
e FAT32
■ osseggo un Hard Disk Quantum Sci¬
rocco da 2,5 Gigabyte erroneamente for¬
mattato con la FatW per cui il sistema
operativo Windows 95 OSR2 vede solo
2,1 Gigabyte. Vorrei pertanto sapere co¬
me fare a riformattarlo con la nuova
Fat32 m modo da vederlo per intero non¬
ché recuperare spazio. Ho provato usan¬
do il comando Format incluso nel Floppy
di Microsoft che si ha insieme al CD ma
non fa altro che riformattare solo i primi
2 giga che già vede e lo fa nel vecchio
modo. Quindi vorrei sapere come proce¬
dere esattamente e se la procedura è
standard per tutti i dischi o se occorre
usare un programma apposito per ogni
hard disk. Ringrazio anticipatamente ed
aspetto fiducioso una Vs. risposta.
Francesco Inchingolo
C ro lettore, l’operazione che le con¬
ente di decidere se utilizzare una
FAT a 16 o 32 bit non è la formattazione
bensì quella della creazione della partizio¬
ne. La partizione dell'hard disk si esegue
ancora prima della formattazione utiliz¬
zando il comando FDISK, presente sul di¬
schetto di avvio a corredo del sistema
operativo o sull'eventuale disco di ripristi¬
no che è possibile creare con l’apposita
procedura prevista In "Installazione Appli¬
cazioni" all'Interno del pannello di con¬
trollo. Dobbiamo ricordarci che la possibi¬
lità di utilizzare un file System con FAT a
32 bit ci è offerta solo da Windows 95
OSR2, per intenderci quello che come si¬
gla porta la seguente numerazione
4.00.950 B visibile nelle proprietà di "Ri¬
sorse del Computer" attivabili con il tasto
destro del mouse sulla relativa icona pre¬
sente sul desktop. Eseguendo FDISK la
prima indicazione che dobbiamo inserire
è la risposta al quesito "Attivare il sup¬
porto per unità grandi?" Rispondere "S"
(si) equivale a scegliere la creazione di un
file System con FAT a 32 bit. I passi suc¬
cessivi prevedono la creazione della parti¬
zione (se il disco è nuovo) o la rimozione
di quella esistente, con successiva crea¬
zione di quella nuova, se il disco è già
stato utilizzato. Tali passaggi sono esatta¬
mente quelli di sempre, l'unica differenza
sta nella scelta che si esegue al primo
passaggio. Dopo il riavvio del sistema
sarà necessario riformattare l’hard disk.
Dopo l’installazione del sistema operati¬
vo, potremo consultare le proprietà del
disco rigido e l'informazione relativa alla
FAT sarà "FAT 32"
Rino Nicotra
56
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Finalmente anche in edizione italiana
la prima rivista di informatica
^óe\ mondo!
BYTE Italia è una pubblicazione technimedia
BYTE
Difficile spiegare cos’è BYTE a chi non la
conosce. Non è infatti una rivista di
informatica qualsiasi, almeno per chi
l'informatica la segue da... quando era una
disciplina per un ristretto numero di
appassionati e non un fenomeno di massa
com’è ora. Erano i tempi dei
microprocessori a otto hit ed 1 MHz, degli 8
KByte di RAM e delle memorie di massa su
cassetta audio. Erano i tempi pionieristici di
quando ancora non si sapeva bene a cosa
sarebbero serviti i personal computer, e gli
appassionati erano ritenuti da amici e
conoscenti dei poveri matti, un po’ asociali
e sicuramente strampalati, che si
trastullavano con complicati pezzi di
elettronica cui al massimo si riusciva a fare
accendere dei led su un pannello frontale...
In quell’epoca, lontana “solo” vent’anni
(che sembrano secoli, ma questo è un altro
paio di maniche) BYTE c’era già; sulle sue
pagine scrivevano i “guru” di allora, e sui
loro articoli si formava quella che sarebbe
divenuta la successiva generazione di
esperti.
Sin da allora caratterizzata per il suo taglio
culturale oltre che tecnico, BYTE è sempre
stata considerata da tutta la comunità
informatica come un riferimento di qualità,
prestigio ed autorevolezza.
Oggi BYTE vende oltre mezzo milione di
copie negli Stati Uniti ed altrettante
all'estero grazie ad una ventina di edizioni
nazionalizzate.
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
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! e digitali
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MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
Italia
L’edizione italiana di BYTE nasce a gennaio
del 1998 portando anche nel nostro
Paese un riferimento forte su, come recita
il pay-off, “presente e futuro
dell'Information Technology”. Innanzitutto
BYTE Italia non è solo la semplice
traduzione di BYTE: è una rivista
autonoma, attenta alla situazione di
mercato del nostro Paese, nella quale più
di un terzo dei contenuti redazionali è
originale, ossia realizzato ad hoc e
localmente dai migliori esperti italiani.
Su BYTE Italia non troverete prove di
prodotti non importati in Italia o analisi di
fenomeni di mercato esclusivamente
americani. Troverete però ben sedici pagine
di articoli specializzati tradotti da LAN TIMES,
il quindicinale interamente dedicato alle
tecnologie di networking che costituiscono
l'asse portante delle aziende moderne.
La tempestività è importantissima in un
mondo tumultuoso ed in continuo divenire
come è quello dell’informatica di oggi:
pertanto BYTE Italia esce in edicola nello j
stesso mese di copertina dell’edizione
americana. E per mantenere ai massimi
livelli sia la quantità che la qualità
dell'informazione pubblicata, avrà una quantità
volutamente limitata di pubblicità ben
selezionata. Il tutto al medesimo costo in
edicola dell'edizione originale.
BYTE Italia è un appuntamento da non
perdere per capire dove sta andando
l'informatica e perché.
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• lf WlomoBO"
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UN ANNO
111 numeri)
MCmicrocomputer più BYTE Italia
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In ultima pagina
I LA PRIMA RIVISTA’óVìtl
DI INFORMATICA DEL MONDO
AIO 1998
BYT
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FINALMENTE ANCHE IN
VERSIONE ITALIANA!
L. 9.000 GENNAIO 1998
^ PR ESENTE E FUTU RO DEIL’INFORMATION TECHNOLOGY |
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Tacilica: Rhapsody,
IIOP, Mips RI 2000 , DHTML
I punii di m«rÌtO *997
Quale futuro per ie
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abbonarsi: dal numero di
gennaio la spedizione delle
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a destinazione con maggior
tempestività.
Attenzione chi è già abbonalo ad
MCmicrocomputer può estendere l'abbona¬
mento anche a BYTE Italia mantenendo la
stessa data di scadenza, e usufruire deli of¬
ferta speciale cumulativa. Pagherà solo la
quota parte relativa al numero di mesi resi¬
dui. Gli abbonati riceveranno una comunica¬
zione al propno domicilio, ma chi vuole può
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stelle, l’universo.
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Il programma e suddiviso in
capitoli che trattano i principali
temi affrontati nella scuola se¬
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composti, struttura dell'atomo,
reazioni e legami chimici, la
tavola periodica.
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Per le Scuole Medie Inferiori
Nel prodotto vengono svolti i
seguenti argomenti: linea,
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centrale, la rotazione).
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ESPLORANDO LA
MATEMATICA
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affrontano tra l'altro: la misura
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multimediali, con possibilità di
inserire quiz a risposta singola
o multipla all'Interno degli
stessi. È composto da due
moduli: un 'autore' per prepa¬
rare le lezioni e un 'lettore' per
proporre le lezioni stesse.
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“KM l II* VIALI I. MI* IO M«M
MMOtN* UTTAW Vr» M»*N» VUIM»l«UTl«e
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HUU.MHUIO *UMI) 4 N»r%»«*)»
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MC 01-98
TELEFONO
L'azienda statunitense ha presentato le sue novità per il 1998
Vince il 7 sulla ruota di AMD
In attesa del nuovo chip K7 si stabilizza la situazione del K6, che si arricchisce di nuove potenzia¬
lità multimedia e d'una offerta per i portatili che giunge ai 266 MHz. La piastra madre resta basa¬
ta sul socket 7 al quale vengono apportate modifiche super, in primis i 100 MHz.
di Leo Sorge
Per la prima volta AMD deci¬
de di offrire alla stampa, e
quindi al pubblico, anticipa¬
zioni di fatti che si succede¬
ranno nel corso di un intero
anno. Gli argomenti sono
due, le evoluzioni della fami¬
glia di processori K e quelle
della connessione Socket 7.
La mossa è forse dovuta alla
consapevolezza che i proble¬
mi di produzione degli ultimi
tempi potrebbero minare il
mercato dei suoi potenti
microprocessori, per i quali
AMD ritiene di avere sulla
concorrenza un vantaggio di
almeno 9 mesi. Ai discorsi
sulla produttività si aggiungo¬
no tre argomenti fondamenta¬
li: l’attuale sviluppo del Super
7. il sistema e il bus che nel
'98 vedrà prima i 100 MHz e
poi nuove configurazioni fino
alla cache di terzo livello; l'e¬
stensione multimediale 3D
(prima metà del 1998); i pros¬
simi chip fino al K7, che verrà
presentato nel corso del pros¬
simo Microprocessor Forum
(ottobre). Vediamo gli argo¬
menti uno per uno, partendo
dalla situazione produttiva.
Piena produttività:
in arrivo
Negli ultimi tempi AMD ha
avuto grossi problemi di resa,
che hanno afflitto i risultati del
terzo e quarto trimestre 1997,
tanto da far prevedere risultati
negativi per l'intero anno
fiscale. Per ogni chip funzio¬
nante, infatti, ce n’è uno non
utilizzabile, una percentuale
troppo bassa per essere in
attivo. La stampa internazio¬
nale sosteneva che tale resa
potesse essere anche mino¬
re, voci francamente più scan¬
dalistiche che altro. La posi¬
zione ufficiale di AMD è che
tali problemi possono essere
risolti fin dal primo trimestre
del 1998, un anno nel quale
intendono fornire al mercato
tra 15 e 20 milioni di chip
ovviamente funzionanti.
Nel caso del K6 - che ricordia¬
mo essere il NexGen Nx686
nmappato sulla tecnologia
AMD e sul pinout Pentium -
non è ipotizzabile risolvere i
problemi acquistando capa¬
cità produttiva esterna, in
quanto la mappatura del
nuovo processo richiedereb¬
be almeno un anno di tempo.
A suo tempo NexGen entrò
sul mercato con l'Nx586 gra¬
zie ad un accordo di manifat¬
tura con IBM Microelet-
tronica. Alla domanda diretta.
"Acquisterete da IBM Micro?"
la risposta è stata che l'Nx686
non è mai entrato in produzio¬
ne presso le fabbriche di Big
Blue.
Super 7 a 100
MHz
Socket 7 evolve
in Super 7. che
permetterà di
sfruttare ancora
meglio i chip X86.
Entro la fine del
1997 (scriviamo ancora nel
vecchio anno, ndr) ci sarà la
compatibilità con AGP. che
sarà la prima aggiunta alle
attuali compatibilità, che
annoverano USB. UDMA.
SDRAM ed ACPI Nel 1998
vedremo le SDRAM da 100
MHz - ovviamente con un
bus principale alla stessa
velocità, l'interfaccia 1394 ed
altre soluzioni che verranno
annunciate via via nel tempo.
Per quanto riguarda la logica
necessaria sulla piastra ma¬
dre, oltre alla stessa AMD
sono pronti anche National,
SiS, Via ed Ali II supporto è al
momento garantito in una
situazione di mercato.
Multimedia:
l’estensione 3D
La proposta di Intel, quel-
l'MMX che doveva rivoluzio¬
nare il software dei personal,
non ha finora impresso alcuna
svolta. Ben pochi produttori
hanno sviluppato software
specifico per MMX, anche se
va ricordato che la stessa
cosa accadde per l'unità in vir¬
gola mobile, che adesso ci
accompagna nelle nostre ela¬
borazioni.
Certo nella grafica 3D serve
molta virgola mobile, e non ci
sono stati miglioramenti
importanti nel floating pomt
né della FPU né della unita
MMX umt. E' un lavoro svolto
66
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
L'occasione dell'incontro è stata
sfruttata anche per porre alcune
domande sull'evoluzione della
tecnologia. IBM Micro ha brevet¬
tato un procedimento che con¬
sente di usare rame (e non più
solo alluminio) nei conduttori
interni del chip, in modo da
aumentare la velocitò totale
AMD ha annunciato che useran¬
no tale tecnologia, ma con
modalità ancora ignote.
Un altro problema è la differenza
tra gli alloggiamenti dei micropro¬
cessori, ormai su slot per Intel,
sempre Socket per AMD ed altri
dalle schede grafiche, ma fin
qui senza nessun aiuto da
parte della motherboard.
Adesso la nuova proposta 3D
svolgerà esattamente questo
compito. Si tratta di 24 nuove
Istruzioni che si appoggiano
sui registri dell'MMX (a loro
volta mappati sugli indirizzi
della FPU) sfruttando le libre¬
rie Direct3D, DirectSound e
OpenGL oltre che l'hardware
grafico. La stessa Microsoft
ha annunciato il supporlo nei
suoi compilatori, una scelta
piu che sufficiente dato che le
nuove funzioni non richiedono
il supporto del nucleo del
sistema operativo Questa
collocazione del modello
software permetterà a tutti i
sistemi operativi che adottano
OpenGL (quindi gli Unix in
generale) di sfruttare 3D,
anche se non è chiaro cosa
succederà per i compilatori
Nel frattempo Intel sta lavo¬
rando ad MMX2, ma per que¬
sta tecnologia (almeno nella
prima versione) AMD ha una
licenza ufficiale già discussa
in una causa preliminare,
quindi in linea di principio
dovrebbe poterne implemen¬
tare le nuove versioni ed arric¬
chirle con 3D.
I chip prossimi
venturi
I primi esemplari del K6 a 266
MHz sono previsti già per
gennaio. A breve distanza
dovrebbero essere disponibili
le parti a 300 MHz. mentre
entro la fine di giugno si
dovrebbe materializzare il
super K6 a 350 MHz. Le
Orbene AMD ha annunciato che
probabilmente in un futuro non
troppo lontano sarò meccanica¬
mente compatibile con gli slot.
Questa risposta, che definirem¬
mo politìcally correct. permette
di ipotizzare che anche loro evol¬
veranno verso un assemblaggio
su slot, i cui contatti elettrici però
potrebbero non essere gli stessi
degli slot di Intel, almeno non
subito. Ricordiamo infatti che
Sloti è di proprietà di Intel, men¬
tre forse le prossime versioni,
magari anche la 2, saranno licen¬
ziate ad altri.
attuali motherboard Socket 7
a 66 MHz possono alloggiare
anche il 300 MHz. ma per
velocità superiori ci sono pro¬
blemi con la cache, ma fran¬
camente non è proprio il caso
di spingersi fino a quel punto.
Sempre a gennaio verranno
annunciati chip per portatili a
266 MHz, una velocità molto
alta anche per Intel, il cui
packaging raffredda meno di
quelli di AMD. Parlando di
potenza, i benchmark di AMD
dicono che - limitatamente
alle prestazioni intere - già a
266 MHz i K6 battono Alpha e
Pentium che vanno a clock
significativamente maggiori.
In attesa del K7, del quale si
saprà verso la fine dell'anno,
vediamo qualche informazio¬
ne sul K6+ 3D. Si tratta d'un
mostriciattolo da 21 milioni di
transistor in tecnologia perlo¬
meno 0,25 micron (le fonti
ufficiali non si sbilanciano) La
cache di livello 2 sarà di 256
KB on chip e andrà alla velo¬
cità del processore. Una
cache di terzo livello, innovati¬
va nel settore, si espanderà
per 1 MB, permettendo a
quasi tutti i programmi di
risiedere direttamente su una
memoria di velocita paragona¬
bile a quella delle odierne
cache di secondo livello. La
compatibilità con il Socket 7 è
assicurata
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Sette nuove banche europee collaborano con VISA
al progetto pilota l /SEC
Un totale di quarantacinque banche di diciotto Paesi europei,
tra cui nove italiane, inizieranno da questo mese di gennaio
a scambiarsi le prime transazioni sicure su Internet grazie
al protocollo SET.
di Corrado Giustozzl
E' opinione di lutti gli analisti che il commercio elettronico su Internet non
decollerà sinché non verrà rimosso l'ostacolo, sinora in realtà più psicologico
che reale, costituito dal potenziale rischio di frodi all'atto del pagamento. E'
chiaro infatti che nel momento in cui si affida alla Rete una transazione finan¬
ziaria, tipicamente consistente in un'autorizzazione ad addebitare un dato
importo su una carta di credito il cui numero viene comunicato come parte
della transazione stessa, le parti in causa devono avere la massima certezza
che tutta l’operazione awenga in modo assolutamente sicuro. E non solo per
scongiurare eventuali frodi, ma anche semplicemente per evitare possibili
errori (ad esempio un addebito errato, mancante o ripetuto) o la divulgazione
di notizie private (ad esempio sulla natura della merce acquistata o del vendi¬
tore da cui si è acquistato!. In questo contesto dunque la transazione deve
godere di determinate proprietà: deve essere "certa' 1 , ossia iniziare e termi¬
nare con la piena consapevolezza delle parti in causa; deve essere "sicura'',
ossia impedire che eventi accidentali o intenzionali possano modificare i dati
significativi della transazione (ivi compresa l'identità dei corrispondenti); e
deve essere "riservata", ossia impedire che i dati in transito possano essere
divulgati a terzi estranei alla transazione stessa.
Tutto ciò in realtà si può fare in buona sostanza con le tecnologie attuali, ad
esempio utilizzando un protocollo crittografico "di sessione" quale SSL il
quale prowede a creare fra i due corrispondenti un "canale sicuro" a prova di
intercettazione casuale SSL è una tecnologia semplice e diffusa, supportata
dai più comuni "merchant server" e da tutti i browser; ma trattandosi di una
tecnologia piuttosto generale non è la più adatta a proteggere operazioni cosi
specifiche e particolari quali le transazioni economiche II primo motivo è che
nella transazione "convenzionale" viaggiano comunque in chiaro informazioni
sensibili quali, appunto, il numero di carta di credito, il nome del venditore e
dell'acquirente, la tipologia e quantità di merce acquistata, in secondo luogo
non vi é certezza dell'identità dei corrispondenti, infine manca il controllo
diretto dell'ente che ha emesso la carta di credito interessata, il quale non
può quindi verificare e se del caso autorizzare la transazione
Per tutte queste ragioni un paio d anni fa le più grandi società di carte di cre¬
dito del mondo, Visa e MasterCard cui poi si è aggiunta American Express, di
concerto con importanti partner tecnologici quali IBM, Netscape, RSA,
Microsoft, VeriSign ed altri, decisero di promuovere lo sviluppo di uno specifi¬
co protocollo mirato proprio alla soluzione delle esigenze tipiche delle transa¬
zioni per acquisti on line. Tale protocollo, denominato SET (Secure Electronic
Transaction, ossia Transazione Elettronica Sicura), è diventato una realta lo
scorso anno col rilascio ufficiale della versione 1.0 delle relative specifiche
tecniche.
SET promette di essere la soluzione ideale ai problemi del commercio elet¬
tronico. e la sua adozione generalizzata permetterà di sbloccare definitiva¬
mente un nuovo settore di business da cui tutti gli analisti unanimemente si
attendono enormi redditi. Esso prevede una complessa negoziazione on line
a tre parti (acquirente, venditore e istituzione finanziaria! nella quale ciascuna
parte viene a conoscenza dei soli dati di sua competenza, certifica alle altre le
informazioni che essa fornisce, e ottiene positiva conferma che ciascuna
delle altre parti abbia portato a termine con successo le operazioni di sua
spettanza; il tutto senza mai mandare in giro dati sensibili e comunque sotto
una stretta protezione crittografica
Ma quando sarà realmente possibile fare acquisti sicuri on line mediante
SET? Probabilmente sin dai primi mesi di quest'anno sta infatti per conclu¬
dersi l'ampio progetto pilota di sperimentazione della tecnologia SET iniziato
da VISA lo scorso 29 maggio in Europa, denominato VSEC, che vede a
tutt'oggi la partecipazione di 45 istituti bancari di 18 Paesi. Transazioni SET
erano già in corso da mesi tra banche di Austria, Danimarca, Finlandia.
Francia, Germania, Irlanda, Norvegia, Paesi Bassi. Portogallo e Spagna.
Ultimamente al progetto si sono aggiunte anche diverse banche italiane,
alcune delle quali inizieranno ad effettuare transazioni da questo mese di
gennaio: Banca Antoniana popolare Veneta. Banca Nazionale del Lavoro.
Banca Sella, Cariplo, Setefi, Deutsche Bank, Servizi Interbancari, SSB,
Cariverona.
Il progetto VSEC terminerà il prossimo autunno, ma si prevede che già prima
di tale scadenza alcuni istituti finanziari partecipanti commceranno ad offrire il
servizio ad alcuni esercenti Successivamente, VISA fornirà il programma
VSEC completo a tutti i 4500 istituti bancari soci in Europa
Per maggiori informatori: rirrn /Aww. wsa.com
MCmicrocomputer n 180 - gennaio 1998
67
IBM Microelettronica prosegue la sua doppia anima di produttore ed innovatore
nel settore dei circuiti integrati
Le tre C di IBM Micro
Dal punto di vista della produzione pura le famiglie di prodotto sono due, il 6x86MX di provenienza Cyrix
e la famiglia PowerPC 4. Le linee guida della strategia attuale passano per tre parole che iniziano con la C:
computer, consumer e communication.
di Leo Sorge
IBM x86 Desktop Roadmap
186MB
29 V coi»
3 JV I/O
CMOS 5*9
PR2O0
PR233
PR26S
PGA
GA 1090
Oltre ai microprocessori, tro¬
viamo in catalogo anche le
memorie, già oggi le SRAM
con accesso da 5ns e le Dram
da 64 MB. Con questi prodotti
si fanno pochi soldi ma si
abbattono i costi, da quando
la stessa tecnologia Cmos
serve anche per i micropro¬
cessori, mentre prima le linee
di prodotto erano diverse.
6x86MX
a 300
e 350 MHz
Guardiamo più da vicino i pro¬
cessori x86. IBM ha in conse¬
gna i componenti a 233 MHz
fin dall'ultimo trimestre del
1997, mentre dall'inizio del¬
l'anno è disponibile la versio¬
ne a 266 MHz. Il prossimo
passo in avanti è il processore
a 300 MHz, realizzato in tec¬
nologia da 0,18 micron, men¬
tre il 350 MHz sarà realizzato
in geometria 0,13 micron.
Tutti questi prodotti supporta¬
no ovviamente le piastre
madri con Socket 7.
Nel mondo IBM Microelet¬
tronica gli x86 servono per far
cassa e per restare nel merca¬
to commodities Big Blue pro¬
duce chip su licenza di Cyrix,
con cui aveva un contratto
quinquennale in scadenza nel
'97 ma con un prolungamento
automatico di 1 + 1 anni. Nel
frattempo Cyrix è stata acqui¬
sita da National, che a sua
volta produce chip in tecnolo¬
gìa opportuna, per cui potreb¬
be non rinnovare l'accordo di
manifattura con IBM. Sarebbe
piuttosto strano se lo facesse
in tempi brevi, in quanto il
processo che permette di pro¬
durre chip anche noti in una
nuova fabbrica richiede da 9 a
12 mesi. Inoltre National per¬
segue l'obiettivo del System-
on-a-Chip, per cui forse non le
converrebbe produrre diretta¬
mente sul mercato tradiziona¬
le.
PowerPC
negli
embedded
Il successo del PowerPC, che
non è stato grande come
avversario di Intel, prosegue
nel cosiddetto settore embed¬
ded, cioè degli oggetti dedica¬
ti, dalla stampante alla macchi¬
na fotografica, dal videogioco
al decoder TV. Questo permet¬
te ad IBM di proporre il
PowerPC serie 4 come base
alla quale aggiungere sullo
stesso microprocessore una
serie di funzionalità che rendo¬
no competitivo il costruttore
che ne equipaggia i prodotti.
Ad esempio PowerPC va avan¬
ti come nucleo per TV set-top
box. Oggi va su 4 chip, ma tra
pochi mesi sarà su un solo
chip. Il core 4XX con descram-
bler ed MPEG 2 sarà finito in
primavera, con le prime unità
in maggio. Un grande accordo
di questo tipo è stato siglato
con Sagem (che ha lanciato il
suo set-top box in Francia,
ndr). Altri accordi sono stati
siglati tra primarie aziende
mondiali di reti e telecomuni¬
cazioni con la filiale IBM Micro
di stanza in Israele, che fa
comunque capo al raggruppa¬
mento del Mediterraneo.
Tecnologie
di domani
Un brevetto interessantissi¬
mo è quello rilasciato recen¬
temente per usare rame nei
contatti interni ai micropro¬
cessori. Oggi infatti si usa
alluminio, che però alle attuali
frequenze interne si compor¬
ta male, rallentando le comu¬
nicazioni. A radiofrequenze
come le attuali centinaia di
MHz il rame, per tutta la pista
ovvero per la sola pellicola più
esterna, ha un comportamen¬
to molto migliore. Il problema
era renderlo utilizzabile per la
modellazione delle piste inter¬
ne, ed è questo il risultato
ottenuto nei laboratori di IBM
Research.
A frequenze ancora più eleva¬
te ritorna in auge il germanio,
che offre un comportamento
a radiofrequenza molto mi¬
gliore del tradizionale silicio.
La soluzione trovata è di far
crescere il silicio su una base
di germanio, che in laborato¬
rio va fino a 40 GHz Su pro¬
dotti commerciali è tranquilla¬
mente operativa su chip sm-
olo almeno fino ai circa 2
Hz per GSM e Dect e ai 2.4
Gbps per switch ATM
Inoltre con questi materiali
analogico e digitale possono
andare su un solo chip, sfrut¬
tando anche le piste in rame:
tutte le nuove tecnologìe IBM
possono essere sfruttate in
soluzioni custom smgle-chìp.
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espressione della tecnologia in fatto di nitidezza della
visione, protezione dell'operatore dagli effetti nocivi
della lunga permanenza davanti ad uno schermo e
risparmio globale di energia.
Tutto questo si traduce in ima preziosa considerazione
pratica: se anche sarete costretti dal progredire dei
processori, delle esigenze di lavoro, dei programmi e
dei sistemi operativi a cambiare diversi computer nei
prossimi anni, potete stare tranquilli che il vostro Eizo
sarà più che adeguato alle vostre esigenze per molti
computer a venire.
E questo è già di per sé una bella sicurezza.
E, perché no, anche un bel risparmio.
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di non affaticamento degli occhi e di rispetto
dell'ambiente, valutate che ogni Eizo è garantito per
tre anni, e non dimenticate il fatto che oggi come oggi
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1
Il 4 dicembre Microsoft ha rilasciato una serie di annunci, destinati a dare una decisa spinta
in avanti al mondo, un po' appannato, dell'ambiente Office per Mac
La versione per Macintosh sarà completamente compatibile con la corrente versione 97 per PC, e garantirà
ia stessa compatibilità con la futura versione 98 per quest'ultimo ambiente.
di Ralfaello De Masi
4 III» Ull In» l"fM
Da-fl a»?
tonti Intuì Wintln— «Vitti lt*i|>
* « a □ a u ® « •
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9
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The Terra Firm
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• annullami al aui «lai* ita*agro' marnng lai! *»»k, M Inai» llk> H i gamg lu ha
\ anathaf r»*' )»*» fai IH* Tana fimi I **»»' >au i» knan ha» marh «a .nixta>
ad fvai liaiil «viti Wata ihwini iireoi puaili ut all piudott Uhm Jan ana «lampi»
il uiu g«rJm inni*. »turh m» inking in itanni uln Iku w» lina nf inali fumimi»
li alia u4llng gioia giur iamoli iioiay yuu ran ••• li am ih» rhail
A na* KlUBlOl of «hi. «I
Warld WMa \V*h ni», v,
limili aulì af riiili dall)
rintaniti• Wa'ra alia d *1 Wananar .
unliiia ami w» va nnly U»n «n il.r WWi
mira .luna* W« tram tv ihank oui ilota
managti In I ak» llmtgi «ali» nutritati
ihli iMa ai a latta vvhtrla Our Wall lil» h
«I n luuily guing io ha a La» rnmpuntni in «mi
• alai mi» fmm nini nn Vini ran gii in Ih»
Tana fimi lamia paga al ihii «Ui«u
VM II \HI\ W Ull INI
_
fati f»m
□a:
Ricordiamo che la corrente
release, la 4.2, risale al 1994, ed
essa non ha più goduto, in più
di tre anni, di alcun aggiorna¬
mento, neppure minore. In
seguito all'accordo siglato, il 6
agosto, al MacWorld di Boston
tra Steve Jobs e Bill Gates,
viene rilasciata la prima versio¬
ne beta della famiglia di softwa¬
re Office che prenderà il nome,
già definito, di Office 98
Macintosh edition. Essa sarà
completamente compatibile
con la corrente versione 97 per
PC. e garantirà la stessa com¬
patibilità con la futura versione
98 per quest'ultimo ambiente.
L'accordo prevede, da parte di
Microsoft, lo sviluppo e la distri¬
buzione delle versioni successi¬
ve mentre, da parte sua, Apple
integrerà Microsoft Internet
Explorer nel suo sistema opera¬
tivo, come browser ufficiale
(decretando, di fatto, la fine,
peraltro già abbondantemente
annunciata, del pregevole pro¬
getto Cyberdog). Gli utenti Mac
potranno, quindi, beneficiare di
tutte le caratteristiche già pre¬
senti in Office 97 per PC. com¬
presa la totale integrazione con
Internet e il linguaggio HTML, il
selt-reparing, l'avanzata gestio¬
ne delia grammatica e della sin¬
tassi, la messaggistica Outlook
Express
Le migliorie introdotte nel
nuovo package sono parecchie.
e. in molti casi, superano quelle
già note in area Windows,
preannunciando quindi le carat¬
teristiche che saranno prossi¬
mamente disponibili anche In
questo ambiente Sarà innanzi
tutto disponibile Office Assi-
stant, già apprezzato per la sua
facilità e praticità d'uso; godre-
mo inoltre di un più efficace
controllo della struttura della
frase, di un agevole "wizard”
per la produzione di lettere e
modulistica, di opzioni di auto¬
costruzione di indici e stili, del
nuovo concetto di "mappatura"
del documento, di toolbar più
efficienti e di piu pratica custo-
mizzazione. Notevole lo sforzo
per l'integrazione dell’ambiente
Web in Word, con inserimento
programming-free degli stru¬
menti tipici di tale ambiente,
come check box, radio button,
liste e popup menu, bottoni di
controllo, OK e reset, di testo
animato, disegni di sfondo e,
ancora, di automazione di
sequenze. Le modifiche appor¬
tate ad Excel sono meno evi¬
denti, ma altrettanto importanti
nella sostanza. Il principe dei
fogli elettronici si presenta, nel¬
l'edizione 98, con un look meno
"cattivo", visto che lo sforzo
degli implementatori si è rivolto
Nella nuova versione sarà anche dispo¬
nibile Office Assistant. già apprezzalo
per la facilità e praticità d'uso .
* * i > ii ìi a .i - a
“’~l *
70
The - fìr A ha Fi r m
ciè
tu ». iato v.'O
W»v»
t.M ISO tolti
|W>
In Excel
nell'edizio¬
ne 98 si è
cercato di
trasforma¬
re i com¬
plessi stru¬
menti di
elaborazio¬
ne e di ana¬
lisi in
forme e
aspetto più
semplici e
agevoli nel¬
l'uso
sempre più a trasformare i
complessi strumenti di elabora¬
zione e di analisi in forme e
aspetto più semplici e agevoli
nell'uso Introdotti i multipli
Undo, di cui si sentiva effettiva¬
mente la mancanza, l'autocorre¬
zione delle formule, la formatta¬
zione condizionale (già vista su
versione PC), una migliore
gestione delle aree di stampa.
Numerosi i nuovi formati di
chart, come nuova è la possibi¬
lità di restringere i range di valo¬
re validi per certe celle; anche
nuovo è un più efficiente uso
dei commenti.
PowerPoint, terzo ma non ulti¬
mo della lista, offre un ambien¬
te completamente ridisegnato
rispetto al precedente, che non
era stato privo di qualche criti¬
ca. Disponibili oggi le animazio¬
ni, una più potente libreria di
clip, nuovi tool dedicati e studia¬
ti per presentazioni a piccoli
gruppi (il Meeting Mmder), e,
ancora, una ottimale integrazio¬
ne in ambiente WWW Infine,
completamente nuovo per
l'ambiente mela, Outlook
Express, un prodotto innovativo
per l'ambiente di e-mail Da
un'occhiata, ahimè superficiale,
alla versione messaci a disposi¬
zione abbiamo potuto notare
che il pacchetto si presenta con
caratteristiche di prim'ordme,
superando alcune barriere fino¬
ra ritenute invalicabili, come, ad
esempio, l'HTML mail, Inutile,
infine, parlare del browser
Explorer, ben noto già nella ver¬
sione 4, da poco tempo disponi¬
bile, che intelligentemente ha
scelto di differenziare aspetto e
opzioni dall’eterno rivale
Netscape.
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Microsoft Spa
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per navigare con Atari
Emmesoft comunica la
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2.00, il nuovo browser
Internet per Atari, veloce e
affidabile, incluso in una
suite completa per la navi¬
gazione su Internet.
Di realizzazione francese, questa
Suite Internet ha fra le sue carat¬
teristiche piu interessanti
- Implementazione del protocollo
PPP senza utility aggiuntive, con
modem HS. Nel caso di compu¬
ter lenti, è disponibile un apposi¬
to programma da inserire nella
cartella AUTO
- Compatibilità HTML 3 (le inte¬
grazioni HTML 3.2 e Netscape 2
sono in corso)
- Cache ‘intelligente" per limitare
al minimo gli accessi on-line
(Wen.Suite si è rivelato fino a 10
volte più veloce dei browser
concorrenti su piattaforma
Atari...).
- Aggiornamenti Online comple¬
tamente automatici, tramite col-
legamento con il sito Web.
- Facile parametrizzazione dell'in¬
terfaccia utente (famiglia e corpo
delle font selezionabili a piacere,
con NVDI 3 e successivi o
Speedo GDOS).
Altre interessanti funzioni sono
la dimensione finestre con valo¬
re predefinito o adattabile al
monitor, i colori a scelta per
testo, link e sfondo e le immagi¬
ni a resa variabile e caricamento
disattivarle.
Wen.Suite può anche essere
utilizzato come browser grafico
off-line per file HTML, ASCII,
GIF e JPEG, da dischetto, disco
rigido o CD-ROM.
Di prossima implementazione ci
saranno Frame e imagemap ed
un Editor HTML per creare da
soli gli ipertesti e le proprie pagi¬
ne Web.
Wen.Suite è compatibile con
tutti i modelli Atan sene ST, STE,
Mega ST, Mega STE, TT e
Falcon e con tutte le versioni di
TOS e i sistemi operativi multita¬
sking (Geneva, Magic).
E 1 compatibile, inoltre, con i
cloni Atan di più recente introdu¬
zione (Medusa, Hades, Milàn
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Symantec ha annunciato l'ultima versione del suo famoso prodotto
di utilità introdotto per la prima volta nel lontano 1982
Arrivano le Norton Utilities 3.0 per Windows 95
Norton Utilities 3.0 per Windows 95 ora include una versione completamente
integrata di Norton CrashGuard 3.0 che fornisce la migliore protezione oggi
disponibile dai blocchi del sistema e delle applicazioni software.
di Enrico Ferrari
Lavorando costantemente in back¬
ground, CrashGuard usa solamente 150
K di memoria per intercettare i blocchi,
consentire agli utenti di salvare i dati e
ripristinare le applicazioni. CrashGuard
include inoltre la funzione Norton Anti-
Freeze che consente di ripristinare le
applicazioni bloccate, anche quando l'u¬
tente è obbligato a utilizzare Ctrl +
Alt+Canc. Ora integrato con Norton
System Doctor, il sensore CrashGuard
non solo intercetta i blocchi delle appli¬
cazioni, ma tiene anche sotto controllo
le risorse di sistema critiche per indivi¬
duare condizioni che possono potenzial¬
mente provocare blocchi del sistema o
delle applicazioni, come un'improvvisa
carenza di risorse o di memoria, e impe¬
disce che tali blocchi si verifichino.
Nuova ed esclusiva funzione di Norton
Utilities, WinDoctor è un'utilità che amplia le
possibilità di risoluzione dei problemi da parte
degli utenti. L'utilità tiene costantemente sotto
controllo e ripulisce il sistema, quindi rileva e
ripara in modo intelligente i problemi nel
Registro di configurazione di Windows 95, nei
file di sistema e nelle applicazioni software.
WinDoctor controlla la presenza di problemi
quali collegamenti perduti, voci di registro non
valide, applicazioni danneggiate e file DLL
mancanti, propone un elenco dei problemi rile¬
vati e può ripararli automaticamente o consen¬
tire all'utente di farlo manualmente WinDoctor
rileva inoltre gli errori software, raggruppando i
problemi in base alle relative cause, e garanti¬
sce che le applicazioni Windows siano corret¬
tamente installate e funzionanti. Se ad esem¬
pio un utente ha rinominato la cartella di un'ap-
licazione, WinDoctor identificherà tutti i pro-
lemi del registro di configurazione e dell'appli¬
cazione causati da questa operazione e li ripa¬
rerà.
L'utilità Rescue Disk offre significativi migliora¬
menti per il recupero da disastri e fornisce la
possibilità di salvare le informazioni di soccor¬
so su un disco Iomega Zip. Norton Utilities è il
primo prodotto che consente agli utenti di
recuperare i loro sistemi avviandoli in
Windows invece che in DOS. La nuova proce¬
dura guidata di ripristino fornisce agli utenti
informazioni operative dettagliate mediante
una familiare e intuitiva interfaccia in stile
Windows. Gli utenti possono salvare il loro
lavoro e recuperare i file critici utilizzando
Windows. Essi possono anche eseguire i pro¬
grammi di Norton Utilities per Windows come
Norton Registry Editor e Disk Doctor per ripa¬
rare i problemi e recuperare il sistema II sen¬
sore Informazioni Rescue in Norton System
Doctor ora raccomanda l'aggiornamento del
disco di soccorso quando vengono rilevate
modifiche alle aree di sistema critiche come il
record di avvio o le informazioni CMOS.
Norton Optimization Wizard fornisce alcune
funzioni di ottimizzazione del sistema, tra cui
Ottimizzazione del Registro, un processo che
comprime il Registro di configurazione di
Windows e riduce i tempi di avvio dell'ambien¬
te operativo. Norton Optimization Wizard otti¬
mizza anche la dimensione e posizione del file
di swap di Windows collocandolo all'inizio del
disco. Norton Optimization Wizard consente a
Windows di accedere più rapidamente al file di
swap, aumentando cosi le prestazioni del
sistema.
Significativamente migliorato in questa versio¬
ne di Norton Utilities, Speed Disk fornisce la
più rapida ed efficiente ottimizzazione del
disco. Utilizzando una nuova tecnologia, Speed
Disk ottimizza la disposizione dei file sul disco
in base alla loro frequenza di accesso e di
modifica. Il programma di utilità colloca i file
usati spesso all'inizio del disco e quelli usati
raramente alla fine, lasciando lo spazio libero
nel mezzo aumentando così le prestazioni glo¬
bali del sistema e riducendo anche la fram¬
mentazione dei file nel corso del tempo.
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sioni a 15" e 17"
I nuovi monitor Multi-
scan sono tutti forniti di
dispositivi antiriflesso e
antistatico, con regola¬
zione da schermo guida¬
ta da un menu multilin¬
gue; sono di tipo Plug &
Play ed aderiscono alle nor¬
mative vigenti per il risparmio
energetico e la salvaguardia
ambientale.
La qualità dell'immagine,
garantita dalla tecnologia
Trinitron, è stata ulteriormen¬
te migliorata con l'introduzio¬
ne di nuovi sistemi di conver¬
genza e messa a fuoco.
II modello GDM-500PST,
nuova punta di diamante della
gamma, è caratterizzato da
uno schermo superpiatto e
un tubo trinitron
compatto, si avvale
di uno speciale rive¬
stimento multistrato
antiriflesso e rag¬
giunge una risolu¬
zione massima di
1600x1280 La tec¬
nologia a griglia ad
apertura variabile
permette di modifi¬
care la lunghezza
del raggio proietto¬
re, mantenendo
inalterata la lumino¬
sità dal centro agli
angoli dello scher¬
mo, mentre la nuova e più
veloce CPU, il nuovo cannone
elettronico ed i sistemi di
lenti EFEAL e MALS garanti¬
Con l'introduzione del
nuovo GDM-200PST da
17". Sony intende dare un
grande impulso al mercato
dei display di lascia alta in
questa dimensione. Il
modello adotta un nuovo
tubo Trinitron compatto ed
è provvisto di sofisticati
sistemi di regolazione
La nuova "ammiraglia 1 '
dei monitor Sony è rap¬
presentata dal modello
da2t" GDM-500PST II
monitor, che risponde
alle più severe normati¬
ve internazionali in
fatto di ergonomia, È
particolarmente adatto
per le applicazioni più
spinte di CAD/CAM,
grafica professionale e
progettazione
scono una migliore focalizza-
zione, un elevato livello di
dettaglio ed una più precisa
geometria deH'immagine.
A completare il quadro, un
I monitor Sony della nuova
famiglia AS sono partico¬
larmente indicati per il
mondo della multimedia¬
lità interattiva Infatti, in
una carrozzeria dall'ele¬
gante color grigio scuro,
incorporano un sofisticato
sistema di restituzione del
suono in 3D
esclusivo sistema di
compensazione degli influssi
esterni impedisce che il
campo magnetico terrestre o
le variazioni di temperatura
condizionino la qualità delle
immagini prodotte.
Il GDM-200PST, suo fratello
minore a 17 pollici, presenta a
sua volta nuovi sistemi di
messa a fuoco, un cinescopio
compatto, sistemi di lenti
MALS ed un nuovo micropro¬
cessore per il controllo della
distorsione, per una risoluzio¬
ne massima di 1280x1024.
I monitor 120AS e 220AS,
rispettivamente da 15“ e 17",
sono provvisti di un valido
sistema per la riproduzione
del suono 3-D, che consiste,
oltre che nell'amplificatore
integrato, in due tweeter da
3,5 watt ed in un
subwoofer da 10
watt, alloggiati ai lati
ed alla base del siste¬
ma stesso. I comandi
per il controllo del
sistema audio sono
posti nella parte ante¬
riore del monitor, che
prevede inoltre un
microfono incorporato
e la presa per una
cuffia.
Entrambi sono carat¬
terizzati da un'ottima
qualità delle immagini
anche nelle animazio¬
ni, grazie alla funzione
Graphic Picture
Enhancement svilup¬
pata da Sony, e forni¬
scono una risoluzione
massima di 1280x1024 La
rapidità di connessione è
garantita dal bus USB
I nuovi monitor saranno
disponibili a partire dal mese
di gennaio presso tutti i riven¬
ditori Sony.
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Il codice Leicester è ora su CD-ROM
Arriva sul mercato italiano "Leonardo da Vinci”, la trasposizione digitale del famoso
codice Leicester (codice Hammer) di Leonardo, un trattato scientifico scritto dall'artista
fiorentino intorno al 1510, acquistato di recente da Bill Gates.
Il CD-ROM è realizzato dalla società Corbis
Publishing. una delle banche dati di immagini piu
prestigiosa d'America, con oltre 700 000 documen¬
ti digitalizzati.
Il CD-ROM "Leonardo da Vinci" contiene, inoltre,
un'ampia presentazione dell'artista con i riferimenti
alla vita, all'epoca in cui visse e all'insieme delle
sue opere.
Inoltre, è possibile "visitare" una galleria virtuale dei
capolavori di Leonardo, scoprendone ogni partico¬
lare guidati dal commento di Martin Kemp, celebre
storico d'arte ad Oxford.
Il CD-ROM contiene tutti i 36 fogli del manoscritto
originale, redatti "recto verso" in minuscola calligra¬
fia con il metodo dello specchio, da destra a sini¬
stra e viceversa, che possono essere decifrati
attraverso il "codescope" Infatti, semplicemente
premendo un tasto sugli scritti autografi di
Leonardo si attiva la funzione 'codescope', che
permette di ottenere in sovnmpressione la tradu¬
zione del testo, riga per riga
A ciò si aggiunge una ricostruzione video delle
esperienze descritte e rappresentate con gli schizzi
da Leonardo sulla geologia, l'astronomia e i movi¬
menti delle acque. I disegni dei codice vengono
comparati a fotografie contemporanee per mostra¬
re l'aspetto
prodigioso e la
pertinenza
delle scoperte
fatte cinque¬
cento anni fa
dall'artista.
"Leonardo da
Vinci" è com¬
patibile con
tutti i personal
computer che
utilizzano i si¬
stemi operativi
Windows 95 e
Windows 3 1
ed è intera¬
mente tradot¬
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La Zanichelli
fa chiudere un sito
dell’Università dello Utah
E' finita con la "vittoria"
della Zanichelli la prima
disputa telematica tra
Italia e Stati Uniti.
La casa editrice bolognese ha
ottenuto, infatti, la chiusura di
un sito dell'Università america¬
na dello Utah in cui erano ripor¬
tati circa 300 testi dei piu impor¬
tanti poeti e scrittori italiani, da
Dante a Boccaccio, da Ariosto a
Machiavelli, da Leopardi a
Svevo Quei testi erano stati
presi -senza citare la fonte - dal
CD-ROM "Letteratura italiana
Zanichelli", come ha scoperto
casualmente, "navigando" sulla
rete, lo stesso curatore dell'o¬
pera elettronica, il professor
Pasquale Stoppelli, ordinario
dell'Università dell'Aquila
La Zanichelli ha inviato una pro¬
testa formale alla Facoltà di
Linguistica di Salt Lake City,
accompagnata dall'annuncio di
una diffida legale con richiesta
di risarcimento dei danni
Il responsabile del sito del¬
l'Università dello Utah, che si e
dichiarato all'oscuro delle origini
dei testi riprodotti, ha preso atto
della richiesta, ordinando la
chiusura delle "pagine telemati¬
che" illegali. "Si è trattato di un
vero e proprio episodio di pirate¬
ria telematica, perché il nostro
CD-ROM è stato scaricato com¬
pletamente sul sito americano,
rispettando rigidamente anche
la scansione in capitoletti e l'or¬
dine dei testi", ha dichiarato il
professor Stoppelli. L'azione
intrapresa dalla Zanichelli ha
dato luogo ad una querelle tra
italianisti utenti di Internet sulla
legittimità di arrogarsi i diritti di
opere non più coperte da copy¬
right.
Errata Corrige
Sul numero 178 a pagina 98, abbia¬
mo pubblicato una notizia riguar¬
dante la presentazione da parte
della Texas Instruments di una
nuova serie di orgamzer e di un
Personal Digital Assistant, rettifi¬
chiamo quanto riportato nel riqua¬
dro "Dove & Chi", in quanto l'a¬
zienda a cui fare riferimento non è
Acer Italy Srl. bensì Texas
Instruments Italia Di cui vi diamo
l'esatto rifenmento
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e 8 uscite, due tracce in
registrazione ed otto in ascolto
e chip DSP Motorola 56301,
Gina, una versione avanzata
della precedente, con ingressi
ed uscite digitali S/PDIF e livelli
di registrazione controllabili via
software; Layla, un sistema
con scheda PCI e modulo
esterno da un'unità rack con 8
ingressi e 10 uscite analogi-
uscita digitali S/PDIF, indirizza¬
mento interno a
24 bit, chip DSP
Motorola 56301
ed interfaccia MI¬
DI integrata.
Passando al setto¬
re software, Sonic
Foundry propone il
suo Sound Forge
4.0, un program¬
ma di livello asso¬
luto per l'elabora¬
zione dei suoni,
caratterizzato da
una vasta serie di
funzionalità e di effetti,
Supporta la compressione
audio e consente la conver¬
sione dei file in diversi for¬
mati, Una massima compatibi¬
lità ai plug-in, la possibilità di
utizzare un numero illimitato di
"undo" durante l'editing e la
capacità di gestire file con
campionamenti e risoluzioni
differenti, ne fanno uno stru¬
mento adatto a soddisfare
qualsiasi esigenza.
Ancora software per il tratta¬
mento del suono con Care-
walk Audio, di Carewalk
Music Software, un program¬
ma di sequencing per PC che
permette la gestione contem¬
poranea di tracce MIDI e
audio, l'editing delle quali è
gestito graficamente.
La caratteristica piu
interessante di questo
prodotto è il suo
ambiente grafico ad
che, ingresso e
Il digitai audio da appannaggio
di pochi sta diventando sem¬
pre più alla portata di qualun¬
que appassionato; al punto
che musica ed effetti sonori
sono ormai parti integranti
di un qualsiasi calcolato¬
re dotato di estensioni
multimediali. Ma non
mancano, per i più esi¬
genti, programmi e
schede dalle funziona¬
lità sempre più estese,
come negli articoli che
Midimusic propone.
Tra questi va segnala¬
to il sistema TripleDat
della casa tedesca
Creamware, del quale è
stata pubblicata sull'ulti¬
mo numero della rivi¬
sta una recensione
relativa alla versione
originale. Midimusic
è l'importatore, e unico distri¬
butore autorizzato, dell'adatta¬
mento localizzato per il nostro
paese con manuali e software
in lingua italiana, in vendita al
prezzo di 2.950.000 lire, IVA
esclusa. Dallo stesso produtto¬
re arriva anche TDAT 16, siste¬
ma comprendente una versio¬
ne aggiornata del software
TripleDat, ampliato con funzio¬
ni di registrazione multitraccia
e gestione completa di mixing
e routing, ed una scheda PCI,
con 2 ingressi e 2 uscite di tipo
ottico (utilizzabili sia in ADAT
oggetti, con il
quale è possibile
simulare i pannel¬
li frontali dei devi-
ce esterni, con- |
trollandoli in mo¬
do molto sem¬
plice.
Finale della Co¬
da Music Te¬
chnology, è inve- |
ce un program¬
ma per la notazio¬
ne e la stampa
musicale consi¬
derato tra i migliori del merca¬
to. Oltre ad una grande versati¬
lità. che consente di applicare
agli spartiti le stesse pratiche
funzioni di modifica e visualiz¬
zazione caratteristiche di un
word processor, finale consen¬
te di inserire la musica tramite
la tastiera, il mouse o uno stru¬
mento MIDI collegato
L'inserimento delle "legature",
operazione generalmente tra
le più problematiche, è estre¬
mamente semplificata e ITntro- (
duzione dei testi è controllata 1
dal programma, in modo che
le sillabe vengano automatica- ,
mente allineate alle note. Le
operazioni di impaginazione |
sono notevolmente facili da 1
realizzare, inoltre tutte le parti¬
ture possono essere esportate
in vari formati grafici.
Il ramo plug-in è invece con¬
traddistinto dai prodotti della
Waves, azienda leader del set¬
tore, che fornisce processori
audio e software specializzato,
per un valido upgrade di qual¬
siasi sistema.
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Da Sony una nuova stampante digitale a sublimazione di colore
Sony Italia ha annunciato la disponibilità della UP-D2500, una nuova stampan¬
te digitale a colori a sublimazione termica che rappresenta un deciso passo in
avanti nella disponibilità di sistemi avanzati di stampa fotografica.
Grazie all'utilizzo combinato di
una testina termica ad alta
risoluzione e di un nuovo tipo
di supporto cartaceo messo a
punto da Sony specificamen¬
te per l'impiego nel nuovo
modello, la UP-D2500 è in
grado di produrre stampe di
qualità fotografica con colori
sempre saturi e brillanti e con
più di 16 milioni di sfumature
di colore per punto. La nuova
UP-D2500 opera sia con carta
a sublimazione di grammatura
normale che con speciali car¬
toncini. Inoltre, grazie alla pos¬
sibilità offerta da Windows di
replicare una stessa immagi¬
ne in 4 oppure 8 immagini più
piccole, il modello risulta
molto indicato anche per la
realizzazione di stampe foto¬
tessera. Sempre riguardo ai
supporti cartacei disponibili,
oltre al modello standard
UPC-2010, sono disponibili sia
la carta laminata UPC-2040
che grazie alla sua resistenza
alla luce, all'acqua e al caldo è
indicata per l'impiego in docu¬
menti d'identità, sia i modelli
di sticker adesivi UPC-20S16
e UPC-20S4. Il nuovo model¬
lo, che si affianca agli oltre 10
modelli di stampanti video e
digitali prodotti dal marchio
Sony e commercializzati in
Italia, produce stampe di qua¬
lità in formato A6 in circa 45
secondi, offrendo una risolu¬
zione di 310 punti per pollice.
E' dedicata al campo della
fotografia digitale, della medi¬
cina e in numerosi altri settori
scientifici e industriali, e del-
l'intrattemmento, in questo
agevolata dalla sua semplicità
d'uso che non richiede com¬
petenze specifiche e alla sua
facile connettibilità con PC e
sistemi Mac. Infatti, se l'inter¬
faccia incorporata Centronics
che supporta anche l'IEEE
1284 e i driver software per
Windows 95, Windows NT
4.0 e pei Macintosh assicura¬
no un veloce trasferimento
dei file bitmap, la disponibilità
di un apposito modulo softwa¬
re per l'impiego in connessio¬
ne con PhotoShop aumenta¬
no ulteriormente la versatilità
operativa
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tor allo stesso personal compu¬
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neamente l'immagine su tutti i
video adatto a presentazioni o
aule di insegnamento, consen¬
te di avere la stessa Immagine
visualizzata su più display
senza dover aggiungere sche¬
de video
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versioni da 2, 4 e 8 uscite VGA,
con risoluzione massima pan a
1024X768 punti per pollice, è
collegabile ad un qualsiasi per¬
sonal computer dotato di pro¬
cessore Pentium ed è in grado
di gestire una distanza massi¬
ma tra i monitor e il PC pari a
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gare l’uscita video dei PC allo
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Wind porta Enel sul mercato telefonico
Francesi e tedeschi di nuovo in Italia. In attesa degli americani.
di Leo Sorge
Deutsche Telekom, Enel e France Télécom hanno ufficializzato la loro
joint venture telefonica, denominata Wind. Le parole chiave del
nuovo polo telefonico italiano sono la convergenza tra mobile e fisso,
l'aggiornamento tecnologico (ISDN, ATM, GSM, Dect) e qualità del
servizio: è con queste armi che intende mettere entrambi i piedi nella
telefonia italiana, il quarto mercato telefonico europeo Alla presenta¬
zione ufficiale, avvenuta a Roma lo scorso 1 ° dicembre, hanno preso
parte Franco Tato, amministratore delegato di Enel, Ron Somme,
presidente di Deutsche Telekom, e Michel Bon, presidente ed ammi¬
nistratore delegato di France Telékom.
La presentazione della struttura è invece stata fatta da Tommaso
Pompei, che nel nuovo polo dovrebbe ricoprire il ruolo di amministra¬
tore delegato La nuova nata si propone di diventare un operatore glo¬
bale delle Tic sul mercato italiano, stimato dagli esperti in forte cresci¬
ta, con un salto in 10 anni da un valore di 33mila a 60mila miliardi.
Nella torta italiana delle telecom del 2007 Wind si assegna il 20%
nella telefonia mobile e il 15% in quella fissa, per un fatturato di
10rnila miliardi ed 8 milioni di clienti Due parametri sembrano parti¬
colarmente interessanti, ovvero il rapporto fatturato per cliente e
quello fatturato per dipendente.
Nel primo caso abbiamo una media di 10 milioni di lire annue per
cliente, nel secondo una produttività per addetto di 1 miliardo annuo
Il primo valore la dice lunga sul vero target dell'iniziativa (industria,
finanza, Stato), anche se l'offerta sarà rivolta anche a tutti gli altri
interlocutori: singoli, famiglie ed aziende di qualsiasi dimensione II
secondo valore è altissimo per le medie d'un settore rispetto al quale
WIND
'Wind avrà una produtti- ^ m m
vità d'un ordine di grandezza superiore', ha commentato Pompei Per
quanto riguarda la struttura societaria di Wind, il 51% viene gestito
dall'Enel, attraverso la Holding Finanziaria Italiana, società nella quale
potranno entrare nuovi soci, mentre il 49% è stato conferito alla
Holding Finanziaria Internazionale, che fa capo a Deutsche Telekom e
a France Télécom Nei prossimi 10 anni Wind investirà 12mila miliardi
di lire e nel 2007 avrà 10rnila dipendenti, di cui il 35% al Sud (nel
Mezzogiorno previsti il call-center, centro amministrativo e laboratori
ricerca e sviluppo), il 20% al centro e il 45% al Nord Tommaso
Pompei ha inoltre sottolineato che la joint venture andrà avanti anche
se Wind non dovesse aggiudicarsi la licenza per il terzo gestore del
radiomobile. In particolare come alternativa si fa riferimento al Dect,
ma probabilmente anche alle risorse satellitari, che stanno per diven¬
tare abbondanti Comunque vada i tre soci resteranno insieme, facen¬
do diverso riferimento a Sprint, il gestore statunitense già partner di
FT e DT in Global One, la rete planetaria che comunque offrirà a Wind
la connessione internazionale
Enet, la rete Enel, si prevedeva che entro il '99 raggiungesse 110
città, con la posa di 12mila km di fibre ottiche, con investimenti esclu¬
sivamente dell'ente Adesso il 49% delle cifre in ballo è di competen¬
za dei partner, Al momento Enet viene separata dai ponti radio,
oggetto di future discussioni Wind ha firmato un contratto di affitto di
Enet valido 15 anni, Enel al momento è proprietaria del 51% di Wind,
e per questa quota risponderà degli investimenti iniziali, progressiva¬
mente le trasferirà il suo business telefonico interno.
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Migliorato il prodotto leader nel settore OCR
OmniPage Pro 8.0: l’OCR si evolve
Caere annuncia OmniPage Pro 8.0, l'ultima versione del noto programma di OCR.
La nuova versione, disponibile anche in italiano con funzionalità tipiche del riconoscimento della nostra lingua,
è disponibile su Windows 95/NT.
La funzionalità più importante
nella versione 8,0 è il nuovo
motore OCR che migliora
notevolmente l'accuratezza
OCR in media del 62% rispet¬
to alla versione 7,0 (verificato
su numerosi tipi di pagine). La
versione 8,0 comprende inol¬
tre nuove capacità multithread,
una migliore integrazione con
Microsoft Word e altri poten¬
ziamenti che si aggiungono alla
serie di consolidate funziona¬
lità di questa premiata applica¬
zione.
Riconosciuto recentemente
come più rapido della dattilo¬
grafa più veloce registrata nel
uinness dei primati, Omni-
age Pro converte in modo
rapido ed accurato i documenti
scanditi in testo elettronico
modificabile, eliminando la
digitazione aggiuntiva del
testo.
OmniPage Pro 8.0 genera (in
media) il 62% di errori in meno
rispetto alla versione prece¬
dente senza comprometterne
la velocità. Il nuovo motore
garantisce una mag¬
giore accuratezza di
lettura di documenti
■problematici" come
quelli gravemente
danneggiati o spie¬
gazzati o quelli che
contengono poco
testo, molto testo,
righe o colonne di
numeri e testo in
diverse lingue.
Fra le nuove caratte¬
ristiche va citato il
nuovo riconosci¬
mento del testo su
sfondo scuro che
consente ad Omni¬
Page Pro di gestire testi in
bianco su fondo nero.
Questa funzionalità è utile per
chi lavora con le riviste, che
spesso hanno testi chiari su
fondi scuri. Una migliore
gestione delle lingue garanti¬
sce una maggiore accuratezza
di lettura delle pagine che
includono testi in più lingue. La
versione 8.0 comprende singo¬
le reti neurali specifiche per
ogni lingua, statistiche linguisti¬
che specifiche e (oltre a quello
in inglese americano) i dizionari
per 12 lingue dell'Europa occi¬
dentale portoghese
brasiliano, inglese bri¬
tannico, danese, olan¬
dese, finlandese, fran¬
cese, tedesco, italia¬
no, norvegese, porto¬
ghese. spagnolo e
svedese. In preceden¬
za era disponibile solo
il dizionario in inglese
americano. Inoltre,
OmniPage Pro è ora in
grado di individuare
automaticamente più
lingue su una singola
pagina.
Gli utenti di Microsoft
Word (versioni di Office 95 e
97) troveranno una migliore
integrazione con il loro elabora¬
tore di testi preferito: il
Controllo del Riconoscimento
in Microsoft Word consente
ora all'utente di verificare i
risultati OCR in Word. La fun¬
zionalità di Controllo del
Riconoscimento di OmniPage
Pro individua le parole sospet¬
te e consente agli utenti di
confrontarle con l'immagine
bitmap originale per una facile
verifica.
Inoltre la condivisione del dizio¬
nario utente di MS Word da
parte di OmniPage Pro 8.0 eli¬
mina la necessità di gestire
due dizionari utente/personaliz-
zati distinti per Word e
OmniPage Pro, La versione
8.0 consente di selezionare il
dizionario utente di Word
come se fosse di OmniPage
Pro. Quando questa opzione è
selezionata, le parole aggiunte
al dizionario utente sono dispo¬
nibili m entrambe le applicazio¬
ni.
OmniPage Pro 8 0 è il primo
programma OCR da scrivania
ad utilizzare il multithread, che
sfrutta i vantaggi di Windows a
32 bit per eseguire più opera¬
zioni alla volta. Il multithread
consente all'utente che lavora
con un documento a più pagi¬
ne di scansire, riconoscere e
modificare le pagine contem¬
poraneamente.
Questo migliora notevolmente
le prestazioni generali e per¬
mette all'utente di lavorare in
modo più efficace, eliminando
la necessità di attendere il
completamento di ogni pro¬
cesso prima di poter passare al
successivo. In precedenza gli
utenti con documenti a più
pagine da elaborare dovevano
attendere il caricamento e il
riconoscimento di tutte le pagi¬
ne prima di apportare modifi¬
che al documento
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caratteristiche. Ai possessori di Pilot 5000, 3COM assicura un facile aggiorna¬
mento verso le nuove funzionalità offerte dai nuovi modelli.
Il modello PalmPilot Profes¬
sional, con 1 MB di memoria
è dotato della capacità di
connessione e-mail e dell'op¬
zione di sincronizzazione
delle informazioni del palma¬
re con il computer desktop
dell'utente. Entrambi i
modelli dispongono di uno
schermo retroilluminato e
vengono forniti con evoluti
applicativi di gestione delle
spese, di Personal Informa¬
tion Management (PIM) e
con nuovi giochi.
Il PalmPilotTm Personal
dispone degli stessi applicati¬
vi di gestione spese e PIM
evoluto, di schermo retroillu-
mìnato e di 512 KB di
memoria.
Il nuovo schermo retroillumì-
nato di PalmPilot consente
agli utenti di operare in
ambienti a bassa illuminazio¬
ne, assicurando un impatto
limitato sulla durata delle bat¬
terie.
Un uso frequente di tale fun¬
zione garantisce comunque
che le due batterie di tipo
AM forniscano energia per
circa due mesi.
Gli utenti di Pilot 5000
potranno usufruire di tutte le
nuove caratteristiche di
PalmPilot Professional, con
la semplice aggiunta di una
scheda di aggiornamento,
installabile dall'utente, e del
software desktop.
Grazie al software per la
gestione remota dell'e-mail,
PalmPilot Professional con¬
sente agli utenti di Microsoft
Mail, Microsoft Exchange,
Microsoft Outlook e Lotus
cc:mail di creare nuovi mes¬
saggi, rispondere o inviarne
altri e gestire a distanza il
contenuto della propria
casella di posta elettronica
nel desktop. Per inviare o
ricevere nuovi messaggi, gli
utenti dovranno semplice-
mente attivare HotSync,
affinché la casella postale di
PalmPilot venga sincronizza¬
ta in modo "intelligente" con
quella del proprio desktop
Tutti gli applicativi PIM di
PalmPilot - agenda, rubrica,
elenco appuntamenti e block
notes - sono stati potenziati
per offrire una maggiore faci¬
lità d'uso, un collegamento
migliore tra dati inseriti ed
applicativi, una maggiore
flessibilità nella gestione
delle videate. Tramite la
nuova funzione di ricerca
"Look up" è possibile, anzi¬
ché immettere ripetutamen¬
te i dati relativi ad una singo¬
la persona nei diversi appli¬
cativi, trasferire automatica-
mente i dati contenuti nella
rubrica, in una voce dell'a¬
genda o dell'elenco appunta¬
menti. Gli applicativi PIM di
PalmPilot consentono inoltre
di visualizzare videate setti¬
manali e mensili aH'interno
dell'agenda, e offrono nuove
funzioni di ordinamento e
organizzazione per l'applica¬
zione block notes.
Il nuovo ap¬
plicativo di
gestione spe¬
se fornito assie¬
me a PalmPilot
consente agli utenti
di registrare elettronicamen¬
te spese, date e informazio¬
ni, che potranno anche esse¬
re esportate, con una sem¬
plice pressione del pulsante
HotSync, nei modelli stan¬
dard di Microsoft Excel inclu¬
si nei PalmPilot.
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Task! presenta due innovative schede grafiche e video pro¬
dotte da ATI: si tratta delle nuove schede XPERT@Play e
XPERT@Work che sono entrambe basate sul nuovo chipset
ATI 3D RAGE PRO con funzioni DVD ed utilizzano un DAC da
230 MHz, che permette altissime frequenze di refresh video.
ATI XPERTOPlay è un acceleratore grafico che offre le più elevate
prestazioni anche con la grafica tridimensionale. E' dotata di un'u¬
scita TV S-VLDEO. che permette di collegare il personal computer
a qualsiasi schermo televisivo di grandi dimensioni e al videoregi¬
stratore, ed è quindi particolarmente indicato anche per il mondo
dei giochi e della navigazione su Internet. Nella versione dotata di 8
MB di memoria video è possibile raggiungere, in modalità true
color, una risoluzione di 1600x1200 dpi in 2D e di 1280x1024 in
3D. La scheda supporta gli standard Direct 3D e OpenGL, oltre alla
modalità full-motion MPEG e al nuovo sistema DVD. Insieme alla
scheda viene fornito il software necessario per la gestione di tutte
le funzionalità.
ATI XPERTOWork è la versione del modello XPERT@Play per il
mondo business, questa scheda, infatti, è stata progettata per
essere impiegata in ambienti dove si rende necessario disporre di
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Xt, 3D XPOSSSION +
P 5 * tb
una qua¬
lità grafi¬
ca elevata per ogni tipo di applicazione professionale, con un con¬
seguente aumento della produttività e delle prestazioni dei perso¬
nal computer,
ATI XPERT@Work è dotata della tecnologia RAGE PRO che, oltre a
garantire le più elevate prestazioni e la migliore qualità nella grafica
bidimensionale, consente di operare con applicazioni 3D
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ospiterà VoiceCom '98, la
terza edizione della manife¬
stazione dedicata alla telefo¬
nia su computer e sponsoriz¬
zata da Telecom Italia.
Si tratta dell'appuntamento nel
quale consulenti, tornitori e gestori
possono approfondire le opportu¬
nità offerte dalla nuova frontiera
generata dalla convergenza tra
voce e dati. Un importante appun¬
tamento per le aziende che consi¬
derano le soluzioni di integrazione
tra voce e computer.
La manifestazione, organizzata da
ITER e SOIEL International, è arti¬
colata in tre momenti: conferenza,
meeting ed esposizione.
La manifestazione è rivolta ad uten¬
ti di medie e grandi aziende che
desiderano offrire migliori servizi
ottimizzando le risorse, In partico¬
lare il target di VoiceCom è compo¬
sto da direttori di cali center, diret¬
tori marketing, direttori dei sistemi
informativi, telecom manager.
L'occasione è ghiotta per consulen¬
ti, System integrator, developer,
VAR, installatori e rivenditori, che
possono al contempo aggiornarsi e
farsi conoscere.
Le tre giornate di conferenze preve¬
dono contributi internazionali e
numerose testimonianze dell'uten¬
za Questi i temi più importanti che
verranno trattati durante la manife¬
stazione: Computer Telephony
Integration, l'evoluzione del Cali
Center, Marketing Database &
Computer Telephony, Voice Reco-
gnition, Internet e Intranet Tele¬
phony, la liberalizzazione nelle tele¬
comunicazioni.
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Da FTP Software OnWeb Host per accessi a Dati Mission Criticai
Accesso aperto, sicuro, gestito e scalabile alle informazioni su host
da qualsiasi browser del web abilitato Java.
Fornita l'autenticazione per soddisfare le necessità di un mondo browser-
centrico. Applicazioni ai servizi necessari per creare VIP (Virtual IP)
Network, reti IP virtuali.
di Francesco Fulvio Castellano
Il problema di rispondere alla necessità di
accedere via Web ai sistemi host è stato
risolto dalla statunitense FTP Software, che
annuncia la disponibilità dell' OnWeb Host.
un'architettura basata su Java che offre
accesso Web-to-Host indipendente dalla
piattaforma, gestito, scalabile e sicuro alle
applicazioni mission criticai. OnWeb Host
consente, in altre parole, di accedere alle
informazioni da qualsiasi piattaforma Client
che disponga di un browser Java e, essen¬
do installato solo sul server, permette di
gestire a livello centrale tutte le operazioni
di implementazione, configurazione, aggior¬
namento delle versioni. Con OnWeb Host,
FTP Software offre una soluzione di acces¬
so standardizzato alfhost per le organizza¬
zioni che dispongono di client desktop
diversi.
OnWeb Application Server incorporato
aiuta, in più, nella verifica e nel controllo
dell'accesso all'host da parte degli utenti, a
prescindere dall'origine dell'utente stesso e
dalla destinazione host. Le soluzioni
OnWeb Host sono state ideate specifica¬
mente per consentire ai clienti FTP di capi¬
talizzare ed estendere gli investimenti in
dati aziendali mission criticai. Con l'introdu¬
zione di OnWeb Host, FTP Software si
impone ora come fornitore al top di tecnolo¬
gia per l'accesso alle informazioni, ottimiz¬
zando la potenza delle architetture basate
su web. Per il suo design scalabile basato
sul server e alla vasta gamma di configura¬
zioni clienti disponibili, OnWeb Host offre
una soluzione per l'accesso all’host efficace
e conveniente, particolarmente adatta alle
organizzazioni di grandi dimensioni che
devono consentire a partner, dipendenti e
produttori un accesso ai dati omogeneo e
sicuro.
OnWeb Host presenta quattro vantaggi
principali: la gestione centralizzata, apertura,
sicurezza e scalabilità. Vediamoli in sintesi.
La gestione centralizzata di OnWeb Host
consente il controllo completo dell’accesso
all'host ed elimina la necessità di gestire i
Client singolarmente. Nucleo centrale di
OnWeb Host è OnWeb Application Server,
un servlet Java che fornisce applet conte¬
nenti il motore di emulazione di terminale.
Mettendo OnWeb Host a disposizione dei
desktop degli utenti tramite un browser
Java, l'accesso alle risorse dell'host viene
standardizzato tramite un'unica operazione.
A tutte le piattaforme desktop (Windows,
Macintosh, UNIX, ecc.) viene cosi fornita la
stessa modalità di interazione per l'accesso
all'host. E 1 ''open" perché supporta le più
recenti tecnologie Internet e Intranet nelle
quali i web server funzionano da server
applicativi e i web browser da configurazio¬
ne Client standard OnWeb Host gira su
qualsiasi client dotato di browser Java,
compresi Windows 95, Windows NT,
MacOS, UNIX, workstation, PC desktop e
client leggeri.
Per quanto riguarda la sicurezza, OnWeb
Host consente di estendere l'accesso a
partner, produttori e clienti oltre il firewall,
tramite le tecnologie di autenticazione e
crittografia basate sul protocollo Secure
Sockets Layer (SSL). Un link privato garanti¬
sce la sicurezza tra client e server a prescin¬
dere dal fatto che l'utente sia localizzato su
una Intranet aziendale, su Extranet o su
Internet. Infine, la scalabilità. Gli emulatori
di OnWeb Host girano a livello locale utiliz¬
zando la potenza di elaborazione del client o
dei nertwork computer, alleggerendo cosi il
server dalla gestione di molteplici connes¬
sioni. Dato il limitato carico sul server, le
prestazioni possono essere fatte scalare nel
momento in cui un numero maggiore di
utenti deve accedere alle risorse dell'host
Il prodotto, attualmente in beta test in Italia,
sarà disponibile dal prossimo dicembre '97
(nota: per i prezzi vedere l'elenco in cartella
stampa), FTP Software Ine., con sede a
New York e detentrice del 32% del merca¬
to per soluzioni web per Intranet, Internet
ed Extranet, fornisce prodotti software di
infrastruttura facilmente gestibili e sicuri,
unitamente alle applicazioni e ai servizi
necessari per creare Virtual IP Network (reti
IP virtuali): basandosi sul principio che le
organizzazioni gestiscono le persone e i loro
"privilegi" di accesso, le reti IP virtuali con¬
sentono agli utenti di estendere le proprie
reti oltre i limiti tradizionali, in modo sicuro e
facilmente gestibile, raggiungendo il perso¬
nale e le società in ogni parte del mondo e
permettendo lo sviluppo del commercio
elettronico e di workgroup virtuali II target
italiano? Fiat, Enel, Finmvest e altri di quella
grandezza.
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programmabili, possibilità illimitata di creazione di profili di gioco, 8 pulsanti con doppia
funzione, hat swltch a 8 direzioni, acceleratore digitale Incrementale, rotazione 3D e tutta
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SldeWinder, ‘Dove vuol andare oggi?’e Microsoft sono marchi registrati di Mi
Presentati anche First Aid 98 per la diagnostica del sistema e la nuova versione
di Uninstaller per la rimozione dei file non in uso
Oil Change per l’aggiornamento automatico dei driver e delle patch via Internet
CyberMedia distribuisce adesso anche in Italia Oil Change. una comoda utility che aggiorna automaticamente
il sistema trovando su Internet le relative patch e update. Il cambio d'olio digitale via Internet permette
di aggiornare automaticamente le applicazioni, ponendo fine al problema del software superato o difettoso.
di Enrico Ferrari
La versione per gli Stati Uniti
del programma era in grado di
riconoscere solamente le ver¬
sioni americane delle applica¬
zioni per Windows. Quella
distribuita attualmente in Italia,
invece, è stata riveduta per
supportare le versioni in inglese
e in italiano, monitorando un
database globale degli aggior¬
namenti che viene sottoposto a
costante espansione.
Oil Change è in grado di sosti¬
tuire automaticamente i pro¬
grammi e i driver hardware sor¬
passati o difettosi con nuovi
aggiornamenti, un processo
che normalmente viene fatto a
mano eseguendo lunghe ricer¬
che sui BBS o nei siti Web
Internet, nella speranza di riu¬
scire a trovare gli aggiornamen¬
ti o i patch desiderati. Oil Chan¬
ge invece utilizza le potenti fun¬
zionalità di Internet per reperire,
scaricare e installare gli aggior¬
namenti per i driver e le applica¬
zioni per Windows 95, il tutto in
modo automatico.
Oil Change esegue un controllo
completo dei PC dell'utente,
determinando quali applicazioni
e quali driver sono installati
Confrontando questi dati con
uelli disponibili sul server Oil
hange, il programma rileva gli
aggiornamenti disponibili per il
software posseduto dall'uten¬
te, presentandogli quindi una
lista di possibilità Tale lista rap¬
presenta un estratto da quella
lobale presente sul server Oil
hange, nella quale sono con¬
tenuti tutti i dati riguardanti i
prodotti sia del mercato italiano
che di quello statunitense. Se
l'utente dispone di programmi
o driver realizzati per l'Italia o
per gli Stati Uniti, gli verrà pre¬
sentato un elenco degli aggior¬
namenti esistenti relativi alla lin¬
gua corretta. Oil Change, infatti,
rileva la versione dell'applicazio¬
ne e presenta automaticamen¬
te l'aggiornamento che la
riguarda.
Tutte le volte che l'utente si
collega al servizio Oil Change, il
programma esegue il controllo
dei PC per determinare i pro¬
grammi e i driver installati. Dato
che il controllo sul PC viene
eseguito ogni volta che l'utente
si collega al servizio Oil
Change, le informazioni relative
al software installato sul com¬
puter sono sempre le più
aggiornate disponibili, permet¬
tendo a Oil Change di fornire
all’utente la lista dei driver e dei
patch più recenti.
Se è disponibile un aggiorna¬
mento per il software presente
sul PC, Oil Change ne dà comu¬
nicazione all’utente, fornendo
anche una breve descrizione
dell'aggiornamento stesso. Se
l'utente lo desidera, Oil Change
provvede automaticamente al
collegamento con il sito Web
del produttore dei software, al
download dell’aggiornamento e
alla sua installazione sul PC Oil
Change è disponibile dal mese
di ottobre presso i rivenditori
italiani al prezzo consigliato di L.
99.000 (IVA inclusa). Il prezzo
comprende l'utilizzo del servizio
Oil Change per la durata di un
anno.
First Aid è un altro prodotto
CyberMedia nato per fornire
un antidoto contro i problemi
dei PC.
First Aid è stato progettato per
girare sui PC degli
utenti in modo conti¬
nuativo e senza inter¬
ferire in alcun modo
con il normale svolgi¬
mento delle operazio¬
ni. Qualora si verifichi
un problema impor¬
tante, come un crash
di sistema oppure un
General Protection
Fault, il programma
interviene con un'o¬
perazione di salvatag¬
gio, intercettando il
crash in modo tale da
permettere agli utenti
di salvare il lavoro in
corso e di continuare
a lavorare.
Dopo che First Aid ha
comunicato all'utente
il tipo di problema
verificatosi, questi ha
la possibilità di consultare
le informazioni riguardanti il pro¬
blema stesso, oppure di proce¬
dere direttamente alla sua solu¬
zione selezionando semplice-
mente il pulsante AutoFix.
L’ultimo annuncio della Cyber¬
Media riguarda l'uscita della
nuova versione di Uninstaller, la
nota applicazione per l'elimina¬
zione di programmi per Win¬
dows, che si contraddistingue
per una velocità di ricerca supe¬
riore e per il supporto all’aggior-
Aggiorna
vostro
software
□utomoticomente!
Risolve
i problemi
in Windows...
Automaticamente!
namento via Internet.
Uninstaller è un prodotto in
grado di rimuovere compieta-
mente programmi e file da PC
dotati di Windows 95 o Win¬
dows NT 4.0.
Nei confronti della precedente
versione 4.0, CyberMedia Unm-
staller 4.5 esegue la scansione
dei file con una velocità supe¬
riore del 50%, incorpora la tec¬
nologia CyberMedia Oil Change
che permette di ricevere gli
aggiornamenti via Internet pre¬
mendo un solo pulsante, rimuo¬
ve i file di collegamento relativi
alle connessioni Internet e sup¬
porta un numero di applicazioni
ancora maggiore. Agli utenti
registrati di Uninstaller 4.5
viene anche assicurata l'assi¬
stenza gratuita e illimitata da
parte di CyberMedia
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Sentirsi liberi, vivere meglio, questo è
il vero ruolo della tecnologia e solo Jeps-
sen si è fatta carico di tradurre questa
aspirazione in una stupenda realtà: con
Total Automatinn potrai avere infatti
un unico sistema di controllo a cui im¬
partire i comandi da eseguire o i controlli
da effettuare, senza nessun limite. A
casa, in ufficio o in azienda. Total Auto-
mutimi permette infatti il controllo via
etere di un'infinità di dispositivi elettro¬
nici o elettrici, sensori e
quant'altro ci sia alimentato
elettricamente. senr.a ri-
chiedere collegamenti
tramite cavi, anche per
apparecchiature non di¬
rettamente collegate ad
un impianto elettrico, in
un raggio d'azione fino
a I Km. Il software in
dotazione per Win¬
dows 95 e NT. è un ve¬
ro gioiello di ingegne¬
ria informatica: rico¬
nosce i comandi non
solo tramite tastiera,
mouse, modem od altri
dispositivi di imput, ma
anche direttamente con
la voce, con un'estrema
semplicità d'impiego.
Grazie alla sua
intelligenza
artificiale.
Total Auto-
mation si pre¬
occupa inoltre di
eseguire gli ordini impartiti con assoluta
autonomia e precisione, evitando invo¬
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s
Primo e unico servizio del genere attivato in Italia, va a colmare un vuoto nell'ambito
delle rilevazioni sui media nel nostro Paese.
Nasa Web Sites e Web Audit: il primo osservatorio italiano su Internet
Con questo servizio di monitorizzazione, ACNielsen tiene costantemente sotto controllo la presenza
delle aziende italiane su Internet e fornisce una classificazione completa e aggiornata dei vari siti per tipologia
funzionale e per settore merceologico
Il commercio via Internet, e la
presentazione di prodotti sulla
Rete, necessita di un organi¬
smo qualificato in grado di
tenere sotto osservazione la
Rete Con questo proposito è
nato ed è oramai pienamente
funzionante Nasa Web Sites, Il
nuovo servizio di rilevazione dei
siti Web delle aziende italiane
attivato da ACNielsen, nasce
per fornire alla comunità
imprenditoriale e agli operatori
del settore un punto di osserva¬
zione attendibile e aggiornato
sull'affermazione del World
Wide Web quale nuovo canale
di informazione a disposizione
delle aziende. Il servizio Nasa
Web Sites è diventato operati¬
vo con la prima rilevazione
effettuata alla metà del giugno
1996. A partire da questa data, i
dati raccolti vengono rivisti e
aggiornati quattro volte all'anno
e i risultati sono riassunti in un
rapporto trimestrale. Le presen¬
ze delle aziende sulla rete ven¬
gono censite, monitorate e
classificate secondo tipologia
funzionale e settore merceolo¬
gico."In Italia la mancanza di
informazioni attendibili su
Internet ha finora limitato lo
sfruttamento commerciale di
questo medium e gli investi¬
menti, in qualche caso anche
importanti, che le aziende
hanno effettuato relativamente
al nuovo canale sono stati gui¬
di Enrico Ferrari
• l» *» ► C—
J «
M V*»™
9
NASA WebAudit
Internet Audi! Standard* (Ver* 1.0): Contenuti
P a> — t* ~ - — - • f
dati più che altro dalla risonanza
dei media" dichiara Domenico
loppolo, Direttore della Divi¬
sione Media e responsabile del
progetto Nasa Web Sites.
"Ora però, grazie a questo
nuovo servizio, anche le azien¬
de italiane possono disporre di
una ricerca oggettiva e di tutte
le informazioni essenziali per
sapere come i concorrenti e i
propri partner utilizzano le pos¬
sibilità offerte dal Web".
Gli scopi dell'Iniziativa sono tre:
- documentare la presenza in
rete delle aziende italiane:
- valutare in che modo le azien¬
de presenti in rete sfruttano le
caratteristiche peculiari del
World Wide Web;
- consentire alle aziende inte¬
ressate di mettere meglio a
fuoco la propria strategia con
riferimento al nuovo mezzo.
Le caratteristiche riportate sono
l'URL (Uniform Resource
Locator. per esempio:
http://www.melsen.ini l'indiriz¬
zo di posta elettronica cui fare
riferimento, il referrai index
(ovvero il numero dei link -
rimandi ipertestuali - puntati in
direzione del sito preso in con¬
siderazione), il numero di ac¬
cessi giornalieri (ovvero il
numero medio dei frequentato-
ri di un sito per giorno), la data
dell'ultimo aggiornamento del
sito Accanto a questo nuovo
servizio è naio anche Nasa
Web Audit, il ser¬
vizio di misurazio¬
ne e certificazio¬
ne del traffico sui
siti Web.
Con questo servi¬
zio di certificazio¬
ne dell'audience
dei siti Web ven¬
gono offerte alle
aziende che inve¬
stono nello svi¬
luppo commer¬
ciale di Internet
informazioni pre¬
cise rilevate in
base a standard condivisi.
Nasa Web Audit, ideato da
ACNielsen e messo a punto
con la collaborazione tecnologi¬
ca di Inferentia, uno dei princi¬
pali Web Project Designer in
Italia, mette a disposizione
delle imprese interessate allo
sviluppo commerciale di Inter¬
net, tra le quali i Service
Provider, i "nuovi" editori, le
concessionarie e le agenzie di
pubblicità, i pianificatori delle
campagne e gli investitori,
informazioni reali, raccolte in
base a standard riconosciuti e
certificati, che permettono di
misurare gli accessi a ciascun
sito Web e di misurare la capa¬
cità di ciascun sito Web di met¬
tere in contatto le imprese con i
consumatori e di rappresentare
pertanto un efficace canale di
comunicazione
Dal punto di vista della metodo¬
logia, sono stati definiti degli
standard di partenza (relativi alle
definizioni, ai termini implicati e
agli elementi della misurazione)
che orientano le attività del ser¬
vizio ma che saranno costante-
mente aggiornati tenendo
conto dei nuovi sviluppi tecno¬
logici.
Gli standard sono pubblicati sui
siti Web di ACNielsen
thtto://www. acnielsen.it/Web4
udit/l e di Inferentia (http
l//www inlerenna.il/WebAuclit/
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Internet Expo: successo per la prima edizione
1112 dicembre si è tenuta a Vigevano la nuova kermesse dedicata al cyber¬
spazio ed ai suoi protagonisti.
Con oltre sessanta aziende partecipanti, Internet Expo è stato, e
sarò anche in futuro, un nuovo ed importante momento di riflessio¬
ne sia per gli operatori del settore che per tutti coloro che studiano
Internet come un nuovo media sul quale ragionare e discutere. In
pratica Internet Expo vuole rappresentare un punto di riferimento
dove incontrarsi e confrontarsi per tre giorni per analizzare tutte le
opportunità che Internet può riservare ai nascenti business in Rete
in Italia. Durante la manifestazione sono stati anche premiati i vinci¬
tori del concorso Internet Expo Award realizzato in collaborazione
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con II Corriere della
Sera - Corriere Lavoro
per lo sviluppo di
nuovi modelli di busi¬
ness in Rete.
Grazie anche ai nume¬
rosi seminari organiz¬
zati dalle società espositrici, i visitatori hanno potuto realmente toc¬
care con mano le molteplici soluzioni proposte.
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nulla definitivamente i confini ira la fantascienza
c la realtà. Finalmente puoi disporre di un com¬
puter per il controllo totale di tutte le tue attività
c affidargli il compito di eseguire tutto ciò che ti
c necessario fare nel modo più logico, preciso e
rapido possibile.
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esclusivo ogni computer
Jepssen:
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ria Super Fast PCI che
a. evolve lo standard tradizio¬
nale aggiungendo ai pro-
t 1 grammi una velocità di ela-
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I? prima;
, - w| | 1 - Il Total Upgradc che
/ consente di aggiornare o
jjj potenziate in qualsiasi mo¬
mento la configurazione
m.m
Il Total Automation, con
l'ajjozione di un sistema di
automazione modulare con¬
figurabile per un impiego
"personalizzato", che ti per¬
mette di creare il tuo sistema di
controllo ideale;
- Il Vocal Auto-
mation che evolve
il concetto di con¬
trollo totale non
solo tramile co¬
mandi impartiti con la
tastiera o il mouse, ma diretta-
mente con la tua voce, proprio co¬
me nei filtro di fantascienza: puoi scri¬
vere una lettera, inviare un fax. fare una
telefonata oppure accendere una lampada, la
macchina del caffè o il climatizzatore: tutto
naturalmente solo con la tua voce!
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dalla configurazione 166 MMX, completa di
software Vocal Automation c microfono a cuffia,
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Presentata la nuova edizione completamente in italiano di Flight Simulator 98
Da Microsoft le novità dell’edutainment
Il "fiore all'occhiello" della famiglia dei Game di Microsoft compie, con questa edizione, ben 15 anni, dopo aver
raggiunto oltre due milioni di copie vendute, confermandosi così uno dei titoli multimediali di maggior successo.
L'importante compleanno porta per tutti i giocatori tante altre piacevoli sorprese.
di Enrico Ferrari
Il simulatore di volo civile di
Microsoft si rivela, intani, l'unico
ad aver mai ottenuto l'approva¬
zione ufficiale da parte di
Cessna, Learjet e FightSafety,
case produttrici degli aerei pre¬
senti nella simulazione
Il maggior realismo della nuova
edizione è dato da una grafica
rinnovata che sfrutta al meglio le
nuove potenzialità fornite dalle
schede acceleratrici 3D. A crea¬
re un'atmosfera da vera cabina
di pilotaggio contribuiscono, poi,
sia l'accuratissima ricostruzione
dei pannelli degli strumenti di
bordo, basata sulle fotografie e
sui piani costruttivi originali di
ogni velivolo, sia i sorprendenti
effetti audio, che rendono possi¬
bile sentire il differente fruscio
dell'aria contro l'aereo, a secon¬
da della velocità e dell'altitudine.
Per gli amanti dei giochi d'azione
invece, Microsoft propone il
secondo episodio di Close
Combat, la fortunata serie di
wargame Ambientato sulle
sponde del Reno durante il
1944, questo gioco per¬
mette di rivivere, ed anche
di modificare, gli avveni¬
menti storici accaduti
durante l'operazione Mar¬
ket Garden.
Anche questa volta i gioca¬
tori potranno scegliere se
prendere il comando delle
Forze dell'Asse o di quelle
Alleate durante la Seconda
Guerra Mondiale, per poi
combattere e disputarsi i
cinque ponti sul Reno, indi¬
spensabili ad Americani e Inglesi
per poter sperare di mettere
fine alla guerra. L'azione si svol¬
ge nel 1944, quando le forze
Alleate si trovarono a dover
superare le sponde del Reno,
durante l'Operazione Market
Garden ideata dal generale
Montgomery, passato alla storia
per aver sconfitto Rommel in
Africa. Gli scenari di gioco copro¬
no una vasta gamma d'operazio¬
ni. dal guado di un fiume fino
agli eroici lanci dei paracadutisti.
Ancora una volta con la serie
Close Combat il giocatore potrà
misurare le proprie doti di abilità
tattica e di intuito militare, dal
momento che verrà investito del
comando di uno o più plotoni,
agendo e combattendo secondo
le logiche proprie della guerra.
Per gli appassionati di storia anti¬
ca Microsoft propone Age of
Empires, un avvincente gioco di
strategia per vivere sul PC l'evo¬
luzione dell'umanità, guidare
l'uomo attraverso i suoi primi 10
mila anni ed immergersi
completamente nella
storia.
Stimolante lo scenario e
le condizioni che si pon¬
gono fin dalla prima
schermata al giocatore:
una piccola tribù com¬
posta da una manciata
di uomini dell'età della
pietra. Quanto mai
arduo il compito: guida¬
re questa stessa piccola
tribù, attraverso mille
peripezie, e condurla
fino ai primi secoli dopo
Cristo trasformandola in
una fiorente e prospera
civiltà. La scelta delle
popolazioni, proposta da
Age of Empires, è am¬
pia: Egizi, Greci, Babi¬
lonesi ma anche Corea¬
ni e Giapponesi! Il gio¬
catore può decidere di
guidare la propria tribù
fino a diventare uno tra i
12 grandi popoli che hanno
segnato la storia dell'u¬
manità. Arrivano infine da
Dreamworks Interactive
tre nuovi giochi: Attack of
thè Mutant, seconda
puntata della serie Goo-
sebumps, Chaos Island,
ispirato alla saga Jurassic
Park e Dilbert, trasposi¬
zione su CD-ROM del
famoso fumetto america¬
no. Dreamworks Interac¬
tive è la società nata dalla
toint-venture tra Micro¬
soft e SKG di Steven
La simulazione di volo non è mai stata cosi realistica!
Spielberg con l'ambizione di
creare una nuova forma di diver¬
timento in cui si fondono avan¬
zata ricerca tecnologica, sofisti¬
cati effetti speciali e contenuti
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MAINBOARD TYAN
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5.12 Coche Sin. TX430. ItDA
MAINBOARD SHUTTLE
MB P233. 569 TX .512 Kb
MBP266.571 TX 512 Kb AT
MB P266.567 TX 512 KhATX
MB P266.603 TX 1Mb AMD
MAINBOARD ASUS
MB P23.3.5Z.1 TX 512 Kb 97AT
MB P233. S 71 TX 512 Kb 97ATX
HARD DISK
1.7 Gb fotitsu.UA.TA _
2.6 Gb Fuutsu UA1A_
3.5 Gb Fuiitsu UÀ»_
4.3 GbPutilsu UATA
5.0 Gb Futilsu UATA
_292
.292
_243
299
_312
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.524
_523
1.6 Gb Quonlum STRATUS U.ATA 338
3.2 Gb.Quonlum STRATUS U ATA 440
4.3 Gb Quantum STRATUS UATA_605
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Sound Blostet 16 Volito IDE il. P&P 118
Sound Blostet AWE 64 IDE it. OEM_ISO
Sound BtasletAWE 64 GOLD IDE il. “ 406
CD-ROM
CD24X.Philips.inlemo.EIDl _184
CD.24X Piooeerjnterno_EIDE _ 207
CD 24X Pioneer intorno EIDE slotin
CD 24X Pioneer interno SCSI_
CD 32X Ploxlor interno SCSI
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36100, CONTRA PORTON DEL LUZ70
TEL 0444/540499 FAX 0444/540559
ORARI 9.00- 13.00/ 15.30-19 30
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La ricetta Lindy per espandere il PC
La numerosa famiglia di schede Lindy si amplia
con numerose novità per espandere in maniera
semplice il PC
La famiglia comprende sche¬
de di input/output, una serie
di soluzioni combinate che
adottano le più recenti tecno¬
logie in fatto di collegamenti
seriali e paralleli; schede per
la gestione dei lettori floppy
disk e per il controllo degli
hard disk, disponibili in varie
configurazioni con interfaccia
SCSI o EIDE; schede di rete e
schede per videogame,
- Schede di input/output
La scheda a 16 bit è dotata di
un'interfaccia da nove poli di
tipo seriale e di una da 25 poli
sempre seriale. Entrambe le
uscite sono configurabili per
potersi adattare ad ogni per¬
sonal computer di tipo XT, AT
e Pentium. La scheda 2S/1P a
8 bit è dotata di due porte
seriali da 9 e 25 poli e di una
parallela da 25 poli; anche in
questo caso sono disponibili
una serie di possibili configu¬
razioni che consentono di eli¬
minare gli eventuali problemi
di conflitti con le periferiche
già installate. La scheda
RS232 a 16 bit monta una
porta seriale da 25 poli ad alta
velocità, mentre la scheda
parallela 16 bit EPP/ECP è
dotata di una porta parallela di
tipo Enhanced Printerport
bidirezionale, che assicura un
trasferimento dati alla velocità
massima di 2 MB al secondo.
Un’altra scheda parallela ma
di tipo SPP, Standard Printer-
Port bidirezionale, è il modello
a 16 bit dotato di un buffer di
83 byte.
Tutte le schede hanno monta¬
to il chip 16C550.
- Schede controller
La scheda controller 7HDD
offre un'interfaccia di tipo
Da Microlink Football on thè Web
Non si tratta di un gioco ma bensì di un programma di curiosità e
statistiche sul mondo del calcio, che ogni lunedi è possibile aggior¬
nare direttamente da Internet. Il prodotto in versione lite può esse¬
re scaricato dal sito |http://www.tootOàinf
Microlink - Via Sestese 61, 50141 Firenze, Tel. (055) 42.74.300
La Lego lancia i mattoncini intelligenti programmabili
Mitchell Resnick, informatico di "Lego Futura" al Media
Lab del mitico MIT di Boston, ha ideato il nuovo sistema
di apprendimento definito "manipolativo digitale".
L'annuncio dato a Milano in anteprima mondiale.
di Francesco Fulvio Castellano
Gioco e computer, vale
a dire l'esercizio della
manualità e l'uso dei
mezzi digitali; i cardini
della formazione delle
nuove generazioni
Nuove tecnologie nelle
mani dei bambini.
L interattività è il futuro
dei giochi dei bambini
e, dunque, interattività
significa che bisogna
evitare loro la TV e la
violenza dei videogiochi
perche "impongono"
staticità e non li fanno
partecipare.
In parole semplici: cosa
è il giocattolo? E‘ un oggetto con cui i bambini giocano e si divertono.
Semplice? Forse, ma non cosi scontato.
Si chiama Mattoncino Programmabile o, più brevemente. MP. Si,
stiamo proprio parlando dei mattoncini Lego. Grande come un pac¬
chetto di sigarette, contiene un microcomputer che controlla sino a
quattro motori, riceve input da sei sensori e, tramite infrarossi, comu¬
nica con altri dispositivi e apparecchi elettronici, inclusi quelli più
comuni, quali videoregistratore e videocamera. Uno dei primi risulta¬
ti del nuovo corso è l'MP, presentato a Milano in anteprima mondiale
al Museo della Scienza e della Tecnica da Mitchell Resnick, ricercato¬
re informatico e docente al Media Laboratory del MIT Resnick è par¬
tito dal presupposto di dare ai bambini la possibilità di costruire dei
"manipolativi digitali" che II stimolino a pensare, ad essere attori,
superando il modo con cui si guarda la realtà, da sempre influenzato
dagli strumenti che si hanno a disposizione. L'MP, infatti, mette i
bambini in condizione di percepire in modo nuovo il mondo circo¬
stante e di conoscerlo in maniera più approfondita
In breve, l'MP è un prodotto informatico di nuova generazione pro¬
gettato dalla Lego, capace di interagire con il mondo esterno, in parti¬
colare con soggetti, oggetti e situazioni del quotidiano. Può essere
usato a scuola come in casa per svolgere attività didattiche tra le più
svariate o per il gioco. Il nuovo sistema permette ai bambini in età
scolare di costruire e programmare, ad esempio, animali robotici per
simulare il comportamento di quelli veri, costruire una piccola stazio¬
ne meteo da tenere sul balcone o realizzare ricerche personalizzate,
fissando un sensore sul proprio petto per monitorare il proprio battito
cardiaco e la respirazione da fermo o in corsa, c'è solo l'imbarazzo
della scelta Da oltre dieci anni il Gruppo Lego collabora strettamente
con il Massachusetts Institute of Technology di Boston per adattare
il gioco dei mattoncini alle tecnologie informatiche per i più avanzati
impieghi nel campo della didattica. Tra i programmi sinora realizzati, il
più noto è Lego/Logo, un sistema di microrobotica abbinato al PC,
usato in 15.000 scuole negli USA. Il tempo per il lancio dei nuovi pro¬
dotti, frutto di queste esperienze, è sempre più vicino, come è stato
ora annunciato a Milano e che ha richiesto un investimento del
Gruppo Lego di 3.000 miliardi per il decennio 1996-2005
Oltre all'MP. Mitchell Resnick ha presentato altri manipolativi digitali,
quali il "Cricket" e le "Perline Programmabili", che grande impres¬
sione favorevole hanno suscitato tra il vasto pubblico di docenti, psi¬
cologi, educatori e assistenti presenti alla conferenza stampa
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tutti i personal computer equi¬
paggiati con slot PCI. Questo
modello è compatibile con lo
standard Plug and Play, è
dotato di bios di tipo flash e
offre prestazioni di trasferi¬
mento dei dati che arrivano
fino a 10 MB al secondo.
Sono tre, invece, le schede
controller di tipo IDE. La sche¬
da IDE ISA 2FDD/2HDD è in
grado di pilotare due lettori
per floppy disk, tipicamente
uno da 5,15 pollici e uno da
3,5 pollici, e due dischi fissi.
La IDE ISA 2FDD 2,8
MB/2HDD/2S FIF012P è
decisamente una delle più
complete in quanto integra
due controller per i floppy
drive, compresi quelli per i
dischetti da 2,8 MB, un con¬
troller capace di pilotare due
hard disk di tipo IDE, due
porte seriali a 9 poli e due
porte parallele da 25 poli.
La scheda Ethernet PCI 10
Mbps è un adattatore di rete
ad alte prestazioni, compatibi¬
le con lo standard Plug and
Play. La scheda è dotata del
chip intelligente prodotto da
AMD, include un connettore
di tipo BINIC e uno di tipo RJ-
45, opera a 32 bit, offre una
velocità di trasferimento pari a
10 Mbps ed è utilizzabile con i
più diffusi sistemi operativi di
rete quali Novell, SCO UINIX,
Lan Manager e Windows NT.
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Si realizza la fusione National Semiconductor-Cyrix
Il 17 novembre National Semiconductor Corporation
ha annunciato all'assemblea degli azionisti di Cyrix
Corporation, tenutasi a Dallas, di aver definitivamente
approvato l'acquisizione dell'azienda produttrice
di microprocessori.
I termini di questa fusione
sono che: Cyrix diverrà una divi¬
sione di National, attraverso
uno scambio azionario i cui ter¬
mini saranno successivamente
comunicati, e che ogni azione
Cyrix sarà convertita in 0.825
azioni National.
"Questa acquisizione ci con¬
sentirà di disporre di tutti i bloc¬
chi funzionali per l'integrazione
di un PC in un unico chip" ha
affermato Bian Halla, CEO di
National "permettedoci di offri¬
re soluzioni per computer nella
fascia inferiore ai 1000$.
Insieme saremo in grado di
offrire processori integrati per
un’ampia gamma di PC ed
apparecchiature per le autostra¬
de informatiche".
Kevyn McDonough, senior
vice-presidente e co-general
manager di Cyrix, ha conferma¬
to che "il completamento di
questa transazione è determi¬
nante per un ulteriore sviluppo
dei prodotti Cyrix per il mercato
dei microprocessori. Cyrix ha
un ambizioso piano di sviluppo
per processori ad alte prestazio¬
ni MMX, 6x86MX ed il nuovo
processore integrato MediaGX
che detiene una posizione pre¬
dominante nel mercato dei
computer di fascia inferiore ai
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National Semiconductor
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Accordo tra Geotek e AOpen per la distribuzione dei prodotti Acer
Dopo Elsa, nuovo partner privilegiato per fa Geotek Italia
per la fornitura di componenti d'assemblaggio. Prevista
inoltre l'apertura di nuove filiali per la società di Padova.
L'intesa con la società del gruppo Acer è
volta ad assicurare la fornitura di tutti i prodot¬
ti della casa madre, e segue perfettamente la
filosofia di mercato dell'azienda italiana, basa¬
ta su una capillare diffusione su tutto il territo¬
rio di soli componenti di accertata qualità
AOpen Computer distribuisce con il proprio
marchio le schede madri, i driver per CD¬
ROM, gli alimentatori e le schede-adattatore
Acer, con un fatturato previsto per quest'an¬
no di circa 400 milioni di dollari, ottantotto dei
S jali prodotti dalla filiale europea, situata in
landa. Con un'ampia lista di distributori
nazionali e società collegate a livello OEM, ha
conquistato una robusta fetta di mercato, conseguendo anche sva¬
riati riconoscimenti per la qualità dei suoi prodotti, in modo particola¬
re per le sue motherboard, dai principali organi della stampa specia¬
lizzata Questo accordo conferma dunque la ferma volontà da parte
di Geotek di emergere nel panorama del mercato nazionale come
una delle aziende qualitativamente più affidabili, un’azienda allo stes¬
so tempo attiva neH’ampliamento della sua rete di distribuzione, È
infatti prevista a breve dalla società, l'apertura di due nuove filiali, una
a Firenze ed una Rimini, che andranno ad aggiungersi a quelle di
Bologna e Roma, e che insieme alla sede centrale di Padova costitui¬
ranno il fondamento di un sistema di servizio di vendita e distribuzio¬
ne veloce, con agenzie dislocate in tutte la principali città
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Aperta una filiale in Italia che dipenderà dalla sede di Seagate in Francia
Seagate Software annuncia Crystal Reports 6.0 per applicazioni Windows e Web
All'avanguardia nello sviluppo dei software di Business Intelligence per archiviare, gestire e analizzare i dati,
annuncia ora la disponibilità di Crystal Reports versione 6.0.
di Francesco Fulvio Castellano
Nel corso di una conferenza
stampa la statunitense Seagate
Software IMG ha annunciato l'a¬
pertura in Italia di una propria
filiale con sede a Milano La pre¬
senza diretta sul territorio italia¬
no consentirà a Seagate
Software IMG (Information
Management Group) di consoli¬
dare. anche sul nostro mercato,
la propria immagine di unico for¬
nitore al mondo di soluzioni
software complete ed integrate
per il Business Intelligence (B.l.)
del quale la filiale italiana intende
conquistare una considerevole
fetta del mercato II suo installa¬
to oggi è di circa 3000 licenze. I
prodotti e le soluzioni proposte
da Seagate Software IMG Italia
verranno commercializzati attra¬
verso un canale distributivo
strutturato su diversi livelli, che
prevede la partnership commer¬
ciale con distributon tradizionali.
OEM e VAR (10/12). Inoltre,
verrà introdotta la figuip del VAC
(Value Added Consultanti, che
avrà la funzione di proporre nel¬
l'ambito delle proprie consulen¬
ze le soluzioni Seagate
Software. A capo della nuova
struttura è stato nominato Paolo
Zini. Attualmente la società 'de
facto' che distribuisce in esclusi¬
va i prodotti Seagate Software è
la Questar di Bergamo ! prodotti
che propone Seagate Software
al mercato italiano sono:
Seagate Crystal Reports 6.0,
Seagate Crystal Info 6.0 e
Seagate Holos 6.0.
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Paolo Zini, Country Manager della
Seagate Software IMG Italia.
Seagate
Crystal
Reports
Si tratta di un'applicazione
desktop per query e repor-
ting dedicata agli utenti
business che devono
poter accedere ai databa¬
se in modo individuale.
Seagate Crystal Reports è
in grado di collegarsi a
praticamente qualsiasi
sorgente di informazioni e
produrre da questi dati
report in un formato ade¬
guato anche per presen¬
tazioni, E' lo strumento di
reporting più utilizzato a
livello mondiale; è dispo¬
nibile in cinque lingue e
milioni di copie sono uti¬
lizzate worldwide. Il for¬
mato di file di Seagate
Crystal Reports IVRPT) è diven¬
tato uno standard industriale
nell'ambito del reporting; molte
società Global 2000 hanno adot¬
tato il formato * RPT per i loro
report ed è un sistema partico¬
larmente potente di creazione di
report per progetti Web e
Windows.
L'edizione Professional di
Seagate Crystal Reports 6.0.
che può essere utilizzata per
collegamenti con sorgenti di
dati SQL e OBDC. è già disponi¬
bile al prezzo di lire 790.000
(IVA esclusa), mentre l'aggior¬
namento delle versioni prece¬
denti è disponibile al prezzo di
lire 560.000 (IVA esclusa) E'
disponibile anche l'edizione
standard, solo con funzioni di
accesso ai dati PC.
Seagate
Crystal Info
Realizzato in un'unica struttura
facilmente gestibile, Seagate
Crystal Info (conosciuto con il
nome in codice BlackWidow,
Seagate
Holos
si; \r;\ri: crystv.
REPORTS
PROFESSIONAL
let¬
teralmente Vedova Nera) è un
sistema di reporting e analisi di
dati che permette di distribuire
le informazioni su tutti i livelli
dell'impresa; gli utenti busi¬
ness possono accedere e inte¬
ragire con report predefmiti
oppure creare query e report
personalizzati. I report possono
essere pianificati, le richieste di
elaborazione demandate a vari
server e i risultati possono
essere condivisi dai vari livelli
dell'organizzazione. Uno dei
suoi vantaggi è che consente e
incoraggia la condivisane di
informazioni e la loro distribu¬
zione attraverso l'impresa. E',
in effetti, la risposta alla richie¬
sta da parte del mercato di
strumenti OLAP a costi com¬
petitivi, le Client license di
BlackWidow offrono la possibi¬
lità di accedere in modo sicuro,
di visualizzare, di programmare
e di analizzare i report esistenti
(sia relazionali, sia OLAP) attra¬
verso l'Info Desktop o tramite
un Web browser. E' disponibile
in Italia da subito a lire
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Qui siamo di fronte ad
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po integrato per le ap¬
plicazioni di Business
Intelligence progettato
per applicazioni su
larga scala; fornisce un
elevato valore, informa¬
zioni coerenti e aggior¬
nate direttamente agli
utenti finali. Disegnato
appositamente per ope¬
rare con installazioni IT
preesistenti, Seagate
Holos si integra con le
applicazioni informati¬
che standard degli
ambienti medio-grandi,
come data-base relazio¬
nali, sistemi di posta
elettronica, sistemi
legacy e anche fogli elet¬
tronici nelle postazioni client.
Seagate Holos è costruito su un
modello client/server e contiene
tutti gli strumenti necessari per
sviluppare applicazioni ad alte
prestazioni soluzioni per le
grandi imprese con funzionalità
OLAP, integrazione con sorgen¬
ti di dati sottostanti e strumenti
per il reporting, l'analisi e la pre¬
visione statistica, l'elaborazione
di modelli evolutivi e funzioni di
data mining. Seagate Software,
una consociata di Seagate
Technology Ine. (110 mila
dipendenti, fatturato intorno ai
10 miliardi di dollari), realizza
strumenti e applicazioni nei set¬
tori del B.l e della gestione
delle informazioni e delle infra¬
strutture, compresa la gestione
di rete, sistemi e archivi, ha sta¬
bilito relazioni strategiche con
Microsoft, Novell, IBM, H-P, Ca-
bletron e altri leader industriali
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Arrivano i nuovi monitor IIYAMA ad alta risoluzione
IIYAMA introduce una nuova linea di monitor chiamati Vision Master, modelli
da 17" con nuovi standard qualitativi.
Il modello base proposto è il
Vision Master 17. dotato di
un'area di lavoro pari a
320x240 mm e di una risolu¬
zione massima di 1600x1200
dpi con una frequenza di
refresh pari a 69 Hz, Ideale
per workstation di supporto in
studi grafici, è adatto ad appli¬
cazioni professionali di edi¬
ting video ed assicura un
favorevole rapporto quali¬
tà/prezzo.
Vision Master 17 ES è invece
pensato per la multimedialità,
dato che integra alle caratte¬
ristiche del modello base una
coppia di casse da 1,5 watt;
con la predisposizione al
suono tridimensionale, è il
monitor pensato per chi vuole
il massimo dalle applicazioni
interattive, siano essi video-
giochi od educativi su CD¬
ROM
Ai vertici della gamma si col¬
loca, invece, il Vision Master
PRO 17, caratteriz¬
zato dall'adozione
del tubo catodico
DiamondTron che
incrementa l'area di
lavoro disponibile
fino a 325x243 mm,
e porta a 72 Hz la
frequenza di refresh
alla risoluzione mas¬
sima di 1600x1200
dpi.
Dedicato al profes¬
sionista, il PRO 17
beneficia dei van¬
taggi della tecnolo¬
gia DiamondTron di
Mitsubishi, che otti¬
mizza la definizione dei singoli
punti andando oltre il concet¬
to di dot pitch, sostituito da
quello di 'aperture grille".
Sui tre modelli, che soddi¬
sfano le più recenti normati¬
ve internazionali, Concordia
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le garanzia presso i punti di
assistenza sparsi in ogni
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Videoconferenza su Lan migliorata grazie a SecureFast
Il nuovo LANscape 2. 0 di IVC, potenziato dall’architettura di switching
SecureFast di Cabletron, fornisce prestazioni senza precedenti nella videocon¬
ferenza su reti IP.
Cabletron Systems e Intelect Visual Communi¬
cations Corp,, una divisione di Intelect Com¬
munications Systems Ltd, hanno annunciato
un'iniziativa congiunta nei campi dello sviluppo
tecnico e del marketing, per promuovere ed
affermare l'utilizzo del supporto IP Multicast
nelle applicazioni di videoconferenza.
"Supportando I IP Multicast - ha affermato Peter
Bassett, Vice Presidente Vendite e Marketing di
IVC - LANscape 2.0 fornisce una qualità video
molto elevata, sia che si tratti di videoconferen-
ze o della trasmissione di video in diretta. L'IP
Multicast permette di inviare un solo messag¬
gio, una sola volta, a tutti i partecipanti. Rende
quindi possibile la riduzione dei carichi di lavoro
tipici della trasmissione video o delle videocon¬
ferenze con piu di due partecipanti'
La collaborazione prevede anche una serie di
test per verificare l'interoperabilità tra il sistema
di videoconferenza desktop LANscape 2.0 di IVC
e i servizi di rete SecureFast di Cabletron, la
prima soluzione di switching a livello 3 che sup¬
porta una tecnologia IP Multicast, utilizzando il
protocollo IGMP (Internet Group Messaging
Protocol) definito dallo IETF. Agli utenti finali
viene cosi offerta una delle prime applicazioni
basate su LAN che impiegano lo switching a
livello 3 e la tecnologia IP Multicast, garanzia di
una superiore velocità di trasmissione dei conte¬
nuti multimediali e di un livello di qualità
audio/video senza precedenti
LANscape 2.0 si basa sul protocollo IP, quindi
funziona su qualsiasi rete (comprese Ethernet,
Fast Ethernet, Gigabit Ethernet, TI/EI, ATM e
SONET), permettendo agli utenti di selezionare
via software il protocollo di trasmissione TCP o
UDP
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Al Guggenheim Museum di Bilbao
è di scena la tecnologia IBM
L'inaugurazione del Museo Gug¬
genheim di Bilbao in Spagna,
avvenuta il 18 ottobre scorso, ha
rappresentato indubbiamente un
evento di risonanza internaziona¬
le da un punto di vista culturale,
artistico e politico-sociale. Il
nuovo museo, che sarà dedicato
all'arte americana ed europea del
ventesimo secolo, si inserisce in
un programma di nuova espan¬
sione urbanistica della città di
Bilbao, la capitale storica della
regione dei Paesi Baschi.
Un museo dalle forme particola¬
ri, un azzardo architettonico che
ha riscosso subito un enorme
successo si coniuga con l'aspet¬
to tecnologico, che merita di es¬
sere ricordato, dato che ha avuto
un ruolo decisivo ai fini della rea¬
lizzazione di un progetto cosi
ambizioso,
L'architetto americano Frank
Gehry, che ha iniziato a disegna¬
re il Museo nel 1991, ha infatti
utilizzato "Catia", il software
CAD per la progettazione com¬
mercializzato da IBM, per realiz¬
zarne il modello virtuale.
Il progetto è la prima opera d ar¬
te del museo stesso; l'opera
architettonica è costituita da un
complesso di edifici, gallerie, un
auditorium, un ristorante, un'a¬
rea di vendita, uffici amministra¬
tivi, tutti collegati tra loro da un
enorme atrio centrale. Dislocato
sotto uno dei ponti più importan¬
ti di Bilbao, il Puente de la Salve,
il museo incorpora la struttura
all'interno del progetto, sotto un
tetto scultoreo raffigurante un
gigantesco fiore metallico.
Dal suo studio di Santa Monica
in California, Gehry ha modellato
questo complesso architettonico
in modo digitale usando gli stru¬
menti di progettazione forniti da
Catia di IBM. Anche i dettagli del
progetto, sia interni che esterni
del museo, sono stati consegna¬
ti ai subappaltatori spagnoli in
formato Catia. Questi, a loro
volta, hanno collaborato con
ABGAM, agente IBM e centro di
competenza Catia/CADAM spa¬
gnolo, per l'analisi del lavoro da
svolgere.
Per dare un'idea dell'Impegno
tecnologico che ha comportato il
progetto del Museo, basti pen¬
sare che è stato necessario
costruire modelli 3D di ogni
parte della superficie esterna
(realizzata in pietra e titanio), di
ogni struttura portante interna e
di tutti i vani scala.
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Da Compaq i primi server con architettura Highly System
Compaq Computer Corporation annuncia quattro nuovi server Compaq ProLiant, i primi del settore
caratterizzati da un'architettura di sistema ad alto parallelismo (Highly Parallel System Architecture), una nuova
concezione basata su standard che esalta le prestazioni del sistema raddoppiando la memoria e la larghezza
di banda PCI (Peripheral Component Interconnect).
inni
111
Questa tecnologia è stata sviluppata da Compaq
in collaborazione con Reliance Computer
Corporation (RCC), che la mette a disposizione
di tutti i produttori di server Grazie ad accordi
strategici di partnership e a un'innovativa espe¬
rienza di engineering, Compaq è la prima
società ad offrire ai clienti questa potente archi¬
tettura, che usa doppi controller di memoria e
bus PCI dual-peer per trasferire dati in parallelo
tra ciascuna CPU e sottosistemi cntici come la
memoria e le unità disco. I nuovi server ProLiant
sono anche dotati di Compaq Integrated
Remote Console, che svolge funzioni di gestio¬
ne remota, compresa la possibilità di far ripartire
il sistema a distanza, a prescindere dal sistema
operativo di rete, e di Automatic Server _
Recovery, che riavvia automaticamente il server
dopo un errore o un guasto critico dell hardware o
del software, il server salva le informazioni sull'errore in un apposito
registro (server health log), fa ripartire il sistema ed eventualmente
avverte l'amministratore di rete Entrambe le funzioni
offrono evidenti e fondamentali vantaggi per filiali e
uffici distaccati che non dispongono di uno staff on-
site Per rendere più brevi gli interventi di assistenza
e ridurre i costi di manutenzione e di upgrade, i tre
nuovi server Compaq hanno uno chàssis studiato per
semplificare l’accesso ai principali sottosistemi
Questi server sono già predisposti per 120 e montano
su ciascun modello il nuovo connettore Compaq 120,
che supporterà in futuro acceleratori I/O basati sugli
standard, per una scalabilità I/O intelligente. Il server
Compaq ProLiant 5500 parte da un prezzo di lire
A 20.323.000 (IVA esclusa). ProLiant 3000 sarà dispo¬
nibile a partire da lire 11.265.000. ProLiant 1600 da
lire 7.961.000 e ProLiant 1200 da lire 5.856.000
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Protezione HASP (e il loro prezzo)
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parte dei guadagni. E sappiamo altresì che oggi è possibilissimo difendersi:
infatti, sempre più svluppatori di programmi, ovunque nel mondo, proteggono I
loro investimenti con le chiavi HASP. Con quale risultato? Vendono di più e vivono
tranquilli. HASP è largamente riconosciuta come la soluzione più avanzata a livello mondiale
per la protezione di applicativi: perchè Hasp offre più sicurezza di qualunque prodotto
similare, più affidabilità, più funzioni, più facilità d’uso. In sostanza perché:
HASP è ‘‘La Numero 1"
la più piccola nelle dimensioni, la più grande nelle prestazioni
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Con questo annuncio si amplia l'iniziativa di Candle nell'elaborazione aperta basata su messaggi
Candle amplia le soluzioni in ambiente mìddleware con Auto Bridge e software “Roma”
Il software Roma collega gli ambienti di messaggistica IBM e Microsoft.
Presentata a Cannes, durante il Gartner Group Symposium, l'ultima versione, ancora in beta test.
di Francesco Fulvio Castellano
Tra le varie aziende che al
Symposium 97 di Gartner
Group a Cannes erano presenti
con prodotti innovativi, la
società statunitense Candle
Corp. di Santa Monica, Cali¬
fornia, si è fatta notare come la
più attiva nella comunicazione e
nel lancio di un suo nuovo pro¬
dotto. Durante una conferenza
stampa ha presentato il softwa¬
re Roma che, con la nuova fun¬
zione di "bridge", si attiva
uando gli utenti utilizzano
alcon e MQSeries contempo¬
raneamente. Ma vedremo più
avanti come e perché.
Con questo annuncio si amplia
ora l'iniziativa di Candle nell'ela¬
borazione aperta basata su
messaggi, nome in codice
"Roma" Il software è ora in
grado di offrire una potente
soluzione per collegare i siste¬
mi di messaggistica di IBM e
Microsoft. Con il software
Roma gli utenti potranno utiliz¬
zare un'interfaccia unica per
accedere a MSMQ di Microsoft
e a MQSeries di IBM. Questa
funzionalità consente di scrive¬
re applicazioni di messaggistica
utilizzabili su entrambi i sistemi.
Grazie a una directory basata
sul protocollo Lightweight
Directory Access Protocol
(LDAPI, la società americana
fornirà inoltre una nuova tecni¬
ca per la ricerca e la localizzazio¬
ne delle risorse applicative.
Cos’è Auto Bridge? Facciamo
un esempio. Le funzionalità di
Roma nella precedente versio¬
ne consentivano alle applicazio¬
ni di utilizzare sia Falcon, sia
MQ (attraverso un'API comu¬
ne); ora, la nuova funzione di
"bridge", si attiva invece quan¬
do gli utenti utilizzano Falcon e
MQSeries contemporaneamen¬
te. E cosi Roma adotterà auto¬
maticamente, attraverso la
directory LDAP, questa funzio¬
nalità quando sarà necessaria.
Un'applicazione può collegarsi a
Roma sia attraverso MQSeries
che tramite Falcon, e poi utiliz¬
zare LDAP per trovare altre
applicazioni con cui colloquiare.
Quando Roma avverte che
un'applicazione si vuole collega-
re a un’altra applicazione che
utilizza la stessa tecnologia di
messaggistica, il collegamento
avviene in modo diretto
Quando invece le applicazioni
utilizzano sistemi di messaggi-
stica diversi, un bridge Roma si
frappone in maniera automatica
e dinamica tra i due sistemi.
L'intero processo è compieta-
mente trasparente allo svilup¬
patore di applicazioni e riduce
l’amministrazione di sistema,
migliorando sensibilmente la
produttività.
Aubrey Chernick, Chairman e
CEO di Candle Corporation, che
ha personalmente presentato il
nuovo prodotto alla stampa, ha
dichiarato: "Gli utenti attual¬
mente in beta test sono molto
soddisfatti dei vantaggi aggiun¬
tivi che il bridging intelligente
può apportare al progetto
"Roma": si tratta di un ulteriore
passo avanti per portare i van¬
taggi della messaggistica in
ambiente aperto ai nostri clien¬
ti". I vantaggi offerti da Roma
sono quattro e vediamo in sin¬
tesi quali,
1 - Consentirà alle applicazioni
di girare su numerosi prodotti
middleware di messaggistica,
assicurando la flessibilità
necessaria per passare da un
prodotto a un altro senza modi¬
ficare l'applicazione.
2 - Ridurrà i costi e i tempi di
sviluppo delle nuove applicazio¬
ni proponendo un approccio
coerente per la progettazione
delle applicazioni di messaggi¬
stica e per la comunicazione.
Via le API di messaggistica,
quindi: gli sviluppatori e gli ISV
(Independent Software Vendor)
opereranno con un'unica inter¬
faccia Roma
3 - Il protocollo LDAP consente
di localizzare le applicazioni e di
indirizzare i dati In modo dina¬
mico all'Interno dell'intera rete,
riducendo ulteriormente i costi
di sviluppo e facilitando l’ammi¬
nistrazione del sistema.
4 - Infine, ridurrà i rischi facen¬
do leva su un software consoli¬
dato che velocizza l’implemen-
tazione delle applicazioni di
messaggistica senza legare i
clienti a un sistema specifico.
Aubrey Chernick Chairman & CEO
di Candle Corporation.
Candle Corp. (da poco ha aper¬
to una Candle Southern Europe
Operauon a Milano) è una tra le
società più avanzate nello svi¬
luppo e la fornitura di soluzioni
per Networked Business.
Dell'offerta fanno parte le Solu¬
tions for Networked Applica¬
tions, costituite da software e
servizi per progettare, sviluppa¬
re e gestire applicazioni busi¬
ness.
L'azienda ha celebrato nel ’96 il
suo ventesimo anno di attività e
impiega oggi oltre 1500 profes¬
sionisti in 55 uffici distribuiti in
tutto il mondo.
A Bologna c’è Campus, il primo food and Internet Court d’Europa
Il giorno 19 novembre in Via Monte-
grappa 11 a Bologna, dietro P.zza
Maggiore e a dieci minuti a piedi dalla
Stazione, è stato inaugurato Campus,
uno dei più innovativi progetti distributi¬
vi connessi al mondo della ristorazione,
dell'informazione e dell'intrattenimen¬
to.
Concerti jazz, classici, jam session,
poesia e musica, rassegne video, 11
computer in collegamento Internet (la
zona Netsplore), un American Cafè
Restaurant attivo dalle 7 della mattina
104
alle 2 di notte, la possibilità di acquisto
di CD-ROM, costituiscono l'insolito ed
efficace scenario su cui si muoverà una
clientela di varia provenienza sociale,
differenziata per orari, interessi ed età.
Si tratta della evoluzione degli Internet
Cafè, abbinati ad uno spazio ampio,
confortevole e divertente in cui intera¬
giscono due aree commerciali: Crazy
Bull e Netsplore ed in grado di soddi¬
sfare le più disparate esigenze di un
consumatore alla ricerca di luoghi alter¬
nativi.
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Aztech WaveRider Platinum-3D: una scheda audio da 96 voci reali
Add On ha annunciato la disponibilità sul mercato italiano di Aztech WaveRider Platinum-3D, una scheda
sonora di alto livello che sfrutta il sistema di sintetizzazione wavetable capace di riprodurre 96 voci contro
la maggior parte delle altre soluzioni wavetable oggi disponibili, dotate di una polifonia di 32 voci.
Il Compound Synthesis Engine è un sistema che
utilizza pienamente le capacità multimediali dei
processori Intel Pentium con MMX sfruttando il
motore di sintetizzazione wavetable hardware
standard (Basic Engine) al quale aggiunge le fun¬
zionalità del motore wavetable software
(Enhanced Engine) per ottenere 96 voci. Grazie
Compound Synthesis Engine e alla memoria
ROM wavetable da un megabyte è possibile
riprodurre 128 strumenti e 132 tonalità d
percussione II grande vantaggio di questa
scheda sonora è rappresentato dalla possibi¬
lità di mappare i suoni prodotti da ogni singo
lo musicista, operazione impossibile con una scheda a 32 voci,
perché in un'orchestra completa ci sono mediamente tra i ses¬
santa e gli ottanta elementi. Tra le caratteristiche tecniche della
scheda Aztech WaveRider Platinum-3D spiccano la qualità
audio CD sia in riproduzione sia in registrazione a 16-bit; gli
effetti sonori 3D integrati, il sintetizzatore vocale FM Yamaha
OPL3 a 20 voci integrato e, naturalmente, il sintetizzatore
wavetable a 96 voci. Altre funzioni sono rap¬
presentate dalla compatibilità con lo standard
Plug and play che assicura una facile installa¬
zione sia della scheda sia del software; i dri¬
ver audio full duplex che permettono di ese¬
guire sessioni di comunicazione audio via
Internet senza interruzioni; il supporto degli
standard Sound Blaster e Windows Sound
System e Adlib di Microsoft; la compatibilità
con lo standard MIDI e la possibilità di gesti¬
re diverse fonti di ingresso audio: Digital
Audio, FM, microfono e lettori CD, La scheda
è dotata di quattordici software applicativi per
la gestione di tutte le funzionalità, del manuale multilingue e di
una cuffia stereofonica di alta qualità. La scheda Aztech è già
disponibile al prezzo di lire 115 000 (IVA esclusa)
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Add On Srl - Via Stefim 2, 20125 Milano, Tel. (02) 66988357
MAFIA: STORIA, MISTERI E PROTAGONISTI
LA STORIA DELLA MAFIA dalle orìgini ai giorni nostri
Un eccezionale reportage
che ti permetterà di immer¬
gerti nella storia e nei misteri
della mafia, un modello cri¬
minale di gestione del pote¬
re. Tutto è rigorosamente
documentato e vero. Testi,
foto, filmati, musiche, tabel¬
le sapientemente armoniz¬
zate, abbinate, avvicinate, si
illuminano vicendevolmente
in un modello duttile e facil¬
mente fruibile anche ai
ragazzi in età scolare, per i
quali il “fenomeno" mafioso
non sarà più un mistero.
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
105
Da Panda Software arriva l’assicurazione antivirus
Panda Software ha pensato di fornire un servizio antivirus basato su
una filosofia innovativa: protezione antivirus, 24 ore al giorno, 365 giorni
all'anno.
Quando si acquista l'assicu¬
razione antivirus, per tutto il
periodo coperto dall’assicura¬
zione si avrà diritto ad una
serie di servizi. Vediamoli:
SOS Virus: servizio con il
quale Panda Software è
impegnata nella soluzione di
nuovi virus in un massimo di
24 ore (nel 96% dei casi)
senza ulteriori costi Questo
servizio è attivo anche il
Sabato e la Domenica.
24h - 365d Hot-Line, un ser¬
vizio Hot-line per la clientela
attraverso telefono, fax,
Internet, o e-mail 24 ore al
giorno per 365 giorni all'an¬
no Il servizio Hot-Line è
curato personalmente da
tecnici specializzati di Panda
Software.
Aggiornamenti: i clienti del¬
l'assicurazione antivirus di
Panda Software riceveranno
ogni mese direttamente a
casa, o in ufficio, l'aggiorna¬
mento su CD-ROM o via
Web.
Con questi aggiornamenti
riceveranno non solo la
capacità di riconoscere e
neutralizzare nuovi virus, ma
godranno delle nuove tecno¬
logie che saranno incorpora¬
te nel prodotto in costante
evoluzione.
L'assicurazione antivirus
Tutti i servizi sono operativi
al 100% in tutto il mondo.
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Panda Software Italia
Tel. (02) 24202-208
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e-mail: Ipanda igperuzzo coni
potrà essere acquista¬
ta o rinnovata con la
periodicità che meglio
si adatta alle diverse
aziende: uno, due o
tre anni, con conse¬
guente flessibilità
della durata del con¬
tratto di assicurazio¬
ne.
Provare il prodotto prima del¬
l'acquisto: Panda Software
ha disponibili versioni com¬
plete dei suoi antivirus, total¬
mente operative per il perio¬
do di un mese, con il propo¬
sito di permettere la valuta¬
zione del prodotto prima del¬
l'acquisto.
L'ALTERNATIVA ALLE LINEE CDN
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acquisizione-trasmissione dati -
Ì -. N ^ SCADA -
telecontrollo -
V> velocità 19,2Kbps-
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HARPAX
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10733181 ?
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Radio-modem Ethernet Bridge
4 '
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Un Mac sul PC grazie a Gemulator 98
Emmesoft annuncia la disponibilità del nuovo emu¬
latore Macintosh per Windows.
Arriva Gemula¬
tor 98, un vero
e proprio emula¬
tore hardware,
con un cuore
Mac originale
inserito stabil¬
mente nel PC,
che consente di
avere un Macin¬
tosh sul proprio
sistema Win¬
dows. Non si
tratta quindi di una lenta
emulazione software, ma di
un hardware in grado di far
girare il System 6, System 7,
System 7.5 e di eseguire
anche i programmi che acce¬
dono all'hardware diretta-
mente.
Tra ì modelli Mac direttamen¬
te emulati troviamo: Mac
128, Mac 512, Mac Plus,
Mac SE, Mac Classic, Mac
LC, Mac II, Mac Ilei, Mac
llcx, Mac Classic II.
L'emulazione delle CPU
Motorola significa che, oltre
a Macintosh, il PC può emu¬
lare anche un computer Alari
(Gemulator infatti è nato, nel
1992, proprio come emulato¬
re Alari).
Sulla scheda ISA trovano
posto due diverse serie di
ROM: di conseguenza è cosi
possibile installare nel PC
una terza piattaforma.
L'attuale "Standard Edition" di
Gemulator permette anche
l'emulazione Atari 800 XL e
XE, ST e STE. Mega ST e
STE (TOS ROM 1 0/2.06),
mentre la prossima 'Advan¬
ced Edition" consentirà
anche l'emulazione del TT
(TOS 3.06).
Gemulator accetta le ROM
originali Apple datate 1984-
92, dai mitici famosi 128 e
512 (2-chip) fino alla famiglia
LC e Mac serie II (4-chip),
emulando i processori Moto¬
rola serie 68000 (già adesso,
con la versione "Standard
Edition" in commercio) unita¬
mente ai loro fratelli maggiori
68020, 030 e 040 con l'an¬
nunciata "Advanced Edition
5.1", presentata in questi
giorni al MacWorld Expo di
San Francisco.
Avendo a disposizione un
processore Pentium Pro a
200 MHz. Gemulator 98 è in
grado di eseguire i program¬
mi Mac alla velocità di un
68030 a 150 MHz.
Per l'installazione è richiesta
una scheda ISA 8 bit con le
ROM Apple (acquistabili
separatamente o ricavabili da
un Mac usato). La scheda
viene inserita nel PC, senza
cablaggi né saldature II
software a corredo, su CD¬
ROM, permette di installare
l'emulatore Mac all'interno di
Windows, utilizzando Win¬
dows Explorer o il File Ma¬
nager,
I prezzi di Gemulator 98
sono: per la "Standard Edi-
tion" 280.000 lire IVA esclusa
(senza ROM), mentre il prez¬
zo indicativo per Gemulator
98 "Advanced Edition" è di
390.000 lire (senza ROM).
DOVE & CHI -
Emmesoft
Via S. Donato 49,
10144 Torino,
Tel. (011)484309
CoFax: l’ISDN su misura
La CoFax si è andata specializzando negli ultimi anni
verso il mercato ISDN, proponendo una vasta gamma
di prodotti che vanno dalle schede interne a 64K per
computer, ai Terminal Adapter, ai sistemi di video¬
conferenza su ISDN.
Una soluzione "classica"
prevede la scheda ISDN
Speed Win, una scheda
interna per bus ISA che
permette di connettere un
Personal Computer ad un
accesso base ISDN. La
scheda Speed Win ha
un'architettura di tipo ISA
a 16 bit e supporta lo stan¬
dard Plug&Play: è quindi di
immediata e facile installa¬
zione. Garantisce inoltre il
pieno utilizzo di uno o di
entrambi i canali B della rete ISDN, con supporto per trasmissioni a
64K oppure a 128K grazie al bundling dei canali B I protocolli dati
supportati sono 1X75, il PPP ed il protocollo EFT Può quindi essere
utilizzata per applicazioni di accesso remoto a BBS, per accedere alla
rete Internet oppure per applicazioni di trasferimento file. La scheda
Speed Win dispone dei driver CAPI 1.1 e 2 0 solo per l'ambiente
operativo Windows 95, e dell'interfaccia NDISWAN mmiport driver
L'interfaccia CAPI (Common Application Program Interface) è utilizza¬
ta dalla maggior parte degli applicativi software di comunicazione per
ISDN, come per esempio il software RVS-COM light fornito in dota¬
zione con la scheda. UNDISWAN miniport driver è invece l'interfac¬
cia che in Windows 95 permette di utilizzare sulla scheda ISDN l'ac¬
cesso remoto della Microsoft. In questo modo è possibile utilizzare
la scheda Speed Win per accedere alla rete Internet oppure per l'ac¬
cesso remoto a LAN attraverso l'accesso remoto di Windows 95. A
corredo con la scheda viene inoltre fornito il software RVS-COM, che
permette di utilizzare la scheda Speed Win per trasmettere e riceve¬
re fax, per il trasferimento file, per l'emulazione di terminale oppure
come modem virtuale con applicativi Hayes-AT La scheda Speed
Win quindi permette, con una economica spesa e con una facilità di
installazione e di utilizzo, di dotare il proprio PC delle più avanzate
capacità trasmissive. Le schede Zoom TA/S e DUOIS garantiscono il
pieno utilizzo della rete ISDN, raggiungendo velocità di trasferimento
di 460,8 Kpbs grazie alla compressione dati ed al bundling dei canali
Ciò garantisce un'elevata velocità nell’accesso ad Internet, nella con¬
nessione remota a reti LAN ed un'elevata qualità nel trasferimento
dei segnale video. Le schede Zoom si collocano nella famiglia ISDN
con una proposta anicolata nella Zoom TA/S e Zoom DUO/S.
Supportano i protocolli dati X.75, V. 120 e V 110 ed il modello Zoom
DUÒ/S ha anche un fax/modem analogico integrato, che supporta lo
standard V.34plus (33.6 Kbps) e trasmissioni fax di Classe 1 e 2. La
scheda Zoom DUO/S con il fax/modem assicura quindi la piena inte-
roperabilità tra la rete ISDN e la rete analogica, senza bisogno di
dover utilizzare il vecchio modem/fax su una porta analogica nel caso
si volessero spedire dei fax. Entrambi i modelli inoltre sono dotati di
una porta per la connessione di una cornetta telefonica (fornita unita¬
mente con le schede) allo scopo di utilizzare al meglio anche le fun¬
zionalità in fonia della rete ISDN. Le schede sono facilmente installa¬
bili grazie al supporto Plug&Play per un’installazione semplice ed
immediata, l’interfaccia ISDN SO è integrata. Per quanto riguarda la
velocità di trasmissione. 2 canali a 64 Kbps; 128 Kbps utilizzando il
protocollo MultiLink PPP (IMI—P); fino a 460.8 Kbps con bundling dei
canali e compressione dati.
CHI-
CoFax Telematica - Viale dei Colli Portuensi 110/A,, 00151 Roma.
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108
MCmicrocomputer n. 180-gennaio 1998
Nomai: nuovo hard disk removibile e CD riscrivibile
Nomai annuncia la disponibilità del nuovo hard disk rimovibile Nomai 750, che offre un'elevata capacità,
prestazioni ad un prezzo contenuto, e il nuovo lettore CD multifunzionale Nomai 680. RW che si basa sulla
più avanzata tecnologia 6x read/2x mite e consente di riscrivere i CD fino a mille volte.
L'hard disk removibile Nomai 750 ha una capa¬
cità di 750 MB ed è poco più grande di un comu¬
ne floppy disk, ma offre una capacità pari ad
oltre 600 volte e le prestazioni di un hard disk.
Per esempio, gli utenti possono memorizzare fino
ad 80 minuti di filmati MPEG, o 74 minuti di CD
Audio, oppure oltre 100 immagini ad alta risoluzione
su ciascuna cartuccia.
I dischi sono robusti, leggeri e portatili e sono ideali per
operazioni di memorizzazione addizionale, back up e scambio di
dati Inoltre, il drive fornisce compatibilità con le cartucce
SyQuest 135 e 270 MB e, naturalmente, Nomai 540
II nuovo lettore CD multifunzionale Nomai 680.RW permette di
duplicare qualunque formato CD: ROM, audio, video ed è parti¬
colarmente adatto per effettuare operazioni di backup, archivia¬
zione e scambio di dati su piattaforme PC e Macintosh.
Il Nomai 680.RW offre numerosi vantaggi: può essere usato
come un veloce lettore di CD-ROM, offre una qualità pari a quella
di un masterizzatore professionale CD, ma, utilizzando i più
recenti supporti ad elevata sensibilità di Nomai, consente di scri¬
vere e riscrivere i CD fino a mille volte, Nomai 680.RW
è disponibile in versione esterna per collega¬
mento alla porta parallela o in versione inter¬
na ed include il software necessario per pre-
masterizzare e duplicare i CD e per supporta-
I re il trasferimento dei dati "Direct to Disc'. Gli
utenti potranno utilizzare il nuovo formato
UDF (il formato standard dei nuovi prodotti DVD) cosi
come i classici formati CD (ISO 9660, CD-CD, ecc.) Il formato
UDF consente il trasferimento dei dati in modalità drag and drop
ed offre la possibilità di utilizzare il CD-RW come un floppy ma
con una capacità superiore di 450 volte e maggiori prestazioni
I prodotti Nomai sono distribuiti in Italia da: Aesse, Anteg,
Electromque d2, Esselte, Farp Electronica, Hot Line, Mactronics
Data Systems. Mitas. Modo. Turnover, Vegstore.
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mia presenza in Internet ?”
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tanto per continuare:
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•
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T Traffico dati massimo mensile
325 MB
1000 MB
2000 MB
1 Spazio dati su disco
10 MB
20 MB
50 MB
Caselle di posta elettronica
1
5
10
Autortspondltori
3
10
15
Forwardlng
3
10
15
Statistiche dettagliate
•
■
•
Anonymous FTP server
•
•
Supporto di script CDI
•
•
Supporlo Microsoft FrontPage
•
•
Motore di ricerca Exite!
Rea! Audio! Video
SSL secure server
mSQL database server
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Shopping Cari program
•
•
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•
•
Costo setup iniziale
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MCmicrocomputer n 180 - gennaio 1998
109
Sarà costruito a Thames Valley (U.K.) il modernissimo centro CA Headquarters per l'Europa
Da Computer Associates Enterprise/Csi per la gestione dei desktop e controllo costi
L'annuncio dato a Milano da Charles B. Wang. Chairman e CEO di CA International. Ine.
Enterprise/CSi è sostenuta da tutti i più importanti vendor di PC. La nuova generazione
di servizi di gestione dei PC integrati nel prodotto Unicenter TNG Framework gratuitamente.
Acquisita Avalan Technology con la linea "Remotely Possibie" per soluzioni
di "mobile computing" basate su Internet.
di Francesco Fulvio Castellano
Il dinamismo di Computer
Associates nel mondo è sem¬
pre più visibile Dopo la CA
World Conference di New
Orleans e le varie presentazio¬
ni al recente Comdex di Las
Vegas, ecco che a Milano, tre
giorni dopo, riunisce la stam¬
pa europea (del Mediterraneo,
cioè Italia, Spagna, Portogallo,
mentre I’"elite" del nord era
stata riunita due giorni prima a
Londra) per un incontro al
Principe di Savoia, Dopo una
carrellata di dichiarazioni in
videotape di VIP Ida Bill Gates
a McNeally) per dire "quanto è
buono il nuovo prodotto di
CA”. Sam Greenblatt, senior
vice president di CA, ha detto,
tra l'altro, che "questo è il
risultato della collaborazione di
CA con Compaq, Dell e Intel
Corp, e altre aziende al vertice
del mercato dei PC che ha por¬
tato a questa sorprendente ini¬
ziativa che mira a fornire ai
reparti dei servizi informativi
un controllo senza precedenti
di tutti i desktop dell'azienda
consentendo, al tempo stesso,
una notevole riduzione del
total cost of ownership
(TCOr.
E qui inizia lo "show" di Carles
B. Wang, Chairman e CEO di
CA. Nato a Shanghai nel 1944
e trasferitosi con la famiglia
negli USA nel '52, si è laurato
alla Columbia University E' un
noto personaggio nel mondo
deU'IT ed è l'artefice del suc¬
cesso di CA nel mondo, che
oggi fattura 4 miliardi di dollari
e impiega oltre 10rnila persone
in 40 Paesi I prodotti che
hanno fatto la storia di CA
sono. Jasmme, il database
obiect oriented multimediale;
Unicenter TNG. il manage¬
ment of thè wired enterpnse;
Openlngres, il database tecno¬
logico per soluzioni mission-
critical; e CA Discovery 2000,
Ma entriamo nella descrizione
del nuovo prodotto.
Enterprise/CSi (Configuration
Standardization Initiative), cosi
è stata denominata questa ini¬
ziativa assolutamente nuova
supportata dall'intero settore
industriale, offre la prima solu¬
zione puramente software a
livello enterpnse per rimettere
ordine all'attuale caos di server
e desktop presenti in ambienti
eterogenei mediante un’ocula¬
ta gestione basata su politiche
predefmite e mediante la pos¬
sibilità di attivare automatica-
mente i PC al fine dì effettuare
le operazioni di configurazione
e manutenzione. Le soluzioni
CA supporteranno i sistemi
"Wired for Management" per
l'intera azienda. Qundi integra¬
zione è il passa- parola: inte¬
grazione della gestione dei
desktop e dei server a livello
globale per un maggiore con¬
trollo della performance e del¬
l'affidabilità generale dei servì¬
zi business-critical.
Enterprise/CSi garantisce l'e¬
secuzione automatica di tutte
le funzioni per la gestione dei
desktop e dei server compre¬
se l'installazione, la configura¬
zione e l'aggiornamento dei
sistemi operativi; la gestione
degli asset dell'azienda, Thelp
desk, la gestione delle proble¬
matiche, la gestione della
memoria, la protezione dei
virus, la consegna dei nuovi
pacchetti software e il control¬
lo remoto Tutte queste funzio¬
nalità avanzate per la gestione
globale dei PC consentiranno
alle aziende di.
- ridurre i costi dì installazione
dei nuovi PC, dei nuovi upgra-
de e delle applicazioni automa¬
tizzando i task ripetitivi via rete
in modalità remota;
- incrementare considerevol¬
mente la produttività dell'uten¬
te finale implementando un
approccio standardizzato per la
configurazione dei desktop e
dei server in base a politiche
predefmite;
- ridurre i costi di manutenzio¬
ne durante il ciclo di vita dei
prodotti eliminando la neces¬
sità di recarsi ad ogni singolo
PC per installare nuovo
software, upgrade, o per com¬
piere altre attività di "hou-
sekeeping”,
- aumentare la disponibilità dei
servizi critici mediante un'azio¬
ne di manutenzione program¬
mata, coerente e fuori orario;
- rendere i tecnici molto più
efficaci offrendo loro informa¬
zioni complete circa lo stato
del desktop mediante il sup¬
porto DMI, accelerando cosi le
operazioni di individuazione,
diagnosi e soluzione dei pro¬
blemi.
Entrerprise/CSi è il risultato
degli studi sul cost of owner¬
ship condotti durante il proget¬
to MERIT (Maximizing thè
Efficiency of Resources in IT),
un consorzio del settore al
quale partecipa anche CA
Con l'annuncio di Enter-
prise/CSÌ di Comdex, Las
Vegas, e Milano, diversi part¬
ner hardware e software
hanno organizzato delle demo
di soluzioni gestionali compati¬
bili. Con demo tecniche ha
visto tra gli altri: Intel Corp.,
Dell Computer Corp . Hewlett-
Packard, Compaq Computer
Corp., Arthur Andersen
Questo prodotto è supportato
da AMD. AST Computer, Data
General, Fujitsu, Intergraph,
National Semiconductor, NCR
Corp., Packard-Bell-Nec,
Toshiba America e Unisys
Corp.
Unicenter TNG Framework è
l'unica soluzione integrata in
Charles B Wang Chairman & CEO
di Computer Associates.
grado di offrire strumenti com¬
pleti per il network discovery,
la gestione della topologia, il
controllo delle prestazioni, il
monitoraggio degli eventi e
degli status, l'amministrazione
della sicurezza, la distribuzione
del software, la gestione della
memoria, il bilanciamento dei
carichi di lavoro la gestione
dell’help desk e delle modifi¬
che, e molte altre funzioni per
il controllo dei tradizionali
ambienti lavorativi, nonché
delle reti Intranet e Internet. Il
browser DMI di Unicenter
110
MCmicrocomputer n. 180-gennaio 1998
TNG è disponibile con le ver¬
sioni 2.1 di Unicenter TNG e lo
stesso Framework. A questo
annuncio, CA ha abbinato l'an¬
nuncio dell’upgrade di WakePC
per Unicenter TNG e
Framework che consente di
attivare a distanza un PC com¬
patibile Wake-on-LAN o Ma-
gicPacket per la manutenzione
fuori orario.
CA ha annunciato, dopo l'ac¬
quisizione di Cheyenne Soft¬
ware dello scorso anno, l'ac¬
quisto di Avalan Technology
Ine., l'azienda produttrice della
famiglia di prodotti "Remotely
Possible/32" per il protocollo
remoto delle piattaforme
Windows NT, Windows 95 e
Windows 3.x.
La tecnologia Avalan amplia la
già vasta offerta delle opzioni
disponibili nell'ambito delle
soluzioni gestionali CA, raffor¬
zandone la posizione di merca¬
to per quanto riguarda il mobile
computing basato su connes¬
sione Internet.
Infine, nell'ottica di un ulteriore
rafforzamento della propria
presenza a livello mondiale,
Computer Associates Inter¬
national Ine. ha annunciato la
costruzione di un modernissi¬
mo complesso destinato a
diventare la sede europea di
CA. La nuova struttura sorgerà
a Thames Valley, U.K. e, quan¬
do completata, offrirà centinaia
di nuovi posti di lavoro. Qui
saranno concentrate le attività
di training, sviluppo e ricerca,
vendita, supporto tecnico e
marketing su scala europea.
Come noto, CA ha sede ad
Islandia, N.Y. e sviluppa oltre
500 prodotti integrati per l'ela¬
borazione e gestione delle
informazioni aziendali.
Computer Associates
Palazzo Leonardo Sforza 3,
Milano 3 City,
20080 Basiglio (MI),
Tel. (02) 90.464.1
I vulcani sono su un CD-ROM
DLI Multimedia annuncia "Vul¬
cani", un nuovo CD-ROM realiz¬
zato daH'americana Corbis
Publishing, una società fondata
nel 1989 da Bill Gates, che si
dedica alla creazione e allo svi¬
luppo di un archivio di immagini
digitali ad alta qualità.
"Vulcani" è un viaggio attraverso
il misterioso mondo dei vulcani
che rappresentano da sempre
l'elemento naturale più incontrol¬
labile e portatore di grandi scia¬
gure. Partendo dal Monte Saint
Hélène vicino a Seattle fino al
Vesuvio, passando per l'Unzen e
il Parco dì Yellowstone si scopro¬
no i vulcani più grandi del mondo
rivivendo i cataclismi del passato
come quelli dì Pompei e del
Krakatoa.
II CD-ROM offre una serie esau¬
stiva di spiegazioni scientifiche
sui vulcani, la loro formazione e
la loro attività e presenta le bio¬
grafie dei migliori vulcanologi
insieme a carte topografiche,
testimonianze e fotografie. Oltre
400 fotografie aiutano a scoprire
la bellezza e il pericolo della forza
distruttrice dei vulcani, offrendo
testimonianza delle esplosioni
più violente e delle colate laviche
più spettacolari avvenute ai quat¬
tro angoli dei mondo.
Il CD-ROM "Vulcani" è compatibi¬
le con tutti i personal computer
che utilizzano i sistemi operativi
Windows 3.x e Windows 95 ed
è interamente tradotto in italia¬
no.
"Vulcani" è già disponibile sul
mercato italiano al prezzo di lire
99.000 (IVA inclusa)
DOVE & CHI
DLI Srl
Via Messina 47,
20154 Milano,
Tel. (02) 33.106.160
ri, v.r'VjJ
• v
%
Protezione
contì'o
le minacce
da Internet
SSH - Per la crittografia dei sistemi client/server.
VPN - Per la creazione di reti private virtuali su Internet.
Desktop - Per la crittografia dei dati su laptop/desktop.
Commerce - Per la sicurezza del commercio elettronico.
—DATAFELLOWS
http://www. Dato Fellows.com/
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
SYMBOLIC
Tei: 0521/776180 • Fox: 0521/776190
info@symbolic.it • http://www.symbolic.it
Grande enfasi impressa al problema “anno 2000" e dintorni per l'assenza del settore pubblico
Tutte, ma proprio tutte le tecnologie e le strategie dell'information technology affrontate, analizzate, commentate
e “raccomandate" dagli analisti del Gartner Group all’European Symposium and ITxpo97 a Cannes.
Oltre 3200 partecipanti provenienti da tutti gli angoli d'Europa (200 dall'Italia) e oltre, per seguire nella quattro-
giorni di lavori ben 31 “track" entro le quali si sono sviluppate 135 sessioni e 48 presentazioni e soluzioni di aziende
informatiche che hanno esposto nei sotterranei del famoso Palais des Congrés et des Festivals di Cannes.
di Frenetico Fulvio Castellano
All'insegna di "This is IT"
(troppo facile il gioco di
parole), si è tenuto a
Cannes l'ormai affermato
Gartner Group Sympo¬
sium, un "must" per chi
vuole sapere ogni anno, in
autunno, dove va a parare
ITT. Cannes (e la
Croisette) è stata letteral¬
mente invasa da oltre
3200 congressisti europei
ed extra europei, affollan¬
do per quattro giorni salo¬
ni, sale e salette del
Palazzo del Festival.
Quello che è ormai diven¬
tato l'appuntamento del¬
l'anno si è trasformato nel
punto di riferimento di
tutto lo scibile e lo scindi¬
bile del mondo IT. In quat¬
tro giorni sono stati pre¬
sentati in 31 "scenari"
ben 135 sessioni da spe¬
cialisti di primo piano del
Gartner Group L’imbarazzo,
dopo una simile immersione,
sta solo nella scelta dei sogget¬
ti da trattare: gli argomenti pre¬
sentati sono tutti di estremo
interesse.
Tanto per ricordare i più impor¬
tanti, si è parlato di: Tecnologia
avanzata, Sviluppo applicativo.
Data warehouse e business
intelligence, Distributed com¬
puting, Applicazioni enterprise,
Enterprise vendor, IT manage¬
ment, IT transition, Strategie
per la sicurezza informatica.
Scenari e "piste" Internet.
Intranet e il posto di lavoro elet¬
tronico, Architetture di net¬
work, Network e System mana-
ement. Reai decision,
ervers, Telecomunicazioni
(riforme globali e regionali m
atto), Commercio elettronico.
Commercio web e applicazioni
extranet, Anno 2000 e Euro.
(Per gli atti del simposio, in
inglese, per chi fosse interessa¬
to a consultarli, può rivolgersi
alla segreteria di redazione di
MC, oppure rivolgersi a Gartner
Group Italia, Milano, tei.
02.48289.1)
A noi, oggi, preme sottolineare
l'importanza che il problema
"anno 2000" e dintorni (Y2K
Compliance, questa la sigla
internazionale) investe vis-è-vis
i governi e le istituzioni europei
del tutto impreparati (meno un
paio) ad affrontarlo. E' quanto
mai opportuno che il nostro
governo si svegli subito perché
di tempo ne è rimasto, se è
rimasto, pochissimo, e se non
interverrà immediatamente
"scaricherà" i suoi, che poi
sono nostri, problemi con altre
tasse e, preso dall'affanno,
apporterà soluzioni raffazzonate
e costose senza risolvere la
nuova situazione che si pone di
fronte. Qualcuno si chiederà
come mai stiamo riproponendo
questo tema. Il motivo è molto
semplice. Primo, perché al
Symposium è stato oggetto di
una superaffollata conferenza
stampa e grande enfasi è stata
posta all'argomento. Secondo,
perché nel documento, molto
allarmato e allarmante, prepara¬
to dal Basel Committee on
Banking Supervision and
Government Affairs (gruppo dei
10) sull'anno 2000, veniva sol¬
levato un problema che. nei
prossimi mesi, disturberà il
sonno di tanti uomini di busi¬
ness e di governo, ovvero la
"Certificazione Y2K
Compliant": alcuni vendor indi¬
cano che i loro prodotti sono
2000 compliant mentre, in pra¬
tica, non lo sono affatto. Il titolo
del paragrafo è illuminante:
Certification.
Il tema della certificazione dei
prodotti, e delle applicazioni
software in genere, è certa¬
mente l'argomento che nel
prossimo periodo acquisirà la
maggiore visibilità. I motivi prin¬
cipali sono evidenziati dal docu¬
mento stesso. Cosa sta acca¬
dendo? La risposta è molto
semplice: come le aziende e gli
enti governativi, anche i fornito¬
ri di prodotti software hanno
iniziato con ampio ritardo ad
adeguare i propri prodotti e
sono ancora - quasi tutti - in
mezzo al guado. Gartner
Group ritiene che il 40 per
cento delle aziende nel
mondo - e la totalità dei
governi - non è andato oltre
la fase di una iniziale consa¬
pevolezza della crisi e di una
sua valutazione; tutti quanti
dovranno affrontare seri pro¬
blemi nelle loro applicazioni
critiche. In una ricerca pre¬
sentata al Symposium.
Gartner Group cita due cam¬
biamenti importanti per
poter affrontare con succes¬
so pianificazione e attuazio¬
ne dei progetti correttivi per
l'anno 2000 :
1 - la trasformazione dei pro¬
blemi anno 2000 in un pro¬
gramma ad ampio raggio di
"disaster recovery" richiede
il convinto supporto dei massi¬
mi livelli della direzione azienda¬
le e/o dei funzionari pubblici;
2 - la consapevolezza che i pro¬
blemi anno 2000 emergeranno
rima del 1° gennaio 2000
utti stanno intensificando piani
di emergenza per quanto
potrebbe succedere nel caso
un software non soddisfacesse
le esigenze anno 2000 entro il
periodo richiesto, e piani di ripri¬
stino da questo potenziale disa¬
stro Per fortuna, e contraria¬
mente a quanto si crede, il 1 °
gennaio 2000 non è la data limi¬
te entro la quale completare la
conversione. I problemi si pos¬
sono manifestare in tutti i casi
in cui verranno fatti calcoli e
transazioni che coinvolgano
entrambi i secoli, come nel
caso di contratti pluriennali che
hanno scadenze successive al
1 ° gennaio 2000, per non parla¬
re di pensioni, liquidazioni,
mutui, assicurazioni, sanità,
ecc. Non pianificare in funzione
del proprio THF (Time Horizon
112
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
to Failure) significa, per Gar-
tner Group, aumentare del
50% il rischio di problemi
relativi all'anno 2000 e piani¬
ficare in modo non corretto.
L'Europa, purtroppo, va al
rallentatore, si salvano solo
l’Inghilterra e la Norvegia. In
Inghilterra è stata costituita,
da due anni, una Task Force
2000, un organismo "spon¬
sorizzato" dal governo bri¬
tannico, la quale ha invitato
l'attuale governo laburista a
sfruttare il proprio periodo di
residenza dell'Unione
uropea per premere sui
responsabili dei diversi
Paesi della comunità e atti¬
vare iniziative capaci di mini¬
mizzare gli effetti dell'anno
2000
La Gran Bretagna, per questo
problema, è in una situazione
avanzata rispetto il complesso
dei Paesi europei.
Questo, però, non deve spin¬
gerla all'isolamento perché il
"2000" è un problema che
non conosce confini. Con la
probabile introduzione del¬
l'Euro in molti Paesi dell'UE. la
questione della gestione delle
date a otto cifre si fa sempre
più pressante ed è importante
che il governo britannico si fac¬
cia interprete con gli altri Paesi
europei dell'importanza del
problema e dell’urgenza di
affrontarlo.
Vediamo ora i benchmark di
Gartner Group. A Cannes è
stato presentato un modello,
denominato Compare, che
definisce una serie di criteri
per misurare lo stato di avanza¬
mento dei lavori nei progetti di
conformità alle date previste
con l'anno 2000. Questo
modello suddivide il progetto
anno 2000 in cinque livelli criti¬
ci che coprono l'intero ciclo di
modifica, dall'iniziale fase di
consapevolezza e di pianifica¬
zione alla piena conformità.
Secondo questo modello oggi
solo il 35% delle aziende, e
non parliamo degli Stati, è alla
fase modifica, nella quale
dovrebbero trovarsi già tutte le
aziende; tutte le altre sono in
ritardo. Più in particolare:
- il 25% delle aziende è al III
livello, ovvero hanno completa¬
to la pianificazione del proget¬
to, eseguito una programma¬
zione dettagliata, pianificato i
costi e assegnato al progetto
risorse e personale;
- il 5% è al livello IV: gli asset
tecnologici aziendali sono stati
quindi aggiornati per l'anno
2000, testati e certificati come
conformi e la totalità delle
soluzioni acquistate all'esterno
è stata programmata per esse¬
re conforme;
- meno del 5% è al V livello
con la conformità totale di tutti
gli asset tecnologici aziendali.
Ottenere la conformità, o la
certificazione, è una cosa
molto complessa. Entro la
prossima primavera il 75% dei
fornitori di servizi esterni che
svolgono attività di aggiorna¬
mento all'anno 2000 avrà con¬
tratti che li impegneranno
totalmente e quindi non sarà
disponibile. Sempre secondo
ricerche Gartner Group, le
organizzazioni S.l. che non
hanno raggiunto il livello III
prima dell'aprile scorso (si,
1997) entro l'anno 2000 si tro¬
veranno a dover affrontare una
quantità di problemi doppia
rispetto alle organizzazioni che
alla stessa data erano al livello
III. Questo discorso è valido
anche per il governo italiano, e
non solo quello come abbiamo
visto più in alto, Per ora fermia¬
moci qui.
Nel corso del 1998 affrontere¬
mo altre tematiche relative al
mondo IT, che certamente
interesseranno i lettori della
nostra rivista e tutti coloro che
operano nell'orbita dell’univer¬
so IT la cui pervasività coinvol¬
ge tutti noi.
DOVE & CHI -
Gartner Group Europe
Tamesis, The Glanty
Egham, Surrey TW20 9AW,
United Kingdom,
Tel. (44) 1784-431611
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Anti-Virus
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DOS
Windows 3.1
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I prodotti Edify Corporation sono distribuiti in Italia da Datamat SpA
Edify lancia il concetto di “self-service” enterprise con Electronic Workforce R5
La statunitense Edify Corporation annuncia di aver dato vita a una nuova strategia per estendere al mercato
enterprise soluzioni "self-service". Alla base c'è Electronic Workforce Release 5. una piattaforma software aperta.
ottimizzata per Windows NT. per soluzioni self-service avanzate.
di Francesco Fulvio Castellano
La missione di Edify è quella di
aiutare le aziende a costruire
relazioni forti con clienti e
dipendenti tramite soluzioni
self-service innovative e tecno¬
logicamente avanzate. Forse
con alcuni esempi si compren¬
de meglio il concetto. Negli
anni 70 arrivarono le pompe di
benzina "self-service'' e l'acqui¬
sto tramite Bancomat, un
servizio 24 ore. e cioè il
concetto "sometime,
somewhere”. Negli anni
80 "basta una telefona¬
ta" e diventa "anytime.
anywhere". La consacra¬
zione del self-service arri¬
va nei nostri anni '90 e
cioè con ''anytime,
anywhere, any way" E
mentre ci avviamo agli
anni 2000, con Internet
arriva il concetto di "pos¬
sesso" e, quindi, "anytime,
anywhere, any way, every-
thing": focalizzazione sul clien¬
te e sul dipendente, fare leva
sull'IT, il primo ed il migliore
vince. E' un fenomeno - ha
dichiarato Paolo Turriziam,
Marketing Manager di Edify in
ambito Datamat Spa di Roma,
nel corso di una conferenza
stampa - sorto da poco negli
USA che si sta sviluppando e
affermando anche in Europa e
ora in Italia. Si tratta di e-com¬
merce e phone-banking?
Anche, ma non è tutto.
Vediamo perché.
Gli elementi che compongo¬
no soluzioni self-service
sono: la nuova release per
Windows NT di Electronic
Workforce, il software di
punta della società, lo svi- ,.
luppo di soluzioni applicati- ■ •", * •
ve di electromc banking e
"human resource" in
ambiente Windows NT;
nuove partnership con
integratori e vendor di
tecnologie hardware e
software all'avanguar¬
dia sul mercato dell’IT. quali
Microsoft, Tandem e
Hewlett-Packard.
L'importanza strategica della
gestione dei rapporti con i
clienti sta dando vita a una
nuova generazione di appli¬
cazioni self-service che auto¬
matizzano, integrano e per¬
sonalizzano le interazioni tra
un'organizzazione e i propri
clienti e dipendenti Reso
popolare su vasta scala dagli
sportelli elettronici ATM e
dalla prima generazione di
prodotti telefonici IVR (Interac¬
tive Voice Responso), il self-
service sta vivendo una rapida
affermazione anche grazie al
successo di Internet e intranet.
Con l'annuncio di Milano, Edify
intende affrontare le sfide
che si presentano alle orga¬
nizzazioni Global 2000 nel
passaggio dalle soluzioni
puntuali verso le soluzioni
self-service integrate a livello
enterprise.
Alla base di tutta questa stra¬
tegia di tipo aziendale c'è
Electronic Workforce Relea¬
se 5. una importante nuova
versione del prodotto di
punta di Edify. Si tratta di una
piattaforma software
aperta, ottimizzata per
Windows NT, base di
riferimento di oggi e degli
anni a venire per i sistemi
operativi di tipo enterprise
E' un'architettura aperta ed
estesa, ha strumenti avan¬
zati di sviluppo visivo ed ha
la disponibilità su più vasta
scala di applicazioni di fascia
alta. Negli ultimi 12 mesi,
Edify ha annunciato e distri¬
buito innovative applicazioni
self-service nell'ambito dei
servizi finanziari e delle risorse
umane rivolte a mercati in gran¬
de espansione. Edify intende
estendere le proprie applicazio¬
ni Electronic Banking System
(EBS) e Employee Service
System IESV) all'ambiente
Windows NT. Le due soluzioni
sono indirizzate rispettivamente
ai mercati delle soluzioni self-
service per l'on-line banking e
gestione del personale via
Internet, intranet e telefono.
Edify intende collaborare con
aziende che condividono il suo
concetto di eccellenza tecnolo¬
gica e l'approccio all'open
enterprise computing: gli accor¬
di annunciati si aggiungono a
quelli già esistenti con Bell
South, Cambridge Technology
Partners. EDS, Fu|itsu, The
Hunter Group, NCR, People-
Soft, Pnce Waterhouse, SAP,
Trustmark, Unisys e Watson
Wyatt.
Edify Corporation, con sede a
Santa Clara (California), è forni¬
tore all'avanguardia di soluzioni
self-service utilizzate da orga¬
nizzazioni Global 2000 per rea¬
lizzare servizi via Internet, intra¬
net e telefono. Il software Edify
vanta, nel mondo, 1.450 instal¬
lazioni presso 850 importanti
aziende Datamat Spa, con
sede a Roma e distributrice dei
prodotti Edify, è una società
avanzata nell'ingegneria dei
sistemi e nello sviluppo e distri¬
buzione di soluzioni applicative
complesse. La società è a capo
di un gruppo con 1.250 dipen¬
denti e un fatturato di 210
miliardi nel '96 (previsti 250
miliardi per il ’97). Opera nei
settori banche, finanza, pubbli¬
ca amministrazione centrale,
telecomunicazioni, aerospazio e
difesa. I clienti italiani di Edify
sono: Banca di Roma, Ahtalia,
Servizi Interbancari, Airóne, LP.
Sogei e altri Nel mondo:
Chase, MCI, SigNETonline.
AT&T, b@nk, Sears. Nike, DHL,
Unisys, Oracle e H-P
Datamat
Via Laurentina 760,
00100 Roma,
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114
MCmicrocomputer n. 180-gennaio 1998
Pentium e Intuì trcùoe sano
Pentium
Notebook CF35 Panasonic
Il miglior rapporto fra tecnologia,
robustezza e leggerezza
L’insieme di questi tre elementi fanno del CF35 l'ultimo
ritrovato in materia di mobile computing, La più attuale
componentistica a livello di processore, schermo a LCD e batteria,
stata integrata in un notebook di moderna concezione, sottile e
leggero, senza trascurare gli aspetti di robustezza e affidabilità
grazie agli accorgimenti tecnici già sperimentati con successo
sugli altri notebook della linea Panasonic. Il cuore: processori
Intel MMX, ampi schermi a matrice attiva e batteria Ioni di Litio
di serie. L'anima: Cabinet LCD in magnesio, Hard Disk avvolto da
una soluzione di gel ammortizzante. Il look: solo 2 kg di peso e spessore
ridotto. Non vi è dubbio che il CF35 è il computer ideale per chi fa del notebook il proprio
strumento di lavoro quotidiano. jg% ^
Asti Est 0141 212979 • Bari DOM 080 5427344 • Grandale (CO) 2C Service 031 564919 • Roges di Rende (CS) IntoGral
New 0984395711 • Firenze Sileon Park 055 4360546 • Genova EES 0106140492 • Viareggio (LU) Aitar SSM 058448539
• Bucdnasco (MI) NCS 0245101514 • Milano Digital Media Int. 02 29406377 • DueEsse 02433652 • Equart 02,717097 ■
«onte. 02 48302205 • LEmmeci 0270630515 • Open Mind 0257301466 ■ Novara Sideros 0321 478270 • Pescara Inloland
085 692924 ■ Foligno (PG) Siaco 0742391110 • Pesaro EcoOit 0721 25089 • Roma Avim 068607280 • GD Gradata
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larello (TO) Tecno Ouality 011 6499138 • Mestre (VE) Progetto Informatica 041,972182 ■ Malo (VI) C-Dala 0445 580603
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Panasonic Italia Via Lucini. 19 20125 Milano Te). (02) 67881 Fax 6788253
coordinamento di Andrea de Prisco
Notizie dell'"altro mondo"
Apple e Microsoft “Unity” per un nuovo sistema operativo!
Rumori della grande rete o realtà? Comunque potrebbe
essere la svolta per il futuro dell’informatica personale...,
intanto consoliamoci con qualche indiscrezione e
poche novità in attesa di una sfornata per il MacWorld
di San Francisco.
di Paolo Cognetti
E se fosse tutto
vero?...
Passata la grande (e deludente) at¬
tesa per i mega-annunci di dicembre
(anche se la Apple smentiva, si sapeva
tutto già da tempo, basta leggere Mac
Corner di novembre) nei siti dei ru-
mours si torna a vociferare sui motivi
dell'investimento di 150M di dollari di
Microsoft nella società di Cupertino,
Fonti reputate da MaCity (www.ma-
city.it) molto attendibili cominciano a
parlare di una fusione tra WindowsNT
e Rhapsody per creare un super siste¬
ma operativo (Unity?...) in grado di gi¬
rare su piattaforme Intel e PPC e di
consentire alle software house di uni¬
ficare lo sviluppo degli applicativi Mi¬
crosoft ne trarrebbe immediati benefi¬
ci quali:
1) uscire dal mondo dei OS e con¬
centrarsi sullo sviluppo di applicativi
dal quale provengono sicuramente
profitti maggiori;
2) evitare tutti i guai con l'antitrust
per l'installazione di MS Explorer diret¬
tamente come parte di un sistema del
quale non sarebbe più proprietaria;
3) gettarsi a capofitto nel mercato
della rete globale.
Come scrive Fabrizio Frattim di Ma-
City "Fantasia o realtà soltanto il tem¬
po potrà dircelo."
Intanto dal 6 al 9 gennaio si svolge
quella che è reputata la più importante
rassegna riguardante il pianeta Apple:
il MacWorld Expo di San Francisco;
durante questa edizione potrebbe es¬
sere presentato il nuovo CEO di Apple
anche se il discorso iniziale sarà tenu¬
to da "sua maestà" Jobs; smentita ca¬
tegoricamente la presentazione dei
Network Computer, ci si consolerà
con l'uscita ufficiale di MacOS 8.1 e
con la presentazione, anche se in ver¬
sione sviluppatori, di QuickTime 3.0; i
NC saranno presentati ad aprile, come
affermato da Ellison in un discorso
all'università di Harvard, e avranno un
processore a 300 MHz, una scheda
Ethernet, MacOs e Netscape (???)
Nel frattempo (12 dicembre), il
sempre informatissimo MaCity ha dif¬
fuso la notizia che la Apple avrebbe
comunicato ai rivenditori di non accet¬
tare più ordini per la serie 6500 e sta¬
rebbe per farlo anche per i 4400, i due
Mac entry-level uscirebbero cosi di
produzione lasciando la fascia bassa
del listino coperta soltanto dalla serie
5500, cosa molto strana visto che non
ci sono nuove macchine home in vista
(ma sarà vera la smentita sulla presen¬
tazione dei NC al MacWorld?).
Portatili da corsa
Da un'anticipazione di Reality
IhttpV/www. macnn.com/reali tv/l si ap¬
prendono le prime indiscrezioni sui
nuovi portatili della Apple che dovreb¬
bero venire alla luce entro il primo
quadrimestre del 1998 anche se il si¬
gnificativo numero di unità presenti
nei laboratori di test fa sospettare una
presentazione per gennaio.
Saranno due macchine equipaggia¬
te con il microprocessore G3, la più
piccola (nome in codice Main Street)
avrà un clock a 233-250 MHz, un mo¬
nitor 12,1" FTN, 32 Mb di Ram, 2-3
GB di disco rigido e CD-ROM 20x
Il modello superiore (nome in codi¬
ce Wall Street) sarà in tre versioni con
clock da 250 e 292 MHz, con Bus di
Sistema a 60M Hz, 512 KB di Backsi-
de Cache, monitor TFT da 13 e 14 pol¬
lici in grado di visualizzare fino a 1024
x 768x24 bit, Ram da 32 a 64 MB, di¬
sco rigido da 4 a 5 MB CD-ROM 20x o
2x DVD Drive e scheda integrata con
modem 56k e Ethernet lObaseT.
Una notizia molto interessante, se
confermata dai fatti, è che i nuovi
PowerBook potrebbero avere una for¬
ma nuova molto vicina all'avveniristico
eMate e potrebbero essere prodotti
non solo nel classico grigio ma in più
colori.
Pico:
grafica professionale
Pico srl di Reggio Emilia, leader or¬
mai indiscusso per il software dedica¬
to ai professionisti dell'immagine, ci
propone tre nuovi pacchetti per la rea¬
lizzazione ed il trattamento di grafica
bidimensionale, tridimensionale e in
movimento.
116
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Il pezzo forte è sicuramente il nuovo
Bryce 3D, l'evoluzione di Bryce, il pro¬
gramma per la creazione di incredibili
paesaggi digitali; Bryce 3D aggiunge,
alle funzionalità tipiche di Bryce, la
possibilità di creare animazioni ed ef¬
fetti atmosferici in una scena, realizza¬
re scene 3D importando file in formato
DXF, 3DMF, OBJ realizzati da pro¬
grammi come Poser o Detailer e salva¬
re video in formato AVI, QuickTime e
QuickTimeVR di qualità professionale,
Tra le nuove caratteristiche troviamo:
cieli e nebbia ancora più realistici, pro¬
prietà volumetrica a texture per produrre
un'atmosfera penetrabile da oggetti, ca¬
mere o luci in movimento, lune con
mappatura reale, fasi lunari, stelle caden¬
ti, arcobaleni, movimento delle nuvole.
Della nota Extensis troviamo Phot-
Tools 2.0, una collezione di plug-in per
Adobe Photoshop con cui realizzare
effetti grafici per la stampa, il multi¬
media ed Internet.
La versione aggiornata presenta
nuove funzioni e strumenti tra cui:
PhotoText: nuova ed unica tecnolo¬
gia che permette di creare e modifica¬
re il testo aH'interno dell'immagine;
PhotoButton: per costruire pulsanti '
originali sulla base di 16 forme prede¬
finite e modificabili. Sono disponibili,
strumenti di controllo per la forma, il
colore e le luci che lo rendono lo stru¬
mento ideale per progetti multimediali
e per Internet;
PhotoCastShadow: per realizzare
ombre in modo interattivo e con un
controllo molto preciso.
Ultimo prodotto ma non meno im¬
portante, troviamo
il nuovo Alien Skin
Eye Candy per
Adobe After Effect
per la realizzazione
di effetti fantastici
su filmati e anima¬
zioni. Direttamente
derivato da Eye
Candy per Photo¬
shop, mette a di¬
sposizione 19 ef¬
fetti spettacolari tra
i quali: Superficie,
Vortice, Disturbo
HSB, Vetro. Strabi¬
co, Tremolio, Mola¬
tura Interna ed
Esterna, Prospetti¬
va, Incisione, Ri¬
flesso, Scontorno,
Fuoco, Fumo, Tessuto, Cromo, Effet¬
to Movimento, Stella e Negativo.
Per informazioni' Pico srl - Tel.
0522-440012 - \hllp://www piccTi\
Con Aleph
si “comunica”
La Aleph, azienda all'avanguardia
nel mercato italiano per networking &
communication, ha aperto due nuove
divisioni per meglio supportare i propri
clienti.
La divisione Intranet-Extranet-Inter-
net si occuperà della commercializza¬
zione di prodotti hardware e software,
dello sviluppo e realizzazione di pro¬
getti e della fornitura di servizi per le
aziende che intendano intraprendere
un'attività su Internet.
La seconda è la Mobile Computing.
Core business della neonata divisione
saranno la produzione di soluzioni ver¬
ticali che integrino tecnologie di rete
tradizionali, telecomunicazioni wire¬
less e mobile computing; la distribu¬
zione di prodotti Terze Parti (computer
palmari ed accessori) nonché la forni¬
tura di servizi a Utenti Finali e System
Integrator. A dirigere la Divisione Mo¬
bile Computing sarà Marco Ravelli,
che per molti anni si è occupato dei
settori mobile e telecomunicazioni per
Apple Italia
"La nascita di questa Divisione - ha
dichiarato Ravelli - è un passo quasi
"dovuto”. Infatti, in un momento co¬
me quello attuale in cui le distinzioni
tra i settori dell'informatica, del
networking e delle telecomunicazioni
diventano sempre più sfumate, la loro
interazione apre il campo a potenti si¬
nergie. E' logico quindi che chi come
Aleph può già vantare una lunga espe¬
rienza sia nel settore del networking &
commumcation di tipo "classico" che
in quello delle soluzioni Internet/lntra-
net, decida di integrare nei suoi pro¬
getti e nei suoi prodotti anche tecnolo¬
gie quali l'informatica palmare e le te¬
lecomunicazioni wireless."
Per informazioni;
Aleph srl Tel 050 89 81 11
ihtiDV/www.aiepninn]
Formattare tutto
e bene
ZIP, Jaz, Syquest, Bernoulli, Ma-
gneto Ottici, Dischi Rigidi, Disk Ar¬
ray. IDE, SCSI. Busi, Bus2, Sche¬
de SCSI aggiuntive. . MacOS, DOS.
Windows, Windows95... e chi più ne
ha più ne metta, il mondo delle me¬
morie di massa è sicuramente quanto
di più vasto e confuso ci sia nell'ambi¬
to dei personal computer e per for¬
mattare e verificare le varie tipologie
bisogna essere sempre pieni di utility
La Software Architects Ine. ci viene
ora in aiuto con due programmimi sem¬
plici ma potenti: FormatterFive e Disk
Drive TuneUp.
Il primo è la nuova versione del già
noto tool per imzializzare, partizionare,
ottimizzare e verificare dischi ad alta
capacità da utilizzare indifferentemen¬
te su sistemi Mac, DOS e Windows.
FormatterFive è in grado di ricono¬
scere e montare periferiche SCSI e
IDE collegate al busi, al bus2 o su
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
117
Mai Bendi 3.0 DlskMix
con un drive Zip
( onlÌHW«noor N«ikUi<l
t«n«iuiar<«>kftfuii
Cimi lìitk Din» Timt'p
schede SCSI di terze parti, supporta i
nomi lunghi di Windows95, e tutto
quanto è compatibile con lo SCSI Ma¬
nager 4.3 del MacOs.
Disk Drive TuneUp è invece una
nuova utility che dà la possibilità di ve¬
locizzare i dischi fino al 210% attraver¬
so l'utilizzo di cache del disco e in
RAM la cui ampiezza è completamen¬
te definibile dall'utente, è in grado di
formattare e verificare, anche in back¬
ground, oltre 300 tipi di drive magne¬
tici e ottici collegati a qualsiasi bus del
Macintosh ed è perfettamente compa¬
tibile con il MacOs 8.0.
Per informazioni:
Lead srl - Tel. 0332-870780
per discussioni elettroni¬
che, condivisione file e col¬
laborazione, interfaccia¬
mento di informazioni
aziendali critiche da data¬
base esistenti, accessi re¬
moti e servizi di informa¬
zioni online, invio di Fax,
messaggistica vocale su li¬
nee telefoniche end-line e
telefonia cellulare ETACS o
GSM e, a breve sarà dispo¬
nibile un gateway sviluppa¬
to dal distributore italiano per SMS
(Short Message su GSM).
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n
Anche il PowerBook
vede!
Per chi non può far a meno della vi¬
deoconferenza anche quando è in viag¬
gio, la iREZ Research ha realizzato una
piccola videocamera a colon completa
di scheda PCMCIA da utilizzarsi con i
PowerBook che supportano il protocol¬
lo Zoom Video (2400, 3400 e G3), il suo
Messaggistica
di prima classe
Con un parco installato di 5 milioni
di Client e di 20.000 server nel mondo,
è ormai riconosciuto a livello interna¬
zionale come il sistema di comunica¬
zione che consente il più ampio insie¬
me di connessioni utente, attraverso
piattaforme differenti, differenti Siste¬
mi Operativi (supporta Windows,
DOS, OS/2, Novell e MacOs e a bre¬
ve anche UNIX) e protocolli di rete.
Stiamo parlando di FirstClass, un
gestore di messaggistica e comunica¬
zione in grado di supportare protocolli
TCP/lP, IPX, AppleTalk e Modem (tutti
i tipi, inclusi TA ISDN) e di interfacciar-
si con Internet (SMTP, POP3 e NNTP).
Con la nuova release FirstClass Intra¬
net Server ha la possibilità di pubblica¬
re su WEB il contenuto di un server
FirstClass, di leggere e scrivere e-
mail, conferenze e documenti attraver¬
so qualsiasi browser WEB, funziona¬
lità questa che va ad aggiungersi alle
già presenti workgroup conferencing
nome è Kritter ed è grande più o meno
come una pallina da golf, è provvista di
due piedini che permettono di aggan¬
ciarla al monitor del portatile e si collega
allo slot Zoom Video attraverso una
scheda PCMCIA in grado di trasferire
30 fotogrammi al secondo in preview
mode senza interferire minimamente
sulla velocità dell'unità centrale che re¬
sta cosi libera di dedicarsi al software di
videoconferenza. La Kritter può inoltre
catturare filmati a 12-15 fps a una di¬
mensione di 320x240 pixel, è compati¬
bile con l'Apple Video Player e con i più
famosi software di videoconferenza co¬
me iVisit di BoxTop Interactive e CU-
SeeMe; viene venduta con iREZ Video
Player, Kai's Power Goo I .Ose, Kai's
Photo Soap e un software di videocon¬
ferenza basato su QuickTime.
La iREZ Research ha realizzato anche
una scheda PCMCIA, la CapSure PC
Card, con le stesse specifiche della Krit¬
ter Camera ma con un input video com¬
posito o S-Video compatibile con i se¬
gnali NTSC, PALe SECAM.
Per informazioni
\nrtp://www. irez. corri
Un turbo per il
browser
Navigare in Internet è cosa lenta e
snervante? Connectix Corp produttore
di QuickCam e Virtual PC ha realizzato
Surf Express, una utility che sfruttando
le più recenti tecnologie di caching e
proxy permette di accelerare MS Ex¬
plorer e Netscape fino al 36%.
Tre le tecnologie utilizzate FASTo-
re™ per la gestione della cache, Find-
Cache™ per cercare velocemente una
pagina tra le ultime visitate, SmartFet-
ch™ che aggiorna automaticamente in
cache le pagine visitate più frequente¬
mente.
Per informazioni:
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QuickTime fa 3.0
Sarà disponibile probabilmente con
Allegro (MacOs 8.5 o 9.0) entro il pri¬
mo quadrimestre del '98 ma la Apple
lo ha già rilasciato in versione beta
stiamo parlando di QuickTime 3.0.
In questa nuova versione gli svilup¬
patori di Cupertino hanno particolar¬
mente prestato attenzione a creare un
tool che abbracci un più ampio forma¬
to di file, ecco quindi il supporto per
AVI, OMF (Open Media Framework),
Digital Video, .WAV, AU. MPEG-1 and
BMP, questa è anche la prima versio¬
ne che offre pari potenzialità per i due
ambienti Mac e Windows95/NT.
Tra le funzionalità più appariscenti,
la possibilità di applicare effetti video
in tempo reale, e il supporto per alcu¬
ni acceleratori hardware.
Il web browser plug-in supporta ora
movie a risoluzione multipla in modo
da poter mettere a disposizione un fil¬
mato su Internet secondo la velocità
di connessione, è stato inoltre inte¬
grato QuickTime VR e possibilità
avanzate per il richiamo di URL diret¬
tamente con un click sul filmato.
Purtroppo molte delle nuove caratte¬
ristiche non saranno apprezzabili finché
non verranno scritte applicazioni che ne
sfruttino appieno le potenzialità.
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118
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diversi per l'arredamento • Libreria di oltre 1200
texture da associare ad ogni componente
dell'appartamento • Fotorealistici effetti di luce
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con effetto giorno o con effetto notte
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foto di ambienti • "Passeggiate"
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AVI • Visione del progetto
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... e Lari Software Ine.
arriva per prima
Il primo prodotto disponibile per
sfruttare le nuove capacita di QuickTi¬
me 3.0 per il web è Lightning
Draw/WEB 1,1
La nuova versione offre un alto con¬
trollo e strumenti sofisticati per la
creazione di filmati a basso transfer ra¬
te con la possibilità di ridimensionare
la finestra senza incremento di misure
del file.
Gli sviluppatori della Lari Software’s
hanno lavorato a stretto contatto con il
Developer Group di Apple per assicu¬
rare una compatibilità completa, cosi
le trasparenze, le sfumature a 32 bit e
altre potenzialità uniche in Lightning-
Draw/WEB sono pienamente suppor¬
tate da QT 3 0
Attraverso LightningDraw/WEB si
possono creare grandi background,
banner, illustrazioni e elementi interat¬
tivi senza che questi appesantiscano il
sito web con grande risparmio nel
tempo di download delle pagine stes¬
se.
Le immagini prodotte oltre che in
formato QT. possono essere esporta¬
te negli standard GIF, con un totale
controllo sulle trasparenze, il dithering
e le palette, e JPEG
Per informazioni:
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Con 3Dfx
si gioca che è
un piacere
Per gli amanti dei giochi più realisti¬
ci, TechWorks ha presentato una
scheda acceleratrice per
grafica 3D, la Power3D
card. Questa scheda non
sostituisce la scheda video
del Macintosh ma, inserita
in uno slot PCI, dialoga di¬
rettamente con essa e ac¬
celera notevolmente i gio¬
chi 3D trasformando il com¬
puter in una vera console
da gioco.
Basata su 3Dfx Voodoo
Graphics, la Power3D sup¬
porta i giochi su standard
QuickDraw 3DRAVE e
3Dfx, ha caratteristiche di
tutto rispetto, anche rappor¬
tandola alle cugine del pia¬
neta Windows, tra cui: correzione pro¬
spettica per un realismo avanzato, ri¬
duzione dell'effetto "pop-up" nella
composizione delle texture, riempi¬
mento dei poligoni ad oltre 45 mega-
pixel/sec, tracciamento di oltre 1 milio¬
ne di triangoli per secondo.
La scheda viene venduta con quat¬
tro giochi: Quake Episode 1 di Id
Software (Power3D 3Dfx), MechWar-
rior 2 di Activision (3DRAVE), VR Soc¬
cer di VR Sports (Power3D 3Dfx), e
Weekend Warrior di Bungie Software
(Power3D 3Dfx): altri giochi sono o sa¬
ranno a breve disponibili tra i quali:
MYTH, Carmageddon, Fighter Squa-
dron, Shattered Steel, FI8 3.0, Korea
Crisis, Unreal, Galapogos, Shadow
Warrior, Malice, Virtual Wings, MDK e
Falcon 4,0.
Per informazioni:
[mg /Avvvw r ecoworks coni
Sempre più Newton
Per i modelli 2000 e 2100 del tanto
bistrattato ma mai affondato Newton,
la EZShow Systems Ine. ha realizzato
due schede PCMCIA Type II in grado
di visualizzare 640x480 punti a 256 co¬
lori su un monitor VGA (EZ2VGA) o su
un televisore NTSC (EZ2TV); a breve
sarà disponibile una scheda con risolu¬
zione 800x600 e output PAL Le sche¬
de vengono sfruttate pienamente da
Avail PointPro di Pelicanware un pro¬
gramma di presentazione che con i
suoi strumenti per scrivere, disegnare,
creare tabelle e grafici statistici è in
grado di generare slide full color full
screen; l'outliner permette di organiz¬
zare in maniera semplice la presenta¬
zione che può essere direttamente
proiettata dal Newton o distribuita a
tutti con il Viewer compreso.
Nel pacchetto sono inclusi oltre 30
background e schemi predefimti, foto
e disegni possono essere importati da
Mac o da Windows senza problemi.
Per informazioni:
inp://www.ezsr>ow.con\
nttp-//www pelicanware coii]
Chi cambia nome
e chi casa
In onore al grande successo ottenu¬
to dai propri router di rete Netopia, la
Farallon Ine (www.farallon.com), ha
mutato la propria ragione sociale in
Netopia Ine. Prepariamoci quindi a
trovare questo nuovo m archio nel listi¬
no Alias II www alia siti già distributore
italiano dei prodotti Farallon La Qual-
comm |www quaicomm comi| produt¬
trice di quello che è sicuramente il più
utilizzato browser di posta elettronica,
Eudora, e di apparecchiature per la co¬
municazione senza file e satellitari, ha
acquisito la proprietà della Now
Software produttrice di Now Up-to-Da-
te e delle Now Utilities
Con questa acquisizione la Qual-
comm aumenta la propria forza di svi¬
luppo integrando nel proprio organico
tecnologia e personale di talento co¬
me ha affermato Jeff Jacobs, vice pre¬
sidente e generai manager di Qual-
comm Eudora Division
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escluso bri inclusa valide por il periodo indicato e possono
vaimi sema preavviso (causa cambiamenti di listino del prò
dunoie oppure per ouillarionl valutane) nessun punto vendi
la del Gruppo potrà essere ritenuto responsabile di eventuali
vaniamo) di prono e caraneristiche. I proni si intendono
salvo ertoli di slampa Vi preghiamo chiedere II pieno aggio»
nato prima delt'acgulslo
Windows CE Developer's Forum
Già alla sua prima uscita, l'incontro promosso da DS Group
si propone come punto d'incontro per la nuova ondata di
superclient.
di Leo Sorge
Arrivare sul mercato in tempo per es¬
sere protagonisti: quante volte le azien¬
de italiane hanno mancato delle opportu¬
nità? Per quanto riguarda il nuovo vento
di Windows CE, però, stavolta qualcuno
si sta muovendo per tempo. Sì tratta di
DS Group, che sta spingendo questo
nuovo obiettivo in tutti i settori: mercato,
informazione, formazione. Insieme ai
suoi partner ha messo in piedi una serie
di iniziative sull'argomento, partendo dal¬
lo Smau ed arrivando ad una intera mez¬
za giornata nell'ambito del Developer's
Forum. Il numero di iscritti all'evento del
27 novembre è stato cosi alto da costrin¬
gere la dinamica impresa ad aggiungere
una presentazione tenuta il giorno prima.
Per questa ed altre iniziative di DS
Group il punto d'incontro è sul web. al-
l'URL Iwww.enterprisece.coTnl Alcune
zone sono protette da password otteni¬
bile tramite la CE Card, un servizio dell'a¬
zienda. Tra le altre proposte va segnalato
l'interessantissimo catalogo IN ITALIA¬
NO di oltre 100 prodotti, che oltre agli
HPC e ai primi accessori hardware e
software comprende schede GSM, let¬
tori di codice a barre ed anche una solu¬
zione completa GPS (con hardware e
software). E' in fase avanzata di allesti¬
mento un laboratorio specializzato su CE
di stanza a Crema.
Il mercato aziendale
Windows CE 2 è un'occasione non so¬
lo per chi vuole aggiornare il proprio
hardware, ma anche e soprattutto per
tutte quelle aziende che non hanno an¬
cora avuto una vera informatizzazione.
Adesso potranno partire direttamente
con il piede giusto Per ora. infatti, il
prezzo e le caratteristiche dei nuovi HPC
in italiano con CE 2 (oltre 1,5 milioni di li¬
re) non sembrano adatti al mercato con¬
sumer tanto quanto lo sono per le azien¬
de.
I tool di sviluppo
Come da copione c'è stata una panora¬
mica dei tool di sviluppo disponibili, ovve¬
ro Visual Basic for Windows CE e Visual
C++ for Windows CE. Per entrambi verrò
messa in commercio un'estensione agli
ambienti tradizionali che farà riferimento
alla lista di API ridotta per CE 2 rispetto
agli altri prodotti Win32. Sul sito Microsoft
sono disponibili versioni gratuite della be¬
ta di entrambi gli ambienti, di dimensioni
intorno a 100 gigabyte (non è un errore),
non supportate (neanche da un manuale)
e non garantite, per cui è condivisibile la
scelta di DS Group di attendere i prodotti
supportati. Il Basic, completo di supporto
Active X, è più adatto alla realizzazione o
al porting di giochi, mentre i programmi
aziendali necessitano del C++ e delle
MFC per CE, disponibili con gli altri tool
Dal punto di vista tecnico è stata data
una certa descrizione di Obiect Store, il
motore database di Windows CE, e delle
API native per l'accesso ai dati in generale
e ad un sottosistema particolare per il da¬
tabase dei contatti Ricordiamo che
ObiectStore non va su scheda flash ester¬
na, ma solo sulla memoria locale
Attenzione alla piattaforma di sviluppo.
L'emulatore dell’HPC è infatti disponibile
solo su NT (Unicode come CE), per cui
Windows 95 (che è Ansi) può servire per
sviluppare codice ma il test va fatto ogni
volta sull'HPC. Inoltre gli emulatori per CE
1 e CE 2 non convivono, quindi bisogna
fare subito una scelta.
Apollo, CE nell'autoradio
Sono state presentate in anteprima le
novità in arrivo con la nuova versione 2 e
con i progetti collaterali. Nei piani di Mi¬
crosoft per Windows CE non ci sono solo
HPC, com'era noto: oltre all'embedded.
infatti, si parla di tre nuove piattaforme
dai nomi di Mercury, Gryphon e Apollo.
Mercury e Gryphon si propongono rispet¬
tivamente come fratello maggiore e fra¬
tello minore del noto HPC. Il primo è so¬
stanzialmente un HPC più grande: dispo¬
ne di più memoria, maggior numero di
colori per il display, funzioni aggiuntive in
ROM. Il secondo, pur essendo un dispo¬
sitivo programmabile, somiglia esterior¬
mente più ad un pocket organizer che ad
un HPC è ridotto nelle dimensioni (sta
nel taschino di una camicia), non dispone
di tastiera e presenta un set di funziona¬
lità limitato rispetto agli altri dispositivi,
andando sempre più verso quel wallet
PC sul quale il buon Bill Gates ci sta cate¬
chizzando già da diversi anni. Apollo meri¬
ta un discorso a parte, in quanto si rivolge
ad oggetti di tipo diverso, sostanzialmen¬
te elettrodomestici con display: l'interfac¬
cia utente si basa infatti su un 'Form Ma¬
nager' anziché sulle tradizionali finestre.
Apollo offre un nutrito set di API per le
funzionalità tipiche di un'autoradio, dai
controlli di volume alla sintonia radio, fino
al controllo di un lettore CD. Oltre a que¬
ste, possiede API per riconoscimento e
sintesi vocale, global positioning e Street
navigation. Non manca il supporto per la
comunicazione IR e wireless. Uno stru¬
mento del genere potrebbe facilmente
controllare le prestazioni dell'auto, imple¬
mentare le mappe ed il GPS e svolgere
ulteriori funzioni in maniera centralizzata.
DOVE fc CHI-
DS Group
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MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
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L'OMG (Object Management Group), entro la fine dell'anno, si pronuncerà in
merito al riconoscimento dell'Unified Modeling Language come standard
metodologico per l'analisi ed il disegno Object Oriented. Vediamo quindi di fare
un po’ di luce su quello che gli ideatori dell'UML hanno definito “linguaggio
universale per la modellizzazione dei sistemi software in ottica Object Oriented”
di Diana Marano
Negli ultimi cinque-dieci anni abbiamo as¬
sistito ad un vero e proprio ‘boom’ di meto¬
di, o metodologie, per l'Analisi e il Disegno
Object Oriented. Se all'inizio degli anni '90
queste metodologie erano poco numerose,
oggi sono diventate rapidamente più di cin¬
quanta. Ciascuna delle attuali metodologie
ha i suoi punti di forza e i suoi lati deboli e
può risultare particolarmente efficace per la
descrizione di un certo tipo di realtà Spesso
però, le differenze tra esse risultano pratica-
mente irrilevanti, in molti casi si riducono a
semplici questioni di terminologia, di nota¬
zioni o poco più. Queste differenze, per
quanto superficiali, sono comunque fasti¬
diose ed anche pericolose, basti pensare al
fatto che a volte utilizzando strumenti CASE
(Computer Aided Software Engineering )
non si riesce a interpretare in maniera uni¬
voca i modelli prodotti; una situazione che
ricorda veramente da vicino la stona della
Torre di Babele.
Per arginare il dilagare di metodi ultima¬
mente c'è stata un'inversione di tendenza e
si è cercato di fare un po' di ordine e di per¬
venire alla confluenza di metodi diversi, an¬
che allo scopo di soddisfare il più possibile
le esigenze di mercato; questo è stato il
motivo dell'elaborazione dell'ULM con l'o¬
biettivo di poter modellizzare il più vasto
spettro di realtà applicative.
In quest'ottica si sono mossi tre dei più
famosi protagonisti in ambito Object Orien¬
ted: Booch, Jacobson e Rumbaugh, sulle
cui metodologie si erano concentrati la
maggior parte non solo degli analisti, ma an¬
che degli investimenti. L'incontro tra questi
tre personaggi, che amano definirsi "/ tre
amigos", non è stato casuale. I loro metodi
infatti sono in un certo senso complemen¬
tari: OOSE ( Object Oriented Software Engi¬
neering) di Ivar Jacobson, basato com'è sui
'Use-Case'. ha dimostrato la sua forza so¬
prattutto per il Business Process Renginee-
ring e l'analisi dei requisiti, OMT-2 ( Object
Modeling Techmque-2) di James Rumbau¬
gh risulta invece particolarmente espressivo
nella progettazione dei sistemi informativi
che gestiscono un elevato volume di dati ed
infine Booch-93 di Grady Booch è il più
orientato alle fasi di disegno e di costruzio¬
ne delle applicazioni, specialmente quelle di
contenuto ingegneristico.
Nel 1994 è nato così il "Progetto UML”
con l’ingresso di James Rumbaugh nella
società Rational in cui Grady Booch ricopre
il ruolo di chief scientist . Lo studio congiun¬
to dei due ha prodotto l 'Unified Method che
verso la fine del 1995 è stato migliorato con
le idee di Ivar Jacobson, arrivato in Rational
con la posizione di vice president per il Bu-
smnes Engineering, in conseguenza all'ac¬
quisto dell'azienda svedese Objectory
in cui egli operava. Dopo quasi un anno
di lavoro, negli ultimi mesi del 1996,
viene messa a punto la nuova metodo¬
logia, che assume il nome di Unified
Modeling Language (UML versione
0 9) L'iniziativa è stata universalmente
apprezzata da un gran numero di
esperti di metodologie Object Oriented
e produttori di software, che vi hanno
aderito collaborando attivamente al mi¬
glioramento e all'ampliamento del-
l'UML. La prima versione ufficiale, la
1.0, è stata presentata nel gennaio del
1997 e gli autori, resisi conto della vali¬
dità generale del loro lavoro, hanno de¬
ciso di sottoporre l'UML allo OMG, co¬
si da farlo diventare un vero e proprio
standard Infine il 10 settembre 1997 la ver¬
sione finale di UML, la 1.1, è stata sottopo¬
sta all'approvazione dell'Analysis & Design
Task Force RFP-1 di OMG e di fatto UML
ha avuto un cosi ampio consenso da non la¬
sciare quasi dubbi sull'esito del verdetto
Cosa è oggi l'Unified
Modeling Language
Allo stato attuale dunque l 'Unified Mode¬
ling Language è più della semplice conver¬
genza dei lavori di Booch. Jacobson e Rum¬
baugh; presentato come "Metodo della Ter¬
za Generazione’ è in realtà un metodo eclet¬
tico che. oltre alle idee dei suoi autori, acco¬
glie quelle di numerosi altri metodologi: Da¬
vid Harel per i diagrammi di stato, Bertrand
Meyer per le pre- e postcondiziom, Sally Sh-
laer e Stephen Mellor per il Ciclo di Vita de¬
gli Oggetti, Rebecca Wirfs-Brock per re¬
sponsabilità e collaborazioni Alla stesura
della versione 1.0 dell'UML ha inoltre colla¬
borato una fitta schiera di altri studiosi, co¬
me: Peter Coad, James Odell e Ed Your-
don. Anche le grandi imprese dell'informati¬
ca mondiale, come Microsoft, Hewlett-
Packard seguiti da Oracle, Texas Instru¬
ments e Unisys, hanno aderito all'iniziativa
insieme ad IBM, anche se quest’ultima non
ne ha fatto grande pubblicità.
Vediamo con maggiore dettaglio in cosa
consiste la proposta metodologica del¬
l'UML: avete notato che dalla primissima
versione, quella proposta da Booch e Rum¬
baugh, ad oggi il metodo ha cambiato no¬
me? Inizialmente infatti era stato battezzato
Unified Method, ma successivamente si è
scelto di rinunciare all'appellativo di 'meto¬
do' per attribuirgli quello di 'linguaggio uni¬
versale'. La decisione è stata presa dai suoi
autori in seguito alla constatazione che " ave¬
re un solo processo universale buono per
tutti gli stili dello sviluppo non sembra pos¬
sibile e tanto meno desiderabile in quanto
ciò che va bene per un progetto probabil¬
mente è sbagliato per un altro' Invece
Figura 1 - Un sistema è descritto da un insieme di modelli
126
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Diagramma delle classi
Autore
Nome stimg
Eia mleget
Computer
Nome stiuig
Memory mleget
PC personale Computer
Bob Autore
Nome
Età-
Bob
33
Nome - IBM APTIVA
Memory ° 64
PC personale Computa
Nome IBM ThinkPad
Memoiy = 64
Figura 2 ■ Un esempio di diagramma delle classi e
del corrisponderne diagramma degli oggetti, con
istanze multiple di un oggetto
UML può essere usato per modellizzare
qualsiasi tipo di processo. Inoltre proprio
perché non sostiene una sola causa meto¬
dologica precostituita, ma ne abbraccia una
vasta gamma, esso può fregiarsi dell'appel¬
lativo di "universale": può esprimere signifi¬
cati di natura diversa, può essere impiegato
per descrivere realtà totalmente differenti,
proprio come un linguaggio di programma¬
zione può essere usato nei più svariati mo¬
di. Dunque gli autori propongono di avere
un processo, inteso come procedimento di
analisi e disegno, di tipo generale basato sui
'Use-Case', incentrato sull'architettura, ite¬
rativo e incrementale; i suoi dettagli però
vanno adattati alle peculiarità del dominio
applicativo in cui dovrà calarsi e alla cultura
dell'organizzazione a cui esso si riferisce.
Viste, diagrammi
e model element
Le caratteristiche fondamentali dell’anali¬
si Ob|ect Oriented sono: i concetti di svilup¬
po per componenti e di riuso del software,
la visione più completa del ruolo che i dati e
le funzioni, incapsulate in un'unica struttura,
hanno nel sistema e l'applicazione delle
stesse tecniche di astrazione nei passi di
analisi, design, ed implementazione, visti
come raffinamenti successivi di un unico
processo. Il beneficio che si ottiene è che il
numero di possibili errori di cattiva interpre¬
tazione dei documenti di analisi durante il
design, o del design durante l'implementa-
zione, si riduce di molto e, in fase di manu¬
tenzione. diventa anche più semplice preve¬
dere l'impatto che potranno avere le modifi¬
che richieste a livello di requisiti o di design.
Perché usare tecniche di analisi e dise¬
gno? L'obiettivo ultimo dello sviluppo del
software è la produzione di codice corretto',
la stesura di diagrammi che descrivano in
forma grafica il sistema che dobbiamo svi¬
luppare ha lo scopo di facilitare la compren¬
sione del problema, di inquadrarne meglio i
punti critici e di comunicare ad altri i nostri
risultati con un lin¬
guaggio comprensibi¬
le a tutti, nel caso
dell’UML appunto un
linguaggio universale.
L'analisi si concentra
su cosa il sistema
debba fare, il design
su come debba farlo;
in altre parole, nel la¬
voro di analisi occorre
modellare il proble¬
ma, non la sua even¬
tuale soluzione. Inol¬
tre nell'analisi di gran¬
di sistemi occorre
sempre considerare
le soluzioni dopo aver compreso, se possi¬
bile, l'intero problema. Questa schematizza¬
zione dei veri aspetti di un problema da ri¬
solvere aiuta almeno ad avere una vista di
insieme del sistema.
L'UML si compone essenzialmente di tre
parti: le viste, che mostrano i differenti
aspetti del sistema che stiamo modellando
e consistono di un insieme di diagrammi, i
diagrammi veri e propri, gra¬
fi che mostrano il contenuto
di una vista (UML ne preve¬
de 9), e Model element,
cioè i concetti object orien¬
ted usati in ogni singolo dia¬
gramma, come classi, og¬
getti, messaggi, associazio¬
ni, dipendenze, generalizza¬
zioni. Inoltre è possibile
espandere l'UML a uno spe¬
cifico metodo o processo o
adattarlo alle necessità di un
utente con commenti o
informazioni su ogni singolo
elemento del modello.
Come si sa il primo passo
per analizzare un sistema è
individuarne i requisiti es¬
senziali e gli obiettivi, in altre
parole fornirne l'analisi fun¬
zionale e dei requisiti. In ba¬
se a quanto viene rilevato in
questa fase, il passo succes¬
sivo è individuare le entità
che partecipano al sistema,
cioè, in termini Ob]ect Orien¬
ted, le classi astratte e quel¬
le concrete con le generaliz¬
zazioni e le specializzazioni
necessarie, e le loro respon¬
sabilità.
Nelle prime fasi dunque si
tende ad affrontare lo studio
di un problema da un punto
di vista più prettamente lo¬
gico. In questa ottica è uti¬
le la Use-case view, che
mostra appunto le funzio-
Figura 4 - Il diagramma degli sta¬
ti per un ascensore esso mo¬
stra tutti i possibili stati in cui gli
oggetti della classe ascensore
possono trovarsi ,
nalità del sistema come esse vengono
percepite dagli attori (utenti o altri sistemi)
esterni. I diagramma dei casi d'uso da cui
la Use-case view è composta, proposti da
Jacobson, forniscono una descrizione gene¬
rica dell'uso del sistema, cioè di ogni funzio¬
nalità implementata dal sistema, specifican¬
do le interazioni tipiche che ogni attore ha
con esso. Questa vista è fondamentale in
quanto proprio i suoi contenuti guidano lo
sviluppo delle altre viste e viene anche usa¬
ta per verificare se il sistema soddisfa real¬
mente le esigenze dell'utente.
La logie view aiuta a guardare dentro il
sistema e a descrivere come questo imple¬
menta le funzionalità desiderate e contiene
sia la descrizione delle strutture statiche
(classi, oggetti e relazioni), descritte dai dia¬
grammi delle classi e degli oggetti (fonda¬
mentali in ogni metodologia object oriented)
sia le collaborazioni dinamiche che intercor¬
rono tra i vari oggetti quando si scambiano
messaggi. La struttura dinamica è descritta
da una serie di diagrammi specifici: dia¬
grammi degli stati, in cui vengono mostrati,
con un modello simile a quello degli automi
Figura 3 - Un ’Use-Case’ diagram che mostra in maniera mollo sem¬
plificata un sistema informativo di un'agenzia di assicurazioni.
Sali»
Tnuc-ou
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
127
a stati finiti, tutti i possibili stati in cui un og¬
getto di una classe può trovarsi e quali
eventi provocano ogni cambiamento di sta¬
to, diagrammi delle sequenze, ereditati dalla
metodologia di Jacobson OOSE, e diagram¬
mi delle collaborazioni, che con una forma
grafica diversa mostrano la sequenza di
messaggi scambiati tra un insieme di og¬
getti e ciò che accade ad uno specifico pun¬
to dell'esecuzione del programma. Contri¬
buiscono alla logie view anche i diagrammi
delle attività, derivati dal Diagramma degli
Eventi proposto da Odell, che mostrano il
flusso sequenziale delle attività e sono tipi¬
camente usati per descrivere le attività svol¬
te da un'unità operativa
La Component view ò una descrizione
dei moduli che implementano il sistema e
delle loro interazioni: è principalmente indi¬
rizzata quindi agli sviluppatori e consiste di
diagrammi dei componenti, in cui viene ap¬
punto visualizzata la struttura fisica delle
componenti software.
La Concorrency view fornisce una
scomposizione del sistema in uno o più pro¬
cessi e uno o piu processori ed è utile per
un uso più efficiente delle risorse ed indi¬
spensabile nella descrizione di processi pa¬
ralleli e/o concorrenti. Ovviamente questa
vista è dedicata agli sviluppatori e agii inte¬
gratori di sistema e consiste nei diagrammi
dinamici usati nella logie view, nei diagram¬
mi dei componenti e nei diagrammi dello
sviluppo, in cui viene mostrata pro¬
prio l'architettura fisica del-
l'hardware e del software coinvolti
nel sistema.
Infine la Deployment view, composta
da diagrammi dello sviluppo, include uno
schema che mostra come i vari componenti
sono distribuiti nell’architettura fisica e per¬
ciò è indispensabile nello sviluppo di appli¬
cazioni in ambiente distribuito.
I tool CASE
Le più grandi ed esperte ditte produttrici
di tool CASE, come la Rational o la Platinum
Technology, hanno già presentato i loro pro¬
dotti a supporto dell'UML Prodotti come
Rational Rose e Paradigm Plus infatti esibi¬
scono il loro completo supporto a questa
metodologia
L'Umfied Modeling Language è stato in¬
teso come un processo generale, proprio
per questo nel manuale viene esso stesso
descritto attraverso un meta-modello che,
nell'intenzione degli autori, deve essere di
supporto a chiunque voglia sviluppare un
tool CASE che lo implementi.
Generalmente un tool CASE che si rispet¬
ti dovrebbe avere alcune caratteristiche
quali; essere in grado di comprendere il si¬
gnificato dei diagrammi che l'utente sta di¬
segnando, riconoscerne le regole semanti¬
che e sintattiche in modo da impedire un
uso non appropriato degli elementi del mo¬
dello: usare un repository comune in cui
vengano collezionate e mantenute con¬
Metodi e lin g ua gg i di modellizzazione:
qual è la differenza?
gruenti tutte le informazioni sul modello co¬
si da riportare per esempio eventuali modifi¬
che a un nome di classe in tutti i diagrammi
in cui essa compare: supportare la naviga¬
zione agevole tra diagrammi diversi sia per
seguire un particolare elemento sia per pas¬
sare da livelli di descrizione più generali a
quelli più particolari.
Un altro requisito dei tool CASE è la pos¬
sibilità di generare codice e di operare il "re-
verse engeneermg": a partire dalle informa¬
zioni collezionate nei diagrammi, il tool do¬
vrebbe essere capace di generare almeno
lo "scheletro", cioè la struttura delle defini¬
zioni di classi e dei metodi che comporran¬
no l'applicazione, in uno, ma possibilmente
anche in più di uno, dei linguaggi di pro¬
grammazione obiect onented più diffusi; il
tool deve essere anche in grado non solo di
produrre una descrizione in termini di dia¬
grammi e viste a partire da codice scritto in
uno dei linguaggi supportati, ma anche di ri¬
produrre i risultati espressi precedentemen¬
te con una delle metodologie previste, per
esempio Jourdon-Coad, in un'altra, per
esempio in UML,
I tool che ho nominato sono "multi-
method', implementano un gran numero di
metodi object oriented e quindi l'analista è
cosi libero di scegliere quello a lui più confa¬
cente ed eventualmente visualizzare i risul¬
tati prodotti anche con gli altri metodi.
Conclusioni
La tecnologia Obiect Oriented sta sem¬
pre più affermandosi sul mercato e sicura¬
mente i suoi punti di forza sono tanti. Come
si è visto un sistema è descritto da diversi
tipi di modelli, ognuno con uno scopo diffe¬
rente' il modello dell'analisi descrive le ri-
Si sente spesso parlare di metodi e di linguaggi di modeling ma qual è la vera differenza
tra questi due termini? Un metodo è una via esplicita per strutturare pensieri e azioni. Un
metodo forza l'utente a chiedersi cosa deve fare, come deve farlo e quando deve essere
fatto e quindi a stabilire lo scopo stesso della specifica attività. Un linguaggio di modelliz¬
zazione al contrario non ha istruzioni sul cosa, come e quando deve agire un processo.
Quando costruiamo un modello, in un certo senso, strutturiamo anche i nostri pensieri,
descrivendo esplicitamente lo scopo del sistema stesso. Un modello è espresso in un lin¬
guaggio di modellizzazione che consiste di notazioni e di un insieme di regole sintattiche,
semantiche e pragmatiche su come deve essere usato; la sintassi ci guida nell'uso dei
simboli, la semantica fornisce un significato ad ogni simbolo, le regole pragmatiche defini¬
scono il modo in cui costruire un modello, usando i simboli previsti, perché esso diventi
comprensibile e raggiunga il suo scopo.
Per usare bene un linguaggio di modellizzazione occorre imparare tutte le sue regole.
La forza dell'UML consiste proprio nell'implementare un linguaggio di modellizzazione e
non un metodo e di essere inoltre poco meno comprensibile di un linguaggio naturale.
chieste funzionali, il disegno trasforma i ri¬
sultati dell'analisi in soluzioni tecniche e via
di seguito. La veloce carrellata che abbiamo
fatto sull'UML vuole essere di stimolo per
ulteriori approfondimenti su questo linguag¬
gio "universale" che veramente può essere
usato per modellizzare qualsiasi tipo di pro¬
cesso.
Chiaramente non basterà approvazione
dell’OMG per rendere l'UML accettata da
tutti ma molto probabilmente sarà il merca¬
to stesso a decretarne il suo successo, «e
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
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.Salerno 06 V5151215.Sassari0789/2S716.Trieste 040/271339
Windows95... Perché voi NT di default?
R. Beh, se parliamo di PC professionali basati su
architetture 32 bit (Pentium II) non ha senso par¬
lare di Windows9x. Questo è un fatto. Inoltre NT è
più complesso da (pre)installare e necessita di un
supporto tecnico professionale che non tutti evi¬
dentemente sono in grado di offire. Questo è un
altro fatto.
D. Okay, ma allora niente giochini?
R. Gente, WindowsNT 4.0 (s.p.3) supporta anche il
DirectX! Il supporto multimediale è al 100%!
D. Così in famiglia tutti vorranno metterci le mani!
R. Ognuno avrà il proprio desktop e password...
D. È vero che un programma a 32 bit (es.
Photoshop, Lightwave, AutoCAD ecc.) gira più ve¬
loce sotto NT che sotto Windows95?
R. Definitivamente. E molti altri vantaggi.
D. Voglio un PC così proprio adesso!
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e dieci giorni in prova * direttamente a casa o pres¬
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askaj' tranne per le spese di trasporto. Tutti • prezzi IVA esclusa.
coordinamento di Corrado Giustozzi
Comdex Fall 1997
Come ogni anno prima del Natale
arriva la grande “Oktoberfest”
dell'Informatica. A Las Vegas si svolge
quella che è probabilmente la
maggiore “fiera” informatica
dell’anno: oltre 250.000 partecipanti,
centinaia di novità, una città
Jffa
yif
1 V |
L li
1 *wm
* ;fj«g
semiparalizzata dal traffico, alberghi che passano dai 99 dollari per
notte a oltre trecento, e solo per i quattro giorni del Comdex. Vale
Figura 1 - L'affollamento
nella prima giornata ha reso
il semplice "passeggio" una
esperienza degna di una
mattinata in palestra!
la pena? Cosa hanno vaticinato quest’anno i guru dell'Informatica?
Internet crollerà sotto il peso del suo stesso traffico?
di Sergio Pillon
I segreti del successo del Comdex?
Sicuramente uno è il luogo dove si svol¬
ge! Non sono molti i posti del nostro
emisfero che possano contemporanea¬
mente accogliere un simile evento dal
17 al 21 di novembre e dove allo stesso
tempo poter andare in giro in maglietta
Las Vegas è un enorme parco dei diver¬
timenti per adulti pochissimi i minoren¬
ni al Comdex, ed anche questa è una
caratteristica; mentre infatti è pieno di
ragazzi lo SMAU, ed anche il CEBIT di
Hannover, il Comdex Fall è quasi "solo
per adulti". Già, non è facile portare i fi¬
gli in una città dove devi avere 21 anni
solo per attraversare la hall dell'albergo,
o devi entrare al ristorante dalla porta di
servizio se ci vai con loro!
E quindi soprattutto addetti ai lavori,
venuti quest'anno per vedere il primo
Comdex organizzato dalla Ziff-Davis, or¬
mai davvero multinazionale della comu¬
nicazione nel mondo informatico, che
ha aggiunto questa mostra alla sua col¬
lezione di attività; ed alcune cose sono
già cambiate da questa edizione (fig. 1).
130
Domande e risposte
vecchie e nuove
Non sono le une le risposte alle al¬
tre. ma nuove domande ed opinioni
correnti, raccolte tra esperti ed analisti
che vedremo se si confermeranno o
smentiranno nel '98 Eccole in una car¬
rellata:
Java:
• 1996 Questo linguaggio "scrivi
una volta, esegui ovunque" arriverà co¬
me una tempesta
• 1997: Chi lo controlla e quanto è
robusto?
NC e NetPC:
• 1996: I cosiddetti "thin Client" so¬
no chiaramente una mossa pubblicitaria
• 1997 PC a basso prezzo, comple¬
tamente funzionali arrivano sul mercato
NT:
• 1996: I sistemi operativi per server
sono pronti per arrivare nelle aziende
• 1997 NT 5.0 arriverà pesantemen¬
te in azienda
Figura 2 - Bill, con un podio "discreto" Se avete la
pazienza di fare un confronto con lo scorso anno
qualcosa t'ha Imparata: la camicia ha i bottoncini
sul colletto, in questo modo non ha bisogno di un
ragazzo che lo rimetta a posto, come succedeva lo
scorso anno appena faceva buio In sala. Chissà se
la recente sentenza dell'antitrust è stato il motivo
per fare solo un lauto buffet per la stampa dopo la
presentazione invece della tradizionale conferenza
stampa? I giornalisti, si sa, a pancia piena sono
meno " cattivi"...
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Figure 3 - Eccolo II Ma¬
rine, ma la foto non gli
rende giustizia, un uo¬
mo con più torna nelle
dita delle mani di quan¬
to io non abbia nelle
cosce. Sicuramente
avranno tatto prove se
gli HPC possono esse¬
re masticati ed ingoiati
se si viene presi dal ne¬
mico...
per una presentazione dal tema "amo il
mio PC" non era male! Poi lo ha aper¬
to, ed era acceso, oohh del pubblico in
sala, ma poi quando ha tirato fuori dalla
tasca un HPC con Windows CE 2 0
aspettavamo tutti il lancio almeno in
platea, invece nulla! Però ha presentato
un applicativo per Handheld PC svilup¬
pato dal corpo dei Marine che serve
per "mantenere i suoi ragazzi vivi sul
campo di battaglia", Si tratta di un si¬
stema che usando un radio-modem
presenta con una interfaccia Web lo
scenario del campo di battaglia sulla
mappa del terreno, indicando anche i
buoni ed i cattivi (testuale!). Selezio¬
nando con la penna i cattivi si hanno le
informazioni (armamento, ecc.), indivi¬
duando dei nuovi cattivi si inviano le
informazioni alla base, che le rimanda
agli altri Marine. Inoltre si prende l'ico¬
na che rappresenta il proprio plotone, si
trascina nella nuova località e. arriva¬
no le informazioni sul percorso ma an¬
che sui pericoli connessi. Insomma, lo
scenario della battaglia su una intranet
specializzatissima. A proposito: come lo
portano a spasso l'HPC i Marine degli
Stati Uniti? In un beauty case, mimetico,
stagno, imbottito e con una batteria
grande quasi come l'HPC stesso.,
La cosa che ha colpito dell'interven¬
to di Bill e di tutta la presenza Micro¬
soft è stata la assoluta mancanza di ri¬
ferimenti a Windows '98. Sarebbe sta¬
to il posto giusto per annunciarlo, inve¬
ce nulla, neppure due righe nella cartel¬
la stampa La presentazione si è con¬
clusa con una demo dove un povero ra¬
gazzo ha aiutato Bill a mostrare come,
in una rete NT 5.0, staccando un PC e
collegandone uno "vergine", in pochi
minuti si riconfigura il tutto, automatica¬
mente, daH'installazione del sistema
operativo fino agli applicativi II ragazzo,
chiaramente sulle spine per l'importan¬
za della presentazione di un sistema in
fase di "alpha testing", in un paio di
momenti ha guardato il PC a mani giun¬
te (letteralmente: ha alzato gli occhi al
cielo e ha giunto le mani!), quando
sembrava si fosse bloccato. Curioso: di
tutti ho trovato le foto in sala stampa,
nessuna del ragazzo.
Il resto? NT 5 e Windows CE 2.0, in¬
sieme ad Exchange Server, una Micro¬
soft che dimentica il mercato consumer
per rivolgersi alle aziende? L'immagine
della Microsoft è stata risollevata ai
Uso commerciale di Internet:
• 1996: Il commercio elettronico sul
Web è una attività "marginale" per le
aziende
• 1997: Il valore delle transazioni
commerciali sul Web ha superato i 10
miliardi di dollari
Costruire i PC all'ordine del clien¬
te:
• 1996: Assemblare il PC all'ordine
darà un vantaggio competitivo
• 1997: Assemblare all'ordine e lo
standard della pratica commerciale
Costi/Valore della gestione del
PC:
• 1996: I PC diventano sempre più
cari da acquistare e costosi da mante¬
nere
• 1997 Gli investimenti esistenti
debbono essere protetti con una ge¬
stione migliore
La Banda passante:
• 1996 Non è sufficiente
• 1997 Ancora non è sufficiente
Browser:
• 1996: Microsoft ha preso uno spa¬
zio nel mercato
• 1997: Microsoft vuole almeno la
metà del mercato
ActiveX/CORBA:
• 1996: I compratori cercano di
orientarsi nelle differenze tecniche
• 1997 Riuscirà il DNA a mettere i,
postbruciatori ad Active X?
Figura 4 - Il centro di comunicazione della
Novell, 5.6 milioni di messaggi e la cosa stu¬
pefacente è che .. ha funzionato per tutto II
tempo, sempre affollatissimo. In primo piano
i lettori per il badge, per identificare chi usa¬
va la postazione.
Microsoft
Un evento nuovo curioso è stato
l'anticipo: quest'anno il Comdex è ini¬
ziato la sera prima con la presentazione
"fuori concorso" di Bill Gates (fig, 2).
venuto vestito come al solito per una
birra con gli amici. Chissà, forse la sera
a Redmond non si usano le giacche?
Una serata speciale per lui, nella
quale ha regalato ad ognuno dei circa
10.000 ascoltatori una maglietta con su
scritto "Amo il mio PC". E l'ogget¬
to della presentazione è stato pro¬
prio questo, i 10 motivi per amare
il PC. ad uno dei primi posti di Bill
il fatto che la sua casa è compieta-
mente controllata da PC e. qual¬
che volta funziona anche! Lo spet¬
tacolo è stato completato dall'arri¬
vo di un maggiore dei Marine, ve¬
ro, con tanto di inno che lo ha in¬
trodotto, uno di quelli con il collo
più largo della testa e con la giacca
della divisa che sembrava imbotti¬
ta con i giornali (fig. 3). La prima
cosa che ha fatto vedere è stato il
suo laptop, la seconda... il lancio
del laptop sul palco, seguito da
una serie di pestoni allo stesso;
131
Total Cost of PC Ownership
Figura 5 - Una diapositiva impressionante. Il costo
annuale di gestione di un PC per una azienda è
superiore a quello dell'acquisto e si paria di costi
che si npetono tutti gli anni
A Day In thè Life...
* X1W mMJN )OIS', «N OIG«M2A'IOM ANI) NttOJ
Desktop application* E-moil
Filo serve» occess Ability lo p»inl
Network application* (Oracle, IIS,...)
Ability lo be mobile (dial-in, web occess
of e-mail, workstation indopenòence, ...)
Documenl monogement
Corporate Information directory occess
Novell
Figura 6 - Un nuovo arrivato in azienda per lavora¬
re ha bisogno di tutto questo ed i controlli di ac¬
cesso. manutenzione, configurazione, ecc., deb¬
bono essere “globali".
miei occhi quando all'uscita, in una fila
pazzesca, ho chiesto al signore in jeans
davanti a me se sapesse qualcosa della
conferenza stampa. Gentilmente ha ti¬
rato fuori un foglietto e mi ha detto la
stanza. Poi l'ho rincontrato: era Steve
Ballmer, il numero due di Microsoft,
che pazientemente faceva la fila tra i
comuni mortali, senza scorte, vie pre¬
ferenziali. ecc. Quanti nel suo ruolo in
altre aziende lo avrebbero fatto?
Novell
Novell aveva messo su per il Com¬
dex una postazione con centinaia di PC
connessi alla rete per permettere l'uso
della posta elettronica a tutti i parteci¬
panti all'evento. Duecentocinquantami-
ia utenti, oltre un milione di messaggi
al giorno (fig. 4).
La presentazione dell'amministrato¬
re delegato di Novell, Eric Schmidt, "Il
nuovo volto del networking", ha intro¬
dotto. oltre che il punto di vista della
sua azienda, alcuni concetti interessan¬
ti. Il principale è stato un nuovo approc¬
cio alla sicurezza della rete, in cui non
esiste più, dall'arrivo dell'Internet "mo¬
derna", il concetto di sicurezza alla for¬
te apache, dove i cattivi sono fuori e i
buoni dentro. In effetti i concetti stessi
di intranet, extranet. Internet sono con¬
cetti artificiosi. La separazione, in parti¬
colare dall'arrivo del commercio elet¬
tronico, non è più cosi chiara e netta
Inoltre ogni persona in una azienda con
una rete ha bisogno di un PC configura¬
to ad hoc, e l'evoluzione del software
rende il costo totale di "gestione" del
PC molto superiore a quanto si imma¬
ginasse.
Una soluzione è il concetto di "per¬
sona digitale". Nella dimostrazione tre
simpatici tecnici, con uno show alla fra¬
telli Marx, hanno creato un nuovo am¬
ministratore delegato di Novell, che ha
trovato in pochi minuti un PC configu¬
rato per lui. con gli applicativi, la posta
elettronica, la sicurezza ed ogni volta
che si collegherà, anche da diverse
città dove la sua azienda è presente,
avrà sempre il suo PC davanti.
Fig. 7 - / cerchi concentrici della sicurezza e delle
applicazioni La rete del proprio gruppo di lavoro,
dell'azienda, delle aziende collegate, il mondo
■ esterno ", i clienti. Le tecnologie attuali consento¬
no tutto questo, il network del futuro e la scom¬
messa da vincere.
Insomma anche il PC diventa "vir¬
tuale": la configurazione è nella rete, la
rete è lo strumento. Fate un salto su
Inno://www noveii~còn1 per saperne di
più (figg. 5-6-7)
Per finire....
Almeno altre due cose mentano at¬
tenzione: innanzi tutto la sala stampa,
come al solito sponsorizzata da IBM,
aveva network computer (NC) alternati
ai PC tradizionali, con installati il Client
remoto di Windows NT 3.51, Netscape
Navigator e Word per Windows. Ho fat¬
to molte prove e mi sono sembrati ab¬
bastanza "robusti”, anche per un uso
da non esperti. Ogni tanto, inspiegabil¬
mente. si "piantavano" ed il tecnico
informava gentilmente che probabil¬
mente si trattava di congestione della
rete Che avesse ragione Bill Gates nel
dire che il NC non ha ragione di essere
senza hard disk?
La seconda "cosa" è Windows CE
2.0. La prima prova in Italia di un HPC è
uscita su MCmicrocomputer ormai un
anno fa, ma sono rimasto abbastanza
deluso dall'evoluzione avuta Innanzi
tutto gli HPC 2.0 per ora non sono an¬
cora in vendita, ed i costi si avvicinano
comunque a quelli di un PC di fascia
bassa II colore e un gadget che porta il
costo dello Sharp Mobilion a circa
1.700.000 lire, ma vedere una presen¬
tazione PowerPoint con il Mobilion col¬
legato ad un monitor esterno mi ha fat¬
to pensare ad una presentazione fatta
col Commodore 64! I font scalettati,
nessuna animazione, non si vedono le
sfumature di colore, insomma una pre¬
sentazione impresentabile.
Un oggetto da venditori, nel senso
dei "piazzisti" ovvero "field force”, co¬
me la chiamano gli americani, Se pen¬
sate che il Toshiba Libretto, un vero
Pentium 75 con Windows '95, era in
offerta a 2 200.000, il prezzo del Mobi¬
lion HPC o dell'HP sembrano davvero
eccessivi. D'altro canto CE nasce come
sistema operativo delle calcolatrici, del¬
le lavastoviglie e dei frigoriferi, non sup¬
porta l'ActiveX se non in minima parte
ed avrà una macchina virtuale Java. Mi¬
crosoft che non supporta Microsoft?
KB
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
"Effetto Stonebraker" per Informix
In Informix sono certi di avere un prodotto che può vincere il confronto
con qualsiasi concorrente e per meglio far comprendere la nuova
filosofia associata al loro Informix Universal Server hanno mandato in
campo il professor Michael Stonebraker.
di Giuseppe Cosarono
La storia recente ci ha insegnato che
non sempre il prodotto tecnologica¬
mente più avanzato risulta il vincitore
sul mercato; e chi meglio di Michael
Stonebraker, padre di Ingres, ha potu¬
to imparare questa lezione! Agli inizi
degli anni '80 ha avuto a disposizione
probabilmente il migliore sistema di
gestione di basi di dati relazionali ma,
per mille motivi, principalmente di
marketing, il prodotto non si è affer¬
mato come avrebbe meritato.
Grazie all'incontro organizzato dalla
Informix ho avuto modo, a fine set¬
tembre, di intervistare Michael Stone¬
braker e di rendermi conto di come sia
ben determinato questa volta a uscire
vincitore.
Devo ammettere che mi ha fatto
particolarmente piacere poter scam¬
biare alcune opinioni con il professor
Michael Stonebraker, sui cui libri ho
studiato qualche anno fa e che attual¬
mente riveste il ruolo di Vice Presiden¬
te e Chief Technology Officier di Infor¬
mix Software Ine.
Informix Universal
Server
La proposta innovativa della quale
Stonebraker si è fatto promotore con¬
siste nel nuovo sistema di gestione di
dati relazionale ad oggetti: Informix
Universal Server. Come ha spiegato
Stonebraker, i sistemi attualmente in
uso in molte realtà lavorative, come i
servizi finanziari e quelli Web, ma an¬
che i sistemi di entertainment, esigo¬
no in modo sempre più pressante un
aumento di performance in termini di
tempi di risposta, la possibilità di gesti¬
re tipi di dati sempre più complessi,
come quelli richiesti da applicazioni
multimediali, la possibilità di consenti¬
re un numero sempre più elevato di
accessi contemporanei ai dati ed infine
la possibilità di sfruttare le potenzialità
dell'approccio Object Oriented.
Per soddisfare queste richieste i
maggiori produttori di software per la
gestione delle basi di dati hanno volto i
loro sforzi nell'aumentare le capacità
dei loro prodotti. Accanto ai tradizionali
e tanto amati RDBMS ( Relational Data¬
Base Management System ), cosi facili
da usare, scalabili e forti di un linguag¬
gio di interrogazione semplice e poten¬
te come l'SQL, sono nati sistemi per la
gestione della documentazione in for¬
mato elettronico (EDMS, Enterprise
Document Management System), si¬
stemi per la gestione dei processi
aziendali (WFMS, WorkFlow Manage¬
ment System), sistemi per la gestione
e la manutenzione di siti Web o azien¬
dali (WCMS, Web-site Content Mana¬
gement System). Tutti questi sistemi
generalmente si appoggiano a RDBMS
tradizionali per la sola memorizzazione
degli attributi degli oggetti, per esem¬
pio per le chiavi di ricerca o per le de¬
scrizioni, mentre gli oggetti veri e pro¬
pri vengono ospitati in BLOB ( Binary
barge Ob/ect) del database o in file in¬
dipendenti. I collegamenti tra gli og¬
getti e i relativi attributi sono cosi ge¬
stiti dalle applicazioni.
Da questo scenario si sta rapida¬
mente evolvendo verso sistemi infor¬
mativi più integrati e ai database tradi¬
zionali si affiancano quelli che unifica¬
no la tecnologia relazionale con la tec¬
nologia ad oggetti per permettere la
gestione di dati complessi: è nata la
tecnologia relazionale ad oggetti e i
nuovi gestori di database sono detti
Object-Relational DataBase Manage¬
ment System (ORDBMS).
La proposta di Informix, di cui Stone¬
braker è il primo portavoce, consiste
proprio nell' "aprire le porte" della ge¬
stione dei dati alla visione Object
Oriented, che più facilmente di altre
consente la manipolazione semplice di
dati complessi, gli oggetti, senza però
rinunciare a tutti i vantaggi che la tec¬
nologia relazionale ha portato nella ge¬
stione dei dati. In questo modo il data¬
base diventa un "repository" di oggetti,
aventi proprietà e metodi cosi come
possono essere definiti con un lin¬
guaggio di programmazione Object
Oriented. al quale si aggiunge la fa¬
coltà di reperire le informazioni cercate
direttamente sfruttando le potenzialità
delle Query SQL. La complessità delle
ricerche che possono essere effettua¬
te aumenta notevolmente cosicché il
sistema stesso ne risulta enormemen¬
te potenziato.
Sulla base di questa idea è nato
Informix Universal Server, frutto del¬
la combinazione del database relazio¬
nale ad oggetti Illustra Server con
Informix-OnLine Dynamic Server
Informix Universal Server è un tipico
database aziendale capace di gestire
dati complessi multimediali, che ven¬
gono memorizzati e gestiti come og¬
getti nativi, salvaguardando il livello di
prestazioni richiesto dalle applicazioni
OLTP (On Line Transaction Proces¬
sing) e sfruttando a pieno la potenza e
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
133
Informix rinasce dalle proprie ceneri con una rivoluzione a tutto campo
Dopo i "disastri annunciati", ora si ripresenta a viso aperto: annuncia un investimento in conto
capitale pari a 50 milioni di dollari da parte di un gruppo di investitori guidato da Credit Suisse
First Boston, l'apertura di una linea di credito per 75 milioni di dollari e la vendita di proprietà terriere
per 60 milioni di dollari. Inizia bene il quarto trimestre mentre viene ribadita la "superiorità
tecnologica" della sua offerta, semplificata ora con un server unico.
di Francesco Fulvio Castellano
Dal tumultuoso mercato dell'IT ri¬
sorge l'Araba Fenice, Tanto è vero
che Informix, per ripresentarsi con
un nuovo volto alla stampa nazio¬
nale e ai suoi clienti perplessi, do¬
po quella negli USA, ha chiamato
l’incontro con un nome esotico e
indovinato: Progetto Phoenix (nulla
a che vedere con la capitale
dell'Arizona). Insomma, Informix,
dopo il disastro finanziario (e non
tecnologico) degli ultini 6/8 mesi
che la davano per spacciata, rina¬
sce dalle proprie ceneri e si ripre¬
senta totalmente cambiata: negli
uomini, finanziariamente, e nei
prodotti E i dipendenti, ahiloro,
sono passati dai 4.500 ai 3.600,
meno 900. Ma vediamo cosa e
come è successo.
Come tutti ora sappiamo, nessun guaio è venuto dai prodotti; i
guai seri sono venuti dalla gestione della società
Nell'aprile di quest'anno si era aperta la crisi per la negativa
posizione finanziaria e, in 100 giorni, è avvenuto il ribaltone in
quattro mosse: prima con il siluramento del vertice, CEO (Phil
White) incluso, e la nomina del nuovo presidente e CEO, Bob
Finocchio; poi é stato ristrutturato il
cash-flow e imposto un drastico ta¬
glio delle spese operative, in seguito
è stato costituito il nuovo team diret¬
tivo e. infine, sono state rinnovate le
offerte dei prodotti e da li, via al
nuovo corso.
Quindi, sistemato il passato, "e dopo
aver provveduto ai nuovi finanziamen¬
ti è arrivata la buona novella", come
ha dichiarato alla stampa Enrico Du-
rango, Amministratore Delegato di
Informix Software Spa, durante l'in¬
contro che si è svolto nella propria
sede di Cernusco sul Naviglio (Mila¬
no), presentando la "nuova faccia"
della società di Menlo Park, California
In Italia le cose non sono andate cosi
male 25 miliardi è il revenue, 7/8 mi¬
liardi di ordini entro la fine dell'anno, l'utile netto operativo e al
26% dopo i restatement, quindi un buon attivo anche se diffi¬
cile oggi definirlo con cifre esatte. Le prospettive per il futuro?
Eccole.
Dopo aver "sistemato" i risultati operativi e finanziari relativi
agli esercizi ‘94, '95, '96 e al primo trimestre '97, la società ha
reso noto di aver completato l’emissione di titoli azionari con-
Ennco Durango, Amministratore Delegato dì Informix Software
S p A , ospite della manifestatone
la scalabilità dell'architettura DSA (Dy-
namic Scatabte Archìtecture ), proprie¬
taria della casa di Menlo Park.
Abbiamo chiesto a Stonebraker il suo
parere sulle difficoltà che un utente di da¬
tabase tradizionali può incontrare nel pas¬
sare all'uso di un database Obiect Rela-
tional e ci ha completamente rassicurati:
è sicuramente necessario un certo sfor¬
zo di apprendimento ma questo si limita
al dover capire che con questa nuova
tecnologia è possibile manipolare anche
dati di tipo più complesso di quelli finora
trattati allo stesso modo degli altri, poi
tutte le conoscenze acquisite restano an¬
cora valide, ad esempio, per reperire una
informazione complessa si potrà per
esempio scrivere.
select id from images where
sunset(pìcture) and date > '01/01/1996'
dove images è un oggetto, cioè un
dato complesso.
In database Object Oriented puri ciò
non sarebbe chiaramente possibile
con il linguaggio SQL ma occorrereb¬
be navigare in un insieme di oggetti
per reperire quello con le caratteristi¬
che cercate.
Espandibilità
Le soluzioni possibili basate su
Informix Universal Server sono in
grado di soddisfare le necessità di
un'ampia gamma di ambienti di elabo¬
razione aziendali, si va dai sistemi di
Workgroup a semplici applicazioni di
DataWarehousing, agli OLTP di grandi
dimensioni fino ad Intranet e Web ap¬
plication.
Se poi le funzionalità di base non so¬
no sufficienti è possibile affiancare
una serie di altri moduli che ne esten¬
dono ulteriormente i campi di applica¬
zione; infatti con i moduli DataBlade,
che vengono inseriti direttamente al¬
l'interno dell'Umversal Server, è pos¬
sibile riconoscere e gestire con effi¬
cienza nuove tipologie di dati com¬
plessi con le relative funzioni ad essi
correlate.
Si può cosi ampliare il campo di ela¬
borazione dei dati ai testi, ai docu¬
menti, ai moduli per il DataWarehou¬
sing, alle applicazioni finanziarie, alle
applicazioni geospaziali a due e a tre
dimensioni e a tante altre ancora
Con un ORDBMS è in pratica possi¬
bile abbinare la componente di gestio¬
ne dei dati con quella di elaborazione
della logica applicativa, in pratica le
applicazioni stesse possono essere
contenute nel database; ad esempio,
è possibile con un semplice "restore"
installare una applicazione Web con
tutte le pagine HTML, i dati e la com-
134
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
vedibili privilegiati per un valore di 50 milioni di dollari tramite
tre investitori guidati da un'affiliata di Credit Suisse First Bo¬
ston. Questa operazione fa seguito all'investimento di capitali
per 40 milioni di dollari effettuato da Fletcher International e
comunicato lo scorso agosto.
A tutto ciò si aggiunge l’impegno dichiarato da parte di Bank
of Boston e Canadian Imperiai Bank of Commerce per l'aper¬
tura di una linea di credito del valore di 75 milioni di dollari per
la durata di due anni Nel frattempo Informix ha ceduto una
sua proprietà terriera a Santa Clara, in California, per un am¬
montare di 60 milioni di dollari. Tralasciamo tutte le altre ope¬
razioni di assestamento del terzo trimestre per dire che Infor¬
mix ha ammesso che gli errori commessi nei passati esercizi
hanno riguardato diversi aspetti e sono stati imputabili princi¬
palmente "a una non conformità rispetto le procedure della
società e all'applicazione di prudenti politiche di riconoscimen¬
to dei ricavi".
Che stile - e che contorcimento di parole - per dire che la fi¬
nanza allegra ha portato al disastro Le promesse di Bob Finoc¬
chio sono, nell’ordine: mantenere l'identità di Informix quale
produttore di database che si rivolge ai mercati specifici; conti¬
nuare a penetrare e a far crescere la base installata; aumenta¬
re la quantità di nuove licenze richieste da nuovi clienti; man¬
tenere la leadership tecnologica del prodotto; dare vita a un
forte canale NT; valorizzare i giusti rapporti di collaborazione;
trattenere e acquisire i giusti talenti e modificare la cultura
dell'azienda, dando nuova enfasi alla responsabilità individuale
e ai rapporti lavorativi a lungo termine
Nel frattempo è iniziato bene il quarto trimestre: sono stati si¬
glati contratti importanti con First Union Corp.. la sesta banca
degli Stati Uniti, con Komatsu, fornitore giapponese di servizi
e prodotti destinati all'industria, e con OnVillage. un Internet
provider specializzato in servizi "pagine gialle" per le imprese.
Infine, anche il VAR ModaCAD di Los Angeles ha scelto Infor¬
mix per sviluppare soluzioni di commercio elettronico e di data
warehousing destinate al settore della distribuzione.
Ad ogni buon conto. Informix ha semplificato la propria offerta
come vediamo di seguito.
La società di Menlo Park ha annunciato la semplificazione del¬
la propria linea di prodotti server per database. La scelta punta
a rendere ancora più esplicito l'approccio architetturale unifica¬
to per database che costituisce il nucleo dell'offerta dell'azien¬
da nonché a facilitare la comprensione e quindi l'acquisto dei
prodotti. L'azienda ha anche annunciato un'API comune che
permetterà di scrivere un'unica volta applicazioni che funzione¬
ranno su tutte le configurazioni di server Informix.
Da oggi commercializza un unico server, Informix Dynanuc
Server, con un menu di opzioni di configurazione integrate che
rispondono alle necessità di utenti che devono implementare
applicazioni OLTP, di data warehousing, per l'azienda distribui¬
ta nonché per la gestione di applicazioni per il Web e per il
coment management
Nucleo dell'offerta di Informix è l’innovativa Dynamic Scalable
Architecture (DSA) che, con un'architettura "parallela
everythmg" unica sul mercato, fornisce prestazioni ottimali in
qualunque ambiente e consente di sfruttare al meglio le risor¬
se hardware disponibili.
Tra i cambiamenti più importanti che Informix ha introdotto
nella propria linea di prodotti è incluso Informix Dynamic Ser¬
ver, conosciuto m precedenza con il nome OnLme Dynamic
Server. E’ il database Informix che supporta applicazioni per il
data warehousing Informix Dynamic Server ha cinque opzioni
di configurazione Advanced Decision Support Option, prece¬
dentemente inclusa in Extended Parallel Server; Extended Pa-
rallel Option in precedenza inclusa in Extended Parallel Sever;
MetaCube ROLAP Option, già nota come Informix-MetaCube;
Universal Data Option. in passato parte di Informix-Universal
Server, e, infine, Web Integration Option, in precedenza Web
DataBlade e Informix-Universal Web Connection.
Tra le novità è stato anche annunciato un nuovo Client Infor¬
mix unificato che consente agli sviluppatori di scrivere un'uni¬
ca volta le applicazioni e di implementarle su Informix Dyna¬
mic Server o su una qualunque delle sue opzioni
Questo garantisce agli utenti e agli sviluppatori la possibilità di
programmare facilmente attraverso una sola API e di imple¬
mentare qualunque configurazione server Informix senza do¬
ver scrivere o compilare nuovamente l'applicazione.
Per concludere, ora il motto e: "Informix: il database con il fu¬
turo costruito dentro". Speriamo per Informix che il passato,
sia passato.
ponente di logica applicativa. E' quindi
possibile estendere le capacità di base
del sistema tramite DataBlade svilup¬
pati ad hoc oppure scrivere delle pro¬
prie funzioni che possono essere utiliz¬
zate all'interno del database.
In definitiva si possono combinare
tra loro un'ampia gamma di moduli Da¬
taBlade predefimti e già sviluppati da
Informix o da produttori indipendenti
e, se proprio non si riesce a trovare
quello che ci serve, si possono sem¬
pre sviluppare in proprio dei moduli
DataBlade
Partnership
per offrire le migliori
soluzioni
Uno dei punti su cui Michael Stone-
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
braker ha particolarmente insistito
quando gli ho chiesto quali erano i
punti di forza di questo nuovo prodotto
è stata la politica di partnership. Infor¬
mix, già nel 1994, ha stabilito un note¬
vole passo avanti nella tecnologia as¬
sociata ai database con l'introduzione
della DSA (Dynamic Scalable Architec-
ture ), la tecnologia di processing paral¬
lelo alla base di tutti i prodotti Informix
che consente di sfruttare al meglio la
potenza degli attuali processori otte¬
nendo prestazioni e scalabilità elevatis¬
sime.
Con l'introduzione, alla fine del
1996, dell'Umversal Server, Informix
ha ritenuto valida la politica per la qua¬
le, per dare il meglio ai propri clienti, è
molto conveniente lavorare affianco ai
produttori leader riconosciuti dei vari
segmenti di mercato.
La filosofia è sufficientemente sem¬
plice, è praticamente impossibile per
un produttore poter offrire la migliore
soluzione in ogni campo e quindi è
preferibile stringere accordi di partner¬
ship con aziende i cui prodotti siano
complementari rispetto ai propri cosi
da offrire ai propri clienti soluzioni ve¬
ramente complete e soddisfacenti
Oltre quindi ad aver stretto partner¬
ship con i principali produttori di appli¬
cazioni, come SAP, Peoplesoft e Baan,
Informix collabora strettamente con i
maggiori partner hardware, integratori
di sistemi e VAR a livello mondiale per
assicurarsi che soluzioni proposte ai
propri clienti siano ottimizzate secondo
le loro esigenze.
Informix Universal Server è sicura¬
mente un ottimo prodotto, speriamo
che dopo aver investito molto in que¬
sta nuova tecnologia e nella sua diffu¬
sione dal punto di vista informativo e
culturale Informix riesca a raccogliere
il giusto successo dal mercato. MS
135
di Giuseppe Cosarono e Alessandro Ghiro
Salvalavista Computer 626 Beghelli
La presenza sempre più diffusa di
macchine e attrezzature informatiche sul
luogo di lavoro e nella vita comune sta
realmente cambiando il nostro modo di
vivere e di usare i sensi, come ad esempio
quello della vista. Infatti, di fronte ad un
videoterminale, il nostro cono visivo risulta
avere un angolo ridotto rispetto alle
normali attività e un’illuminazione
tradizionale può diventare persino un
fattore di disturbo per uno sguardo che
passa alternativamente dalla tastiera ad
un documento e successivamente allo
schermo.
E allora, utilizzando un detto ormai di uso comune, meglio prevenire che curare!
Le esigenze di lavoro o di altre attività
quotidiane impongono sempre più spes¬
so di passare molte ore davanti ad un
monitor E' necessario magari controlla¬
re ed interagire con un processo azien¬
dale. scrivere un articolo, redigere un do¬
cumento. creare o ritoccare un'immagi¬
ne con milioni di colori, sviluppare un
programma, impaginare una rivista o.
perché no, navigare sulla "rete delle re¬
ti" attraverso un mare di informazioni
rappresentate da pagine Web più o me¬
no animate e multimediali. Lo stress
provocato da tali attività spesso non ci
consente di mantenere uno stato di
"perfetta" forma; soprattutto gli occhi ri¬
sultano particolarmente affaticati per un
tipo di lavoro al quale magari non sono
abituati. Probabilmente l'evoluzione tec¬
nologica sta correndo più velocemente
di quanto possa adattarsi il nostro fisico
all'uso di nuovi strumenti e si vengono
quindi a creare situazioni e fenomeni fi¬
no a pochi anni fa completamente sco¬
nosciuti.
E’ illuminante a questo proposito eviden¬
ziare i possibili malesseri che sono previ¬
sti come conseguenza di un uso smoda¬
to o improprio di tali tecnologie: affatica¬
mento visivo o astenopia, disturbi mu¬
scolo-scheletrici, disturbi da stress, ec¬
cetera. In particolare l’affaticamento visi¬
vo può essere caratterizzato da: bruciore
agli occhi, lacrimazione, secchezza, fo¬
tofobia (ovvero fastidio alla luce), visione
annebbiata o sdoppiata e cosi via.
Recependo le direttive presenti nel de¬
creto legislativo 626/94, che passa da
una visione tecnico-normativa della sicu¬
rezza ad un approccio basato sulla pre¬
venzione e sulla gestione comune della
sicurezza e della salute, la Beghelli ha in¬
trodotto sul mercato Salvalavista Com¬
puter, una lampada, o meglio, un diffu¬
sore elettronico, studiato e realizzato ap¬
positamente per illuminare tutte le po¬
stazioni di lavoro che fanno uso di video¬
terminali.
Salvalavista Computer
La lampada Salvalavista Computer o, co¬
me riportato sulla sua confezione, il dif¬
fusore elettronico luminoso a luce com¬
binata, si presenta come una "tavoletta"
di 47 cm di larghezza, profonda 24 cm e
spessa poco più di 5, che va appoggiata
sopra al monitor. La lampada è costituita
da materiale termoplastico che gli confe¬
risce una notevole leggerezza ed ugual¬
mente da' un senso di robustezza e pra¬
ticità d'uso. Salvalavista Computer na¬
sce da un progetto portato avanti dalla
Beghelli insieme al Centro Ricerche
FIAT con il fine di arrivare ad un prodotto
che fosse conforme con tutti gli stan¬
dard ed i requisiti tecnici più importanti
La lampada è corredata da un alimenta¬
tore esterno mentre l’interruttore di ac¬
censione è integrato sul retro del diffu¬
sore, facilmente accessibile anche quan¬
do la lampada è montata sopra al moni¬
tor del proprio personal computer
Salvalavista Computer è dotata, se la
consideriamo una lampada, o è dotato,
se lo chiamiamo diffusore, di tre sorgen¬
ti di luce calibrata studiati per non provo¬
care riflessi sul monitor del personal
computer ed per creare il giusto contra¬
sto di luce tra l'ambiente circostante ed
il monitor stesso, I diffusori laterali sono
estraibili e permettono di adattare Salva¬
lavista Computer a tutti i videoterminali
che vanno dai 14 ai 21 pollici in maniera
semplice e veloce; infatti non si può par¬
lare di una vera e propria procedura di in¬
stallazione visto che il tutto si esaurisce
nelTappoggiare la lampada sul video, re¬
golare i diffusori e collegare l'alimentato-
136
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
re ad una qualsiasi presa di corrente: il
tutto si svolge in meno di un minuto.
La luce emessa da Salvalavista Compu¬
ter è stata studiata in maniera tale da
non abbagliare e da evitare i fastidiosi ri¬
flessi che spesso nascono da sistemi di
illuminazione inadeguati. Il manuale ri¬
porta che gli occhi devono essere al li¬
vello del bordo superiore del video; se si
rispetta questa indicazione la luce diffu¬
sa dalla lampada non raggiunge mai di¬
rettamente gli occhi. Tuttavia questa im¬
postazione consigliata non è quella che
viene istintivo assumere, che è invece
quella col monitor leggermente inclinato
verso l'alto in modo che lo sguardo
dell'operatore cada a perpendicolo verso
il centro dello schermo. In quest'ultimo
caso, però, la luce delle lampade riflessa
dalle alette disturba la vista; in effetti
quando al computer si è seduta mia fi¬
glia abbiamo dovuto regolare lo schermo
del monitor inclinandolo leggermente
verso il basso per evitare che la luce le
raggiungesse direttamente gli occhi. Al¬
lungando opportunamente le alette ante¬
riori si poteva risolvere semplicemente
questa eventualità, non obbligando
I operatore ad assumere la posizione
con schermo perfettamente verticale
che spesso non è quella più naturale. Sia
ben chiaro comunque che stiamo parlan¬
do di inclinazioni di pochi gradi, e quindi
con un minimo di attenzione si riesce
sempre a trovare la posizione giusta.
Impressioni d’uso
Devo confessare che prima di provarla
ero un po' scettico sulla reale funziona¬
lità della Salvalavista Computer ma, una
volta posta sopra al monitor del mio
computer, mi sono ricreduto. La caratte¬
ristica che mi ha maggiormente colpito è
la praticità e la comodità che deriva
dall'avere la tastiera ed i lati del monitor
illuminati; consultare un documento e
nel frattempo continuare ad utilizzare il
computer in queste condizioni risulta
particolarmente pratico, specialmente
per me che generalmente lavoro in una
stanza poco illuminata.
In effetti la Salvalavista serve soprattutto
laddove si lavori in penombra, dato che
attenua efficacemente l'eccessiva diffe¬
renza di luminosità fra il monitor e la scri¬
vania; ciò che in modo empirico si fa co¬
munemente utilizzando una sorgente di
luce indiretta quale una lampada da scri¬
vania puntata verso il muro o il soffitto
della stanza. E' invece molto meno utile
in un normale ufficio, dove la luminosità
ambiente è di solito molto elevata e
spesso già di tipo diffuso, e dunque non
vi è realmente necessità di illuminare ul¬
teriormente lo spazio di lavoro attorno al
monitor.
E' comunque molto semplice trovare la
giusta regolazione dei diffusori laterali a
seconda della dimensione del monitor o
di dove si preferisce avere le due luci la¬
terali.
Per quanto riguarda l'affaticamento della
vista posso solo riportare le mie impres¬
sioni personali derivate dall'uso del diffu¬
sore per alcuni giorni, restando a volte
anche diverse ore di fronte al monitor.
Sono miope, ma non troppo, porto gli
occhiali e spesso davanti al monitor li tol¬
go perché non li ritengo necessari visto
che da una distanza di 45-80 cm riesco a
lavorare tranquillamente senza affaticare
la vista. Se però devo leggere qualche
documento particolarmente lungo, dopo
un po' mi ritrovo sempre più distante dal
monitor e il mettermi poi gli occhiali di¬
venta quasi obbligatorio. Questo metti e
togli gli occhiali, almeno nel mio caso, è
sicuramente diminuito dopo l’installazio¬
ne della Salvalavista Computer e la sen¬
sazione generale è stata sicuramente di
maggior riposo dal punto di vista visivo.
Illuminazione interni con luce artificiale
All'Interno della problematica "valutazione del rischio per i lavoratori addetti all'uso di VDT" introdotta dal decreto legislativo 626/94, un set¬
tore di particolare rilevanza assume l'illuminazione del posto di lavoro. L'illuminazione è infatti una importante variabile per il benessere fisi¬
co e psichico dei lavoratori, che può condizionare l'affaticamento visivo degli addetti ai VDT. Al riguardo le norme legislative nazionali vigen¬
ti indicano, come al solito, solamente delle prescrizioni minime a carattere generico cui attenersi. Cosi il decreto legislativo 626/94 (art.58 e
All. VII) enuncia che i posti di lavoro a VDT per essere conformi devono avere una "illuminazione generale e/o specifica (lampada di lavoro)
atte a garantire un’illuminazione sufficiente ad un contrasto appropriato tra lo schermo e l'ambiente, tenuto conto delle caratteristiche del
lavoro e delle esigenze visive deH'utilizzatore."
In modo analogo il DPR 547/55 (art. 28-32) e lo stesso 626/94 (art. 33 comma 8) prevedono solamente indicazioni generali:... sufficiente vi¬
sibilità. ... adeguata illuminazione artificiale, ecc.
Sono quindi ancora le Norme Tecniche che vengono in ausilio come riferimento tecnico qualificato per dare le linee guida operative. Ad
esempio, le raccomandazioni UNI 10380 prevedono per gli uffici i seguenti limiti di illuminamento:
Il luogo di lavoro con utilizzo di VDT dovrà es¬
sere conforme sia per quanto riguarda l’illu¬
minazione del locale (l'illuminazione naturale
dovrà avere una superficie illuminante com¬
presa tra 1/8 e 1/5 della superficie del locale:
l'illuminazione artificiale può essere integrati¬
va ma non sostitutiva a quella naturale ed
avere una intensità d'illuminazione dei posti
di lavoro tale che il totale derivante da luce
naturale e/o artificiale sia compresa tra 300 e
750 lux), sia per il corretto utilizzo dello scher¬
mo e della struttura ad esso collegate (giusta
regolazione della luminosità dello schermo
per creare il giusto contrasto tra il monitor e
l'ambiente circostante, assenza di riflessi,
corretta inclinazione dello schermo rispetto agli apparecchi illuminanti, ecc.)
Infatti, oltre all'adeguata intensità della luce (illuminamento) del locale di lavoro, altri parametri fondamentali da associare per valutare la qualità
della illuminazione del luogo di lavoro sono: l'assenza di abbagliamento, il colore della luce, a distribuzione delle ombre
In ogni caso una buona visione varia da soggetto a soggetto anche se è garantita da una illuminazione corretta dal punto di vista quantitativo e
qualitativo e questo fa comprendere ancora meglio come possa essere complesso un progetto di illuminazione di interni con luce artificiale.
APPLICAZIONI
APPARECCHI
CONSIGLIATI
TIPO DI AMBIENTE
ILLUMINAMENTO lux
Uffici
Open Space
Apparecchi con coppa
Incassi orientabili
Saving
Incassi schermati
Comfort serie 7/8
Apparecchi singolo
o a sistema di file continue
Apparecchi a luce D/l
Min.
Med
Max.
Uffici generici
dattilografia,,
sale computer
300
500
750
Uffici per disegnatori
e per proqettazione
500
750
1000
Sale riunioni
300
500
750
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
137
Considerazioni sulla 626/94 e i videoterminali
Nel decreto legislativo 626/94 non si chiarisce in modo inequivoca¬
bile come si deve realmente comportare il datore di lavoro che vo¬
glia attenersi alla legge. Molti infatti sono i dubbi che pervadono so¬
prattutto il campo di applicazione. In forza deH'art.51 l'applicabilità
delle norme viene ad essere esclusa in tutte le situazioni in cui l'uti¬
lizzo del VDT (videoterminale) non duri almeno quattro ore consecu¬
tive giornaliere, dedotte le interruzioni, per tutta la settimana lavora¬
tiva, il che esclude i casi in cui il lavoratore utilizzi sistematicamente
e abitualmente il VDT per numerose ore al giorno ma non per quat¬
tro ore consecutive oppure lo utilizzi per più di quattro ore al giorno
consecutive per tutti i giorni della settimana escluso uno, per esem¬
pio il venerdì. Per attenuare la portata di questa limitazione introdot¬
ta in Italia, si è tentato di operare un distinguo tra lavoratore e posto
di lavoro: si è sostenuto cioè che alcune norme sui VDT si appliche¬
rebbero ai posti di lavoro muniti di VDT a prescindere dal tempo di
utilizzazione del VDT da parte del lavoratore.
Inoltre come debbano essere calcolate le 4 ore di lavoro al VDT ?
Si può ritenere che occorra riferirsi ai tempi di effettiva utilizzazione
dell'attrezzatura munita di VDT e non anche di mera vicinanza all'at¬
trezzatura ?. E I tempi di attesa dalla risposta del sistema elettroni¬
co sono da considerarsi a tutti gli effetti tempo di lavoro ? A questo
Introduzione alla 626/94
Negli ultimi anni numerose direttive europee riguardanti la tutela
della sicurezza nei luoghi di lavoro sono state recepite dalla legi¬
slazione nazionale.
Senza dubbio le novità più importanti sono state introdotte dopo
l’emanazione della Norma europea con il decreto legislativo 19
settembre 1994 n°26 (D.Lgs. 626/94).
L'entrata in vigore di questo decreto (1° luglio 1996 per le grandi
aziende e 1° gennaio 1997 per le piccole aziende) ha portato ad
un radicale cambiamento di filosofia nell'ambito della sicurezza
sul lavoro. Se prima infatti la sicurezza veniva gestita solamente a
partire dalla fase esecutiva del ciclo produttivo, con questo decre¬
to la programmazione della sicurezza inizia già nella fase proget¬
tuale di inizio.
Si è passati cioè da un approccio "puntuale e specifico"(ad ogni
precisa azione lavorativa comportante un rischio infortunistico la
legge prevedeva un preciso obbligo di sicurezza) ad uno “organiz¬
zato e preventivo" (il datore di lavoro deve attuare un autocontrol¬
lo della sua area gestionale mediante una autovalutazione dei ri¬
schi preventiva e pianificata).
Lo strumento più importante in questo senso viene fornito dall'ar¬
ticolo 4 del D Lgs. 626/94: "... Il datore di lavoro, in relazione alla
natura dell'azienda ovvero dell'unità produttiva, valuta ... i rischi
per la sicurezza e per la salute dei lavoratori ...ed elabora un do¬
cumento contenente:
a) una relazione sulla valutazione dei rischi per la sicurezza e la sa¬
lute durante il lavoro, nella quale sono specificati i criteri adottati
per la valutazione stessa,
bl l'individuazione delle misure di prevenzione e di protezione e
dei dispositivi di protezione individuale, conseguente alla valuta¬
zione di cui alla lettera a);
cl il programma delle misure ritenute opportune per garantire il
miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza. "
La valenza di ciò è enorme, poiché ci troviamo di fronte ad un
principio rivoluzionario: non sono più infatti gli organi di vigilanza o
le norme a determinare ciò che deve essere fatto nell'azienda al
fine di garantire la sicurezza, ma è il datore di lavoro medesimo,
eventualmente coadiuvato dall'esperto della sicurezza, e ciò in ba¬
se a verifiche tecniche ed ad una valutazione specialistica.
In quest'ottica innovativa si inserisce anche la prevenzione della
ed ad altri quesiti in sospeso si è tentato di dare risposta in sede
nazionale (Circ. Ministeriale n° 102/95) e in sede europea, ma a tut¬
to oggi il problema è fermo alla Corte di Giustizia della CE In caso
di contenzioso sarà ancora una volta l'organo giudiziario competen¬
te a decidere la causa (eventualmente coadiuvato dal parere del
medico competente) a decidere di volta in volta in merito alla speci¬
fica situazione di fatto
Per quanto riguarda il posto di lavoro, le prescrizioni giuridiche
dell'allegato VII del D.Lgs. 626/94 vengono integrate opportuna¬
mente dalla “Norma Tecnica", e riescono cosi a quantificare nume¬
ricamente dimensioni, distanze, altezze e quant'altro serve per defi¬
nire operativamente il problema. È bene sottolineare che le Norme
Tecniche (UNI nazionali, CEN europee, ISO mondiali) sono stru¬
menti a carattere volontaristico, l’uso dei quali è consigliato ma non
imposto dalle leggi vigenti.
In quest'ottica validi riferimenti per gli addetti ai lavori possono es¬
sere le Norme UNI EN ISO 9241 "Requisiti organici per il lavoro di
ufficio con VDT", le UNI 8582 "Sedili e sgabelli", le UNI 9095 "Mo¬
bili di ufficio, tavoli per VDT, dimensioni", le UNI 10380 "Illumina¬
zione interni con luce artificiale", le CEI EN 60950 “Apparecchiatu¬
re per la tecnologia dell'Informazione", ecc.
sicurezza all'interno di unità produttive in cui si faccia uso di at¬
trezzature munite di videoterminali(VDT).
Utilizzando lo specifico settore dei videoterminali, il D.Lgs. 626/94
va a riempire un vuoto legislativo enorme, perché è la prima volta
che una legge sulla sicurezza sul lavoro si occupa di un posto di
lavoro dotato di computer. Le disposizioni del decreto (contenute
nel Titolo VI "Uso di attrezzature munite di videoterminali" art
50-59 e nell'Allegato VII, successivamente integrato dal DL
242/96 e dalla Ordinanza Ministeriale 102/95) si possono cosi rias¬
sumere:
(art 51) definizioni
* videoterminale: uno schermo alfanumerico o grafico a pre¬
scindere dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato;
* posto di lavoro: l'insieme che comprende le attrezzature mu¬
nite di videoterminale, eventualmente con tastiera ovvero altro si¬
stema di immissione dati, ovvero software per l'interfaccia uomo-
macchina. gli accessori opzionali, le apparecchiature connesse,
comprendenti l'unità a dischi, il telefono, il modem, la stampante,
il supporto per documenti, la sedia, il piano di lavoro, nonché
l'ambiente di lavoro immediatamente circostante.
Campo di applicazione
nel definire il lavoratore al VDT come "colui che utilizza un'attrez¬
zatura munita di videoterminale in modo sistematico ed abituale
per almeno quattro ore consecutive giornaliere, dedotte le interru¬
zioni di cui all'art.54, per tutta la settimana lavorativa", il legislato¬
re ha automaticamente stabilito il campo di applicazione soggetti¬
vo del DL 626/94
Obblighi del datore di lavoro:
il datore di lavoro, come specificato nelle note introduttive di illu¬
strazione della 626/94, dovrà effettuare la valutazione del rischio
della propria unità produttiva munita di VDT (analizzando la condi¬
zione di igiene ambientale, qualità dell'aria, microclima, illumina¬
zione, rumore, radiazioni, le componenti psicosomatiche del lavo¬
ro di ufficio, come stress, aspettative professionali, motivazioni
ecc., le caratteristiche organiche delle attrezzature di lavoro, lo
stato di integrità fisica degli operatori al VDT ecc.) e in base al ri-
138
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
L 'orientamento del monitor
è importante: Alessandra è
abbastanza correttamente
posizionata rispetto all'as¬
se dello schermo ma ha la
luce negli occhi. France¬
sco non ha problemi di lu¬
ce ma è decisamente trop¬
po in alto. La posizione di
miglior compromesso sarebbe quella intermedia
Iper avere lo sguardo più perpendicolare al monitor
ma non la luce negli occhi).
Conclusioni
Purtroppo l'entrata in vigore del DL
626/94 non ha portato tutti quei frutti ipo¬
tizzati dal legislatore. Infatti pochi sono
stati i datori di lavoro che hanno provve¬
duto, in seguito alla valutazione dei rischi
effettuata per la propria unità produttiva,
ad adottare soluzioni preventive di sicu¬
rezza in merito ai lavori che prevedono
l'uso di videoterminali.
Le motivazioni di questo insuccesso van¬
no ricercate prin¬
cipalmente nella
presenza all'inter¬
no del decreto le¬
gislativo 626/94
di un numero ec¬
cessivo di pre¬
scrizioni di carat¬
tere meramente burocratico, che hanno
avvolto il contesto generale in uno spirito
troppo formale: alla sostanza operativa
(sostituzione sedie, scrivania, ecc. non or¬
ganiche; miglioramento della condizione
di illuminamento, adeguamento del posto
di lavoro, ecc.) si sono via via sostituite le
sole "produzioni cartacee" Un altro "vali¬
do" motivo di questo insuccesso risiede
spesso nella mancanza di sensibilità dei
datori di lavoro, accentuata dal fatto (itali¬
co destino!) che in assenza di controlli
solo in pochi hanno la volontà di effettua¬
re esborsi economici per migliorare la si¬
curezza dei posti di lavoro.
Ma non disperiamo! Sicuramente, a pre¬
scindere da tutte le leggi, norme UNI
ecc. lo spirito di iniziativa personale e la
convinzione interiore che con la propria
salute non si può scherzare (perché si vi¬
ve una volta sola), garantiranno alla fine
una corretta gestione dei luoghi di lavoro
da parte di tutti, anche perché tutto som¬
mato, con pochi accorgimenti di preven¬
zione in più (e il buon senso per usarli in
modo corretto), non è poi cosi difficile la¬
vorare sicuri.
Tornando dunque all’oggetto dell'articolo,
a chi serve in definitiva? Principalmente a
chi lavora per molto tempo col computer
stando in ambienti poco illuminati o in pe¬
nombra, ovvero... ai programmatoriI An¬
che in casa, dove il computer è spesso
relegato in un angolino poco confortevo¬
le, il diffusore trova una ottima collocazio¬
ne permettendo di migliorare sensibil¬
mente la qualità del lavoro. Probabilmen¬
te risulta invece poco utile proprio nei tra¬
dizionali ambienti lavorativi, soprattutto
se di tipo open space, dove c'è fin troppa
luce ambiente e la Salvalavista non può
certo cancellarla. 535
sultato di tale valutazione dovrà, eventualmente, adottare le pro¬
prie misure di prevenzione per ovviare ai rischi riscontrati.
Misure di prevenzione da adottare:
(Art 53,56,57)
La definizione delle "appropriate misure di prevenzione" stabilite
dal D.Lgs. 626/94 riguardo i posti di lavoro muniti di VDT non è cer¬
tamente esaustiva, poiché le indicazioni concernenti sono tutte di
carattere generico e mancano di riferimenti concreti sui quali basar¬
si per rendere effettivamente operativo il contenuto del decreto. In¬
fatti il datore di lavoro dovrà:(art 53)
* assegnare le mansioni e i compiti lavorativi comportanti l'uso
dei VDT anche secondo una distribuzione del lavoro che consenta
di evitare il più possibile la ripetitività e la monotonia delle operazio¬
ni in particolare per quanto riguarda
* le misure applicabili al posto di lavoro
* le modalità di svolgimento delle attività
* la protezione degli occhi e della vista
* assicurare ai lavoratori una formazione adeguata (art. 57), infor¬
mare preventivamente i lavoratori e il loro rappresentante per la si¬
curezza (figura introdotta dal DL 626/94 per dare un peso contrat¬
tuale nel rapporto datore/lavoratori dal punto di vista sicurezza sul
lavorol dei cambiamenti tecnologici che comportano mutamenti
nell'organizzazione del lavoro.
* Oltre a ciò il datore di lavoro dovrà rispettare i diritti del lavora¬
tore stabiliti dall'art. 54, farlo sottoporre a sorveglianza sanitaria ed
adeguare il posto di lavoro secondo le indicazioni degli articoli 58 e
59.
Diritti dei lavoratori a VDT (art. 541
Il lavoratore al VDT ha diritto ad un'interruzione della sua attività
mediante pause ovvero cambiamento di attività. Le modalità di tali
interruzioni saranno stabilite dalla contrattazione collettiva, anche
aziendale.
* In assenza di una disposizione contrattuale riguardante l'inter¬
ruzione di cui sopra il lavoratore comunque ha diritto ad una pausa
di 15 minuti ogni 120 minuti di applicazione continuativa al VDT
* Le modalità e la durata delle interruzioni possono essere stabi¬
lite contemporaneamente a livello individuale ove il medico compe¬
tente ne evidenzi la necessità
* È comunque esclusa la cumulabilità delle interruzioni all'inizio
e al termine dell'orario di lavoro
* Nel computo dei tempi di interruzione non sono compresi i
tempi di attesa di risposta da parte del sistema elettronico, che so¬
no considerati a tutti gli effetti tempo di lavoro, ove il lavoratore non
possa abbandonare il posto di lavoro
* La pausa è considerata a tutti gli effetti parte integrante
dell'orario di lavoro e, come tale, non è riassorbibile all'interno di ac¬
cordi che prevedano la riduzione dell'orario di lavoro
Sorveglianza sanitaria: (art. 55)
* Prima di essere sottoposti al lavoro al VDT, gli operatori addet¬
ti dovranno essere sottoposti ad una visita medica da parte del me¬
dico competente, figura introdotta dal DL 626/94, nominato per sin¬
gola unità produttiva con il compito di svolgere gli accertamenti sa¬
nitari preventivi e periodici dei lavoratori, per evidenziare eventuali
malformazioni strutturali ed ad un esame degli occhi e della vista.
* Qualora l’esito della visita medica ne evidenzi la necessità, il
lavoratore è sottoposto ad esami specialistici. In base alle risultanze
degli accertamenti di cui sopra i lavoratori vengono classificati in:
a) idonei, con o senza prescrizioni
b) non idonei
* I lavoratori classificati come idonei con prescrizioni ed i lavora¬
tori che abbiano compiuto il 45° anno di età sono sottoposti a visita
di controllo con periodicità almeno biennale
* Il lavoratore è sottoposto a controllo oftalmico a sua richiesta,
ogni qualvolta sospetti di una sopravvenuta alterazione della funzio¬
ne visiva, confermata dal medico competente.
* La spesa relativa alla dotazione di dispositivi speciali di corre¬
zione in funzione dell'attività svolta è a carico del datore di lavoro.
Adeguamento dei posti di lavoro con VDT (art. 58-59-all.VII)
Gli adeguamenti devono essere conformi all'allegato VII
Se in base alla valutazione dei rischi il datore dovesse riscontrare
una mancanza di sicurezza per i lavoratori dovuta ad incongruenza
del posto di lavoro, allora essi dovranno venire conformemente ade¬
guati (le scadenze fissate sono indicativamente il 1° gennaio 1995
per i nuovi posti di lavoro e il 1° gennaio 1997 per quelli vecchi).
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
139
coordinamento di Corrado Giustozzi
Il modem, la tua voce
Da tempo i modem sono delle periferiche multifunzione che assolvono a compiti
diversi dal solo invio e trasmissioni dati. La prima funzione “nuova" è stata quella di
usare il modem anche come fax, per poter spedire e ricevere fax direttamente sul
computer, senza il fastidio di un apparecchio esterno.
Ma le implementazioni più interessanti si sono avute con gli ultimi modelli in
commercio, dotati della funzione “voice”. Essa consente al modem di distinguere le
chiamate in arrivo ed in partenza su tre basi distinte: dati, fax e voce. Se per le prime
due non ci sono più segreti, la terza è una comoda feature ancora poco usata: a che
serve avere a casa un modem che riconosca la voce? Serve ad avere un telefono
vivavoce ed una segreteria telefonica efficientissima, ma non solo: in questa maniera
la segreteria diventa anche servizio di messaggeria vocale o fax, con la possibilità di
di Enrico M. Ferrari
caselle vocali, fax in remoto e molte altre
funzioni.
Abbiamo fatto un viaggio all’interno del
mondo delle segreterie digitali, scoprendo
come è possibile utilizzare un apparecchio
quale il modem per eliminarne altri due,
guadagnandoci in prestazioni.
La vecchia segreteria
telefonica
A casa in genere accanto al modem
abbiamo la classica segreteria telefoni¬
ca. il primo "gadget" telefonico in asso¬
luto che è arrivato parecchi anni fa nelle
nostre case. In seguito molti hanno an¬
che comprato il fax, ponendosi però dei
problemi: come fare a distinguere le
chiamate in arrivo quando sono fuori ca¬
sa, cosa lasciare acceso, fax o segrete¬
ria?
Si vendevano all'epoca degli apparec-
chietti da montare sulla presa, che a se¬
conda della chiamata in arrivo smistava¬
no la chiamata al fax o alla segreteria.
Erano poco pratici e furono presto sor¬
passati dalle
segreterie-fax
integrate, co¬
modi apparec¬
chi che riuni¬
scono in un solo involucro fax e segre¬
teria telefonica commutando automati¬
camente dall'uno all’altro. Molto como¬
di, ma cari, ancora oggi questi oggetti
costano facilmente intorno al milione.
Ecco che con la telematica arrivano i
modem: dato che devono essere attac¬
cati alla linea telefonica, perché non far¬
gli fare tante altre cose oltre a trasmet¬
tere dati?
Il consiglio che si può dare oggi a chi
deve acquistare un modem è che si
orienti direttamente su una fascia alta; il
risparmio, su un costo totale decisa¬
mente abbordabile, sarebbe comunque
irrisorio, meglio quindi prendersi un mo¬
dem che vada a 33.600 bps o oltre, che
trasmetta fax e che abbia la funzione
"voice", non ci sono dubbi.
I vantaggi
Un modem/fax/voce ha molti vantag¬
gi e qualche inconveniente, ma la bilan¬
cia pende decisamente a favore dei
vantaggi.
I fax vengono trasmessi velocemen-
140
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
L'unica e principale finestra dì Trio Suite un tavolo dal quale scegliere le opzio¬
ni della segreteria .
La finestra di MediaPlayer. una integrazione di Trio Suite per leggere ed utiliz¬
zare file da varie sorgenti audio e video.
te: gli apparecchi da tavolo, anche quelli
moderni, normalmente trasmettono e
ricevono solo a 9600 bps, contro i
14.400 di qualsiasi modem/fax a poco
prezzo. Un vantaggio che si traduce in
minori tempi di trasmissione e quindi di
costo totale, sempre che il vostro desti¬
natario possa ricevere fax a 14.400.
I fax sono più "puliti" perché trasmet¬
tendo e ricevendo da un modem vengo¬
no saltati sia lo scanner di partenza che
la carta termica in arrivo, cosicché i vo¬
stri fax saranno molto più nitidi. Inoltre,
dato che sono archiviati sull'hard disk,
sono praticamente eterni: ne potete
stampare quante copie volete o sempli¬
cemente visualizzarli a video e, se vole¬
te, cancellarli senza sprecare preziosa
carta.
La segreteria telefonica è soggetta al¬
le stesse critiche: a meno che non ab¬
biate una segreteria che registra su
chip, i messaggi lasciati sulla cassetta
sono spesso disturbati dai rumori della
registrazione, quando non è proprio la
cassetta vecchia a renderli inascoltabili.
Facendo arrivare invece le telefonate
sul vostro hard disk eviterete un sacco
di problemi di qualità, ed avrete un
completissimo registro su data, ora e
durata della chiamata. Inoltre i program¬
mi a corredo dei modem/fax/"voice"
permettono di creare le caselle vocali,
in modo che possiate guidare chi vi te¬
lefona in un completo sistema di rispo¬
sta, per avere ad esempio informazioni
selezionabili da menu vocali, che funzio¬
nano con i telefoni a toni; le stesse ca¬
selle vocali sono applicabili ai fax, per ri¬
chiedere la trasmissione remota e diffe¬
rita di diversi documenti.
I modem "voice" prevedono l'uso di
un microfono, che può anche essere in¬
tegrato, e l'output verso due altoparlan¬
ti: se avete una scheda sonora potete
collegare l'output vocale del modem
all'entrata audio della scheda per avere
l'audio del modem direttamente sugli
altoparlanti che già adottate per le altre
applicazioni.
Svantaggi
Il più grande svantaggio è che per
avere una segreteria telefonica digitale
sempre in funzione dovete tenere sem¬
pre acceso il computer ed il modem,
naturalmente anche quando andate via
di casa. In più deve sempre far girare il
Particolare di Winfax in fase di riconoscimento del modem, vengono evidenzia¬
te le caratteristiche utili per Winfax stesso "
La segreteria telefonica TalkWork in funzione, tutte le funzioni sono utilizzabili
clìccando sulle parti della segreteria.
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
141
dem: dalla solita applicazione "Modem"
basterà infatti selezionare la seconda
linguetta, "Diagnostica", che vi presen¬
ta la situazione delle porte seriali pre¬
senti. Se ora selezionate la COM che
volete interrogare, e premete "Informa¬
zioni addizionali", Windows 95 avvierà
un sistema di interrogazione del mo¬
dem collegato, e dopo alcuni secondi vi
fornirà l'elenco delle feature del vostro
modem. In questa maniera potete sa¬
pere tutto del modem: nome, modello,
velocità e parametri di funzionamento.
E' anche un modo per capire quali sono
le caratteristiche del vostro modem, se
ve ne regalano uno senza scritte o riferi¬
menti esterni.
Un altro sistema per controllare le
porte seriali ed i modem ad esse colle¬
gati è presente nell'applicazione "Siste¬
ma". cliccabili sempre da Pannello dì
Controllo. Andate sulla linguetta "Ge¬
stione Periferiche" e scegliete "Mo¬
dem", se poi premete "Proprietà” avre¬
te subito il quadro completo sul modem
selezionato.
Se avete dei problemi con i modem e
le porte, provate a rifare l’installazione,
avendo però l'accortezza di rimuovere
prima il modem installato: questo si fa
semplicemente selezionando il modem
incriminato e premendo il bottone "Ri¬
muovi", sia nell'applicazione "Modem”
sia da Sistema/Modem
Avanti con la
segreteria telefonica
Una volta che siete sicuri della perfet¬
ta installazione del modem, cominciate
pure a creare la vostra completissima
ed automatica casella telefonica: essa
risponderà in vostra assenza, smisterà i
fax da una parte e le chiamate a voce
dall'altra, lasciandovi traccia di tutte le
chiamate ricevute; dato che il modem
"voice" è attaccato agli altoparlanti po¬
tete anche decidere di utilizzare il siste¬
ma per filtrare le chiamate in arrivo in
vostra presenza, ascoltando nelle casse
chi vi chiama ed eventualmente deci-
programma di gestione, e sperare che il
computer non vada in crash proprio
quando siete fuori.
Per il problema delle macchine da te¬
nere sempre accese c’è una soluzione:
molti computer della nuova generazio¬
ne vanno in standby programmato e si
accendono automaticamente in presen¬
za di una chiamata sul modem è una
buona soluzione di compromesso
Windows 95
ed il modem
Tutti queste meraviglie funzionano
benissimo su Windows 95, a patto che
si configuri esattamente il modem per
farlo vedere dal sistema
I modem di nuova generazione sono
tutti Plug & Play e dovrebbero essere
visti da Windows 95 non appena si riac¬
cende la macchina dopo aver collegato
il modem. Tuttavia ciò non sempre ac¬
cade, e sarà bene configurare il modem
sul sistema manualmente.
II punto di partenza è il Pannello di
Controllo, che si trova nel Menu
Avvio/lmpostazioni. dove troveremo
una applicazione chiamata "modem":
cliccandoci sopra apriamo il gestore del
modem, fondamentale per capire come
vanno le cose sul modem installato nel
nostro sistema
Se nella sezione " Generale ", alla vo¬
ce "Elenco modem installati", non
compare nulla, vuol dire che il vostro si¬
stema non ha visto il modem collegato
Perché questo venga correttamente in¬
stallato basta andare su "Aggiungi" che
aprirà l'applicazione in grado di rilevare
automaticamente il modem. Windows
95 è in grado di interrogare tutte le por¬
te seriali per vedere cosa è collegato e
quindi dirvi quali modem sono attaccati
a queste, il tutto in maniera automatica,
dovete solo assicurarvi che non sia
marcata la casella "non rilevare mo¬
dem. rilevarlo successivamente".
Vi verrà chiesto di inserire il dischetto
del driver più appropriato per installare
il modem, e alla fine Windows 95 do¬
vrebbe dirvi che tipo di modem avete
installato, esattamente come si vede
nelle immagini che pubblichiamo.
Se questo procedimento non funziona
allora bisogna tornare al primo passo. Al¬
la installazione del modem, dopo aver
premuto "Aggiungi", sarà necessario
marcare la casella "non rilevare modem,
rilevarlo successivamente", in questa
maniera il computer non rileva automati¬
camente il modem, ma lascia a voi il
compito di scegliere marca e modello, e
vi permette di inserire il dischetto fornito
con il modem se il vostro apparecchio
non figura nell'elenco proposto
Adesso se riaprite l'applicazione
"Modem" scoprirete che il vostro mo¬
dem figura nelle finestra di quelli instal¬
lati. Tenete presente che potete avere
anche più di un modem installato, ma¬
gari perché avete più porte seriali, o
perché avete diversi modem a disposi¬
zione. Basterà selezionare di volta in
volta il modem che volete utilizzare, il
quale, essendo già stato installato, non
richiederà ulteriori configurazioni.
Controllate
lo stato del modem
Windows 95 mette a disposizione di¬
versi strumenti di diagnosi per vedere
che tutto sia a posto con il vostro mo¬
Installazione di un modem sotto Win95 in questa fase il modem viene visto
dal sistema "
Da Pannello di Con¬
trollo/Modem. pre¬
mendo Diagnostica,
possiamo avere infor¬
mazioni dettagliate
sui modem già pre¬
senti '
142
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Anche da Pannello di
Controllo/Sistema
possiamo verificare lo
stato dei modem con¬
nessi ed aggiornare
eventualmente il dri¬
ver"
derido al volo se ri¬
spondergli o no.
Noi abbiamo uti¬
lizzato due modem
"voice": lo US Ro-
botics Sportster
Flash, con tecnolo¬
gia X2, ed il Moto¬
rola VoiceSurfr. da
56 Kbps senza tec¬
nologia X2. Le di¬
mensioni dei mo¬
dem sono molto simili, ma differiscono
leggermente nelle prestazioni offerte.
Lo Sportster ha il microfono integra¬
to, che costringe a tenere il modem re¬
lativamente vicino se volete utilizzarlo
come telefono a vivavoce, mentre il
Motorola ha l'ingresso separato per un
microfono che potete mettere dove vo¬
lete.
Lo Sportster ha inoltre una uscita per
collegare un telefono in cascata, men¬
tre il Motorola dispone solo dell'ingres¬
so telefonico che proviene dalla spina a
muro: questo perché si può utilizzare il
modem come telefono esterno, ma è
comunque una scelta che non condivi¬
diamo: fa sempre comodo un telefono
tradizionale messo in cascata, che tra
l'altro funziona anche a modem spento.
Tutti e due i modem vengono forniti
con programmi proprietari di gestione
fax, dati e voce, e non necessitano di
altro. In realtà esistono molti program¬
mi che prevedono funzioni di segreteria
telefonica su diversi modem, uno di
questi è il noto Wmfax, che ha anche
un completo sistema di gestione vocale
che si integra con i registri dei fax già
usati dal programma.
Lo Sportster funziona senza problemi
con Winfax, mentre il Motorola no, per
espressa dichiarazione della Delrina,
produttrice di Winfax, che al momento
non supporta nessun modem Motorola;
questo ha sollevato le giuste proteste
di molti utenti, che non possono utiliz¬
zare il programma con tutta l’eccellente
gamma Motorola; speriamo che in fu¬
turo arrivi una patch per far funzionare
anche i modem di questa marca.
Sportster e Winfax
Lo Sportster funziona senza problemi
in congiunzione con Winfax; non solo i
fax vengono spediti e ricevuti in manie¬
ra perfetta, ma anche la segreteria digi¬
tale funziona in pochi minuti.
Il modulo di Winfax che si occupa
della segreteria digitale è TalkWorks,
che si deve installare insieme Winfax.
Winfax esegue una procedura di ricono¬
scimento del modem analoga a quella
di Windows 95, in più specifica se il
modello è compatibile con il program¬
ma o no.
TalkWorks e Winfax lavorano come
programmi separati: ognuno può esse¬
re lanciato separatamente, ma hanno
tutti i file in comune. Ciò vuol dire che il
registro o log delle chiamate fatte o ri¬
cevute è identico, ogni chiamata è di¬
stinta da simboli diversi a seconda che
si tratti di un fax o di un messaggio vo¬
cale.
TalkWorks può tranquillamente esse¬
re lasciato sempre in esecuzione, tanto
da poterlo utilizzare come programma
che parte ad ogni boot. Sulla barra di
comando compaiono alcune pratiche
icone che danno l'analisi della situazio¬
ne; se al vostro ritorno a casa qualcuno
ha lasciato messaggi o fax non c'è
neanche bisogno di aprire il programma
stesso, una piccola icona lampeggiante
comparirà sulla barra di comando.
Winfax ha anche un altro comodo
modulo separato che permette di usare
il modem come un telefono vivavoce:
basterà digitare i numeri di telefono e
poi parlare liberamente, la qualità
dell'audio è buona, non eccelsa, ed è
assolutamente paragonabile a quella
dei costosi telefoni vivavoce. Una agen¬
da telefonica è sempre a portata di ma¬
no nel caso si volessero memorizzare
alcuni numeri di telefono da utilizzare;
non manca proprio nulla, neanche la
musichetta da far ascoltare quando
mettete l'ascoltatore in pausa.
Tutti i moduli di gestione del modem
sono graficamente molto intuitivi, se¬
greteria e telefono assomigliano molto
ai modelli reali, per facilitarne l'utilizzo,
comunque immediato
Motorola e Trio
Il modem Motorola VoiceSURFR vie¬
ne venduto in bundle con un ottimo
programma di gestione telefonica, chia¬
mato Trio Suite. Il modem ha una inte¬
ressante particolarità: nella parte di sot¬
to è dotato, sullo chàssis, di 4 asole
che ne permettono il montaggio anche
verticale. E’ una ottima idea per liberare
il piano di lavoro solitamente ingombro
di cavi e periferiche, i led sono visibili
sia in orizzontale che in verticale ed il
microfono, esterno, può essere posizio¬
nato in maniera comoda di fronte
all'utente, per esempio sul monitor.
Il piccolo microfono dato in dotazione
è ad esempio studiato proprio per que¬
sto uso, oltre ad avere la classica clip
per fermarlo sulla giacca ha anche un
supporto adesivo che consente l'utiliz¬
zo del microfono anche quando viene
riposto nell'alloggiamento.
Il programma Trio Suite ha l'aspetto
di una grande finestra con disegnato il
piano di un tavolo. Su di questo si trova
la segreteria telefonica, la rubrica degli
indirizzi, la cartella dei messaggi in arri¬
vo ed in partenza. Tutto ha cosi un ordi¬
ne logico come dovrebbe essere quello
al quale siamo abituati, e tutto natural¬
mente è intercambiabile.
La rubrica telefonica è un vero e pro¬
prio database, utilizzabile per memoriz¬
zare indirizzi e telefoni: con un solo clic
a questo punto è possibile passare uno
dei telefoni della rubrica al centro di co¬
mando della segreteria, per fare il nu¬
mero a mani libere e parlare col telefo¬
no in vivavoce.
Come su Winfax esiste la possibilità
di utilizzare lo scanner per acquisire im¬
magini e inviarle direttamente via fax,
emulando cosi al 100% i tradizionali
fax.
Un modulo della Suite è costituito da
MediaPlayer, una sorta di supervisore
sonoro graficamente molto attraente; è
il modulo sonoro della segreteria, tanto
che si vede la cassetta oppure il CD. In
effetti MediaPlayer è un lettore multi¬
mediale per leggere/scrivere in vari for¬
mati audio e video, ed utilizzabile anche
solo come lettore di Compact Disc o fi¬
le MIDI, ad esempio.
La Segreteria telefonica può essere
definita per più utenti e ci sono infinite
possibilità di attivare delle caselle po¬
stali personalizzabili, con richiamo re¬
moto di fax e dati vocali.
Ultima considerazione, la più impor¬
tante: Trio Suite è interamente in italia¬
no, come il completo manuale presente
su file.
Kg
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
143
In collaborazione con il Museo Nazionale degli Strumenti per il Calcolo di Pisa
Archeologia
Informatica
a cura di Corrado Giustozzi
LE ORIGINI DELL'INFORMATICA IN ITALIA
1965: è italiano il primo PC
PI01, il desk-top personal computer
Siamo comunemente ritenuti a pensare che
l’informatica distribuita, come fenomeno di
massa, sia nata con l’Apple II ed il PC IBM
sul finire degli anni ‘70. Nulla di più falso! Il
primo personal, “thè first desk-top world’s
computer” come fu definito, nacque da
un’idea italiana, da un gruppo di ricerca
italiano, da un’azienda
italiana nel lontano 1965!
Circa 15 anni prima della
presentazione del PC IBM.
Stiamo parlando della
Programma 101 di Olivetti,
presentata nell’ottobre 1965
al BEMA Show di New York:
uno strumento tecnologico
che incantò il mondo.
1 di Gaetano Di Stasio
In questi mesi abbiamo presentato
le origini dell'informatica in Italia, svi¬
luppando un'analisi storico-tecnologica
appassionante e curiosa al tempo stes¬
so. Abbiamo affrontato le origini del
calcolo automatico partendo dai proto¬
tipi statunitensi e dalle esperienze eu¬
ropee, ed è sempre emerso l'elemen¬
to di profonda originalità delle analo¬
ghe iniziative italiane e dei nostri pro¬
dotti. Ciò, nonostante la nostra inespe¬
rienza in un settore in cui IBM vantava
già una consuetudine ventennale, ma¬
turata con lo sviluppo delle macchine
elettromeccaniche a relè degli anni '30
e '40, ed elettroniche negli anni ‘50.
Quest'elemento d'originalità tutto
italiano è emerso più volte durante il
nostro racconto, e non si esaurisce
con le innovative soluzioni tecniche e
tecnologiche introdotte coi calcolatori
ELEA e CEP, ma continua e si rafforza
anche con la coraggiosa proposta di un
nuovo design, di un nuovo stile. Lo ab¬
biamo visto nel dettaglio sul numero
scorso.
A distanza di oltre quarant'anni da
144
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Archeologia Informatica
quell’iniziativa voluta da Adriano Olivet¬
ti nel 1955, possiamo affermarne il ca¬
rattere di assoluta rilevanza per la sto¬
ria industriale del nostro Paese nono¬
stante che le conclusioni non siano sta¬
te quelle sperate dai suoi promotori.
La Divisione Elettronica fu infatti
svenduta nel 1963 alla General Elec¬
tric, da dove andò alla Honeywell e poi
ancora al Gruppo Bull, per una profon¬
da crisi finanziaria del gruppo, per le in¬
comprensioni sorte in seno alla fami¬
glia Olivetti, per l’improvvisa morte del
presidente Adriano nel '60 e dell’inge-
gner Tchou nel 1961, Direttore della
Divisione e definito poi il padre
dell’Informatica italiana. In quegli anni
Olivetti aveva intrapreso alcune com¬
plesse iniziative di carattere industriale
e finanziario; vi era stata l’acquisizione
della Underwood negli Stati Uniti che
aveva rappresentato per la società un
grosso impegno finanziario misurato in
decine e decine di milioni di dollari; la
stessa Divisione Elettronica era stata
un'iniziativa estremamente coraggio¬
sa, però ben lungi dall'essere remune¬
rativa.
La Divisione era dunque il ramo più
debole e fu per questo tagliato senza
pietà, secondo le direttive indicate da
FIAT e Mediobanca, in quanto necessi¬
tava di grandi investimenti in un setto¬
re in cui i margini di profitto erano ap¬
piattiti da una concorrenza spietata
IBM, infatti, da alcuni anni affittava i
propri elaboratori ad un costo di circa
400-600 mila lire al mese, imponendo
al mercato ritmi insostenibili II costo
di produzione dell’elaboratore veniva
ammortizzato dall’azienda nel medio
periodo (in circa 5 anni) tagliando di
fatto le gambe alle iniziative imprendi¬
toriali di carattere nazionale. L'Inghil¬
terra e la Francia con i rispettivi "piani
di calcolo" nazionali protessero le pro¬
prie aziende di settore dal ciclone
americano, ritenendole strategiche e
funzionali allo sviluppo. In Italia preval¬
se l’indifferenza della classe politica.
L'elettronica della PIOI
occupa circa il 50% del
volume . Si nota in primo
piano la meccanica della
stampante e quella del
sistema di lettura/scnttu-
ta delle schede magneti¬
che che venivano inserite
nella feritoia centrale
Il patrimonio di
conoscenze
Se da un lato Olivetti dovette ab¬
bandonare questo sogno, abbastanza
ingenuo visto col senno di poi, dall'al¬
tro la validità delle idee e dei dirigenti
della Divisione Elettronica trovò con¬
ferma negli anni. I giovani fisici, mate¬
matici ed ingegneri del gruppo che la¬
vorò inizialmente a Pisa (cfr. MC 177.
foto di gruppo a pag. 171). hanno rap-
Bibliografia
- Vari documenti ed articoli dai fascicoli
Notizie Olivetti, pubblicati dal 1955 al 1966
dalla C. Olivetti & C.
- Lorenzo Soria, Informatica: un'occasione
perduta. Einaudi - Tonno 1979
- Vari documenti dagli Atti del Convegno
Internazionale sulla storia e preistoria del
calcolo automatico e dell'informatica, Sie¬
na 1991
presentato per de¬
cenni il quadro di¬
rigenziale di riferi¬
mento dell’indu¬
stria italiana ed
europea di setto¬
re. Un patrimonio
d'esperienze che
quindi non crebbe
in seno all’Olivetti,
ma che solo in parte fu disperso. Al¬
cuni giovani ingegneri, come Pier
Giorgio Perotto, che rimasero in Oli¬
vetti e che avevano vissuto appieno
quegli anni, hanno continuato quella
traiettoria evolutiva con lo stesso en¬
tusiasmo. Tanto che si può dire che
quell’esperienza vive ancora oggi nei
prodotti Olivetti
Fondamentali, a supporto dell’atti¬
vità della Divisione Elettronica, furono
quelle attività che, pur non apparte¬
nendo al progetto ELEA in senso
stretto, furono realizzate nell'ambito
della stessa visione imprenditoriale o
ne furono la diretta conseguenza. In
tal contesto va per primo citato l'av¬
vio di un’industria italiana dei semi¬
conduttori attraverso la creazione, agli
inizi degli anni ’60, della Società Ge¬
nerale Semiconduttori (SGS).
Importante, anche se di minori di¬
mensioni, fu poi tutto quell'insieme di
attività che può essere definito come
un "indotto tecnologico" come, per
esempio, la creazione di capacità pro¬
duttive nei circuiti stampati, nei cavi
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
145
Archeologia Informatica
piatti, nei connettori e attraverso nu¬
merose commesse a officine specia¬
lizzate: una notevole spinta alla realiz¬
zazione di parti meccaniche di preci¬
sione.
In tutt'altra direzione, ma certamen¬
te di non minor rilievo, è la formazio¬
ne di risorse umane e di addetti alla
programmazione di base e applicativa
attraverso quello che potremo chia¬
mare un "autoaddestramento", dato
che in quell'epoca non c'era nessuno
che m Italia avesse una precedente
esperienza in fatto di software.
Nel 1963, Olivetti si venne quindi a
trovare quasi completamente priva di
capacità e conoscenze in un settore
nel quale aveva investito per otto an¬
ni Il nuovo management dell'azienda
d'altra parte ritenne opportuno ritorna¬
re a concentrarsi sulle classiche e ben
conosciute tecnologie meccaniche
che nel passato erano state foriere di
sviluppo e di ottimi risultati economi¬
ci Purtroppo la visione applicata fu
estremamente miope, in quanto non
si percepì il prospettarsi di una fase di
"discontinuità tecnologica" che
avrebbe, nel giro di pochi anni, tra¬
sformato completamente i prodotti e
la struttura stessa di questo settore
industriale.
Olivetti aveva peraltro mantenuto a
Pregnana un piccolo gruppo di proget¬
tisti, guidati dall'ing. Pier Giorgio Pe¬
rotto, con il compito di seguire e valu¬
tare le potenzialità delle tecnologie
elettroniche nel campo delle macchi¬
ne di piccole dimensioni. Tale gruppo
avviò, a partire dal 1963, una attività
di ricerca applicata finalizzata ad un
nuovo prodotto destinato ad un pub¬
blico di utenti non specialisti, di basso
costo e "desk-top" ma con caratteri¬
stiche funzionali proprie di un moder¬
no elaboratore elettronico: ossia capa¬
cità aritmetiche e logiche, capacità di
elaborare e registrare in memoria un
programma, una facile interfaccia uo¬
mo-macchina, organi di ingresso e
uscita, un supporto magnetico per la
registrazione di dati e programmi.
Nacque cosi la Programma 101, ini¬
zialmente detta "Perottina": agli inizi
del 1964 i moduli vennero costruiti,
collaudati ed assemblati e si cominciò
a sperimentarne le funzionalità svol¬
gendo i primi programmi di calcolo.
Per la prima volta un oggetto che oggi
possiamo chiamare "personal compu¬
ter" cominciò a funzionare.
Il sistema era
costituito da una
tastiera (per dati
numerici e funzio¬
ni), una stampan¬
te incorporata (30
cps), una unità
elettronica di cal¬
colo e di elabora¬
zione in grado di
registrare in me¬
moria operandi e
istruzioni, un di¬
spositivo di regi¬
strazione e lettura
di schede magne¬
tiche per 1*1/0 di
dati e programmi
Si deve aggiun¬
gere che su que¬
sto progetto esi¬
steva un profondo
e diffuso scetticismo in tutta ('Olivetti
e nessuno credeva che si sarebbe riu¬
sciti a realizzare un prodotto industria¬
le, specie in una azienda nella quale
erano andate perdute praticamente
tutte le capacità nel campo elettroni¬
co. Olivetti, infatti, preparava in quegli
anni un rilancio della sua produzione
tradizionale con una famiglia di nuovi
prodotti meccanici per il calcolo; capo-
stipite della famiglia era la Logos 27,
una supercalcolatrice meccanica scri¬
vente. Nell'ottobre 1965 al BEMA
Show di New York (mostra internazio¬
nale delle macchine da ufficio) venne
infatti presentata la Logos 27 come
prodotto di bandiera, e in una posizio¬
ne laterale la Programma 101, soprat¬
tutto per dimostrare che, pur avendo
ceduto al Divisione Elettronica, non
mancava in azienda una attenzione al¬
le nuove tecnologie.
Però al BEMA Show avvenne un
fatto sconvolgente e per nulla previ¬
sto. Folle sterminate si assieparono
attorno al piccolo box del PI 01, dedi¬
cando solo una distratta visita alla Lo¬
gos 27; tale successo si propagò alla
stampa e si ripetè nelle successive
presentazioni a Mosca (dicembre '65),
a Milano e in varie altre capitali euro¬
pee.
La Programma 101
Le caratteristiche salienti della Pro¬
gramma 101 erano: potenza di calcolo
estremamente spinta (velocità di ela¬
borazione, capacità degli operandi,
operazioni con virgola e segno); faci¬
lità e praticità d'uso, tale da renderla
adatta a fare somme e moltiplicazioni
"una tantum", a calcolare logaritmi,
radici di una equazione algebrica di
terzo grado, un piano di ammortamen¬
to in matematica finanziaria; costo, di¬
mensioni. autonomia di lavoro tali da
far rientrare la "Programma 101" nel¬
la classe delle "desk-top-machine".
ossia uno strumento individuale che
si poteva trovare sul tavolo di lavoro
del progettista o dello scienziato, co¬
me della dattilografa o dell'impiegato
amministrativo.
La "Programma 101" era in grado
di fare direttamente le cinque opera¬
zioni aritmetiche elementari (somma,
sottrazione, moltiplicazione, divisione,
radice quadrata), semplicemente in¬
troducendo gli operandi e premendo il
tasto dell'operazione corrispondente
L'architettura interna era basata su
8 registri dati, della capacità di 22 ci¬
fre ciascuno, dei quali 5 potevano ser¬
vire come memorie o totalizzatori
Questi ultimi potevano essere usati
come registri indipendenti di 11 cifre
più virgola e segno per complessivi
10 registri memoria.
Il nome "Programma 101" deriva
poi dalla più brillante delle prestazioni
di questa calcolatrice, ossia dalla ca¬
pacità di poter essere programmata
dall'utente. Il programma poteva es¬
sere lungo fino a 120 istruzioni e per
implementarlo non occorreva cono¬
scere i dettagli interni della macchina,
ma solo il significato dei tasti funzio¬
ne. ognuno dei quali corrispondeva ad
un'istruzione. Le istruzioni fondamen¬
tali erano in tutto 15: le 5 operazioni
elementari sopra citate, i comandi di
stampa, i comandi di trasferimenti da¬
ti, le istruzioni di salto.
L'introduzione del programma era
un'operazione lunga, anche se basta¬
va copiarlo in quanto si trovava già
bello e fatto nelle raccolte che Olivetti
metteva a disposizione.
La definizione dell'interfaccia utente
per la programmazione fu un proble¬
ma non indifferente, ma d'importanza
Sul lato posteriore si vedono 1 9 sottogruppi di schede elettroniche che costi¬
tuiscono la logica e la memoria
146
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Archeologia Informatica
strategica fu soprattutto la soluzione
trovata per il problema della memoriz¬
zazione dei programmi. Si scartarono
da subito i nastri e le schede perfora¬
te, per la complicazione elettronica e
meccanica che avrebbero apportato al
progetto della Programma 101 e per
la limitata densità di memorizzazione.
Si usarono invece delle schedine ma¬
gnetiche.
Tali schede permettevano di memo¬
rizzare uno o più programmi e di ri¬
chiamarli all'occorrenza in memoria in
meno di un secondo e senza pericolo
di errori. Uno strumento di archiviazio¬
ne dati estremamente innovativo e
versatile della capienza di 250 caratte¬
ri il precursore del floppy disk!
Volendo descrivere ia tecnologia uti¬
lizzata occorre ricordare che in quegli
anni non esistevano né microproces¬
sori, né RAM, né ROM. Cominciava
ad affermarsi la tecnologia del silicio,
mentre i primi circuiti integrati erano
prototipi studiati in laboratorio per le
applicazioni spaziali.
Un primo aspetto fondamentale del
gruppo elettronico, che costituiva il
cervello della macchina ed occupava
circa la metà dell'intero volume, è
l'assenza dei fili di collegamento o ca¬
blaggi manuali. Tutte le interconnes¬
sioni erano realizzate attraverso circui¬
ti stampati. La parte elettronica si pre¬
sentava perciò come un parallelepipe¬
do compatto delle dimensioni 153 x
268 x 370 millimetri, comprendente
anche la memoria.
Atiualmente il Museo Nazionale degli Stru¬
menti per il Calcolo è impegnato a ristrut¬
turare la sua sede naturale (gli ex Macelli
di Pisa) e ad organizzare la raccolta del ma¬
teriale. Il Ministero della Ricerca Scientifica
e Tecnologica ha infatti diramato circolari
in tutti i Ministeri, le Università, le scuole e
le aziende a partecipazione statale perché
tutti gli elaboratori dismessi siano donati al
Museo. Ciò ha permesso di raccogliere
non solo elaboratori di inestimabile valore
storico, ma anche tutta la documentazione
ad essi allegata, di importanza altrettanto
elevata per gli obiettivi del Centro di Studi.
Ciò non di meno il Museo è interessato a
tutto il materiale legato alla storia dell'infor¬
matica: manuali, vecchi libri, documenta¬
zione, programmi, oltre ovviamente ai cal¬
colatori obsoleti che da tutta Italia stanno
giungendo copiosi.
A questo interesse unanime è però impor¬
tante che si associno anche iniziative di stu¬
dio e di restauro. Infatti il Museo è interes-
I moduli costituenti la "Programma
101" sono quattro: la meccanica, l'ali¬
mentatore elettronico, l'elettronica e
il motore. L’elettronica, a sua volta, è
divisibile in 9 sottogruppi, aventi for¬
ma di piastre, su cui sono saldati di¬
rettamente i componenti elettronici
elementari detti "micromoduli''.
Essendo la macchina completamen¬
te transistorizzata e facendo uso dei
nuovi componenti al silicio, era parti¬
colarmente affidabile e molto robusta
Inoltre, quest'approccio modulare per¬
metteva all'assistenza tecnica di ope-
sato a coinvolgere in tali attività tutti coloro
che vogliono donare il proprio tempo ed il
proprio impegno ai vecchi dinosauri
dell'informatica, per ridare loro lo splendore
di un tempo. Stiamo parlando dei tecnici,
magari oggi in pensione, che hanno lavora¬
to su queste macchine e che oggi possono
dare importantissimi contributi sia in termi¬
ni di conservazione che di comprensione
delle macchine stesse, e gli studenti che
desiderano approfondire lo studio di questo
periodo storico con ricerche mirate e tesi.
Per ulteriori informazioni:
Museo Nazionale degli Strumenti per il
Calcolo
Museo degli Strumenti Scientifici
Prof. Roberto Vergara Caffarelli
Dipartimento di Fisica dell'Università di Pi¬
sa
Piazza Torricelli, 2 - 56100 Pisa
Tel. (050)911212-911247
Fax (050) 48277
rare molto rapidamente attraverso
una semplice diagnostica e sostituzio¬
ne di schede.
Qualche parola merita la memoria,
basata su tecnologia sonica a linea di
ritardo della capienza di 200 caratteri.
Era costituita da un filo di acciaio spe¬
ciale lungo il quale si propagavano im¬
pulsi di deformazione elastica di natu¬
ra simile a quella delle onde acusti¬
che. Tali impulsi di deformazione era¬
no indotti da opportuni trasduttori
elettrici, che alle due estremità del fi¬
lo effettuavano la conversione elettri¬
co-meccanica e viceversa. L'effetto
memoria derivava dal fatto che la ve¬
locità di propagazione (meccanica) de¬
gli impulsi era finita, per cui in ogni
istante oltre duemila impulsi, circolan¬
ti alla velocità di circa 2.900 metri al
secondo, potevano trovarsi uniforme-
mente distribuiti lungo il filo.
Quando l'operatore voleva svolgere
un programma, introduceva nella
macchina la scheda magnetica e i pro¬
grammi ivi registrati potevano essere
richiamati attraverso l’utilizzo di quat¬
tro tasti appositamente previsti, la cui
funzione veniva qualificata dalla carto¬
lina stessa.
I calcoli che potevano essere impo¬
stati sulla "Programma 101" andava¬
no dai più semplici ai più complessi:
operazioni di calcolo come in una co¬
mune calcolatrice, ma in modo istan¬
taneo e con la virgola nella sua posi¬
zione naturale (la radice quadrata di
un numero di 22 cifre veniva calcolata
mediamente in un secondo e mezzo);
operazioni complesse tramite pro¬
gramma come per il calcolo di logarit¬
mi, calcolo di seni, coseni e funzioni
Contribuite al
Museo Nazionale degli Strumenti per il Calcolo
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
147
Archeologia Informatica
trigonometriche in genere, di funzioni
esponenziali, di funzioni matematiche;
calcoli tecnici di ingegneria, di compu¬
tisteria, di matematica attuariale, di
fatture, paghe, calcoli monetari,
Ad esempio il logaritmo decimale di
un numero con otto cifre significative
veniva calcolato in circa 10 secondi; le
radici di una equazione algebrica di
secondo grado in circa 9 secondi. E
così via.
Alcuni altri dettagli
La "Programma 101" fu presentata
negli Stati Uniti come "first desk-top
world’s computer" perché fu il primo
elaboratore elettronico individuale
completamente "self-contained". Con
la filosofia ed i vantaggi di un compu¬
ter, ma senza la necessità di speciali¬
sti per essere usata.
Naturalmente essa non pretendeva
di competere con i grossi sistemi di
calcolo, che costavano centinaia di
milioni di allora, però aveva in comune
con essi la capacità di elaborare rapi¬
damente informazioni, I'I/O dei dati at¬
traverso supporti quali tastiera, sche¬
da magnetica e nastro di carta stam¬
pato; un programma registrato in me¬
moria, sullo stesso supporto che con¬
teneva anche dati e operandi; la pos¬
sibilità di essere programmata con un
linguaggio ad alto livello.
Unitamente al progetto della mac¬
china, il laboratorio diretto dall'ing.
Perotto si occupò di impostare una bi¬
blioteca di programmi molto vasta,
che fu la base del successo della
PI 01 in quanto risolveva problemi ap¬
plicativi in numerosi campi: dall'eco¬
nomia alla finanza, dalla matematica
all'ingegneria.
La PI 01 venne prodotta in serie nel¬
lo stabilimento di San Bernardo pres¬
so Ivrea e nello stabilimento di Harri-
sburg negli Stati Uniti Nel periodo
1965-1969 fu l'unico elaboratore per¬
sonale da tavolo programmabile esi¬
stente al mondo e trovò moltissime
applicazioni pratiche. Fu prodotta in
varie versioni fin verso la metà degli
anni '70, raggiungendo le 40.000
unità vendute, e venne commercializ¬
zata negli Stati Uniti ad un prezzo di
3.200 dollari.
Le soluzioni funzionali e tecniche
della PI01 vennero coperte da alcuni
fondamentali brevetti rilasciati negli
Stati Uniti ed estesi a tutto il mondo,
che si rilevarono particolarmente effi¬
caci. Fondamentale fu il brevetto
americano n. 3495222, rilasciato a Pe¬
rotto e De Sandre in data 1 marzo
1965, intitolato "Program Controlled
electronic computer, for instance so a
called desk-top computer".
Per alcuni anni la PI 01 regnò incon¬
trastata sul mercato nel quale peraltro
cominciavano a diffondersi calcolatrici
elettroniche non programmabili so¬
prattutto di provenienza giapponese.
Il primo computer da tavolo della con¬
correnza a realizzare analoghe presta¬
zioni (programma registrato in memo¬
ria, scheda magnetica) fu l'HP 9100
della Flewlett Packard. Il prodotto fu
però contestato dalla Olivetti che ri¬
vendicò la proprietà dei brevetti di Pe¬
rotto e De Sandre. Si arrivò pertanto
ad un accordo (dicembre 1970) nel
quale la Flewlett Packard acconsenti a
pagare delle royalty alla Olivetti per
ogni macchina prodotta. La Olivetti ar¬
rivò a fatturare circa 900.000 dollari di
royalty, dando luogo ad uno dei pochi
casi di trasferimento di know-how
dall'Italia agli Stati Uniti nel campo
informatico.
In un convegno sulla storia e la prei¬
storia del calcolo automatico tenutosi
Premio Com p asso d’Oro alla P6060
Nel 1975, a dieci anni dal grande successo della PI01 (ancora in
produzione), Olivetti presentò un altro gioiello tecnologico premia¬
to nel settore dell'lndustrial Design col Compasso d’Oro. Il desi¬
gner che ne sintetizzò le linee, come per l'ELEA e per molte mac¬
chine meccaniche da calcolo e da scrivere, fu ancora una volta l'ar¬
chitetto Ettore Sottsass.
Ormai la miniaturizzazione, l’integrazione e la microelettronica sta¬
vano dando il via alla diffusione spinta dell'informatica distribuita
ed al calo dei prezzi. La P6060, progettata a partire dal 1973, era
una macchina generai pur-
pose. desk-top, program¬
mabile in BASIC evoluto
(26 verbi disponibili). L'unità
di base era costituita da
memoria centrale su RAM
(48 KB espandibile ad 80, di
cui 32 riservati al sistema
operativo, al boot da disco),
memoria a sola lettura su
ROM (32 KB), unità aritme¬
tico-logica, tastiera alfanu¬
merica (buffer di 80 caratte¬
ri), console, display alfanu¬
merico (32 caratteri visualiz¬
zati su lìnee di 80), unità a
floppy disk da otto pollici (dì
250 KB suddiviso in 77 trac¬
ce, tempo di accesso me¬
dio di 50 ms, velocità di tra¬
sferimento di 250 Kbit/s),
una unità hard disk da 9,8
MB. stampante integrata (termica seriale, 80 cps). Un vero calco¬
latore insomma, della nostra generazione!
Il sistema poteva essere connesso via linea seriale a stampanti ve¬
loci, a lettori di nastro perforato, a perforatore di nastro, ad unità a
nastro magnetico, plotter, lettore di schede perforate. Inoltre era
utilizzabile quale terminale time-sharing in collegamento con ela¬
boratori remoti.
Uno strumento che per molti di noi ha significato l'inizio
dell'avventura nell'informatica personale. Ero alle medie quan¬
do mi imbattei per la prima volta
nella P6060. Si era nel 1978, quan¬
do visitai una mostra sul Brunelle-
schi a Firenze con i miei genitori: la
P6060 era usata per studiare la Cu¬
pola di S. Maria del Fiore e serviva
a tracciare stampe in wire frame
della struttura architettonica della
Chiesa in varie prospettive ed in¬
grandimenti. Al computer, posto
nel chiostro di Santa Maria Novella,
era affidato un modello geometrico
della cupola brunelleschiana per
analizzare le possibili fasi costrutti¬
ve e le tecniche adottate. Appas¬
sionante: ero catturato dalla frene¬
sia attorno a quella macchina, dalle
lueine colorate che si accendevano
e spegnevano, dall’avanzare del
modulo di carta termica e dall'appa-
rire dell'Immagine stampata. Altri
tempi!
Un modello della P6060 presente al Museo Nazionale degli Strumenti per il
Calcolo di Pisa.
148
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Archeologia Informatica
Si nota nel detta¬
glio la struttura dei
micromoduli e lo
sviluppo della
scheda elettronica
In cui non appare
alcun cablaggio
volante
te in un cosi
piccolo volu¬
me) furono
clamorosi,
anche se il
prodotto si
collocava in
un mercato
che ovvia¬
mente non
era definito
quantitativa¬
mente, ma si
presentava
come poten¬
zialmente im¬
menso. Cosi
la PI 01 si
vendette da
sola, senza
poter contare
su una ade¬
guata prepa¬
razione del
personale
commerciale
della Olivetti
di allora, abi¬
tuato a ven¬
dere prodotti
a Siena nel 1991 Pier Giorgio Perotto
disse: "£?' assai arduo affermare che
la PI01 fu il frutto consapevole di una
strategia aziendale: più corretto è so¬
stenere che essa nacque in netta con¬
trapposizione con la strategia ufficiale
e dichiarata dell'azienda e che fu il
frutto coraggioso e quasi provocatorio
di pochissimi uomini che trovarono la
forza di riannodare i fili spezzati di una
iniziativa mandata al fallimento.
Personalmente ritengo che una del¬
le maggiori espressioni di successo
del nostro lavoro fu il senso di sempli¬
cità e di misura umana che la macchi¬
na suscitò in coloro a cui venne pre¬
sentata per la prima volta: non mostro
di una tecnica incomprensibile, ma
strumento familiare, nello stesso tem¬
po comodo e potente: veloce, con un
ritmo messo in evidenza dall'inquieto
lampeggiare della segnalazione lumi¬
nosa, simbolo del lavorio interno: au¬
tomatica ma senza mai sfuggire alla
possibilità di controllo dell'uomo".
La frattura tecnologica che fu
espressa per la prima volta al mondo
con la Programma 101. dì passaggio
generazionale dall'informatica centra¬
lizzata a quella distribuita cui si è ac¬
cennato in precedenza, può essere
giustificata nel seguente modo.
In primo luogo il costo finalmente
contenuto ed un'attenzione all'inte¬
grazione ed alla miniaturizzazione. Le
calcolatrici meccaniche più evolute
giungevano ad un prezzo di acquisto
dell’ordine del milione di lire; i calcola¬
tori elettronici di minore costo non
scendevano al di sotto dei 20-30 mi¬
lioni di lire, o ad un equivalente costo
di affitto di 400-600 mila lire mensili.
C'era dunque un gap importante che
andava riempito,
L'organizzazione del lavoro con la
Programma 101 non subiva sostanzia¬
li modifiche rispetto ad una procedura
manuale, mentre l’introduzione di un
calcolatore elettronico poneva grossi
problemi di revisione dell'organizza¬
zione generale delle aziende e degli
uffici. Un passaggio impensabile per
filiali o piccole aziende. Mentre la cal¬
colatrice meccanica veniva usata da
personale di generica preparazione, lo
studio delle procedure (analisi) e la
preparazione del grande sistema elet¬
tronico al lavoro (programmazione) ri¬
chiedevano personale specializzato
non presente negli uffici. La PI01 in¬
vece non richiedeva alcuna conoscen¬
za specifica.
Il successo, ma più ancora la sor¬
presa (mai prima di allora una così ele¬
vata potenza di calcolo e una tale
semplicità di uso erano state contenu¬
meccanici,
Questo fatto non consenti di cogliere
tutte le opportunità di una simile ec¬
cezionale situazione di superiorità
competitiva, però il successo com¬
merciale fu ugualmente assai notevo-
Ringraziamo il Museo Nazionale degli
Strumenti per il Calcolo di Pisa e l'Archivio
Storico Olivetti per la collaborazione e i
documenti scientifici forniti.
le ed apri le porte del processo tecno¬
logico. Nel 1978 infatti la Olivetti eb¬
be la capacità ancora di introdurre sul
mercato un altro fondamentale e inno¬
vativo prodotto, la ET 101, ossia la pri¬
ma macchina da scrivere elettronica
del mondo, precedendo IBM e tutti gli
altri costruttori. Mentre ancora (e fino
ai primi anni ’80) molte P101 erano
ancora regolarmente in funzione e
normalmente usate. «e
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
149
f Informatica
,e Società
di Manlio Cammarata
Una svolta importante per la società dell’informazione
Pari opportunità per Internet
il principio è legge
La “finanziaria” per quest’anno introduce le pari opportunità di accesso a
Internet, “anche per evitare discriminazioni di tipo territoriale”.
La norma potrà essere applicata in diversi modi:
se sarà scelta una soluzione equilibrata, gli effetti saranno positivi per tutti.
Ir
orse ci siamo. Le cifre, anche se in
qualche punto sono difficili da
interpretare con sicurezza, indicano che l'Italia
ha preso la rincorsa per raggiungere i paesi piu
sviluppati nello sfruttamento delle tecnologie
dell'informazione.
Al naturale sviluppo del mercato si accompagna¬
no, finalmente, significative innovazioni nel qua¬
dro normativo, anche se non tutte prive di
aspetti critici. Il bilancio dell'anno che si è appe¬
na concluso presenta molte importanti voci
all'attivo. Citiamo l'entrata in vigore della legge
sulla protezione dei dati personali, l'inizio della
riforma delle telecomunicazioni, l'importantissi¬
ma normativa sul documento informatico e la
firma digitale e, come una strenna sotto l'albero
di Natale, un articolo del collegato alla legge fi¬
nanziaria che prevede misure per favorire la dif¬
fusione della multimedialità nel settore
dell'istruzione e dell'uso di Internet.
La prima misura riconosce un contributo statale
di 200.000 lire per l'acquisto di un PC multime¬
diale da parte delle università e delle scuole, a
condizione che il venditore pratichi uno sconto
di pari importo sul prezzo di vendita II meccani¬
smo dello sconto, metà a carico dello Stato e
metà a carico del venditore, ricalca quello che
ha avuto tanto successo per le automobili, ma
qui non c'è nulla da rottamare. E' probabile che
l'incentivo favorisca i grandi produttori e distri¬
butori più che i dettaglianti (d'altra parte gli ac¬
quisti delle scuole e delle università in genere
non vengono fatti nel negozio all'angolo), perché
in molti casi il margine dei negozi è cosi basso
che uno sconto immediato di 400.000 lire, con il
recupero di metà della somma rimandato nel
tempo, potrebbe annullare o quasi il guadagno
del rivenditore.
Lo stanziamento totale, fino al 31 dicembre
1998, è di 10 miliardi, che significano 50.000 si¬
stemi a prezzo scontato. Non sono pochi in as¬
soluto, ma siamo lontani dalle cifre che segnano
il ritardo italiano nell'informatizzazione di massa.
Il deputato Roberto Viiletti, che ha presentato e
sostenuto con vigore l'emendamento, aveva in
precedenza avanzato la proposta di uno sconto
per l'acquisto del PC da parte delle famiglie, ma
l'onere sarebbe stato eccessivo per le casse
dello Stato (era stata calcolata una cifra più alta
di un ordine di grandezza). L'importante, comun¬
que, è che il Parlamento abbia scelto politica di
incentivare la diffusione delle tecnologie, anche
se l'agevolazione è stata limitata al settore
dell'istruzione
Internet è uguale per tutti
Ma la vera novità piu importante è nel secondo
provvedimento: Il mmisiro delle comunicazioni,
d'intesa con il ministro dell'università e della ri¬
cerca scientifica, adotta provvedimenti finalizzati
a garantire la pari opportunità di accesso ad In¬
ternet, anche al fine di evitare discriminazioni di
tipo territoriale. Sotto qualche punto di vista
questa disposizione può essere considerata ri¬
voluzionaria: le pari opportunità di accesso a In¬
ternet, anche (e soprattutto, aggiungiamo noi)
dal punto di vista territoriale. Il che significa co¬
sti telefonici uguali per chi ha un provider nel
150
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Informatica e Società
suo settore telefonico e per chi oggi deve colle¬
garsi alla salatissima tariffa interurbana Questa
norma, a prescindere da come sarà attuata, co¬
stituisce un punto di non ritorno nello sviluppo
della società dell'informazione
Su queste pagine abbiamo più volte affrontato II
problema e non è caso dì ripetere per filo e per
segno le argomentazioni già esposte. In sintesi:
se è vero che il "bene informazione" è fonda-
mentale nella società in cui viviamo - non a caso
definita "società deH’informazione" - e se è vero
che l'accesso a Internet costituisce uno stru¬
mento essenziale per l'istruzione, la conoscenza
e la crescita socioeconomica, allora esso deve
essere assicurato a tutti i cittadini alle stesse
condizioni.
Insomma. la disponibilità del collegamento a In¬
ternet alla tariffa urbana deve essere considera¬
ta come parte del servizio universale. Ma che
cos’è il servizio universale?
Lo definisce il Decreto del Presidente della Re¬
pubblica n. 318 del 19 settembre 1997: un insie¬
me minimo definito di servizi di determinata
qualità disponibile a tutti gli utenti a prescindere
dalla loro ubicazione geografica e, tenuto conto
delle condizioni specifiche nazionali, ad un prez¬
zo accessibile. L'articolo 3 dello stesso DPR,
che riprende le disposizioni europee, indica una
serie di servizi veramente "minima", al punto
che per la trasmissione dati è prevista la velo¬
cità di 2.400 bps, quando i modem che si posso¬
no trovare in tutti i negozi vanno come minimo a
RabM Ito» Stolli Ito*
J'BocàMMi 4 Locanti |i*tp',w»»»>rri
Nodi di accesso
3
Elenco delle locàtaà. con i numeri di
telefono e U velocità dei modem
Le località dàlie qu*k e posai* coflegarn
n modataà e tono mietmau ei
MOSCO
A fondo pagina t deicnna la modatai di
logjn vu RTC (Rete Tele fonie a
Commutata)
Agngntfo
Ale i lamina
Ancona
Aosta
Aierro
Ai coli
Piceno
Art
Aveimo
Ban
Beluno
Benevento
Bergamo
Bologna
Bolzano
Breicia
Brindili
Cadmi
Critouiretl.
(0921) «USUI 144
(0131) 41489 144
(Oli) 53720 188
(0105) 32027 288
(0575) 302504 144
(0730) 257319 14 4
Menna
Milane
M uilena
(090) 2930180 218
IO!i 4UVI8MIV
»
I8IIN
(0141)
(0825)
(080)
(0437)
(0824)
(035)
(051)
(0471)
(030)
(0831)
(070)
(0934)
352564 2»
25449 144
5210643 Ut
930113 211
523182 SI
210351 SI
220035 SS
971250 SS
2400000 SI
222215 144
658501 SI
21288 SI
Novara
Nuoro
Omtarvo
Padova
Palermo
Parma
Pavia
Perugia
Peraro
Pere ara
Piacenza
Pira
Piitoia
Pordenone
(059) 343239 SS
dilli 7TOT2TV
(0321) 12695
(0714) 30245
(0713) 70417
(049) 655333
(091) 321446
(0521) 200097
(0382) 20024
(075) 5057536
(0721) 30157
(085) 27255
(0523) 337958
(050) 21183
(0573) 934995
(0434) 20340
sa
144
144
SS
SI
sa
si
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144
SI
SI
SI
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SI
tt6mSSàVmr ■- - ■ niTTI - T—
33.600 e un apparecchio da 14 400 è considera¬
to un rottame.
Ma il comma 2 dello stesso articolo dice: Il con¬
tenuto del servizio universale può evolvere sulla
Il testo dell’emendamento
Mentre questo numero di MCmicrocomputer va in
stampa non è ancora noto il testo definitivo delle di¬
sposizioni per lo sviluppo dell'informatica e della tele¬
matica contenute nell'allegato alla legge finanziaria.
Non dovrebbe comunque discostarsi molto dal testo
originale presentato dall'onorevole Roberto Viiletti, del
gruppo misto, e approvato dalla Commissione Bilan¬
cio della Camera dei Deputati Eccolo:
A. C. 4354
emendamento
Dopo l'articolo 4 è aggiunto il seguente articolo:
art. 4-bis
contributo quale credito d'imposta, fino alla concor¬
renza del relativo ammontare per il versamento delle
imposte sui redditi e dell'imposta sul valore aggiunto
nel periodo di imposta in corso alla data di entrata in
vigore della presente legge e in quello successivo.
Non si fa luogo, in ogni caso, al rimborso degli importi
del credito di imposta eventualmente non utilizzati in
compensazione nei periodi di imposta sopra indicati.
2. Con decreto del ministro delle finanze, di concerto
con il ministro della pubblica istruzione, con il ministro
dell’università e della ricerca scientifica saranno disci¬
plinate le modalità di attuazione di cui al presente arti¬
colo, ivi comprese le modalità si somministrazione del
beneficio, nonché le procedure di controllo, preveden¬
dosi specifiche cause dei decadenza dal diritto al con¬
tributo.
Per consentire al mag¬
gior numero possibile
di utenti di connettersi
pagando la tariffa urba¬
na, i provider devono
installare punti di pre¬
senza nei diversi setto¬
ri telefonici Ecco la
prima parte dell'eleo-
co dei PoP di MC-hnk
fritto //WWW mclmk < 1/1
mto/nodi.html
1 Alle università e alle istituzioni scolastiche di ogni
ordine e grado che acquistano, fino al 31 dicembre
1998, un personal computer multimediale completo,
nuovo di fabbrica e corredato di modem e software è
riconosciuto un contributo statale pari a lire 200.000,
sempre che sia praticato dal venditore uno sconto sul
prezzo di acquisto di pari importo. Il contributo è corri¬
sposto dal venditore mediante compensazione con il
prezzo di acquisto. Il venditore recupera l'importo del
3. Il ministro delle comunicazioni, d'intesa con il mini¬
stro dell'università e della ricerca scientifica, adotta
provvedimenti finalizzati a garantire la pari opportunità
di accesso ad internet, anche al fine di evitare discri¬
minazioni di tipo territoriale,
4 II contributo viene erogato nel limite massimo di
dieci miliardi di lire. All'onere corrispondente si
provvede mediante corrispondente riduzione
dell'accantonamento in Tab. A, Ministero della Pub¬
blica Istruzione.
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
151
J^B
Informatica e Società
Che cos’è il servizio universale
Queste sono te principali norme sul "servizio universale " nel decreto del Presiden¬
te della Repubblica n. 318 del 19 settembre 1997.
z) "servizio universale", un insieme minimo definito
di servizi di determinata qualità disponibile a tutti gli
utenti a prescindere dalla loro ubicazione geografica
e, tenuto conto delle condizioni specifiche nazionali,
ad un prezzo accessibile; (art. 1, comma V.
L'installazione, l'esercizio e la fornitura di reti di te¬
lecomunicazioni nonché la prestazione dei servizi ad
esse relativi accessibili al pubblico sono attività di
preminente interesse generale, il cui espletamento
si fonda:
al sulla libera concorrenza e pluralità dei soggetti
operatori, nel rispetto dei principi di obiettività, tra¬
sparenza, non discriminazione e proporzionalità;
b) sul rispetto degli obblighi di fornitura del servizio
universale; (art. 2, comma 1).
L'interconnessione delle reti pubbliche di telecomu¬
nicazioni e, in particolare, l’interoperabilità dei servi¬
zi sono disciplinate dal presente regolamento anche
al fine di assicurare la fornitura del servizio univer¬
sale in una situazione di mercati aperti e concorren¬
ziali. (art. 2 , comma 101.
L'intero art. 3 è dedicato al servizio universale. Ecco
i commi più significativi .
1. Il servizio universale di telecomunicazioni com¬
prende;
a) il servizio di telefonia vocale inteso, tra l'altro, co¬
me la fornitura agli utenti finali in postazioni fisse di
un servizio che consente:
Il di effettuare e ricevere chiamate nazionali e inter¬
nazionali;
2) le comunicazioni fax almeno del gruppo III, in ba¬
se alle raccomandazioni dell'UIT-T della serie T;
3) la trasmissione di dati nella banda vocale attra¬
verso modem ad una velocità minima di 2.400 bit/s.
in base alle raccomandazioni dell'UIT-T della serie
V;
41 l'accesso gratuito ai servizi di emergenza;
5) la fornitura dei servizi tramite operatore;
b) la fornitura dell'elenco degli abbonati limitata¬
mente alla rete urbana di appartenenza;
c) i servizi di informazione abbonati;
d) la fornitura di apparecchi telefonici pubblici a pa¬
gamento, in coerenza con le esigenze degli utenti
disabili ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104;
e) la fornitura di un servizio a condizioni speciali e la
fornitura di opzioni speciali per gli utenti disabili o
con particolari esigenze sociali;
f) i collegamenti ed i servizi concernenti la cura di
interessi pubblici nazionali, con specifico riguardo ai
servizi di pubblica sicurezza, di soccorso pubblico,
di difesa nazionale, di giustizia, di istruzione e di go¬
verno; i relativi oneri sono posti a carico del richie¬
dente, fatte salve le eccezioni previste dalla legge.
2. Il contenuto del servizio universale può evolvere
sulla base del progresso tecnologico e degli sviluppi
del mercato e la relativa valutazione e la sua even¬
tuale revisione sono effettuate almeno ogni due an¬
ni dal Ministro delle Comunicazioni, sentita l'Auto¬
rità.
6. Qualora, in base alle disposizioni del presente ar¬
ticolo, gli obblighi di fornitura del servizio universale
rappresentino un onere iniquo per l'organismo o gli
organismi incaricati di fornire il servizio universale, è
previsto un meccanismo atto a ripartire il costo net¬
to dei suddetti obblighi con altri organismi che ge¬
stiscono reti pubbliche di telecomunicazioni, con
fornitori di servizi di telefonia vocale accessibili al
pubblico e con organismi che prestano servizi di co¬
municazione mobili e personali. Tale meccanismo
non è applicabile quando:
a) la fornitura delle obbligazioni di servizio universa¬
le non determina un costo netto;
b) il costo netto degli obblighi di fornitura del servi¬
zio universale non rappresenti un onere iniquo;
c) l’ammontare del costo netto da ripartire non giu¬
stifichi il costo amministrativo di gestione del meto¬
do di ripartizione e finanziamento dell'onere di forni¬
tura degli obblighi di servizio universale.
10. Per determinare l'eventuale onere rappresenta¬
to dalla fornitura del servizio universale, ogni organi¬
smo soggetto ai relativi obblighi deve calcolare il
costo netto degli stessi nel rispetto di quanto previ¬
sto dal presente articolo nonché delle ulteriori pre¬
scrizioni che l'Autorità può emanare, anche al fine
di favorire l'applicazione del principio di cui all’art 2,
comma 1, lettera g). Ogni organismo deve tenere a
tal fine una contabilità conformemente a quanto
previsto dall'art. 8. Il calcolo del costo netto con¬
nesso con gli obblighi di fornitura del servizio uni¬
versale è controllato da un soggetto pubblico o pri¬
vato con specifiche competenze, autonomo rispetto
all'organismo di telecomunicazioni, diverso dall'Au¬
torità e da questa incaricato. Il costo di tale control¬
lo viene considerato componente addizionale degli
oneri del servizio universale. I risultati del calcolo
del costo e le conclusioni dei controlli contabili da
esplicitare in una articolata relazione di conformità
ai criteri e principi del presente regolamento, sono
acquisiti dall'Autorità che provvede a metterli a di¬
sposizione del pubblico, anche al fine di approvarli.
11. Sulla base del calcolo del costo netto di cui al
comma 7, e della relazione di cui al comma 10, l'Au¬
torità, tenuto anche conto degli eventuali vantaggi
di mercato derivanti all’organismo incaricato, stabili¬
sce se il meccanismo di ripartizione del costo netto
degli obblighi di servizio universale sia giustificato.
In tal caso il relativo onere è ripartito in base a crite¬
ri di oggettività, non discriminazione e proporziona¬
lità, attingendo ad un fondo costituito presso il Mini¬
stero delle Comunicazioni ed alimentato dai sogget¬
ti di cui al comma 6.
(Il resto completo del decreto è alla URL
in ttov/www. mteriex.com/tesu/dprJ itii)/ Rimi
152
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Informatica e Società
base del progresso tecnologico e degli sviluppi
del mercato e la relativa valutazione e la sua
eventuale revisione sono effettuate almeno ogni
due anni dal Ministro delle Comunicazioni, senti¬
ta l'Autorità. Questa potrebbe essere la strada
maestra per giungere all'effettivo riconoscimen¬
to della natura sociale dell'accesso a Internet,
superando la limitata e limitante concezione co¬
munitaria del servizio universale. Tuttavia non è
facile che una norma di questa portata possa es¬
sere introdotta in tempi brevi, ed è probabile
che il Governo preferisca ricorrere ad altri stru¬
menti, che dovranno essere valutati con molta
attenzione.
Di fatto l'attuazione delle disposizioni sulle pari
opportunità di accesso a Internet si presenta
molto complessa, a causa dell'attuale assetto
del sistema delle telecomunicazioni in Italia e di
quelli che possono essere i suoi prevedibili svi¬
luppi nel prossimo futuro. La ragione principale
è nel fatto che, anche nel pieno regime di mer¬
cato che ha formalmente preso il via all'inizio
dell’anno, un solo soggetto detiene una posizio¬
ne di fortissimo predominio (che in alcuni settori
è ancora un monopolio) e che la riforma non ha
previsto una fase di "regolamentazione asimme¬
trica" né un periodo transitorio di divieto di "in¬
tegrazione verticale" per limitare lo strapotere
dell'ex-monopolista e facilitare la crescita di
nuovi operatori. Il problema risulta chiaro se si
considerano le resistenze opposte da Telecom
Italia a qualsiasi facilitazione per l'accesso a In¬
ternet da parte degli utenti più svantaggiati, resi¬
stenze riscontrabili nella sostanza delle agevola¬
zioni annunciate dal ministro Maccanico alla fine
di ottobre dell'anno scorso.
Se le pari opportunità di accesso a Internet fos¬
sero comprese nell'elenco delle prestazioni del
servizio universale previste dal DPR 318/97, il
Ministero delle Comunicazioni potrebbe imporle
aH’organismo di telecomunicazioni. Invece, a
causa della formulazione europea (che il mini¬
stro belga delle telecomunicazioni ha definito
"preistorica"), il problema è soprattutto politico,
sicché è prevedibile un "braccio di ferro" tra il
ministero e Telecom per giungere a una soddi¬
sfacente soluzione del problema.
Ma perché il gestore oppone resistenza e gli
stessi Internet provider manifestano qualche
scetticismo sulle "pari opportunità"? Per capirlo
dobbiamo fare un piccolo passo indietro
Un punto essenziale:
chi-fa-cosa
Per l'utente finale l'accesso a Internet presenta
due voci di costo ben distinte: la cifra che si pa¬
ga a Telecom per connettersi al provider attra¬
verso la rete telefonica e quella che si paga al
provider per l'accesso, cioè il canone di "abbo¬
namento a Internet” Il punto è che gli utenti
che non hanno un provider nello stesso distretto
telefonico nel quale risiedono devono raggiun-
Our m» Ruhti uh ot Sbockwrr» FUiti *n<l ■ *< «n*nroI •fewiivalng mri multa
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geme uno che si trova in un altro distretto e so¬
stenere quindi il costo della chiamata in telese¬
lezione, molto più alto di quello della chiamata
urbana.
Per questo motivo i provider cercano di installa¬
re "punti di presenza" (PoP, Point of Presence)
nel maggior numero possibile di settori telefoni¬
ci, per raccogliere abbonati offrendo la possibi¬
lità di connessione a tariffa urbana Naturalmen¬
te scelgono le zone più interessanti dal punto di
vista del ritorno economico, con la conseguenza
che le popolazioni delle aree meno sviluppate,
che trarrebbero maggiore giovamento da un più
basso costo dell'accesso, saranno raggiunte più
tardi o non saranno raggiunte mai, o dovranno
accontentarsi di piccoli fornitori locali, che po¬
trebbero non assicurare un servizio di qualità
sufficiente.
Si deve aggiungere un punto molto importante:
oggi la redditività degli abbonamenti a Internet è
molto bassa, al punto che molti provider lamen¬
tano (e documentano) notevoli perdite per la for¬
nitura del servizio. Ma allora, chiederà qualcuno,
chi glielo fa fare?
La risposta è semplice: assicurarsi una consi¬
stente base di clientela per un futuro forse più
vicino di quello che si può immaginare oggi,
quando sulla Rete passeranno contenuti molto
più redditizi del semplice accesso a Internet, dal
commercio elettronico ai servizi informativi pro¬
fessionali, senza trascurare la possibilità della
televisione E questi sono altri argomenti a favo¬
re di quello che, con una definizione impropria
sotto l’aspetto giuridico, possiamo chiamare
"servizio universale di accesso a Internet".
E qui torniamo al punto. La distinzione tra il
prezzo della connessione e il prezzo dell'abbona¬
mento è essenziale perché essi sono incamerati
da soggetti diversi: il primo va al gestore della
rete, che è definito "organismo di telecomunica¬
zioni" dal DPR 318/97, articolo 1, comma 1, let-
Come guadagnare au¬
mentando il tempo di
connessione la home
page di Telecom Italia
viene dopo un pagina
di benvenuto e se vole¬
te vedere la figura ani¬
mata dovete prima
connettervi a un altro
sito e seguire un per¬
corso che sembra fatto
apposta per far scatta¬
re il contatore Ihttp;//
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
153
Informatica e Società
Come lare concorrenza tera 6):
ai propri dienti poesia "organismo di telecomunicazioni", un ente pub-
C g m °iaha°t?et ihttp .✓/ bllC0 0 P nvat °. IVI comprese le consociate da es-
Lw w i"i so controllate, al quale siano riconosciuti diritti,
anche speciali ed esclusivi, per l'installazione e
la fornitura di reti pubbliche di telecomunicazioni
nonché, se del caso, per la fornitura di servizi
pubblici di telecomunicazioni.
I soldi dell'abbonamento vanno invece all'Inter¬
net provider, che è un "fornitore di servizi pub¬
blici di telecomunicazioni", come si evince dal
combinato disposto delle lettere q) ed r) dello
stesso comma:
ql "servizio di telecomunicazioni", un servizio la
cui fornitura consiste, in tutto o in parte, nella
trasmissione e nell'instradamento di segnali su
reti di telecomunicazioni, ivi compreso qualun¬
que servizio interattivo anche se relativo a pro¬
dotti audiovisivi, esclusa la diffusione circolare
dei programmi radiofonici e televisivi,
r) "servizio pubblico di telecomunicazioni", un
servizio di telecomunicazioni accessibile al pub¬
blico.
Appare chiaro a questo punto che il soggetto
che deve assicurare le "pari opportunità di ac¬
cesso a Internet" è l'organismo di telecomuni¬
cazioni che gestisce la rete, cioè, per ora, Tele¬
com Italia, Infatti il servizio di accesso a Internet
ha già lo stesso prezzo per l'utente finale, indi¬
pendentemente dalla distanza dal fornitore, an¬
che perché ha lo stesso costo per il fornitore
stesso, mentre il prezzo della connessione tra
utente e fornitore varia in funzione della distan¬
za, Quindi è necessario abbattere il prezzo della
connessione intersettoriale per assicurare le pari
opportunità di accesso.
Le soluzioni possibili
Ed eccoci al punto centrale della questione: chi
paga la differenza? A prima vista la fornitura di
collegamenti intersettoriali a tariffa urbana com¬
porta per Telecom Italia un costo, o quanto me¬
no un minore introito. Di fatto, a seconda della
soluzione tecnico-commerciale che si sceglie, il
costo è diverso, indipendentemente dal fatto
che l'attuale scala dei prezzi sulla base del tem¬
po e della distanza non riflette la reale struttura
dei costi di trasmissione (la differenza, in fun¬
zione della distanza, è minima). Quello che co¬
sta è l'attivazione di una tariffa particolare sulla
base del numero chiamato, in sostanza l'imple-
mentazione di apposite procedure software nel¬
le centrali telefoniche.
Il sistema funziona più o meno cosi: quando la
centrale telefonica alla quale è collegato il chia¬
mante riceve la risposta dell'utente chiamato,
addebita lo scatto di risposta e determina il rit¬
mo degli scatti del contatore sulla base del pre¬
fisso (se c'è, altrimenti parte il conteggio della
chiamata urbana) e della fascia oraria L'applica¬
zione a determinati numeri di una tariffa diversa
da quella standard comporta quindi una modifi¬
ca del software e la sua applicazione a tutte le
centrali telefoniche. Quanto costa tutto questo?
Telecom Italia non fornisce cifre, ma è facile im¬
maginare che il canone supplementare richiesto
per le agevolazioni annunciate alla fine di otto¬
bre (2.500 lire per le connessioni urbane, 5.000
lire per quelle intersettoriali) possa coprire i co¬
sti di attivazione, se il numero di utenti che ri¬
chiede il servizio è abbastanza alto. Potrebbe
forse trasformarsi addirittura in un guadagno,
se l'offerta riscuotesse un grande successo,
perché anche con la riduzione del 50 per cento
della tariffa la connessione non viene certo for¬
nita in perdita, considerando il costo effettivo
del puro trasporto dei segnali sulla rete
In ogni caso è chiaro che il costo iniziale dell'in¬
troduzione di una tariffa agevolata è più o meno
10 stesso, sia nel caso di uno sconto del 50%
(dopo un certo tempo di connessione), sia nel
caso dell'applicazione della tariffa urbana alle
connessioni intersettoriali, come avverrebbe ap¬
plicando le norme introdotte dalla legge finan¬
ziaria Cambierebbe invece, e non di poco, il ri¬
cavo complessivo, se restasse uguale nelle due
ipotesi il numero degli utenti che richiedessero
11 servizio.
Si può fare anche un'altra ipotesi per attuare la
prescrizione legislativa delle pari opportunità di
accesso: un servizio simile a quello dei "numeri
verdi", con i quali II chiamante paga solo uno
scatto alla risposta, e il resto viene addebitato
al chiamato Come funzionano i numeri verdi?
Torniamo alla centrale telefonica che riceve una
chiamata Se il numero inizia con le cifre "167"
la centrale addebita al chiamante un solo scatto
e la connessione viene smistata sulla cosiddet¬
ta "rete intelligente", in realtà un grande com¬
puter che si trova a Roma e che realizza la con¬
nessione addebitando gli scatti all'utente chia¬
mato (la rete intelligente entra in azione, con
modalità diverse, ogni volta che si chiama un
servizio "in decade uno", cioè con il numero
che inizia con la cifra "1"). Il punto critico è
154
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Informatica e Società
uno l'assegnatario di un numero verde paga
sempre la tariffa interurbana più alta, indipen¬
dentemente dalla distanza effettiva della con¬
nessione Di fatto le chiamate ai numeri verdi
sono sempre intersettoriali, tranne che nel caso
di una telefonata all'interno del settore di Roma.
Ma se Telecom Italia fornisse ai provider un ser¬
vizio di numeri verdi (o rossi, o gialli, le questioni
estetiche sono secondarie) a tariffa urbana, sa¬
rebbe facile attuare la prescrizione legislativa
sulla parità delle condizioni di accesso, perché i
provider potrebbero offrire "pacchetti" com¬
prensivi dell'abbonamento e di un determinato
numero di ore di connessione, o con il paga¬
mento del tempo di collegamento con la carta di
credito. Dal punto di vista commerciale potreb¬
be essere una soluzione interessante per un
grande numero di utenti, per esempio per tanti
padri di famiglia che si vedono arrivare bollette
astronomiche per le troppe ore che i figli passa¬
no "navigando". Con un certo numero di ore
prepagate, invece, la spesa diventerebbe preve¬
dibile e si otterrebbero anche notevoli vantaggi
sul piano educativo: il giovane imparerebbe ad
amministrare oculatamente il suo "gruzzolo" di
ore, esaurito il quale potrebbe dedicarsi ad altre
attività
Il nocciolo del problema
Si scelga la prima, la seconda o qualsiasi altra
soluzione, resta l’obiezione del gestore della re¬
te, relativa al costo della fornitura di questa for¬
ma impropria di servizio universale, sempre che
di un vero costo si tratti e che non possa essere
compensato dal prevedibile aumento del traffi¬
co.
Si tratta comunque di cifre che è molto difficile
determinare con esattezza E che possono forni¬
re a Telecom Italia il pretesto per un discorso
piu o meno di questo tipo: "Fornire la connes¬
sione a tariffa urbana anche per le chiamate in¬
terurbane - potrebbe dire il gestore della rete -
mi costa una tale quantità di soldi che preferisco
aprire io i PoP dove mancano, anche nelle zone
dove sono sicuro di rimetterci. Cosi assicuro, a
mie spese, le pari opportunità di accesso"
Rimetterci? Forse nel breve periodo, come ab¬
biamo visto prima Altrimenti perché tutti i provi¬
der si affannerebbero a installare punti di pre¬
senza anche dove la perdita immediata è più
che probabile? Quello che conta, oggi, è assicu¬
rarsi il più alto numero possibile di abbonati: il
guadagno verrà domani. Se passasse una propo¬
sta come quella ipotizzata, molti provider piccoli
e medi sarebbero spazzati via, perché potrebbe¬
ro non raggiungere la massa critica di abbonati
indispensabile per la redditività dell'impresa. E
Telecom Italia Net, Interbusiness e compagnia
vana, cioè sempre e solo Telecom Italia, reste¬
rebbero padrone del mercato.
La questione di fondo è una sola: le norme per
la liberalizzazione del mercato sono state scritte
sotto la dettatura del monopolista, rinunciando a
meccanismi protettivi come la "regolamentazio¬
ne asimmetrica" e il temporaneo divieto di "in¬
tegrazione verticale", che nell'esperienza di altri
paesi si sono dimostrati efficaci per favorire un
effettivo sviluppo della concorrenza, a tutto van¬
taggio degli utenti. La regolamentazione asim¬
metrica, lo ricordiamo, consiste nell'introduzione
di un ben calcolato squilibrio di partenza tra i
concorrenti, per favorire quelli che all'inizio sono
svantaggiati - nel nostro caso i provider privati -
mentre il divieto di integrazione verticale consi¬
ste nell'impedire che un soggetto che offre
l'uso delle reti possa fornire anche i servizi che
passano sulle reti stesse (e viceversa).
Invece la situazione è questa: Telecom Italia for¬
nisce nello stesso tempo la rete e i servizi di In¬
ternet. Quindi è concorrente dei suoi stessi
clienti, che non hanno la possibilità di ricorrere
ad altri fornitori, in particolare per i circuiti diretti
urbani. Paradossalmente la liberalizzazione del
mercato ha accentuato il suo potere, perché i
concorrenti non ci sono ancora e le tariffe non
possono essere determinate dal Governo, come
accadeva prima (in teoria), E lo stesso Governo,
anche se lo volesse, non potrebbe riversare sul
bilancio pubblico il costo di determinati oneri -
come appunto le pan opportunità di accesso a
Internet - perché queste operazioni sono vietate
dalla normativa europea, in quanto contrarie ai
principi e alla sostanza del libero mercato.
Se l'erede della Sip fosse solo il fornitore della
rete, avrebbe tutto l’interesse a favorire lo svi¬
luppo dei fornitori di servizi. Invece, essendo a
sua volta fornitore di servizi, può compiere di¬
verse azioni a danno dei concorrenti, come la
fornitura dei servizi stessi in pura perdita (si ve¬
da l'editoriale di Paolo Nuti sul numero di MCmi-
crocomputer del mese scorso, dove si sma¬
schera anche la furba manovra di predisporre gli
sconti in modo di danneggiare i concorrenti più
piccoli).
La normativa anti-trust, gli interventi dell'Auto¬
rità garante del mercato, le disposizioni future
della futura Autorità per le garanzie nelle teleco¬
municazioni non offrono, per il momento, alcun
motivo per sperare che la situazione possa mi¬
gliorare in tempi ragionevoli Un primo risultato
utile, anche se non risolutivo, potrebbe aversi se
Telecom Italia fosse obbligata a scorporare in
società diverse i servizi di telecomunicazioni: sa¬
rebbe più difficile nascondere nei bilanci le
"sovvenzioni incrociate" che permettono di of¬
frire servizi in perdita, a danno dei concorrenti e
in barba a tutte le leggi che dovrebbero proteg¬
gere il mercato.
Così anche un provvedimento apparentemente
utile per favorire lo sviluppo della telematica, co¬
me quello votato dal Parlamento con la legge fi¬
nanziaria, potrebbe alla fine rivelarsi contropro¬
ducente. E' necessario che il Ministero delle Co¬
municazioni, nella sua veste provvisoria di Auto¬
rità per le garanzie, si adoperi per costringere
l'ancora monopolista di fatto ad agire nell'inte¬
resse della collettività e non solo per favorire se
stesso.
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
155
Informatica e Società
A
Il DPR 318/97 cambia la disciplina, ma non subito?
Decreto legislativo 103/95:
nuove norme, vecchi problemi
Il discusso e quasi incomprensibile regime dichiaratorio/autorizzatorio
introdotto due anni fa dovrebbe essere andato in pensione il 31 dicembre
scorso. Ma una norma transitoria vorrebbe mantenerlo in vita, con tutti i
problemi del caso, comprese le interpretazioni “a orecchio”...
di Manlio Cammarata
io
ichiarazione o richiesta di autorizzazione
per gli Internet provider? Questa do¬
manda ci ha assillato per mesi, dopo che il decre¬
to legislativo n. 103 del 17 marzo 1995 aveva libe¬
ralizzato (al contrario) anche il servizio di accesso
a Internet. Solo dopo un lungo dibattito era stata
accettata un'interpretazione logica e definitiva
La riforma delle telecomunicazioni, con le nuo¬
ve regole dettate daH’Unione europea e recepite
nel decreto del Presidente della Repubblica n, 318
del 19 settembre 1997, aveva fatto pensare che
la questione potesse essere archiviata definitiva¬
mente. Invece alla fine dell'anno scorso alcune
azioni di polizia, con ispezioni, verbali e multe,
hanno riaperto il problema e riproposto gli stessi
interrogativi di oltre due anni fa. Il DPR 318/97 è
già in vigore, ma una norma (che vedremo in det¬
taglio più avanti) mantiene in vita le disposizioni
del 103/95 fino all’emanazione di nuove regole da
parte dell'Autorità per le garanzie nelle telecomu¬
nicazioni, o del Ministero, fino a quando l'Autorità
non sarà in funzione.
Dunque la questione è ancora di attualità ed è
necessario richiamare le conclusioni alle quali era¬
vamo giunti a suo tempo, che riguardano sia il
campo di applicazione del decreto legislativo
103/95 e del regolamento applicativo (contenuto
nel decreto ministeriale n. 420 dello stesso anno),
sia l'identificazione dei servizi sottoposti ai due di¬
versi regimi, dichiaratorio o autorizzatorio.
A quali servizi si applica
il regime del DLgs 103/95?
Il decreto regolamenta, accogliendo nel nostro
ordinamento le disposizioni della direttiva
90/388/CE, la concorrenza nei mercati dei servizi
di telecomunicazioni. Ha quindi per oggetto, come
è chiaramente indicato in diversi punti del testo,
l'offerta di servizi di telecomunicazioni, cosi defini¬
ti dall'art. 1, comma 1, lettera d):
"servizi di telecomunicazioni", i servizi la cui
tornitura consiste totalmente o parzialmente nella
trasmissione e nell'instradamento di segnali sulla
rete pubblica di telecomunicazioni mediante pro¬
cedimenti di telecomunicazioni, ad eccezione del¬
la radiodiffusione e della televisione
Si discusse, a suo tempo, se in questi servizi
rientrasse anche la fornitura di accessi a Internet
e quale definizione fosse applicabile ai servizi
stessi. Il quesito fu risolto in senso affermativo,
indicando nei "servizi di telecomunicazioni" la na¬
tura dell'accesso a Internet, anche se qualcuno
continuò a sostenere che si trattasse di "trasmis¬
sione di dati a commutazione di pacchetto o di cir¬
cuito". Il DPR 318/97 chiarisce definitivamente:
"servizio di telecomunicazioni", un servizio la
cui fornitura consiste, in tutto o in parte, nella tra¬
smissione e nell'instradamento di segnali su reti
di telecomunicazioni, ivi compreso qualunque ser¬
vizio interattivo anche se relativo a prodotti audio¬
visivi, esclusa la diffusione circolare dei program¬
mi radiofonici e televisivi.
Dunque il DLgs 103 non si applica nei casi in cui
uno o più collegamenti diretti della rete pubblica
siano utilizzati per la connessione tra Internet pro¬
vider o tra diversi nodi della rete di un provider.
Questi collegamenti non sono affittati ai fini di
un'"offerta", ma solo per l'uso interno, e quindi
non rientrano nell'ambito del mercato che costi¬
tuisce il presupposto per l'applicazione della diret¬
tiva. Se non vi è offerta non vi è mercato, la fatti¬
specie non rientra nelle previsioni del DLgs
103/95 e non è quindi richiesta alcuna autorizza-
156
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
C*Km
zione. Il soggetto obbligato alla richiesta di autoriz¬
zazione (o, secondo la nuova normativa, alla di¬
chiarazione ai fini dell'autorizzazione generale) è
invece l'organismo di telecomunicazioni che offre
la linea utilizzata per la connessione.
E’ il caso di notare anche che la disciplina del
DLgs 103/95 non si applica a una serie di altri ser¬
vizi tipici di Internet, come lo housìng (messa a di¬
sposizione dei locali in cui sono installate le appa¬
recchiature), lo hosting (messa a disposizione di
spazi su disco ed eventuali funzioni connesse),
l'offerta di caselle e-mail non accompagnata da
contratti di accesso, la realizzazione di pagine in
HTML, l'offerta di accessi al pubblico da terminale
(Internet calè) e via discorrendo. Infatti tutti questi
servizi non consistono totalmente o parzialmente
nella trasmissione e nell'instradamento di segnali
sulla rete pubblica di telecomunicazioni.
Dichiarazione o richiesta
di autorizzazione?
Vediamo ora quale regime, dichiaratorio o auto¬
rizzatone, debba essere applicato agli Internet
provider, Si tratta di interpretare l'articolo 3, com¬
mi 1 e 2 del DLgs 103/95:
Art, 3 - Offerta di servizi di telecomunicazioni
1. Quando sono utilizzati collegamenti commu¬
tati della rete pubblica, i servizi di cui all'art. 2,
comma 1. fatta eccezione per quelli di cui al com¬
ma 3 del presente articolo, possono essere offer¬
ti al pubblico decorsi sessanta giorni dalla presen¬
tazione al Ministero delle poste e delle telecomu¬
nicazioni di una dichiarazione con la relazione de¬
scrittiva dei servizi e dei collegamenti.
2 Quando sono utilizzati collegamenti diretti
della rete pubblica, l'offerta al pubblico dei servizi
di cui all'art. 2, comma 1, anche da parte del ge¬
store della rete pubblica, deve essere previamen¬
te autorizzata dal Ministero delle poste e delle te¬
lecomunicazioni.
Il problema interpretativo era sorto per il fatto
che qualsiasi servizio relativo a Internet prevede,
a monte della fornitura al pubblico, l'uso di colle¬
gamenti diretti della rete pubblica. La formulazio¬
ne del comma 2, isolata dal contesto, può inten¬
dersi anche nel senso che i collegamenti diretti
devono essere comunque utilizzati per lo svolgi¬
mento del servizio. Ma questa interpretazione
non regge alla lettura sistematica del decreto: il
DLgs 103/95 non disciplina l'uso delle linee, ma
l'offerta al pubblico delle stesse. Quindi, ai fini
del regime applicabile, devono essere presi in
considerazione solo i collegamenti oggetto
dell'offerta, non quelli utilizzati a monte dell'offer¬
ta, come abbiamo visto nel paragrafo precedente.
Se si accettasse l'interpretazione contraria, tut¬
ti i servizi di accesso a Internet dovrebbero rien¬
trare nel regime autorizzatorio, rendendo inope¬
rante il comma 1 e inutile la distinzione con le si¬
tuazioni previste dal comma 2, in totale contrasto
con il terzo comma dell'articolo 2 della direttiva
90/388:
diffusa II 22 magg io di Coi imo Paiquim • Il 11 97
• 13 HPtHà)fruifllUnU. OlLlMUDP mplllHIUbliml di Manlio Cammarala <03 11 97)
» 12 fta lutala dalla privacy ■ ttlction» dai contenuti di Manlio Cammarala (27 10 97)
* *1 Pifcaaf i tBnmmua rifai»; t bh mi dltaLMMLhfllfglfllQ? • l *utoo «opima ira i«
«•gola di marcalo a lo spacchio di Narciso di Marco Maglio (15 10 97)
di Andito Monti (06 09 97)
(260697)
7 Lfljtupvt tonila di comunlcailpn» In hUiMbuuI di Pasquali Coiianzo (26 06 97)
6 Quali laggi par II lanHorlo Inumar/ di Manlio Cammarala (19 0697)
LAi!lMLlUuUdlCdjliJii!lliiflL£jiJffHUllllikllllAjltLfiUUddlf IO uc Lue
MuMmadlala Ta lodai* dalllnfomitzloai' (26 05 97)
3 Cu dite JlLauloiiBDlflnuolailimijiBLLHryiiLlQlunal Bozza dai Minutato dalia posto dai
22 maggio 1997
LrfLmvm leJBmiUO di
Manlio Cammarata a Andrta Monti Fon» di iMdrimaiHo (01 04 97 ]
1 UntaijJUodUt di auiodlsclfflliia vtt la comunUaziontLltlomatita di Gmiappa
C oratami! (31 05 95)
Il dacroto legislativo 103/96
6 LUdacf lo lagislallufl 1QM3 colpluct incoiai di Manlio Cammarata 09 12 97
5 II Pigi limasi di Monho Cammarala a Andrai Monti 02 02 96)
4 II jl0CIBl0Jnui»lflliV0 lU19ÌB_ullJnl«UieL!>0IYlL0-PlBYldli di Manlio Cammarala a Andrta
Monti (22 02 96)
3 Cblailmtinll.uniLlOsI.'ifll MlnWaiuJTI I sul DLitf.lOJ W di Manlio Cammarata (DI 0296)
2 II Di» IBI»; InlBiBiBtwionl J.conltonlo d» Andrai Monti 07 12 95)
I II DLgaJQlIft: luminal ■ BBSlIhinllzzatl al conUailo di Manlio Cammarala (20 12 95)
pi ini a pagina
■A * JJ v£
La prestazione di servizi di telecomunicazioni
diversi dalla telefonia vocale, dall'installazione e
dalla fornitura di reti pubbliche di telecomunica¬
zioni e di altre reti di telecomunicazioni basate
sull'impiego di radiofrequenze può essere subor¬
dinata esclusivamente ad una autorizzazione ge¬
nerale o ad una dichiarazione.
In sintesi:
1. Quando per l'offerta (chiaramente citata nel
titolo dell'articolo 2) sono utilizzati collegamenti
commutati, i servizi possono essere offerti al
pubblico decorsi sessanta giorni dalla presenta¬
zione della dichiarazione. E' il caso degli abbona¬
menti a Internet per i privati, che prevedono l'ac¬
cesso dalla normale rete telefonica commutata
2. Quando (sempre per l'offerta) sono utilizzati
collegamenti diretti, occorre la previa autorizza¬
zione del Ministero delle Comunicazioni. E' il ca¬
so degli abbonamenti di aziende ed enti che fan¬
no un uso intensivo di Internet, per il quale può
essere più conveniente un collegamento perma¬
nente e quindi l'uso di un circuito diretto.
Comunque la questione è risolta dall'articolo 4,
comma 1. del DPR n 420 del 4 settembre 1995:
Nel caso di offerta di servizi su collegamenti
commutati di cui all'art. 3, comma 1, del decreto
legislativo 17 marzo 1995, n. 103, gli interessati,
aventi sede in ambito nazionale o in uno dei Pae¬
si dello Spazio economico europeo fSEE), debbo¬
no inviare al Ministero delle poste e delle teleco¬
municazioni una dichiarazione conforme allo
schema riportato nell'allegato A.
Qui la definizione "offerta di servizi su collega-
menti commutati" non lascia adito a dubbi.
In conclusione: il regime dichiaratorio si applica
all'offerta di accessi alla rete Internet dalla rete
telefonica generale e il regime autorizzatorio
all'offerta di accessi attraverso circuiti diretti; nes¬
suna richiesta di autorizzazione è necessaria per
l'uso di circuiti diretti per scopi diversi dall'offerta
di servizi di telecomunicazioni, quali i collegamen¬
ti tra provider diversi o tra diverse sedi dello stes¬
so provider.
Il decreto legislativo
103/95 ha suscitato un
dibattito che non si e
ancora concluso.
Tutti gli interventi sono
SU linerie V ,ill,i pàgina
I luto //www interle >1
com/r egole/m di
ce.htm. Il testo del de-
neto e alla pagina
inno //ww\v iriterleti
com/testi/dl I03 95
htm
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
157
Informatica e Società
La nuova disciplina
L'oggetto della discussione dovrebbe essere
prossimo all'estinzione, perché la materia è stata
diversamente e definitivamente regolata dal de¬
creto del Presidente della Repubblica n 318 del
19 settembre 1997, che accoglie, fra l'altro, tutte
le modificazioni introdotte dalla UE alla direttiva
90/388 con le direttive 94/46, 95/151, 96/2 e
96/19. Tuttavia l'articolo 6, comma 30, del DPR
318/97 stabilisce:
Le disposizioni del decreto legislativo 17 marzo
1995. n 103. del decreto del Presidente della Re¬
pubblica 4 settembre 1995, n. 420, e del decreto
legislativo 11 febbraio 1997, n. 55, relative alle
condizioni per l'esercizio dei servizi ivi liberalizzati,
continuano ad applicarsi fino alla pubblicazione,
sulla base del presente regolamento, delle corri¬
spondenti condizioni di autorizzazione. I soggetti
Le nuove regole p er i provider
Il DPR n. 318 del 19 settembre 1997 detta un nuovo regime per i
fornitori di servizi Internet. Eccolo:
Art. 6 - Autorizzazioni generali e licenze individuali
1. L'offerta al pubblico di servizi di telecomunicazioni diversi dalla telefo¬
nia vocale. dall'Installazione e dalla fornitura di reti pubbliche di telecomu¬
nicazioni. comprese quelle basate sull'impiego di radiofrequenze, è subor¬
dinata ad una autorizzazione generale sulla base delle condizioni e dei cri¬
teri elencati nell'allegato F. Tali condizioni devono essere oggettivamente
giustificate in relazione allo specifico servizio oggetto dell'autorizzazione e
comportare il sistema meno oneroso per assicurare il rispetto delle esi¬
genze fondamentali.
2. L'Autorità può modificare le condizioni relative ad un'autorizzazione
generale nei casi oggettivamente giustificati e in modo proporzionato. In
tali casi le parti interessate, opportunamente informate, hanno facoltà di
comunicare il proprio punto di vista sulle modifiche proposte.
3. Prima di avviare il servizio, l'impresa che ritiene di essere in regola
con le condizioni di un'autorizzazione generale, secondo quanto previsto
dal comma 1, deve comunicare all'Autorità la propria dichiarazione in tal
senso annettendo tutte le informazioni relative al servizio, necessarie a ve¬
rificare la conformità alle condizioni stabilite. Nel caso in cui l'Autorità non
comunichi all'interessato un provvedimento negativo entro quattro setti¬
mane dal recepimento della dichiarazione, l'autorizzazione si intende rila¬
sciata ai sensi dell’art. 20 della legge 2 agosto 1990, n. 241, sulla base
dell'istituto del silenzio-assenso Nei casi espressamente individuati
dall’Autorità ai sensi dell'art. 22, comma 1. lettera f). l'interessato può da¬
re immediato inizio al servizio, ai sensi dell'art. 19 della legge 2 agosto
1990, n.241 La dichiarazione predetta costituisce denuncia di inizio atti¬
vità.
5. Il contributo richiesto alle imprese per la procedura relativa all'autoriz¬
zazione generale copre esclusivamente i costi amministrativi connessi
all’istruttoria, al controllo della gestione del servizio e del mantenimento
delle condizioni previste per l'autorizzazione stessa La misura di tale con¬
tributo è fissata dall'Autorità con apposito provvedimento...
Ili testo completo del decreto è alla URL inno //www mterie.x corfvl 3
st/<Jpt:318 97 , btm >
che prestano servizi di telecomunicazioni sulla ba¬
se delle predette disposizioni sono tenuti a
conformarsi alle condizioni ivi previste entro cen¬
toventi giorni della loro emanazione.
La formulazione è piuttosto fumosa. Da una pri¬
ma lettura sembrerebbe che nulla cambi, per il
momento, nella disciplina introdotta dal DLgs
103/95. ma un più attento esame rivela l'assenza
di qualsiasi riferimento al regime dichiaratone (art
3. comma 1). mentre è esplicito il rimando al regi¬
me autorizzatorio (commi 2 e 3)
In effetti il DPR 318/97 innova radicalmente la
disciplina del DLgs 103/95, perché, in applicazio¬
ne delle disposizioni comunitarie, introduce un
regime fondato su "autorizzazioni generali" e "li¬
cenze individuali" (articolo 6). Con la nuova nor¬
mativa gli Internet provider (che, ai sensi dello
stesso DPR. art. 1, comma 1, lettere q) e r) forni¬
scono un "servizio pubblico di telecomunicazio¬
ni") rientrano tutti nel regime delle autorizzazioni
generali, che sostituiscono e rendono meno one¬
rosa la precedente disciplina dichiaratone (le li¬
cenze individuali sono riservate a particolari servi¬
zi, fra i quali la telefonia vocale e mobile, e quelli
che richiedano l'uso di risorse scarse) Di fatto le
nuove norme prescrivono una semplice dichiara¬
zione per rientrare nel regime di autorizzazione
generale, che sostituisce a tutti gli effetti il regi¬
me dichiararono del DLgs 103/95, indipendente¬
mente dal fatto che il servizio sia offerto utilizzan¬
do collegamenti commutati o diretti. Il regime
delle autorizzazioni su richiesta sparisce dall'ordi¬
namento.
Ma questo articolo, prolungando il regime del
DLgs 103/95, mantiene una disciplina più onerosa
di quella definitiva e in netto contrasto con le di¬
sposizioni europee, che prevedono l'abolizione
delle autorizzazioni non generali, ove non ricorra¬
no particolari condizioni di mercato o di utilizzo
delie infrastrutture.
Come abbiamo visto, l’articolo 2, comma 3, se¬
condo periodo, del testo vigente della direttiva
90/388 sancisce che la prestazione di servizi di te¬
lecomunicazioni diversi da quelli per i quali é pre¬
vista la licenza individuale può essere subordinata
esclusivamente ad una autorizzazione generale o
ad una dichiarazione.
Per la normativa europea le disposizioni di que¬
sta direttiva sono self-executing, cioè si applicano
anche se il singolo stato non le ha espressamen¬
te recepite nel proprio ordinamento. Ne consegue
che dal 1. gennaio scorso l’applicazione dell'attua¬
le regime autorizzatone agli Internet provider che
offrono servizi su circuiti diretti potrebbe essere
considerata illegittima ai sensi della normativa eu¬
ropea Il Ministero delle comunicazioni, in via
informale, ha fatto sapere di non condividere que¬
sta interpretazione Dovrebbe comunque affret¬
tarsi a dettare le nuove norme, per evitare l'insor¬
gere un complicato quanto mutile contenzioso, vi¬
sto che la disciplina dell'agonizzante DLgs 103/95
impone ai provider tempi di attesa che possono
essere molto gravosi sul piano commerciale, co¬
me è stato fatto piu volte rilevare, inutilmente, al
tempo della sua entrata in vigore.
158
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Informatica e Società
Il documento informatico è solo il punto di partenza
Ma la rivoluzione digitale
è appena incominciata
La normativa italiana su documenti e firme digitali è la più innovativa a livello
mondiale. I suoi effetti non saranno immediati, però indietro non si torna più.
E’ giunto il momento di fare altri passi avanti nella “rivoluzione digitale”:
le leggi su Internet, tanto per incominciare.
di Manlio Cammarata
hi l’ha visto? Il regolamento sul docu¬
mento informatico è scomparso. Firma¬
to dal Presidente della Repubblica il 20 novembre,
avrebbe dovuto essere pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale nel giro di pochi giorni. Ma al 10 dicem¬
bre non è ancora comparso. Non si sa dove sia.
Forse ingoiato da qualche infernale meccanismo
di quel traballante carrozzone che si chiama "Isti¬
tuto poligrafico e Zecca dello Stato", forse sepolto
sotto una montagna di pratiche cartacee in qual¬
che ufficio ministeriale. Probabilmente è vittima di
un colpo di coda - certo non l'ultimo - del mara¬
sma cartaceo che è destinato a sconfiggere.
Perché la "rivoluzione digitale" non può più es¬
sere fermata. Il regolamento sul protocollo infor¬
matizzato degli uffici pubblici è quasi pronto, quel¬
lo sulle norme tecniche dovrà essere emanato en¬
tro sei mesi dalla pubblicazione del primo testo,
che dovrebbe comunque essere questione di gior¬
ni. Le conseguenze saranno di enorme portata,
anche se la pubblica amministrazione forse non
riuscirà ad adeguarsi nei tempi prescritti dall'AlPA.
Ma il documento informatico non riguarda solo
il settore pubblico. I vantaggi, in tutti i campi, del
documento e della firma digitale, stimoleranno un
grande numero di persone e di organizzazioni a
munirsi dei necessari strumenti e ad apprenderne
l'uso. Cosi potrà colmarsi più facilmente il divario
nell'alfabetizzazione informatica che oggi ci separa
da molti paesi industrializzati e potremo quindi
sfruttare meglio le opportunità di crescita econo¬
mica, sociale e culturale offerte dalle tecnologie
dell'informazione.
E' presto per prevedere i modi e i tempi di que¬
sta evoluzione. Possiamo solo constatare che non
ci sono ostacoli insormontabili né dal lato tecnolo¬
gico, né da quello economico. La normativa, per
quello che si può giudicare leggendo il primo rego¬
lamento, non presenta aspetti particolarmente cri¬
tici e appare abbastanza flessibile da consentire gli
aggiustamenti che si rendessero necessari con
l'esperienza applicativa.
Tuttavia si deve tener conto di alcune perples¬
sità che sono state espresse in occasione dei pri¬
mi dibattiti sull'argomento, perché sono indicative
degli ostacoli che potrebbero presentarsi al mo¬
mento dell'introduzione delle nuove procedure.
Obiezioni infondate
Queste perplessità vertono in sostanza su tre
aspetti della normativa. La prima si riassume nella
frase "comunque dovremo andare dal notaio di
persona", esprime cioè una critica al fatto che
non è stata prevista una totale "smaterializzazio-
ne" delle procedure, la seconda, avanzata da alcu¬
ni giuristi, riguarda la difficoltà di applicare le attua¬
li regole processuali alla documentazione digitale;
la terza, espressa invece da qualche tecnologo, ri¬
guarda i rischi della manipolazione illecita dei do¬
cumenti e della possibile perdita delle informazio¬
ni (è noto che i bit sono molto, molto più volatili
della carta e che non c'è modo di distinguere un
bit autentico da un bit falsificato). Sono obiezioni
che possono essere facilmente superate con una
lettura attenta delle norme (vecchie e nuove) e
con l'uso consapevole delle tecnologie.
Partiamo dalla prima; nell'ordinamento attuale la
presenza fisica dell'interessato è indispensabile
per un certo numero di atti, in particolare quando
l’accertamento della sua identità sia la premessa
per gli adempimenti successivi. Non è immagina¬
bile che questa necessità possa essere superata
in futuro, almeno fino a quando le prescrizioni del¬
le leggi saranno rivolte agli esseri umani. Qualsiasi
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
159
Informatica e Società
• Comunica!'' deD'Iitituto Poligrafico e Zecca dello Stalo
• Principali "tlività dcQ'Ittrtuto Poligrafico e Zecca deBo Stato
• Prodotti della Zecca Italiana
• Prodotti Oloarafic i per La sicurezza
zi
* A *S» ^ ■
II sito dell'Istituto Poli¬
grafico e Zecca dello
Stato thttpV/www
tVis iti: vi si trova di
lutto, tranne le leggi
rapporto di rilevanza giuridica fa capo a uno i più in¬
dividui e la smaterializzazione dei rapporti non può
portare alla smaterializzazione delle persone. Ci do¬
vrà essere sempre un momento in cui viene certifi¬
cata la corrispondenza tra l'identità fisica di un indivi¬
duo e la sua identità digitale, espressa dai bit della
sua chiave pubblica. E questa corrispondenza deve
essere certificata da un soggetto responsabile, che
deve essere a sua volta essere una persona, posto
che nessuno è ancora riuscito a formulare ipotesi
credibili di responsabilità di una macchina. Dunque,
almeno al momento dell'assunzione della sua
"identità digitale", l'interessato dovrà fornire una
prova evidente della sua identità fisica.
Più complessa, e nello stesso tempo piu significa¬
tiva. appare la questione dell'applicazione delle pro¬
cedure tradizionali al documento e alla firma digitali,
e non solo in campo processuale. Qui è necessaria
una comprensione non superficiale degli aspetti tec¬
nici della materia, e in particolare del formidabile
meccanismo di "autocertificazione" dei documenti
formati e trasmessi con sistemi informatici e tele¬
matici. Infatti l'apposizione dei contrassegni digitali
(firma, impronta, f ime stampmg ) rende immediata e
completamente automatica la verifica dell'origina¬
lità. dell’attribuibilità a un determinato soggetto e
del momento della formazione e/o della trasmissio¬
ne di un documento. La "perizia calligrafica" e altri
analoghi passaggi non avranno più motivo di esiste¬
re. ma dovranno essere sostituiti da altre procedu¬
re. come la verifica del momento di pubblicazione o
della revoca della firma digitale, di eventuali brogli
da parte del certificatore. della possibile presa di co¬
noscenza della chiave privata da parte di un sogget¬
to diverso dal titolare e. soprattutto, dell'eventuale
inganno sull'identità dell'interessato al momento
della certificazione della firma II punto da verificare
non è più l'ultimo passaggio, la sostanza della firma,
ma si sposta "a monte", cioè al momento della sua
certificazione o a eventuali irregolarità nel suo uso.
Con conseguenze non trascurabili, soprattutto sul
piano penale: dove oggi si prospetta un reato di fal¬
so per l'apposizione di una firma contraffatta, doma¬
ni si dovrà indagare su una possibile sostituzione di
persona al momento della certificazione della firma.
Gli effetti possono essere gli stessi, ma il reato è un
altro A ben vedere si tratta di un salto culturale non
indifferente.
Vediamo la terza obiezione: l'impossibilità di di¬
stinguere i bit "veri" dai bit "falsi" e il rischio di per¬
dita di informazioni, due problemi ben noti a chi con
i bit lavora tutto il giorno. Il primo problema, a ben
guardare, non esiste, perché il documento provvisto
di sigillo digitale o è vero, o non è documento. Gli al¬
goritmi a chiave asimmetrica danno una certezza
pressoché assoluta dell'autenticità delle informazio¬
ni. non possono esistere documenti veri con una fir¬
ma digitale falsa, o viceversa. Il problema può esse¬
re a monte, come si è visto prima, ma non riguarda
il tecnologo, che deve solo predisporre efficaci pro¬
cedure di documentazione - certificata - delle opera¬
zioni connesse al trattamento dei documenti infor¬
matici. Le corrispondenti procedure manuali sono
molto meno sicure contro i rischi di manipolazioni
indebite, ottenute con l’apposizione di firme apocri¬
fe, timbri falsi, cancellazioni e riscritture ben dissi¬
mulate.
Quanto ai rischi di perdita delle informazioni, è
ben noto che la carta può durare molto più di un
supporto informatico e che è molto più facile
"smarrire" un insieme di bit che un faldone di prati¬
che. Ma la totale duplicabìlità del documento infor¬
matico lo può rendere "immortale". Un archivio car¬
taceo può essere provvisto di rivelatori di calore e di
estintori, ed è bene mettere anche un cartello con il
numero di telefono dei pompieri bene in vista. Ma
tutto questo non impedisce il verificarsi di un incen¬
dio e la distruzione, definitiva, dei documenti. Inve¬
ce il fuoco può incenerire un sistema informatico
senza la perdita di un solo bit, se è stato fatto un
back-up remoto dei dati (del tutto sicuro anche per
la segretezza degli stessi, se sono cifrati).
Si giunge così all'aspetto più importante della "ri¬
voluzione digitale", dal punto di vista culturale prima
ancora che giuridico: il nuovo concetto di "docu¬
mento", che prescinde dalla natura, anzi, dall'esi¬
stenza stessa del supporto. A ben guardare, nel do¬
cumento tradizionale ciò che viene certificato non è
l'informazione ma il supporto che la contiene. Fir¬
me. timbri, filigrane, sigilli, persmo le barrette metal¬
liche inserite nelle banconote non autenticano
l'informazione, ma il supporto. L'autenticità del con¬
tenuto è data dalla sua inscindibilità dal contenitore
Ora il contenuto digitale è perfettamente separa¬
bile dal contenitore e l'autenticazione riguarda il con¬
tenuto stesso, e può addirittura esserne separata da
questo senza perdere la sua efficacia. Il fatto vera¬
mente nuovo è che la verifica dell'autenticità
dell'informazione digitale non può essere fatta "a
mano" o "a occhio" occorre sempre un sistema
informatico. Il che può sembrare un vincolo pesante
a chi considera il computer come un oggetto preoc¬
cupante e un po' misterioso, o a chi lo venera come
una divinità, o a chi pensa ancora di utilizzarlo come
un "servitore intelligente".
Ormai dovrebbe essere chiaro che il computer è
solo uno strumento del quale non possiamo più fare
160
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Informatica e Società
a meno, in nessun campo o quasi. E' un elemento
indispensabile nella società di oggi, quella che ap¬
punto chiamiamo "società dell'informazione". Il pro¬
blema è come utilizzarlo meglio.
Il prossimo obiettivo:
la legge in rete
Dobbiamo riconoscere che nell'anno che si è ap¬
pena concluso il nostro paese ha compiuto passi
avanti non trascurabili verso l'impiego più efficace
delle tecnologie deH'informazione. La normativa sul
documento informatico è forse il più significativo,
prima di tutto perché introduce una cultura nuova,
poi perché renderà possibile un migliore funziona¬
mento della pubblica amministrazione, integrandosi
con il progetto innovativo della rete unitaria. Ma an¬
che la riforma del sistema delle telecomunicazioni,
legata alla liberalizzazione del mercato, avrà effetti di
grande importanza, anche se la normativa di recen¬
te emanazione suscita più di qualche perplessità.
Nel campo dell'istruzione è finalmente iniziato, con
premesse ambiziose, un processo sistematico di al¬
fabetizzazione tecnologica. E non dobbiamo trascu¬
rare la novità più recente, l'affermazione delle pari
opportunità di accesso a Internet, della quale abbia¬
mo parlato nelle pagine precedenti.
Se osserviamo l'insieme di queste innovazioni, ci
accorgiamo che sono state realmente poste le basi
per costruire la società dell'informazione e sfruttar¬
ne gli aspetti positivi, anche se non possiamo tra¬
scurare le difficoltà del percorso e non dobbiamo
ignorare i rischi di soluzioni affrettate o mal conge¬
gnate.
Ora dobbiamo chiederci quale possa essere il
prossimo passo, l'obiettivo più immediato da rag¬
giungere, mentre si evolvono e si attuano i progetti
già impostati. La risposta, a mio avviso, è che si de¬
vono usare le tecnologie dell'informazione per mi¬
gliorare i rapporti dei cittadini con la legge. L'azione
deve svolgersi su più fronti, e le difficoltà sono forse
molto più forti di quelle che sono state incontrate e
si incontreranno ancora nei settori già toccati dall'in¬
novazione.
L'obiettivo più importante, e più difficile da rag¬
giungere, è un miglioramento sostanziale della pro¬
duzione normativa. Che significa prima di tutto leggi
più comprensibili, non solo nel linguaggio, ma nella
logica delle singole disposizioni. Anche se non appa¬
re realistica la visione della norma come algoritmo,
cara agli "informatici giuridici", è necessario che la
legge sia impostata sulla base di opportuni "schemi
di flusso", che si creino modelli che consentano di
simularne l'applicazione e verificare i possibili risul¬
tati. Non è il caso di escogitare improbabili quanto li¬
mitate applicazioni di intelligenza artificiale, perché
non ci sono e non ci saranno per molto tempo mac¬
chine capaci di eguagliare l'intelligenza umana e l'in¬
tuizione del giurista. Si tratta di scegliere strumenti
e procedure che si sono dimostrati efficaci in altri
campi e adattarli all’universo del diritto.
Tutto questo si lega a un altro obiettivo: lo sfolti¬
mento, anzi, la decimazione più spietata della pazze¬
sca quantità di leggi e disposizioni di ogni genere
che soffocano, anziché favorire, la vita collettiva nel
nostro paese. Si può e si deve costruire un vero e
proprio ipertesto dell'ordinamento giuridico, nel qua¬
le ogni norma si trovi nel luogo in cui deve essere e
sia messa in relazione a tutte le altre con le quali de¬
ve essere collegata.
Infine, ma non certo per ultimo, la legge deve es¬
sere messa a disposizione, gratis, di tutti i cittadini,
con tutti gli strumenti disponibili. Dunque anche con
quelli telematici, oltre che con una migliore diffusio¬
ne di quelli cartacei (la Gazzetta Ufficiale non è im¬
mediatamente disponibile, se non per i numeri più
recenti, nemmeno nella Libreria dello Stato che si
trova all'Interno del palazzo del Poligrafico, e non ci
sono indici analitici che aiutino nelle ricerche). Centi¬
naia di migliaia di norme sono archiviate senza alcun
coordinamento in sistemi informativi obsoleti e so¬
stanzialmente inaccessibili, come quelli dello stesso
Poligrafico, della Cassazione e dei due rami del Par¬
lamento,
Rendere disponibile via Internet questa informe
massa di dati è un compito difficile, ma tutt'altro
che impossibile: le tecnologie ci sono e sono ben
sperimentate, si tratta di farle applicare da speciali¬
sti che abbiano una visione aggiornata dei problemi.
E' necessario soprattutto capovolgere la "logica
proprietaria" che sembra ispirare alcuni organismi
che gestiscono le banche dati (solo il Parlamento, e
non è cosa da poco, sta cercando di superare que¬
sta mentalità) e anche evitare che la trasformazione
degli archivi si risolva in un affare commerciale o in
una sorta di appropriazione indebita da parte di qual¬
che operatore troppo furbo.
Tanto per incominciare, si potrebbe obbligare il
Poligrafico ad aprire un sito Internet (un vero sito In¬
ternet, non una presa in giro) nel quale pubblicare
giorno per giorno la Gazzetta Ufficiale, contempora¬
neamente all'edizione cartacea. I testi sono già di¬
sponibili in formato digitale e convertirli in HTML è
uno scherzo, mentre i costi sono irrisori in confronto
a quelli della stampa tradizionale. Che cosa si aspet¬
ta? ks§
La home page informa
che l'inutile sito del
CEO della Corte di
Cassazione Ihttp://
193.43.143.20/index h
tml sta per essere
smantellato; che sia
un buon segno?
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
161
Informatica
OPERA TOTALE
Il Novecento è stato un secolo straordinario. Tanti i fermenti, le
intuizioni, le ricerche approdate a realizzazioni pratiche. E’ stato un
secolo che ha concesso di assistere ad una vertiginosa, entusiasmante
trasformazione dovuta in gran parte alla nascita e alla diffusione dei
mezzi tecnologici. Oggi, tutti quelli che vogliono vivere l’atmosfera
contemporanea avvertono la necessità di apprendere quanto esiste
nello spazio elettronico e telematico. Nascono così, anche in Italia,
progetti che propongono opere multimediali tanto stimolanti da
suscitare interesse e desiderio di
approfondimento.
di Ida Cerosa
[ì |i no di questi progetti è Opera
Totale: suono, immagine e
nuove tecnologie.
Promosso dall'Assessorato Cultura e
Spettacolo del Comune di Venezia, con
sede a Mestre - Teatro Toniolo, ha co¬
me direttore artistico Maria Grazia Mat-
tei,
La Mattei, giornalista e critico d’arte,
è stata tra i primi ad interessarsi alle arti
elettroniche, e con molta energia ed
entusiasmo sta cavalcando l'onda di
produttività e di curiosità provocata dai
nuovi mezzi
Opera Totale è un appuntamento an¬
nuale (a novembre scorso c'è stato il 3°
incontro) con il tema "le nuove tecnolo¬
gie e il loro impatto con il mondo dei
media e dell'arte".
Ha un programma ideato apposita¬
mente per la scoperta di tendenze
emergenti e per il produttivo contatto
con autori e centri di sperimentazione
italiani ed esteri
Queste le intenzioni, ma forse il ri¬
svolto più importante è dato dalle rifles¬
sioni che nascono dopo gli incontri.
Attraverso gli anni, nel mondo multi¬
mediale i mutamenti sono stati rapidi e
numerosi.
E' un mondo eclettico, estroverso,
creativo, dove è facile pensare di acco¬
stare immagi¬
ni, suoni, paro¬
le, movimenti,
interattività.
L'informati¬
ca fa da padro¬
na e da mae¬
stra.
Tante quan¬
te sono le
combinazioni
di colori, di
tessiture, di
segni, ugual¬
mente le ope¬
re elettroniche
possono esse¬
re le più varie e rappresentative di pen¬
sieri diversi.
La composizione dell'opera multime¬
diale può partire da un'idea del compu¬
ter artista, come del musicista elettroni¬
co, come del poeta o del coreografo.
Iniziando da menti diverse, l'opera si
sviluppa con percorsi singolari e impre¬
vedibili da altre menti, per comporsi in
maniera originale e unica.
Questa, una delle coinvolgenti carat¬
teristiche.
Altro fattore attraente è l'interattività,
cioè quella "parte dell'opera" che con¬
sente allo spettatore di partecipare con
la propria personale azione e fantasia.
Guardando, immergendosi, catturati
dall’Immagine, dal suono, dal movimen¬
to, si forma una specie di filo diretto tra
autore e spettatore
Le tecnologie sono in questo modo
scavalcate, mentre viene esaltata la fu¬
sione armonica di arti diverse.
Tanti anni fa queste manifestazioni
tendevano più ad una dichiarazione di
possibilità tecniche, mentre oggi, final¬
mente assorbita e superata quella par¬
te, comincia ad essere "celebrata" l’ar¬
te con tutte le sue sfaccettature
162
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Arte Informatico
Il mondo multimediale
Arrivare a prolungare l'attimo fuggen¬
te e accorciare le distanze è sempre
stato un sogno da realizzare. L'era elet¬
tronica l'ha reso possibile. Le distanze
si sono annullate, le scoperte vengono
trasmesse immediatamente ed ogni in¬
tuizione fermata da una fotografia, da
un video, da un computer passa alla ri¬
flessione di un'altra mente che appli¬
candola e poi ampliandola la fa divenire
la base di un processo evolutivo.
Con questo sembra che l'attimo
dell'intuizione riesca a raggiungere la
sua eternità.
Le immagini che si ottengono con un
computer rappresentano non solo la
continuità dell'idea iniziale, ma soprat¬
tutto la sua immediata crescita dovuta
al moltiplicarsi delle suggestioni e delle
nuove soluzioni legate ad esse.
Attraverso il tempo tutto è avvenuto
in modo estremamente consequenzia¬
le, ed ogni pensiero e scoperta è stata
possibile per gli studi e le soluzioni pre¬
cedenti.
Cosi, a mio parere, le opere multime¬
diali, pur di non facile e immediata com¬
prensione, rappresentano una sorta di
libro aperto dove cercare e trovare il nu¬
mero incredibile di informazioni che pro¬
pone. Diventa, così, spontaneo guarda¬
re l'opera "da dentro", immersi, coin¬
volti, come se si stesse galleggiando
nel tempo.
Ed è immediata la scoperta che
l'estetica è cambiata: non solo uno
sguardo unitario, ma anche una ricerca
sempre più accurata e curiosa.
La sensazione è che le pareti dello
spazio pittorico siano letteralmente
esplose, per la fine dell'esistenza di un
rapporto diretto e sensibile con le cose,
con la materia e le energie in essa con¬
tenute; per il sorgere di un rapporto in¬
diretto che rifonda la conoscenza.
Negli ultimi quarant'anni è avvenuta
una vera e propria rivoluzione nel cam¬
po della rappresentazione, anche se il
mondo multimediale è ancora profonda¬
mente visivo. Forse perché le immagini
elettroniche emanano un fascino inten¬
so dovuto in gran parte alla magia pro¬
pria del modo con cui sono realizzate,
soprattutto se il suono fa da significati¬
vo accompagnamento.
Inoltre, quello che si sta presentando
IDA GEROSA
Artista di computer art. è anche direttore
delle pagine web per l'arte Artnet-Tenira.
nttp:r/www. mcnnk.it/mclinK/arta
oggi non è più solo "rap¬
presentazione scenica”,
ma anche proposta on-line.
Con l'entusiasmo del
neofita molti stanno crean¬
do opere multimediali in In¬
ternet.
Quest'anno Opera Totale
ha continuato l'esplorazio¬
ne in quel territorio di confi¬
ne in cui confluiscono arte
visiva, musica e tecnologia.
Percorsi
artistici
Molte e interessanti le
opere presentate. Tra que¬
ste eccone due, tra loro
dissimili e rappresentative
di diversi stati d'animo, ten¬
sioni, approcci con la vita.
Jean-Baptiste Barrier, autore di com¬
puter music, e Maurice Benayoun, che
esplora da dieci anni le possibilità delle
immagini di sintesi e dell'interattività.
hanno presentato "Un safari fotografico
nel paese della guerra". Un'installazio¬
ne interattiva in ambiente di Realtà Vir¬
tuale Cave, con macchina fotografica e
stampante.
Muovendosi in uno spazio tridimen¬
sionale, il paesaggio che è stato pre¬
sentato allo spettatore/turista era deva¬
stato dalla guerra. Lo scatto delle foto¬
grafie erano vere e proprie armi di an¬
nientamento perché l'immagine regi¬
strata scompariva per non esistere più
per nessuno. Infatti ogni frammento fo¬
tografato svaniva dallo schermo e veni¬
va sostituito da una silhouette nera Ad
ogni clic dell'otturatore una parte del
mondo si cancellava. Ogni gesto rap¬
presentava lo strappo della pelle dal
corpo del mondo.
Mentre Christian Gruel, artista che di¬
segna ambienti simulati per l'industria
di realtà virtuale, per la Fakespace Mu¬
sic, ha presentato "Stili Life", un'espe¬
rienza unica nel settore della realtà vir¬
tuale.
Convenzionalmente i suoni sono atti-,
vati da azioni compiute all'interno
dell'ambiente virtuale, i mondi della
Fakespace Music vengono invece atti¬
vati dai suoni provenienti dal mondo
reale.
In "Stili Life" la musica era forza mo¬
trice di un flusso continuo di grafica tri¬
dimensionale stereoscopica per cui il vi¬
sitatore si trovava completamente im¬
merso e lìbero di esplorare un mondo
generato dalla musica. In un ambiente
di "realtà virtuale” al posto della realtà,
veniva esaltata la liricità che è in ognu¬
no di noi.
In conclusione, la multimedialità con¬
sente un "viaggio" all'interno del no¬
stro spirito, della nostra essenza, qua¬
lunque essa sia. Per cui il nostro ap¬
proccio con l'arte dipende solo dalla no¬
stra apertura e disponibilità.
Il pensiero creativo unito al computer
è in grado di fornire strumenti per la
mente, per il cuore, il corpo e l'anima
Sono strumenti per la nostra personale
realizzazione, sia che noi siamo artisti
che spettatori amanti dell'arte.
«e
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
163
r Informatica
e Architettura
a cura di Paolo Martegani
e Riccardo Montenegro
Inviate le vostre lettere per posta alla redazione indicando II tìtolo della rubrìca "Informatica e Architettura " o direttamente ai
curatori via e-mail: martegan@uniroma3.ìt Vie monMmix.à
La p arola ai lettori
Quattro vedute del progetto per la stanza di uno studente realizzato nel 1995 da S. Giuffra e S. D'Èrcole di Roma.
Cosa succede
In Germania un accordo per coordinare l'impiego dei mezzi
multimediali
La possibilità di razionalizzare l’uso dei mezzi multimediali ha de¬
terminato un accordo di cooperazione fra tre importanti istituzioni
culturali tedesche, tra cui l'Università di Koblenz-Landau. Si preve¬
de di organizzare a livello interdisciplinare l’uso delle applicazioni
multimediali nell'ambito della progettazione, dell'informatica, del
design dell'interfaccia e dei media.
Un nuovo sito web sui componenti per l'edilizia
La RDB, il più importante produttore italiano di componenti per
l’edilizia, ha messo a p unto un proprio sito web con indirizzo
|http://wwww.rdb.ll nel quale è disponibile un vero e proprio
servizio di consulenza on line, tramite e-mail, e di informazione su
tutto quanto riguarda il settore dei prefabbricati, dei solai e delle
murature. Nelle pagine della RDB è possibile consultare le schede
tecniche dei prodotti dell'azienda, avere informazioni sulle norma¬
tive in vigore e sulle certificazioni, conoscere le date e i program¬
mi di convegni, concorsi e fiere. A questi interessanti servizi si ag¬
giungono delle pagine di link molto aggiornate che permettono di
collegarsi con università, enti, associazioni di categoria, banche da¬
ti, pubblicazioni, specializzate e quant'altro possa riguardare il set¬
tore e la progettazione in generale.
Un CD-ROM sulla normativa attuale in urbanistica ed edilizia
Si chiama "Repertorio di Urbanistica ed Edilizia" il CD-ROM
realizzato da "Il Sole-24 Ore" Laser Data che raccoglie tutta la nor¬
mativa in materia, ordinata e commentata, e indirizzata a tecnici e
professionisti del settore Una funzione permette di raccoglire in
una cartella personale i dati di maggior interesse e utilizzazione,
mentre un sistema di ricerca consente di rintracciare velocemente
gli argomenti. È previsto un aggiornamento semestrale dei dati.
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MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Informatica e Architettura
L'officina multimediale
Nuovo, complesso, affasci¬
nante. È il mondo di chi crea
i CD-ROM, con i suoi effetti
speciali e le manipolazioni
multimediali...
di Riccardo Montenegro
Abbiamo incontrato i responsabil delia
"Gabo Multimedia Design & Produc-
ton ", Andrea e Luca Gaboardi, per parla¬
re di multimedialità dal punto di vista di
chi la progetta e la realizza.
Ha risposto alle domande Luca Ga-
boardi
Da quanto tempo vi occupate di
multimedialità?
Da più di quattro anni, Proveniamo da
esperienze diverse, io sono architetto
(Luca Gaboardi, n.d.r .) e mi sono avvici¬
nato alla multimedialità partendo dal
CAD con la rappresentazione tridimen¬
sionale dei progetti. Mio fratello ( Andrea,
n.d.r.), laureato in fisica, ha iniziato a la¬
vorare con la società Asia di Anguillara,
di cui era socio, dove ha avuto modo di
conoscere a fondo il settore dell'Infor¬
matica, nelle sue diverse diramazioni e
problematiche.
Abbiamo esperienze in quasi tutti i
settori del cosiddetto multimediale: dalla
comunicazione aziendale, con la realizza¬
zione di sofisticate brochure elettroniche
su CD, ai Sistemi Esperti, dai CBT (Com¬
puter Based Training) ai chioschi infor¬
mativi, dai database gestionali ai video e
modelli 3D. Ma i settori che consideria¬
mo strategici per il nostro lavoro sono
l'editoria elettronica ed Internet.
Cosa avete realizzato finora?
Molte cose., per esempio un CD¬
ROM su Salvador Dall, prodotto da Artel
ed Edigroup, distribuito in Francia dalla
Emme Interactive che presto arriverà an¬
che in Italia, Spagna, Germania e nei
paesi anglosassoni. . ma il progetto a cui
teniamo di più è l'ultimo..., un CD-ROM
su Roma, realizzato per l'Editoriale Do-
mus, di cui siamo particolarmente soddi¬
sfatti. In genere siamo anche gli autori
dì ciò che realizziamo: la società che ab¬
biamo costituito, io e mio fratello, si pro¬
pone di creare i prodotti dalla fase di
ideazione fino al master finale... il sem¬
plice editing grafico/informatico, pur pra¬
ticandolo, ci interessa un po' meno.
E per Internet...?
Si, certo, abbiamo curato alcuni inte¬
ressanti servizi per il Web soprattutto
per l’Editore Colombo dì Roma.
Torniamo ai CD-ROM...
Realizzare un CD-ROM è un lavoro
piuttosto complesso perché richiede la
conoscenza e la padronanza di un modo
di comunicare totalmente nuovo. I con¬
tenuti, infatti, vengono proposti al fruito¬
re in modo non lineare attraverso un
"montaggio" diversificato, dove la pre¬
sentazione degli argomenti avviene at¬
traverso una complessa struttura di co¬
municazione, un vero e proprio sistema
linguistico-tecnologico.
È possibile descrivere cosa succede
da quando gli autori vi consegnano il
materiale (testo, foto, filmati, audio)
al master definitivo?
Si, certo... ma prima è meglio precisa¬
re che l'errore più frequente che com¬
mettono i produttori di CD-ROM, e spes¬
so gli editori, è quello di credere dì poter
"tradurre" del materiale esistente, un li¬
bro per esempio, in un CD-ROM con
qualche video, un po' di grafica e uno
speaker. Il CD-ROM per essere un buon
prodotto deve essere creato totalmente
e non adattato da un altro "media".
Comunque., diciamo che dal momen¬
to in cui abbiamo a disposizione tutti i
materiali - testuali, iconografici, audio e
video - si mette a punto il progetto grafi¬
co, l'interattività e l'architettura generale
dell'applicazione (se non l'abbiamo già
fatto precedentemente). Definiti questi
elementi progettuali si passa alla digita¬
lizzazione e al relativo "trattamento" di
tutti i materiali disponibili. Terminata
questa fase di preparazione dei materia¬
li si passa al loro assemblaggio attraver¬
so la realizzazione di un software specifi¬
co Il software può essere creato con va¬
ri linguaggi di programmazione oppure
mediante i cosiddetti "programmi auto¬
re", che sono linguaggi di programma-
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
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Informatica e Architettura
zione dedicati alla gestione di compo¬
nenti multimediali e ipertestuali.
Come abbiamo detto prima l’architet¬
tura, l'interfaccia e la struttura funzionale
sono importantissime. Per esempio, una
scheda descrittiva può essere un sem¬
plice testo, una voce narrante oppure un
vero racconto a più livelli, audio-video-
ipertesto. Elaborare un argomento signi¬
fica tener conto delle possibilità offerte
dalla tecnologia, della disponibilità o me¬
no di immagini, di contributi filmati o di
brani sonori., si tratta, insomma, di im¬
postare il lavoro come una vera e propria
sceneggiatura multimediale.
Nella realizzazione di un CD-ROM
c’è una fase particolarmente delicata
e/o difficile?
Il preventivo al clientel
... non solo nel vostro lavoro, mi pa¬
re...
È vero.. Un CD-ROM può essere tan¬
te cose e tutte molto diverse, coinvolge
tante problematiche e tutte strettamen¬
te connesse. Quando si masterizzano
650 Mb di audio, ipertesto, immagini, vi¬
deo, QuickTime Vr, sofisticati motori di
ricerca e di navigazione, l’errore è sem¬
pre in agguato, una virgola da cambiare,
poi, comporta una nuova masterizzazio¬
ne, altre ore di test, antivirus, reinvio al¬
l’editore... Dal punto di vista operativo,
probabilmente, la cosa più complessa è
proprio il coordinamento, l'ottimizzazio¬
ne tra le varie fasi della produzione che
sono relazionate in modo stretto e dove
errori stupidi, ripeto, possono comporta¬
re grandi perdite di tempo (e di risorse).
Senza contare che un prodotto di un cer¬
to livello generalmente è rivolto anche al
mercato internazionale, questo significa
che tra i molti problemi vanno messi nel
conto anche la localizzazione e cioè la
traduzione e l’adattamento dell’opera.
Quanto tempo ci vuole per realizza¬
re un prodotto di buon livello?
Se il progetto e ben fatto e i contenuti so¬
no organizzati razionalmente, possono es¬
sere sufficienti anche due mesi. In realtà la
complessità di questo tipo di produzioni è
tale che raramente è possibile realizzare un
buon prodotto in meno di sei mesi.
Che ne pensate dei prodotti dispo¬
nibili oggi?
Le reali potenzialità di comunicazione
del nuovo mezzo stanno emergendo
molto lentamente. Forse questo è il mo¬
mento in cui gli editori saranno costretti
a fare i conti anche con la qualità di ciò
che offrono - non solo della quantità - e
sforzarsi di sviluppare in modo creativo e
serio le possibilità enormi di questo nuo¬
vo linguaggio... comunque la maggior
parte dei prodotti oggi disponibili è pur¬
troppo di scarsa qualità al punto che
molti fruitori mostrano una certa diffi¬
denza nei confronti dei CD-ROM.
Si vedono pochi CD-ROM dedicati
all’architettura: è una questione di
mercato oppure l’argomento è più
complesso da affrontare rispetto alla
storia, l’arte figurativa o una enciclo¬
pedia...?
Crediamo che potenzialmente il CD¬
ROM sia un mezzo molto adatto a tratta¬
re temi di architettura: la possibilità di ri-
produrre tridimensionalmente un edificio
o uno spazio urbano, esistenti o allo sta¬
dio progettuale, è una caratteristica pe¬
culiare di questa tecnologia. Oggi è pos¬
sibile mostrare in tre dimensioni spazi e
ambienti sia simulando il movimento sia
consentendo al fruitore di muoversi nel¬
l’ambiente virtuale in maniera autonoma
(Realtà Virtuale). In questo modo si offre
qualcosa che non si può avere da un li¬
bro, da una rivista su carta o da un VHS:
qualcosa, insomma, di veramente nuo¬
vo, utile e significativo. Oggi questo tipo
di supporto non ha ancora una diffusione
tale da stimolare gli investimenti neces¬
sari allo sviluppo di nuovi prodotti edito¬
riali, ritengo comunque che nei prossimi
anni, con l'innalzarsi della qualità media,
si amplierà significativamente anche la
loro diffusione.
È vero, ma c’è anche un altro aspet¬
to che sembra confondere la gente e
rallentare la diffusione dei mezzi infor¬
matici: la babele dei linguaggi utilizza¬
ti per il funzionamento dei computer e
la visione di quanto viene prodotto
con essi. Esiste qualcosa di paragona¬
bile al linguaggio HTML utilizzato in
Internet e che rende la Rete accessibi¬
le a tutti gli utenti?
Dal punto di vista tecnico l'HTML è un
ottimo formato per la realizzazione di
ipertesti ma non è senz'altro l’unico for¬
mato o linguaggio multipiattaforma. I do¬
cumenti in formato PDF gestiti da Adobe
Acrobat sono multipiattaforma, i docu¬
menti di testo RTF (Rich Text Format)
sono da tempo leggibili con programmi
di videoscrittura per Dos, Windows,
Mac, Unix, VMS, ecc..., anche i linguaggi
di programmazione C e Java lavorano su
diversi sistemi operativi e molti altri sono
gli esempi che si potrebbero portare. Co¬
munque moltissimi prodotti multimedia¬
li sono sviluppati in linguaggio multipiat-
taforma ovvero Win-Mac, dal punto di vi¬
sta degli strumenti di sviluppo Macro-
mind Director, della Macromedia, è di¬
ventato quasi uno standard operativo.
L'HTML si distingue da tutti poiché è il
formato del WEB, la ragnatela iperte¬
stuale di Internet; ma il fenomeno su cui
è opportuno riflettere è La Rete nel suo
complesso e non gli standard tecnologici
che gli permettono di funzionare.
Secondo voi il CD-ROM ha un futu¬
ro o sarà superato da altri media?
Il CD-ROM è solo un supporto. La vera
rivoluzione è il trattamento digitale delle
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MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Informatica e Architettura
In libreria
"Alias in progress". Storia e catalo¬
go della produzione di Alias e Danese
in CD-ROM a cura di Mara Canvelli e
Roberto Tagliabue. Milano 1997. Per
Macintosh e Windows 3.1 e '95.
Informazioni: Tel. 035-4420240.
Realizzato in collaborazione con
la Domus Academy (che già si è distinta
nella creazione di altri ottimi prodotti
multimediali), questo CD-ROM delinea
tutta la produzione di mobili e oggetti di
Alias e Danese dagli inizi a oggi.
Addentrandoci nel CD-ROM vediamo
scorrere davanti ai nostri occhi le opere
di molti dei protagonisti del design italia¬
no contemporaneo: da Munari a Botta,
da Mari a Belotti, da Rizzato a Meda. Il
racconto interattivo si snoda attraverso
gli incontri, le idee, gli avvenimenti, i pro¬
getti e le le persone che hanno creato la
linea produttiva e culturale di Alias e Da¬
nese.
È un'occasione per riflettere su ciò
che nel mondo viene definito
"italian style", uno stile, ma
sarebbe meglio dire una filo¬
sofia del progetto, dove i va¬
lori della forma non sono mai
fini a se stessi ma riflettono
sempre una sperimentazione
m perfetto equilibrio tra la sa¬
piente pratica artigianale e
l'alta tecnologia, Basterà cita¬
re i deliziosi oggetti che per
anni Bruno Munari (il porta¬
cene "Cubo" del
1957 e la lampada
"Falkland" del
1964) ed Enzo Ma¬
ri (il metafisico ce¬
stino "In attesa"
del 1971 e l'attac¬
capanni "Tricorno
3" del 1980) hanno creato per
Danese, dove, con un pro-
S irammato minimalismo, a
unzioni semplici corrisponde¬
vano oggetti in forma di poe¬
sia.
Uno spirito analogo permea
la più recente produzione di
Alias con i bellissimi mobili di
Mario Botta (le sedie "Laton¬
da'', "Quinta", "Seconda" e i tavoli "Ter¬
zo" e "Tesi"), la serie "Frame" di Alber¬
to Meda o le eleganti variazioni di tavoli e
sedili girevoli, tutti a tre gambe, di Paolo
Rizzato.
Ciascun prodotto è corredato da una
scheda essenziale con informazioni sui
materiali, le dimensioni e l'anno di realiz¬
zazione. È possibile navigare in "Alias in
progress" scegliendo alcune opzioni che
raggruppano i prodotti per azienda, per
tipologie o per designer
Il CD-ROM presenta inoltre interessan¬
ti sezioni sui materiali, sulla tecnologia e
sulla filosofia industriale che sono alla ba¬
se della raffinata produzione di Alias e di
Danese.
(R.M.)
informazioni che successivamente pos¬
sono essere veicolate attraverso il CD¬
ROM oppure messe a disposizione su
Internet II CD-ROM e i suoi successori
come il DVD (Digital Video Disk) rimarra¬
no quali strumenti di immagazzinamento
e diffusione di informazioni estrema-
mente efficaci in diverse situazioni di uti¬
lizzo. Se è vero infatti che un ipertesto
su Internet consente collegamenti e
contributi praticamente infiniti, tuttavia la
velocità di accesso è oggi insufficiente
per alcuni tipi di applicazioni in particola¬
re quelle ove sono presenti rilevanti
quantità di immagini, di contributi video
o materiali sonori Dal nostro punto di vi¬
sta comunque quale che sia il veicolo di
diffusione si tratterà sempre di progetta¬
re e realizzare applicazioni multimediali
ed interattive, per molti aspetti infatti la
realizzazione di un sito Internet presenta
forti analogie progettuali e tecniche con
la realizzazione di un CD-ROM.
Le immagini
Le immagini che illustrano questa
intervista sono tratte dall'ultimo
lavoro realizzato dalla "Gabo Mul¬
timedia Design & Production''
Si tratta di un CD-ROM pubblica¬
to dalla Editoriale Domus, distri¬
buito in questi giorni nelle librerie
e nei negozi specializzati, dal tito¬
lo "Le città d'arte: Roma II
CD-ROM, in edizione bilingue ita¬
liano e inglese, è leggibile con le
versioni di Windows 3.1 e '95.
Il CD -ROM contiene oltre 500 fo¬
tografie e una serie di 70 visite
virtuali, realizzate in QuickTime
VR. in tutte le più belle piazze di
Roma con percorsi guidati alla scoperta di chiese, fontane e altri capolavori dell'arte di Ro¬
ma. A fianco delle immagini che ritraggono la Roma di oggi, il percorso si arricchisce con le
fotografie storiche tratte dall'archivio dell'Editore Colombo, per vedere il volto della città nel
secolo scorso. Hanno collaborato per le riprese fotografiche e in QuickTime VR Gregory
Acs e Pierfrancesco Giordano.
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Informatica e Architettura
La ScalaWeb: il teatro interattivo
di Francesco Zurlo
Nel sito Internet del Teatro
alla Scala di Milano è di
scena l'interattività. Ogni
opera può essere vista co¬
me una composizione plu-
risensoriale nella quale
concorrono le immagini
delle scenografie, i balletti,
le gestualità degli attori, la
musica, le luci, i costumi.
Una battuta, una pausa, l'attesa di un
applauso o di una risata, e la recita conti¬
nua: il teatro fa subito pensare a questo
continuo gioco di rimandi tra palcosceni¬
co e platea tanto da diventare il senso
più compiuto di questa forma secolare
d'intrattenimento. L'interazione avviene
secondo codici comunicativi naturali -
gesti, movimenti, approvazioni - che svi¬
luppano l'azione teatrale secondo uno
schema simmetrico, dal palco alla platea
e viceversa.
Il teatro e i nuovi media
Sostenere l'assenza di questo scambio
(per cui il teatro diventa simile ad altre
forme di intrattenimento e quindi al limite
fruibile in TV o attraverso un computer)
contrasta con il senso comune di tutti noi
per il quale forte è l’esigenza e il piacere
di essere dentro il teatro, luogo primario
d'interazione tra realtà (del pubblico) e
finzione (degli attori) In questo scenario
allora, che impatto possono avere i nuovi
media? Una risposta articolata la trovia¬
mo nel sito Internet del Teatro alla Scala
di Milano. Qui vi sono contenute infor¬
mazioni relative alle opere teatrali rappre¬
sentate Ogni opera può essere vista co¬
me una composizione plurisensoriale nel¬
la quale concorrono, orizzontalmente, le
immagini delle scenografie, i balletti, le
gestualità degli attori, la musica, le luci, i
costumi.
Elementi che si integrano, a loro volta
e verticalmente, in segmenti dell'opera
come scene, atti e quadri. L'architettura
del sito è costruita a partire dell'esplo¬
sione di ogni opera in tutti i suoi seg¬
menti, osservabili tramite l'interfaccia,
luogo anch'esso d'interazione, ma di un
tipo differente, tra la fruizione sinestesi-
ca dell'utente e l'offerta multimediale
del sito: più di 3000 immagini, filmati,
musica, spartiti, biografie dei singoli can¬
tanti e dei direttori d'orchestra ed altro
ancora Diverse sono le potenzialità: è
possibile comparare ad esempio docu¬
menti storici pescando nell'importantis¬
simo archivio ufficiale della Scala che
raccoglie tutte le rappresentazioni dal
1956 ad oggi oppure avere informazioni
di carattere più tecnico, come poter pre¬
notare i biglietti tramite telefono o leg¬
gere il programma di sala sin dalla matti¬
na della prima
L'interfaccia nasce nel 1995 vincolata
alla grafica tradizionale della Scala (colon,
simboli, caratteri) per evolvere, attraver¬
so piccoli miglioramenti successivi, fino
all'aspetto odierno (a cura degli architet¬
ti Paola Trapani ed Emanuele Genuizzi)
che presenta, tra le altre cose, un codi-
ce/colore per ognuna delle sezioni del si¬
to, l'uso di alcuni indicatori di posizione
per evitare fenomeni di disorientamento
nell'utente e l'assenza dello scrolling la¬
terale già presente nelle precedenti ver¬
sioni (statisticamente usato solo da un
utente su quattro): l'obiettivo e quello di
aumentare le potenzialità di comunica¬
zione tra il teatro e il suo pubblico
Il gioco dell’interazione
Al gioco dell'interazione nel luogo fisi¬
co se ne affianca, quindi, uno simulato: il
pubblico infatti può osservare il teatro
(oltre 3 milioni e mezzo di visite in tre an-
sm
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MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Informatica e Architettura
ni di attività) e da questo essere osser¬
vato (per mezzo di statistiche, mailbox,
filo diretto con gli uffici, ecc.)
Il progetto ha dato fin dall'inizio impor¬
tanza a tale aspetto e ciò diventa ancora
più evidente nella prossima attivazione
di visite virtuali, dove l'interazione va ol¬
tre il rapporto con il contenuto (l’opera),
per coinvolgere anche ciò che contiene
l'attività scenica: il teatro. Con due obiet¬
tivi: uno di carattere probabilmente se-
duttivo, di attrazione verso un'istituzione
culturale che è anche un monumento ar¬
chitettonico di prestigio, l'altro per recu¬
perare una possibilità esplorativa del tea¬
tro altrimenti non possibile nel sito fisi¬
co: poter guardare dietro le quinte, muo¬
secondo due tecniche. La prima si svol¬
gerà all'interno di un modello tridimen¬
sionale del teatro realizzato con tecnolo¬
gie VRML, in questa visita (attiva dal lu¬
glio '98) sarà possibile partecipare alla
simulazione dell’azione teatrale, essa
verrà riprodotta attraverso alcuni mo¬
menti topici come l'apertura del sipario,
lo spegnersi delle luci, lo scorrere delle
quinte, oppure ad esempio osservando
la scena di uno stilizzato balletto virtuale
coordinato alla musica.
L’uso della Realtà
Virtuale
La seconda visita è stata realizzata con
QuickTime VR. grazie al sostegno di Ap¬
ple, e sarà attiva da dicembre del '97. In
essa vi sono 8 nodi corrispondenti ai
principali ambienti del teatro: sarà possi¬
bile visualizzare in pianta la posizione di
questi ed attivarli per veder comparire le
immagini delle zone corrispondenti. L'i¬
dea è quella di riprodurre con fedeltà fo¬
tografica il percorso ideale svolto da uno
Nella pagma a fianco, in alto . vista
esterna in VRML del Teatro La Scala
A sinistra m basso, schermata con il
bozzetto di una scena de “Le nozze di
Figaro ~
In basso a destra, bozzetto per il "Woz-
zecK "
In questa pagina, in alto una foto di sce¬
na de “Le nozze di Figaro "
Sotto, vista del modello QuickTime
della sala
stico (la buca dell'orchestra), al bocca¬
scena (dove è possibile vedere sia la sa¬
la che il retropalco), al palco stesso: la vi¬
sita sarà inoltre possibile passando da un
nodo all'altro direttamente senza biso¬
gno di ricorrere alla pianta di riferimento.
Ma perché un teatro prestigioso come
La Scala insiste su queste esigenze di in¬
terazione e comunicazione? t ormai no¬
to che le strategie di prodotto tradiziona¬
li - vendere un prodotto di qualità e a
buon prezzo - tendono a trasformarsi,
oggi, m strategie di sistemi globali di of¬
ferta - vendere un buon prodotto ma an¬
che un servizio ed una comunicazione
che lo sostengano.
versi nel boccascena, guardare la sala
dall’alto, scegliere il posto migliore e te-
leprenotarlo per godersi poi dal vero, si¬
curi del punto di vista, lo spettacolo. Il ti¬
po di interazione si avvicina a quello di
carattere immersivo della realtà virtuale
attraverso la manipolazione diretta nel¬
l'ambiente simulato dal computer: a
questo punto essere nel teatro potrà as¬
sumere significati piu articolati rispetto a
quella che è la nostra comune esperien¬
za poiché, una volta giunti nel luogo, si
potrà avere una consapevolezza amplifi¬
cata sia delle caratteristiche dell’opera
sia del luogo in cui quella è rappresenta¬
ta.
Le visite virtuali sono state realizzate
spettatore dall'esterno verso l'interno
del teatro la visita, ovviamente vincolata
alle caratteristiche del programma (ogni
nodo è formato da 12 fotogrammi scat¬
tati ad angolazioni diverse e mappati su
un cilindro virtuale al cui centro è l'ipote¬
tico osservatore) è arricchita dalla pre¬
senza di aree sensibili - hot spot - che in
corrispondenza di oggetti danno infor¬
mazioni, ad esempio, sul personaggio
rappresentato in un quadro o sulla scul¬
tura posta a lato di un varco. I nodi per¬
mettono una visione a 360° dell'area vi¬
sitata, talvolta, quando la lente lo per¬
metta, anche del soffitto: si passa dalla
piazza all'atrio d’ingresso, al foyer, al ri¬
dotto delle gallerie, alla sala, al golfo mi-
Un progetto
di comunicazione
globale
Ciò vale anche per un prodotto come
una stagione teatrale (La Scala, tra l'al¬
tro, si sta trasformando da Ente pubblico
in Fondazione privata): ogni prodotto è
un'offerta culturale, comprensibile per la
prestazione ma anche per il significato
che assume e ciò è vero anche per un
prodotto con caratteristiche più culturali
degli altri come un'opera teatrale; allora
è con strategie unificanti di prodotto,
servizio, comunicazione e. nel nostro ca¬
so. interazione, che l'offerta dell'azienda
diventa visibile: in tale ambito il design
assume ruoli diversi occupandosi del
progetto dei servizi, delle proposte di co¬
municazione. dell'uso di nuovi strumenti
mediatici ed espressivi, fino allo studio
dei luoghi e degli ambienti, fisici e virtua¬
li. dell'interazione domanda/offerta. In tal
senso La ScalaWeb è una possibile ri¬
sposta, molto efficace, all'esigenza di
identità e visibilità di un'impresa cultura¬
le di grande prestigio.
Indirizzo web
http://lascala.milano.il
Credits
Il progetto del sito è dì Maria Alberta Al¬
berti e Damele Marini del Dipartimento di
Scienze dell'Informazione dell'Università de¬
gli Studi di Milano . È stato sovvenzionato dal¬
la Camera di Commercio di Milano e nasce
da un accordo tra il Teatro e il Gruppo per le
Tecnologie della Scala. Il servizio è offerto dal¬
l'ufficio stampa del Teatro
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Verso quota cinquanta!
di Raffaello De Masi
coordinamento di Andrea de Prisco
Già, siamo prossimi al cinquantesimo nu¬
mero di MCI Un bel traguardo, se si pen¬
sa a come siamo andati avanti. La rivista,
partita con meno di cento pagine, oggi
ne conta più di duecento. Certo , c'è da
combattere con altre concorrenti, ed è
questo il periodo in cui la fioritura delle te¬
state è massima, tra poco ci sarà il riflus¬
so e la selezione naturale farà scomparire
tante firme comparse e scomparse nel pe¬
riodo di uno due anni e, ahimè, portando
quasi all'oblio una o due testate che finora
godevano di un prestigio davvero indiscutibi¬
le. Onore ai cadutiI
HP, nelle news, presenta un AT compatibile
basato già sul 286 a 8 Mhz, e gli assegna un
nome che ancora oggi tuona potente nel mon¬
do dei PC, il Vectra. Sinclair tenta l'ultima carta
con il 128, uno Spectrum sottoposto a cura rico¬
stituente. La situazione della società di sir Clive è
ormai allo stremo, e quest'ultima carta, giocata as¬
segnando l'esclusiva della distribuzione a una so¬
cietà spagnola, doveva servire a far risuonare il cas¬
setto di qualche moneta sonante per continuare la
realizzazione dell'Enigma, il nuovissimo computer
che . manco a dirlo, ha caratteristiche (purtroppo
solo sulla carta) sensazionali : 1 MB di memoria
centrale, due floppy da 3,5", un monitor dedica¬
to . In altri termini una vera macchina "seria'’,
che doveva ancora una volta dare lustro all'in¬
ventiva e all'originalità del baronetto, ma che
non arriverà mai a vedere la luce.
Citizen entra nel campo delle stampanti alla
grande, con ben sei modelli, e Apple sosti¬
tuisce la sua Imagewriter con il modello II,
che stampa a colori e in tre modalità di
qualità, il tutto al prezzo di circa un milio¬
ne. Può essere utilizzata in rete, ha 2 k
di buffer, un distributore di fogli singoli e
sferraglia peggio di una mitragliatrice Breda (è
pressoché indistruttibile, e ancora ne possiedo una
su un tavolo del mio studio). Sempre piu interessanti
si fanno le notizie di un computer rivoluzionario di
Commodore, l'Amiga. Apple compie dieci anni e co¬
mincia ad avere gli interminabili problemi finanziari.
Francesco Carlà inaugura una rubrica che non ab¬
bandonerà fino ad oggi, Playworld (ma dove li va a
prendere tutti questi giochi?). A proposito di giochi,
Corrado ne inventa un'altra delle sue; un Buzz Phrase
Generator, che costruisce piani sanitari, abbinato a
una trattazione agile e divertente dei principi fonda-
mentali della crittografia. La prima prova è invece de¬
dicata al 128, versione aggiornata e ampliata dello
storico Commodore 64 Costa seicentocmquantamila
lire, e, per consentire la compatibilità con la prece¬
dente macchine e l'oceano di programmi per essa di¬
sponibile, limita le sue prestazioni continuandone ad
adottare sistema operativo e Basic (che si chiama
7.0, ma non è altro che un 6 modestamente amplia¬
to).
Ancora Corrado, alle prese con quattro modem del¬
la Microlab. Si tratta di periferiche che vanno dai 300
ai 1200 baud, e sono dedicate a una serie di macchi¬
ne diverse, dal PC al Mac al C64. Corrado e Dario, il
nostro fotografo, giocano a sfidare la gravità realiz¬
zando una ardita immagine di apertura in cui i quattro
modem sono paurosamente in bilico, ma il trucco vie¬
ne svelato facendo vedere come il retro sia ben im¬
pacchettato col nastro adesivo. La cosa curiosa e che
questi modem costano dalle due alle trecentomila li¬
re; più o meno quello che costano oggi (fatte le debi¬
te proporzioni relativamente alle prestazioni). Proprio
per festeggiare l'entrata in campo della Citizen, ecco
una prova comparata tra tre stampanti a impatto di
medio livello, la Star SRI 5, la Citizen, appunto, MSP-
25 e la BitWriter CPB-136. Ma si tratta di un confron¬
to impari, visto che la prima costa due milioni e mez¬
zo e l'ultima solo (!?) novecentomila lire. Il costo si ri¬
flette immediatamente sulle prestazioni, ma occorre
precisare che la BitWriter si difende benissimo, visto
che è praticamente priva del solo corsivo e del NLQ.
Addirittura il fatto di possedere aghi più grossi porta
ad avere caratteri di qualità più elevati, e la sua ver¬
satilità e robustezza è paragonabile a quella delle altre
due.
Si moltiplicano anche le periferiche per macchine
MSX; il colosso Philips offre due periferiche di me¬
moria di massa; il QuickDrive e il QuickDisk, il primo
di concezione tradizionale, il secondo dotato di aspet¬
to e meccanica simile a quella di un CD-ROM. Esso
utilizza dischi non standard e li registra in maniera se¬
quenziale, tra i suoi più grandi difetti una intrinseca
lentezza e l'impossibilità di utilizzare spazio, dopo la
cancellazione di un file, che non sia l'ultimo fisica-
mente presente sul mezzo. In fondo, non è più di una
evoluzione di un registratore a cassette.
Ad onta della anzianità della macchina (ma occorre
ricordare che, allora, i computer godevano di vita ben
più lunga di quanto avviene oggi) ecco una prova di 4
tool su ROM per il C64; si tratta di scatoline, conte¬
nenti una EPROM, che incorpora mezzi e utility di¬
verse; comandi aggiuntivi, caricamenti da disco e cas¬
setta superveloci, debugger, DOS alternativo, runti-
me per eseguire diverse operazioni, come copia in
blocco di parti di disco, lettura e salvataggio di mappe
di memoria, monitor di varie periferiche e cosi via. Il
tutto a prezzi che vanno dalle 40 alle 80 mila lire.
Se avete respirato vedendo la fine del mattone del¬
la programmazione in Forth, beh, devo deludervi.
Francesco Petroni affronta, con piglio severo, un cor¬
so di dBase III, e potete stare sicuri che vi bastereb¬
be, oggi, la prima puntata, per farvi venire uno di quei
ALTRI
170
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Cauri tifmiph)
Il Commodore 128 fu
uno dei tanti le poco
fortunatiI successori del
“mitico" 64
A meta degli anni '80 di¬
sporre di un "velocissi¬
mo" modem a 1200
baud era guanto di me¬
glio potesse desiderare
l'utente telematico più
sfegatato E costavano
pure diversi bigliettoni
da 100 000 lire!
mal di testa da ma¬
nuale. E non basta;
subito dopo France¬
sco ci dà dentro
con un lungo pezzo
sul "Software inte-
rato e Computer
raphics”, e AdP
rincara la dose ten¬
tando di insegnare.
a noi mortali, i se¬
greti del Sistema
operativo Batch.
Non continuo certo
a torturavi (pensate
che di duecento pa¬
gine , la metà sono dedicate a queste ci¬
neserie), ma sappiate che non manca
l'assembler 8086, il VIC da zero, il "Tutto
Spectrum" ( vi interessa una routine per
"caricare in headerless uno ScreenS"?),
un "Log di stazione con il dBase II", scrit¬
to da Fabio Marzocca che, in un periodo
in cui non esistevano ovviamente le ca¬
selle di e-mail, lascia il suo codice radioa¬
matoriale, e un tentativo di implementare
16 bit su un recalcitrante Apple II Beh,
salviamoci con i giochetti; ecco un Othel-
lo con tanto di grafica per un MSX, un si¬
stemino per l'Enalotto per C64, un Tris
modificato per lo Spectrum.
A gennaio spunta solo
un bucaneve
Per la verità non si tratta di un fiore .
ma di un frutto La prova clou di questo
numero è l'Apricot FIO, non ultimo nato
di questa dinamicissima casa inglese che
promise grandi cose in quel periodo e
che batté, con questa macchina, la diffi¬
cile e improbabile strada della "parziale"
compatibilità con l'MS-DOS, difficile e
spinosa , che non ha salvato nessuno.
Ma prima di arrivare a questo, la rivista
offre alcune interessantissime novità, co¬
me i dischetti colorati della Fuji, la Micro¬
soft che si impianta a Cotogno Monzese,
il campionato mondiale di scacchi per
computer. Qualche notizia in proposito;
essa si svolgerà a Colonia, in Germania,
nel mese di giugno, e sarà articolata sulla
sfida di dodici (computer) partecipanti
che incontreranno avversari analoga¬
mente programmati, guidati via satellite
dagli implementatori dei programmi che
poi, per regolamento, muoveranno, fisi¬
camente, i pezzi sulla tastiera Ricordere¬
mo che la prima edizione si svolse nel
1974 a Stoccolma, e risultò vincitore il
computer, che fa¬
ceva girare KAIS-
SA . un program¬
ma di scacchi rus¬
so molto ben arti¬
colato. L'edizione
dell'anno prece¬
dente è stata . in¬
vece , svolta a
New York, e prota¬
gonista fu addirittu¬
ra un CRAY-XMP,
formato da due
1986: anno zero
Guardandosi in gnu. si direbbe che dono H. V o IO anni (a seconda dei
Paesi e di come si Janna i conili di informatica personale, si sia tornali
agli albori Intendiamoci: dieci anni inumo a parlare ili computer in
tulle le cine (o ili un computa ogni dieci famiglie, che è quasi la
stessa cosa), di informatica nella scuola elementare, o di telematica
familiare, u rischiava di passare per malli Oggi, la rivoluzione
informatica è lui meni e avanzata che a parlare di informatica nella
scuola si rischia di essere scambiati per il Ministro Falcucci
Il moina per cui mi sembra ili essere lumaio agli albori non è una
sorta di restaurazione, ma. piuttosto la rinnovala abbondanza sul
mercato di fasce e ili modelli. Nel 1978 c erano macchine come il Pel.
l'Apple, il TRS-8II. la famiglia S-KH), ed una miriade di altre (oggi
scomparse) ognuna con le sue caratteristiche peculiari ed i suoi
sostenitori. Morale della favola non si sapeva bene quale scegliere.
Per un attimo, il JRS-ftfì sembrò brillare particolarmente, ma fu un
fuoco di paglia In hrrve l'Apple si dimostrò talmente superiore ed in
grado di coprire le pai soste fasce di utenza, da creare un fenomeno
unico nella storia del computer. I concorrenti dovettero inventare
qualcosaltro. Commodore, in particolare, inventò prima il VIC e poi il
64; fece piazza pulita. Poi comparvero il PC IBM. altro standard di
mercato a furor di popolo ed il Macintosh, fenomeno non a livelli IBM
e compatibili per numero di pezzi, ma certamente superiore dal punto
di vista culturale: il computer del futuro con 5 anni di anticipo
In definitiva, un paio di anni ottono, era tulio chiaro: per casa
bisognava comprare il 64: per lo scientifico e l'applicativo con
possibilità di espansione. l'Apple II. per rullino la macchina CP/M o.
se si vedeva un po' più lontano il PC IBM: infine per chi voleva
anticipare i tempi c'era d Mac
Oggi le cose si sono di nuovo complicate: l'unico punto di riferimento
sembrano restare PC e compatibili (ma per quanto tempo saremo
disposti a sopportare delle macchine che. pur con 600 K di memoria
diventano lente come lumache quando si tenta di installare più di una
applicazione V Tutto il resto è in movimento sembrava che il
monopolio Commodore stesse per essere infranto dall'MSX. ma nel
frattempo e arrivato il 128 a rimettere tutto in discussione. In una
nuova fascia di prezzo arriva TA tari 520. un Macintosh formato lumie
computer e. se per caso l'idea vi affascina, duine stare allenti, perchè
Ira poco ci sarò il Commodore Amiga, una sorta di Macintosh a
colori, con una serie di processori dedicali audio e video che ricalcano
un ordine di grandezza più in allo, quelli fortunatissimi del 64 e in piu
la possibilità ili emulare il PC IBM Insamma, se uno o due anni
orsono era lutto chiaro e lutti i giochi sembravano falli, ora siamo
palla al centro e si ricomincia Finca il migliare.
Paolo Nuli
Cray-l montati in parallelo (ricorderemo
che questo mostro spaventoso com¬
battè contro BELLE, un computer pro¬
gettato ad hoc ai Laboratori Bell, manco
a dirlo vincendo).
PEIS (ne parliamo nelle righe finali) ha
destato grande interesse e Corrado apre
con un articolo dedicato alla telematica e
ai primi tentativi italiani di implementare
una BB. Vengono illustrate le caratteristi¬
che e i pregi di due bulletm board pre¬
senti in ambito nazionale, vale a dire
quelli di Elettronica 2000 (300 baud, ser¬
ver rappresentato da un Apple II) e Info-
data Service (anch'esso basato sullo
stesso host).
Francesco Carlà mantiene le promes¬
se e sforna il secondo pezzo dedicato ai
giochi, monografico sui prodotti della Lu-
cas (certo è che due rubriche dedicate ai
MCmicrocomputer n. 180-gennaio 1998
171
(ALTRI TEMPII)
? lochi, su una rivista, sono un po' troppe).
orrado, sempre lui, ci mantiene svegli
con i suoi giochi di anagrammi (lo sapeva¬
te che Girolamo Savonarola si può ana-
grammare in Saliva al Rogo Romano) e,
ben accompagnato da un lettore di nome
Michele Giordano, ci mostra cosa è pos¬
sibile ottenere, di senso compiuto, me¬
scolando le lettere della parola CALCO¬
LA.
Ma torniamo ad Apricot. Nelle news ,
giusto per gradire, troviamo un annuncio
di una macchina super, lo XEN, che per
prima impiegherà il sistema operativo
Windows. L'FIO, la macchina della prova,
invece, è un computer di tono medio (co¬
sta "solo" sei milioni e mezzo) dotato di
un solo microfloppy ma anche di un Win¬
chester da lOmb, soliti tastiera e mouse a
infrarossi, e ben 512K di RAM. Adotta
l'MS-DOS, ma come supporto al GEM, si¬
stema operativo grafico della Digital (pe¬
raltro supportato senza grossa convinzio¬
ne) per creare nella macchina un ambien¬
te, un po' rudimentale, Macintosh-like. La
macchina ha una caratteristica che ne li¬
miterà immediatamente l'interesse; la
parziale compatibilità IBM Vale a dire che
sebbene gli Apricot siano compatibili per
quei programmi che gestiscono i disposi¬
tivi in modo pulito tramite le opportune
chiamate alle routine di servizio del DOS,
essi non sono in grado di montare schede
né di leggere direttamente dischetti IBM
Questa scelta , dettata dal desiderio di ri¬
manere in un certo qual modo indipen¬
dente, si rivelerà disastrosa, anche se, al¬
la fine , Apricot tenterà un riavvicinamen¬
to agli standard IBM, ahimè molto tardi.
Corrado , nelle note di fine articolo, la de¬
finisce "una macchina seria, affidabile per
L'Apricot FIO fu una macchina mollo innovativa e forse per questo destinata ad avere poco successo Co¬
stava quasi sette milioni di lire e si fregiava di essere 'parzialmente compatibile " con il capostipite di tutti i
PC, l'IBM
lavori di un certo impegno, che dovrebbe
garantire, in termini di disponibilità di ap¬
plicazioni software - si vede che sta pen¬
sando al GEM e ad una sua evoluzione
che non verrà mai - adeguate prestazioni
anche a lungo dopo l'acquisto.
Immediatamente dopo, ecco una prova
di una unità di backup a nastro, sempre
per PC. Costa , per
10 MB, la bellezza
di circa 2 milioni, e
avrà senso solo fino
alla comparsa degli
HD a medio e bas¬
so costo, che tra
non molto invade¬
ranno il mercato.
Sempre nell'area
prove, ecco il buon
De Masi che analiz¬
za , da par suo, File-
vision, un curioso
database per Ma¬
cintosh che pare
fatto apposta per
evidenziare le doti
grafichedi questa
Filevision era un pro¬
gramma di DataBase
grafico per Macintosh. A
quei tempo il piccolo
grande Mac aveva da
poco compiuto un anno
e mezzo di vita
macchina. Tommaso Pantuso ci delizia
con un sintetizzatore musicale per C64,
firmato nientemeno che Siel, e Maurizio
Bergami, definitivamente approdato all'a¬
rea MSX ci presenta un buon text editor e
un discreto database , ambedue firmati
Aackosoft, che si portano a casa per po¬
co più di centomila lire ciascuno.
Continua, nell'area rubriche , il corso di
dBase III, mentre vede la luce una nuova
serie , dedicata all'Intelligenza Artificiale ,
anch'essa in firma del grande Raffaello.
AdP ci insegna a capire come funzionano
le memorie di massa (piacevole, l'articolo,
e ancora attuale), e poi, l'abisso! Assem¬
bler 8086 e 8088, grafica in linguaggio
macchina per VIC e C64, illustrazione del¬
le attribuzioni di caratteri, sempre in LM,
per lo Spectrum, e giochi™ a non finire
(con altrettanti listati interminabili). Ve li ri¬
sparmio tutti, tanto non interessano più a
nessuno.
Febbraio, corto e
amaro...
e anche la rivista dimagrisce di una
trentina di pagine (colpa della pubblicità,
un po' scarsa con gran gioia dei lettori?) .
Nelle news vediamo una bellissima mac¬
china Texas. dotata di un processore Lisp
e finalizzata a tecniche di Al, che costa
172
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
(ALTRI tfmpb)
ben centocinquanta milioncini. Toshiba
presenta le sue belle macchine della serie
2100 e 3100, e , in anteprima, vediamo
più da vicino le caratteristiche dello Spec-
trum 128, di cui abbiamo già detto Marco
se ne va a San Francisco a vedersi la pre¬
sentazione (motto della manifestazione ,
"Last stop, thè future") del Macintosh
Plus (con una politica molto corretta, che
non proseguirà nel tempo, Apple offrirà la
possibilità, agli acquirenti del 512 - tra cui
ci sarò anche io - di aggiornare la macchi¬
na a prezzo ridottissimo).
Potenza dei tempi, ecco un ampio arti¬
colo su un nuovo tipo di informazione, il
Videotel. E. poteva mancare, eccone una
applicazione con gli MSX. Corrado , ine¬
sauribile, ci porta a caccia di salmoni e ad
amministrare una antica cittadina sumera.
Ecco la prova di una bella macchina, lo
Sharp PC-7000, dall'aspetto che sarebbe
moderno anche oggi, costruita in modo
mirabile, organizzata in maniera ergono¬
micamente perfetta per essere trasporta¬
ta come una valigetta, e dotata di una
stampante perfettamente integrata, che,
dopo l'uso, diviene un corpo unico con la
macchina. Usa un 8086 a 7 Mhz, ha due
floppy da 5", 320 K di RAM, uno schermo
LCD retroilluminato, da 80x25 caratteri, e
può essere integrato da un HD da 10 MB,
E' un po' pesante (quasi dieci chili), e co¬
sta cinque milioni nella configurazione de¬
scritta. Un macchina davvero bella, effi¬
ciente e di giusto rapporto costo qualità.
Sempre di Sharp, ecco il PC 2500, evo¬
luzione del piccolo 1350, macchina diver¬
tente, gradevole, dotata di una stampanti-
na (per la verità e una specie di plottermo)
e di un video a cristalli liquidi di quattro ri¬
ghe x 24 caratteri; costa un milione, ed
effettivamente è un po' cara. Raffaello il
Grande traccia magistralmente un ampio
profilo delle applicazioni ludiche su Mac,
recensendo un'ampia messe di giochi e
provando e riprovando, finché, per uno di
quei colpi di genio che non mi fanno certo
difetto, trovai il sistema di superare la pro¬
tezione (o almeno cosi pensavo!) Ricon¬
segnai cosi l'originale al legittimo proprie¬
tario e , la sera successiva, mi accinsi a
godermi la mia bella avventura; che, per
la verità si dipanò abbastanza bene per
una buona mezz'ora (oltre tutto gratifican¬
do sempre piu il mio orgoglio di bravo pi¬
rata). Senonché , a un certo punto incap¬
pai in un corridoio in discesa, estrema-
mente lubrico, su cui scivolai per un
tempo interminabile, e alla fine mi ritro¬
vo con un messaggio sullo schermo del
tipo: "Sei caduto nelle segrete del ca¬
stello. dove vanno a finire quelli che co¬
piano i programmi!". Alla faccia della
protezione!
Nelle rubriche, notabile l'articolo di
Tommaso Pantuso sulla grafica di pre¬
sentazione in ambiente IBM, un incredi¬
bile (per lunghezza) programma di "Cac¬
ciatori Planetari", una battaglia navale
dall'esotico nome di Kurgo, un pacchet¬
to. in Mbasic, sul calcolo delle espres¬
sioni Basta cosi, ne abbiamo viste fin
troppe!
Come al soluto, alla fine, qualche chic¬
ca pescata qua e là; una per tutte , il nu¬
mero 47 , a pagina 19. offre la pubblicità
di un servizio di posta elettronica; la PEIS
offre un servizio di approssimativa e-mail
al prezzo di un abbonamento annuale di
£. 90.000 + IVA. Ma si tratta solo del ca¬
none; ad esso si aggiunge il costo di
ogni singola trasmissione, che, per un
blocco di 300 caratteri, costa settecento
lire e per uno di 3.000 caratteri ben due¬
mila lire. Questo vuol dire che io, per in¬
viare questo articolo (circa 15.000 battu¬
te) avrei speso dodicimila lire; ma se
passiamo a qualche altra rubrica, dove
spedisco anche le immagini ("peso" del¬
l'articolo, da uno a due megabyte) ci sa¬
rebbe voluto qualche biglietto da cento-
mila. Figuriamoci se Marmacci me li rim¬
borsava! A risentirci
«SS
LoSpectrum 128 fu l'ultimo
tentativo di Clive Sinclair di
far rivivere i grandi successi
del capostipite. l'AntiCom-
modore per eccelleva
giochmi dedicati alla
nuova creatura della
Mela. Fa davvero una
certa impressione ve¬
dere, a tanti anni di di¬
stanza, quale era il li¬
vello della grafica di¬
sponibile; e mi sono
venuti in mente certi
giochi che, a parte la
grafica, appunto, nulla
avevano da invidiare a
quelli di oggi, circa la complessità che li
caratterizzava.
Mirabile, ricordo, era Gato, un gioco ba¬
sato sulla omonima classe dei sottomarini
della seconda guerra mondiale, o Airbor-
ne! (di Silicon Beach, una software hou¬
se ormai scomparsa, ma caratterizzata da
realizzazioni di altissima qualità). o quella
pietra miliare dei giochi per Mac che fu
Dark Castle (sempre di Silicon Beach) E a
tal proposito vi racconto un episodio che,
a distanza di tanti anni, mi fa ancora allibi¬
re e sbellicare dalle risate
Fece la sua comparsa sul mercato, in
quel periodo, un gioco per Apple II di squi¬
sita fattura italiana, che guadagnò subito
una buona popolarità nell'ambiente per
essere stato costruito con immensa cura
e grande genialità "Avventura nel castel¬
lo", questo il nome, era una adventure
che si articolava in una serie di azioni e di
descrizioni, solo alfanumeriche, che simu¬
lavano una esplorazione di un castello im¬
menso da parte di un impavido esplorato¬
re Il programma era praticamente inco-
piabile e si opponeva a qualunque tentati¬
vo di violazione. Passai una notte insonne
Lo Sharp PC-7000
era un simpatico
compatibile IBM
portatile formato,
proiettore 8 mm
Anche la stampante
si agganciava poste¬
riormente. mentre
la tastiera chiudeva
il tutto sul lato ante¬
riore Costava Quasi
Quattro milioni e h
valeva tutti, nono¬
stante il video asso¬
lutamente monocro¬
matico formalo so¬
gliola e l'assenza ro¬
tale di hard disk . la
memoria di massa
era rappresentata
da due semplici
meccaniche floppy
disk da 360 KB Che
tempii il
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
173
Sta accadendo l'inevitabi¬
le. Anche il mondo e il mer¬
cato dei videogiochi si sta
adeguando all'invincibile
legge di Pareto. Chi sarà
mai questo signor Pareto,
vi chiederete, e che vuole
da noi? Orbene il signor
Pareto era, in quanto
defunto da molto tempo,
un economista di chiara
fama che, insieme a molti
altri studi e affermazioni di
cui si è persa ogni traccia,
definì con scientificità una
propensione evidente di
tutti i mercati e che può
essere cosi riassunta in un
qualsivoglia settore econo¬
mico, il 20% del prodotto
realizza l'80% del giro d'af¬
fari Cosa c'entra questo
con i videogame vi state
domandando in massai*
C’entra. Anzi garantisce
che anche il nostro mondo
dei videogame si sta
avviando a maturazione
inesorabile. Infatti anche da
noi il 20% dei titoli che
escono in un anno si avvia¬
no inesorabilmente a ven¬
dere I’80% delle copie.
Quello che seguirà è qual¬
che esempio esplicativo.
C'era una volta il mercato
pionieristico dei videogame.
Autori di grande creatività
come Anthony Crowther
(The Kettle). Jeff Minter
(The return of thè mutant
camels), Geoff Crammond
(thè Sentinel) etc. etc., rea¬
lizzavano progetti vicini alla
creatività dei fratelli Marx o
dei Monthy Python e nessu¬
no ci trovava nulla si strano.
Gli editori li pubblicavano, il
pubblico li comprava e tutti
vivevano felici e contenti.
Poi il mercato "maturò" e
gli editori sì fecero più guar¬
dinghi e anche il pubblico
cominciò a ritenere che
forse era meglio investire i
faticati risparmi in qualcosa
di sicuro. Cosi nacquero i
sequel, famigerata genia
che consisteva nell'organiz-
zare una nuova versione di
qualcosa che era già uscito
e che aveva avuto succes¬
so, in modo da minimizzare
il rischio. Di sequel in sequel
si cominciò a trovare solo
quello In ossequio alla
legge di Pareto. Fino alla
drammatica stagione
1997/98 quando i primi 10
titoli più venduti erano altret¬
tanti sequel. E mica solo
secondi sequel: no no,
anche terzi e quarti e perfino
quinti sequel. Non ci crede¬
te? Beh allora sarò costretto
a snocciolare i titoli più ven¬
dibili e venduti di questa sta¬
gione Tomb Raider 2.
Quake 2, Fifa '98 (ironia
della sorte, benché il titolo
alluda all'anno appena inizia¬
to, in realtà è quasi vero che
si tratta della novantottesi-
ma versione del simulatore
di calcio più noto che ci sia
in circolazione...), Monkey 3
e così via sequelizzando...
C'è salvezza possibile
dalla legge di Pareto e quin¬
di dalla definitiva omologa¬
zione del mercato dei video¬
game, che sempre si era
distinto per creatività e
novità, rispetto a tutti gli altri
mercati che si tratti di frittel¬
le e pollo fritto del Kentucky
piuttosto che di film o di
dischi musicali?
La risposta, tristissima, è
no! 0 meglio, no se tutti noi
appassionati non riscopria¬
mo il divertimento della spe¬
rimentazione e il gusto del
rischio e del nuovo.
Ammesso che basti.
i /
liliiVe
AVVENIMENTO
Titolo: NBA UVE 98
Casa: EA sports (USA)
Format: PC CD-ROM
Giud -H--H-1/2
Dopo un anno di regno
NBA 97 è stato detronizzato
dal suo successore, NBA
98. Quello che succede qui
nel mondo del basket è
assolutamente simile a quel¬
lo che sta succedendo nel
regno deH'Hockey' la EA
Sports non ammette rivali e
succede a se stessa con
regolarità che ricorda la
matematica più che l'infor¬
matica. Ma vediamo dove
NBA 98 migliora
le performance
del precedente
simulatore di
pallacanestro.
Sarò sincero
con voi nono¬
stante che io
abiti m prevalen¬
za a Bologna,
cioè in una delle città capitali
del basket italiano, non sono
mai stato un grosso fan del
gioco del tiro a canestro. E
.questo almeno fino a qual¬
che mese fa quando mi è
capitato di vedere su TMC le
finali del basket americano
professionistico più noto
Ej\
come campionato
NBA. Si giocava¬
no l'ambitissimo
trofeo (si dice
sempre così no?)
le squadre di Salt
Lake City e di
Chicago. Chicago
è una squadra da
molti anni in lotta
per il primato in NBA, e que¬
sto grazie alla presenza nelle
sue file di un giocatore dav¬
vero straordinario che si
chiama Michael Jordan e cui
la Electronic Arts dedicò
qualche anno fa un simulato¬
re di scarso successo, non
per colpa di Jordan ovvia¬
Index
nche questo mese 3 Avvenimenti per voi: NBA LIVE 98
di EA Sports, Monkey 3 di Lucas Arts e Biade Runner di
A seguire la megasezione dedicata al Panorama di
quello che si muove audacemente nel mondo dei game e del
•gioco tecnologico e le meritate classifiche Seguitemi,
mente.
Insomma volevo dire che
dopo aver visto queste parti¬
te e soprattutto aver visto
cosa era capace di fare
Jordan, mi sono trovato a
cambiare idea sul basket
anzi piu che altro a rafforzar¬
mi in una mia vecchissima
idea: non è tanto lo sport in
sé che e grande (sebbene
sul calcio dovrò probabil¬
mente fare un'eccezione: a
me il calcio piace in sé...),
ma piuttosto sono gli atleti
che lo rendono tale. Nel
senso che probabilmente
Jordan se anche si cimen¬
tasse nel nuoto pinnato lo
farebbe risultare bellissimo.
Detto questo vorrei torna¬
re un momento alla storia
del basket in videogioco e a
^(disastro), *H* (non simulare),
•H- (interagire con cautela),
ida simularei,-M-+++
linteragisci o muori).
174
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
come questo sport è stato
simulato negli anni con que¬
sto mezzo espressivo intera¬
gitine Direi che in principio
fu proprio l'Electronic Arts:
se non mi ricordo male auto¬
re un certo e grandissimo
Eric Hammond, sfornarono
quello che resta uno dei più
divertenti videogiochi degli
anni ottanta e cioè Dr. J e
Larry Bird go one on one.
Una versione uno contro
uno della pallacanestro che
comprendeva perfino la
schiacciata con rottura del
cristallo del tabellone. E rela¬
tivo inserviente con paletta
e scopetta che portava via i
frantumi. Da allora la casa di
San Mateo ha perseguito
con tenacia la strategia di
detenere lo standard per i
simulatori sportivi e per
alcuni sport c'è senz’altro
riuscita.
NBA 98, è presto detto,
migliora tutto quello che era
possibile migliorare di NBA
97 Direi innanzitutto che
centra il punto fondamenta¬
le che riguarda la possibilità
di esprimere
con un tasto o
una combina¬
zione semplice
e intuitiva di
tasti, i quattro
momenti topi¬
ci del basket: i
movimenti con
la palla in
mano, i pas¬
saggi. i movi¬
menti senza
palla e i tiri. E
questo in
attacco e in
difesa. Con un
uso tattico
delle opzioni
che conduce
dall'assoluta
mancanza di
esperienza
(tratta benissi¬
mo anche i
principianti
come me
NBA 98 falla
totale padro¬
nanza della pallacanestro.
Ma probabilmente la cosa
che mi piace di più in NBA
98, anche perché mi ricorda
le mie piccole fissazioni di
autore di videogiochi, è la
possibilità di tenere un solo
giocatore, cioè di essere un
solo player invece di tutta la
squadra. Di giocare in sog¬
gettiva. di essere esatta¬
mente quello che si vuole
essere e di giocare esatta¬
mente come si vuole gioca¬
re Sarà poi la squadra e i
risultati a stabilire se il
nostro contributo è suffi¬
ciente o no.
Possibilità intelligente e
molto piu reale di quanto sia
mai successo in un videoga¬
me: qui potete, usando
appropriatamente le opzioni
di tiro, movimento e passag¬
gio, costringere i giocatori
controllati dal computer a
forzare il tiro, aumentando le
possibilità di errore, usare il
cervello e la propria abilità
strategica, molto di più che
in qualunque altro simulato¬
re di basket sul mercato
Eccellente.
Se proprio devo muovere
un appunto a NBA 98 allora
potrei dire che proprio in
questa libertà c'è un limite di
visibilità. Se gioco in difesa
per esempio, la scena
zooma sull'attacco e io non
ho la minima idea di quello
che sta succedendo a me
stesso... E se c'è un coast to
coast, un capovolgimento di
azione repentino, questo può
anche significare che avrò
dei grandi problemi per inter¬
venire in modo appropriato
nell’azione. Sono certo che
in NBA 99 anche questo
difettuccio sarà stato messo
a posto. Come sempre
i /
V.
AVVENIMENTO
Titolo: Curse of thè Monkey
Island
Casa: LucasArts (USA)
Format: PC CD-ROM
Giud. ++++
Dopo cinque anni di attesa
i fan di uno
negozi di tutto il mondo.
Dopo le prime due punta¬
te. il memorabile esordio
del 1990 e il sequel di due
anni dopo, ecco la nuova
storia interattiva del giovane
aspirante pirata e della sua
fidanzata. Entrambi impe¬
gnati di continuo contro il
temibile pirata/zombie
LeChuck e i suoi intrighi
marketing In questa terza
vicenda Elame Marley, il
grande amore di Guybrush.
è stata trasformata in una
statua d'oro da un sortilegio
del dannato LeChuck. E
quel che è peggio la statua
ha finito per essere rubata
da un gruppo di solerti pirati
della zona Insomma
Monkey Island 3 è la storia
interattiva del tentativo di
recuperare Eiaine e di ripor¬
tarla allo stato di carne e
ossa (carne e ossa entram¬
be cosi gradite al nostro
Guybrush. ).
Monkey 3 è divisa in sei
parti che possono essere
giocate in due diversi livelli
di difficoltà. L'interfaccia di
gioco somiglia tanto a quel¬
la di Full Throttle, adventure
di Lucas di tre anni fa più o
meno. Ci sono poi delle fasi
di gioco action, gli arrem¬
baggi tra le navi della filibu¬
sta. e anche queste fasi
somigliano a quelle di
Throttle quando si scontra¬
vano i biker So che a molti
quelle fasi non piacevano e
allora sarete contenti di
sapere che qui sono saltabi-
dei serial
avventurosi
più celebri
dell'intera
storia del
videogioco
sono stati
accontentati
e così anche
Monkey
Island 3.
Curse of thè
Monkey
Island, è
uscito nei
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
175
AVVENIMENTO
li, a parte una che dà moltis¬
simi punti nell'avventura.
Inutile dire che la struttu¬
ra delle conversazioni inte¬
rattive mantiene l'altissimo
standard Lucas ed è anche
qui fondamentale nello svi¬
luppo della trama e nella
soluzione del plot. Si comin¬
cia a Plunder Island vicino
alla bizzarra città di Puerto
Pollo, una piccola citazione
di italiano che non possia¬
mo che gradire anche consi¬
derato che il fenomeno
Monkey Island nacque pro¬
prio in Italia grazie alla edi¬
zione nella nostra lingua
della CTO e poi si diffuse
nel resto del pianeta..
Musica e cartoni animati
qui sono grandiosi (l'idea di
riarrangiare i temi delle
prime due adventure è
semplicemente perfetta e
dimostra anche il grado di
consapevolezza del mezzo
interattivo raggiunta dalla
Lucas...), E Monkey 3 è
quasi bella uguale da vede¬
re e da giocare. Tanto che
immagino a qualcuno verrà
in mente di ricavarne un
cartoon. L'unica cosa che
storia di PK Dick, e tantis¬
simo a Ridley Scott (non si
è mai piu ripetuto a quel
livello dopo il primo Alien e
Biade Runner .) e al cast,
in cima a tutti Harrison Ford
in splendida forma.
Ma quello che ci rimane
di quel film è probabilmente
soprattutto l'atmosfera:
quella insistente, micidiale
pioggerellina mista ad inqui¬
namento. la gente di Los
Angeles che parla lingue
improbabili e miste, i perso¬
naggi cromatici e un po'
tecnologici: il cyberpunk se
mai ve ne fu uno. E il tutto,
strano ma vero, credibile
Molto credibile
Quelli della Westwood,
gente di esperienza e talen¬
to. hanno messo mano alla
storia e al film senza tanti
timori reveren¬
ziali e trattan¬
dosi di film
culto poteva
capitare di
averne. Ma
soprattutto
hanno evitato
intelligente¬
mente di cade¬
re nella trappo¬
la di cercare a
tutti i costi di
mantenere la
storyline linea¬
re del film. Noi
qui comincia¬
mo il game nei
panni del
Detective Me
Coy. un caccia¬
tore di repli¬
canti princi¬
piante, che
deve indagare
su un atto di
vandalismo
apparente¬
mente privo di
senso, in un
negozio di ani¬
mali. All'inizio i meccanismi
sono quelli collaudatissimi
della detective story interat¬
tiva esplora, cerca, interro¬
ga, raccogli quello che trovi
in giro etc etc. Ma dopo
un po' si rivela la novità che
i ragazzi della Westwood
hanno inserito per cercare
di dare una svolta un po'
più dinamica al genere un
po' bloccato e lineare delle
adventure. Come? Beh l'i¬
dea che c'era dietro al rac¬
conto di K. Dick e nel film
di Ridley Scott era questa:
in futuro sarà difficile distin¬
guere umano da replicante,
umano da non umano. E
allora questa stessa diffi¬
coltà, questa identica ambi¬
guità, è trasferita nel game.
Ad ogni ripartenza quello
che era replicante può
non mi piace
troppo, pec¬
cato, è l'a¬
spetto di
Guybrush:
preferivo la
versione
VGA 320x
200 del 1990
e credo che
il restyling,
pur forzato
per via dei
cinque anni
trascorsi, sia
stato un po'
pesante E
forse mi
sembra
anche leg¬
germente
sbrigativa la
fine, un po'
violenta dopo
venti ore e
passa di gio¬
co e di vita
insieme ai
personaggi di
Monkey
Island. Ma è
difficile che ci si possa scor¬
dare troppo presto di
Haggis McMutton, il pirata
barbiere
Titolo: Biade Runner
Casa: Westwood (USA)
Format: PC CD-ROM
Giud: ++++■
La verità è che
Biade Runner è stato
uno dei film migliori e
più influenti dell'intera
storia della fanta¬
scienza al cinema.
Molto merito va alla
176
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
1998. Doveva uscire in otto¬
bre. .
diventare umano e vicever¬
sa... E in più siamo noi
stessi a determinare come
gli eventi che ci accadono
influenzano il resto della
vita simulata del nostro Me
Coy La cosa è eccitante
anche se ha alcuni effetti
collaterali non proprio posi¬
tivi, per esempio il fatto che
alcune scene si sviluppano
in modo diverso (e banale)
a seconda delle scelte di
vita che avete fatto in pre¬
cedenza; oppure, che è
anche peggio, linee morte
della storia vengono lascia¬
te andare avanti senza uno
sviluppo credibile: e quindi
conversazioni languono,
oppure armi appartenute a
criminali rimangono abban¬
donate, o anche corpi senza
vita restano tranquillamente
sdraiati in giro... insomma
effetti collaterali del flow
chart e del dinamismo filmi¬
co interattivo.
Ma m generale direi che
Biade Runner thè game è
coraggioso, aderente all'at¬
mosfera del film (anzi è un
vero e proprio flashback del
medesimo...), ben diretto e
sceneggiato e di certo il
miglior adventure hard-boi-
led di fantascienza di tutti i
tempi Certe sequenze di
animazione sono straordina¬
rie e anche l'audio è dello
stesso livello anche se non
si avvale troppo della musi¬
ca originale di Vangelis
(immagino per problemi di
copyright...).
Sfuggendo alla tentazio¬
ne, che dev'essere stata
forte, di sfruttare il fascino
del film per fare un'opera
puramente commerciale e
di bassa imitazione, alla
Westwood sono riusciti
anche ad indicarci una pos¬
sibile nuova strada per le
adventure/film interattivi,
genere nel quale i fallimenti
non si sono contati. Ancora
qualche messa a punto e ci
siamo
Consiglio: ricordatevi di
pensare spesso "verticale":
come in Biade Runner film,
molte cose qui succedono
in alto. Una bella citazione,
complimenti.
PW Panorama PC CD-ROM
le uscite di gennaio e
dei primi mesi del 1998
The Journeyman Project
III: Legacy of Time
Publisher Red Orb
Developer. Presto Studios
Ritorna l'Agente 5, prota¬
gonista di una delle saghe
più "antiche" da quando
esistono i CD-ROM,
Overseer
Publisher. Access
Developer. Access
Uno dei primi se non il
primo DVD-ROM sviluppato
ad hoc per questo nuovo
medium. Trattasi della terza
puntata di Under a Killing
Moon. alias i casi di Tex
Murphy.
Ed eccoci di nuovo qui per
dare un'occhiata ai titoli che
dovremmo vedere nei pros¬
simi mesi, il condizionale è
sempre d'obbligo per via
della nota tendenza dei
game a slittare nelle uscite
previste A volte questo
significa qualche giorno di
ritardo: a volte qualche
mese; a volte qualche anno
come nel caso di Dungeon
Keeper (che però alla fine
almeno è uscito ed è un
masterpiece!) o di The heart
of darkness (che non è nem¬
meno uscito ancora e se
mai uscirà sarà guardato da
tutti, critica e pubblico, con
una percentuale di 90% di
sospetto e 10% di interes¬
se...). Parto.
lOSix
Publisher: SegaSoft
Developer:
SegaSoft
Un altro difficile
tentativo di difen¬
dere i nostri con¬
trastati spazi inter¬
planetari.
Black Dahlia
Publisher Take 2
Interactive
Developer: Take 2
Interactive
Avventura a
metà tra occulto e
hard-boiled anni
Joint Strike
Fighter
Publisher
Eidos
Developer:
Innerloop
Uno dei più
attesi e grafi-
c a m e n t e
attraenti flight
simulator del
Developer: Broderbund
Probabilmente uno dei
titoli più attesi da parte
dei fan della strategia.
Qui siamo in lotta con
creature alterate dalla
clonazione e dall'inge¬
gneria genetica,
Primi mesi del 1998
Aces: X-Fighters
Publisher: Sierra On-Line
Developer: Dynamix
Sin
Publisher. Activision
Developer: Ritual
3-D shooter sviluppato
con l'engine di Quake. Se
ne dice un gran bene.
Warbreeds
ublisher: Broderbund
'40. Sembra sempre di
dover vedere spuntare
Marlowe da qualche parte.
Flesh Feast
Publisher SegaSoft
Developer: SegaSoft
Umani contro zombie in
questa festa dello splatter
interattivo.
Assai nelle
corde della
Sega.
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
177
Un altro seque!: stavolta
abbiamo a che fare con un
simulatore di volo ambienta¬
to nella Seconda Guerra
mondiale.
Asherons Cali
Publisher- Microsoft
Developer: Turbine
Un rpg onlme molto ambi¬
zioso e sponsorizzato da
Microsoft. Sembra che sia
l'unico in grado di compete¬
re con Ultima online.
Battlezone
Publisher: Activision
Developer: Activision
Versione futuristica (ma
già lo era l'originale) di uno
dei game da me piu amati di
sempre. Anni '80.
Daikatana
Publisher: Eidos Interactive
Developer: ION Storm
Anche questo game è
assai in ritardo (era previsto
per Natale...) ed è il primo
tentativo di Romero. autore
di Doom e di Quake, di met¬
tersi in proprio usando l'en-
gme di Quake
Final Fantasy VII
Publisher: TBA
Developer: Squaresoft
E x t r e m e
Warfare
Publisher: Red
Orb Enter¬
tainment
Developer:
Trilobyte
Veicoli 3D e
insidie vario¬
pinte e di gran¬
de impatto
grafico, realiz¬
zate dagli auto¬
ri di thè 7 th
Guest.
Falcon 4.0
Publisher:
Microprose
Developer:
Microprose
Quasi certa¬
mente il simu¬
latore di volo
da guerra piu
famoso di
sempre, nel¬
l'attesissima
nuova versio¬
ne.
La leggendaria sene di rpg
giapponesi arriva finalmente
in versione PC.
Golgotha
Publisher- Crack Dot Com
Developer: Crack Dot Com
Il real-time strategy game
incontra il genere first-per-
son shooter. Uscita ritarda¬
ta dallo scorso autunno.
Guardians: Agents of
Justice
Publisher: MicroProse
Developer: SimTex
Lotta per il bene e (ma
guarda un po') contro il male
178
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
dagli autori di Master of
Orion.
Half-Life
Publisher: Sierra On-Line
Developer: Valve
3-D action first person
shooter sviluppato con l'en-
gine di Quake Anche que¬
sto in ritardo di sei mesi.
Janes F-15
Publisher: EA/Janes
Developer: Origin
Skunkworks East
Un altro simulatore di volo
molto molto atteso. Un model¬
lo di F-15 di grande qualità.
M.A.X. Il
Publisher: Interplay
Developer: Interplay
Il sequel di uno strategy
game che da noi non ha
avuto soverchia fortuna. Ma
nel resto del mondo si.
Might and Magic VI: The
Mandate of Heaven
Publisher 3DO
Developer New World
Computing
Una delle saghe rpg di
maggior successo della sto¬
na dell'home computer. E
siamo alla puntata sei.
Populous: The Third
Corning
Publisher: Electronic Arts
Developer: Bullfrog
In ritardo di sei mesi, ecco
la terza puntata del leggen¬
dario simulatore di dio della
Bullfrog.
SimCity 3000
Publisher: Electronic Arts
Developer: Maxis
Nessun bisogno di pre¬
sentazione per il mitico
simulatore di città (e gioco
di ruolo di sindaco).
Unreal
Publisher: GT Interactive
Developer Epic
Megagames
In ritardo di un anno e
rotti, l'uscita imminente di
Quake 2 fa di questo game
la delusione dell'anno.
Warcraft Adventures: Lord
of thè Clans
Publisher- Blizzard
Developer: Blizzard
Finalmente un'idea origi¬
nale: ecco l'adventure ani¬
mata tratta dalla grande
serie di rpg fantasy.
E questo è quanto per
questo primo mese del
1998. Ci vediamo a Car¬
nevale.
TOP 20 PC GAMES: i più venduti nei negozi USA
(edizione americana con il prezzo in $ USA, il secondo numero indica la posizione il mese precedente, l’a¬
sterisco che si tratta di nuova entrata)
1
i
Microsoft Flight Simulator (MS-DOS,Win95)
Microsoft
$ 48
2
*
Riven: The Sequel to Myst
Broderbund
$ 46
3
*
Jedi Knight: Dark Forces II(Win95)
Lucas Arts
$ 50
4
2
Myst (CD Win)
Broderbund
5 21
5
*
Lego Island (CD Win95)
Mindscape
S 38
6
12
Command&Conquer:Aftermath(CD Win95/Win
Virgin
S 21
7
*
Microsoft Age of Empires
Microsoft
$ 50
8
*
Deer Hunter (Win95/Win)GT
Interactive
$ 20
9
11
Ultima Online (Win95)
Electronic Arts
$ 55
10
*
NHL Hockey '98 (CDWin95/Win)
Electronic Arts
$ 43
11
•
Lands of Lore II Guardians of Destiny (CD DOS)
Virgin
$ 49
12
•
Fallout (CD Win95/Win)
Interplay
$ 51
13
6
NASCAR II (CD Win95 )
CUC Software
$ 43
14
4
Dark Reign: The Future of War (CD Win95)
GT Interactive
$ 44
15
19
Total Annihilation (CDWin95)
GT Interactive
S 48
16
3
Star Trek: Starfleet Academy(CD Win95)
Interplay
S 49
17
*
Barbie Fashion Designer (CDWin)
Mattel
S 41
18
5
Diablo (CD Win95 )
CUC Software
$461
19
9
Monopoly Game
Hasbro Interactive
$ 30
20
13
Tomb Raider (CD Win)
Eidos
$ 35
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
179
Top 10 Internet e commento alla Top 100 di Francesco caria
(la top 100 completa la trovate su lhttp://www. worldcharts.nl)
1
1
10
Total Annihilation
Cavedog/GT WG
1
[2402]
2
2
48
Diablo
Blizzard
RP
1
[2154]
3
3
55
Heroes of Might & Magic 2/add-on
New World/3DO
ST
2
[2091]
4
4
7
Age Of Empires {!}
Ensemble/Microsoft
ST
4
[2424]
5
5
23
Dungeon Keeper
Bullfrog/Electronic Arts
ST
1
[2322]
6
6
54
Command & Conquer/Counterstrike
(Red Alert) Westwood
WG
1
(2101)
7
7
8
Dark Forces 2 (Jedi Knight)
(!)
LucasArts
SH
6
[2413]
8
8
92
Civilization 2/Fantastic Worlds
MicroProse
ST
1
[1879]
9
9
19
X-Com 3 (Apocalypse) (!)
Mythos/MicroProse
ST
4
[2351]
10 14 A 8 Fallout Interplay RP 10 [2417]
Il pubblico sembra aver fatto ancora una volta le sue scelte in modo molto chiaro. I wargame in tempo reale sono
sempre il genere di maggior successo (e questo dai tempi di Red Alert). Questo giudizio è chiaramente sottolineato
dalla presenza nella top 10 di moltissimi titoli (9 su 10 addirittura,..) che si rifanno in qualche modo a questa tipologia
di game, Naturalmente cambia o può cambiare il tipo di guerra; fantasy, antica, recente, moderna, futuribile, futura,,,
ma in ogni caso sembra proprio che niente e nessuno (nemmeno Quake e i suoi emuli compreso Tomb Raider...)
possa arginare lo strapotere del modello di gioco e simulazione inventato dalla Bullfrog e portato al trionfo dalla
Westwood e da Sid Meier,
Il trionfatore di questo scorcio di stagione è senza dubbio Total Anmhilation della GT, un titolo uscito quasi in sordina e
strada facendo rivelatosi un vero must per tutti gli appassionati, Ma anche Fallout della Interplay e soprattutto Age of
thè empires della Microsoft (il primo vero hit-game della casa di Windows 95!Il) stanno avendo un successo al di là
delle previsioni.
Inserimenti in classifica nei prossimi mesi sono immaginabili solo per mano di titoli come Quake 2, Tomb Raider 2 e
forse qualcuno dei tanti simulatori sportivi di grande qualità che stanno trovando spazio nei negozi in questi giorni.
L'altro outsider di buone speranze è Curse of thè Monkey Island della Lucas Arts già al 13esimo posto.
Ci vediamo il mese prossimo.
Top 10 Most Downloads
(i 10 demos e sharegames più scaricati dalla Rete)
1
1
7
Quake 2 (Test)
Id/Activision SH
1
[2441]
2
2
13
Mordor 2 (Darkness Awakening)
VB Designs RP
1
[2329]
3
3
77
SubSpace
Virgin AC
1
[1955]
4
6 A
49
Furcadia
Dragon's Eye RP
2
[2141]
5
4
75
Ancient Domains of Mystery
Thomas Biskup RP
1
[1976]
6
5
10
Age of Empires
Ensemble/Microsoft ST
2
[2406]
7
8 A
93
Quake
Id SH
1
[1876]
8
7
19
Metal Knights
KnightSoft ST
2
[2340]
9
10 A
20
The Curse of Monkey Island
LucasArts AD
9
[2333]
10
9
2
Dark Reign (The Future Of War)
Auran/Activision WG
9
[2494]
180
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
Finalmente anche in edizione italiana
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.« ' ;
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• ó
1 ' * • | 1
ii
| 4 |J
: :
a , M |
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campione
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completamente nuovo e
rivoluzionarlo. E’ un
gioco strategico e action
insieme ed è anche un
RPG perchè tl mette nei
panni di un aspirante
campionissimo, dandoti
tutto quello che tl serve
per giocare e dimostrare
11 tuo valore.
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''Oh - ■-T'
La tua carriera comincia
a 18 anni In una squadra
di valore medio (sarai tu
stesso a decidere quale e
ad attribuire nome e
ruolo al tuo calciatore...),
e dura sedici stagioni.
Sarà compito tuo,
dimostrando le tue
qualità tecniche,
agonistiche e psicologiche
all’allenatore e ai media,
migliorare continuamente
fino a diventare un vero
fuoriclasse e a vincere
l'ambitissimo pallone
" d’Oro ". CI riuscirai ?
di Corrado Giustozzi
Attila vive...
Finite le ferie? Consumate le ultime briciole di panettone?
Aperti tutti i pacchetti sotto l’albero? E’ dunque ora che rimettiate
in moto i vostri neuroni obnubilati dall’alcool e dai dolci.
E cosa c’è di meglio, allo scopo, di una bella terapia d’urto
modello Dani Ferrari?
Anno nuovo problemi nuovi! Si,
nulla di meglio che iniziare il nostro
nuovo anno mtelligiochistico con qual¬
cosa di tosto, che ritempri la stanca
mente dopo lo stress delle vacanze
invernali. E naturalmente quando si
parla di intelligiochi hardcore non può
mancare il solito micidiale Dani, che
tra una vacanza in un posto esotico e
l’altra trova il tempo di... eh no, un
momento. Una volta Dani era un gran¬
de intelligiochista, uno di quelli che
non esitavano a sporcarsi le mani con
l'assembler per risolvere i problemi le
quante litigate abbiamo fatto, io che
insistevo che usasse un linguaggio ad
alto livello per portabilità e lui che cor¬
reva appresso ai microsecondi...). Ma
oramai Dani naviga al di sopra delle
mondanità della programmazione. Ha
cambiato livello, è diventato un mana¬
ger deH'intelligioco. Non si sporca più
le mani col codice, lui: ora coordina un
branco di pazzi, animati dal sacro
fuoco ed aizzati via e-mail dallo stesso
Dani, che non si danno pace finche
non triturano un problema. Capito il
furbo? Li sguinzaglia, li fa dannare, e
poi raccoglie i frutti della loro fatica per
raccontarveh su queste pagine. Cosi
lui se ne può andare in vacanza bello
tranquillo, mentre gli altri lavorano.
Chissà se prima o poi questi forzati
deH'intelligioco si riunirà in sindacato
chiedendo una regolamentazione con¬
trattuale del rapporto con Dani!
Per il momento tuttavia il gruppo
procede d'amore e d'accordo coordi¬
nandosi nell'area MATENIGMICI di
MC-link, dove affrontano e distruggo¬
no problemi sempre più assurdi. E i
frutti si vedono, oh se si vedono:
come vi racconta appunto Dani in que¬
sta puntata di inizio anno. Lascio dun¬
que a lui la tastiera, ricordandovi solo
che se volete contattarlo potete scri¬
ve rgli una e- mail all'indirizzo
n ii l/yi:i(rtmrlink il\
Noi ci risentiamo il prossimo mese.
C.G.
Allora, siete pronti allo scatto? Sinapsi
ben lubrificate, meningi al massimo del¬
l'efficienza, neuroni superpotenziati?
Bene, nel consueto riquadro ci sono i
soliti tre problemi; datevi da fare.
Intanto io... io no. Non ho nessuna
voglia di lavorare. Ne avrò ben diritto,
ogni tanto, non vi pare? Per cui: voi
sgobbate, datevi da fare (mica tanto,
comunque... i problemini di questa tor¬
nata non sono feroci), mentre io... spet¬
tegolo un po' dei fatti miei,
Dunque: il mio primo computer casa¬
lingo, il primo che era proprio "mio" e
non dell Azienda in cui lavoravo, era un
286/16. Era il tempo degli IBM AT, e
cosi lo chiamai Attila. Era un buon com¬
pagno: i miei più vecchi lettori ricorde¬
ranno le battaglie che io e Attila abbia¬
mo fatto insieme. Quante volte il mio
valente amico ha passato giorni e notti
insonni ad elaborare dati emergendone
infine, grondante di elettronico sudore,
con la soluzione tanto a lungo cercata I
Ma... la tecnologia galoppa, travolge
tutto: e infine, anche se a malincuore,
dovetti sostituire il vecchio Attila con
quello che allora era un giovane e scat¬
tante 486/40, che venne prontamente
battezzato Astarotte. Attila fini su uno
scaffale non ebbi cuore di rinchiuderlo
in soffitta E talvolta, mentre lavoravo
con Astarotte, avevo la sensazione che
qualcuno mi osservasse Volgevo gli
occhi., e 11 c'era Attila, muto, spento...
Quello che mi rodeva era che Attila
non era un vecchio rottame era in
forma smagliante. Sarebbe bastato
attaccare la spina, e... e che cosa? Che
ci facevo? Astarotte era quasi dieci
volte più veloce. Che potevo fare?
Regalare Attila a qualche ragazzone agli
inizi, che lo avrebbe demolito per farsi
le ossa e poi buttato nella spazzatura?
Mentre mi dibattevo in questi amleti¬
ci dubbi, capitò a Roma (succede assai
di rado) il mio amico Michael Ikegowa
Mike è un nigeriano nero che più nero
non si può. Ha studiato in Italia e parla
discretamente l'italiano, ha una vastissi¬
ma cultura, ma non è certo uno di que¬
gli africani super-europeizzati, che se vi
dimenticate un momento il colore della
pelle vi sembra proprio di parlare con un
inglese o con un francese. No, Mike è
un africano puro sangue: se vi mettete
a ragionare con lui, non avete bisogno
di guardarlo per sapere che il vostro
interlocutore viene dal cuore del
Continente Nero. Un interlocutore che
ha un cervello che taglia e cuce. Mike è
un cattedratico: insegna all'Università di
Jos. Certamente Jos è un posto che
non avete mai sentito nominare; e una
cittadina all'interno della Nigeria, fa
appena 300.000 abitanti, insomma roba
come Firenze o Bologna Sapete, parla¬
re con Mike è un'esperienza piuttosto
sconvolgente. I suoi valori di riferimen¬
to, la sua "visione del mondo", sono
decisamente africani, e cioè molto
diversi dai nostri. Be', questo capita
anche con gli asiatici; solo che la "visio¬
ne del mondo” degli asiatici e il portato
di una civiltà millenaria (quelli erano civili
quando da noi si viveva ancora sugli
alberi...), ed inoltre la mentalità asiatica
è talmente diversa che uno non rischia
di fare confusione. La "visione del
mondo" di un africano, invece, è del
184
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
tipo che noi ci siamo abituati a conside¬
rare "primitivo". Bene, mettete un cer¬
vello come quello di Mike a lavorare
partendo da quella visione "primitiva",
e., tenetevi forte, perché dopo cinque
minuti non saprete più se le idee che
avete sempre dato per scontate, quelle
che avete succhiato col latte di
mamma, sono dei valori positivi o sono
solo dei pregiudizi con uno sfondo di
razzismo culturale.
Bene, torniamo a bomba cioè a
Attila. Mike aveva un computer, un vec¬
chio 8088, e già con quello faceva mira¬
coli. Diamine, mi sono detto, da queste
parti Attila è considerato un ferrovec¬
chio, ma a Jos è un computer di presti¬
gio. E cosi, Attila è partito per l'Africa.
Ora... non è facile spiegare le cose.
Vedete, Mike ufficialmente è docente di
Storia delle Dottrine Politiche. Si, certo,
ma a mio avviso lui è soprattutto un
profondo studioso dei Testi Sacri: in par¬
ticolare, ha sicuramente condotto studi
profondissimi sul Miracolo della
Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci.
Secondo voi, cosa succede quando un
vecchio 286 arriva a Jos? Be', che il pro¬
prietario lo utilizza per... Eh no: succede
che la Facoltà di Scienze Politiche ha un
nuovo Centro di Calcolo (invidiatissimo
da tutte le altre Facoltà), dove gli stu¬
denti possono scrivere le loro tesi ecce¬
tera. Naturalmente anche i docenti pos¬
sono utilizzarlo per scrivere saggi, mate¬
riale destinato alle Riviste internazionali,
e via dicendo. Ma, se si scrive tanta
roba interessante su questo computer,
è opportuno farla circolare: mettiamo su
una Casa Editrice...
Alt. Un momento. Ho difficoltà a sin¬
cronizzare i tempi. Ecco, intanto
Astarotte era cresciuto, era diventato
un bel 486/120 con tutti gli annessi e
connessi. Di fiato in corpo ne aveva
ancora tanto, ma... la carne (elettronica)
è debole, e Astarotte sapeva benissimo
che io avevo perso la testa per una gio¬
vane Cirix P2Ó0+. Le storie dei miei dis¬
sidi familiari non vi interessano più che
tanto, per cui facciamola corta: anche
Astarotte ha preferito andarsene a Jos,
dove è oggetto di culto, onorato e vene¬
rato, anziché restarsene qui a fare il
vecchio bacucco tollerato a stento.
Avere notizie da Jos non è facile: mica
c'è Internet laggiù, e la posta arriva
(quando arriva) dopo mesi. Cosi, non so
quali siano gli ultimi sviluppi; ma se sen¬
tite dire che una nuova Casa Editrice
nigeriana sta sovvertendo l'editoria
internazionale, bene, ora sapete cosa
c'è dietro: è Mike che sta moltiplicando
i pani e i pesci...
Intanto, da me si è installato
Attanasio, quel Cirix P 200+ di cui vi
parlavo. Essendo un vanesio, ha voluto
nientemeno che due sistemi operativi:
Win 95 e OS/2. Col che mi è toccato
diventare scemo per capirci qualcosa.
Le mie conclusioni (se a qualcuno inte¬
ressano) sono che OS/2 si mangia Win
95 con le patatine (senza le patatine,
Win 95 non gli basta nemmeno per uno
snack); ma il fatto è che un sistema
operativo serve per far girare i program¬
mi. Certo, anche per OS/2 si trova di
tutto; ma siccome Windows è lo stan¬
dard, io in ufficio ho dovuto imparare a
lavorare con Word e Excel. Office è un
ottimo prodotto: e chi me lo fa fare di
cambiare? Cosi anche ora sto scrivendo
con Word 7. Quando avrò finito, andrò
on line per mandare il lavoro a Corrado;
e userò Netscape 4.03. Certo,
ta di quando Von Neumann gli spiegava
come si potevano programmare i cicli
For e simili su quel diabolico marchinge¬
gno...); e ora, essendo un uomo saggio,
si tiene ben stretto il suo 286: il mondo
corra pure su questa giostra impazzita,
Sid col suo 286 riesce a fare tutto quello
che gli serve. Dunque, problema:
" Sia Alni la media aritmetica di tutti i
divisori del numero intero n, inclusi 1 e
n. Trovate un n tale che Alni sia un
numero primo del tipo 6k-1 Meglio
ancora, trovate due numeri con tali
caratteristiche "
Chiariamo con un esempio.
Prendiamo il numero 366.1 divisori sono
1, 2, 3, 6, 61, 122, 183, 366 La media è
93, che non è un numero primo e non è
del tipo 6k-1 ; quindi 366 non va bene.
Be', avrete capito che non è una coset-
Tre p roblemi
^ III numero 741 ha una curiosa proprietà, se lo divido per 3, ribalto le cifre
I /del risultato poi sottraggo 1, ottengo il numero originale: 741/3=247
invertendo=742 742-1=741. Trovate il prossimo numero con la stessa pro¬
prietà. Vedete di trovarlo con carta e matita, senza precipitarvi a scrivere un
programmino.
OlUn mio giovane amico si è sposato il primo giorno del mese; oggi che è
£-) l'ultimo giorno dello stesso mese ha compiuto gli anni. Sapendo che
matrimonio, compleanno e nascita sono caduti tutti nello stesso giorno della
settimana, quanti anni ha compiuto?
QV 12 soci del Puzzleclub si incontrano a cena una volta alla settimana e si
O/ sistemano in 3 tavoli separati di 4 ciascuno. Qual è il numero minimo di
incontri che devono essere effettuati se si vuole che ogni possibile coppia di
soci sia seduta allo stesso tavolo nella stessa sera almeno una volta?
Netscape c'è anche su OS/2, ma è una
release 2 un po' potenziata, diciamo una
2i/2... e la 4 è proprio un'altra cosa E
cosi va a finire che il più delle volte lavo¬
ro con Win 95: stare con lo standard è
comodo, e io sono pigro. . Purtroppo,
tra Attanasio e Win 95 c'è un odio
profondo: quando li metto a lavorare
insieme fanno scintille. Attanasio ha
solo pochi mesi di vita., ma il pulsante
di reset mostra già segni di usura. Cosi
forse un giorno andrà tutto in tilt, e io
maledirò Bill Gates (e la mia pigrizia) per
l'eternità. Non mi ci fate pensare...
Bene, mi sono sfogato abbastanza a
chiacchierare dei fatti miei, è l'ora di tor¬
nare ai nostri problemi. II problema di
oggi è stato ideato dal mio amico
Sidney Kravitz. Non credo di avervi mai
parlato di Sid: è uno che ha cominciato
a lavorare nell'informatica nientemeno
che sul leggendario ENIAC, il primo
computer della storia (a volte mi raccon¬
ta semplice. Per ogni numero bisogna
trovare tutti i divisori, calcolare la media;
se non è un numero intero, si butta via
tutto; altrimenti bisogna vedere se è del
tipo 6k+1, e in tal caso verificare se è
un numero primo. Per numeretti come
366 non è poi una cosa cosi difficile; ma
se i numeri crescono (siamo arrivati a
lavorare con numeri di migliaia di cifre...)
la faccenda evidentemente si fa rogno¬
sa Trovare una soluzione e magari
anche due non è poi cosi difficile; basta
fare un programma (Dario lo ha fatto) e
lasciarlo girare. Ma... Giulio Cesare non
è abituato a contentarsi facilmente: un
problema non deve essere semplice¬
mente risolto, deve essere polverizzato.
Vi racconto gli sviluppi perché sono
veramente affascinanti.
lo per questo problema contavo
molto sul famigerato Quick Nick, ma
Quick Nick sta facendo il servizio civile,
ha altre cose a cui pensare, e per il
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
185
Intelligiochi
momento., ci ha abbandonato. Come
ce la caviamo, orfani di tanto ingegno?
Niente paura: le risorse sono tante Su
questo problema si sono scatenati in
particolare Sergio Villone, Elio Fabri e
Dario Uri. Elio e Dario li conoscete;
Sergio è la prima volta che sbuca fuori
lo non lo conosco, ma mi sembra che
sia un frenetico: lavora come un pazzo e
corre come un leprotto, lo per risolvere
un problema devo mettermi quieto in
poltrona, con tutti i miei aggeggetti a
portata di mano. Lui non ha tempo per
le poltrone, e i problemi li risolve men¬
tre corre in moto per andare in ufficio o
roba del genere. Guidare una moto,
ragionare di Teorìa dei Numeri e., resta¬
re vivi sono tre cose che, secondo me,
stanno male insieme. Ma per Sergio
questa è normale routine
Ma se uno mi dice: "Sai, mentre cor¬
revo in moto, mi è venuto in mente
che ", e mi sciorina un astruso teore¬
ma di cui io non capisco un accidente,
come faccio a sapere se è un genio o
un pazzoide 7 lo con la Teoria dei
Numeri ci converso poco, e Giulio
Cesare non può mettersi in ridicolo
mandando soluzioni sballate. Niente
paura, c'è Elio. Elio è un mastino: se
dice lui che le cose sono a posto, so
che posso fidarmi (per inciso: Elio non
ha trovato nessun errore nelle tante
cose che Sergio ha tirato fuori Forse
dovrò procurarmi una moto..,),
Naturalmente, Elio non si è limitato a
controllare quel che diceva Sergio: ci ha
aggiunto del suo, e tanto.
Bene, questi due hanno sistemato la
parte teorica (vi dirò poi come), ma fatta
la teoria bisogna sviluppare i calcoli, che
non sono robetta. E a questo ci ha pen¬
sato Dario (con un piccolissimo contri¬
buto del sottoscritto: è stata l'unica
cosa che sono riuscito a fare, per il
resto... sono rimasto a guardare) Non
posso raccontarvi in dettaglio gli svilup-
i perché questi tre scatenati, più un
uon numero di altri che non posso
nominare tutti, hanno messo in area la
bellezza di 70 articoli sull'argomento!
Ancora un po' e fondavano una nuova
branca della matematica. Quindi sinte¬
tizzo.
All'inizio, tutto normale: Elio ha tirato
fuori una formula per calcolare la media
dei divisori, Stefano ha trovato una prima
soluzione, 14641 (divisori: 1, 11, 121,
1331, 14641, media 3221, che è un
numero primo e pari a 6x537 - 1), Dario
ne ha trovate alcune altre. Ma andavamo
un po' a tentoni La svolta c'è stata quan¬
do ci siamo resi conto che le soluzioni
erano tutte del tipo n = p e , con p numero
primo: ad esempio 14641 = 11 4 , Non
siamo riusciti a dimostrare che non ci
sono eccezioni: ma abbiamo dimostrato
che ciò è molto difficile, e comunque le
eccezioni le abbiamo cercate a lungo
senza trovarne nessuna Stefano aveva
proposto addirittura come possibile
eccezione (in base ad alcune sue compli¬
catissime teorie che non vi racconto per¬
ché... non ci ho capito nulla) n = (73221-
1)/6; ma alla fine la media dei divisori di
questo numero di 2722 cifre è risultata
essere si del tipo 6k-l, ma non era un
numero primo (avete idea di come si fa a
decidere se un meganumero di tal fatta
è primo? lo no, ma c'era chi sapeva fare
anche questo).
Stabilito ciò, Elio e Stefano si sono
scatenati, e hanno dimostrato che, se n
= p e , allora:
1) p mod 6 = 5; cioè il numero primo
p, diviso per 6, deve dare un resto di 5;
2) e mod 6 = 4, ed (e+1) deve essere
un numero primo (quindi e può essere
solo 4, 10, 16, 22 ..),
3) p = k (e+11 + 1
Combinando questa roba, viene fuori
che:
se n=p 4 , allora deve essere p=11 +30 k;
se n=p’°, allora deve essere p=23+66 k,
se n=p 16 , allora deve essere p=35+102 k,
ecc.
Dario ha travasato questa roba nel
suo programma, e... hanno cominciato
a venire giù soluzioni come se pioves¬
se. Anzi, come se ci fosse il diluvio uni¬
versale. Letteralmente centinaia di pagi¬
ne di soluzioni. Quando ne ho mandate
un po' a Sid (mi sono limitato a spedir¬
gliene un migliaio. .) gli è preso un coc¬
colone.
Ecco, questo è un problema molto
specialistico, un problema di Teoria dei
Numeri. E' grazia se fra tutti quelli che
10 leggeranno ci saranno una o due per¬
sone a cui della Teoria dei Numeri glie
ne importa qualcosa. Ma vedete io vi
ho detto una volta che questi problemi-
m sono una sorta di realtà virtuale, sono
11 grande videogioco della ricerca scien¬
tifica. Il problema sarà anche irrilevante
ma in sostanza ha la struttura di un nor¬
male problema scientifico, un problema
matematico che viene risolto a furia di
teoremi, dimostrazioni, calcoli, eccete¬
ra Ora, né Sergio, né Elio, né Dario
sarebbero da soli riusciti a risolverlo. Ma
sulla Rete lavorano insieme, e zac! La
soluzione salta fuori. Gli Istituti di
Ricerca spendono miliardi per mettere
insieme cervelli, selezionare le persone
giuste, creare le condizioni per farle
lavorare insieme Noi non spendiamo
una lira: un po' di persone che si diver¬
tono a far funzionare il cervello si ritro¬
vano insieme spontaneamente, unisco¬
no le loro capacità, e risolvono. Noi ci
diveniamo ad affrontare problemi rigo¬
rosamente mutili (altrimenti diventereb¬
be un lavoro, cl sarebbero di mezzo i
soldi, addio divertimento!), ma eviden¬
temente ci sono tanti che sfruttano lo
spaventoso potenziale della Rete in
modo più concreto Non sto parlando
delle collaborazioni istituzionalizzate fra
ricercatori di professione sono cose di
importanza straordinaria, ma quello che
mi affascina è la possibilità di coinvolge¬
re in questi processi il signor Pinco
Pallino, che non fa il ricercatore di pro¬
fessione, ma ha una buona testa e ogni
tanto tira fuori le idee giuste, quelle che
permettono di fare un passo avanti.
Dove ci porterà tutto questo non lo so,
ma certamente sono curioso, tanto
curioso.
Dani
Kg
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Soluzione ai tre p roblemi
1 )
Se il numero è composto da n cifre a, a 2 . a n _i a„, allora, invertendo l’enun-
■ /'ciato: 3 (|a n +1), a n .|,..., a,, a,) = a, a 2 ... a n ., a, v Considerate la prima colon¬
na, e trovate che 3 a n +3 + 0. 2 (0..2: riporto) = a,. Considerate l'ultima colonna, e
trovate che (3 a,i mod 10 = a n . Da cui a, = 7, a n =1. Se sono tre cifre, dato che la
somma delle cifre deve essere un multiplo di 3, la cifra intermedia deve essere 1,
4 o 7; 741 funziona, le altre no. Sostituite 7 e 1, e calcolate a 2 e a n ., . Verificate
che non ci sono soluzioni di 4 o 5 cifre, e calcolate in analogo modo la terza e la
terzultima cifra. E a questo punto arrivate alla soluzione. 7425741.
J Se il primo e l'ultimo giorno del mese cadono nello stesso giorno della setti¬
mana, possono essere solo il 1° e il 29 di febbraio. E non ci vuol molto a
ire che il 29 febbraio cade nello stesso giorno della settimana ogni 28 anni.
QlLe coppie possibili sono 12x11:2=66. Alla prima riunione si formano 6 coppie
O |per tavolo, totale 18 coppie. Ma alle riunioni successive a ogni tavolo bisogna
per forza mettere almeno due persone che sono già state insieme, quindi si for¬
mano al massimo 5 coppie per tavolo, totale 15. Pertanto, ci vogliono almeno cin¬
que riunioni. Con cinque riunioni, ci sono numerose soluzioni, che certamente
avete già trovato: non vi offenderò pubblicandole.
186
"Con Internet la mia attività non ha più limiti."
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Avvisi ai Naviganti
a cura di Corrado Giustozzi
Navigando s'impara!
Quante volte abbiamo sentito, o letto, che Internet è un inutile costoso
giocattolo dove non si trova mai nulla? Ebbene, questo sito smentisce i
detrattori della rete tutti in un colpo solo. Ma attenzione, non stiamo parlando di
un posto dove troverete la formula per la
fusione fredda o come sconfiggere tutte le
malattie umane. Si sa infatti che spesso le
cose più importanti sono quelle piccole,
magari banali: e proprio alle minimali
faccende quotidiane è dedicato
Learn2Com, il sito pluridecorato nel quale
ci siamo imbattuti. Yahoo lo ha definito
come il più incredibile sito utile del Web,
mentre Websight Magazine lo recensisce
come un must da tenere fra i propri bookmark: noi ne siamo rimasti entusiasti
dopo esserci capitati per un problema di cravatte, ma procediamo con ordine...
Wrkoin* lo
La home page di Learn2Com.
di Enrico M. Ferrari
Learn2.com, h U P. //www
Iearn2 com. è il classico sito nel
quale si capita involontariamente,
o per sbaglio cercando sui motori
di ricerca una voce che poi vi ri¬
manda a tutt'altra cosa. In effetti
noi stavamo cercando un sito do¬
ve comprare delle cravatte e
quando il link ci ha portato su
Learn2Com siamo rimasti legger¬
mente disorientati: quello che ab¬
biamo visto non era un catalogo
di cravatte, ma un compendio su
come annodarle! Curiosando nel
sito abbiamo poi capito: Learn2-
Com è come il Manuale delle Gio¬
vani Marmotte, pieno di trucchi,
consigli e suggerimenti su come
superare i mille piccoli problemi
quotidiani Siete andati a vivere da
soli, oppure la mammina non c'è,
e non sapete come Stirare una ca- Finalmente spiegati tutti i segreti per fare il nodo alla cravattai
i.earnlTi* Batic Ruoli
(Contili ued)
Knol 2: Do a doublé
half hitrh
Bcfoff \ MI b«0u
mJ dii » tatfrtoi
«**««•
-il tumamlt
(MI
k-i Iz
D- M ri-obfc tuli
bfdi
Kiwi -V
rudi, dettati!
A douMc luil-hri.il n |ntf uuc ofnum
Lmfc <*f Irichn IT- «uri lo ih far
toirtbn > fruir mt
ttrt IjMrit. «li»
dwH bui ri
fami!
Bc a *fart
H*SLt
Tk a ih*ct baiti
Lwf' litri lati
Kwoifc
fw bowinc
micia? Vi hanno invitato ad cena
importante e temete una figura
fantozziana perché non sapete
districarvi tra calici svasati e for¬
chette dalla buffa forma?
Learn2Com si occupa dei proble¬
mi per grandi e piccini, dei grandi
drammi quotidiani come delle
piccole assurdità Prendiamo ad
esempio uno dei piu grossi pro¬
blemi del mondo della gastrono¬
mia come si usano le bacchetti¬
ne che perfidamente al ristoran¬
te cinese vi mettono davanti?
Learn2Com al proposito ha un
ricco capitolo, come per ogni ar¬
gomento trattato: ad ogni voce
corrisponde una dettagliata de¬
scrizione del problema, la solu¬
zione corredata da figure esplica¬
tive ed una divertente vignetta
che riassume il vostro piccolo ca-
188
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
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Avvisi ai Naviganti
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La posinone giusta per tenere te bacchette cinesi: niente più figuracce
Ecco svelati i segreti di piatti, bicchien e posate secondo il Galateo.
IletttemUI
Il you uced lo «nfa a toltoti dici» ilari.
w»th à ai told water ou dchrafr c>tk ai die
Miniane madiate or waili ri ky liand ai Hk
unk Han* il np lo dry The J«l diould b«
almoil cutnplrfdy dr> befor* aoian*
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I» TW fttfca |
Mille
soluzioni
a mille
problemi
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Sl>p I
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l “ r i&
Imparare a stirare una camicia in 4 minuti? Facile con le istruzioni e la figura
so difficile. E non pensiate che il sito sia ri¬
volto solo ai maschietti; un capitolo è dedi¬
cato interamente alle donne, con problemi
a noi sconosciuti. Come spiegare altrimenti
la ricca trattazione su come depilarsi le
gambe senza farsi male o su come applica¬
re il mascara senza esagerare? Nella stes¬
sa sezione c'è anche una utile guida al
football per i princi¬
pianti, comoda anche
per noi italiani che po¬
co conosciamo di que¬
sto sport. La grafica
del sito è accattivante
e semplice: a sinistra
compare un indice de¬
gli argomenti possibili,
a destra avrete la solu¬
zione al problema cer¬
cato Si può effettua¬
re una ricerca per ar¬
gomento o per parola
chiave e se proprio
non trovate quello che
vi serve chiedete pure
nel forum interno: i let¬
tori del sito contribui¬
scono attivamente ad
aumentare le soluzioni
ad ogni genere di pro¬
blemi.
Gli argomenti so¬
no i più disparati:
dall'igiene persona¬
le alla cucina, alla
famiglia alla tecno¬
logia che ci circon¬
da. Alcune cose so¬
no divertenti per
quanto sono inge¬
nue, e ci fanno ca¬
pire che è l'americano medio il target del si¬
to: come guidare un'automobile con il cam¬
bio manuale è infatti un problema ozioso
per un europeo, ma non per uno statuni¬
tense. abituato al cambio automatico. Altre
cose dedicate a chi abita oltreoceano sono
utilissime per noi. come un completo com¬
pendio per convenire pesi e misure che ci
I.cumZ Preparo for an
Earlhquakr
Prepararsi ad un tenemoto: una eventualità sulla quale è meglio non scherzare
fa chiarezza tra galloni, libbre e miglia. Ma
montare le catene sulle gomme è un affare
che riguarda tutti, specie se si vive in città e
si va a sciare magari una domenica l'anno,
proprio quando nevica fitto fitto 1 Learn2-
Com vi spiega passo dopo passo tutti i mo¬
vimenti di base, con figure e spiegazioni
semplicissime. Diciamo la verità, quanti noi
sanno cucire un bottone? E scongelare il
freezer domestico, non è forse un'impresa
che ci spaventa? Ma andiamo sulle cose
ancora più semplici, quante volte avreste
voluto stupire la vostra mamma, lasciando
una camera perfetta, con il letto rifatto? Su
Learn2Com tutte le istruzioni del caso, più
qualche consiglio psicologico su come trat¬
tare con un genitore fuori dai gangheri, Le
cose, quando non sono divertenti, possono
essere terribilmente drammatiche: le istru¬
zioni su cosa fare in caso di terremoto ci ri¬
portano a problemi reali gravi che forse con
una adeguata preparazione, che passi ma¬
gari proprio da una simpatica pagina Inter¬
net, potrebbero salvare delle vite umane
Quello che invece capita normalmente
all'interno delle case e che Learn2Com ri¬
porta sembra invece un bollettino di guerra
riparare vetri rotti, togliere chiodi storti, ri¬
piantare una piantina caduta con tutto il va¬
so. riparare un buco del muro, tutte scoc¬
ciature che trovano sul sito una esauriente
risoluzione In tempi natalizi uno dei grandi
drammi dell'umanità è sempre stato quello
dei regali: non solo da comprare, ma da im¬
pacchettare. In genere o si utilizza poca car¬
ta, ed il regalo rimane scoperto, o se ne
mette troppa, ed il regalo sembra come av¬
volto dal piombo. Anche in questo caso è
utile dare un occhio su Learn2Com, dove si
imparerà ad usare la carta sufficiente e so¬
prattutto come fare un pacchetto decente,
con gli angoli ''giusti" e le chiusure dritte.
Learn2Com facilita la vita quotidiana, ed è
sempre un piacevole passatempo da con¬
sultare durante le navigazioni di lavoro, ma
un grave problema, purtroppo, non si può
risolvere su Learn2Com: imparare l'inglese,
essenziale per poter leggere il sito e per na¬
vigare su Internet in generale. 5®
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
189
a cura di Corrado Giustozzi
Chipset per Socket 7
Nell’epoca del Pentium II e
dello slot 1 parliamo ancora
di Socket 7. Lo facciamo
perché siamo convinti che
questa piattaforma abbia
ancora parecchio da dire e
soprattutto perché è
finalmente possibile una
scelta fra più proposte di
diversi costruttori. Come
sempre, il futuro promette
nuovi sviluppi...
di Luca Angelelli
Di fatto fino a pochi mesi or sono, per
quanto riguarda schede madri e CPU,
Intel si trovava in una posizione di ege¬
monia sia per la produzione di CPU che
di chipset per schede madri. Successi¬
vamente, incalzata dalla concorrenza, la
casa americana ha deciso di dare una
svolta decisa al mercato mettendo in
produzione il Pentium II che, come mol¬
ti sanno, sfrutta una nuova connessione
fra CPU e scheda madre, lo Slot 1. In
pratica si è trattato di una rivoluzione
voluta che di fatto cambia tutte le carte
in tavola imponendo l’utilizzo di nuove
schede madri basate su nuovi chipset.
I costruttori di CPU concorrenti non
hanno seguito la Intel in questa rivolu¬
zione finora preferendo continuare a
sviluppare processori per il Socket 7 per
il quale non si deve pagare nessuna
royalty alla Intel. Il mercato quindi si è di¬
viso: Intel da una parte decisamente
orientata verso processori per lo Slot 1,
dall'altra i concorrenti, con AMD e Cyrix
in testa, uniti ai produttori di chipset e
decisi a sfruttare le potenzialità della
"vecchia" connessione fino ai limiti fisici.
Mentre la strada intrapresa da Intel è
decisamente costosa, dovendo ammor¬
tizzare i costi della ricerca e messa in
produzione di un insieme CPU chipset
completamente nuovo, l'alternativa su
Socket 7, impegnando uno standard esi¬
stente, è decisamente più economica.
Va anche detto che le prestazioni ad og¬
gi del Pentium II sono superiori a quelle
delle CPU di AMD e Cyrix sul mercato,
ma è anche vero che la differenza non è
cosi marcata in termini di capacità di cal¬
colo e sono veramente pochi i casi in cui
il guadagno in prestazioni giustifichi l'in¬
vestimento necessario all'acquisto di un
Pentium II e relativa scheda madre. Inol¬
tre il vantaggio è dovuto essenzialmente
alla superiore velocità di clock del Pen¬
tium Il che arriva a 300 MHz Questo
vantaggio sta per essere annullato
daH'arrivo dell’AMD K6 3D in grado di la¬
vorare alla stessa frequenza e con dei
miglioramenti interni che ne aumentano
l'efficienza.
Anche I produttori di chipset non
stanno con le mani in mano ed hanno
approfittato del varco lasciato aperto da
Intel per presentare dei prodotti real¬
mente competitivi con quello che di fat¬
to è lo standard di mercato quanto a
Socket 7: l’Intel 430 TX.
In questa prova ci occupiamo in mo¬
do specifico del SiS 5598 e del VIA VP2
190
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
gna di cronaca è un'incompatibilità irri¬
solta fra il sistema in prova e la Creative
AWE 64 Gold. Una certa attenzione va
posta nell’utilizzo di configurazioni di
memoria miste EDO SDRAM, per le
quali è bene fare riferimento al manuale
in dotazione.
mettendoli a confronto con il 430 TX
per verificarne le prestazioni e fare il
punto della situazione ad oggi. Per bre¬
vità rinunciamo a chiamare i vari chipset
con la loro sigla completa utilizzandone
solo quella parte che ne permette l'uni¬
voca identificazione.
VIA VP2/97 su
FIC PA-2007
VIA e un costruttore di Taiwan impe¬
gnato da tempo nella realizzazione di
chipset alternativi a quelli di Intel. Già in
passato aveva presentato un prodotto
economico per i 486 e da tempo offre il
VP1 dedicato a tutti i processori tipo
Pentium In pratica questo chipset co¬
stituisce l'alternativa all'Intel 430 VX
quindi è dedicato alla realizzazione di
schede madri daH'ottimo rapporto pre-
staziom/prezzo senza sfidare l'Intel sul
piano delle pure prestazioni Tutto cam¬
bia con il VP2, destinato decisamente a
vincere la competizione con l'Intel 430
TX su tutti i fronti Caratteristica peculia¬
re del VP2 è la possibilità di utilizzare
una cache di secondo livello di 2 Mbyte,
quadruplicando la capacità massima
dell'Intel 430 TX che è di 512 Kbyte.
Secondariamente, ma egualmente im¬
portante, la massima quantità di RAM
SiS 5598 su
Chaintech
Anche SiS è da tempo attiva nel cam¬
po dei chipset per PC Fra le varie pro¬
poste del costruttore taiwanese per
socket 7 abbiamo scelto il 5598 un pro-
La massima fre¬
quenza di clock per la
scheda madre uffi¬
cialmente supportata
è 66 MHz, ma la VIA
dichiara la possibilità
(non ufficiale) di lavo¬
rare anche a 75 MHz.
La scheda madre
scelta è la FIC PA
2007, Mbyte in stan¬
dard Baby AT dotata
di 1 Mbyte di cache
sincrona. La FIC
quindi non ha sfrutta¬
to al massimo la pos¬
sibilità del VP2 di
montare fino a 2
MBbyte di cache di
primo livello Consi¬
derando che le pre¬
stazioni del sistema
non aumentano li¬
nearmente con la
quantità di memoria
a disposizione, que¬
sta scelta lascia un
poco perplessi, d'al¬
tro canto ad oggi sul mercato non esi¬
stono schede madri con una dimensio¬
ne della cache LI superiore.
Dal punto di vista operativo l'installa¬
zione della Mbyte non presenta proble¬
mi. L'unica accortezza è quella di instal¬
lare i driver per il controller IDE integra¬
to che non è presente fra quelli previsti
da Windows 95. Assieme ai driver vie¬
ne fornita una patch per Windows 95 al¬
lo scopo di aggiornare il sistema è per¬
mettendo il completo sfruttamento
dell 'ACPI, Advanced Configuration
Power Interface: la gestione avanzata
dei consumi elettrici del sistema.
Nell'uso normale la scheda si com¬
porta decisamente bene, unica nota de-
5SDA
utilizzabile in modalità cache e di 512
Mbyte contro i 64 del 430 TX. Questi
sono i vantaggi sostanziali del VP2/97
sull'Intel 430 TX, Per il resto i due chi¬
pset si equivalgono integrando il con¬
troller per l'USB, il controller EIDE che
supporta l’Ultra DMA ...
dotto che integra nel
chipset anche una
scheda VGA e che vie¬
ne impiegato su sche¬
de madri decisamente
economiche. La SiS
produce anche altri chi¬
pset per Socket 7 fra
cui il 5582, dalle stes¬
se caratteristiche del
5598 ma privo della
VGA. Pur se decisa¬
mente economico il
SiS 5598 è in grado di
confrontarsi ad armi
pari con l'Intel 430 TX:
la cache di primo livel¬
lo è di 512 Kbyte ed è
possibile utilizzare fino a 128 Mbyte di
RAM in modalità cache. Inoltre sono
integrati nel chipset sia un controller
EIDE in grado di supportare l'Ultra
DMA mode 2 che il controller USB.
La casa madre dichiara ufficialmente
la possibilità di lavorare a 75 MHz di
clock e quindi l'ufficiale compatibilità
con i Cyrix 6X86MX che funzionano
moltiplicando questa frequenza base
per 2, 2,5 o 3.
Come implementazione concreta del
5598 abbiamo scelto la motherboard
Chaintech 5SDA, con VGA integrata e
512 Kbyte di cache sincrona, in forma¬
to baby AT La scheda è molto compat¬
ta grazie soprattutto al fatto che il chi¬
pset è composto da un solo integrato.
La 5SDA è in grado di operare fino a
83 MHz con il bus PCI funzionante ad
una frequenza indipendente da quella
del sistema (modalità asincrona).
Operativamente la scheda si è com¬
portata bene grazie fra l'altro alla do¬
cumentazione completissima e ai dri¬
ver di sistema contenuti in un CD¬
ROM. La 5SDA può essere connessa
sia ad un alimentatore Baby At sia
ATX.
Intel 430 TX su
ECS P5TA-X
Il 430 TX è l'ultimo
chip di Intel dedicato a
schede madri per So¬
cket 7, ultimo temporal¬
mente e ultimo in sen¬
so assoluto in quanto
destinato a non avere
un successore. Di fatto
costituisce uno stan¬
dard di mercato ed è
utilizzato sulla maggio¬
ranza delle schede ma¬
dri per CPU Pentium e
similari. Proprio la sua
diffusione rappresenta una sicurezza
per l'utilizzatore quanto a compatibilità
visto che tutto ciò che deve avere a
che fare con un PC, hardware e
software, e stato provato con una
scheda basata su questo chipset D'al¬
tro canto il 430 TX rappresenta per al¬
cuni aspetti una semplificazione ri¬
spetto al progenitore 430 HX che, ad
esempio, permetteva la realizzazione
di motherboard multiprocessore e
l’uso di una quantità di RAM in moda¬
lità cache superiore a 64 Mbyte. La
puntualizzazione ricorrente di questo
aspetto va spiegata il 430 TX è in gra¬
do di utilizzare fino a 256 MB di RAM.
Oltre il limite dei 64 Mbyte le presta¬
zioni, quanto ad accesso alla memoria,
diminuiscono perché cambia la moda¬
lità con cui la RAM viene gestita. Pur¬
troppo le applicazioni e i sistemi ope¬
rativi attuali richiedono quantità di me¬
moria sempre piu alte e 64 Mbyte non
Ergo Krono 200 MMX
a macchina con la quale abbiamo effettuato le prove ci é
stata fornita dalla Ergo Italia II sistema, basato sulla motherboard
ECS P5TX-A utilizza un Processore Pentium 200 MMX. 32 Mbyte
di SDRAM lOns, HD IBM 4.2 Gbyte, VGA S3 Virge 2Mbyte, case
tower ATX, controller SCSI Adaptec 2940UW. scheda audio AWE
64 Gold. CD ROM SCSI Plextor 12/20x
La stessa Ergo ci ha fornito la scheda Chaintech 5SDA che e
stata utilizzata disabilitando la VGA integrata per ovvie ragioni di
uniformità. La presenza del controller SCSI non era necessaria per
lo svolgimento delle prove, ma ci ha permesso di verificare il fun¬
zionamento di sistema un poco più complesso dell'ordinario an¬
che con frequenze di clock superiori a 66 MHz A 75 MHz il siste¬
ma è stabile e ben funzionante con tutte le schede in prova, men¬
tre a 83 MHz. raggiunti con la 5SDA. è necessario passare alla
modalità asincrona e ridurre i tempi di accesso alla RAM per otte¬
nere un funzionamento stabile.
Ergo Italia Spa,
Via della Nocetta 109, 00164 Roma
Tel (06) 66140630 Fax (06) 66140130
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192
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Tabella comparativa prestazioni chipset
| VIA VP2/97
SiS 5598
Intel 430 TX
RAM max
512 MB
256 MB
256 MB
Cachable area
512 MB
128 MB
64 MB
L2 cache
512 kB
512 kB
512 kB
FP
Si
Si
Si
EDO
Si
Si
Si
SDRAM
Si
Si
Si
ECC
SI
No
No
ACPI
Si
Si
Si
Ultra DMA
Si
Si
Si
USB
Si
Si
Si
Linear Burst
Si
Si
No
6X86MX (75 MHz)
Si
Si
Non uff
N di integrati
4
1
2
Le differenze tecniche fra i chioset di VIA e SiS rispetto all'Intel sono concentrate nella suoenore Quantità
di RAM gestita m modalità cache, nella possibilità di funzionare a freQuenze superiori a 66 MHz e nella im¬
plementazione del linear Purst per un miglior sfruttamento delle CPU AMD e Cyrix. Inoltre il Via è in grado
di utilizzare una cache Li da2 Mbyte
appaiono più come un valore tanto
elevato e dedicato ad potenti server.
Il 430 TX implementa sia il controller
EIDE con modalità Ultra DMA sia il
controller USB.
La ECS P5TA-X è una scheda madre
ATX dotata di 512 Kbyte di cache sin¬
crona di secondo livello Per scelta del
costruttore la scheda può utilizzare so¬
lo moduli DIMM da 168 pin mancando
completamente i connettori per le
SIMM, presenti invece sulle altre
schede madri in prova e su molte
motherboard che utilizzano il 430 TX.
Ufficialmente i chipset della Intel
non sono abilitati a funzionare con fre¬
quenze di clock superiori a 66 MHz Di
fatto sul mercato da tempo esistono
schede madri che riescono a funziona¬
re a 75 MHz (ed anche a 83 MHz),
rendendo possibile l'utilizzo dei pro¬
cessori Cyrix/IBM 6x86 che necessita¬
no di questa frequenza base per rag¬
giungere le massime prestazioni. An¬
che la ECS P5TX-A è in grado di fun¬
zionare a 75 MHz (ma non a 83) e
quindi è in grado di operare con i
6X86MX più prestanti. A tal proposito
va detto che queste frequenze di
clock sono effettivamente accessibili a
patto di disporre di RAM, EDO o
SDRAM, di ottima qualità, qualità da
estendere anche alle altre schede di
un sistema portato a lavorare al di so¬
pra del limite ufficialmente considera¬
to come massimo.
Essendo basata su di un chipset
"standard" la ECS P5TX-A non pone
alcun problema nell'uso "sul campo".
Prestazioni
Per quantificare le differenze fra le
varie schede madri in prova e quindi,
indirettamente, le prestazioni dei di¬
versi chipset abbiamo montato sulle
vane schede la stessa componentisti¬
ca e sottoposto il sistema ottenuto al
medesimo ciclo di prove.
Come test abbiamo utilizzato gli In¬
tel Media Bench, l'indice di prestazio¬
ni delle Norton Utilities per Windows
95 e due programmi reali. Macrome¬
dia Art Director e Adobe Photoshop
4. In realtà abbiamo utilizzato anche
la Suite di MC. ma abbiamo rinuncia¬
to a pubblicarne i grafici relativi in
quanto tutte le schede madri portava¬
no a prestazioni praticamente coinci¬
denti Questo risultato è dovuto al
fatto che la nostra suite Suite eviden¬
zia esclusivamente le prestazioni del¬
la sola CPU, informazione non so¬
stanziale in questo caso se non per
confermare la compatibilità fra pro¬
cessore e chipset. Considerando che
l'Intel 430 TX è di fatto lo standard e
il riferimento di mercato abbiamo de¬
ciso di normalizzare i risultati ottenuti
rispetto a quest'ultimo. In questo
modo è molto semplice e diretto ap¬
prezzare le differenze delle schede
"concorrenti".
Osservando i quattro grafici si rile¬
va come la FIC PA-2007 sia pratica¬
mente equivalente alla ECS P5TX-A,
con leggerissime differenze ora a fa¬
vore dell'una ora a favore dell'altra in
tutti i test Diverso è il comportamen¬
to della Chaintech 5SA, peggiore del
Intel Media Benchmark Le schede FIC ed ECS sostanzialmente si eauivalgo-
no Resta appena indietro la Chaintech soprattutto per il risultato conseguito
nella riproduzione del video MPEG Le differenze sono comunque contenute
Il riferimento unitario 6 la prestazione della scheda con chipset Intel
Indice di prestazione di Norton Utilities per Windows 95 In Questo caso abbia¬
mo deciso di riportare i valori misurali in modo che si possa confrontarli con
quelli ricavati sul proprio sistema . Prestazioni assolutamente vicine fra loro con
l'ECS fanalino di coda
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
193
M«cfom«dM Art Ov*clor
Cow
Alle prese con un animazione per Macromedia Art Director resta leggermente
indietro la Chamtech mentre ECS e PIC si equivalgono Anche in Questo caso
come riferimento unitario è stata presa la scheda di ECS
•v
/ /
/ y y
Con Adobe Photoshop ha la meglio la Chamtech. ma va detto che le differen¬
ze sono contenutissime tanto che abbiamo ripetuto il test più volte per essere
sicuri dei risultati Durante l'impiego normale non e possibile apprezzare le dif¬
ferenze fra luna e l'altra scheda madre
riferimento nella prova con l'Intel Me¬
dia Benchmark e con Macromedia Art
Director, ma migliore nei test esegui¬
ti con Adobe Photoshop e con il Sy-
sinfo dell Norton Utilities 2
Possiamo a questo punto fare alcune
considerazioni. Grossomodo le tre
schede provate portano a risultati molto
vicini fra loro tanto che nell'uso normale
è praticamente impossibile, con normali
applicazioni, distinguere l'una dall'altra
sia quanto a prestazioni sia quanto a
compatibilità.
L'aumento della cache da 512 Kbyte
a 1 Mbyte non comporta grandi vantag¬
gi sotto Windows 95 se non alle prese
con tipi di elaborazione particolari ed an¬
che in questo caso il guadagno non è
proporzionale all'incremento della me¬
moria tampone. Vantaggi più sensibili si
potrebbero avere portando la dimensio¬
ne della cache di primo livello al massi¬
mo consentito del chipset, ovvero a 2
Mbyte.
Il parametro di scelta finale, stante
l'equivalenza sostanziale, potrebbe es¬
sere il costo di acquisto in negozio deci¬
samente favorevole alla Chamtech.
La scheda madre FIC PA-2007 ci è stata
inviata dalla Data Pool. Per il suo utilizzo
nel sistema è stato necessario sostituire
l'alimentatore ATX con uno Baby AT. I
prodotti distribuiti da Data Pool sono di¬
sponibili nei negozi della catena CM Com¬
puter Market.
Data Pool - L.go Del Carretto, 28 - 00040
Roma - Fax 06/72989255
Internet. |rttp /'-.vw.y aatapooi t|
Il futuro
Cosa ci aspetta domani? Essenzial¬
mente l'implementazione dell'AGP su
schede madri per Socket 7. Il nuovo
bus per la connessione della scheda vi¬
deo al sistema.sviluppato e implemen¬
tato da Intel per prima sull' 440 LX
(chipset per Pentium II), sara reso di¬
sponibile anche per sistemi basati su
CPU classe Pentium. SiS e VIA sono
già pronti rispettivamente con il 5591 e
con il VP3 II passo successivo sarà
quello di portare la frequenza di clock
delle schede madri a 100 MHz con be¬
nefici sostanziali per le prestazioni di
tutto il sistema In questo senso si
stanno muovendo tutti i costruttori, In¬
tel in testa per quanto riguarda i chi¬
pset per Slot 1, seguita da Opti, ALI,
AMD, Via, SiS per quanto riguarda sia
il Socket 7 sia lo Slot 1.
Le novità andranno rincorrendosi nel
corso del 1998 con uno scontro ancora
più vivace fra Intel e concorrenti La
guerra in corso, volta a spezzare l’ege¬
monia di Intel, è destinata a svolgersi a
tutto campo con la speranza, per i con¬
sumatori finali, di un sostanziale conte¬
nimento dei costi.
Kg
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Chi p set p er Slot 1
I primo chipset ad essere adoperato su schede madri destinate ad accogliere il
Pentium II è stato l'Intel 440 FX già utilizzato per il Pentium Pro. In seguito la casa ameri¬
cana ha introdotto il 440 LX il cui vantaggio sostanziale sul precedente modello è quello di
implementate l'AGP. Advanced Graphic Port. un bus dedicato alla scheda video caratteriz¬
zato da una frequenza di funzionamento di 66 MHz. In questo modo la Intel cerca di limi¬
tare il collo di bottiglia che viene a crearsi fra CPU. che funziona oramai a 300 MHz. siste¬
ma, bloccato da tempo a 66 MHz. e bus PCI la cui frequenza di esercizio è pari alla metà
di quella della scheda madre (tipicamente 66/2=33 MHz).
Il problema dovrebbe essere considerevolmente ridotto dal prossimo chipset di Intel, il
440 BX. che porta la frequenza di funzionamento della scheda madre a 100 MHz. Questo
passo da un lato permetterà la riduzione del collo di bottiglia citato sopra, dall'altro per¬
metterà l'avvento di nuove CPU con frequenze di lavoro più alte di quelli attuali ottenute
con gli stessi valori di moltiplicatore in uso oggi.
L'arrivo del 440 BX e imminente tanto da rendere la vita del giovine 440 LX veramente
ridotta. Probabilmente questo continuo susseguirsi di novità in casa Intel è dovuto oltre
che alla ricerca di sempre migliori prestazioni anche dall'incalzare della concorrenza.
SiS, VIA e ALI hanno già realizzato i loro chipset per Slot 1 La prima ha pronto il 5602,
dotato di VGA integrata, ed il 5601 fornito di AGP. per il 5602 la massima frequenza di la¬
voro della scheda madre é di 66 MHz. nulla si sa invece sul clock di sistema nel secondo.
La VIA ha presentato l'Apollo P6/97, praticamente concorrente dell'Intel 440 FX La ALI,
impegnata anche sul fronte Socket 7 con l'Aladdin V. con il suo Aladdm-Pro punta decisa¬
mente in alto implementando subito l'AGP, ma lasciando per ora il clock di sistema a 66
MHz.
Sul fronte dello Slot 1 dunque la concorrenza e decisamente aperta anche la situazione
di mercato e la tecnologia raggiunta pongono Intel in una posizione assolutamente premi¬
nente. L.A.
194
ABBIAMO CREATO UN MOSTRO
PRESARIO SERIE 4500
L'operazione é riuscita. Adesso passerai
qualche notte insonne prima di abituarti al¬
l'idea di vivere sotto lo stesso tetto con lui.
E mostruoso: perfetta qualità dell'immagi¬
ne, filmali ad altissima definizione, suoni
da mega hi-fi, accesso ad Internet imme¬
diato. Tutto questo ti farà rimanere incolla¬
to al video con gli occhi e le orecchie spa¬
lancate e quando finalmente riuscirai od
addormentarti, lo sognerai. E al mattino
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Compaq Computer Corporation I nomi dei prodotti menxionoti possono Olierò marchi o marchi registrati delle rispettive società
All'insegna del "made in Italy" quelle che seguono sono le prove individuali
di cinque sistemi (un Pentium MMX e un AMD-K6, entrambi a 233 MHz, e tre
Pentium II a 300 MHz) ciascuno con il suo specifico ambito applicativo.
Il primo dei sistemi in prova, uno Jepssen VAS basato su Pentium 233 MMX,
è caratterizzato da una serie di soluzioni d'automazione e controllo con le quali,
grazie ad una serie di schede dedicate, può trasformarsi in un videocitofono o un
videotelefono, può accendere e spegnere ogni genere di dispositivo e svolgere
altre attività di comunicazione, facendo tutto ciò sia manualmente che
vocalmente o per mezzo di un controllo temporizzato.
Il secondo sistema da 233 MHz è un Pegaso Team Aktarus dotato di AMD K6 che,
con 64 Mbyte di RAM e scheda audio SoundBlaster AWE64, si propone come il
sistema più veloce di quelli ancora assemblati su schede (e con CPU) da "Socket
7". Caratteristica principale dell'Aktarus è la possibilità di uscire, oltre che in
VGA, anche con segnali PAL e quindi poter sia videoregistrare che vedere (su
qualsiasi TV color) il desktop di Windows.
Diversificate sono anche le proposte basate sui tre Pentium II in prova.
Il primo di questi, il PC Union PRO, si propone come la prima, interessantissima
soluzione per la produzione personale su Pentium II. Dalla sua, oltre a
prestazioni ad alto livello ed ottimo prezzo, ci sono le novità rappresentate
dalla scheda madre Intel con chip audio on-board e dalla componente grafica
servita dalla prima implementazione AGP della Matrox Millennium II.
Il secondo sistema in prova basato su Pentium II,
>rr_]
"made in Iloly"
di RAM, CD-ROM 24x, velocissimo hard disk SCSI e scheda grafica Number Nine
Revolution 3D, si dimostra pronto sia per il mercato dei server di rete che per le
produzioni professionali spiccatamente d'ambito CAD/CAM, offrendo
caratteristiche di massima affidabilità.
Ultimo, ma non ultimo, il Pentium II XSAV di Micro&Mega, è a sua volta un au¬
tentico mostro di potenza. Dotato di ogni massimo tecnologico (hard disk
Ultra Wide SCSI IBM da 9 Gbyte, 64 Mbyte di RAM, Backup System su DAT,
unità floppy LS-120, CD-Recorder Philips ed una scheda audio AWE 64 "solo di
servizio"...) XSAV è una workstation professionale che può spaziare in tutti gli
ambiti applicativi senza alcuna limitazione.
di Massimo Novelli
Pegaso Team |
Aktarus PK 233
Costruire la macchi¬
na più potente, e poi darla in pasto
all'utenza a prezzi stracciati (con o sen¬
za curarsi delle ripercussioni sul merca¬
to) sembra ormai lo sport "informatico"
nazionale Frequenze CPU di 300 MHz,
estensioni MMX, cache a piu livelli,
Socket 7 o Slot 2 che dir si voglia, AGP
o PCI, la scelta è piuttosto varia e, per
l'utenza alle prime armi, anche piuttosto
difficile
E siamo ad uno dei soliti dilemmi già
ampiamente discussi in lungo e in lar¬
go, senza apparente soluzione: per es¬
sere abbastanza concorrenziali, sono le
case produttrici di CPU ad immettere
sul mercato processori sempre piu ve¬
loci per venire incontro ai programmi
applicativi sempre più famelici odierni
di risorse, o sono le software house a
concedersi il lusso di scrivere "anoma¬
lie" informatiche cosi enormi e podero¬
se (vi ricordate gli applicativi di qualche
anno fa?), contando sul fatto che una
CPU aggiornata sarà comunque in gra¬
do di eseguirli con velocità? Sicuramen¬
te la verità è a metà strada, ma I' "affai¬
re" è ancora ben lungi dall'essere risol¬
to. E se i grandi nomi dell’hardware
mondiale hanno già intrapreso la strada
delle prestazioni a tutti i costi, ben ven¬
gano allora i famosi e spesso bistrattati
"assemblatori", categoria di appassio¬
nati imprenditori informatici che posso¬
no. a costo ridotto, equilibrare molto be¬
ne le risorse di una macchina, per una
clientela anche alle prime armi, magari
privilegiando di volta in volta l'aspetto
economico di una configurazione oppu¬
re quello delle prestazioni.
In queste pagine vi presentiamo un
esempio da una giovane casa italiana, la
Pegaso Team, che risponde al nome
di Aktarus PK 233.
La macchina giunta in redazione è ba¬
sata su CPU AMD K6 233 MHz (con le
estensioni MMX); parlare della AMD,
forse la più seria concorrente allo stra¬
potere Intel, ci sembra doveroso, per ri¬
levare gli sforzi che questa (relativa¬
mente) piccola casa sta da tempo por-
198
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Pegaso Team Aktarus PK 233
Pegaso
Team Aktarus PK 233
_
Produttore:
Pegaso Team s.n.c.
Via S Remo 3
20098 Milano
Tel 02/98241666
Prezzi UVA esclusa)
Aktarus PK 233 L 2 998 000
Monitor NEC M700 L. 1 .220.000
tando avanti nello sviluppo tecnologico
dei suoi prodotti La CPU in questione,
godendo di una compatibilità pressoché
totale con tutto ciò che gira su piat¬
taforma Intel, è un processore in stan¬
dard Socket 7 a 233 MHz con architet¬
tura superscalare RISC86, bus esterno
a 64 bit, pipeline a 66 MHz, cache di
primo livello 32+32 KB, dotato delle fa¬
mose (ed in qualche caso famigerate)
estensioni MMX, che possono velociz¬
zare molti aspetti multimediali di appli¬
cativi dedicati.
Il suo prezzo, poi, senza che ciò coin¬
volga in alcun modo le prestazioni, è
ogg'ettivamente più basso del suo con¬
corrente Intel, e laddove si voglia in
qualche modo risparmiare qualcosa sul
prezzo finale è una scelta spesso adot¬
tata dagli assemblatori in genere
Una breve, ma non sommaria, descri¬
zione dell'Aktarus PK 233 ci fa subito
capire che l'unità non è proprio nella ca¬
tegoria "entry level", ma piuttosto una
Il frontale della macchina, con il pennellino scorreva
le appena rimosso, in allo il DVD-ROM Toshiba ed
m basso 'I floppy drive, cui segue la fascia dei led di
indicazione tnascosta! II cabinet e molto compatto
Il retro dell'unita e comprensivo dei canonici con¬
nettori. e la loro disposizione è standard.
macchina ampie capacità di calcolo e
dalla multimedialità spiccata; stiamo
parlando di un PC con 64 MB di RAM,
un HD Quantum Fireball ST da 6,5 GB
UDMA, una scheda video ATI 3D Pro
Turbo PC2TV con 8 MB di SGRAM, un
DVD-ROM Toshiba SD-M1002. una
SoundBlaster AWE 64 PnP. un monitor.
opzionale, un NEC MultiSync M700
multimediale.
A completare la dotazione il classico
mouse Logitech, nella versione Pilot
Plus tre tasti, una tastiera Win95 Ortek
e una coppia di casse preamplificate da
120 watt bass reflex con alimentazione
autonoma, oltre alla documentazione
In primo piano la buona fattura della tastiera in dotazione all'Aktarus. una Ortek. dalla digitazione abbastanza soffice
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
199
Pegaso Team Aktarus PK 233
hardware e software e l'immancabile
Windows 95 OSR 2.0.
ta o la ostruzione di schede
Il frontale, abbastanza anonimo se
non fosse per il pannellino scorrevole, ci
offre due scomparti per periferiche da 5
pollici (CD-ROM, masterizzatori, unità di
backup, ecc.) più altri due sottostanti da
3,5" mentre sulla fascia scura a metà
cabinet sono presenti i led di indicazione
HD e Power On e a destra l'interruttore
di accensione (di una certa apparente
fragilità) per finire ancora più in basso
con un piccolo foro a scomparsa, che
permette il reset della macchina.
Il retro invece è caratterizzato nella
parte alta dalla sezione alimentatrice,
con l'uscita del ventilatore e la presa per
il cavo elettrico, e nella parte centrale
ospita gli ingressi e le uscite, delle por¬
te seriali, la parallela, la tastiera, e delle
schede inserite.
All'interno
Appena aperto, l'Aktarus ci offre una
vista d'insieme abbastanza panoramica,
nel senso che I' accessibilità non pre¬
senta problemi ed al di là del telaio, di ti¬
po comune, le manovre di inserimento
nei drive bay e di aggiornamento della
componentistica hardware sono molto
agevoli; anche se ci sono solo quattro
vani (due da 5" e due da 3,5") l’inseri¬
mento dei device, facendoli slittare sui
binari, è alla portata di tutti, cosi come lo
spazio a disposizione intorno all'alimen¬
tatore ci consente di connettere cavet-
teria e fili vari in modo semplice. Anche
l'inserimento delle schede non presenta
difficoltà, nemmeno nel caso (invero or¬
mai raro) di schede ISA “full-lenght".
All’esterno
L’hardware di base
L'Aktarus è contenuto in un solido ca¬
binet mimtower (conforme alle normati¬
ve CE) dotato sul frontale di un como¬
do, anche se vezzoso, pannellino scor¬
revole a protezione dei device presenti
(nel caso in esame il DVD ed il floppy
drive). Il suo scopo, peraltro senza un
vero bloccaggio anti-intrusione, oltre a
quello di scoraggiare i meno esperti a
"vedere" quello che si sta facendo (o a
inserire floppy non autorizzati) soprattut¬
to dovrebbe venir visto come una effi¬
ciente e comoda protezione antipolvere.
Dicevamo della solidità del cabinet, il
suo peso ne evidenzia le caratteristiche,
confermate anche non appena si apre la
macchina. Tolte le sei viti esterne, e ri¬
mosso il coperchio di protezione, l'inter¬
no ci appare subito molto ben architetta¬
to, con un buon telaio portante, con i pe¬
si (l'alimentatore) e la scheda madre,
nonché i drive bay, razionalmente divisi,
e anche se sembra angusto lo spazio a
disposizione ci si può tranquillamente la¬
vorare, per la manutenzione o I’ aggiun-
Dopo la doverosa visita all'interno
dell'Aktarus, passiamo ad analizzarne le
caratteristiche, ad iniziare dalla scheda
madre, una Shuttle Spacewalker HOT
569 che, al di là della prosopopea pre¬
senta una ottima fattura unita al chipset
Intel 430 TX Tale chipset, basato sul
System Controller 82439TX e
sull’82371 AB PCI I/O ISA/IDE Accelera-
tor, anche se non aggiornatissimo, è in
grado di supportare I/O da HD in Ultra
DMA (quasi alla stessa velocità di uno
SCSI), può gestire RAM SDRAM con
migliore larghezza di banda (che posso¬
no convivere con memorie di tipo
EDO), ottimizzazione per CPU di tipo
MMX, altrettanto nel "concurrent multi-
master PCI", per devi-
ce multimediali che ri¬
chiedono grandi risor¬
se, efficiente architettu¬
ra "Dynamic Power
Management" e sup¬
porto ACPI, nonché
USB.
Tornando alla
motherboard (in stan¬
dard AT), essa è in gra¬
do di supportare CPU
Pentium da 75 a 233
MHz (MMX). AMD K5
e K6 (da 75 a 233
MHz). Cyrix 6x86 e
6x86MX fino a 200
MHz, ha una cache me-
mory di 512 KB. me¬
moria a bordo fino a
256 MB con supporto
di varie tipologie
(SIMM, DIMM, EDO,
Fast Page DRAM e
SDRAM) ed è dotata di
Flash BIOS Award
(4.51 PG). Per quanto ri¬
guarda la gestione delle
periferiche, la scheda
madre è in grado di
controllare 1 floppy dri¬
ve, 2 porte seriali
(16550 fast UART), una
parallela (ECP, EPP),
una USB, una pòrta
200
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Pegaso Team Aktarus PK 233
mouse PS/2 ed una IrDA TX/RX. Per le
memorie di massa, poi, ha a bordo 2
porte IDE PCI Bus Master (fino a 4 devi¬
ce), nelle modalità PIO 3 e 4 (fino a 17
MB/sec) e l'UltraDMA sincrono fino a
33 MB/sec, con quattro slot PCI e 3
ISA.
L’Aktarus PK 233, dicevamo, viene
dotato di base di 64 MB di DIMM RAM
(e ci sembra una buona dotazione),
edaltrettanto buona ci sembra la scelta
della memoria di massa (leggi hard di¬
sk): Quantum Fireball ST da 6,5 GB do¬
tato di interfaccia Ultra ATA, e capace di
flussi fino a 33 MB/sec. Anche se la ve¬
locità di rotazione è di soli 5400 giri/min,
i tempi di accesso rimangono intorno ai
10 msec; il disco è costruito con testine
MR ed ha una delle più alte densità dati
per piatto (circa 1,6 MB ognuno), oltre a
supportare le nuove modalità diagnosti¬
che S.M.A.R.T. (Self-Monitoring, Analy-
sis, and Reporting Technology), che
provvedono ad avvisare l'utente dell'Im¬
minenza di perdita dati per guasto o per
surriscaldamento, a patto che il resto
del sistema ascolti la segnalazione.
Continuando nella vista all'interno
dell'Aktarus, non pottremo tralasciare la
SoundBlaster AWE 64 Value PnP, sche¬
da audio talmente conosciuta da non
venir più nemmeno considerata come
add-on, nelle normali dotazioni multime¬
diali di una macchina d’oggigiorno,
mentre ci sembra invece da sottolinea¬
re la SVGA scelta: una ATI 3D Pro Tur¬
bo PC2TV, scheda grafica a 64 bit parti¬
colarmente indicata per ottenere le
massime prestazioni in ambito 2D e 3D,
ossia nella produttività e negli applicativi
ludici.
Dotata di 8 MB di SGRAM, cioè
espansa al massimo, essa consente di
visualizzare fino a 1600x1200 con 64k
colori e refresh di 75 Hz, con prestazio¬
ni simili in 3D. In aggiunta alle connes¬
sioni standard per il monitor VGA la
scheda dispone anche di due ulteriori
prese tramite le quali è possibile utiliz¬
zare periferiche televisive (segnale vi¬
deo composito e S-VHS), nel senso che
saremo in grado di inviare il segnale
VGA anche ad un comune televisore,
per godere degli applicativi magari su
grande schermo, con una qualità di fon¬
do abbastanza buona. Le performance
della 3D Pro Turbo sono di ottimo livel¬
lo, le sue caratteristiche di immediato
utilizzo, e la possibilità di gestire anche
un comune TV ci sembra una scelta az¬
zeccata.
E nel continuare l'analisi delle scelte
operate nell'Aktarus PK 233 ci imbattia¬
mo nella componente CD-ROM, in ve¬
rità un DVD-ROM (Toshiba DVD-ROM
SD-M1002), device ormai quasi d'obbli-
go in una configurazione di livello. IIDS-
M1002, è una delle prime realizzazioni
Toshiba in standard ATAPI e offre pre¬
stazioni di tutto rispetto, come la velo¬
cità fino a 8x per l'aspetto CD-ROM. un
tempo di accesso dai 130 ai 200 msec,
flussi di 1350 KB/sec in DVD e 1200
KB/sec in modalità CD, in conformità al¬
le specifiche MPC 3, possibilità di lavo¬
rare in PIO mode 3 fino a 11 MB/sec ed
in DMA fino a 8,3 MB/sec, nonché ov¬
viamente di leggere i formati a lui dedi¬
cati (nel rispetto delle specifiche del
materiale audio/video DVD). Sfortunata¬
mente, però, in dotazione al DVD non
era presente alcuna scheda di decodifi¬
ca audio/video (che in una dotazione
standard è un requisito pressoché irri¬
nunciabile, a meno che non si adotti
una soluzione software, la qual cosa do¬
vrebbe essere gestita da una unità PC
molto più potente), ragion per cui il suo
utilizzo sarà circoscritto alia lettura dei
comuni CD, nei vari formati supportati
Sorvolando sulla tastiera, una Ortek di
comune qualità ma con un tocco abba¬
stanza soffice, parlare del monitor, un
NEC MultiSync M700, ci permette di in¬
quadrare meglio il target a cui vorrebbe
rivolgersi l’Aktarus PK 233. Si tratta di
uno dei più quotati monitor sul mercato,
che al di là della sua bontà offre delle
feature multimediali, ospitando una
coppia di altoparlanti coassiali di buona
qualità ed un microfono dinamico omni¬
direzionale sul frontale.
Dotato di mask pitch da 0,25 (uno
dei migliori della categoria), la sua defi¬
nizione è semplicemente nitidissima
(merito della nuova tecnologia adottata
nel CRT detta CromaClear, che consen¬
te di combinare le migliori caratteristi¬
che dei tubi trio-dot con quelli con aper¬
tura a griglia) ed è dotato di messaggi-
stica "On Screen Manager" di alto livel¬
lo. Tutti i parametri essenziali e quelli
secondari potranno essere messi a
punto semplicemente con i tasti pre¬
senti sul frontale: le regolazioni possibili
vanno dalla temperatura del colore al
controllo dinamico dello schermo, dalle
proporzioni delle dimensioni a 13 diffe¬
renti impostazioni d'immagine, agli ag¬
giustamenti geometrici
Conclusioni
La Pegaso Team, pur nella sua ancor
giovane attività, ci sembra abbia centra¬
to la concezione di "computer su misu¬
ra" menzionata all’inizio di queste pagi¬
ne. L'equilibrio delle componenti è buo¬
no, il prezzo finale dell'Aktarus PK 233
ci è parso corretto: anche il fatto che il
DVD-ROM in dotazione dovrà essere
dotato di una scheda di decodifica ade¬
guata, con un modico aumento di costo
sul prezzo finale, non intacca la buona
realizzazione fin qui analizzata. MS
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
201
di Massimo Novelli
Italiana Tecnologie
CS Giove Revolution 300 II
Dalla fine dello scor¬
so anno, e la cosa proseguirà sicura¬
mente anche per buona parte del ’98,
stiamo assistendo ad un netto prolifera¬
re di computer sempre più capaci e po¬
tenti. tutti basate su Pentium II a 300
MHz, che di fatto è divenuto una sorta
di "CPU standard" su realizzazioni di li¬
vello. Le loro performance, almeno in
valore assoluto, in sostanza si equival¬
gono, mentre una certa "omogeneizza¬
zione" di base li fa sembrare spesso
tutti uguali Lo sforzo delle case produt¬
trici nel differenziare i rispettivi prodotti
non è sempre applicato invano, e men¬
tre chi si occupa di fornire il PC con una
valanga di software (peraltro mai gratis)
crede, a ragione, che sia un modo di af¬
frontare la concorrenza e dare all'utente
non esperto degli strumenti con cui po¬
ter dialogare da subito, altri propongono
invece una più accurata scelta delle
componenti hardware, credendo
anch'essi nella loro riuscita Chi si potrà
proclamare vincitore? Nell’attesa del re¬
sponso dell'utente, andiamo a vedere
una delle ultime realizzazioni sul merca¬
to, unità che la casa, per scelta, non ac¬
compagna ad uno specifico monitor, la¬
sciando all'utente finale la possibilità di
scegliere l'unità video con la massima
libertà.
Continuando a parlare a 300 MHz
(che non vuol dire spaventosamente ve¬
loce, passatemi la stupida facezia), lo
facciamo con una delle ultime presenze
sul mercato italiano proveniente da una
casa, già consolidata nell'ampio pano¬
rama informatico italiano: Computer
House, rappresentata in questo caso
dalla sua Divisione Italiana Tecnologie
Si tratta di una unità ottimamente dota¬
ta. imponente nelle dimensioni, pur non
essendo un tower propriamente detto,
e dalla solidità (e peso) inusuali. La sua
configurazione ci offre un ottimo com¬
promesso tra potenza e flessibilità, of¬
frendo la CPU piu potente sul mercato,
64 MB di RAM DIMM, due unità SCSI
(HD e lettore CD-ROM), una SVGA 3D
di indubbia qualità (con 8 MB di WRAM)
in standard AGP, un drive floppy LS-120
che sembra stia divenendo un vero
standard su macchine di pregio, un sofi-
202
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
CS Giove Revolution 300 II
CS Giove Revolution 300 II
Produttore:
Computer House
Divisione Italiana Tecnologie
Distributore:
Computer Store
Via Morandi
20090 Sagrate (Mll
Tel 02/26964466
Fax.021/6964499
Prezzo il VA esclusa) L. 4 120.000
sticato controllo di gestione della tem¬
peratura interna della CPU e dei com¬
ponenti essenziali che. attrtaverso un
opportuno software, ci consente di te¬
nere a bada variazioni pericolose per
l'integrità della CPU. Crediamo che l'ul¬
tima caratteristica citata sia una delle
prime realizzazioni di questo tipo (già
prevista dallo standard "System
Hardware Monitoring" ) ma che ben
pochi hanno messo in atto. In sintesi, si
tratta del CS Giove Revolution 300 II,
che sommariamente nel nome identifi¬
ca alcune sue componenti. Perché non
provate ad indovinare? Nell'attesa, an¬
diamo a vederne le caratteristiche.
In primo piano il frontale della macchina, con in evi¬
denza l'ottima unita SCSI CD-ROM Pioneer 24x ed in
basso il floptical LS-120, floppy da 120 MB. A destra
il pulsante di accensione e le spie di funzionamento
Il retro dell'unità e affollato dalle classiche connes¬
sioni, a cui si aggiungono le pone USB con una ra¬
zionale disposizione in standard ATX.
Descrizione esterna
Il computer si presenta in un cabinet
middle-tower (a metà strada tra il mini
ed il tower) nel classico colore grigio
chiaro, con un frontale leggermente
movimentato sul lato destro, da una fa¬
scia verticale che comprende l'interrut¬
tore di accensione e le spie di funziona¬
mento. Gli alloggiamenti per le periferi¬
che sono cinque (di cui tre da 5 pollici e
due da 3,5 pollici); nell'esemplare in
La tastiera in dotazione, una BTC di classe media, ha un tocco gradevole e dalla buona risposta
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
203
CS Giove Revolution 300
questione ne sono occupati due soli, in
alto dal lettore CD-ROM Pioneer ed in
basso dal floppy drive LS-120 Mentre il
frontale è abbastanza spoglio, il retro si
presenta completissimo: sono presenti
le classiche due porte seriali, la paralle¬
la, due porte USB (Universal Serial
Bus), due porte PS/2 per il mouse e la
tastiera, ed i consueti sette slot a di¬
sposizione delle schede e add-on, il tut¬
to in standard ATX. La costruzione del
cabinet è molto rifinita, e la sua apertu¬
ra, mediante sei viti, ci offre un interno
ampio e spazioso, con in alto l'alimenta¬
tore e su un lato la scheda madre, non¬
ché gli alloggiamenti per i drive, como¬
damente gestibili dai classici binari a
slitta. Il telaio interno è sorprendente¬
mente robusto di facile accessibilità
neH'inserimento/disinstallazione di
schede e negli eventuali interventi di
manutenzione).
All’interno
Il Giove Revolution 300 II, dopo aver¬
ne rimosso il cofano di protezione ci of¬
fre una vista d'insieme tra le piu "puli¬
te" e razionali in cui ci siamo imbattuti,
e vorremmo che anche altre produzioni
abbiano un simile aspetto (ne giovereb¬
be senz'altro qualsiasi divisione "ripara¬
zioni ed interventi"). Iniziando ad occu¬
parci della motherboard, una SuperMi-
cro P6DLS con chipset Intel 440LX,
possiamo dire che la sua realizzazione è
esemplare: permette di gestire una o
più CPU Pentium II da 233 a 300 MHz
fino ad 1 GB di RAM EDO o 512 MB di
SDRAM, 4 slot di espansione PCI, 3
ISA ed uno AGP, in più ha il supporto
per il BIOS AMI le estensioni DMI 2.0
Plug and Play e le specifiche "PC
Health Monitoring (LM78)", che com¬
prendono sette monitoraggi della ten¬
sione "on board" per il cuore della CPU
e il suo I/O (±3.3 V, ±5 V e ±12 V), tre
monitoraggi dello stato della ventilazio¬
ne con controllo firmware/software,
controllo temperatura CPU/chàssis,
controllo "CPU overheat" e relativo al¬
larme in caso di surriscaldamento, "Sy¬
stem detector" per prevenire le intru¬
sioni non autorizzate nello chàssis, oltre
ad un efficiente "system resource
alert".
Infine la mother-board è pienamente
conforme alle specifiche ACPI/PC 98 tra
l'altro con il supporto BIOS per tastiere
in standard USB, ed ha a bordo anche
un controller SCSI Ultra Wide Adaptec
2940, due interfacce Bus Master EIDE
con supporto per la modalità UltraD-
MA/33 e Mode 4, un'interfaccia per
floppy, le porte seriali 16550, le porte
USB e PS/2 per tastiera e mouse, e uno
slot AGP basato sulle specifiche 1.0.
Al di là della bontà della motherboard.
e proseguendo nell'analisi dell'interno,
Siamo all'interno, ed è in evidenza il buon assemblaggio del tutto, lo spazio a disposizione 6 molto e ciò
rende più facili le operazioni di aggiornamento e manutenzione
ci imbattiamo nella SVGA scelta a corre¬
do, una Number Nine Revolution 3D
con 8 MB di WRAM, diretta erede
dell'apprezzata Imagine 2. La casa ame¬
ricana ha riprogettato il modello di pun¬
ta, aggiungendo al chip acceleratore
una estesa dotazione di funzioni 3D, e
con il chip "Ticket to ride" fa il suo de¬
butto in grande stile nel mercato delle
schede polifunzionali 2D/3D. Non molte
le novità, per quanto riguarda la grafica
bidimensionale (infatti il nuovo chip con¬
serva l'architettura a 128 bit del prede¬
cessore), mentre in ambito 3D il chip in
questione possiede una cache interna
di 8 KB per la gestione delle texture,
delle funzioni di alpha blending, filtering
bilineare e fogging, oltre che delle con¬
suete tecniche di mapping con correzio¬
ne prospettica e shadmg. Capace di ge¬
stire varie tipologie di memorie (EDO
RAM, VRAM, SGRAM e WRAM), il chip
T2R ha delle performance di tutto ri¬
spetto, e, con l'indubbio beneficio degli
8 MB di WindowRAM in dotazione, ci
ha favorevolmente impressionato,
Altro hardware di peso (e di notevoli
prestazioni) l'HardDisk scelto nel siste¬
ma, un IBM DCAS-34330, che dall'alto
della sua capacità di 4,33 GB, in stan¬
dard SCSI-3 e a 5400 giri/min, offre una
sicura fonte di immagazzinamento, ve¬
loce ed efficiente
Con un data rate me¬
dio di circa 10
MB/sec e con un "in¬
terface transfer rate"
di 20-40 MB/sec, un
flusso costante di al¬
meno 8 MB/sec, con
tempi di accesso in¬
torno agli 8 msec e
"dual port data buf¬
fer" di 448 KB, è un
conforme SCAM 2,
ha a bordo SCSI "bus
terminator", è dotato
di testine magneto-
resistive ed è anche
conforme allo stan-
Un particolare ravvicinato
della CPU Pentium II 300
MHz. c'è sempre un filo
di stupore nel vederla co¬
si ingombrante
204
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
CS Giove Revolution 300 II
Le ottime performance dell'unita sono messe in evidenza anche dai risultati
della serie di lesi dell'Intel Media Benchmark, con un punteggio totale che
sfiora i 440 punti.
■f HawkEye 95 KIE
H»*Keyi | Col» Perfori | Optare | Intanatane! Exchange
Zoom | Stop Boy | Piace V/ndowi I Chameleon Cut»
Irfwmatan | Morto. AcMmcnt | Statuì | RatoUón
g ufa la risoluzione dello
no e la profondità del
area schermo
area virtuale
colori schermo virtuale
non virtuale
ZOdUx 7KB
i nti 8 x i doti
ÌI024 x 1536
I
&PC*ca | ?
Q HawkEve 95
Zoom | StopBon | Placa Wndowi | Chemfeoi Citta
HreAKeyi | Cola. Partaci | Optare 1 Internatane E «chanoe
In/ormatan | Morto. A*ntmenl f~ Statuì 1) Reputar. EachtaO»
f
Fornisce la versione e lo stalo
di configurazione
dell'acceleratore grafico.
Nome de o.odo«o Numbe. Nna Revolutarttml 30
tipo di proceuote. I cke To Ridatimi Rev 1
conlwjaaone morata GXE 8 Menatale <*WRAM
Dea Bui Si» 126 Bili
RAMDAC IBM RGB528
Raduno.» deio tcheimo: 1024 » 768 - 16.777,216 colon
.notinone virtuale: non vetuale
Velione del (Uvee v4.04 9334
Vainone del dnehetto Rev30 vOI 061 127W CD
lie contattatane C:\NUMBER9
OK
Armie
In evidenza il riassunto
delle caratteristiche
della Number Nine Re¬
volution 3D. caratteri¬
stiche della scheda,
stato del bios, dei dri¬
ver, della memoria ed
altro ancora.
Uno dei settaggi, tra¬
mite il programma
HawkEye 95, della
Number Nine Revolu¬
tion 3D: stiamo sce¬
gliendone la risoluzio¬
ne, ed il numero dei
colori, nella gamma
consentita
Dicevamo dì una certa incongruenza
nel suo settaggio; la sua adozione è
certamente positiva, ed il Giove Revolu¬
tion 300 II ne gode i benefici, ci è sem¬
brato strano che l'unità provata identifi¬
casse il drive fLS-120 come "removibi-
le E:" ed il CD-ROM come device "D:",
mancando del tutto l'unità logica comu¬
nemente detta "A:". In verità non sap¬
piamo se la cosa fosse intenzionale o
meno, il fatto è che con una configura¬
zione così composta è quantomeno
inusuale mettersi a lavorare tranquilla¬
mente. Crediamo sia stata una svista
soltanto dettata dalla fretta.
dard S.M.A.R.T„per I' analisi predittiva
dei malfunzionamenti.
Continuando nella dotazione, è il caso
di analizzare il CD-ROM della Pioneer
DR-U24X, una egregia unità SCSI a 24x
di costruzione elegantelè dotata infatti
di un inserimento CD a scomparsa, co¬
munemente detto slot-in) che consente
prestazioni di alto livello: data rate dì
1,8-3,6 MB/sec (che si adegua automa¬
ticamente alle vibrazioni prodotte da CD
non perfettamente in asse) tempi di ac¬
cesso medi casuali di 75 msec, cache
da 128 KB. L' unità supporta gli stan¬
dard High Sierra, CD-ROM XA (modo 2,
form 1 e 2), Rock Ridge e audio CD-DA.
In ultimo, non essendo presente alcu¬
na scheda audio né multimediale in ge¬
nere (per ragioni che ci sfuggono), pos¬
siamo parlare del drive floppy ad alta ca¬
pacità LS-120 e delle sue "disavventu¬
re" a livello di riconoscimento logico (e
spiegheremo perché). Si tratta di una
periferica che sta decisamente cam¬
biando la natura dell'essere "floppy dri¬
ve" sulle unità di un certo livello, anche
a causa della sua economicità. L' LS-
120 è in grado, oltre che di leggere i co¬
muni formati floppy da 720 KB a 1,44
MB, anche di leggere e scrivere fino a
120 MB (formattati) su un solo suppor¬
to. anche se differente da quelli a cui
siamo abituati. Dotato di tecnologia la¬
ser, per la sua piena operatività è ne¬
cessario che si appoggi a supporti spe¬
cifici, dal costo più alto dei comuni
floppy, ma gode in ogni caso di tutte le
prerogative della memoria di massa
"canonica", solo moltiplicate per alme¬
no 80 volte.
Conclusioni
Il Giove Revolution 300 II è un felice
equilibrio dì risorse e potenza; la sua ca¬
ratteristica più spiccata ci sembra quella
di offrire una grande capacità di calcolo,
unita ad una buona capacità di memoria
di massa facilmente espandibile, maga¬
ri con l'aggiunta di unità di backup, CD-
RW e cosi via. La catena SCSI Ultra Wi¬
de è già pronta, le componenti interne
sono di indubbia pregevolezza, la garan¬
zia di ben tre anni ci ripara da molti guai
che potrebbero manifestarsi nel corso
della sua vita lavorativa.
I pezzi migliori ci sembrano la scheda
madre, il CD-ROM Pioneer e la SVGA
Number Nine, notevoli anche in rappor¬
to alla concorrenza. Una scelta da medi¬
tare.
Kg
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
205
di Bruno Rosati
Union PRO
A distanza di un me¬
se proviamo il secondo PC equipaggiato
con un Pentium II a 300 MHz e. sia tra¬
scorso un tempo cosi breve, troviamo
che l'unico oggetto "datato" è proprio la
CPU in questione.
Per il resto l'Union PRO è portatore di
grosse novità, a partire dalla mainboard
luna Intel AL440LX con chip audio Ya¬
maha OPL3-SA già onboardl per arrivare
alla prima implementazione per connes¬
sioni AGP della Matrox Millennium II. Ul¬
timo, ma non ultimo, un mitico hard disk
Seagate Medalist PRO 6451 che insie¬
me a 64 Mbyte di RAM-DIMM e ad un
CD-ROM 24X Imaxi, completa la confi¬
gurazione del potente sistema in prova.
L’antefatto
Negli ultimi mesi, passando da una
vecchia configurazione 486 DX100 ad
un Pentium MMX-166, con al seguito
32 Mbyte di RAM (invece dei 16 del si¬
stema precedente) e un hard disk Ultra-
DMA (invece di un normale EIDE), ave¬
vo visto le mie attività multimediali ac¬
celerare enormemente in quanto a tem¬
pi di produzione e velocità di rendering
Il full-screen/full-motion, la vecchia
chimera del videomaker, era finalmente
possibile sia in acquisizione che in ripro¬
duzione Insomma ero soddisfatto. Pro¬
vando nel frattempo su queste stesse
pagine sia un Pentium MMX che un
AMD entrambi a 233 MHz, notavo che
la differenza con il mio personal non era
poi cosi marcata, cosi decisiva. C'era un
15-20% in piu di prestazioni e la soddi¬
sfazione (... per la mia scelta risparmia-
trice) rimaneva intatta Tutto questo è
durato finché, sempre su queste pagi¬
ne, non ho provato il primo Pentium II a
300 MHz In realtà, soddisfatto lo sono
ancora, ma adesso c'è anche la consa¬
pevolezza di cosa significa l'ulteriore
salto generazionale che il Pentium II rie¬
sce ad imporre in una catena produttiva
come quella multimediale (ed ovvia¬
mente anche in tutte le altre).
Cosi, dopo aver provato e presentato
il precedente modello di Pentium II sul
numero scorso, in questa seconda oc¬
casione, variando un po’ il taglio delle
sessioni di prova tradizionalmente tenu¬
te su queste pagine, prima di procedere
alla normale presentazione, ho voluto
utilizzare il Computer Union PRO in un
vero e proprio ambito produttivo. Per
ottenere ciò, ed avere i raffronti piu cal¬
zanti, ho quindi provveduto ad installare
nel PC in prova sia la mia fedele Video-
Blaster RT-300 (e in alternativa una più
modesta Captivator senza compressore
hardware) che due applicativi di lavoro
come Adobe Premiere e Xing MPEG
Encoder per la conversione da AVI a
MPEG. Il risultato è stato micidiale. Le
206
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Union PRO
Produttore e Distributore:
Computer Union
Via Antonelli, 36 ■ Collegno ITO)
Tel. 101114034828
Prezzi : (IVA esclusa)
Union Pro L. 4 598.000
Monitor Sony 17SE2T5 L. 1.698.000
acquisizioni a 320x240 con frame-rate
pari a 25 fps (il full-motion cioè) oltre
che con la RT-300 le ho potute effettua¬
re al meglio della qualità d'immagine in
modalità full-frame (ovvero, senza ri¬
comprimere) anche con la Captivator
Sotto Pentium MMX-166 la stessa
Captivator, a 320x240 e 25 fps, perde¬
va il 20% dei fotogrammi. Con il PC
Union PRO, senza perdere nessun tra¬
me e neanche un pixel di qualità croma¬
tica, la qualità delle immagini era miglio¬
re (proprio perché non compresso) di
quelle acquisite (e compresse in
hardware) dalla VB-RT300.
Il materiale audiovisivo cosi catturato
l'ho quindi potuto portare in Premiere
dove mi è stato possibile verificare
un’accelerazione notevolissima sia nel¬
le fasi di cut&paste che in quelle del
rendering finale, ho effettuato sempre
in modalità AVI/full-frame. Cercando ul¬
teriori conferme ho quindi importato il
materiale appena editato in Xing MPEG
Encoder e lanciato la procedura di con¬
versione avi/mpg che si è conclusa in
meno della metà del tempo impiegato
per codificarli con il mio Pentium
MMX-166.
Cifre alla mano ho potuto cosi rileva¬
re che un primo filmato da 30 secondi
convertito da AVI a MPEG nel Pentium
MMX-166 in 55 secondi, sotto Pen¬
tium Il ha subito lo stesso trattamento
m appena 20 secondi circa. Un secon¬
do filmato di oltre un minuto (V 02"
per la precisione) mentre il mio siste¬
ma personale l'ha convertito in due mi¬
nuti circa, il computer Union PRO l'ha
convertito in circa 45 secondi. In defini¬
tiva, mentre con il Pentium MMX-166 il
software converte in MPEG impiegan¬
do quasi il doppio della durata reale,
sotto il Pentium II da 300 MHz comple¬
ta la stessa operazione quasi in metà
della durata reale.
Scendendo di risoluzione, ad esem¬
pio a 240x180, mentre il Pentium
MMX-166 accelera riuscendo ad effet¬
tuare la compressione in tempo reale,
Primo piano sul frontale delIVnion PRO
il Pentium II praticamente completa la
conversione MPEG poco dopo aver
cliccato il bottone per farla eseguire!
Scoperta dell'acqua calda oppure
conferme pratiche? Forse tutte e due,
ma indubbiamente tirare fuori i numeri
e dimostrare la resa pratica di un si¬
stema come l'Union PRO in un ambito
pur specialistico come quello del De¬
sktop Video, non può che far risaltare
di più la potenza di cui oggi è possibile
disporre.
Dopo tale preambolo pratico, disin¬
stallate schede e applicazioni persona¬
li, abbiamo cominciato a studiare il
"mostro" nei dettagli della configura¬
zione originale. Questa, come accenna¬
to nell'introduzione, si avvale delle pre¬
stazioni di una scheda madre Intel
AL440LX con innestata la SEC (Cartuc¬
cia Single Edpeldi un Pentium II 300
MHz (con 512 KB di cache di 2° livello),
64 MB di RAM, hard disk Seagate Me-
talist PRO da 6,4 GB, scheda grafica
Matrox Millennium II in standard AGP,
CD-ROM drive OEM di velocità massi¬
ma 24X e chip audio Yamaha OPL3-SA
on-board. Esternamente completano il
sistema una tastiera dalla digitazione
sufficientemente precisa, un mouse
Microsoft ed un monitor Sony da 17",
La versione di Windows 95 a corredo
del sistema è la OSR2 comprensiva
dell’upgrade per il controllo dell'Univer¬
sa! Serial Bus (USB).
Vista esterna
Le linee che il cabinet dell'Union PRO
disegna sono marcate, ma gradevoli.
Sulla parte alta del frontale, quella più li¬
neare della torre, c'è la zona dedicata ai
drive. I vani a disposizione sono quattro;
tre da 5,25" (di cui il primo già occupato
dal CD-ROM drive) e uno solo da 3,5",
ovviamente occupato dal floppy disk.
Proprio sotto al disk drive, in un riqua¬
dro a rilievo, troviamo i led dell’alimen¬
tazione e dell’attività del disco rigido e,
protetti in un'incavatura del frontale, i
bottoni del power e del reset. Passati i
due bottoni il riquadro riprende la linea a
rilievo e termina in basso con delle feri¬
toie ondulate dalle quali è possibile ae¬
rare ulteriormente l'interno del sistema.
Puramente estetica infine, sulla destra,
scende a rilievo una specie di colonni¬
na. I pannelli laterali del cabinet presen¬
tano a loro volta delle linee di disconti¬
nuità che vanno dal centro verso il retro
e terminano in basso con dei piccoli ba¬
samenti che tengono il miditower leg¬
germente sollevato rispetto al piano di
appoggio.
Passando ad osservare il retro
dell'Union PRO, risalta subito la disposi¬
zione delle connessioni di I/O in stan-
Primo piano sul retro del computer Le connessio¬
ni. in standard ATX, sono tutte localizzate sulla sini¬
stra, comprese le connessioni I/O della scheda au¬
dio. L'unica dislocata su dì una barra d'espansione
è quella dell'output VGA
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
207
L'interno del PC Union PRO si presenta incredibilmente vuoto La potenza è tutta nel SEC del Pentium II
dard ATX. Sotto la presa ed il bottone di
alimentazione generale, incavate in una
rientranza del pannello posteriore, pos¬
siamo notare la presenza di due con¬
nessioni a 6 minipin per mouse e ta¬
stiera, le due usuali porte USB, le due
porte seriali, la porta parallela e quindi
gli I/O della sezione audio (tre connes¬
sioni minijack per l'uscita verso gli
speaker, l'ingresso "line" e quello mi¬
crofonico) con accanto la presa SB-
compatibile per il joystick oppure
un’unità MIDI esterna.
Da quello che si evince, l'unica bar¬
retta rimossa dalla zona degli slot è
quella della scheda grafica, con l’usuale
connettore femmina a 15 pin S-VGA
A corredo dell’Union PRO c'è anche
un riduttore da connessioni 5 pin (i con¬
nettori delle tastiere) a 6 mimpin. Utiliz¬
zando tale riduttore è possibile, cosi co¬
me abbiamo provveduto per questa
prova, attestare la tastiera al primo con¬
nettore a 6 minipin che si presenta sul¬
la zona delle connessioni, ed il mouse
nel più tradizionale 9 pm della porta se¬
riale COMI
Dall’estetica alla praticità notiamo
con piacere che la rimozione del pan¬
nello estraibile avviene senza dover svi¬
tare il solito gruzzolo di viti. Per accede¬
re all’interno del PC, basta operare su
di una sola vite a manopola posizionata
in alto sullo chassis e sui due ganci la¬
terali in basso. Svitata la prima e spinti
verso l’esterno i secondi, il coperchio
dell’Union PRO scivola via leggero (tra
l’altro lo è davvero, visto che è in plasti¬
ca, seppure schermata) e docile.
Per mettere a nudo il PC in prova non
serve quindi nessun giravite La soluzio¬
ne adottata ci sembra la piu pratica in
assoluto tra quelle fin qui incontrate.
Vista interna
Una volta scoperto l'interno ci ritro¬
viamo innanzi ad una macchina incredi¬
bilmente vuota.
La configurazione base del computer
in questione è difatti ridottissima. L'uni¬
ca scheda che troviamo installata (oltre
ovviamente al cartridge del Pentium II
innestato sulla Slot-1 dedicata) è la Mil¬
lennium Il AGP. Facile parlare di pulizia
di cablaggio!
Per la prima volta ci è finalmente pos¬
sibile osservare ogni componente della
scheda madre, localizzare immediata¬
mente chip e connessioni verso il mon¬
do esterno, senza disconnettere né pe¬
riferiche né schede.
Come detto nell’introduzione sono
proprio la scheda madre e la scheda
grafica in standard AGP ad attrarre
maggiormente la nostra attenzione.
Per quanto riguarda la prima questa è
una Intel AL440LX progettata in confor¬
mità allo standard ATX e con la capacità
e della Millennium II AGP
di supportare processori di classe Pen¬
tium Il da 233, 266, 300 e (udite, udite!)
400 MHz. Disponendo anche di una
connessione AGP, il chipset di controllo
è chiaramente aggiornato alla versione
82440LX (detta anche AGPset) con la
quale si garantiscono le accresciute
performance grafiche dei nuovi adatta¬
tori VGA, in particolare a livello di refre-
shing 3D.
Sulla scheda madre sono presenti tre
Socket per DIMM da 168 pin capaci di
supportare fino a 384 MB di SDRAM. I
moduli specificamente supportati devo¬
no avere un clock a 66 MHz ed essere
di tipo non bufferizzato (a 64 o 72 bit).
Nel sistema in prova la RAM asservita
ammonta a 64 MB distribuite su due
DIMM da 32 MB. Rimane a disposizio¬
ne per ulteriori espansioni il terzo
Socket DIMM.
La scheda, seguendo la tendenza del
momento, dispone anche di un control¬
ler ASIC in grado di monitorare conti¬
nuamente le condizioni di lavoro del si¬
stema e della versione più recente del
PhoemxBios 4.0.
Pienamente supportato sui due canali
del controller EIDE è l’I/O in modalità
Ultra DMA/33. Quindi le connessioni in
standard USB (Umversal Serial Bus)
che. come già accennato, sono già inte¬
grate nel supporto fornito dal sistema
grazie aU’aggiornamento apportato
all’OSR-2 di Windows 95.
Subito appresso la zona delle DIMM,
eccoci innanzi alla cartridge SEC (Single
Edge Contact) che contiene il Pentium
Il e la cache di 2° livello da 512 KB. Co¬
me già precisato la volta scorsa, ora i
Pentium II, a differenza dei Pentium
Pro, hanno la cache esterna e non più
conglobata nella CPU, con la cartridge
SEC a saldarle infine in un blocco unico
da innestare in un nuovo tipo di connet¬
tore (lo Slot 1). Nel caso dell'Umon
PRO, la cartridge SEC dispone di due
ventole, una per la CPU ed una per la
cache.
Lasciando la zona del Pentium II e
portandoci verso destra cominciano a
sfilare le slot d’espansione. Nell’ordine
troviamo la connessione AGP, occupata
dalla nuova Matrox Millennium II, quat¬
tro slot PCI (controllate dal PAC
82443LX) e due slot ISA di cui una con¬
divisa PCI Le sei slot sono a completa
disposizione dell'utente e pronte quindi
ad ospitare qualsiasi tipo di scheda
d’espansione.
Il piccolo "bottone" nero che vedia¬
mo a ridosso del secondo slot PCI (a
partire da sinistra dopo l’AGP) è il chip
audio Yamaha OPL3-SA che garantisce
le prestazioni sia delle normali schede
16 bit SB-compatibili che del controllo
MIDI MPU-401. Nel primo caso l’esecu¬
zione delle notazioni musicali avviene in
modulazione di frequenza, nel secondo
si istruisce l'eventuale expander MIDI o
la tastiera elettronica esterni Infine,
sempre con la OPL3-SA è possibile
controllare la generazione via software
di campioni sonori in luogo della sintesi
in FM. Ricorrendo ad un driver proprie¬
tario, e grazie alle qualità di generazione
del modulo SoftSynth di Yamaha, la
OPL3-SA può in pratica funzionare co¬
me una scheda wavetable pur senza
esserlo e con prestazioni assolutamen¬
te equiparabili. Per quanto ci è stato di¬
fatti possibile verificare, la sintesi a
campioni sonori di alta qualità è final¬
mente realizzabile in tempo reale anche
via software. Ciò è dovuto ovviamente
alla scorta di potenza che il Pentium II
208
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Union PRO
ha nei confronti degli altri processori da
Socket 7 (che al contrario manifestano
un certo ritardo nell'esecuzione dei suo¬
ni campionati in luogo delle sintesi in
FM).
Una cosa che abbiamo constatato
nella serie di prove effettuate è che
l'output audio sembra richiedere un
adattatore d'impedenza superiore ri¬
spetto a quello offerto dalle normali
casse amplificate che in effetti manda
in distorsione. Ne abbiamo provati due
modelli differenti ed entrambi manife¬
stano la stessa cattiva qualità di riprodu¬
zione Ascoltando in cuffia al contrario
la qualità tornava ad essere elevata, ric¬
ca di tonalità sia alte che basse.
Dal chip audio onboard passiamo ora
all'unica scheda montata nel sistema,
ovvero l'adattatore grafico.
Come già detto la scheda grafica pre¬
sente nelT'Union PRO è una Matrox Mil¬
lennium Il AGP; in assoluto il primo rila¬
scio di tale modello in standard Accele¬
rateti Graphics Port.
Tale versione, al pari di quella per bus
PCI, è dotata del recente chip d'accele¬
razione 2164W ed è espansa a 8 MB di
W-RAM.
Tali potenziamenti le danno la possibi¬
lità di velocizzare al massimo le presta¬
zioni 3D (Gouraud shading ed accelera¬
zione hardware per texture mapping,
nonché supporto di z-buffer a 32 bit) e
di spingere la risoluzione massima fino
a 1920x1200 (con 8 MB di W-RAM a ta¬
le risoluzione la Millennium II ci arriva
con 64mila colori, mentre il true-color si
ferma a 1920x1080). Inoltre si possono
gestire, con quattro schede differenti,
fino a quattro monitor offrendo così
un'area di lavoro fino a 3840 x 2400
pixel.
La scheda, in tutti i benchmark, è da¬
ta come la più veloce AGP del momen¬
to e, rispetto alla versione PCI, spunta
all'incira un 20-25% in più di prestazioni
velocistiche.
A dimostrazione della potenza rag¬
giunta dalle CPU ed a conferma delle
prestazioni della Millennium II AGP, ab¬
biamo provato, come nostro solito
''multimedialeggiare", con la riproduzio¬
ne via software di codifiche MPEG, e
soprattutto VideoCD.
Nel caso specifico del più "pesante"
VideoCD, per la prima volta abbiamo
potuto constatare come una decom¬
pressione effettuata esclusivamente vìa
software (tramite l'ActiveMovie di serie
nella OSR 2 di Windows 95) si mostri
fluida al pari di una realizzata con
hardware dedicato. Non è solo la flui¬
dità a sorprenderci, ma anche l'imme¬
diata risposta (d'accesso e visualizzazio¬
ne) allo spostamento del cursore tem¬
porale verso scene distanti minuti una
dall'altra. ActiveMovie, sotto Pentium II,
visualizza e riproduce immediatamente
la selezione effettuata, saltando dalla
scena in corso al punto esatto in cui il
mouse ha trasportato il cursore tempo¬
rale della riproduzione. E' un segno di
incredibile potenza che certamente non
va a merito esclusivo della CPU, ma ov¬
viamente anche della scheda grafica.
Incassato nel cestello dei drive sco¬
viamo infine l'ottimo hard disk Medalist
PRO della Seagate. La versione presen¬
te nel PC Union PRO è il ST36451A che
supporta la tecnologia Ultra ATA-2 ed è
in grado di garantire un transfer-rate di
oltre 33.3 MB al secondo. Viene sup¬
portato anche il DMA-mode 2, il PIO-
mode 4 e la funzionalità di scrittura/let¬
tura multipla (vari blocchi di dati vengo¬
no temporaneamente immagazzinati in
una zona di cache e quindi trasferiti sul
disco con un singolo burst). Tale cache,
segmentata, è pari a 512 KB. Il tempo
di lettura del Medalist è attestato me¬
diamente intorno ai 12 msec, quello di
scrittura a poco più di 13 msec.
Conclusioni
Verso quale mercato è indirizzato
l'Union PRO?
Si potrebbe dire verso tutti i mercati,
tale è la potenza che il sistema può spri¬
gionare.
In realtà, proprio per via della presen¬
za dell'hard disk in versione EIDE ci
sembra già fatta a priori la scelta del ti¬
po di mercato. Mercato che non è certo
quello dei server (dove l'espandibilità,
ma soprattutto la velocità delle unità
SCSI, è decisamente irraggiungibile).
La presenza di Windows 95 anziché
quella di NT è un'ulteriore conferma
che tale affermazione è azzeccata. E la
cosa, appena confermata, si fa subito
interessantissima.
Di conseguenza a quanto appena det¬
to, difatti, non si può non dedurre che
con l'Union PRO si tenta il primo ap¬
proccio verso un mercato più orizzonta¬
le che verticale, Senza indirizzarlo verso
il mondo dei server e senza poterlo ov¬
viamente calare nel mercato di massa
(ci sembra ovvio, visto pure quanto la
sola CPU ancora costa!) indubbiamente
si tenta di scendere il più possibile ed
arrivare così a tentare almeno i settori
della produzione multimediale, del de¬
sktop publishing, del fotoritocco e del
digitai imaging. In questi settori, al mo¬
mento serviti dalle unità equipaggiate
con i vari Pentium, AMD e Cyrix (da 166
a 233 MHz) per socket-7, l'incremento
produttivo cne si propone con il Pen¬
tium Il è enorme. Nell'introduzione l'ab¬
biamo pure quantificato, seppure in un
ambito ristretto.
L'aumento nelle prestazioni è però in
grado di giustificare l'investimento su¬
periore che va indubbiamente fatto? La
scheda grafica, che accelera già di un
buon 20% rispetto alla versione PCI,
Primo piano sul connettore SEC del Pentium II e
sulla cache esterna di secondo livello da 512 Kby-
te. CPU e cache sono entrambe dotate di una ven¬
tola dedicata.
Primo piano sul chip audio Yamaha OPL3-SA
costa la stessa cifra di quest’ultima. E'
quindi solo il costo in più del Pentium II
a 300 MHz rispetto ai "Socket 7" che
va pesato. E pesandolo ci si accorge
che, a parità di configurazione, sce¬
gliendo un Pentium II in luogo di un
"Socket 7", non si spendono più di
700-800mila lire ed in cambio si ottiene
un notevole aumento di produttività.
In definitiva la proposta fatta con
l'Union PRO ci sembra segnare un si-
P nificativo allargamento del mercato dei
entium II. Un passo che anticipa quel¬
lo che gli altri sono già in procinto dì fa¬
re per adeguarsi alla tendenza che la
stessa Intel ha marcato e che l'Union
PRO, almeno per i mercati nostrani, ha
già battuto.
«e
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
209
di Bruno Rosati
Jepssen VAS 233 MHz
(MPC Total Control) ■
Quella che dedichia¬
mo al sistema VAS dì Jepssen è una
presentazione diversa dal solito, incen¬
trata non tanto sulle caratteristiche di
base del PC, pure dì tutto rispetto, quan¬
to su quelle del sistema asservito che la
nota azienda siciliana ha ingegnerìzzato,
con schede e periferiche di propria pro¬
gettazione, trasformando la macchina in
questione In un sistema di automazione
in grado di impostare comandi, sia via
mouse che vocali o tramite timer, e dì ri¬
trasmetterli a distanza per il controllo di
ogni genere di dispositivo elettrico.
Con simile struttura, composta da un
software di controllo, una scheda di tra¬
smissione ed una serie dì ricevitori, tutti
gli apparati elettrici dì un ufficio, cosi co¬
me gli elettrodomestici dì ogni ambiente
domestico, possono essere attivati o di¬
sattivati tramite il PC.
Ma il VAS, Vocal Automation System,
non si ferma qui. Con un'ulteriore sche¬
da di gestione, il software dì controllo
ed una periferica dì rilevamento, è at¬
trezzato anche per effettuare il check-up
del nostro stato fisico <misurazione della
temperatura, della pressione arteriosa,
del battito cardìaco, dell'umidità e del
potenziale elettrico corporeo).
Oltre a tutto ciò, con la telecamera, il
modem e la scheda Video Audio Phone
dì cui è dotato, il PC VAS è anche in gra¬
do di connettersi ad Internet e fare vi¬
deoconferenze, di gestire un sintonizza¬
tore TV direttamente sul monitor e di ac¬
quisire i segnali audiovisivi provenienti
sia dall'antenna che dalla telecamera o
da un VCR attestati ai rispettivi input
analogici.
E' dal 1991 che Jepssen sta dedican¬
do la maggior parte delle proprie energie
al settore dell'automazione e della multi¬
medialità. Progetti e soluzioni hardware
e software (addirittura primari rispetto
alle offerte dei pur ottimi PCI) che sono
in grado di far interagire in maniera com¬
pleta il personal computer con il mondo
esterno. Il fine è quello di trasformare
tale macchina in un sistema di controllo
che si asserva all'uomo in tutte le in-
210
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Jepssen VAS 233 Mhz (MPC Total Control)
Jepssen VAS -233
Produttore e Distributore:
Jepssen
Via Raddusa. sn - Agira (EN)
Tel 0039-935-960777 pbx
Fax 0039-935-960780
Prezzi ; (IVA esclusa)
VAS 233
(32MB HDD 3 4GB CPU Pennum
233
MMX e Windows 95)
L
1 918280
Sensor Pro
L
717 600
Video Audio Phone + Tuner TV
L
358.200
Monitor DVC-15
L
425 880
Fax/ModemA/oice 33K6
L
103800
Total Control
L
298.800
combenze quotidiane: un sistema capa¬
ce di aprire e chiudere un cancello con
un semplice comando, di misurarci la
pressione o la temperatura, collegarsi
con il nostro medico e mostrargli "on-li¬
ne’' i dati appena rilevati, un sistema ca¬
pace di controllare un ambiente e rileva¬
re la presenza di intrusi, di svegliarci alle
sette in punto con la musica preferita
ed una tazza di caffè caldo.
Tutto ciò, si potrebbe obbiettare, Je¬
pssen già lo fa da tempo. Dov'è la no¬
vità?
A parte le nuove versioni dei software
di controllo e la riprogettazione delle
schede d'interfaccia su bus PCI, la no¬
vità è nella sinergia finalmente raggiunta
tra i vari moduli, l'introduzione dei con¬
trolli vocali e, ultimo ma non ultimo,
l'utilizzo di un modem.
Tutte le configurazioni dei computer
Jepssen serie VAS (appunto Vocal Au-
tomation System) oggi consentono di
evitare l'uso della tastiera o del mouse
utilizzando la voce umana come siste¬
ma per impartire comandi di automazio¬
ne, selezionare le funzioni dei vari
software o per realizzare testi con tutti i
principali programmi di wordprocessor
esistenti, e ovviamente i primi ad avvan¬
taggiarsi di tutto ciò sono i sistemi di
controllo.
E' proprio questo l'aspetto più avan¬
zato della tecnologia Jepssen: la possi¬
bilità di far interagire tra di loro i vari mo¬
duli e di ottenere dalla loro integrazione
sempre nuove ulteriori funzioni. Ai sin¬
goli servizi realizzabili con il Total Con¬
trol (l'erogazione dell'energia elettrica ai
vari dispositivi elettrici ed elettronici che
corredano case ed uffici) è ad esempio
possibile aggiungere i servigi di una
scheda come la Video Audio Phone. I
due "moduli" insieme riescono cosi a
realizzare un sistema di videosorve-
La scheda Video Audio Phone . In evidenza il blocco di sintonia
glianza, oppure un videocitofono. Allo
stesso tempo la Video Audio Phone con¬
tinuerà ovviamente a svolgere anche le
sue normali attività multimediali (mixer
audio/video, sintonizzatore TV, Televideo,
ecc.) e noi avremo risparmiato i soldi sia
per acquistare il sistema di allarme che
quello di videocitofoma.
Il modem a sua volta, oltre che a farci
collegare ad Internet (e grazie alla Video
Audio Phone farci fare pure delle video¬
conferenze), può risultare utile anche per
le funzioni della stessa Total Control. Per
mezzo del sistema di riconoscimento vo¬
cale è difatti possibile impartire al Total
Control un comando ("accendi forno mi¬
croonde! ") anche per via telefonica. Il To¬
tal Control recepirà il comando, accen¬
derà il forno e quando arriveremo a casa
il pollo sarà ben cotto.
Queste sono le prime, forse pure bana¬
li, esemplificazioni che ci vengono alla
mente. Pensiamo però a quante applica¬
zioni ci permette ora la sinergia dei mo¬
duli (cioè le schede PCI, il software e le
periferiche di controllo).
Il modulo televisivo della
scheda Video Audio
Phone E' da notare la
barra di controllo del si¬
stema MPC VAP Iposi¬
zionata nella parte bassa
del Desktop Le stesse
funzioni della toolbar so¬
no espletabili anche via
telecomando.
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
211
Jepssen VAS 233 Mhz (MPC Total Control)
Configurazione
di prova
Letta l'introduzione e vista la foto di
apertura risulta evidente quanto sia arti¬
colato presentare un PC come quello
configurato dalla Jepssen.
Non c'è un "semplice" PC da provare
e giudicare, ma un vero e proprio sistema
integrato che, grazie alla presenza di una
serie di schede (e relativo software di
controllo), può operare sia nell'ambito
delle business-conference in audiovisio¬
ne che dei controlli d'automazione e per il
check-up. Il PC è la struttura di base, le
schede di espansione realizzate da Jeps¬
sen. a loro volta, i moduli che trasforma¬
no il generico PC in un sistema di auto¬
mazione e controllo.
Al riguardo, proprio come sistema ba¬
se, il Vocal Automation System è confi¬
gurato con un Pentium MMX a 233 MHz,
32 MB di RAM, un hard disk Samsung
VG33402A da 3,4 GB, una scheda audio
Sound Wave con chip Ensoniq AudioPCI,
un modem interno HSP 336 DeLuxe e
una scheda grafica Tseng Lab ET 6000:
su tale configurazione Jepssen ha quindi
provveduto ad implementare i suoi mo¬
duli di audiovisione e controllo. Nello spe¬
cifico, all'interno del VAS sono presenti:
- la scheda Video Audio Phone, con la
quale il sistema viene dotato di una sezio¬
ne di sintonizzazione TV, ingressi audio e
video (composito e S-Video) gestibili sia
m visione che in acquisizione e di un con¬
trollo remoto (accompagnato dal relativo
telecomando);
- la scheda Total Control, attraverso la
quale si abilita il funzionamento di un si¬
stema d'automazione con il quale è pos¬
sibile attivare/disattivare innumerevoli ap¬
ll pannello di attivazione
del Total Control con in
pnmopiano il modulo
pet la coniigurazione di
un controllo Sotto al
modulo si intrawedono i
vari box di controllo de¬
dicali ad altri dispositivi
Vocal Antormiiion sinttm -^-, 1 MPC Total Control
JEPSSEN m SENSOR
parati elettrici ed elettronici. Tramite il
software di controllo MPC-Total Control
3.0 i comandi di accensione e spegni¬
mento possono essere dati sia manual¬
mente che vocalmente o tramite timer;
- la scheda Sensor 2000 è l'interfaccia¬
mento tra il software di controllo e la peri¬
ferica di rilevamento del sistema di
"check-up" Sensor Pro Attraverso tale
sistema è possibile rilevare i valori di
pressione, temperatura, umidità e carica
elettrica corporei. In pratica è un mini-am¬
bulatorio medico.
A completare esternamente il corredo
di periferiche troviamo il pad di rileva¬
mento del Sensor Pro. poi il già citato te¬
lecomando, con il quale è possibile go¬
vernare a distanza la Video Audio Phone
e il relativo cavo-sensore per la ricezione
del segnale infrarosso; una telecamera,
una cuffia microfonata e gli indispensabili
ricevitori per il Total Control Questi, una
volta posizionati tra presa elettrica e di¬
spositivo da controllare, capteranno il se¬
gnale di attivazione o di disattivazione
proveniente dall'antenna in dotazione al
sistema.
sione al sensore di ricezione di ogni
blocco ricevitore, il tutto controllato dal
software di gestione.
Per quanto riguarda i ricevitori (il siste¬
ma gestisce fino a 4096 utenze, ciascu¬
na con il proprio codice di riconoscimen¬
to) questi vanno attestati ad una presa
elettrica dalla quale si prenderà l'alimen¬
tazione per ogni specifico dispositivo da
controllare. In definitiva un ricevitore (su
istruzioni del software e segnalazione
dell'antenna di trasmissione presente
sull'interfaccia) non fa altro che aprire o
chiudere il circuito elettrico al quale è at¬
testato ed erogare o meno la tensione
d'alimentazione al singolo dispositivo a
sua volta collegato ad esso
In tal modo, ad esempio, è possibile
programmare l’accensione e lo spegni¬
mento dell'impianto di riscaldamento,
del forno a microonde, del sistema anti¬
furto, aprire il cancello automatico oppu¬
re, passando dall'ambiente casalingo
all'ufficio, attivare o disattivare la segre¬
teria telefonica, il fax, la fotocopiatrice
ed altri apparati ad alimentazione elettri¬
ca.
MPC Total
Control 3.0
Con il sistema Total
Control è possibile ge¬
stire tutti i dispositivi
elettrici presenti in ca¬
sa come in ufficio Ciò
avviene per mezzo di
un controllo a distanza
(con un raggio di azio¬
ne fino ad un chilome¬
tro di distanza circa)
che chiude il circuito,
dall’antenna di trasmis-
Una delle schede d'miertac-
ciamento del modulo Total
Control ed un ricevitore in
primopiano.
Dal punto di vista della gestione
software, richiamando via via i vari pan¬
nelli di configurazione, è possibile abilita¬
re il controllo di ogni singolo ricevitore
attivandolo immediatamente (con un
semplice click su di un bottone), oppure
programmando via timer l'erogazione
della corrente dalla specifica presa con¬
trollata.
Il controllo di accensione e spegni¬
mento dei dispositivi è praticabile in va¬
rie modalità:
- manualmente, ovvero cliccando sul
bottone di attivazione dello specifico di¬
spositivo controllato;
- tramite temporizzazione, ovvero pro¬
grammando l'On/Off e facendo attivare
il circuito a distanza di tempo (quindi an¬
che in nostra assenza);
- via comando vocale (che ha effetto
immediato come il comando manuale).
Per quanto riguarda i comandi vocali,
va qui rilevata la notevole implementa-
212
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Jepssen VAS 233 Mhz (MPC Total Control)
zione che Jepssen ha realizzato sui con¬
trolli originali del VoiceType di IBM. Già
"di fabbrica" sono attivati i comandi ba¬
se più importanti (accendi/spegni lampa¬
da, accendi/spegni forno, ecc.) che
all’utente finale basterà solo imparare a
memoria. Una volta orientatici all'uso
del sistema di riconoscimento vocale
basta avere un microfono a portata di
mano (sia per impartire i comandi che
per farne imparare di nuovi al sistema di
riconoscimento) e il Total Control diven¬
ta davvero tale.
Oltre che nell'operare a tale livello, il
software Total Control V.3.0 è in grado
di controllare automaticamente se le
programmazioni sono corrette, consen¬
tendo tra l’altro di concatenare più even¬
ti contemporaneamente secondo una
serie di controlli logici. Tutti i dispositivi
installati (e controllabili sia via RF che via
cavo) possono interagire tra loro crean¬
do una rete logica attraverso la quale si
determinano gli eventi. Ciò lo si ottiene
impiegando gli operatori "AND, OR.
NOT, TIMER" messi a disposizione dal
software di gestione.
Con il VAS, Jepssen ha messo a pun¬
to anche un sistema sinergico attraver¬
so il quale, utilizzando la scheda Total
Control, il software di riconoscimento
vocale e la scheda Video Audio Phone, è
possibile realizzare un completo sistema
di videosorveglianza oppure un videoci¬
tofono attivabile a distanza con il teleco¬
mando a raggi infrarossi.
Al riguardo del sistema MPC Total
Control abbiamo fatto ovviamente le no¬
stre prove sia per verificarne l'idoneità
che la praticità all’uso. Piccole sperimen¬
tazioni casalinghe (come l’accensione
della luce notturna nella stanza dei pic¬
coli, quella del forno a microonde,
dell'impianto di riscaldamento, di un
paio di luci serali e, naturalmente, anche
dell'espresso-bar!) e più funzionali
On/Off di segreterie telefoniche, fax, ed
altro prettamente da ufficio.
Da qualsiasi distanza, nell'ambiente
casalingo come nei luoghi d'ufficio, il si¬
stema di ricezione ha sempre funzionato
perfettamente. Sia che si operasse cic¬
cando sui bottoni di attivazione manuale
dall'interfaccia grafica del MPC Total
Control o per mezzo dei comandi vocali,
sia che si procedesse per mezzo dell'at¬
tivazione via Timer, tutto ha risposto alla
perfezione.
Non abbiamo trovato difficoltà alcuna
nell'apprendimento del sistema di con¬
trollo, che, aldilà di un minimo tempo di
apprendimento e qualche prova prelimi¬
nare, c'è parso sufficientemente intuiti¬
vo. L'unica fase che ha reso necessario
un minimo di lavoro è stata quella di col¬
locare i vari ricevitori disponibili in altret-
La scheda di controllo
Sensor2000
tante prese di cor¬
rente, e quindi di
connettere a que¬
ste le spine dei vari
apparati da control¬
lare. Così è stato
nell'ambiente casa¬
lingo come in quel¬
lo dell'ufficio. Inevi¬
tabile il riscontro
della curiosità di chi
ha assistito a tali
prove. Allo stupore
iniziale per quanto
riguarda l'accensio¬
ne temporizzata (o
meglio ancora quel¬
la vocale) dei vari
elettrodomestici o
macchine d'ufficio
che fossero, in tutti i casi la curiosità s'é
impadronita dei vari "assistenti" che
hanno via via cominciato a prendere
confidenza con il sistema.
Diciamo ciò per evidenziare l'assoluta
facilità d'utilizzo del MPC Total Control
qualsiasi fosse il soggetto postogli in¬
nanzi. Ad una moglie non pare vero co¬
mandare anche sugli elettrodomestici
(oltre che sul marito...) e al capufficio la
cosa ha probabilmente promosso sogni
d'onnipotenza.
Più seriamente ci pare di poter affer¬
mare con sicurezza che il sistema non
solo funziona perfettamente (rilevando
con ciò la notevole esperienza che Jeps¬
sen ha ormai acquisito in tali sistemi as¬
serviti), ma si rivela facile da utilizzare
dopo un rapidissimo tempo di apprendi¬
mento. Questo grazie ad un'interfaccia
utente/macchina particolarmente sem¬
plificata.
Jepssen Video
Audio Phone
Il sistema audiovisivo a corredo dello
Jepssen VAS fonda le sue peculiarità
sulle performance di una scheda proprie¬
taria (un'altra antica tradizione Jepssen)
denominata Video Audio Phone.
La scheda è dotata di una serie di in¬
uscita di cui è dotata la scheda è quella
audio che, tramite un cavetto mini-jack
maschio-maschio può essere a sua volta
attestata all'ingresso mixer della scheda
audio di sistema. In tal modo si procede
ad un collegamento definitivo, e si può
controllare il livello del segnale diretta-
mente dal pannello del MusicStation En-
soniq tramite il controllo Line In.
A concludere la serie di connessioni
presenti sulla VAP troviamo infine quella
per il sensore del controllo remoto del
telecomando in dotazione. A tale con¬
nettore si attesta il maschio a 5 mini-pin
con cui termina il cavetto del ricevitore
infrarosso. Una volta posizionato il ricevi¬
tore (magari da fissare con una clip ade¬
siva alla cornice del monitor) è possibile
agire direttamente dal telecomando.
Questo, di forma snella e dalla comoda
impugnatura, è capace di svolgere tutte
le funzioni riportate sui pannelli dei mo¬
duli software ed emulare anche quelle
del mouse.
Quando il telecomando è in modalità
mouse (cosa che comunque accade so¬
lo quando è attivo il modulo Video Audio
Phone), oltre che per selezionare canali
ed alzare il volume d'ascolto potrebbe
essere ad esempio utilizzato per naviga¬
re a distanza (dal PC) in Internet.
La Video Audio Phone è installata nel
VAS con lo scopo di soddisfare tutte le
esigenze di controllo e di comunicazione
gressi analogici che vanno dalla connes¬
sione coassiale per l'antenna a quelli S-
Video (S-VHS ed Hi-8) e videocomposito
(VHS e Video8) che sono ovviamente
completati da un ingresso audio. L'unica
audio-video di cui l'utenza necessita. A
seconda delle circostanze, difatti, la Vi¬
deo Audio Phone è in grado di trasfor¬
mare il PC ospite in un televisore (grazie
al sintonizzatore TV presente sulla sche-
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
213
Jepssen VAS 233 Mhz (MPC Total Control)
Il Sensoi Pad Appoggiando una mano sulla sagoma sensibile presente sul piano del pad il sistema di misu¬
razione inizia a funzionare automaticamente Da notare 6 anche il "termometro " a filo collegato al pad stes¬
so per la misurazione della temperatura corporea
da), In un videotelefono e più in generale
come base per videoconterenze (in si¬
nergia con il modem) ed, infine, unita¬
mente al sistema Total Control (piu la te¬
lecamera e lo specifico ricevitore), in un
vero e proprio videocitofono.
Oltre a ciò, dal puro punto di vista
creativo la Video Audio Phone può certa¬
mente essere intesa come base di ac¬
quisizione sia di immagini che di interi fil¬
mati Il suo funzionamento in reai time
consente infatti l'elaborazione e il salva¬
taggio di singoli frame o immagini in mo¬
vimento nei principali formati grafici
(BMP, AVI, ecc.). Ciò si realizza attraver¬
so l'apposito software di controllo che
trasforma il quadro video in modulo di
cattura.
Per quanto riguarda le sessioni di pro¬
va fatte al riguardo della Video Audio
Phone, queste hanno tutte dato esito po¬
sitivo.
La prima prova consisteva nel collega¬
re una telecamera (quella in dotazione)
all’ingresso video della scheda e visiona¬
re a distanza l'ingresso di un'abitazione.
In sinergia con il Total Control asservito
al controllo dell'accesso (una porta elet¬
trica) all'abitazione stessa, abbiamo quin¬
di utilizzato la coppia di controllori per ve¬
rificare in video chi fosse a suonare e
quindi, sia manualmente che vocalmen¬
te, impartito l'ordine di "apri la porta d'in¬
gresso!".
Una seconda prova è stata tenuta per
verificare la praticità d'utilizzo in sede di
videoconferenza. Essendo presente nel
PC ospite il Microsoft NetMeeting già di
serie, la fase di preparazione risulta mol¬
to rapida. Basta perciò configurare il
software, cercare il server Microsoft e
procedere con la videoconnessione.
La procedura è andata a buon fine al
primo colpo.
La terza prova pratica l’abbiamo infine
eseguita in un ambito più creativo, come
quello del Desktop Video, acquisendo, a
varie grandezze di quadro e numero di
frame al secondo, sequenze in movi¬
mento sia da VCR che direttamente
dall'antenna. La Video Audio Phone (che
non dispone di compressione in hardwa¬
re e quindi acquisisce in "full frame") ha
risposto bene, cioè senza perdita di fra¬
me, fino alla risoluzione di 240x180 per
25 fotogrammi al secondo. Oltre abbia¬
mo cominciato a denunciare perdite di
frame sempre maggiori (droppmg). A
320x240 per 25 fps ad esempio l'effetto
del dropping s'è manifestato nell'ordine
del 25-30% Settando la cattura a soli 12
fps l'effetto è scomparso.
Dal punto di vista della qualità d'imma¬
gine, questa è più che buona (il full fra¬
me d'altronde non comporta nessun de¬
terioramento finché non viene introdotto
un compressore software).
Per quanto riguarda infine la telecame¬
ra presente nella confezione va detto
che questa, sempre di produzione Jeps¬
sen, dispone di una messa a fuoco total¬
mente automatica, risulta essere sensi¬
bile all'infrarosso e garantisce una buona
qualità visiva anche in situazioni di scarsa
luminosità (0,3 lux).
Sensor Pro
Vediamo la scheda d'interfacciamento,
il pad di rilevamento e quindi il software
di controllo.
Il sistema Sensor Pro per il check up
del proprio stato di salute che ritroviamo
installato nel PC VAS è un antico vanto
della Jepssen. In quest'ultima implemen¬
tazione il sistema, oltre che rinnovato dal
punto di vista del software di gestione, è
in grado di utilizzare i servigi di un'inter¬
faccia che dialoga piu rapidamente con il
PC ospite grazie all'utilizzo del bus PCI
Messo subito in funzione il Sensor Pro
s'è dimostrato di facile utilizzo. Sufficien¬
te appoggiare una mano sul Pad (nel qua¬
le è sagomata un'impronta, un po' come
nel film Total Recali!) e il sistema proce¬
de in pieno automatismo alla rilevazione
dei valori della pressione sanguigna, del
battito cardiaco, della temperatura, dello
stato di umidità, e della tensione corpo¬
rea. I dati misurati verranno quindi visua¬
lizzati direttamente sui pannelli di control¬
lo, da dove potranno esser immediata¬
mente utilizzati sia per la stampa che per
la memorizzazione in un apposito archi¬
vio.
MPC-SENSOR, malgrado che sia stato
essenzialmente concepito per l'utilizzo da
parte dei medici, ha la semplicità d'uso
giusta per essere utilizzato anche da un
pubblico non specializzato,
I componenti che si visualizzano sullo
schermo sono difatti di facile impiego.
Anche l'apprendimento è rapido, agevola¬
to in particolar modo dall'uso del "Fast
Help", una modalità esplicativa che spie¬
ga denominazione e caratteristiche delle
funzioni implementate nella plancia di co¬
mando, visualizzando un callout al pas¬
saggio del mouse su bottoni ed icone at¬
tive.
Per quanto riguarda l'implementazione
dell'archivio, questo è organizzato come
una rubrica ed è accessibile mediante la
tastiera grafica riprodotta sulla parte de¬
stra in alto sullo schermo. Ogni lettera in¬
dividua una pagina che contiene i nomi
relativi a quella lettera. Usando la tastiera
è possibile visualizzare l'Archivio in cui
sono riportati il nome e la data di nascita
di tutte le persone i cui dati sono già inse¬
riti nelle cartelle.
Benché ci siamo dedicati a provare tut¬
te le funzioni espletabili dal Sensor Pro,
ciò su cui abbiamo maggiormente soffer-
214
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
Jepssen VAS 233 Mhz (MPC Total Control)
JEPSSEN lÉPI Total Control
II pannello di misurazio¬
ne del sistema Sensor
Abbiamo appena effet¬
tuato la rilevazione della
pressione arteriosa di un
soggetto Ora potrem¬
mo sia stamparne che
immagazzinarne i dati
mato la nostra attenzione è la sezione
preposta al rilevamento della pressione
arteriosa. Questo tipo di misurazione è di¬
fatti un po' il fulcro di tutto il sistema.
Al riguardo, la relativa modalità di utiliz¬
zo c'è parsa sufficientemente facile ed in¬
tuitiva.
Una volta selezionatane l'icona, difatti,
il pannello di misura della pressione che
appare contiene un visualizzatore del bat¬
tito cardiaco e cinque display per visualiz¬
zare i tre dati relativi alla pressione massi¬
ma, minima e media; le pulsazioni ed il
tempo di misura. Sulla destra è presente
un manometro che, oltre a visualizzare la
pressione durante la misura, è usato an¬
che per settare la pressione massima del
bracciolo.
La modalità di misurazione della pres¬
sione utilizzata dal MPC-SENSOR è del
tutto simile a quella della più diffusa prati¬
ca medica. Al raggiungimento della pres¬
sione massima impostata (160 rnrnHg
DEFAULT) il sistema, appena rilevati i
battiti, incrementa automaticamente di
20 mmHg la pressione massima per poi
reinizializzare la misurazione. Se questa
fallisse per tre volte consecutive si visua¬
lizzerebbe un messaggio di errore che av¬
visa di verificare il corretto posizionamen¬
to del bracciolo o dell'impostazione del
valore massimo di pressione.
L'avvio della misurazione può essere
fatto indifferentemente poggiando la ma¬
no sul pad o clickando sull'icona della
pressione. Una volta terminata la misura¬
zione, è possibile visionare il grafico delle
pulsazioni utilizzando l'apposita barra di
scorrimento posta sotto il visualizzatore
oppure stamparlo clickando sull'icona di
Stampa.
Conclusioni
Il VAS, benché un po’ spartano nella
sua configurazione base (manca il CD¬
ROM drive e mancano pure dei program¬
mi applicativi di "prima mano") è un'otti¬
ma macchina. Veloce, con una buona
scorta di RAM (tra l’altro ulteriormente
espandibile grazie alle due slot ancora li¬
bere) e con un hard disk capiente ed affi¬
dabile. Ma il giudizio non può né finire qui
né tantomeno essere questo, perché il
VAS provato su queste pagine non va in¬
teso tanto come un PC (comunque ben
configurato), quanto un insieme di moduli
che costituiscono un sistema finale. Il no¬
stro giudizio quindi deve fondarsi sul si¬
stema finale e. prima ancora, sulla validità
di ogni singolo modulo. I moduli difetti
(qui messi "in vetrina” in un unico Perso¬
nal Computer) possono anche essere ac¬
quistabili singolarmente ed innestati nel
proprio PC.
Valutiamo, quindi, separatamente ogni
sezione che compone il VAS sia nei lati
positivi (molti) che in quelli negativi (po¬
chi).
Il Total Control ed il Sensor Pro sono
quelli che guadagnano un risalto maggio¬
re. Il primo si dimostra un sistema alta¬
mente affidabile, ben articolato, facile da
utilizzare e soprattutto molto funzionale.
Come già detto, l’abbiamo provato in va¬
rie condizioni e luoghi di lavoro ed ha
sempre risposto fedelmente ai comandi.
Per quanto riguarda il Sensor Pro. gra¬
zie alla semplicità ed alla versatilità del
software fornito in dotazione si presta a
molti impieghi, siano questi privati che
professionali.
Il Sensor Pro è essenzialmente indicato
per l'uso in uno studio medico, nel quale
renderebbe automatiche tutte le azioni
più di routine svolte dal medico, garan¬
tendo in più l’archiviazione in una cartella
clinica "ad personam” le rilevazioni effet¬
tuate. Detto ciò il sistema può anche es¬
sere utilizzato in casa, magari nella versio¬
ne Family (una versione "lite" apposita¬
mente pensata per un uso ancora più
semplificato nell'ambito domestico) Tut¬
to sta nel riuscire a non farsi emotiva¬
mente condizionare dai suoi rilevamenti
che. seppur abbastanza precisi, prima di
essere ritenuti validi andrebbero interpre¬
tati da un professionista, cioè da un vero
medico. Al riguardo Jepssen ci svela qual
è in definitiva lo scopo del "Sensor
Project": arrivare ad attivare il modulo sia
nelle case che nell'ambulatorio in modo
che, via modem, il rilevamento dei dati
(pressione, temperatura, ecc.) possa es¬
sere subito verificato dal medico.
Per quanto concerne il sistema Video
Audio Phone. le opportunità che questo
offre sono evidenti e vanno dallo zapping
televisivo all'audiovi-
sione ed acquisizio¬
ne di segnali prove¬
nienti da VCR e, tra¬
mite il modem e la
telecamera, alla pos¬
sibilità di andare in
videoconferenza. Malgrado ciò, estrapo¬
landole dal contesto del sistema in prova
e verificandole singolarmente all'uso più
creativo, le pur buone caratteristiche del¬
la V.A.P perdono un po’ in valenza appli¬
cativa. Sinceramente la scheda non è la
più adatta per acquisire ed editare imma¬
gini ed audiovisivi ed anche la gestione
televisiva non ci è sembrata esente da
pur piccole lacune (le procedure di sinto¬
nizzazione e la disposizione del quadro vi¬
deo ad esempio risultano poco accordate
con il desktop di Windows)
Nel contesto applicativo del sistema,
ed in particolare del "vocal-type", entra
infine in maniera prevalente anche l'uso
del Modem/FaxA/oice da 33,6 Kbit/s, po¬
sto a completamento del sistema, Il di¬
spositivo oltre ad essere ovviamente uti¬
lizzato anche per l'accesso ad Internet,
può trasformarsi in un completo sistema
di automazione per la ricezione e trasmis¬
sione dati o voce, in modo da integrarsi
perfettamente con gli altri moduli del
“Total Project". Grazie alle sue caratteri¬
stiche peculiari il modem può difatti esse¬
re utilizzato per rispondere ad una chia¬
mata in viva-voce (e direttamente dal
computer), registrare la conversazione
oppure mettere la comunicazione in atte¬
sa con una base musicale!
Abbinando la scheda Modem/FaxA/oi¬
ce 36K6 alla scheda Sound Wave 3D SF
PCI ed alla Video Audio Phone si può, in¬
fine, realizzare una soluzione completa
per la comunicazione tramite Internet e
cosi ottenere un sistema per la videocon-
ferenza oppure di videotelefonia.
In conclusione torniamo a ribadire' il
giudizio globale più che positivo sul siste¬
ma provato, in particolare sul funziona¬
mento ed sulla validità d'utilizzo soprat¬
tutto del Total Control.
«e
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
215
di Massimo Novelli
Micro&Meaa XSAV
mo. all'inizio di questo 1998. sembra
che unità a 300 MHz siano ormai quasi
standard (almeno in certi ambiti), vuoi
per la loro non troppo difficile accessibi¬
lità in ordini di prezzo, vuoi perché sono
l'ideale nell’orgamzzare una stazione di
lavoro server, dove la potenza si possa
sposare con la flessibilità e la sicurezza
del funzionamento in ambiti gravosi
Su queste pagine andiamo a vedere
una delle configurazioni più complete,
nella quale l'assemblatore ha equilibrato
risorse e potenza per uno scopo ben
preciso: offrire una unità host al difficile
lavoro di server audio/video (da cui il no¬
me non troppo fantasioso di eXpert Ser¬
ver Audio Video). Nella configurazione
di base possiamo usufruire quindi di un
notevole numero di GB su hard disk,
produrre i nostri CD con l'unità in dota¬
zione. vedere film su monitor o TV con
il drive DVD adatto, fare i backup su
supporto DAT, godere dei 120 MB del
floppy, ed altro ancora
Alla libera scelta dell'utente, poi, il se¬
lezionare gli strumenti del suo lavoro,
laddove Micro&Mega offre una soluzio¬
ne audio professionale nell'opzione
Creamware TripleDAT (per HD audio re-
cording di alto livello) oppure, in video,
tra device di cattura Fast DV-master
(compatibile analogico-Digital Video) e
Miro DC30 Plus.
In ogni caso la sua potenza è quanto¬
meno molto, molto esuberante, ragion
per cui una macchina cosi fatta si rivol¬
ge in massima parte agli esperti del set¬
tore e a quanti vogliano una unità base
su cui poter lavorare senza problemi di
configurazioni e/o risorse.
Parlare delle caratteristiche base della
macchina, come è fornita, sarebbe fare
un lungo elenco di device e drive, ra¬
gion per cui andremo a vedere passo
passo la loro presenza, Per i più fretto¬
losi. comunque, si tratta di una unità
Pentium II a 300 MHz/512 KB cache, a
bordo di una motherboard Asus P2L97
con supporto VGA AGP, scheda SVGA
Asus AGP 3DexPlorer 3000 con 4 MB
di SGRAM. 64 MB di RAM DIMM a 168
pin, floppy disk LS-120 da 120 MB
(compatibile 720 KB. 1.44 MB e 2,88
MB), controller SCSI Adaptec AHA-
2940 Ultra Wide, hard disk SCSI IBM
DCHS-39100 "Scorpion" da 9,1 GB.
CD-R Philips CDD 3610 EIDE, drive
DVD Pioneer DVD-A01 (ATAPI) con
scheda decoder MPEG-2 CineMaster
Quadrant. unità SCSI di back-up DAT
Hewlett-Packard C1537A da 12/24 GBy¬
te. Conclude la dotazione la classica
216
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Micro&Mega XSAV
SoundBlaster AWE64 e l'altrettanto
classico monitor Philips Brìllance 107A
da 17 pollici, una tastiera Win95 Cherry
PS/2 dalla buona digitazione, e un mou¬
se Logitech Pilot PS/2, oltre all'Imman¬
cabile Windows NT 4.0 Workstation ed
applicativi di supporto CD-R e backup
DAT. Non particolarmente grave poi la
mancanza di una coppia di casse acusti¬
che (che non siano dei "barattoli" a cui
spesso siamo abituati) oppure un sep¬
pur minimo modem (demandato alla
ampia scelta dell'utenza), oggetti da se¬
lezionare con opportuna calma.
All’esterno
Il middle tower che comprende il tut¬
to, della ElanVital nel modello Aegis T-
10AB, pur nelle sue apparentemente ri¬
dotte dimensioni offre alla vista e al tat¬
to una buona solidità, merito della con¬
figurazione ad incastro sulle fiancate e
dello chassis interno che ne favorisce
l'apertura e la chiusura, nonché la ma¬
nutenzione e l'inserimento delle sche¬
de. Dall’alto in basso, abbiamo occupati
tutti i drive bay offerti, che vanno dal
DVD al CD-R, al backup DAT, all'LS-120
(quest'ultimo considerato come un co¬
mune floppy drive), mentre lo sviluppo
verticale si limita alla sola presenza
dell'interruttore dell'accensione (servo¬
comandato in spegnimento del sistema
operativo secondo lo standard ATX). Fa¬
cilmente trasportabile, anche se di pe¬
so rilevante, il cabinet ci ha favorevol-
Micro&Mega XSAV
Produttore e distributore:
Micro&Mega
Via dei Savorelli, 22
00165 Roma
Tel. 06/663.7777
Fax 06/663.8000
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mente impressionato, proprio per la sua
solidità e costruzione, come anche per
l'efficacia della soluzione adottata per la
sua apertura.
Dal frontale al retro il passo è breve, e
dalla sobrietà delle linee si passa
all'aspetto "tecnologico" delle connes¬
sioni, potendo contare sulle classiche
due in standard PS/2 (per il mouse e per
la tastiera), le due USB (universal serial
bus porti di "molto prossimo" futuro
impiego, le due canoniche seriali e la
parallela (il tutto allineato allo standard
ATX), oltre alla SCSI esterna dell’adatta¬
tore Adaptec, quelle relative alla Sound¬
Blaster, l'uscita VGA e quella video della
CineMaster, in uso al DVD.
All’interno
La vista d'insieme dell'interno mostra
una buona disposizione delle parti (in
In evidenza lo spazio frontale del cabinet, occupa¬
to totalmente, nei vani, dal DVD. dal CD-R.
dall'unità di backup DAT. dal drive floppy LS-120
La dotazione 6 veramente musuale.
verità più numerose del solito), mentre,
come dicevamo, lo spazio a disposizio¬
ne non è tra i piu ampi. Forse tutta la
più che esuberante dotazione avrebbe
meritato un vero tower, ma tant'é, an¬
che una simile scelta è ad "insindacabi¬
le giudizio"
IrJLrJLrJ
Il modello Cherry PS/2 in dotazione è una tastiera di buona fattura, seppure di non eccelsa classe.
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
217
Micro&Mega XSAV
Siamo sul reno dell'XSAV, e dall'alto in basso pos¬
siamo notare le porte PS/2, le USB a lato, seriali e
parallela, la SCSI esterna e le altre dei vari device
presenti ISoundBlaster, video SVGA e decoder
MPEG-2 del DVDI
Su tutto, è il caso di dire, troneggia la
motherboard Asus P2L97, scheda ma¬
dre abbastanza conosciuta ed affidabile,
in formato e standard ATX, per proces¬
sori Pentium II da 233 a 333 MHz, basa¬
ta sul recente chipset Intel 440LX con
supporto AGP La sua espandibilità è
garantita dalla presenza di 5 slot PCI, 2
ISA a 16 bit (per la precisione uno con¬
diviso tra PCI e ISA) ed uno AGP appun¬
to, al quale collegare le nuove, veloci
schede VGA disponibili per questo stan¬
dard. Per quanto riguarda la memoria di
sistema (di tipo EDO o SDRAM) essa è
espandibile fino a 384 MB attraverso
tre slot per i moduli DIMM da 168 pin
ed è dotata di controller PCI IDE Ultra
DMA/33 (con supporto fino a 4 device
IDE ed un LS-120), PIO mode 3&4,
DMA Mode 2 e capacità di dialogare
con unità disco di dimensioni maggiori
di 8,4 GB. A completare la dotazione,
poi, è presente un controller per floppy
fino a 2,88 MB, 2 porte seriali (16550
Fast UART), una porta parallela
ECP/EPP, le due USB, un opzionale
connettore IrDA TX/RX.
A corredo della Asus, poi, un'ampia
documentazione piu il CD-ROM "LAN-
Desk Client Manager” di Intel, per per¬
mettere il monitoraggio delle ventole,
218
della temperatura e delle tensioni di ali¬
mentazione.
La connessione AGP della scheda
verso la VGA, supporta sia i trasferi¬
menti 1 x AGP 1.0 (66 MHz) che 2x AGP
2.0 (133 MHz), quest'ultima sfruttando
entrambi i fronti d'onda del clock a 66
MHz, e la SVGA presente nel sistema è
una dei primi esemplari AGP in com¬
mercio, la 3DexPlorer 3000 della stessa
Asus, dotata di chip nVidia RIVA 128,
con supporto AGP in sola modalità 1 x e
4 MB di SGRAM a bordo. Le sue pre¬
stazioni, la qualità dell'immagine ed il
software in dotazione sono di buon li¬
vello, La scheda dispone di RAMDAC a
206 MHz e supporta una risoluzione
massima 2D 1600x1200 a 64K colori e
75 Hz di refresh, mentre in Truecolor
potrà viaggiare a 1280x1024 con refre¬
sh fino a 85 Hz. In ambito 3D, poi, per¬
mette di lavorare fino a 800x600 in pie¬
na tranquillità. Il suo supporto è assicu¬
rato, sotto Wm95 OSR2.1, dall'installa¬
zione di un nuovo modulo software per
la gestione della memoria AGP. mentre
sotto WinNT 4.0 essa dovrà essere usa¬
ta ancora in modalità DMA anziché DI¬
ME (Direct Memory Execute) e gli uten¬
ti di NT dovranno aspettare la release
5.0 che sfrutterà al meglio l’AGP nativo.
Parlare dell'adattatore SCSI Adaptec
AHA-2940UW-R, altra presenza rilevan¬
te. è quantomeno facile; si tratta di uno
dei controller più celebrati dall'utenza e
dagli addetti ai lavori, con ottime carat¬
teristiche di flessibilità e potenza. Offre
il pieno supporto per ogni device SCSI
(come CD-ROM, MO, streamer, DAT,
scanner, ecc.) secondo le specifiche
SCSI, SCSI-2. SCSI-3 e Ultra SCSI, e si
inserisce facilmente in qualunque slot
PCI master, potendo gestire fino a 15
periferiche Ultra SCSI La sua velocità di
trasferimento sincrona è di 40 MB/s.
mentre in asincrono è di 12 MB/s Tra
le sue più spiccate caratteristiche la ne¬
goziazione separata del protocollo sm-
crono/asmcrono per ciascun device del¬
la catena SCSI, il processore PhaseEn-
gine RISC integrato (che svolge le fun¬
zioni principali), la dotazione connettori
interni/esterm (16 bit Wide SCSI) ed il
supporto nativo in pratica per ogni siste¬
ma operativo in commercio.
Ad esso collegato, e nel rispetto delle
performance garantite, è presente uno
dei più efficienti harddisk sul mercato,
quell'IBM DCHS-39100 Ultra Wide SC¬
SI-2 da 9,1 GB, detto "Scorpion". uno
dei primi con velocità di rotazione di
10,000 giri/mm. Le sue caratteristiche
principali lo vedono capace di tempi di
Ecco come appare l'assemblaggio interno, non c'è molto spano, in verna, per l'aggiunta di altre panieri
che. ma duello che occorre è Quasi tutto già presente
Micro&Mega XSAV
accesso intorno ai 7 ms. con un tran¬
sfer rate di circa 40 MB/s, dispone di un
buffer di 512 KB ed è ottimamente ge¬
stito dall'interfaccia SCSI-2 dell'Adap-
tec; tra l'altro, intelligentemente, nel
Micro&Mega XSAV è stato partizionato
in due unità uguali, laddove nei comuni
bisogni di una utenza professionale la
prima partizione sarà dedicata al S.O.
ed agli applicativi mentre la seconda (o
il secondo HD) sarà ad esclusivo uso
dei dati (audio e video).
Continuando a scoprire l'interno, in ul¬
timo abbiamo la classica dotazione mul¬
timediale nella presenza di una Sound¬
Blaster AWE 64 che, sinceramente,
non ha bisogno di nessuna presentazio¬
ne, un componente affidabile e di buo¬
na qualità, che nell'ottica dell'unita in
esame è il mimmo per iniziare ad occu¬
parsi, magari semi-professionalmente,
di audio.
Drive e device
Tutto quello appena visto, che in sin¬
tesi non è una dotazione abbastanza co¬
mune, dà già il senso della potenza del¬
lo XSAV; ma una netta distinzione dalla
concorrenza più agguerrita è senz'altro
offerta dalla ricchissima dotazione di dri¬
ve e device in essa inserita, ad iniziare
dal floppy drive LS-120, unità capace di
offrire supporto alla memorizzazione fi¬
no a 120 MB su un solo dischetto (an¬
che se speciale). Perfettamente compa¬
tibile con un normale floppy drive (sia
nei formati che nell’uso degli stessi di¬
schetti), potrà essere usato anche co¬
me "bootable drive” (pensate di poter
avere su un solo dischetto un intero si¬
stema operativo!) e la sua velocità è fi¬
no a cinque volte superiore alla classica,
con i suoi dischi speciali, mentre con i
comuni supporti almeno tre volte. E' in
standard ATAPI e la sua installazione ri¬
chiede solo un posto hard disk libero,
anche se per il corretto e totale suo fun¬
zionamento avrà bisogno di essere rico¬
nosciuto dal BIOS della scheda madre
(e la Asus P2L97 ha questa possibilità).
Se il floppy LS-120 è una buona scel¬
ta, nell'ottica della capacità offerta
dall'unità, che dire delle due principali
periferiche multimediali presenti, cioè
del CD-R Philips CDD 3610 e del drive
DVD-ROM Pioneer DVD-A01 ? Il primo è
una ottima unità CD Writer sia di CD re¬
gistrabili che riscrivigli, in standard El-
DE, dotata di un'ampia gamma di for¬
mati compatibili (dal CD-DA a! CD-
ROM/XA, al CD-UDF, al multisessione,
CD-Video, Track At Once e Disk At On¬
ce) con velocità di lettura fino a 6,5x
(1,150 KB/sec) e scrittura a 2x (352
Un pnmo piano sulla
troneggiarne CPU
Pentium II. a 300
MHz, con m evidenza
anche la SVGA Asus
AGP. le sue perfor¬
mance sono di tutto
rispetto
KB/sec), nonché
buffer interno da
1 MB Svolge
egregiamente il
suo lavoro ed è
un'unità molto
versatile e com¬
pleta, che m sin¬
tesi ci consente
di avere più ca¬
pacità in un solo
device, mentre
altrettanto po¬
tente è il nuovis¬
simo supporto
DVD, qui presente con un'unità Pioneer
A01, anch'esso ATAPI, dotato di perfor¬
mance di ottimo livello. Le sue caratteri¬
stiche base sono la lettura dei
"single/dual layer” DVD, DVD-R, CD¬
ROM Mode 1/2, CD Audio, gode di un
trasfer rate in DVD-ROM di 1.38
MB/sec (mentre in ambito CD-ROM è
un 1 0x). con tempi di accesso intorno ai
120-150 ms e data buffer di 512 KB
Associato al drive Pioneer vi è la ne¬
cessaria scheda decoder MPEG-2. indi¬
spensabile per decodificare le produzio¬
ni in DVD, e che Pioneer (nell'ambito
OEM) ha scelto nella CineMaster della
Quadrant; molto evoluta, è una PnP
con ottime performance (testata in
playback full-screen full-motion già con
Pentium 90). ha a bordo hardware
Dolby AC-3 (per la decodifica dell'audio
surround), ed un ottimo software di ge¬
stione (detto Navigator, con un’ampia
gamma di settaggi). Dotata di un'uscita
video di buona qualità, la CineMaster
opererà in overlay sulla SVGA, e credia¬
mo che parte delle sue ottime perfor¬
mance vengano anche nell'unione con i
benefici dell'AGP
E se tutto ciò non bastasse,
nell'XSAV è presente anche un’unità di
Isolata nel primo piano, ecco la CineMaster scheda decoder MEPG-2 in dotazione al drive DVD Pioneer,
di produzione Quadrant. e una delle oiu diffuse, e pregevoli, nel panorama delle proposte nel nuovo stan¬
dard
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
219
Micro&Mega XSAV
appena visti, in ultimo, ci stavamo qua¬
si dimenticando il monitor in dotazio¬
ne, un Philips della serie Brillance mo¬
dello 107A. Si tratta di un 17 pollici di
rilievo, con controllo digitale, dot pitch
di 0,26 mm ed una risoluzione massi¬
ma di 1600x1280 (a 60 Hz). Con una
frequenza di refresh verticale fino ai
160 Hz. è dotato di controlli digitali, 16
"factory presets" preimpostati e 15
definibili dall'utente (nell'ampia gamma
dei parametri visivi da definire a piace¬
re), offrendo poi piena compatibilità
standard Vesa DDC nei protocolli
DDC1 e DDC2B.
La sua immagine è molto stabile e
nitida, l'affaticamento visivo è minimo
e nella gamma dei modelli da 17 pollici
a poco meno di un milione e mezzo di
lire ci sembra una scelta adeguata e ra¬
gionata.
Conclusioni
L'unità XSAV Micro&Mega ci sem¬
bra ben equilibrata e capace, sempre
tenendo a mente l'obiettivo per cui
viene offerta al pubblico; se da un lato
le componenti video e monitor (non¬
ché quella multimediale) sono scontate
e comuni, frutto di un'onesta scelta
per offrire l'indispensabile, la dotazione
hardware nell'immagazzinamento dei
dati (HD SCSI Ultra Wide più unità
backup DAT, oltre al simpatico LS-
120), e dei nuovi supporti (CD-Rw Phi¬
lips e DVD Pioneer) è molto mirata e
intelligente. Se stiamo parlando di
macchina da lavoro ("server" audio/vi¬
deo) è una buona base da cui iniziare;
d'altronde il suo prezzo non ci sembra
scandaloso.
KS
II completissimo menu
del Navigator Control
della CineMaster con
a lato il vero remote
control della gestione
DVD
In evidenza le proprietà
della CineMaster. deco¬
der MPEG-2 del DVD; il
controllo sul video Inlay e
Overlay, il formato video
out TV ed altro
Il settaggio del Navigator
Control della CineMaster.
nella scelta di una decina
di parametri da seleziona¬
re; in questo caso stiamo
mettendo a punto le sor¬
genti audio a disposizio¬
ne
backup di pregio, essendo il modello
C1537A della HP uno dei più capaci sul
mercato; si tratta infatti di un'unità DAT
Fast-SCSI2 a 12/24 GB basata sul for¬
mato Digital Data Storage-3 (DSS-3) che
offre tre volte la capacità e due volte il
transfer rate delle precedenti unità
DSS-2 (con cui è totalmente compatibi¬
le, cosi come rispetto al formato DSS).
Con capacità nativa di 12 GB ed un tran¬
sfer rate di almeno 1 MB/s (con punte
di 2.4 MB/s in data compression), sarà
in grado anche di memorizzare 24 GB
su un nastro da 125 m utilizzando com¬
pressione via hardware, e permettendo
quindi di stoccare una grande quantità
di dati in modo sicuro e veloce (adottan¬
do anche sofisticati sistemi di autoveri-
fica degli stessi scritti). Il nome HP, poi,
nella tecnologia data Storage di livello è
una sicurezza in più.
Il monitor
Nell'ampia gamma di componenti
Proprietà: Cinematici
Generate Cuttom | Driver | Ritorre |
ùnematter. revition 2.3. region 2
Videolnlay Control
F Enabte DirectDiaw Support tot Overlay»
F Demterlace by skipptng tecond lield
VGA Performance «ritti
True Color 124 Bit)
Low
Maximum hot coniai inlay parete
Maximum honzonlal overlay torace pacete
Analog Video Output Ide Screen
PAL
r NTSC
Contnuout DMA Memory
Reterve |256 ^ page» of 4KB (1024 KBl
220
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
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di Luca An gelelli
foglio di carta. Di fatto non c’è contatto fra
testina di stampa e supporto stesso. La
tecnologia Micro Dry e simile a quella a
sublimazione termica ed a trasferimento
termico: una testina porta a contatto il pig¬
mento con il supporto e tramite un pro¬
cesso meccanico e termico ne provoca la
fusione e la adesione in una quantità per¬
fettamente calibrabile. La differenza fra le
varie tecniche sta nella formulazione chi¬
mica degli inchiostri e nella modalità di
"fissaggio" al supporto. Nel caso del Mi¬
cro Dry esiste una unica testina di stampa
sulla quale alternativamente sono posizio¬
nate le cartucce (4 in tutto per i colori ne¬
ro, ciano, magenta e giallo) contenenti un
nastro sul quale è depositato il pigmento.
La testina preme il nastro sul supporto e
provoca l'adesione del colorante al sup¬
porto.
Visto che c'è una sola testina e quattro
diversi nastri la stampa a colori avviene in
quattro passaggi successivi, durante i
quali la stampante deposita sul supporto
un colore per volta. Quindi durante la
stampa il foglio fa "avanti e dietro" per
ben quattro volte, dimostrando una preci¬
sione notevole nel posizionamento del fo¬
glio sulla linea di stampa e nel trascina¬
mento. Se cosi non fosse anche piccoli di¬
sallineamenti nella deposizione dei tre co¬
lori fondamentali nella sintesi sottrattiva
porterebbero ad una perdita di qualità no¬
tevole.
Le quattro cartucce hanno su di un lato
un semplice codice a barre che ne per¬
mette il riconoscimento da parte del di¬
spositivo; in questo modo il posiziona¬
mento dei diversi colori sulla "rastrelliera"
che le supporta quando non sono in uso
non è determinante e l'MD 1000 sara
sempre in grado di trovare la cartuccia
giusta in ogni caso. Un vantaggio di avere
i vari colori totalmente separati è quello di
poter sostituire il solo nastro esaurito sen¬
za dover gettare l’intero pacco colore co-
Attualmente la tecno¬
logia di maggior diffusione fra le stampan¬
ti per SONO (Small Office Home Office) è
quella a getto di inchiostro nelle sue varie
implementazioni. In pratica quasi tutte le
stampanti a colori del costo inferiore al
milione di lire sono basate su questa tec¬
nologia. Eccezione in questa situazione è
questa periferica della ALPS che sfrutta
una tecnica caratteristica e proprietaria
chiamata Micro Dry.
Micro Dry
La ALPS annunciando la sua stampante
MD 1000 dichiara apertamente la supre¬
mazia della sua tecnologia rispetto a quel¬
la a getto di inchiostro. Ma come funziona
questo Micro Dry?
Nelle stampanti ink jet in qualche modo
l’inchiostro sotto forma di piccole gocce è
schizzato sul supporto, generalmente il
222
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
ALPS MD 1000
Costruttore:
Alps Electric (Irelandl Lttì. Clara Road. Millstreei
Town, Cork. Ireland Tel .353-29-70677, Fa*
.353-29-70603
Distributore VideoComputer s p a Via Antonelli
36, 10093 Collegno ITO)
Tel 101 11 403 48 28 - Fax 1011 ) 403.33 25
Prezzi (listino 4/12/97 IVA inclusa):
MD 1000 PC
MD 1000 Mac
Cartuccia Nera
Cartucce colon (cadauna)
Cartucce colori metallizzati (cadauna)
E 957 600
E 1 197 600
E 17 800
E 20.100
E 31 000
me accade nella quasi totalità delle stam¬
panti ink jet e nelle stampanti a trasferi¬
mento termico tradizionale.
La tecnica Micro Dry permette di effet¬
tuare operazioni particolari: ad esempio è
possibile stampare bianco su supporto ne¬
ro semplicemente utilizzando la cartuccia
di colore bianco, che la stampante ricono¬
scerà appena installata; oppure utilizzare
tinte metallizzate sempre impiegando na¬
stri con inchiostri particolari. Un'altra carat¬
teristica di questo tipo di stampante è
quella di poter stampare anche su tessu¬
ti:: l'immagine viene trasferita prima su di
un supporto particolare e da questo, con
l'aiuto di un ferro da stiro, sul tessuto.
Un'altra possibilità è quella utilizzata
nella stampa fotografica ad alta qualità: in
questo caso si impiega una carta panico-
lare, Photo Realistic Paper, e il nero è so¬
stituito da un "finish" ovvero un nastro
contenente una finitura che viene stesa
sopra l'immagine per fissarla e protegger¬
la. In questo modo si raggiunge la massi¬
ma risoluzione e qualità nella stampa a
colori.
La particolare formulazione degli inchio¬
stri e il tipo di adesione al suppono, a det¬
ta della ALPS, permette una superiorità ri¬
spetto alla tecnologia a getto di inchiostro
anche nella tenuta dei pigmenti nel tem¬
po soprattutto quando le stampe sono
esposte continuamente alla luce solare.
MD 1000
L'MD 1000 e l'ultima nata in casa AL¬
PS e si pone nel popolatissimo segmento
delle stampanti a colori del costo intorno
al milione di lire. L'MD 1000 e in grado di
utilizzare supporti fino all’A4, con una riso¬
luzione che su carta normale in modalità
monocromatica arriva fino a 1200x600
dpi, mentre nella stampa a colori raggiun¬
ge i 600x600 dpi Utilizzando la Photo
Realistic Paper si arriva a 1200x600 dpi
anche nella stampa a colori Di questo
modello esistono due versioni: una dedi¬
cata al mondo PC, in prova, e l’altra al
Le quattro cartucce Inero. cyan, magenta e giallo) sono alloggiate dietro lo sportello anteriore. Di qui una
alla volta sono prelevate e posizionate sul gruppo di stampa
Il colore viene depositato sul
supporto “fisicamente" trami¬
te questa testina che riscalda
e preme il nastro sul loglio
provocando la adesione del
pigmento
mondo MAC con la sostanziale differenza
dell'uso nella seconda della interfaccia
SCSI al posto della porta parallela
Nella confezione troviamo, oltre la
stampante, le quattro cartucce standard,
i driver di stampa per Windows 95 e 3.1,
il manuale (in lingua inglese), una cam¬
pionatura dei supporti messi a disposi¬
zione dalla ALPS, il set per la stampa su
tessuti e Print Artist by Sierra, un pro¬
gramma che aiuta l'utente nel creare bi¬
glietti di auguri, calendari, immagini da
trasferire su T-shirt...
L'installazione sotto
Windows 95 è semplice:
basta collegare la stam¬
pante al computer, alla
rete elettrica (lapalissia¬
no ma non si sa mai...),
caricare i driver di stam¬
pa e inserire le cartucce
nella stampante Per
quest'ultima operazione
abbiamo già detto che
non è importante l'ordi¬
ne in cui sono poste,
l'unica accortezza è quel¬
la di osservare il giusto
verso di inserimento. In
caso contrario alla prima
operazione di stampa il sistema si premu¬
rerà di indicarvi il problema.
La ALPS dichiara la MD 1000 una Pho¬
to Quality Color Printer, ovvero una stam¬
pante di qualità fotografica. È una dichiara¬
zione decisamente impegnativa, che ci
premureremo di verificare, ma che chiari¬
sce il tipo di uso che se ne può fare. Deci¬
samente, vista la tecnologia di stampa e il
costo dei materiali di consumo, l'uso elet¬
tivo è la stampa a colori di alta qualità. Nel
caso si debbano stampare molte pagine
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
223
ALPS MD 1000
di testo e saltuariamente immagini a colo¬
ri è bene orientare le proprie scelte in altra
direzione.
Come per tutte o quasi le tecnologie di
stampa la qualità dei risultati ottenuti di¬
pende dal tipo di supporto, problema que¬
sto comune a tutti i processi di stampa.
Parametro fondamentale con la tecnolo¬
gia Micro Dry è la perfetta e continua ade¬
sione dei pigmenti al supporto, il che por¬
ta alla ricerca di un tipo di carta relativa¬
mente liscio e in grado di trattenere il co¬
lorante in modo stabile. Caratteristiche di¬
verse da quelle richieste ad esempio dai
supporti dedicati alle stampanti a getto di
inchiostro, dove la caratteristica fonda¬
Osservando il nastro è
possibile vedere come
parte del colorante sia
stato asportato nel pro¬
cesso di stampa Nota
IimprobabileI per gli ad¬
detti alla sicurezza, i te¬
sti che stampate sono
leggibili svolgendo la
cartuccia del neroI
mentale è quella di non diffondere la sin¬
gola goccia. Tant'è che le carte specializ¬
zate per le ink jet mal si accoppiano alla
MD 1000
I migliori risultati, riferiti ovviamente alla
stampa di fotografie, si ottengono utiliz¬
zando una carta particolare denominata
dalla ALPS Photo Realistic Paper; risultati
di qualità appena inferiore si ottengono
con la High Grade Paper. La stampa su
carta normale da fotocopiatrice o stam¬
pante laser porta a risultati comunque ac¬
cettabili e, a detta
della casa costruttri¬
ce, superiori a quelli
ottenibili con stam¬
panti ink jet appunto
su carta normale.
Al momento della
stampa bisogna a-
vere cura di impo¬
stare correttamente il tipo di carta utilizza¬
to e il genere di immagine che si intende
fissare sul supporto. In questo modo il dri¬
ver di stampa sarà in grado di ottimizzare
il processo per ottenere i migliori risultati
possibili (figura 1).
Sul campo
Abbiamo effettuato varie prove con¬
centrandoci essenzialmente sulla
Stampa effettuata da
Photoshop 4 0. In al¬
cune zone sono per¬
cettibili delle leggere
stilature verticali do¬
vute alla non perfetta
continuità fra le zone
dì stampa adiacenti.
I migliori risultati si
ottengono utilizzando
supporti dedicati, a
sinistra la stampa ef¬
fettuata su carta High
Grade. ma risultati
più che discreti si ot¬
tengono anche con la
normale carta da fo¬
tocopiatrice, a destra
Figura 1 Questa é la finestra Proprietà
relativa alla ALPS MD 1000 In Questo
menu va effettuata la scelta del tipo di
supporto in uso. del tipo di originale che
si intende stampare oltre che la selezione
delle altre opzioni di stampa, Una corretta
impostazione di questi parametri è molto
importante perché permette al driver di
regolare il processo per ottenere il mi¬
glior risultato possibile.
ALPS MD 1000
ALPS MD 1000
Gannii. I OKU* P»« | Ceto. | Quahy | Imaga Senne. |
Doganali Ih» _ OnenteUon
| Automatic
Pacai la».
P Pam al
r LandKaca
r BpHoràonlC
□
Pacai jjouce
EK»Sea
J |A4 210 ■ 29? rum 3
FI
stampa di fotografie e di im¬
magini, campo di utilizzo d'ele¬
zione della MD 1000.
I migliori risultati li abbiamo ot¬
tenuti utilizzando la Hi Grade Pa¬
per fornita dalla ALPS. A confron¬
to con le stampe eseguite su
supporto convenzionale la diffe¬
renza sembra essere dovuta essenzial¬
mente ad una peggiore adesione dei colo¬
ri alla carta, il che lascia l'immagine più
Pi optici >1 ALPS MD 11)0(1
Ganaida | Dettaci1 Pacai | Colon | QuaMy Imaga SaSingi |
T Colse
r Bavella Page Oidei
P Automatic Feed
r Manuel leed
È*
roseo*
Redole Qat *Ai
or
Amia
C4m Meleti
r None
r
ruie Omart Matchng
r Match lei Burnii Glutea
r Match la Photogachi
r Match la GncXc Alt
Cdou Baiane.
Retta. Dataci»
or
Amia
OPCica
sgranata e con una densità dei colori infe¬
riore.
Su di alcune immagini, in particolari zo¬
ne, sono percettibili delle leggerissi¬
me linee di separazione dovute ad
una imperfetta continuità .tra le strisce
di stampa successive. È un difetto
sensibile solamente osservando le
stampe ad una distanza ridotta e
compare in modo discontinuo, non
per questo è meno fastidioso soprat¬
tutto perché viene a limitare una pre¬
stazione altrimenti buona.
Confrontando i risultati ottenuti con
la MD 1000 con una stampante a get¬
to di inchiostro di prezzo appena infe¬
riore possiamo dire che, consideran¬
do come supporto la normale carta
da fotocopiatrice, complessivamente
i risultati ottenuti dalla MD 1000 sono
Altri parametri di stampa quali la risoluzione, il
bilanciamento cromatico, il tipo di retino
vanno selezionati dai menu in cascata accessi¬
bili dalla cartella proprietà stampanti Per otte¬
nere i migliori risultati sono necessarie alcune
prove per raggiungere il corretto bilanciamen¬
to cromatico
ALPS MD 11M1»
Piupiicl.i ALPS MD 1000
Gemila | Dettaci | Pioe> Cdou | Qmtty | Imagi Swing. |
Cdou Fernet
<= Fui Cdou ICMYKI
r FUI Cdou |CMY. Frahl
CdouOpnort
Ratto. HdatAi
0K
Amia
ÈPOlca
leggermente superiori quanto a brillantez¬
za dei colori e definizione delle zone chia¬
re. Utilizzando i supporti specializzati, ov¬
vero la carta Hi Grade da un lato e un sup¬
porto per la resa di tipo fotografico dall’al¬
tro, è la ink jet a prendere il sopravvento
fornendo immagini superiori quanto a niti¬
dezza e bilanciamento dei colori.
Altro parametro da tenere in considera¬
zione è il tempo impiegato per la stampa.
Abbiamo utilizzato come riferimento due
immagini incluse nel set di prova messo a
punto da Andrea De Prisco per la prova
delle stampanti a getto di inchiostro. La
prima immagine è un file vettoriale realiz¬
zato, archiviato e stampato da Corel Draw,
la seconda una fotografia "trattata" con
Adobe Photoshop. Nel primo caso l'opera¬
zione è stata portata a termine in 5 minuti
e 35 secondi, nel secondo in 7 minuti e 5
secondi; il riferimento "ink |et" è stato più
veloce rispettivamente con 4 minuti e 13
secondi e con 2 primi e 10 secondi.
La marcata differenza nei tempi di
esecuzione è dovuta alla diversa tecno¬
logia di stampa ovvero al fatto che per
completare l'opera nel caso del Micro
Dry il foglio deve passare per la linea di
stampa per ben quattro volte mentre
nell’ink jet la miscelazione dei colori e
fatta all'istante e l'immagine è realizzata
in una sola passata
La risoluzione reale media della MD
1000, ricavata con la dima messa a punto
dalla redazione, è di 300 dpi, risultato inte¬
ressante e ottenuto sia utilizzando norma¬
le carta da fotocopiatrice, sia l'High Grade
Paper della ALPS. L'indice di autonomia
di MC è 37 ovvero l’MD 1000 è riuscita a
stampare 37 pagine del campione prima
di esaurire la cartuccia del nero.
In sintesi
Cenatale | Dettagli Paga) | Ccfcw Qua* | Irage Senne. |
Reato» QataAt
la MD-1000 è una stampante unica,
in grado di effettuare lavori
impossibili con altri disposi¬
tivi caratterizzati da un prez¬
zo paragonabile, una versa¬
tilità che potrebbe costitui¬
re da sola una motivazione
sufficiente a giustificarne
l'acquisto. Probabilmente la
tecnologia Micro Dry al mo¬
mento è quella in grado di
produrre i migliori risultati
quanto a immagini a colori
su carta comune con un
prezzo di acquisto della pe¬
riferica inferiore al milione.
Indicata dunque per coloro
che devono effettuare pa¬
recchie stampe a colori di
buona qualità su carta nor¬
male in formato A4 con un
investimento iniziale tutto
sommato contenuto.
0K
Ami.
SKfca
«35
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
225
di Francesco Petroni
I vari prodotti della
Claris nascono per il mercato Mac,
all'interno del quale occupano una posi¬
zione leader, ben consolidata nel corso
degli anni e delle versioni
Con l’affermarsi del sistema operati¬
vo Windows, la Claris Corporation di
Santa Clara, California, ha cominciato a
sviluppare anche le versioni per Win¬
dows dei propri prodotti, conservando
peraltro le loro caratteristiche originane,
che, in molti casi, sono tipiche dell'am¬
biente Mac e quindi non assomigliano a
quelle proprie di Windows.
Il ritmo con il quale vengono rilasciate
le nuove versioni è abbastanza sostenu¬
to, noi stessi abbiamo pubblicato le pro¬
ve di ClansWorks 4.0 e di FileMaker Pro
3.0 poco più di un anno fa.
Le notizie sulle novità, la descrizione
ed i prezzi dei vari prodotti, ed anche le
versioni trial degli stessi, sono visibili e
scarica bili dal sito Claris Ifigura 1).
Collocazione di
ClarisWorks Office 5.0
La Claris ha aggiunto la parola Office
al nome del suo Works, prodotto che
vanta, nel mondo, circa 15 milioni di uti¬
lizzatori (in maggioranza Mac), Il termi¬
ne Office è infatti diventato sinonimo di
suite di prodotti per utenti finali e quindi
anche ClarisWorks Office 5.0 é una sui¬
te di strumenti di produttività per l'uffi¬
cio, per la scuola, per la casa.
Le altre suite sono, come noto, quella
della Microsoft, che si chiama MS Offi¬
ce, quella della Lotus, che si chiama
SmartSuite, e quella della Corel, che si
chiama CorelOffice. Si tratta, in tutti e
tre i casi, di prodotti di classe superiore,
come prezzo e come funzionalità, ri¬
spetto a quelli della Claris.
Se confrontiamo la produzione Claris
con quella della casa leader, la Micro¬
soft, possiamo dire che Claris Office si
pone, come caratteristiche e come
prezzo, grosso modo a metà strada tra
226
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
ClarisWorks Office 5.0 e FileMaker Pro 4.0
MS Office, prodotto dichiaratamente
professionale, e MS Works, che invece
è destinato ad un utilizzo, altrettanto di¬
chiaratamente, small office oppure ho-
me.
Descrivono bene le caratteristiche di
ClarisWorks Office le dichiarazioni di
Ray Boggs, direttore di ricerca nello
"small business and home office" di
IDC/LINK, che ha cosi definito il pro¬
dotto: "ClarisWorks Office è ideale
per l'approccio informatico individuale
o di gruppo, offre moltissimo per
un'agevole gestione delle più comuni
attività. ClarisWorks Office comprende
diversi moduli software, utilizzabili in
modo semplice ed immediato, che
non occupano un enorme spazio sul
computer"
ClarisWorks Office comprende innan¬
zitutto ClarisWorks 5.0, che rispetto alla
precedente versione è stato arricchito
di una barra menu a pulsanti, persona¬
lizzabile, dell'accesso ad Internet me¬
diante linking dall'applicazione, median¬
te un traduttore nel formato HTML (Hy-
perText Mark-up Language) per garanti¬
re immediata portabilità dei documenti
su web.
Comprende poi Claris HomePage
2,0, strumento per la creazione istanta¬
nea di pagine web professionali.
Comprende infine più di 230 applica¬
zioni pronte all'uso, che includono i
JIAN BusinessBasic (Claris Edition), ed
un esteso set di modelli per una facile
gestione di vendite, marketing, finanza,
personale ed ufficio.
L’ambiente operativo
di ClarisWorks
E' caratterizzato, rispetto agli altri pro¬
dotti Office della concorrenza, sia
dall'univocità deH’ambiente operativo
che dall'univocità del tipo di file scritti
Infatti, se si realizza un documento di
testo, oppure un foglio di calcolo, oppu¬
re un disegno, ecc., il formato del file
che si salva è sempre lo stesso, il CWK
Se osservate bene la figura 3 notere¬
te che l'intero ClarisWorks è un'unica
applicazione, di tipo MDI, che contiene
al suo interno le varie finestre figlie con¬
tenenti a loro volta le singole applicazio¬
ni,
Sono in comune, ed esterni alle sin¬
gole finestre "figlie", il menu e la tool-
bar (barra dei pulsanti). Anche l'organiz¬
zazione interna della singola finestra/ap-
plicazione è unificata. A sinistra c'è
sempre il pannello con gli strumenti
ClarisWorks Office 5.0
e FileMaker Pro 4.0
Produttore :
Claris Corporation
Distributori :
Delta s.r.l Tel 0332/803111
Ingram Micro s p a Tel 02/957961
Alias s.r I Tel.0432/508958
CDC Pomi Tel 0587/2882
Prezzi UVA esclusa!
ClarisWorks Office 5 0 Ut
aggiornamenti lit
FileMaker Pro 4 0 Iper Windowsl Ut
FileMaker Pro 4 0 Iper Macl Lit
aggiornamenti Ut.
operativi, che si può attivare e
re con un apposito pulsantino posto in
basso sulla barra di stato, che a sua vol¬
ta comprende ulteriori pulsanti comuni.
249 000
175 000
399 000
499 000
199 000
disattiva-
come quello per lo zoom
Oltre a questi elementi visibili sono in
comune tra i cinque moduli Claris tutte
le funzionalità di tipo estetico, poi ovvia¬
mente, quelle di caricamento e di salva¬
taggio. di stampa, ecc.
Sono m comune anche alcune delle
funzionalità più evolute, come quelle
che consentono di inserire oggetti OLE
in qualsiasi tipo di lavoro.
Rientrano tra le funzionalità evolute
quelle che consentono di creare dei col¬
legamenti, sia verso siti Internet, ed in
questo caso si indica l'URL relativo, sia
verso altri documenti ClarisWorks In
questo caso, in un'apposita box, si indi¬
ca il nome del documento da collegare
ed un eventuale segnalibro, per un pun¬
tamento più preciso Possono essere
puntati oggetti grafici, celle del foglio
elettronico, ed altro
Da citare, infine, tra le funzionalità in
Ek Ho»* 7—v, e*** 1
4 *
j j i a jy j v
* Oc FW-» Ooi>É«
Siinply Powi-rful Soltwurr
tXJ VU4*-liti
Figura 1 - Claris - Il silo
Internet
Come al solito consiglia
mo gli interessati ai pro¬
dotti di cui parliamo di
lare una visitina al relati¬
vo sito Internet In quel¬
lo della Claris ivvvwv Cla¬
ris comi si possono tro¬
vare non solo intornia-
zioni, più dettagliate di
quelle che possiamo da¬
re noi m poche pagine,
ma anche versioni trial
dei prodotti stessi, utili
per provate per crede¬
re Una delle principali
novità delle nuove ver¬
sioni dei prodotti Claris
consiste proprio nelle
nuove e numerose aper¬
ture verso Internet
Figura 2 - ClarisWorks
5.0 - Inizio del lavoro
In questo collage vedia¬
mo sia la finestra nella
quale si sceglie il tipo di
lavoro da iniziare, tra i
sei possibili con Works
5 0. sia la lista con
l'elenco dei modelli di-
spomoili e delle applica¬
zioni realizzabili in ma¬
niera assistita con le ap¬
posite procedure Assist
Lavori di elaborazione
testi, lavori di grafica
vettoriale, disegni bit-
map. logli elettronici,
piccoli schedari con il
modulo database L'ulti¬
ma opzione, comunica¬
zioni. non la altro che ri¬
chiamare t'HyperTermi-
nal di Windows 95
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
227
ClarisWorks Office 5.0 e FileMaker Pro 4.0
Figura 4 - ClarisWorks 5.0 - Lavoro sul.. loglio di lavoro
Vediamo un lavoro, già di un ceno livello di complessità, realizzabile con il modulo
loglio elettronico Notiamo tre cose la qualità estetica raggiungibile dall'applica¬
zione. degna di., stampa, la possibilità di inserire, in qualsiasi modulo di Works,
elementi grafici, disegnati in proprio o prelevati dalle librerie, e la box nella quale
si scelgono le funzioni di calcolo necessarie all'applicazione che si sta realizzando.
Figura 3 - ClarisWorks 5 0 - Quattro lavori insieme.
L'intero ClarisWorks è un'unica applicazione, di ti¬
po MDI, che contiene al suo interno le varie fine¬
stre figlie che a loro volta contengono te singole
applicazioni Ci sono elementi operativi in comune,
esterni alle singole finestre, come il menu e la tool-
bar "volante ", ed elementi specifici per ciascun ti¬
po di finestra. Di questi, alcuni, come il pannello
degli strumenti, sono uguali per tutte le finestre, al¬
tri. come il righello dell'elaboratore testi, sono spe¬
cifici per quel tipo di applicazione.
comune, utilizzabili in quasiasi modulo,
un nuovo equation editor, creato da De¬
sign Science Ine.
ClarisWorks 5.0:
le novità
Figura 5 ClarisWorks
5 0 ■ Documento impe¬
gnativo
Questa figura dà la mi¬
sura di come il modulo
elaboratore testi di Clari¬
sWorks possa essere
spinto fino a diventare
un desktop publisher.
Le funzionalità per lavo¬
rare su più colonne, per
inserire figure oppure ri¬
quadri con testo, per ve¬
dere il documento a pa¬
gine affiancate, ed altre
ancora, consentono di
realizzare dei documenti
di carattere editoriale,
come brochure, new¬
sletter. ecc
L'elaboratore dei testi di ClarisWorks
5.0 dispone di una nuova pulsantiera,
personalizzabile usando un campionario
di un centinaio di tasti predefimti, di un
nuovo righello, di una nuova gestione,
più avanzata, delle tabulazioni, dei mar¬
gini e degli attributi di testo, come font,
Figura 6 - ClarisWorks
5 0 ■ Moduli grafici
Come già visto in figura
2. quando si inizia un
nuovo documento, si
può scegliere anche tra
grafica e disegno Nel
primo caso si realizzano
immagini vettoriali, nel
secondo caso immagini
bitmap. Tra i due compo¬
nenti della suite sono
sempre possibili.. scam
bi di favori. In pratica 6
possibile inserire ele¬
menti bitmap in un lavo¬
ro di tipo grafica e vice¬
versa, elementi vettoriali
su uno sfondo bitmap
E' possibile anche inseri¬
re nella composizione
elementi testuali lunghi
oppure elementi tabella¬
ri.
dimensioni e stili. E' possibile specifica¬
re un font di default e proteggere con
una password i documenti di tutti i tipi.
Nel foglio elettronico è ora possibile
nominare gruppi di celle o singole celle,
ed in questo modo si semplifica l'identi¬
ficazione delle formule e dei calcoli Tut¬
te le funzioni matematiche sono ora
istantaneamente disponibili grazie ad
uno specifico pulsante.
Il database di ClarisWorks 5.0 ora sup¬
porta campi multimediali, immagini e fil¬
mati QuickTime.
Sono state inserite 400 nuove imma¬
gini clipart (per un totale ora di 900) per
permettere all'utente una vasta gamma
di scelta nell'illustrazione e nella perso¬
nalizzazione dei documenti di tipo dise¬
gno o di qualsiasi altro tipo.
Grazie alla sua apertura verso tutte le
tecnologie è possibile utilizzare Clari¬
sWorks 5.0 anche per realizzare presen¬
tazioni elettroniche, dalle più tradizionali
(sequenze di slide) alle più interattive
228
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
ClarisWorks Office 5.0 e FileMaker Pro 4.0
(con molti rimandi) alle più multimediali
(con filmati e sonori).
Va citato infine il fatto che è stata no¬
tevolmente ampliata la dotazione di con¬
vertitori da e per le altre applicazioni, sia
per Macintosh che per Windows, per¬
mettendo a ClarisWorks 5.0 di essere
utilizzato anche in collaborazione con gli
altri programmi.
Claris FileMaker Pro 4.0
Claris FileMaker Pro, prodotto per
realizzare database, si posiziona su un
livello superiore rispetto al modulo data¬
base di ClarisWorks. Quest'ultimo è un
filer, con il quale si realizzano applicazio¬
ni "monotabella", mentre il primo si
può spingere fino ad applicazioni con
più tabelle relazionate tra di loro.
La filosofia è sempre quella Claris, la
ricerca di un equilibrio tra facilità d’uso
e potenza dell'applicazione realizzata,
Anche nel caso del FileMaker sono mol¬
to importanti i modelli di applicazione
già disponibili, ce ne sono ben 48 che
spaziano in vari campi dello small busi¬
ness e dell'home computing. Alcuni so¬
no anche pronti per il web.
Le problematiche relazionali risolvibili
con FileMaker Pro sono quelle standard
(uno a molti e uno a uno) e con queste
si possono costruire applicazioni di me¬
dia complessità, che abbiano, ad esem¬
pio, schede che interagiscono con più
tabelle.
Dal punto di vista operativo con File¬
Maker Pro sono possibili quattro moda¬
lità di lavoro:
Usa. Quando si opera sulla scheda
per eseguire le classiche operazioni di
inserimento, aggiornamento, cancella¬
zione.
Trova. Quando si vogliano, sempre
partendo dalla scheda, cercare i record
che soddisfino certe condizioni.
Formato scheda. E 1 l’editor della
scheda. Si attiva in fase di progettazio¬
ne dell'applicazione sia per creare la
struttura fisica del database, e quindi
campi, tipo di oggetto che li visualizza,
regole per l'immissione, relazioni, ecc.,
sia per definirne l'aspetto estetico. In
questa versione che, come diremo, è
orientata ad Internet, è possibile defini¬
re campi di tipo immagine nei quali in¬
serire figure GIF o JPEG.
Anteprima. Per la stampa in diretta
dell'oggetto attivo.
Poi ci sono i resoconti, che sono i re-
port con i quali vengono stampati i re¬
cord delle varie tabelle.
FileMaker Pro può essere usato an¬
che per realizzare applicazioni chiuse,
anche in multiutenza, da far gestire da
Figura 7 - Claris Homo-
Page 2.0 - Help in Iorma¬
lo HTML.
Claris HomePage è
l'HTML editor della casa
Il suo manuale, del quale
mostriamo l'indice, è,
ovviamente, in formato
HTML. Notare la presen¬
za di voci relative ad atti¬
vità più evolute della
semplice realizzazione di
una propria nome page,
ad esempio la creazione
di moduli interattivi e lo
scarico diretto del mate¬
riale sviluppato sul pro¬
prio server Internet
Bla.- i*i a±u a —1—U ±u _m jju
r J^iLi±j kjiiL-Ujd
Ui 2 .diim. 1 MU lukimliUivi
Home Page
mn r?|
P« 0 e lA.utu .1. Clan* Hum l’*H
VociòVocrffci
Maru txrccM IO Cartaio* IO Manupmc
Figura 8 ■ Claris FileMaker
Pro ri 0 - Al lavoro sulla
scheda
Altro titolo di punta nella
produzione Claris, oltre al
Works, è il FileMaker Pro
Si tratta di un prodotto si¬
tuabile a metà strada tra
un semplice liler monota¬
bella e un DBMS comple¬
to Consente di lavorare
su più tabelle che posso¬
no essere messe in rela¬
zione tra di loro. Vengono
"coperte" solo le tipolo¬
gie più semplici di relazio¬
ne delazioni uno a molti e
uno a uno, basate su un
solo campo di corrispon¬
denza,I che però costitui¬
scono la casistica più fre¬
quente. Nella figura vedia¬
mo come possano essere
realizzale schede basate
su più tabelle.
persone che non conoscono il prodotto,
ma debbono soprattutto lavorare sui da¬
ti. In questo caso si possono creare
schede di menu, si possono inserire
pulsanti che eseguono microprocedure
realizzate con il linguaggio Script del
prodotto, ecc.
FileMaker Pro: le novità
della versione 4.0
FileMaker Pro si pone su un livello su¬
periore rispetto a quello di ClarisWorks:
è un prodotto di classe "quasi" DBMS,
adatto ad un utilizzo da parte di un uten¬
te già sufficientemente esperto.
La nuova versione di FileMaker Pro è
disponibile per le piattaforme Windows
95, Windows NT, Windows 3.1 e Ma¬
cOS.
In termini di compatibilità FileMaker
Pro 4.0 utilizza gli stessi formati di file
della versione precedente, la 3.0, e
quindi non richiede nessuna conversio¬
ne degli archivi creati in precedenza
La novità più rilevante della nuova ver¬
sione consiste nella possibilità di pubbli¬
care i database direttamente sul web.
Poi ce ne sono altre, che non riguardano
il web. Ne citiamo alcune.
E' praticabile il drag and drop da e per
Excel. E’ possibile selezionare e trasci¬
nare i dati dei fogli di Excel direttamente
all'interno delle applicazioni FileMaker
Pro per trasformare i fogli elettronici in
database FileMaker Pro 4.0.
I testi, i campi e gli elementi grafici
possono essere ruotati di 90 gradi per
sistemare particolari tipi di schede.
La lista dei valori accettati da un cam¬
po può ora essere definita dal menu File
invece che dall'opzione formato campo.
E' stato aggiunto un nuovo metodo
di ricerca che permette di trovare
l'esatto valore contenuto in un campo.
Sono state aggiunte funzionalità per
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
229
ClarisWorks Office 5.0 e FileMaker Pro 4.0
Figura 9 - Claris File¬
Maker Pro 4.0 - Perso¬
nalizzazione dei pulsanti
e costruzione di script
FileMaker Pro può esse¬
re usato anche per rea¬
lizzare applicazioni chiu¬
se, da far utilizzare a
persone che non cono¬
scono il prodotto, ma
debbono lavorare sui da¬
ti. La personalizzazione
può sfruttare pulsanti
predefmiti e microproce-
dure scritte con il lin¬
guaggio Script interno di
FileMaker
Figura IO - Claris File¬
Maker Pro 4.0-11 databa¬
se sulla rete.
Diventa possibile acce¬
dere ai file realizzati con
FileMaker da qualsiasi
web browser, sfruttando
tutte le funzionalità del
database Si utilizza il
plug-m web companion
Si possono creare auto¬
maticamente pagine
HTML contenenti infor¬
mazioni strutturate, op¬
pure creare applicazioni
tradizionali che sfruttano,
come infrastruttura. In¬
ternet o Intranet. Tutto
ciò senza la necessità di
utilizzare un CGI tCom-
mon Gateway InterfaceI
addizionale e un softwa¬
re web server
Li Bonvonoto MkioioII InletMl I »i4im
Database dei dipendenti Dimostrazione
$tr l Pf tn fl DI NAMI CO
Scripting DINAMICO • STATICO
Il ■(•lodo STATICO fa 4utU«m«riU nfanminto * Ala. fama •imi* tutelalo da FUaMaka» Pio
Wab Coaipanion I Ala comprendono tutu i dettegli nacaaaan pai vtiutlrow* rHTML
eofifUtminl* Non * poitibila fu» uni loiWusona COMI daiUg Conauha liXiffina • nota
come U parta STATICA dal modulo apaciAra m modo aapkcdo il conlanuto degli (limanti dii
modulo («d ei empio i menu • compiila hanno tuUa la opnont apaciAcala)
U landò d melode DINAMICO, i cornane CDML rangono ilibocaU da PdaMakar Pio Web
Companion pai interroga»! un databili • generare d codici HTML per ilaminb coma i menu a
comparii, la cuaDi di nnAca. r piallanti radio, ace Pi» fari m modo che Web Companion
elebon una pagina DINAMICA, includi i comandi CDML dall URL nel Ala. par • a ampio
http //www ciani com/FMPro’Mb-Dipendenti fpMf-forr
Nota che abbiamo fatto *i modo che Wib Comparuon ilabon la pipita ipieiAcandò la paiola “
chiava PMPro P« una apraganom dettigjiata. aneline d Ali di
la gestione dei gruppi di utenti, per le
applicazioni da utilizzare in rete.
FileMaker Pro 4.0
e il web
Torniamo all'uso dei database di File¬
Maker sul web. Diventa possibile acce¬
dere ai file realizzati con FileMaker da
qualsiasi web browser, sfruttandone, se
necessario, tutte le funzionalità. Dispo¬
nendo di un accesso ad Internet o ad una
Intranet è possibile pubblicare i database
di FileMaker Pro sul web in due modi.
Pubblicazione web immediata, sfrut¬
tando il componente web companion di
FileMaker Pro, che consente di pubblica¬
re i propri database sul web in modo faci¬
le e veloce, senza dover modificare il da¬
tabase o dover creare pagine web in
HTML oppure file di formato. Tutti i file
hanno la stessa interfaccia, o aspetto, in
quanto viene specificata automaticamen¬
te dal web companion.
Pubblicazione web personalizzata,
sempre con web companion di File¬
Maker Pro, che consente anche di perso¬
nalizzare l'aspetto dei dati di FileMaker
Pro da pubblicare sul web. È necessario
creare dei file di formato, cioè delle pagi¬
ne HTML che contengono indicatori
CDML (Claris Dynamic Markup Langua-
ge) Gli indicatori CDML sono in pratica
dei marcatori particolari che abilitano l'in¬
terazione tra FileMaker Pro e le pagine
HTML standard.
Per creare dei file di formato occorre
quindi inserire gli opportuni marcatori
CDML in un documento HTML. Per crea¬
re automaticamente i file di formato si
può usare l'assistant di Claris HomePage
3.0 per FileMaker Pro (che però non fa
parte del prodotto).
Web companion visualizza una pagina
"splash" (creata dal proprietario del data¬
base o di tipo standard) che presenta la li¬
sta dei database disponibili. FileMaker
Pro 4.0 crea anche istantaneamente
un’interfaccia di facile utilizzo, completa
delle applet Java che permettono
all’utente di navigare, modificare, elimina¬
re o anche creare file nei database di File¬
Maker Pro 4.0. Esistono anche una serie
di funzionalità relative alla sicurezza per li¬
mitare i privilegi di accesso al browser.
FileMaker Pro 4.0 si può avvalere an¬
che della capacità di archiviare immagini
GIF o JPEG. Quando viene importata
un'immagine GIF o JPEG, questa viene
convertita per essere registrata nel data¬
base. Se viene selezionata l'opzione "ar¬
chivia immagini compatibili" ne viene re¬
gistrata anche una versione PICT. Quan¬
do FileMaker Pro 4.0 invia un'immagine a
un web browser invia comunque un'im¬
magine GIF o JPEG. Se non disponibile, il
formato registrato verrà convertito in
JPEG ”on thè fly",
E' possibile anche inviare e-mail attra¬
verso FileMaker Pro 4.0. Si tratta di una
caratteristica facilmente integrabile con le
applicazioni di posta elettronica più utiliz¬
zate, compreso Claris E-mailer. Questa
nuova caratteristica permette ai campi
"TO" e "CC" di ricevere i dati da un set
di record registrati.
E' possibile, infine, configurare i cam¬
pi per aprire automaticamente specifici
URL semplicemente con un clic. Sono
supportati URL di tipo HTTP, FTP, FILE
e MAILTO
Conclusioni
Ribadiamo quando detto all’inizio. Uno
degli slogan del ClarisWorks è simply
powerful software.
Da una parte semplicità d'uso e facilità
di installazione, dall'altra tutta la potenza
necessaria in un prodotto che debba for¬
nire soluzioni,
ClarisWorks è un prodotto poco esi¬
gente (ne esiste anche la versione su
floppy), non richiede né macchine parti¬
colarmente dotate, né tanto spazio su
HD. Se usato in situazioni small business
o home è probabile che, tra le centinaia
di modelli e di procedure assistite, si tro¬
vi subito quella giusta per cui non c'è ne¬
cessità di eseguire nessuna operazione
preliminare prima di cominciare a lavora¬
re. Ognuno di questi modelli costituisce,
in pratica, una microapplicazione già fun¬
zionante.
Per quanto riguarda FileMaker Pro il
fatto di permettere l'interazione, tramite
web, con i suoi database, è una novità
molto stimolante. Da approfondire. «£
230
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
INFOWARE
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PENTIUM 200 MMX 1.0110
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CYRIX/IBM M2 200 MMX 825
CYRIX/IBM M2 166 MMX 775
AMD K6 233 MMX 1.075
AMD K6 200 MMX 925
AMD K6 166 MMX 825
CONFIGURAZIONE PC
MB CHIPSET INTEL
TR ITO N II TX -512KB
16 MB RAM EDO
HARD DISK 2.1 GB E-lDE
SK VIDEO S3 TRI04 V2/DX
2 MB RAM
FLOPPY DISK 1.44Mb
2 PORTE SERIALI 165.50
I PORTA PARALLELA
TASTIERA 105 TASTI WIN 9.5
CASE DESK/MTOWER CE -
MOUSE SERIALE 3 TASTI
Orario: MAR/SAB 10.011 - 20.011
LUNEDI 13.00-20.00
MONITORS
14" MONITOR 1024x768 1)1(2. 265
IS" DIGITALE 0.28 34S
IS” DIGITAI.K 0.28 < CASSE 400
IS" DIGITAI.!''. 0.2S <• CASSK 4SS
17" DIGITAI.!-: 1024x768 028 695
17" DIGITAI.K 1600 025 995
19" DIGITAI.K 1600 026 USO
ACER IS"56COSI) .18S
ACER 17" 76IEOSD 935
NEC 14“ < 400 31S
NEC 15" A5II0 525
NEC 17" A7IIII 835
NEC 15" M500 685
NECI7-M700 I.IIS
NEC 15" K500 63S
NEC 17" E700 1.125
SONV 15“ CPDI00SX S70
SONV IS" CPDI00SFT 670
SONV 17" < TD200SX 1.070
SONY 17" CPD200SFT 1.300
SONY 17" 200PS 0.25 1600 I.S95
SONY 20" CPD300SFI 2.675
SONY 20" SK2 II.2S 1600 3.075
l'Illl.ll'S 14" 104 S 295
PHILIPS 15" 105 S 425
PHILIPS 15" 105 II SIO
l’HIMPS 15" IOSA 640
l'Illl.ll'S 17" 107 S 840
l'Illl.ll'S 17" 107 II 92S
l'Illl.ll'S 17" 107 A 1.235
NOKIA 15" 449X1 0.2S 565
NOKIA 15" 449XA 0.25 595
NOKIA 17" 447V 0.28 895
NOKIA 17" 417TV 0.28 1.375
NOKIA 17" 447X1 0.25 1.345
NOKIA 17" 447.XAV 0.25 1.475
NOKIA 19" 446XPKO 0.26 1.955
NOKIA 21" 445X1 0.22 1600 2.275
NOKIA LCD J00XA S-TFT 3.700
ADI 14" PROVISTA K/30 345
ADI 15" PROVISTA EMO 450
ADI 17" 5P+ 890
ADI 17" DUO 990
ADI 17" I7X+ 1.150
MASTER1ZZATORI
SONY CDU 9281. ATAPI INT. 625
SONY CDU 926 SCSI IN I 650
IIP 7100 INT. ATAPI 72S
IIP 7100 l'I.I'S EXT. PARAI.. 955
WAITEC W 12026/1 SCSI RISCR.97S
MITSUBISHI 2/6 SCSI SRISCR. 655
Pilli.IPS < 1)1)2600 SCSI INT 555
l'Illl.ll’S <1)1)3610 ATAPI RISC. 795
MITSUMI CR2600 INT.ATAPI SIS
YAMAHA CDR40I ITNT.ATAPI 755
YAMAHA < DR400I I INTRISI 1095
RKOli MP6200SR I.M.RISCR, 875
ADD-ON
CASE DESK / M UOVER CE 100
CASE TOWER CI. 175
CASE ATX DESK / MIDI CE 200
COLORA DO BACKUP3.2 GU/I 350
(TRI.PROMISE l'I.TRA-DMA 110
2SS
345
490
695
750
1.455
2.650
750
1.550
2S5
345
435
605
765
875
685
1.400
1.395
385
230
PROCESSORI
INTEL PENTIUM II 300 1.450
INTEL PENTIUM II 266 975
INTEL PENTIUM II 233 750
INTEL PENTIUM PRO 200 995
INTEL PENTIUM MMX 233 535
INTEL PENTIUM MMX 200 375
INTEL PENTIUM MMX 166 220
CYRIX/IIIM M2 MMX 200 200
CYRIX/IBM M2 MMX 166 150
AMD K6 233 MMX 445
AMD K6 200 MMX 305
AMD K6 166 MMX I9S
MEMORIE RAM
32MB EDO 601» 125
16 MB EDO 60 il» 60
8 MB EDO 60 iix 35
32 MB DIMM SDRAM 140
64 MB DIMM SDRAM 36S
SCHEDE MADRI
TRITONI! TX 512 145
QDITITANIUM 1X512 I7S
ODITHANIUM I X 512 Al X 215
ODI I.EGKND (PII) 345
ASUSTEKSP97-V tYGA 160
ASUSTEK TXI’4 220
ASUSTEK l'X-E 97 255
ASUSTEK I X (SOLO DIMM) 275
ASUSTEK TX-XE 97 ATX 285
ASUSTEK TX-XE 97 AI X • SII 325
ASUSTEK P2I.97 4401 X AGI’ 325
ASUSTEK P2I.97 . Al I 31) AGP 495
ASUSTEK P2I.97D* AGP DUAI. 675
ASUSTEK P2L97l)sl)UAI./SCSI 825
INTEL POR I I.AND (l'Il+SB) 295
IN I I I. Al l ANTA IPII tSIM A<;i')575
INTELAI LAMA (PII) 305
Ml<'KOSl'Alt MS6II7 (PIl/AGP) 255
MATROX
MILLENNIUM II 4MB 325
MILLENNIUM II 8MII 475
MILLENNIUM II4MBA<;P 335
EXP. 4MB v MILLENNIUM II 195
EXP.8MB \ MILLENNIUM II 320
EXP. 12MB X MILLENNIUM II 480
MYSTIQUK 220 2MB OEM 175
MYSTIQUK 220 4MB OEM 245
MYSTIQUK 220 4MB RETAII. 275
E:XP. 2MB » MYSTIQUK 75
EXI'. 4MB x MYSTIQUK. 105
EXP. 6MB A MYSTIQUK 175
KAINBOW RUNNKK 315
KAINBOW RUN'NER IA 225
KIT MYSTIQUE*KAINBOW 545
M3I) PROCESSOR 185
SCHEDE VIDEO
S3 TRI064 V2/DX PCI 2MB 60
S3 VIRGK 2D/3I) l)X 375 4MB 100
VGA ASUSTEK AGP-V3000 4M 11250
DIAMOND MONSTKR 3I)EX OEM 295
DIAMOND MONSTKR JDEX RET.355
3DEX VOODOO GRAPHICS CHIP 24»
ATI XI'KRTWW'ORK 4MB RETAIL32S
ATI XPKRTn'I'LU 4MB RETAII. 35»
Molline tecnica lei. 06/86.07.478 - INTERNET l'vxv'v.inlownre.il - intoware(/ijpiiblibyte.i|
Prezzi X 1000 iva esclusa - validi dal 01.01.98 ad esaurimento e S max. 1700 - Finanziamenti - Carta Aura - POS/Bancomat - parcheggio clienti
TOSHIBA
SATELLITE 220CS 2.700
SATELLITE PRO 440 CDX 3.550
SATELLITE PRO 440 CD ! 4.7S0
SATELLITE PRO 460 < DT 6.050
TECRA 520 CDT 6.500
TECRA 530 CDT 6.900
TET RA 740 CDT 8.0S0
TECRA 750 CDT 8.050
PORI FX.'E 660 CDT II.OSO
PORTEGE 300 CT 5.200
LIBRETTO 50 CT 2.550
CD-ROM / DVD
GOI.DSTAR/PACKARI) BELI. Sa 95
ACER /GOLDSTAR24X 130
CREATIVE 120
TOSHIBA 24X 135
PHILIPS 24X 145
PIONEER 24X 145
PIONEER I2XSCSI 230
NEC 24X SCSI 225
PLEXTOR SCSI 300
l>V D PH ILIPS_NOVITÀ' 55S
DVD CREATIVE _ NOVI TÀ' 600
HARD DISK
1.6 QUANTUM STRATOS 250
2.1 SAMSUNG 255
2.1 QUANTUM STRATOS 295
2. 1 QUANTUM FIKKB AL I.SK 305
3.2 SEAGATE ULTRA-ATA 340
3.2 QUANTUM STRATOS 320
3,2. QUANTUM 1IREBA ELSE 350
4.3 QUANTUM CYCLONE 32S
4.3 SEAGATE ULTRA-ATA 425
4.3 OHANTUMKIKE BALI.sk 435
4.3 WESTERN DIGITAL U-ATA 445
6.5 QUANTUM CYCLONE 445
6.5 QUANTUM STRATOS 540
6.5 IBM DESKSTAK5 540
8.4 QUANTUM ITKL1LYU.SI; 715
MODEM
US ROBOTICS 33.6 INT / EST 215
US ROBOTiCS 33.6 FLASH 245
US ROBOTICS MESSAGE PI.US275
US ROBOTICS 56K PCMCIA 295
US ROBOTICS ISDN imeni» 190
US ROBO TICS ISDN esterno 320
DIGICOM 33.6 interno 180
DIGICOM 56K «termi 275
TIIUNDERCOM 33.6 ini.VOICE 125
TIIUNDERCOM 33.6 «I.VOICE 140
PHILIPS 33.6 «termi VOICE 150
MOTOROLA SURFER 56K ini. 215
MOTOROLA SURFER 56K «I. 255
MOTOROLA ISDN «terno 320
MOTOROLA PCMCIA 315
CREATIVE
SBI6P&P0F;M 75
SII 16 l'&PRFTIAIL 95
SB AWE 64 STANDARD OEM 135
SK VIDEO EXXTREME 4MB 195
SB AWE 64 PAP GOLD 305
DISCOVERY 64/24x P&PNKW 275
DISCOVERY AW64GOI.IHDVD 475
VIDEO BI.ASTER WEBCAM 255
SCANNER
IIP SCANJET 5P 455
IIP SCANJET 6100C 1.245
LOGITECH PAGESCAN PAR. 255
LOGITECH FREESCAN PAR. 385
MUSTEK SCANEXPR 600SKI' 190
MUSTEK SCANEXPR 6000P 195
MUSTEK SCAN EX PK 120II0P 285
MUSTEK SCANEXPR I2000S 370
MUSTEK PARAGON 6001ICD/SP2S5
MUSTEK PARAGON 800IIKP 315
MUSTEK PARAGON 1200 SI' 475
MUSTEK PARAGON PRO A3 1.650
TEXAS INSTRUMENTS
TEXAS EXTENSA 355 2.050
MMX.
TEXAS EXTENSA 390C NEW 3.200
TEXAS E X T ENSA 3')Q< X NKMASOQ
TEXAS EXTENSA 620 CD 2.900
TEXAS EXTENSA 620 CDT 3.475
TEXAS EXTENSA 650 < I) 3.000
TEXAS EXTENSA 650 CDT 3.725
TEXAS EXTENSA 670 CD 3.750
TEXAS EXTENSA 670 < D I 4.975
TEXAS EXTENSA 900 CD 2.725
TEXAS EXTENSA 900 CDT 3.725
TEXAS TRAVELMATE 6160 6.625
TEXAS TRAVELMATE 7062 7.47S
STAMPANTI
EPSON STYLUS 300
EPSON STYLUS 400
EPSON STYLUS 600
EPSON STYLUS 800
EPSON ST YLUS 1000
EPSON STYLUS 1520
EPSON STYLUS 3000
EPSON STYLUS PHOTO
EPSON STYLUS PRO XI. <
IIP DJ 400 I.
IIP DJ 670 C
IIP DJ 690 C+
IIP DJ 870 CXI
IIP DJ 890 C
IIP II00CNKW AJ6PPMM
IIP LJ 6 I.
IIP I.J 6 P
IIPOFFK KJKTPKO II50C
CANON B.IC80
CANON 250 ♦EMTCLOP.
CANON BJC4200 PHOTO* KXCJI0
CANON BJC4JOO*KNCICLOP. 335
CANON BJC620 SIS
CANON BJ<' 4550<EN<T< I.OP. 585
CANON BJC4650<KN<T< EOI'. 635
CANON BJC 7000 765
SCSI HARD DISK /CTRL
395
465
535
695
605
675
1.075
975
2.1 tl-SCSI III FIREBAI.I.Sl -
3.2 ll-SCSI III ITREKAI.I.SI
4.3 U-SCSI III ITRKBAI.I.ST
6.5 U-SCSI III FTREBAI.I.S I
4.3 U-S(SI III IBM
4.3 W-SCSI IBM
4.5 SEAGATECHEF.TAII imiti»
4.5 W-SCSI QUAN II M VI I.AS II
9 W-SCSI QUANTUM AT I.AS II 1.575
1.575
120
490
9 U-SCSI III AITASI
AVA 1505 ISA KIT
AHA 2940 U-WIDK KIT
IOMEGA
/.IPATAPI INTERNO
/.IP PARAI.I.KLO/SCSI ES I.
ZIP SCSI interno < CTRL
ZIP PLUS PA R AL I.I;l- O/SCSI
ZIP ZOOM SCSI mlpt.
DITTO interno
DITTO «terno
DITTO MAX interna 7 Gli
JAZZ interno
JAZZ «terno
JAZ TRAVELI.KR SCSI/PAK
PCMCIA SCSI ADAPT ER
LOGITECH
PHOT SERIALE-PS/2
MOUSEMAN
MOUSEMAN+
MOUSEMAN CORDLKSS PRO
TRACKMAN MARBI.K
SONY DIGITAL CAMERA
SONY DSC-FI 4MB 640x480 1.175
DPP-MS5 STAMPANTI: COLORI 850
FIFA 98 £.75.000
185
265
275
_3JB
90
200
275
JOt)
SIS
695
100
200
50
7S
95
125
140
Distributori:
Tiaxdata Italia srl
Via Ponchielli A,
20063 Cernusco S/N IMI)
Tel 1021 92112092, Fax (02) 92112047
email: iraxd8ta OliiBnl .vol.it
Internet httpV/www troxdala.com
Prezzi (IVA esclusa listino 1/11/1997);
Tia.wnter SCSI KIT ISA E 160 000
Tra.wnter SCSI KIT PCI E 172 000
Parallel Port Kit esterno
EASY 2X6X E 1 040 000
Kit masterizzazione esterno
EASY2X6X £ 851 00
Pressa CD labelling kit £ 75 000
Software Just Audio £ 93 000
Quando si ha a che fare
con la scrittura di CD-R. la cosiddetta
masterizzazione, Traxdata è uno di quei
nomi da tenere presente. L'offerta di
questa ditta copre tutte le necessità
dell'utente sia piccolo che grande, par¬
tendo dai masterizzaton "semplici" fino
ad arrivare alle unità dedicate alla dupli¬
cazione in grado di produrre contempo¬
raneamente più copie del CD originale.
Per entrare in contatto con la produ¬
zione Traxdata ci siamo fatti inviare una
serie di prodotti destinati essenzialmen¬
te al mercato SOHO, espressione cripti¬
ca che sta per Small Office Home Offi¬
ce, a significare un' utenza composta
essenzialmente "personale" sia essa
casalinga o aziendale
L'impressione che subito si ha esami¬
nando il contenuto delle confezioni dei
vari apparecchi è che la Traxdata abbia
voluto offrire un oggetto corredato di
tutto quanto necessario per un uso im¬
mediato, senza dover acquistare quegli
accessori indispensabili ma non propria¬
mente connessi con il prodotto stesso.
Addirittura la Traxdata acclude alla con¬
fezione persino il pennarello in grado di
scrivere sulla faccia superiore del CD-R
in modo indelebile e senza danneggiare
il supporto.
La gamma dei masterizzatori Traxdata
va dai modelli più semplici capaci di una
velocità di scrittura 2X fino ai modelli in
grado non solo di incidere i CD-R ma
anche i CD-RW. Attualmente in catalo¬
go ci sono tipi diversi: il 2X6X, 4X6X,
2X2X6X, 4X2X6. 4X12X Queste sigle
indicano le velocità di lettura e scrittura
sia dei CD-R che dei CD-RW Ad esem¬
pio un 4X2X6X è un apparecchio in gra¬
do di incidere i CD-R ad una velocità di
4X. i CD-RW a 2X e leggere i supporti a
6X. Di questi 5 modelli esistono le ver¬
sioni dedicate al montaggio sia all'inter¬
no del PC sia all'esterno. Nel primo ca¬
so l'interfaccia con il sistema può esse¬
re sia SCSI che EIDE, nel secondo caso
SCSI o via porta parallela. Tutte queste
possibilità danno luogo a diversi modelli
in grado di soddisfare veramente tutte
le esigenze. Non mancano inoltre i mo¬
delli specializzati per il mondo MAC con
un apposito software dedicato.
A necessario complemento degli ap¬
parecchi la Traxdata commercializza an¬
che i supporti ovvero i CD-R ed i CD-
RW Attualmente sono in vendita CD-R
cosiddetti gold, definizione derivata dal
tipico colore del supporto, ma è in cor¬
so la loro sostituzione con il tipo deno¬
minato CD-R Silver più resistente al ca¬
lore e ai raggi ultravioletti. Con la stessa
formulazione del polimero utilizzato nei
CD Silver la Traxdata ha presentato il
DVD-R ovvero il supporto scrivibile nel
nuovo formato oramai in via di diffusio¬
ne e nel corso del 1998 presenterà il
DVD-RW ovvero la versione riscrivibile
del Digital Versatile Disc.
Traxdata CDE2604P e
CDE2605EL
I masterizzatori che sono giunti in re¬
dazione sono modelli esterni ovvero ca¬
ratterizzati dall'essere alloggiati in un
mobile a parte e quindi facilmente tra¬
sportabili e collegabili da un PC ad un al-
232
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Traxdata: di tutto un po'!
Óve r v iew
i
tro. Entrambi i modelli sono del tipo
2X6X ovvero sono in grado di incidere i
CD-R a 2 volte la velocità nominale e
leggere i supporti a 6.
Il CDE2604P può essere collegato al
computer in due modi diversi, sia attra¬
verso un controller SCSI, sia, utilizzan¬
do un apposito adattatore, attraverso la
porta parallela; il CDE2605EL invece
ammette solamente connessioni del
primo tipo,
Più che di masterizzatori è corretto
parlare, come fa giustamente la casa
costruttrice, di kit di masterizzazione in
quanto le confezioni contengono tutto il
necessario per permettere l'operazione
di scrittura appena conclusa l'installa¬
zione. oltre all'apparecchio vero e pro¬
prio è presente il software di masteriz¬
zazione, sia in versione per Windows
95 che per Windows 3.1, il software
per la scrittura in modo UDF, due CD-R
vergini, il cavo di alimentazione, il cavo
di collegamento al PC e il pennarello
per scrivere sulla parte superiore del
supporto. In realtà i due apparecchi so¬
no identici e si basano su una meccani¬
ca di origine Philips di sicura affidabilità
e precisione.
Sul pannello frontale è presente il co¬
mando di apertura del cassetto ed il
controllo per il volume della presa cuffia
adiacente mentre sul pannello di fondo
ci sono l'interruttore di accensione, il
selettore per indirizzo SCSI, la presa di
alimentazione con accanto una uscita
per alimentare un altro dispositivo, due
prese SCSI e i pin RCA dell'uscita au¬
dio.
Il modello per porta parallela è dotato
di un adattatore che permette la con¬
nessione della porta SCSI presente il
masterizzatore alla porta parallela del
PC. In questo modo l'apparecchio può
essere utilizzato in pratica da tutti i Per¬
sonal, in particolar modo anche dai por¬
tatili, senza ricorrere all' altrimenti indi¬
spensabile controller SCSI.
Si aprono in questo modo prospettive
del tutto nuove per la archiviazione dei
dati in ambiti non convenzionali. Ovvero
l’utente è in grado di incidere i propri
CD-R in luoghi che non siano il proprio
ufficio o abitazione.
I colleghi della nostra consorella AU-
DIOreview, dedicata alla Hi-Fi e alla
Elettroacustica, sono stati subito attratti
da questo modello perché è l'elemento
che consente di creare il vero studio di
registrazione portatile. Utilizzando una
scheda audio di buona qualità (e ovvia¬
mente microfoni che nulla hanno a che
fare con quelli normalmente venduti nei
negozi di PC) è possibile effettuare le
registrazioni audio
su HD, elaborarle
sul posto e, final¬
mente, salvare il la¬
voro su di un sup¬
porto capiente e
"universale". In
questo modo fra
l'altro il la durata
possibile della regi¬
strazione non è più
limitata dalla ca¬
pienza dell'HD e il
costo per minuto
di registrazione ef¬
fettuato e salvato
diminuisce drasti¬
camente. Fra gli
utenti possibili di
un simile modus
operandi ci sono
ad esempio i fonici
che curano la ripre¬
sa e/o il doppiaggio
dei film. Restere¬
ste stupiti nel sa¬
pere quanti film
che appaiono nelle
sale certificate
THX hanno colon¬
ne sonore e parla¬
to registrate ed
elaborate su PC
utilizzando vari tipi
di compressione
dei dati audio. AU-
DIOreview si occu¬
perà di questo in¬
teressante argo¬
mento con tutta
probabilità nel nu¬
mero di Marzo
prossimo venturo.
Ora il problema è
se lo scrittore col¬
legato via parallela
al PC sia in grado di compiere adeguata-
mente il suo lavoro. L'installazione è ve¬
ramente molto semplice: è sufficiente
collegare l'adattatore da un lato allo
scrittore e dall'altro alla porta parallela,
installare il driver per Windows 95 per
avere l'apparecchio perfettamente fun¬
zionante. Per la connessione della
I modelli Traxdata
CDE2604P la sinistrai
e CDE2605EL differi¬
scono sostanzialmente
per la presenza nel pri¬
mo di un cavo adatta¬
tore che permette di
collegare la presa SCSI
presente sul retro degli
apparecchi alla porta
parallela de! PC.
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
233
OverView
Traxdata: di tutto un po'!
zato i CD-R tipo
gold e tipo "azzur¬
ro". Se il successo
di una masterizza¬
zione di un CD
contenente dati si
controlla semplice-
mente inserendo il
CD in un lettore,
quella di tracce au¬
dio va controllata
in un impianto ad
alta fedeltà per ve¬
rificare che il pro¬
cesso non abbia introdotto artefatti, co¬
me dei brevi tic oppure leggerissime va¬
riazioni timbriche. Nelle nostre prove
non sono emersi problemi di questo tipo
a garanzia dell’efficacia dell'adattatore e
della funzionalità del driver software
Stessi risultati si ottengono con il mo¬
dello CDE2605EL, cosa che non ci sor¬
prende considerando la connessione SCSI
e l’affidabilità della meccanica utilizzata
I software di scrittura UDF, Adaptec
Direct CD e CeQuadrat PacketCD, per¬
mettono di scrivere sul CD-R come se
questi fosse una unità logica alla stre¬
gua di un floppy o di un HD. Per questo
inizialmente il supporto viene formatta¬
to e alla fine della operazione di scrittu¬
ra, effettuabile anche in tempi diversi,
"chiuso" e reso leggibile in qualsiasi
lettore.
Una volta realizzati i
propri CD sorge il pro¬
blema di personalizzarli
e renderli riconoscibili
A questo scopo il kit
PreesIT permette di
realizzare su particolari
logli adesivi le etichet¬
te da incollare con pre¬
cisione sui supporti I
processo è molto em-
plice e non richiede at¬
trezzature particolari se
non il centratore tornito
a corredo e i fogli ade¬
sivi pretaghatr
stampante è disponibile sul cavo adatta¬
tore una presa ad hoc in modo da per¬
mettere l'uso di questa essenziale peri¬
ferica senza costringere all'installazione
di una seconda porta parallela.
Consiglio fondamentale riportato sul
foglio con le indicazioni riguardanti l'in¬
stallazione è quello di impostare la porta
parallela in modalità EPP (Enhanced Pa-
rallel Porti per migliorare la capacità di
trasferimento dati. Nelle piastre madri
con controller I/O integrato (praticamen¬
te la totalità dei casi) questa variazione
va fatta dal BIOS del sistema.
Abbiamo effettuato varie “incisioni"
utilizzando diversi programmi e diversi
supporti portando sempre a termine
l'operazione con successo. Abbiamo
utilizzato come programmi di masteriz¬
zazione Win On CD, fornito in bundle
con il CDE2604P, Easy CD Pro fornito
con il CDE2605EL, Easy CD Creator De
Luxe 3.0; come supporti abbiamo utiliz¬
zar chi non avesse necessità di collegare una peri¬
ferica SCSI, ad esempio un mastenzzatore, la
Traxdata propone due modelli, uno per slot ISA e
l'altro per PCI Vista la esigua differenza di prezzo
consigliamo caldamente il secondo tipo
234
Traxdata di tutto un po'!
OverView
Assieme ai masterizzatori la Traxdata
ci ha inviato una serie di dispositivi
egualmente importanti nel processo di
scrittura.
SCSI Controller
Per coloro che volessero o dovessero
utilizzare uno scrittore SCSI e non fos¬
sero dotati dell'indispensabile control¬
ler, la Traxdata offre due modelli diversi
di questo dispositivo, uno di tipo ISA e
uno di tipo PCI denominati rispettiva¬
mente ACC001 e ACC002. La confezio¬
ne comprende, oltre la scheda vera e
propria, i necessari driver, il cavo SCSI
per la connessione di una unità interna,
un CD-R e uno sdoppiatore di alimenta¬
zione, un accessorio quasi banale di cui
si sente la necessità quando si va a
montare un nuovo dispositivo e son fini¬
te tutte le prese di alimentazione dispo¬
nibili nel cabinet del PC.
Entrambi i controller si basano su
chipset della AdvanSys, permettono la
connessione di un massimo di 7 perife¬
riche SCSI e supportano la modalità
Bus Mastermg. La dotazione driver è
completa e ne permette l'utilizzo prati¬
camente sotto tutti i sistemi operativi
utilizzati su PC.
Vista la modesta differenza fra i prezzi
di acquisto ci permettiamo di consiglia¬
re l'acquisto del modello PCI in grado di
garantire prestazioni superiori (20 MB/s
massimi contro i 10 MB/s del modello
ISA). Va puntualizzato che questi dispo¬
sitivi possono essere utilizzati con qual¬
siasi tipo di periferica SCSI (HD, scan¬
ner, CD-ROM ) e non solamente con
gli scrittori.
Traxdata Just Audio
Per dare la possibilità di creare in pro¬
prio CD Audio, la Traxdata commercia¬
lizza questo pacchetto software. Il pro¬
gramma specifico si chiama Just Audio
e permette, oltre alla organizzazione
delle tracce e la incisione del supporto
anche delle operazioni sulle tracce mu¬
sicali: declick, ovvero l’eliminazione dei
rumori impulsivi presenti nelle vecchie
registrazioni, tipiche della riproduzione
di vecchi dischi in vinile; trim, elimina¬
zione degli spazi vuoti all'inizio e alla fi¬
ne della traccia; maxvol, incremento del
livello di registrazione fino al limite su¬
periore possibile per il supporto allo
scopo di sfruttare tutta la dinamica
dell'audio digitale.
Accanto al programma Just Audio nel
pacchetto è compreso anche ToGo!
Uraxdata Jvstf&udlv
CD-ROM } database, file System
l*ff. l°f¥T"_
A 09/18/971111
A 09/18/97 IVI?
• _J PlOQT Aui}
• _J PiOQt»nF**»
• _J P'0»*r*n
_J Porto luto
• .J Quc*l*d
• -I »EDtl£P
®Top97 32 **«v
©T*S7 32p»
30730076 WSVEDo
360304 pani
N«w CO
Just Audio 6 un programma che permette di creare i propri CD Audio m modo semplice ed intuitivo Carat¬
teristica particolare è la possibilità di compiere alcune elaborazioni sulla traccia come ad esempio la rimo¬
zione dei rumori impulsivi tdeclickl per migliorarne la qualità
4.0, programma di masterizzazione ge¬
nerai purpose e Speed'o'Meter, una uti¬
lity che permette di stabilire le massime
velocità di lettura e scrittura raggiungibi¬
li con il sistema in uso. Nella confezione
sono inclusi due cavi per collegare la
scheda audio presente nel PC all'im¬
pianto Hi-Fi, un adattatore Jack da pic¬
colo a grande, e un supporto vergine
Caratteristico del pacchetto è un uso
intuitivo e volutamente semplificato ri¬
spetto a programmi sì più versatili ma
anche più costosi.
PressIT
L'ultimo accessorio è l'etichettatrice
di CD. Ebbene dopo che si è preparato
il proprio CD, magari una compilation
delle proprie canzoni preferite, è impor¬
tante rendere il CD "riconoscibile" fra i
gli altri posseduti. Il modo più semplice
è quello di scrivere il contenuto con un
pennarello sulla parte superiore del
supporto. Certo questa è una soluzione
efficace ma, a meno di essere degli ar¬
tisti, il risultato finale potrebbe non es¬
sere esteticamente valido. La soluzione
definitiva è quella di creare delle eti¬
chette. da incollare sul supporto, diret¬
tamente con il computer e stamparle
con la stampante posseduta. Il proble¬
ma sta nella necessità di creare delle
etichette adesive circolari e di attaccar¬
le con precisione sul CD in modo da
non "squilibrarlo" Tutti gli automobili¬
sti sanno che quando una ruota non è
equilibrata questa tende a vibrare a fre¬
quenze variabili con la velocità. Lo stes¬
so accade con ì CD nel lettore, se l'eti¬
chetta non è centrata il CD vibra e la
lettura può risultare difficoltosa o addi¬
rittura impossibile
Il problema è risolto dal kit PressIT
nella sua globalità: il software in dota¬
zione permette di creare le proprie eti¬
chette con i programmi di grafica più
diffusi e di stamparle su di un foglio
adesivo particolare in formato A4 sul
quale sono presenti, pretaglìate, le eti¬
chette da incollare sul supporto. Prepa¬
rati gli adesivi, la precisione dell'incol¬
laggio è garantita da un centratore for¬
nito a corredo. In pratica il processo è
tanto semplice che ci vuole più tempo
a descriverlo che a metterlo in pratica.
A questo punto termina questa velo¬
ce carrellata sui prodotti Traxdata. L'of¬
ferta di questa dinamica ditta è in
realtà vastissima e in continua evolu¬
zione. Certamente torneremo presto a
considerare altri prodotti dedicati ad
una utenza specializzata e/o professio¬
nale.
«g
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
235
Produttore:
Shamrock Technology Co LTD
Taiwan
Distributore:
Geolek
Via Torino, 10- Padova.
Tel 049/9003510
Prezzi UVA esclusa!
605T-S
705T-S
C708T
L 425.000
L. 950 000
L 1.099 000
Shamrock: tre monitor
per
ogni esigenza
In attesa che ì monitor
a cristalli liquidi diventino una alter¬
nativa ai tradizionali CRT raggiungen¬
do prezzi più abbordabili, attualmente
la scelta per il consumatore rimane
vincolata ai classici modelli a tubo ca¬
todico, ingombranti e pesanti si, ma
con una qualità impareggiabile.
Ci sono alcuni parametri essenziali
da guardare quando si sceglie un mo¬
nitor. Il primo elemento è la larghez¬
za fisica del monitor. Un monitor da
20" si vede sicuramente meglio di
uno da 15", ed è più adatto a chi uti¬
lizza alte risoluzioni: è ovvio che uno
schermo grande consente una mi¬
gliore visione del desktop e delle ap¬
plicazioni. Con un monitor grande si
può anche scegliere una risoluzione
superiore senza problemi per l'oc¬
chio, e diventa quindi la scelta per
chi lavora in grafica o vuole avere
con un colpo d'occhio una intera pa¬
gina di un word processor o di una
applicazione multimediale.
I monitor grandi costano parecchio
di più di quelli piccoli e sono anche
molto più ingombranti, attenzione
quindi a valutare la scelta di un tipo
piuttosto che di un altro se si utilizza
il computer solo per videogame.
Un altro parametro essenziale è il
dot pitch, o diametro del singolo pun¬
to sullo schermo: più questa misura
è piccola maggiore sarà la definizio¬
ne, e quindi la nitidezza, dell'immagi¬
ne.
Terzo parametro da valutare è la ri¬
soluzione supportata, ed è questo un
parametro da considerare insieme al¬
le dimensioni del monitor: come già
spiegato ci sembra poco sensato uti¬
lizzare una risoluzione di 1280X1024
pixel su un monitor inferiore ai 17".
Non che non sia possibile, ma se
questo è il vostro uso abituale allora
è bene cominciare a valutare l'acqui¬
sto di un monitor da almeno 17".
I monitor Shamrock
I prodotti utilizzati per questa Over¬
View sono tre monitor Shamrock: il
"piccolo" 15” 505TS e due 17". il
C708T ed il 705TS.
II 15" ed il modello 705TS arrivano ad
una risoluzione massima di 1280X1024,
mentre il "fratellone" da 17" modello
C708T arriva fino a 1600X1200: natural¬
mente questa è solo la caratteristica più
evidente che li differenzia ma in realtà
le diversità sono numerose e le vedre¬
mo caso per caso.
La funzione O.S.D.
La caratteristica più evidente di tutta
la serie Shamrock è l’OSD, On Screen
Display, un menu che permette di vede¬
re direttamente sullo schermo la confi¬
gurazione del monitor e regolare i livelli
direttamente dal pannello frontale.
L'OSD, come si vede anche nelle nostre
fotografie, consente anche di visualizza¬
re le frequenze orizzontali e verticali di
scanning. Tutto ciò è possibile grazie
alTutilizzo di un microprocessore che
permette di effettuare tali regolazioni in
digitale, consentendoci, inoltre, di ese¬
guire decine di combinazioni memorizza-
bili ed automaticamente richiamabili:
236
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
OverView
Shamrock: tre monitor per ogni esigenza .
ogni configurazione può avere numerosi
modi di deformazione dell'Immagine,
dalla "quadratura" alla rotazione dell'im¬
magine ai classici controlli "alto" e
"basso".
Il menu di O.S.D scompare dopo una
decina di secondi se non si preme nes¬
sun tasto.
15”505TS
Si tratta di un classico monitor 15"
Plug&Play adattabile all'uso domestico
per la maggior parte delle applicazioni.
Ha una frequenza di scan automatica
che varia tra 30 e 69 kHz sull'orizzonta¬
le e tra 47 e 130 Hz sul verticale, ed è
naturalmente equipaggiato con tutti gli
standard di risparmio energetico. Il con¬
sumo massimo è di 95 watt, la risposta
video è di 110 MHz nominali.
Il monitor infatti segue gli standard
EPA, VESA DPMS e NUTEK TCO 1992.
Se collegato ad una scheda video e
motherboard che supportano le caratte¬
ristiche di risparmio energetico, il moni¬
tor in modalità sleep consuma non più
di 8 watt, quasi nulla. In questa moda¬
lità il led di accensione da verde muta
in arancione.
Per quel che riguarda altre specifiche
tecniche il monitor ha un dot pitch di
0.28 mm ed una immagine visibile di
è operata automaticamente.
17” 705TS
13.8"; il peso dell'apparecchio è nella
media, poco più di 12 chili.
Sul frontale del monitor si trovano so¬
lamente il pulsante di accensione ed i
comandi che
pilotano l"SD:
il tasto Func-
tion attiva il
menu e per¬
mette di sce¬
gliere fra le
varie funzioni,
il tasto Adjust
invece cam¬
bia i livelli di
ogni singola
funzione. Il re¬
tro non pre¬
senta ingressi
o regolazioni
particolari: c'è
solo il cordo¬
ne da collega-
re alla scheda
video e la va¬
schetta per il
cavo dell’ali¬
mentazione,
tutto il moni¬
tor è poggiato
su una base
regolabile.
La funzione
di degaussing
Esternamente molto simile al model¬
lo precedente, il monitor da 17" model¬
lo 705TS ha in realtà tutta una serie di
caratteristiche e funzioni diverse.
Tecnicamente è un monitor con una
immagine visibile da 16" e di un dot pit¬
ch da 0.25 mm, lo schermo è trattato
con sistemi antiriflesso e antistatici.
La frequenza orizzontale di scan varia
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
237
OverView
Shamrock: tre monitor per ogni esigenza
oooooo
'.AVI. MJJIIsi i l «Merlo» UAIUS
da 30 a 88 kHz e quella verticale da 47
a 130 Hz, per quanto riguarda i risparmi
energetici vale il discorso fatto prece¬
dentemente: il consumo minimo è di 8
watt. Il consumo massimo cambia, ov¬
viamente, trattandosi di un monitor di
dimensioni maggiori: si arriva fino a
135 watt, stesso discorso del peso che
qui raggiunge quasi i 20 chili. La rispo¬
sta video arriva fino a 135 MHz nomi¬
nali.
Il frontale si differenzia dal modello
precedente per la presenza di alcuni
bottoni in più: si tratta di Status e Save.
Il primo fa apparire una finestra com¬
pleta dell'O.S.D, che su questo monitor
presenta qualche novità, sono state in¬
fatti aggiunte alcune funzioni seleziona¬
bili come il de¬
gauss automatico
o manuale ed alcu¬
ni controlli su colo¬
re. Oltre ad un con¬
trollo sui segnali
RGB è possibile
operare anche sulla
temperatura del
colore, selezionabi¬
le da 9300 K a
6500 K.
Il pulsante Save
consente di salvare
la configurazione
voluta, ma in effetti
se viene seleziona¬
ta la modalità Auto
us, Ancne n peso
è inferiore, di circa
due chili per un to¬
tale di 17.5 kg, il
consumo minimo
rimane invece
sempre di 8 watt.
La frequenza
orizzontale di scan
varia sempre tra
30 e 88 kHz men¬
tre la verticale
oscilla tra 47 e 130
Hz: anche questo
monitor ha tutte le
funzioni disponibili
a schermo grazie
all’O.S.D.
La funzione
O.S.D. contiene ul-
li differenze tecniche.
Innanzitutto arriva fino ad una risolu¬
zione di 1600X1200 di gran lunga mag¬
giore del modello precedente, anche se
l'immagine visibile risulta essere di
15.7", leggermente inferiore dell'altro
modello.
La maggiore risoluzione ne fa un mo¬
nitor compatibile con la maggior parte
delle schede video professionali per PC,
ed è anche compatibile, come il model¬
lo precedente, con Apple Mac II grazie
all'utilizzo di un connettore opzionale
economico.
La risposta video è uguale a quella
del modello precedente, 135 MHz no¬
minali, mentre il consumo massimo è
leggermente inferiore, 130 watt contro
tutti i settaggi
possono es¬
sere salvati
automatica-
mente in me¬
moria: il pul¬
sante Save è
utilizzabile so¬
lo quando si
sceglie l'op¬
zione Manua¬
le per salvare
i parametri.
17”
C708T
Il fratello
maggiore del¬
la famiglia è
esternamente
un monitor si¬
mile al prece¬
dente, ma
con sostanzia-
teriori nuove funzioni, tra cui la possibi¬
lità di rinominare la marca del monitor,
che appare in sovrimpressione con gli
altri settaggi. Come nel modello prece¬
dente la funzione degaussing è selezio¬
nabile in maniera automatica o manuale,
mentre tra le nuove funzioni dell'O.S.D
ci sono alcune modifiche alle dimensioni
degli angoli e alla posizione dello scher¬
mo visibile.
Conclusione
Tutti noi odiamo leggere i manuali quan¬
do si tratta di installare una periferica, e
guardiamo quindi con favore l'hardwa-
re, come i monitor, che richiedono poca
attenzione da questo punto di vista e
sono forse l'unica vera periferica
Plug&Play che funziona meglio. Alcuni
monitor cominciano a farsi complicati, e
richiedono qualche informazione sup¬
plementare, i monitor Shamrock invece
non necessitano praticamente di alcuna
istruzione, anche il menu dei vari set¬
taggi che viene fuori a comando non
presenta nessuna difficoltà ^
238
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
BUTTERFLY SERIES
* Incorporateci since 1983
* ISO-9002 certificate
* 2-year free warranty
* 6-Month one-to-one
replacement
* 200K monthly output
LUCKY STAR
TAIWAN MANUFACTURER
LUCKY STAR TECHNOLOGY CO., LTD.
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TEL: 39-587288306
FAX: 39-587288312
Papà, chi comanda fra te
e mamma?» «Che domandel lo, natu¬
ralmente: tua madre è solo quella che
prende le decisioni; io ho il controllo del
telecomando», spiegava al figlioletto
adottivo il protagonista di Mighty Aphro-
dite, recente ed esilarante commedia di
Woody Alien; anche Arbore, del resto,
cantava qualche anno fa che «Tu nella
vita comandi fino a quando / hai stretto
in mano il tuo telecomando». Entrambi
si riferivano specificamente al teleco¬
mando del TVColor. a tutt'oggi uno de¬
gli oggetti piu diffusi nei soggiorni, sa¬
lotti e tinelli di mezzo mondo. Ma nel
caso degli appassionati di elettronica di
consumo che amano riempirsi la casa
degli apparecchi più disparati, e in parti¬
colare nel caso degli appassionati di au¬
dio e ancor più di Home Theater. il tele¬
comando è cresciuto e si è moltiplicato
ad un ritmo piuttosto veloce, fino al
punto preoccupante di annullare parte
dei benefici di comodità operativa che
ne rappresentano la principale ragion
d'essere. Gli apparecchi della catena
audio-video ormai sempre più spesso
integrata sono da un lato aumentati di
numero e dall'altro proseguono nella lo¬
ro evoluzione: nella tipica catena audio
di dieci anni fa, nulla o quasi era «tele-
comandato»; oggi, a parte i lettori CD
dotati di controllo remoto fin dalla nasci¬
ta, sono sempre più numerosi, ad
esempio, gli amplificatori integrati o i
preamplificatori, anche di fascia elevata
o esoterici, dotati di telecomando, per
non parlare naturalmente di DVD, video¬
registratori, lettori laserdisc, processori
Dolby Pro-Logic e via di questo passo.
La faccenda si è ulteriormente compli¬
cata con la crescente integrazione dei
Produttore
Ruw:do. Austria
Distributore:
Nabla. V.a F Palasciano. 29/31. Tal. (06) 58204263
Prezzo (IVA inclusa)
Ut. 231.000
PC domestici nella cosiddetta «stanza
multimediale»: il PC è sempre più capa¬
ce di interagire con apparecchi audio e
video, nonché di funzioni proprie come
la fruizione di programmi televisivi in
una finestra sullo schermo; funzioni an-
ch'esse spesso e volentieri telecoman¬
date. Tutto questo pone, come accen¬
navamo poc'anzi, problemi di praticità
spesso significativi (se per manovrare il
mio impianto devo prima trovare e poi
manovrare più di due telecomandi, la
comodità operativa va allegramente a
farsi benedirei e apre d’altra parte un
mercato per dispositivi specializzati: te¬
lecomandi «universali» in grado di sosti¬
tuirne diversi altri o capaci di essere co¬
munque facilmente «addestrati» per la
bisogna sono da parecchio tempo sul
mercato. Più che una novità, l'eccellen¬
te «Cyberclick» rappresenta dunque un
po' lo stato dell'arte raggiunto da que¬
sto tipo di dispositivi. Realizzato da un
costruttore austriaco di nome «Ruwi-
do», specializzato proprio in «Solutions
in infrared & electronics», il Cyberclick
consente di controllare per la maggior
parte delle loro funzioni un TVColor, un
videoregistratore, un ricevitore satellita¬
re, un lettore CD, un registratore a cas¬
sette (non abbiamo potuto verificarlo,
ma crediamo che nulla osti alla sostitu¬
zione del deck a cassette analogico con
un più moderno e fedele DAT da tavo¬
lo), un sintonizzatore, un amplificatore
(o un preamplificatore), e last but not
least un personal computer, evidente¬
mente e finalmente considerato come
un anello della catena audio-video do¬
mestica; il tutto senza finire per ripro¬
durre la complessità della selva dei tele¬
comandi e assumere un peso e una
stazza da portaerei, ma mantenendo an¬
zi una leggerezza, un’ergonomia e una
facilità d'uso tipica dei più moderni e
ben progettati telecomandi «semplici»;
anche l'aspetto estetico appare allinea-
240
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
Cyberclick: controllo totale
OverView
quella di comandare praticamente un
intero impianto audio-video anche
piuttosto complesso con un unico te¬
lecomando, cui si fa presto ad abituar¬
si e alla quale è poi praticamente im¬
possibile rinunciare. Il vero asso nella
manica del Cyberclick, tuttavia, risiede
proprio sul versante informatico: a
parte la comodità di poter intervenire
sulle impostazioni utili nell'uso «tradi¬
zionale» (compreso l'accesso al data¬
base dei codici, e il controllo della loro
eventuale ricerca) dal programma for¬
nito col PC, e di poter utilizzare il tele¬
comando (e in particolare il comodo
«tastone» centrale) in luogo del mou¬
se. la possibilità a mio avviso più inte¬
ressante è quella che consente di pro¬
grammare praticamente ogni genere
di «macro» (ovvero sequenze di istru¬
zioni) associandole a diversi tasti del
telecomando. Dal banale (ma como¬
dissimo) lancio di Explorer o Netscape
con annesso collegamento PPP alla
semplice pressione del tasto «Inter¬
net» alle più complesse sequenze
all'interno delle applicazioni di uso più
frequente, il Cyberclick, magari unito
ad un videoproiettore, o a un moder¬
no TVColor capace di accettare segna¬
li video provenienti dal PC (e di mo¬
strarli in tutta la loro risoluzione), farà
la felicità di tutti coloro che hanno
che
piccolo pro¬
blema, ma si trat¬
ta di occasioni particola¬
ri in cui si potrà ricorrere al te¬
lecomando originario o meglio ai
pulsanti sul cabinet); una comodità,
to con le più recenti tendenze del de¬
sign in questo campo, tradendo con
le sue forme arrotondate un'imposta¬
zione più tipicamente europea. La
confezione include il telecomando ve¬
ro e proprio con la sua base, un'unità
ricevente da collegare all'apposita
porta seriale del computer (il PC non
comprende di norma nella sua dota¬
zione un telecomando, a parte qual¬
che modello multimediale; l'unità ri¬
cevente del Cyberclick comprende
anche una porta «passante» cui ricol¬
legare il familiare mouse, che potrà
dunque essere usato in contempora¬
nea al telecomando), e ben tre ma¬
nuali (in tedesco con traduzione a
fronte in ottimo inglese) rispettiva¬
mente dedicati alle impostazioni per il
controllo degli apparecchi «tradiziona¬
li» (consistenti in pratica nella digita¬
zione dei codici o nella loro ricerca
tramite il telecomando stesso),
all'uso come evolutissimo e versatilis¬
simo «mouse senza fili» per il PC
(con tanto di programma di controllo
fornito per sistemi operativi Windows
95 e NT 4.0 su CD-ROM) e alla rac¬
colta davvero completa di codici, che
esaurisce o quasi ogni possibile com¬
binazione di apparecchi disponibili
nelle case o nei negozi. Esaurita la fa¬
se di «istruzione» preliminare (parti¬
colarmente agevole la ricerca dei co¬
dici, laddove non si riesca immediata¬
mente ad azzeccare le giuste combina
zioni per tentativi, visto che alcuni mar¬
chi hanno un gran numero di codici per
le varie generazioni di apparecchi), l’uso
con le tradizionali elettroniche audio-vi¬
deo e con il TVColor risulta subito age¬
vole e intuitivo, con ben pochi sacrifici
di comodità e versatilità (soltanto
alcuni videoregistratori «top»
di qualche anno fa, che
in luogo dei più
moderni menu
avevano pulsanti dedicati alle singole
funzioni, ad esempio per
l'editing, pongono a
mio avviso
qual-
sempre sognato
di poter manovrare il loro
PC preferito standosene co¬
modamente spaparanzati in poltrona.
Con l'aggiunta dì una tastiera ad infra¬
rossi potremmo anche lavorare in pieno
relax; a patto, naturalmente, di averne
ancora voglia: compagno Bertinotti, 35
ore sono pur sempre troppe; l'orario di
lavoro dovrebbe tendere a zero!
241
PROVE & PRODOTTI di Andrea de Prisco
Libidine I Quando ho a che fare, anche
solo per un breve periodo, con apparati
di fotografia digitale di natura spiccata-
mente professionale, non riesco più a
controllare le mie emozioni e mi ritrovo
a combattere con quel mio particolare
stato d'animo incandescente che non
fatico a definire "estasi godereccia ".
Sembrerò il solito esagerato, ma avendo
questo mese a disposizione per una pro¬
va su MC un "portentoso " dorso digita¬
le professionale da svariate le svariate...I
decine di milioni, vi assicuro che l'emo¬
zione prende il sopravvento.
Del resto, l'oggetto di questa prova è
un prodotto molto particolare, dedicato
all'utenza cosi professionale., che più
professionale non si può, in grado di
fornire immagini digitali dirette, senza
passare dalla pellicola, da quasi - tene¬
tevi forte! - centocinquanta megabyte.
Questo grazie alla sua risoluzione reale-
non-interpolata di ben 7.000x7.000
pixel, che in un sol boccone polverizza
d'un fiato qualsiasi altra risoluzione gra¬
fica ottenibile con le emergenti tecnolo¬
gie dei sensori CCD superficiali, tanto in
voga di questi tempi Scendendo nei
dettagli, il Phase One PowerPhase è di
un dorso digitale "a scansione ", basato
su un sensore CCD trilineare, da appli¬
care al posto del magazzino porta pel li-
cola delle fotocamere di fascia alta. Pro¬
prio come uno scanner professionale
Iquale, di fatto, è) si collega via interfac¬
cia SCSI a un computer Macintosh o
Phase One PowerPhase
Ouesin e l'Immagine ripiesa dal
dorso digitale durante lo scatto del¬
la loto d'apertura Notate l'esten¬
sione della protondita di campo gra¬
zie al basculaggio della fotocamera
Windows, di potenza me¬
dio-alta, dotato di una con¬
grua quantità di memoria
RAM e di spazio disponibile
su hard disk viste le dimen¬
sioni in gioco dei file imma¬
gine generati. La versione
provata in queste pagine,
distribuita in esclusiva dalla
Fowa di Torino, si "aggan¬
cia " alle note fotocamere
Hasselblad le conta, cosi,
sui portentosi obiettivi Cari
Zeiss di quel sistemai ma lo
stesso dorso, differente so¬
lo nella parte meccanica di
aggancio al corpo macchi¬
na, esiste anche per altre fotocamere
professionali medio formato oltre che in
versione chàssis per le professionali ba-
sculanti/decentrabili a banco ottico
Senza voler per questo anticipare a
tutti i costi le conclusioni che troverete
al termine di quest'articolo, è mutile
sottolineare che i risultati ottenibili dal
PowerPhase sono assolutamente inec¬
cepibili sia per quel che riguarda l'eleva¬
ta risoluzione grafica a disposizione, sia
in merito alle capacità cromatiche del
dispositivo. E del resto da un prodotto
di questo tipo, dedicato esclusivamente
all'utilizzo altamente professionale <con-
siderato anche il prezzo di vendita
dell'oggetto) non era proprio ipotizzabile
accettare qualcosa di meno. Tutto qui.
242
MCmicrocomputer n 180 - gennaio 1998
Il Phase One PoweiPhase non e che un "semplice scatolollìno nero ~ Icosia, pero, quasi sessanta milioni II
da applicare alle lotocamere professionali Sul lato la porta SCSI per il collegamento al computer .
Facciamo
un passo indietro
Dicevamo, prima, che il PowerPhase
è un dorso digitale "a scansione". Spie¬
gare questo concetto, con tutti gli an¬
nessi e connessi che andremo ora ad il¬
lustrare, ai lettori di MCmicrocomputer
è probabilmente una delle cose più faci¬
li che mi siano mai capitate. Infatti, per
dirla in breve, un dorso digitale "a scan¬
sione" si comporta dal punto di vista
funzionale e operativo né più né meno
come uno scanner piano, economico o
professionale che sia. Anche il software
di gestione, come vedremo meglio tra
breve, non differisce molto nell'impo¬
stazione generale dai driver degli scan¬
ner piani o per pellicola (preview, corre¬
zione contrasto, alte luci, ombre, profili
ColorSync, ecc.), naturalmente con l'ag¬
giunta di alcune funzionalità superiori,
specificamente implementate per l'uti¬
lizzo fotografico dell'apparecchio e tali
da non confondere il fotografo profes¬
sionista al lavoro, ben abituato a ragio¬
nare in termini di diaframma, tempi
d'esposizione, sensibilità ISO dei mate¬
riali, ecc ecc. La soluzione del dorso
elettronico installato sulla propria foto¬
camera ha in più il vantaggio che
l'aspetto digitale, innovativo riguardo il
modo di lavorare del fotografo, occupa
se vogliamo solo un'appendice finale,
Phase One PowerPhase
Produttore:
Phase One Denmark A/S
Roskildevei 39
DK - 2000 Frederiksberg - Danimarca
Distributore:
Fowa Professional SpA
Via Tabacchi, 29
10132 Tonno-Tel 011/81441
Prezzi al pubblico (IVA esclusal
PowerPhase 7 000x7.000 pixel, interfaccia SCSI,
alimentatore, sw di gestione L 59.000.000
StudioKit 3.500x3.500 pixel, interfaccia SCSI, ali¬
mentatore, sw di gestione, fotocamera Hasselblad
501C, magazzino portapellicola 120, obiettivo Cari
Zeiss Planar 80/2.8 L 28.800.000
NB II Power Macintosh 9600/200 visibile nella fo¬
to d'apertura di quest'articolo non fa. ovviamente,
parte del kit Phase One Per questa "prova su
strada" la macchina ci è stata gentilmente messa
a disposizione dalla EasyByte 106/59208041 che
ringraziamo per la squisita disponibilità.
sebbene non trascurabile!, della lavora¬
zione complessiva. Il fotografo posizio¬
nerà le sue luci come al solito, utilizzerà
i propri obiettivi e le proprie fotocame¬
re, comporrà l'inquadratura come ha
sempre fatto e solo al momento del
"click” agirà sul pulsante del mouse e
non su quello dell'abituale scatto flessi¬
bile. Per essere più precisi, i click saran¬
no due: col primo effettuerà il preview
dell'immagine, col secondo effettuerà
l'acquisizione vera e propria dopo aver
regolato ancora qualche parametro fon¬
damentale sul computer (non ultima la
risoluzione utilizzata e il formato croma¬
tico desiderato, RGB o CMYK).
Rispetto ad uno scanner, per cosi di¬
re, "normale", nel caso del dorso digita¬
ta versione più economica, il Phase One StudioKit. è offerta in "bundle " con una fotocamera Hasselblad a
un prezzo di vendita estremamente vantaggioso. Sempre in rapporto alla tipologìa di prodotto, s'mtendel
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
243
le posizionato al posto del magazzino
portapellicola delle fotocamere tradizio¬
nali, l'originale da acquisire non è un do¬
cumento reale, tangibile ed osservabile
anche ad occhio nudo, ma è l'immagine
virtuale riprodotta dall'obiettivo di ripre¬
sa puntato sul soggetto. La stessa im¬
magine che avrebbe impressionato la
pellicola fotografica viene "rubata" al
volo dal sensore CCD che si muove lun¬
go il piano di messa a fuoco e immedia¬
tamente trasformata in digitale e spedi¬
ta al computer via SCSI dall'ampia se¬
zione elettronica di conversione A/D
Tre schermale del
software di gestione II
"look " 6 assai simile a
quello dei driver degli
scanner, con in più al¬
cuni parametri di tipo
fotografico In alto a
destra la calibrazione
del bianco sarebbe ne¬
cessaria una cartina di
test con i livelli di gri¬
gio, ma anche un fo¬
glio di carta all'interno
dell'inquadratura può
bastare Qui a lato l'an¬
teprima con la visualiz¬
zazione dei probabili
"fuori gamma
«'HOtlllliM
'*■*«« "**'•
ur* I —-
, >i fwó~ni r >.n\
f*m nu ou» mm
Htmt.
CftfM
Ili
rctr r j
IU.U
4+
fTTT r~
• M fj
A sinistra il dorso digitale "lato esposizione " con la sua testina di scansione
composta da un CCD trilineare da 3x7 000 pixel In basso il PowerPhase, il suo
alimentatore, il cavo di collegamento e l'immancabile fotocamera Hasselblad.
Carica |
Registra j
[ Ri pristi na j
□ :::::::::::::::::::: Curva di gradazione
Ouallro finestre relative al software di gestione. Curve gamma, livelli, prefe¬
renze del monitor e dei profili di calibrazione ColorSync 2.0
P Gamma tonale
Canale \ RGB ■*)
Ombre [ 17 g Alte luci [1>55 g]
Carica
Regi atra)
Auto
J
[ Ripriat. |
□ Mantieni bilanc. colore
Q Colori target ^
42
228
co
n:
jk. Zi
1
15
228
■
15
228
[ Default |
presente all’interno del dorso.
Da ciò si evince che non è possibile
riprendere con un dispositivo di questo
tipo immagini in movimento, in quanto
la scansione dura alcuni minuti durante i
quali il soggetto ripreso (o, meglio, l'og¬
getto ripreso) deve rigorosamente rima¬
nere immobile. Quindi foto in studio di
natura still-life a più non posso, ma as¬
soluta esclusione di riprese di soggetti
vivi e vegeti, come modelle, animali,
orologi carichi. Naturalmente esistono
anche dorsi digitali a scatto singolo (one
shot) utilizzabili anche per la ripresa di
soggetti in movimento, ma almeno allo
stato attuale sono affetti ancora da
qualche problema. Innanzitutto, pur co¬
stando in alcuni casi ancora di più, offro¬
no una risoluzione grafica di gran lunga
inferiore a quella ottenibile con un dor¬
so digitale a scansione L'unico esem¬
plare attualmente in commercio accre¬
ditato di una risoluzione grafica interes¬
sante (ma comunque ben lontana dalle
potenzialità offerte dal PowerPhase) è il
Dicomed BigShot, basato su un Incredi¬
bile sensore CCD da ben sedici milioni
di pixel (4.000x4.000),
Ma i sensori CCD, come noto, sono
solo monocromatici e dunque la risolu¬
zione reale delle versioni a colori degli
stessi dispositivi possono contare su un
numero di punti a colori tre volte inferio¬
re a seguito della microfiltratura RGB
necessaria per risalire alle caratteristi¬
che cromatiche dell'immagine ripresa.
Questo a meno di non effettuare tre
scatti successivi, anteponendo all’obiet¬
tivo tre filtri monocromatici rosso, ver¬
de, blu, ma ricadendo però anche in
questo caso nell'impossibilità di effet¬
tuare acquisizioni dirette in digitale di
soggetti/oggetti animati.
A dirla tutta...
Aspettavamo dalla Fowa la versione
"entry level" del dorso digitale, il Phase
One StudioKit, accreditato di una risolu¬
zione di "soli" 3.500x3.500 pixel (file da
circa 35 megabyte) e proposto ad un
prezzo di vendita molto più invitante,
meno della metà. E' dedicato a chi in¬
tende utilizzare l'acquisizione diretta
delle immagini a risoluzioni non eleva¬
tissime e, giustamente, non vuole ac¬
cendere un mutuo ipotecario per passa¬
re al digitale. In più, la versione "econo¬
mica" del Phase One è acquistabile an-
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
245
Hasselblad FlexBodv
Se è vero (com'è vero) che la fame vien mangiando, se siete
minimamente interessati al mondo Hasselblad e, più in genera¬
le, alle riprese still-life in studio (ma anche a quelle d'architettura
in esterni), non potete che rimanere fatalmente attratti da
quell’uovo di Colombo denominato FlexBody. Basta riflettere
sul nome e dare uno sguardo alle foto che accompagnano que¬
sto riquadro per capire tutto. E’ praticamente una piccola fotoca¬
mera a banco ottico, decentrabile e basculabile per quel che ri¬
guarda il corpo posteriore, compatibile con le "comuni" ottiche
Cari Zeiss e con i magazzini portapellicola (nonché i dorsi digitali)
per Hasselblad. Grazie al basculaggio permette di estendere
moltissimo la profondità di campo nelle riprese dì oggetti dispo¬
sti a diversa distanza su una superficie piatta inclinata rispetto al
punto di ripresa (in base al principio della convergenza dei piani,
noto come regola di Scheimpflug); il decentramento, utilizzato
di Andrea de Prisco
lità di visionare l’inquadratura dall'alto, speculare come accade
con tutte le fotocamere medio formato prive di pentaprisma. Lo
schermo di messa a fuoco è ad alta luminosità (Acute Matt D) e
per mantenere una visibilità ottimale anche basculando il corpo
posteriore sono forniti a corredo due schermi di correzione ri¬
spettivamente per 10° e 20° di inclinazione.
Dal punto di vista costruttivo (quando si dice qualità .) il Flex¬
Body è interamente costruito in duralluminio, una lega caratte¬
rizzata da robustezza e leggerezza allo stesso tempo, con la sola
eccezione del soffietto, realizzato a mano in uno speciale mate¬
riale che non irrigidisce alle basse temperature. Non mancano,
per finire, né una livella a bolla d'aria inserita nel corpo posterio¬
re, né una manovella di avanzamento pellicola per tutti i magaz¬
zini del sistema Hasselblad.
Molto, molto interessante.,.
entro i non troppo ampi limiti di copertura degli obiettivi Zeiss
(progettati per un utilizzo statico sulle fotocamere Hasselblad)
permette di correggere facilmente le linee cadenti nelle riprese,
per necessità o per scelta compositiva, non perfettamente in as¬
se.
Come nelle fotocamere a banco ottico di maggiore formato,
l'inquadratura si effettua sullo schermo di messa a fuoco poste¬
riore da togliere al momento dello scatto (digitale o tradizionale
che sia). Nel primo caso al suo posto installeremo il dorso elet¬
tronico Phase One, nel secondo il consueto magazzino portapel¬
licola, in quest'ultimo caso non prima di aver chiuso manual¬
mente l'otturatore dell'obiettivo prima di sfilare il volet di prote¬
zione della pellicola. Per facilitare la composizione deH’immagine
e la sua perfetta messa a fuoco, al corpo FlexBody è abbinato
un apposito cappuccio reflex tramite il quale abbiamo la possibi-
Basculaggio e decentramento del FlexBody possono ovviamente essere
combinati tra loro. Occhio, solo, all'effettiva copertura degli obiettivi Zeiss
246
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Ancora due schermale
tratte dal software di ge¬
stione A sinistra il con¬
trollo di acquisizione e la
regolazione della sensibi¬
lità relativa, a destra la fi¬
nestra relativa alla ma¬
schera di contrasto che
permette di aumentare
la definizione apparente
dell'immagine digitale
nei casi in cui non venga
utilizzata una risoluzione
"nativa" del sensore
CCD Ila massima o uno
dei sottomultipli della
massimaI
P Maschera di contrasto iiii
(3 Applica maschera
Valore
HB 3
Raggio
QO-7 t>10
Soglia-———
41 'tmi
che in "bundle" ad un prezzo estrema-
mente vantaggioso (meno di trenta mi¬
lioni oltre riVA) assieme ad una fotoca¬
mera Hasselblad dal costo di circa sette
milioni, con la quale naturalmente è
possibile anche effettuare riprese tradi¬
zionali, grazie al magazzino portapellico-
la fornito a corredo con l'apparecchio.
Dal punto di vista estetico, a proposi¬
to del PowerPhase c'è davvero poco o
nulla da dire. Non è altro che uno scato-
lottino nero da agganciare al corpo mac¬
china in luogo del tradizionale magazzi¬
no portapellicola. Lateralmente trovia¬
mo il connettore della porta SCSI che,
attraverso l'apposito cavo fornito a cor¬
redo, riceve anche l'alimentazione del
dispositivo tramite il grosso trasforma¬
tore separato. Come in ogni dispositivo
SCSI, troviamo un selettore per l’indiriz¬
zo di periferica e un deviatore per attiva¬
re o escludere il terminatore interno
della catena dei dispositivi. La presenza
di due LED colorati segnala rispettiva¬
mente lo stato di accensione e quello di
acquisizione immagine. Null'altro.
Anche dal punto di vista software non
sussiste alcun tipo di problema: al dor¬
so digitale è abbinato un CD-ROM con¬
tenente il driver di gestione disponibile
in più lingue tra cui l'italiano: l'installa¬
zione è assolutamente automatica, e
non dura più di una manciata di secon¬
di. Sul medesimo supporto sono pre¬
senti un po' di immagini d'esempio ac¬
quisite con i differenti modelli di dorsi
Phase One, alcune curve gamma pre¬
definite, un'utility per effettuare l'upgra-
de del firmware dell'apparecchio, i ma¬
nuali in formato elettronico Adobe Acro¬
bat (il cui "reader" è presente sul me¬
desimo CD-ROM), i file di test per la ca¬
librazione cromatica del monitor, alcuni
script per la conversione automatica dei
ColorTag e dei profili ColorSync, una
versione demo di PhotoRace Color Ma¬
nagement.
Ciò premesso
Andiamo a incominciare. Collegato il
dorso digitale alla porta SCSI del proprio
computer e lanciato l’apposito program¬
ma di gestione siamo virtualmente
pronti ad effettuare la nostra prima ac¬
quisizione. La fonte di illuminazione
(questa è una delle carte vincenti del
Phase One) può essere una qualsiasi
sorgente luminosa, dalle comuni lampa¬
de al tungsteno agli speciali tubi fluore¬
scenti "daylight" caratterizzati da una
temperatura colore simile alla luce diur¬
na media. Vanno bene, tanto per essere
chiari, finanche le lampade pilota dei co¬
muni flash da studio, utilizzate per
dosare adeguatamente l'illuminazione
della scena ripresa, prima dello scatto
vero e proprio. Nelle riprese tradizionali
l'esposizione avverrà tramite luce fla¬
sh, nel nostro caso di un dorso digitale
a scansione non ci sarà alcun lampo in
quanto utilizzeremo per la ripresa le
stesse sorgenti luminose delle lampa¬
de pilota. L'hardware presente nel dor¬
so digitale compensa automaticamen¬
te il flickering delle lampade, che, in
un'esposizione prolungata come quella
necessaria ad un dorso a scansione, si
tradurrebbe inesorabilmente in una va¬
riazione ciclica dell'esposizione, ripetu¬
ta alla frequenza di rete, in Italia, a 50
Hz.
Inoltre, secondo quanto indicato dal
costruttore, prima di ogni ripresa è op¬
portuno anteporre all’obiettivo uno dei
due filtri infrarossi forniti a corredo
(uno per le fonti di illuminazione gene¬
riche, il secondo specifico per le lam¬
pade al tungsteno) in quanto il sensore
CCD utilizzato, diversamente dal no¬
stro apparato visivo, è particolarmente
sensibile alle radiazioni di questo tipo
al punto da lasciarsi influire negativa-
mente sulla resa cromatica complessi¬
va se utilizzato "nudo e crudo".
Anche il bilanciamento cromatico del
bianco è un'operazione quanto mai
semplificata. E' sufficiente inserire nel¬
la scena ripresa una cartina di test con
i livelli di grigio, effettuare una veloce
anteprima dell'Immagine e selezionare
col mouse un grigio neutro di riferi¬
mento. Il software bilancia istantanea-
mente la resa cromatica complessiva,
compensando automaticamente la
temperatura colore delle lampade uti¬
lizzate.
Nella finestra di Preview del softwa¬
re di gestione troviamo i comandi prin¬
cipali per impostare le varie funzioni.
Altri comandi sono presenti nei menu
a tendina e sono quasi tutti richiamabili
anche attraverso scorciatoie da tastie¬
ra. La prima operazione da compiere
sarà l'anteprima dell'immagine che im¬
pegna il sistema per una ventina di se¬
condi. A questo punto possiamo deci¬
dere il taglio, la risoluzione utilizzata, le
dimensioni dell'immagine di output e il
nome del file che verrà generato. Teo¬
ricamente potremmo già agire sul ta¬
sto di acquisizione e, nel giro di qual¬
che minuto (da uno a quindici, a secon¬
da della risoluzione utilizzata e del tem¬
po d'esposizione impostato), avere
bell’e pronta la nostra immagine digita¬
le. E" meglio, però, non farsi prendere
troppo dall'emozione e procedere con
un po' più di cognizione di causa. In¬
nanzitutto dobbiamo verificare se
l'esposizione è corretta. Un'apposita
Una per tutte...
Probabilmente ricorderete, due mesi fa, il mio pubblico sfogo in
questa stessa rubrica, "Vogliono ammazzare la fotografia digitale",
riguardo una curiosa discussione avvenuta presso la sede italiana di
un'importantissima azienda giapponese di prodotti fotografici tradi¬
zionali e digitali Idi cui taccio il nome per ovvi motivi "velopietosi").
L'argomento del contendere era. ma guarda un po', la mia ipotesi di
dorso digitale applicato ad una Nikon F5. giudicata dal pincopallino
italiano di turno addirittura controproducente per l'utenza professio¬
nale Icome dicono a Roma: "ancora sto a ride.. “) Sarà, ma la mia
idea Ivisitabile via Internet al sito {http://wwwmchnk.ifft
personal/MC0258. occhio alle maiuscole/mmuscole 'I ha in realtà
provocato mentepopodimeno che l'intervento dei diretti interessati -
si veda numero scorso - essendo stato interpellato telematicamente
dalla Nikon Corporation di Tokyo. E scusate se è pocoI
Pare, infatti, che la mia idea sia stata di imbarazzo per il loro busi¬
ness dato che le mie immagini fotodigitali del “nuovo dorso" sono
state giudicate talmente tanto realistiche da provocare confusione e
disorientamento nei confronti dei clienti e dei distributori Nikon Isto
citando, più o meno testualmente, il contenuto della loro lettera)
Ho ricevuto un discreto numero di interventi su quest'argomento,
tutti più o meno favorevoli alla mia ipotesi. Una lettera, in particolare,
mi ha colpito profondamente e colgo l'occasione per rigirarla, pubbli¬
camente, a tutti i miei lettori.
Un saluto cordiale..
adp
From H A PhH C Mna il.asianet.if Tue Dee 2 02:36:21 1997
X-Sender:iHAFTHU«mriil asianpU lUnvenfied)
Mime-Version: 1.0
To: |aapigmclink.i|
From: iHAPFHUWmail.asianei 1 (Presa Valter)
Subject: Nikon Digital F5
Date: Tue, 2 Dee 1997 02:34:36 +0100
A dire la verità, avendo letto il riquadro con la rapidità della prima
"passata" che solitamente si dà alla rivista, avevo pensato che la cri¬
tica (del tutto immotivata e immeritata) fosse venuta da Fotografare.
Ma se. come poi ho compreso dalla lettura completa del testo, a cri¬
ticare è stato un marketing o altro manager (per quanto "top"), riten¬
go che non ci sia molto da preoccuparsene.
Innanzitutto perché quella del dorso (accessorio) con sensore
CCD è una soluzione assolutamente scontata per chiunque si inten¬
da effettivamente di fotografia, una idea che veniva caldeggiata già
oltre quindici anni fa, o, meglio, addirittura venti. Ai tempi non si par¬
lava certo di computer grafica, ma l'idea accattivante era più o meno
questa. "Data la praticità dei dorsi intercambiabili, se ne venisse di¬
sponibile uno CCD o CPD (allora c'erano pure loro...) per le reflex
(Nikon F o F2 in primis...), che riprese video sarebbe possibile effet¬
tuare in studio utilizzando le ottiche e il corpo della fotocamera al po¬
sto di una telecamera....".
Alcuni anni dopo, con la comparsa delle prime schede per PC che
consentivano di digitalizzare immagini riprese da una telecamera (si¬
stema molto più versatile ed economico per impieghi creativi rispet¬
to allo scanner), questa idea si rafforzò ancora di più mentre oggi ci
248
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
scala graduata presente in alto a de¬
stra indica l'eventuale sovra o sottoe¬
sposizione. Se l'indicatore è situato
nella zona verde siamo a posto anche
da questo punto di vista, se si trova
nella parte rossa o in quella bianca
dobbiamo ridurre o aumentare l'illumi¬
nazione (effettuando subito dopo un'al¬
tra anteprima di controllo), variare
l'apertura di diaframma dell'obiettivo o
modificare il tempo di esposizione del
sensore CCD. Inutile sottolineare che
con tempi di esposizione lunghi au¬
menta in conseguenza la durata della
scansione (passando magari da pochi
minuti a molti minuti) quindi se non ab¬
biamo molto tempo a disposizione è
più opportuno, quando possibile, au¬
mentare l'intensità delle luci.
Un'altra operazione da compiere pri¬
ma dell'acquisizione vera e propria ri¬
guarda il contrasto generale dell'Imma¬
gine ed eventualmente la sua curva
gamma. Questo soprattutto per sfrut¬
tare al meglio i 36 bit pixel del conver¬
titore analogico/digitale del dorso Pha-
se One, ottimizzando in questo modo i
24 bit/pixel disponibili in uscita nel for¬
mato UFF. Ci viene in aiuto, in questa
fase, la visualizzazione dei "fuori gam¬
ma", mostrati in rosso o in verde
nell'immagine di anteprima, per poter
facilmente riconoscere le zone di om¬
bra o di alte luci dove, presumibilmen¬
te, stiamo perdendo dettaglio cromati¬
co. Inutile dire, inoltre, che per verifica-
re a video il risultato finale è assoluta-
mente indispensabile disporre di un
monitor a colori stabile e calibrato e,
naturalmente, di una scheda video di
provata qualità in grado di visualizzare
come minino i canonici 16.7 milioni di
colori della modalità "truecolor". Per gli
utenti che non dispongono di un moni¬
tor di fascia alta (come gli ottimi Refe-
rence Calibrator della Barco) viene in
aiuto un'apposita finestra "gamma",
quest'ultima impostabile solo nei valori
prefissati di 1.8 e 1.0. che visualizza
una scala di grigio per poter regolare
(ad occhio) luminosità e contrasto del
proprio dispositivo di visualizzazione.
Il software di gestione permette inol¬
tre di regolare il microcontrasto imma¬
gine per aumentare la risoluzione appa¬
rente. Tale operazione è pressoché su¬
perflua nell'utilizzo di risoluzioni native
(la massima o sottomultipli della mas¬
sima, metà, un quarto, ecc.) nelle quali
il driver non è costretto ad effettuare
un ricampionamento dei dati digitali
provenienti dalla sezione A/D del dorso
digitale. Tutto sommato, anche in con¬
siderazione del fatto che l'applicazione
di una maschera di contrasto fa lievita¬
re ulteriormente i già lunghi tempi di
di Andrea de Prisco
chiediamo solo "ma quando si decidono???".
Sicuramente, facendo una considerazione di marketing spicciolo,
verrebbero venduti più dorsi accessori per reflex che non fotocame¬
re digitali, soprattutto per le vastissime possibilità offerte dal parco
ottiche e accessori offerte dai cosiddetti "sistemi" reflex.
Tutto quello che una Nikon, Canon (visto che non mi ha pagato
nessuno, cito tutti...), Pentax, Minolta, Contax, Olympus. Fuji e via
dicendo può fare al meglio con la pellicola "analogica", lo potrebbe
fare ugualmente con un dorso CCD: macro, microfotografia, telefo¬
tografia e chi più ne ha più ne metta.
Inoltre, a ulteriore supporto del concetto di dorso accessorio, vor¬
rei solo ricordare che. proprio nell'ambito della fotografia professio¬
nale, la fotografia istantanea creata da Edwin Land e nota a chiun¬
que col suo sinonimo Polaroid, si è diffusa e ha raggiunto l'apice dei
risultati proprio grazie ai dorsi, dal banco ottico Sinar 18x24 (cm),
all'Hasselblad 6x6 (cm) sino alla (noblesse oblige...) Nikon F2 24x36
(mm), per la quale anni fa una Società americana realizzò proprio un
dorso di questo tipo; probabilmente non cosi pratico come per i for¬
mati superiori, ma comunque in grado di offrire il riscontro immedia¬
to dei risultati di riprese importanti anche se realizzate nel formato
Leica (cosi trova citazione anche la mamma di tutte le 35 mm..,).
Tutte queste considerazioni per fornirle, se possibile, qualche ele¬
mento da poter eventualmente utilizzare nel caso di ulteriori con¬
fronti con le affermazioni del suo personale critico che, probabilmen¬
te, in vita sua non deve avere avuto (magari non ancora...) passioni
come ad esempio quella per la moto. Laddove ducatisti, guzzisti,
bmwisti, harleysti si nasce e lo si rimane per tutta la vita con dentro
il sacro fuoco per il Marchio. Cosi come si nasce nikonisti e, pur con¬
siderando le qualità di fotocamere di altre marche e magari anche
possedendole, alla fine si fotografa sempre con la cara vecchia F an¬
nata 1961 che continua a scattare fotogrammi con una precisa espo¬
sizione meccanica, in attesa però - finalmente - di un bel dorso CCD.
E Lei, deduco, è un nikonista di incrollabile fede come lo sono io.
Quelle sue pagine sulla Nikon F5 Digital si possono definire un ve¬
ro e proprio "masterpiece" e non si potrebbe definire altrimenti la
perfetta concretizzazione visiva del sogno di tanti fotografi (quelli ve¬
ri, intendo...), che per ora devono continuare a vedersi proporre delle
Digital Camera giocattolo o quasi, ad esclusione di quei pochissimi e
supercostosi esemplari "top".
Un articolo che sicuramente è stato invidiato a MC da tutte le Ri¬
viste specializzate del settore fotografico. Su questo non ci sono si¬
curamente dubbi. Chi, come il sottoscritto, lo ha letto, lo ha apprez¬
zato sia per il contenuto sia per la perfetta realizzazione delle imma¬
gini "oniriche"....
Al suo critico interlocutore faccia presente che pure un nikonista
di incrollabile fede può magari avere in un cassetto anche una glorio¬
sa FI (quella reflex che per nume tutelare aveva la dea Kwanon...) e
che se arrivasse per primo un dorso CCD proprio per questo model¬
lo (o per altri più recenti riguardo il "mass market"), non si farebbe
certo problemi ad utilizzarlo.
Chi prima arriva, meglio alloggia... "Capisc' ammè "...
Cordiali saluti
I.W-W.W..ali££.hiresd
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
249
Guardate cosa e successo ri¬
prendendo l'orologio Omega
con le lancette in movimento.
L'andamento curvilineo della
lancetta dei secondi è dovuto
alla combinazione del suo
movimento angolare con la
scansione lineare del dorso
digitale, Godetevi, di contro,
questa ottima acquisizione a
300 dpi Iin basso!. A sinistra il
momento dello "scatto"
Ancora due acquisizioni a 300 dpi Inutile sottolineare che la risoluzione offerta 17.000x7 00016 di gran lun¬
ga maggiore In basso i due filtri forniti a corredo utilizzati per assorbire i raggi infrarossi.
acquisizione immagine, in tutti i
casi potrebbe essere consiglia¬
bile effettuarla successivamen¬
te da Photoshop, in modo da
verificare in tempo reale l'effet¬
to più o meno marcato del filtro
applicato.
Dal punto di vista cromatico la
finestra più interessante è quel¬
la relativa ai profili colore basati
su ColorSync 2.0. Indicheremo
innanzitutto il tipo di codifica impiegata
(tricromia RGB o quadricromia CMYK), il
tipo di dorso digitale e la fonte di illumi¬
nazione utilizzata (con conseguente ap¬
plicazione di uno dei due filtri IR forniti a
corredo), il monitor impiegato per la vi¬
sualizzazione deH'immagine ripresa, il ti¬
po di stampante per la codifica in qua¬
dricromia Detto in altri termini, il
software di gestione del dorso digitale
Phase One tiene conto sia della sorgen¬
te che della destinazione, senza trala¬
sciare la visualizzazione a video, "tra¬
sportando" sempre e comunque imma¬
gini a colori calibrate per i singoli dispo¬
sitivi, Come dovrebbe esser fatto in tut¬
te le applicazioni di fotografia digitale...
Concludendo
Vi avevo già anticipato in apertura che
il dorso digitale PowerPhase consente
risultati di fotografia digitale assoluta-
mente fuori norma, difficilmente otteni¬
bili con i metodi tradizionali (pellicola più
acquisizione tramite scanner) e/o con i
dorsi digitali "one shot" basati su sen¬
sori CCD superficiali a colori. Tenete
presente che con 7.000x7.000 pixel è
possibile raggiungere a 300 punti per
pollice il formato 60x60 cm, ben oltre il
formato A2, che difficilmente viene
stampato tipograficamente a risoluzioni
cosi elevate. L'unico aspetto negativo,
se possiamo indicarlo tale, del
PowerPhase rimane il prezzo di vendita
(quasi settanta milioni se includiamo
l'IVA!) che ne limita fortemente l'utilizzo
non solo all'ambito strettamente pro¬
fessionale, ma riducendone di fatto l'ap¬
plicazione a quei pochissimi campi in
cui è assolutamente indispensabile di¬
sporre del file immagine pochi minuti
dopo l'ultimazione del set di ripresa.
Ben più appetibile appare l'offerta
StudioKit, il dorso digitale da
3.500x3.500 pixel, che con "appena"
una ventina abbondante di milioni per¬
mette comunque di ottenere file a 300
dpi da 30x30 cm, con una qualità imma¬
gine anche in questo caso eccellente e
del tutto paragonabile a quella fotografi¬
ca. Siamo ancora lontani, purtroppo, dal
giorno in cui sarà possibile lavorare pro¬
fessionalmente in digitale a costi "uma¬
ni", paragonabili a quelli di un buon
obiettivo da ripresa o di un corpo mac¬
china sofisticato. Chi vuole entrare subi¬
to in questo affascinante campo è co¬
stretto a fare qualche sacrificio in più,
certamente ripagato dalla maggiore pro¬
duttività che un dispositivo del genere
indiscutibilmente offre.
«ss
MCmìcrocomputer n. 180 - gennaio 1998
251
a cura di Corrado Giustozzi
Basta prenderli con le buone...
Vi è mai capitato di pensare che le nostre amate macchine hanno
un’anima? lo ne sono più che sicuro! A parte il fatto che mia moglie
sostiene che, quando ci mettiamo “capa e capa”, io e il computer,
può crollarci la casa addosso, andare a fuoco Atripalda, o
semplicemente passare la nottata, senza che nessuno dei due dia
segno di collegamento con il mondo reale, sono sicuro che da
qualche parte, nei più recessi meandri della CPU o della ALU, ci sia
nascosto qualche coboldo, qualche “munaciello”, che, ogni tanto,
si diverte a combinarcene qualcuna senza che possiamo, in qualche
modo, ribellarci o impedirlo.
di Raffaello de Masi
Non che questa sfumata entità sia di
animo perfido, per l'amor di Dio! lo la
immagino come uno spiritello giocoso,
forse talvolta sventato, ma mai in mala¬
fede. E' vero che qualche volta ne com¬
bina qualcuna grossa (ad esempio, non
vi è mai capitato che la macchina si
spenga senza nessun motivo apparen¬
te? A me è successo, e si che non si
tratta di un banale assemblato ma di un
fior di HP Pavilion), ma, nel mio immagi¬
nario, sostengo che passi la maggior
parte del tempo a lavorare per noi, ma¬
gari solo lucidando i bus. o spolverando
i banchi di memoria; e immagino che, di
questo piccolo popolo che affolla la no¬
stra motherboard, ci sia un rappresen¬
tante che lavora, giorno e notte, a gene¬
rare shortcut, facility, trucchi e semplici
scorciatoie per facilitarci la vita e far
perdonare i tiri mancini che qualche suo
collega ci propina. E, in base al principio
che occorre, nella vita, prendere il buo¬
no o il cattivo di tutto quello che ci vie¬
ne, eccoci qui a narrare di piccole cose
che, nascoste come tartufi neH'immen-
so bosco in tante parti inesplorato del
sistema operativo, possono renderci la
vita più comoda, piacevole, rilassante.
"Tips & Tricks", li chiamano in gergo
gli addetti ai lavori, e non sono certo
una scoperta di Windows o di DOS; esi¬
stono. in qualunque scienza o disciplina,
da quando esiste l’uomo. Tirando per i
capelli l'analogia, potremmo dire che la
ruota è proprio un tip, ma senza scomo¬
dare le grandi scoperte, ve ne citiamo
solo qualche esempio; i telai Jacquard,
di cui non esiste libro di storia che se
ne dimentichi, producevano tessuti a
trama più uniforme se inclinati sul lato
sinistro, tenendo quindi più bassi i roc¬
chetti del filo di alimentazione. Gran
parte delle ferite e delle morti in duello
alla spada sono da addebitare alla fami¬
gerata (e proibita) "mossa del napoleta¬
no"; sempre per quanto attiene ai duel¬
li, ma stavolta con la pistola, non tutti
sanno che si sparava mettendosi di pro¬
filo (cosi da offrire minore superficie di
bersaglio) e quanto più inclinati, col
tronco, dalla parte opposta (in modo
che le ossa laterali del bacino potesse¬
ro, in qualche modo, proteggere le parti
molli del fianco). E' ben noto che una
lettera o un documento sono più leggi¬
bili se si usano caratteri con le grazie, e
che sommando tutti i numeri dispari
dall'unità si ottengono sempre quadrati
perfetti Insomma, non esiste manife¬
stazione della vita umana che non pos¬
sieda tip e trick.
Ovviamente Windows non fa ecce¬
zione, come non hanno fatto o fanno
eccezione tutti i sistemi operativi che
hanno visto la luce dalla preistoria del
calcolo automatico. La nostra rivista ha
pubblicato in varie riprese pezzi sull'ar¬
gomento e, addirittura, fin dall'inizio,
ospitò una rubrica del genere, curata da
Pierluigi Panunzi, dedicata all'allora siste¬
ma operativo per eccellenza, il CP/M. E'
ovvio che in questa puntata non preten¬
deremo in alcun modo di entrare nel
Guinness dei primati dei trick, ma cer¬
cheremo. immodestamente, solo di pre¬
sentare una piccola serie di trucchi, ab¬
breviazioni da tastiera più che altro, di
utilizzo generale, che permettano al neo¬
fita (cui ABC, non dimentichiamo, è ri¬
volto) di dare una sbirciatina dietro alle
252
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
quinte del sistema operativo. Magari in¬
vogliandolo, nel caso, a svolgere in pri¬
ma persona azione personale di conqui¬
sta e scoperta di un mondo che ha an¬
cora lati tanto oscuri da far. di chiunque
lo voglia, un degno successore (senza il
pericolo, però di essere mangiato) di un
Caboto o un Magellano.
Cosette di poco conto
Ogni utente minimale di Windows
conosce, per averle lette dal manuale
del sistema operativo, una serie di
combinazioni di tasti capaci di eseguire
certe operazioni in maniera più rapida.
Taglia, copia, incolla, apri, chiudi, esci
sono generalmente le prime combina¬
zioni che si imparano. Ce ne sono inve¬
ce altre che, sebbene perfettamente
descritte nei manuali, tendono ad es¬
sere dimenticate o ignorate, perdendo
invece un utile aiuto nel lavoro di tutti i
giorni.
Questi tip, che hanno come denomi¬
natore comune lo scopo di navigare ra¬
pidamente e agevolmente in W95
usando solo la tastiera, si basano, es¬
senzialmente, sulla combinazione dei
tasti di controllo (etri e alt) con caratteri
di tastiera o tasti funzione. Sono ben
noti, ma li riportiamo, nella tabellina al¬
legata, per completezza di informazio¬
ne.
Più interessanti sono invece i tip ri¬
guardanti le operazioni di tipo generale;
vediamone qualcuno a braccio. Ese¬
guendo le istruzioni:
- Click destro su "Gestione Risorse"
e selezionare "Proprietà”
- cliccare su "Gestione periferiche"
-selezionare "Computer"
- eseguire il refresh
si fa comparire sullo schermo la perife¬
rica SCSI che abbiamo dimenticato di
accendere all'avvio e che vorremmo
rendere disponibile senza riavviare il si¬
stema.
Sempre a proposito di Proprietà, per
visualizzarle si ricorre generalmente al
tasto destro; meno noto è il fatto che
premendo il tasto alt mentre si clicca
su un oggetto se ne vedono le pro¬
prietà. Se usiamo il driver CD per
ascoltare musica, è utile ricordare che
tenendo premuto il tasto di shift per
qualche secondo viene disabilitato l'au-
toplay, che cliccando sull'icona dello
speaker si accede al controllo del volu¬
me e, se siamo proprio dei raffinati, i
controlli completi del mixer si raggiun¬
gono con doppio-click sempre sulla
stessa icona.
Non lutti sanno che la
finestra "Trova' può
essere immediatamen¬
te raggiunta usando il
tasto funzione F3
Se si desidera
bypassare il logo
Windows 95 allo
startup, è suffi¬
ciente tenere pre¬
muto il tasto di
escape; se si pre¬
ferisce, invece,
escluderlo definiti¬
vamente. editare il
file MSDOS. SYS.
e aggiungere la li¬
nea LOGÒ=0 alla sezione "opzioni"; fa¬
cendo doppio click sulla scrivania, e se¬
lezionando "proprietà",è possibile cam¬
biare lo sfondo, i colori, i salvaschermo.
la risoluzione e il numero dei colori.
Un po’ di look
non guasta
Beh, rifacciamoci un poco la faccia:
non è mica detto che sia necessario
vincere ogni volta un premio Nobel. Tal¬
volta ci dedichiamo a cosette più futili,
ma che ci possono rendere la vita, con
■B »■
le nostre amate macchine, più piacevo¬
le. W95 ci permette, più o meno diret¬
tamente, di cambiare l'interfaccia del
desktop, anche con un occhio all'utilità.
Tutti sappiamo che trascinando la
barra degli strumenti essa si dispone
automaticamente nei quattro angoli
dello schermo; ovviamente, "dragan¬
do" un bordo ne si può cambiare anche
la lunghezza, e con r-click e selezionan¬
do le "proprietà" si possono scegliere
numerose opzioni aggiuntive, come vi¬
sualizzazione di icone in formato più
piccolo, eliminazione e aggiunta
dell'orologio, oscuramento della barra e
cosi via.
Operazioni di scrivania
alt + tab
passa da una applicazione all'altra (in avanti)
alt + shift + tab
passa da una applicazione all'altra (all'indietro)
etri + esc
"accende” il menu Avvia (utile sulle vecchie tastiere)
alt ♦ esc
passa da una finestra aperta all'altra
F2
rinomina l'elemento selezionato
F3
lancia la finestra "trova"
F5
esegue il refresh dello schermo (della finestra corrente o del
desktop)
alt + F4
chiude l'applicazione o la selezione corrente, o esce da W95 se
nessuna applicazione è aperta o selezionata
alt + enter
apre la finestra di dialogo "proprietà"
etri + x/c/v
esegue le operazioni di taglia, copia, incolla, per taglia e incolla
esistono anche altre opzioni equivalenti (shift + dolete e shift +
inserti
etri home/end
sposta il cursore all'inizio o alla fine del documento
etri + dbl-cltck
apre una cartella e chiude la precedente
shift + click su closebox
vengono chiuse tutte le finestre insieme
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
253
Per cambiare il nome di un qualsiasi
oggetto è sufficiente r-click (click col
tasto destro) sull'oggetto stesso e sce¬
gliere "rinomina"; quest'opzione viene
generalmente usata appena si acquista
un computer per cambiare il nome di
"Il mio computer". Cambiare l'icona è
un po’ più complesso: si lancia l'editor
di registro di configurazione, l'applica¬
zione "RegEdit"; si apre {“HKEY
C LASSE S_ROOT\CLSI DM20D04FE0-
3AE A-1069-A2D8-08002B30309D\De
faultlcon"), si cambia il valore di default
a "nome_del_file, nn". dove nome,
del_file è il nome di EXE, DLL o ICO
che contiene l'icona che si desidera
usare, e nn è il numero dell'icona, in
questo file, da adottare. Si esce da
RegEdit e dopo aver cliccato sul desk¬
top, si preme F5 per il refresh dello
schermo.
Lo stesso discorso vale anche per
cambiare l’icona di altre applicazioni,
come quella del network ( il file da mo¬
dificare è, stavolta, "(HKEY_CLAS
SES_ROOT\CLSID\(208D2C60-3AEA-
1069-A2D 7-08002 B30309D\Def a ulti
con}"), o quella di Dati Recenti
" {H KEY_CLASSES_ROOT\CLSI D\
OOO 2 D 75 -OOOO-OOOO-COOO-OOOOO
0000046\Defaultlcon)" o, ancora, quel¬
la del cestino "(HKEY_CLASSES_
ROOT\CLSIDM645FF040-5081 -101 B
-9F0800AA002F954E\Defaultlcon)".
Mentre rinominare, come abbiamo vi¬
sto, una qualunque icona è piuttosto
semplice, cambiare generalità anagrafi¬
che al cestino è un po' più tortuoso.
Occorre lanciare di nuovo RegEdit, apri¬
re "HKEY_CLASSES_ROOT\CLSID",
usando "trova" dal menu "Modifica"
cercare la voce "RecycleBin" ; dbl-click
su "predefinito" e a questo punto pos¬
siamo scrivere quello che vogliamo.
Premere "OK" e, come al solito, "rin¬
frescare".
La modifica delle ico¬
ne, ricavandole da file
Dilmap. utilizzando
l'edilor di registro di
configurazione, li Reg¬
Edit
£ s
I »«—» I
H SHSSSBSf
Vi piacciono i "thumbnail"? Per
l'amor di Dio. non vi sto esortando a
mangiarvi le estremità, sto solo chie¬
dendo se vi interessa che i file Bitmap
mostrino sulla icona il loro contenuto!
Usate il solito RegEdit, cercate
HKEY_CLASSES_ROOT\PA!NT\PICTU
RE\Defaultlcon e cambiatelo in
HKEY_CLASSES_ROOT\PAINT\PICTU
RENDefaultIcon "%1"; solito refresh e
via. Ma potete aggiungere un altro toc¬
co; semplicemente rinominando un file
BMP a. ico, Windows 95 lo ridimen¬
sionerà a forma di icona e lo convertirà
in 16 colori, pronto per essere usato
come una nuova icona. Per la verità
RegEdit permette di fare molte altre
cose, ma a questo punto conviene at¬
trezzarsi con qualche ferro di lavoro più
efficiente.
Il programmino cui alludo è
"TweakUl". ed è scaricabile diretta-
mente dal sito Microsoft o da una infi¬
nità di altri posti ( |h u p; //www do wn¬
load. com è uno di essi); si tratta di una
utility delle utility, per cosi dire, ed
mina la necessità, almeno in parte, di
intervenire su complessi settaggi all'in¬
terno di RegEdit. Con questa utile ap¬
plicazione si possono eliminare certe
cineserie del sistema operativo che, se
all'inizio possono
sembrare diverten¬
ti. con l'andar del
tempo divengono
noiose, irritanti e,
più spesso di quan¬
to si pensi, pesan¬
ti, in termini di
tempo e di risorse,
sulla velocità della
macchina; sto par¬
lando, manco a dir¬
lo. dell'effetto
zoom che accom¬
pagna sempre
Rimuovere il contenuto
della finestra 'dati re¬
centi ~ può aiutare a na¬
scondere la nostra atti¬
vità ad altre persone
l'apertura, la chiu¬
sura. il ridimensio¬
namento, la mini¬
mizzazione delle fi¬
nestre, come pure
del beep di sistema in caso di errore,
oppure del danzante "clicca qui per
continuare". Più semplice è nasconde¬
re l'icona dell'altoparlante nella barra
(doppio click su pannello di controllo -
multimedia, selezionare "audio" e to¬
gliere il segno di marcatura a "Mostra il
controllo di volume" nella tabella Au¬
dio). Un'altra cosa che da fastidio, dopo
un poco di tempo, è la richiesta di con¬
ferma di cancellazione quando si getta
materiale nel cestino: r-click sul cesti¬
no, selezionare Proprietà—>Globali e
scegliere l'opzione che consente di ri¬
muovere immediatamente i file in caso
di cancellazione. Comunque pensate
bene prima di scegliere questa opzio¬
ne; è certo più rapida, ma anche più pe¬
ricolosa; soprattutto, non ve la prende¬
te poi con me se gettate via qualcosa
senza pensarci bene! Se desiderate
una soluzione meno drastica, ricordate
che tenendo premuto lo shift la cancel¬
lazione di un file (singolo e selezionato)
è immediata e definitiva.
Sempre a proposito di cancellazione,
il menu "Dati recenti" è una bella in¬
venzione, ma non è detto che faccia
piacere o comodo a tutti. Ad esempio,
potrebbe darci fastidio pensare che
qualcuno possa dare un'occhiata ai file
con cui si è ultimamente lavorato (o
magari giocato). Il menu documenti
può essere cancellato periodicamente
eseguendo un r-click sulla barra degli
strumenti, selezionando Proprietà—>
Applicazioni del menu Avvio e sceglien¬
do "Rimuovi il contenuto del menu Dati
Recenti"; si tratta, comunque, di una
soluzione temporanea. Meglio si può
fare inibendo la funzione del menu, nel
modo seguente:
R-click sul Cestino, selezionare "Pro¬
prietà", scegliere "Generale" e selezio¬
nare il quadrino di spunta nella chiama¬
ta "Non spostare i file nel cestino - Eli¬
mina immediatamente", ma siamo solo
a metà del lavoro; uscire dalla finestra,
lanciare RegEdit, aprire "(HKEY_CUR
RENT_USER\SOFTWARE\Microsoft\Wi
ndows\CurrentVersion\Explorer\Shel!
Folders)''. Sulla destra comparirà una li¬
sta di cartelle speciali; selezionare l'ele-
254
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
ili) u—
L'autorun del CD non
T» C4Mfc*M
È sempre gradito; ec-
— Il_
F
co una fase del pro¬
cesso di disabilitazio-
ne. temporanea o per-
manente
Ss
l-A* —
Omo CD ACM Corti
«SIQOWMo »«“•
OM Ota*
mento "Recent"
(se non ci fosse, Hi
crearne uno dal
menu "Modifica”),
dbl-click su questo elemento e, nella ri¬
ga "Valore" rinominarlo "c:\recycled".
Chiudere RegEdit, eseguire la stessa
operazione per "User Shell Folder”,
che sta proprio sotto alla cartella prece¬
dente. Uscire, rilanciare Windows, e il
gioco è fatto.
A proposito di inibizioni, una veloce
veloce; volete disabilitare l'autorun del
CD? Ci potete arrivare sia chiamando le
Proprietà del CD ( Proprietà—bestio¬
ne Periferiche—>dbl-c!ick; su CD¬
ROM—>lmpostazioni escludere "Noti¬
fica Inserimento Automatico"); per i
CD Audio lanciare Explorer, selezionare
Visualizza—>Opzioni—>Tipo di file,
scrollare la lista fino a che non si trova
"CDAudio", selezionare e premere
"Modifica" e, raggiunto COPLAYER.
EXE, cancellare il comando 7play". E'
tutto fatto.
Modifichiamo
l’interfaccia a nostro
uso e piacimento
La prima cosa interessante su cui
smanettare è come modificare le scher¬
mate di Startup, Spegnimento e Attesa;
l'operazione è di rapida fattura se si
pensa che queste videate non sono al¬
tro che file bitmap di dimensioni
320x400, sistemate nella cartella Win¬
dows. Logo, sys è lo startup screen,
Logow. sys è lo schermo che invita ad
attendere fino alla conclusione delle at¬
tività della macchina, mentre Logos,
sys è la schermata che invita a spegne¬
re il computer. Si può usare Microsoft
Paint, Photoshop o qualunque altro pac¬
chetto capace di creare file bmp desti¬
nati a sostituire gli originali. Assicurarsi
di custodire in una cartella separata gli
originali, creare i nuovi file in formato
534x400, ridimensionare a 320x400,
salvare in formato bitmap, con i nomi
precedentemente citati, nella cartella
Folder. Avete nostalgia del vecchio ami¬
co Windows 3, e desiderate che, apren¬
do "Il mio computer" appaia l’interfac-
+i ....
eia di Explorer al posto delle cartelle?
Lanciare RegEdit, aprire "HKEY_CLAS-
SES_ROOT\CLSID\"; usando "Trova"
dal menu "Modifica" cercare "Il mio
Computer", o comunque l'abbiate rino¬
minato (in alternativa si può aprire la
chiave etichettata 20D04FE0-3AEA-
1069-A2D8-08002B30309D), r-click sul¬
la finestra a destra, selezionare "nuo¬
vo" e. poi, "chia¬
ve" e assegnare il
nome "Coman¬
do", dare il Re¬
turn, dbl-click e
battere "explorer.
exe", dare il Re¬
turn e uscire da
RegEdit. Premere
F5 per eseguire il
refresh del desk¬
top e le modifiche
dovrebbero avere
effetto.
Una cosa di cui,
spesso, si sente
la mancanza, è il
blocco dei pannelli
di controllo diret¬
tamente raggiun¬
gibili dal menu
"Avvio". Per ave¬
re diretto accesso a queste utili pièce,
creare una nuova cartella nel menu di
avvio e chiamarla precisamente: "Pan¬
nello di Controllo". (21EC2020-3AEA-
1069-A2DD-08002B30309D) Avremo
disponibile subito un menu a cascata di
tutto il contenuto del pannello di con¬
trollo. Desiderate che una o più applica¬
zioni partano automaticamente al lancio
del sistema? R-click su "Avvio", sce¬
gliere "apri", dbl-click su Programmi;
appariranno una serie di cartelle. Trova¬
re quella di avvio e trascinare in essa gli
elementi che si desidera far partire au¬
tomaticamente.
Norton Desktop, sotto Windows 3,
consentiva di sistemare sulla scrivania
icone per manipolare più facilmente i fi¬
le. In Windows 95, attraverso poche
semplici operazioni, è possibile costrui¬
re, sulla scrivania, icone dei driver desi¬
derati, per poterli usare alla bisogna nel
modo migliore.
R-click una volta sulla scrivania, sele-
~iai£j
C Co'OiUvOrwBnlpMN
" 1W« H | | |. || —p».m
ri ——
«
«liti
» ■ ■ ■ ■ < mi ra
La gestione del cestino
e le tecniche per can¬
cellare. più o meno au¬
tomaticamente, il con¬
tenuto. la grandezza
del cestino è proporzio¬
nale alle dimensioni del
disco rigido, è consi¬
gliabile mantenere tale
grandezza il più ridotta
possibile
I due angeli custodi
dei tip&trick, l'editor
del registro di configu¬
razione e il gestore
delle risorse
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
255
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••»n«w la raina»»
koa« W«a* da '*4 a» |W PC
T
a-WTPi^Jti
FI» («Il (IMI»
zionare "nuovo collegamento"; quando
il popup del dialogo appare, cliccare sul
bottone "sfoglia". Andare alla Directory
Windows, selezionare "explorer. exe",
premere "Apri", Scegliere un nome per
il collegamento, ad esempio "disco
CD"; cliccare su "fine": R-click ancora
sul collegamento, selezionare proprietà,
cliccare sulla pagina "Collegamento",
cliccare su "cambia icona", sostituire il
file sorgente dell’icona con il nome
"she!l32. dii", fare scorrere la finestra
finché si trova l’icona che si desidera,
selezionarla e premere OK; nello spazio
ad hoc, far seguire "explorer. exe" con
In, /e, D\ dove D è la lettera del drive
di accesso. Cliccare "Applica" e poi OK,
e ripetere l'operazione per tutti i drive
che si desidera far apparire sul desktop.
E per chiudere...
Giusto una breve miscellanea di pic¬
coli consigli e pseudosegreti, prima di
« • Fll» (411 Uieu» Go
BJTTET'J L
Alcuni dei sin da cui ri¬
cavare librerie di ì&l
utili e particolarmente
aggiornati, tutti e tre
offrono iscrizioni a
mailig lisi ad hoc.
' Noluopo: TlpZone
—ASttU * *
* * a a * « gi * tf «
IM r«.r< »«W*a HM toartfc Cfrfra Ma*» tr*
UaaUan A |m«» //»»»«♦»»« aaw./a^»»AQjwt|/»»>a»M»Bi
NANTEO: Hiqh tcch company hi ring computer à
No enqineerinq/proqranjninq expenonce nocca
mm i Ni > *o»di Menu. i ggg ,
III |P( DAMMI I
titilli ufi'.
Windowi
'
MlUUStfUMlil
Adpiu aloni
Hj/uV L-
«ufiiiatì
chiudere; non è
necessario acqui¬
stare un microfono
per il PC; basta
usare una cuffia di
un qualsiasi Walk¬
man da inserire
nella scheda audio, e parlare nella cuffia
stessa. Volete conoscere una caratteri¬
stica non documentata della barra stru¬
menti? Cliccate sul bottone Avvio, e
schiacciate il tasto Esc. Premere (Alt -)
e lasciare andare; scegliete Muovi dal
menu e usate la freccia destra o sinistra
per muovere il bottone fino alla posizio¬
ne desiderata; a questo punto premere
Return. E’ da ricor¬
^HieTlpZone
NiMiUilMhiMMW»
Find Any Tip
Ami mm frr mm » «». mW»» »rr* i
»r»« |pa »,«■ Ma mfr Oaar *■*»*»■ »«* afe» fc
dare che lo sposta¬
mento è solo tem¬
poraneo; al riavvio
il bottone sarà al
solito posto.
Avete dimentica¬
to la password (se
ne avete scelta
una) per il login in
Windows95? Nes¬
sun problema; an¬
date al prompt di
DOS e battete dir
*. pwl. Trovate il fi¬
TweakUl, un eccellen¬
te pacchetto per la cu-
atomizzazione del de¬
sktop. pud essere sca¬
ricato da numerosi siti.
le con il vostro nome utente e cancella¬
telo, rilanciate W95 e inserire le nuove
informazioni (password e nickname
utente). Volete conoscere cosa avviene
circa l'uso della memoria del vostro si¬
stema? Premete Avvio—>Esegui e bat¬
tere MEM. Se siete soliti installare (e
disinstallare) programmi, è consigliabile
creare sul desktop due collegamenti
del tipo x:\SETUP. EXE e x:\INSTALL.
EXE, dove x è A o B per il driver dei di¬
schetti e qualche altra lettera per il CD¬
ROM. Non dimenticate che File/Pro¬
gram Manager fanno ambedue parte di
W95, anche se oscurati da Explorer, di
cui, comunque sono più efficienti e ra¬
pidi; li trovate, se avete difficoltà, nella
cartella Windows sotto il nome PROG-
MAN. EXE e WINFILE. EXE. Sempre a
proposito di caratteristiche non docu¬
mentate, è possibile cercare in diffe¬
renti drive separando i nomi dei drive
stessi con un punto e virgola: es. A:;
B:;C:; E:.
Volete velocizzare il boot? Andate in
MSDOS. SYS e aggiornate la riga Boot-
delay=0; non e molto, ma è meglio di
un calcio in bocca! TweakUl, l’applica¬
zione di cui abbiamo già parlato, contie¬
ne inoltre un patch che consente di ve¬
locizzare il menu di partenza. Liberare
256
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Tweok Ul
memoria è sempre una buona medici¬
na. Facciamo questo nelle finestre
DOS, aprendo la sezione |386Enh| di
System, ini e aggiungendo la riga Lo-
calLoadHigh=1. Se non si usa Double¬
Space o DriverSpace, cancellare i file
'dblspace. bin' e 'drvspace. bin’ sia dal¬
le directory C:\ e C:\Windows. Lo spa¬
zio su disco non è mai troppo; in que¬
sto caso, se avete padronanza nel muo¬
vervi nelle operazioni di scroti, cambio
di forma delle finestre, spostamento
delle stesse, si possono ricuperare al¬
meno 7 Mb di spazio cancellando i file
.AVI nella directory /windows/help. Eli¬
minate, ad intervalli regolari, i file di sal¬
vataggio temporaneo o quelli lasciati da
applicazioni durante il loro lavoro; si ri¬
conoscono nella directory radice dal
suffisso .txt, ,prv, .log, .old, __e dos
e nella directory Windows dal suffisso
.log, .old,._, .bak, .and, .000, .001.
trovare a piacimento nella
"Frank's Window s Page" al sito
. im >. Us. v<ys-!< jmp'^Lii 7 :|j:'iQiflan/i_ai iriy_
up-n-s hnn ). Sempre a questo sito tro¬
verete una serie di utili trick per ottimiz¬
zare la memoria virtuale, la cache e la
gestione della RAM. Ma, ahimè, mi
tocca lasciarvi, visto che lo spazio a di¬
sposizione è finito da un pezzo; chissà
che non possiamo risentirci con un al¬
tro articolo con t&t più avanzati e meno
generali. A presto! M3
Quan d o uno i g ua i se li cerca da solo...
Quando Rino Nicotra mi ha chiesto di mettere insieme qualcosa
sui "tip" per Windows 95, una vocina nell'orecchio mi ha sussur¬
rato insistentemente: "Lascia perdere, Raffaello, non sai in che
guaio ti stai cacciando!". Non so se ci credete alla jella, ma vi
posso assicurare che. nella stesura di questo articolo, ne sono
successe di tutti i colori, Il mio PC che si è piantato nel bel mezzo
della stesura, con la testina del floppy che ha"arato” il dischetto e
con relativa perdita di tutto il pezzo, che ho dovuto riscrivere, gio¬
coforza, daccapo, immagini spedite come tali e arrivate in formato
testo, spazio a disposizione che, improvvisamente, si è allargato
(ed è a questo allargamento che devo la possibilità di scrivere
questo riquadro), perdita di file durante la spedizione via e-mail (e
Rino, alle sette di mattina in redazione, ne sa qualcosa!). Ma or¬
mai il guaio è fatto e. se mi prestate un poco d'attenzione, cer¬
cherò di spiegarvi i motivi di questi dubbi, che, ancora adesso, ad
articolo praticamente impaginato, mi assillano.
Esistono, al mondo, alcune cose come la pittura, la poesia, il vino,
le belle donne, le automobili e, purtroppo anche Windows, in cui
ognuno si sente esperto tanto da poter esprimere giudizi da pulpi¬
ti iperborei. E cosi ci saranno lettori, e sono sicuro che saranno
tanti, che dopo aver letto queste pagine si sentiranno addosso la
febbre di mettere giù nero su bianco, per affermare di essere de¬
positari di ben altri segreti nascosti tra le pieghe del "Mio Compu¬
ter", che avrebbero sicuramente fatto meglio, e che vorranno pre¬
potentemente proporre il loro "trick", merce impagabile di cui
hanno monopolio e su cui vantano "ius primae noctis". Vorrei so¬
lo precisare che apprezzo sicuramente la bravura di tutti, che am¬
miro la tenacia di tanti anonimi appassionati, ma che il pezzo che
avete letto assolveva a una filosofia della rubrica che non si pote¬
va ignorare, e che risponde alle prime tre lettere dell'alfabeto.
Perciò, se avete suggerimenti su trucchi e combinazioni che pre¬
vedete possano essere interessanti e abbastanza inconsueti, po¬
tete spedirli al mio indirizzo e chissà che non si possa mettere in¬
sieme, cosa che ho vagamente fatto intendere nelle parole di
chiusura, un nuovo articolo su tip più avanzati. Figurarsi che, con
Rino, eravamo incerti addirittura se non fosse il caso di "tagliare"
i suggerimenti che implicavano l'uso dell'editor di registro, visto
che, in questo ambiente, un errore nel manipolare qualche setup
o qualche stringa può accecare il sistema operativo! Perdonatemi
quindi se non sono riuscito ad essere "universale"; non c'è riusci¬
to Leonardo da Vinci, figuratevi se poteva esserlo un De Masi
qualsiasi.
Una volta, tanti anni fa, ebbi la sventura di criticare, sulle pagine,
mi pare, della intelligenza artificiale, le lungaggini e le "zitellerie"
del linguaggio Pascal (tra parentesi, vi confesso che la penso
esattamente come allora!). Apriti cielo! Il biglietto più cordiale che
mi giunse conteneva la frase "verme di fogna". Figuriamoci cosa
succederà adesso! Una sola preghiera: scrivete direttamente alla
mia casella, evitando di intasare quella della redazione. In fondo
Serena non ha alcuna colpa, e ha tante cose da fare! Tanto, or¬
mai, Alea Jacta Est (no, per favore, non mi correggete anche su
questo: lo so, la j non è una lettera dell'alfabeto latino!).
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
257
virtuale
nel«osta
ang otono
Interattivi
i personaggi famosi
inglese con
Imparare e perfezionare
ringlese
Forse siamo giunti ad un
eccesso d’offerta degli
strumenti d’apprendimento
della lingua inglese, che ci
sono proposti per
corrispondenza, nelle
edicole, nelle librerie e nei
computer shop (dimentico
qualcuno?). Con possibilità di
scelta così ampie, il compito di
chi vuole acquistare un corso
d’inglese diventa davvero
arduo, a meno che...
jD0
TALK ìo
TOME
Con» M IMI«m
—HI —
di Dino Joris
La conoscenza delle lingue straniere
(ma la preventiva buona conoscenza
della propria lingua non guasta) è sem¬
pre desiderabile. Credo che vi siano po¬
che persone al mondo disposte a so¬
stenere il contrario.
Questa gran fioritura di corsi di lingue
su CD sembra qualificarsi come segno
inequivocabile dell'interesse del merca¬
to (che siamo noi). Il nostro interesse
può essere diretto o indiretto, a secon¬
da che si sia noi stessi a volere impara¬
re la lingua o che si voglia "delegare"
l'apprendimento ai figli. Nell'uno e
nell'altro caso proviamo un interesse
almeno potenziale, che ha grandi possi¬
bilità di esprimersi in un buon acquisto,
se si effettua una scelta oculata.
Una volta deciso che vogliamo impa¬
rare, o perfezionare, l'inglese, il primo
compito che ci attende è quello di sta¬
bilire il livello di accesso.
Come anche i più disattenti sanno, i
corsi sono generalmente (e opportuna¬
mente) proposti a vari livelli: principian¬
te (beginner), intermedio (intermediate)
e avanzato (advanced).
Non sappiamo nulla? La risposta è
semplice, cominciamo dal principio.
Abbiamo già qualche base di conoscen¬
za che ci fa rifiutare il "marchio" di
principianti? Allora siamo a livello inter¬
medio. Siamo già stati in paesi di lingua
inglese e siamo riusciti ad uscirne (lin¬
guisticamente) vivi? Bene, il nostro li¬
vello è quello avanzato.
Che sia davvero cosi semplice? Te¬
mo proprio di no, anche perché il pano¬
rama è complesso e le esigenze posso¬
no essere molteplici, come sembrano
testimoniare le opere in circolazione.
Credo che la scelta del corso appro¬
priato, specialmente a livelli avanzati o
specializzati, sia davvero difficile Temo
che, anche volendo, non potrei offrire
ai lettori una panoramica adeguata e
sufficientemente ragionata per guidarli
nella scelta.
In mancanza d'indicazioni qualificate
e disinteressate (avete tra le vostre
amicizie sincere un professore d'ingle¬
se che abbia "adottato" una o più ope¬
re del genere?), le scelte potranno es¬
sere basate su considerazioni di natura
pratica.
Posso suggerire al lettore di orientar¬
si su corsi suddivisi in vari livelli acqui-
258
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
stabili separatamente: avrà così il dirit¬
to di stancarsi senza provare rimorsi di
coscienza per aver speso - o fatto
spendere - cifre importanti senza risul¬
tato.
Un altro suggerimento è quello di
non avvicinarsi ai prodotti pensando
che "chi più spende, meno spende",
perché non è sempre cosi in questo
settore.
Per i bambini, almeno dopo il primo
livello d'apprendimento, il lettore può
prendere in seria considerazione anche
i giochi educativi specializzati (general¬
mente classificati nella categoria "edu-
tainment").
Coloro che sono stati in passato
"scottati" da cattivi acquisti in edicola,
continuino ad avere un sano atteggia¬
mento di diffidenza, perché a volte
davvero si trovano prodotti scadenti.
È bene tuttavia tenere presente che
si possono anche fare degli acquisti
veramente molto vantaggiosi, sia con
certe pubblicazioni specializzate, sia
con gli allegati a riviste e giornali (ad
esempio, Talk To Me con L'Espresso o
il dizionario DISC con La Repubblica,
tanto per citarne qualcuno).
Sospetto che queste iniziative abbia¬
no la capacità di togliere il sonno a
qualche editore tradizionale - che si ve¬
de sottrarre in un sol colpo migliaia di
potenziali clienti - ed a fare gongolare
qualche editore più intraprendente.
Forse certe iniziative editoriali po¬
trebbero essere messe in discussione
(non certo in questa sede), ma sino a
che possono fare giungere al consu¬
matore dei buoni prodotti a prezzi con¬
venienti, le mie argomentazioni a sfa¬
vore s’indeboliscono.
Vediamo ora insieme qualche pro¬
dotto del settore.
HyperteAch
In breve: il corso d'inglese HyperteAch
consiste di 23 lezioni con 5 testi o dialo¬
ghi ciascuna, corredate di note gram¬
maticali ed esercizi. 15 schemi di cruci¬
verba, 6 filmati, un dizionario di 8.000
vocaboli.
Con il suo aggressivo prezzo di
19.900 lire, questo corso d’inglese si
colloca nella fascia dei prodotti di mag¬
giore accessibilità dal punto di vista
economico (ed anche dal punto di vista
pratico, dato che è distribuito in edico¬
la).
HyperteAch è frutto di un'iniziativa
della società Mediax - European Quality
Software per la produzione, e della Co-
mecon, che si occupa di comunicazioni,
ingegneria e consulenze, per la distribu¬
zione.
L’approccio alla lingua di questo cor¬
so è sicuramente informatico e multi¬
mediale, come si conviene ad un corso
su CD-ROM e sfrutta tutte le possibilità
offerte dal mezzo. Vediamo come.
HyperteAch
Produttore e distributore:
Comecon s.r.l.
Viale Premuda, 14
20129 Milano
Telefono 02 5410 4224
Telefa x: 54 10 4225
E-mail: linToiacomecon corti -
Internet rro mu gnggn ro-. i
Distribuzione: m edicola e dal produttore
Ambiente: Windows
Requisiti multimediali, standard, ma con microfono
Prezzo: lire 19 900
La schermata d'avvio indica subito
che l'utente non dovrà dedicare nean¬
che un minuto all’apprendimento della
navigazione, che è totalmente intuitiva,
e potrà quindi riservare I suoi sforzi
all'apprendimento della lingua.
Già dalla schermata d'avvio appare
uno scritto piuttosto lungo, la cui lettura
da parte di una gentile voce femminile
di madrelingua si avvia automaticamen¬
te. L'utente scopre presto come fare
apparire la traduzione in italiano, che lo
aiuterà a rendere l’impatto più morbido.
Decisamente, addio vecchi metodi gra¬
duali, con questo corso si è messi a
confronto con la realtà della lingua in
modo diretto, senza passare attraverso
il rituale della presentazione delle basi
più elementari.
In questo modo lo studente deve
ascoltare, leggere in lingua inglese, con¬
frontare la traduzione italiana, cercare di
esercitarsi ricorrendo anche al dizionario
parlante, che è sempre a portata di
mouse.
La mia impressione è che chi non ha
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
259
Poiot Hdo li»M»*Soecitofe'CiMnooM7
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P«*M Th«r*>ctJ Myr«oPw« M*< WK* n *•» rv**r# 1>
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Rogiitiozion# dallo paiolo
LESSONS
DGnronpr
LVu.LLlLu.t^tj-LcalO
« LESSONS
« LESSONS
p p n e r p p r
7 WhNiyiMiab 'A« you itutert •'
6 Tharaaw #tooiaixtt»»*'joMl* 3 n+~ *
'• RIMI
M
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jamara
» *««e
doyou
'icm
pofecaatan'No
alcuna base di conoscenza possa trova¬
re questo approccio troppo duro. Diver¬
so sarà per coloro
che, aiutati dalle
reminiscenze sco¬
lastiche, preferi¬
scono un approc¬
cio diretto, poco
strutturato (grosso
modo simile a
quello che si ha
con la visita sul
posto).
Con questo cor¬
so d'inglese si ha
tuttavia il vantag¬
gio d'avere sem¬
pre a disposizione
il dizionario par¬
lante, la traduzio¬
ne dei testi e...
l'infinita pazienza
del nostro interlo¬
cutore, sempre disposto a ripeterci
quello che non abbiamo capito. Basta
il clic.
prrrpppf «r
Fai clic sul tasto a
lato per iniziare il test
Avanti 1
THt 9
THAT
THE SE
THOSE
quMto. -•
qu«l*o, ••
quctfi, -0
qu*li. -0
crii*,fi
Ogni lezione consiste di cinque testi
0 dialoghi, accompagnati da esercizi e
test di autovalutazione.
Al posto del te¬
sto è possibile con
un clic fare appari¬
re le note gram¬
maticali relative ad
ogni lezione.
corso include
anche sei brevi fil¬
mati situazionali
che cominciano
con un signore
che presenta se
stesso e la sua fa¬
miglia, e finiscono con una signora che
chiede informazioni ferroviarie per
viaggiare verso Glasgow e compera i
necessari biglietti.
I filmati sono pochi e brevi, quindi
sono in realtà poco significativi, e non
si qualificano come didatticamente rile¬
vanti.
Le cuffie della prima pagina indicano
che c'è una parte dedicata alle esercita¬
zioni di riconoscimento della pronuncia.
Vi è anche una "palestra" per esercitar¬
la e metterla a confronto con quella de¬
gli attori, anche con l'ausilio della rap¬
presentazione grafica delle onde sonore
(che risulta molto utile ai fini dell’affina¬
mento della pronuncia).
Troviamo anche 15 cruciverba. Questa
presenza mi sembra eccessiva, perché la
260
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
potrà probabilmente
trovare più produtti¬
vo un corso mag¬
giormente struttura¬
to ed organizzato.
Ovviamente, spen¬
dendo molto di più.
Ma che male ci sa¬
rebbe nello spende¬
re qualche migliaio
di lire in più ed ave¬
re cosi un altro utile
strumento d'ap¬
prendimento a di¬
sposizione?
Prezzo:
lire 129.000
scenza. sia a livello grammaticale sia a
livello pratico.
Già la prima schermata promette visi¬
te in molti paesi anglofoni, visite guida¬
te (Guided Tours), azione dal vivo (Li¬
ve!). sezione linguistica (Language) e
Film Clips. Vediamole insieme.
L'esempio dell'immagine è chiaro: un
clic sull'icona alla sinistra porta alla car¬
tella dei fatti sul paese prescelto, in
questo caso l'Australia. I fatti riportati
sono di natura geografica, etnografica,
eccetera.
loro soluzione può
diventare davvero
un'impresa dispe¬
rata per chi affron¬
ta un corso di base
come questo. Il
corso avanzato co¬
sa mai conterrà?
ione:
_ri New Media
Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.
Strada Privata Mondadori 1
20090 Segrate (Mll
Ambiente: Windows e Macintosh
Requisiti multimediali: standard, ma con microfono
Conclusioni
Dopo avere visto da qualche anno a
questa parte un certo numero di corsi
d'inglese su CD-ROM, posso dire che
probabilmente HyperteAch non aspira a
concorrere per l'Oscar di settore, né per i
sistemi usati, né per i contenuti Ricono¬
sco tuttavia con piacere che il software
di gestione è piacevolmente agile e che il
rapporto qualità/prezzo è favorevolissi¬
mo. Alla luce di questi fatti mi sento di
consigliare HyperteAch almeno a coloro
che, già studenti di livello intermedio, vo¬
gliono acquisire uno strumento di eserci¬
tazione in più.
Chi affronta la lingua da principiante
World Wide English
Dopo avere studiato le basi della lin¬
gua inglese, può essere interessante
affrontare la seconda fase del processo
di apprendimento con approcci di tipo
culturale a vari livelli, in ambienti diver¬
si, in giro per il mondo. Si imparano
espressioni nuove e ci si familiarizza
con la vita reale, aiutati da filmati e voci
in cui discorsi o dialoghi sono visualizza¬
ti sullo schermo contemporaneamente
alle parole.
Quest'opera appartiene ad una serie
destinata a coloro che, conoscendo già
la lingua inglese almeno a livello di ba¬
se, desiderano perfezionare la cono-
R * c * (
World Wide English
AAULIMBJ
ISL GIBSON: UOCRàTHY
Mai 0*n ■ Atestei bqpt! m 0m B« im
*wi beo a AvtMk te m beo a AaarsV
Oba'i oap • of • mb (rf KtBA b« te tko tm •
«Mtfiv» a* fecaffe M te
A «tate tbjr U« • aa* aoioite «ni Tte
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XuitrtlU «
World Mor 1
• ..W>d at Oé AMWHa ' Ambo- nkm «A wi
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<T <? C C G
PTilll. ^ '■■■!. il
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3
OM*
“_
Oltre a "The Bare
Facts" (fatti di ba¬
se), "Country Map"
(mappa del paese),
Claims to Fame (ra¬
gioni di fama).
Strange but True
(strano ma vero),
abbiamo anche
Greetings from..., la
cartolina illustrata
dalla terra dei can¬
guri.
la te pimm. tte (poh» —> ma Ih*
tot rad Tte 1W rad ■ tte «te*».
T AB Rotei cj late mom
oAm 017 stonai te ih*v LA» fkul
«I Bete te pteM So 1W7 oft.» m LflU
,:m Ih* fiat rad c/ * (te* ite ttey
TlB OM BO «pi ‘do.* («• B ter*), te
•te* f a. Bte fj«tek *BbjO Tte»
Come si vede, gli argomenti sono di
attualità, anche se forse Gallipoli non è
tra i film di maggiore freschezza di Mei
Gibson, ma quello di sicuro contenuto
"australiano” che ci fa assaggiare un
po' di inglese con accento locale e paro¬
le "smozzicate”. A volte le parole ven¬
gono più che pronunciate, sottintese!
Ma i sottotitoli sono utilissimi per capi¬
re, in barba a tutti gli sforzi
degli attori per farci sentire
inadeguati...
I colloqui possono essere
anche ripetuti a piacimento,
una singola frase alla volta. La
ripetizione dei colloqui preve¬
de sia il parlato sia i sottotitoli.
Non mancano le notazioni sul
linguaggio e la grammatica,
che possono essere più 0
meno vaste, secondo neces¬
sità.
La navigabilità del program¬
ma è sempre buona, grazie
all'esiguità delle scelte: l'utente può
concentrarsi sull'apprendimento lingui¬
stico senza doversi impegnare a capire
complicati sistemi di navigazione, come
avviene con altri programmi.
Una volta studiata la lezione a fondo,
è sempre piacevole avere il conforto di
un test che confermi i progressi fatti.
Quanto meno, l'effetto del test potrà
■
essere quello di farci capire che è il ca¬
so di ricominciare con pazienza...
In questa sezione si accede a dei si¬
stemi di controllo sulla comprensione
dei dialoghi, dei contenuti culturali, ed
altre attività di conferma,
Fondamentale è la lettura dei dialo¬
ghi, che altrimenti possono rimanere
oscuri ai più. Tanto per fare un esem¬
pio. la difficoltà di comprensione po¬
trebbe essere paragonata a quella che
si ha quando si ascoltano dialoghi in
certi dialetti regionali stretti.
Vi sono nell’opera diversi Tour guida¬
ti. Il tour scelto per voi include la Gran
Bretagna ed un profilo della Principessa
Diana (potete anche ascoltare un suo
discorso, umanamente importante) e
cercare d'analizzare con gli autori se la
Corona sopravviverà (l'opera era stata
confezionata evidentemente prima della
morte di Lady Diana),
Le immagini sono piuttosto piacevoli,
1 contenuti sono sempre attuali e di ge¬
nerale interesse. Ogni schermata con¬
serva sempre intatta la possibilità di na¬
vigare tra le pagine.
Le difficoltà di comprensione della lin¬
gua parlata, che raggiungono il livello
massimo quando si hanno dei colloqui
come quello di Gallipoli, raggiungono li¬
velli minimi quando parlano i reali ingle¬
si. Infatti, il cosiddetto "Queen's Engli-
sh", l'inglese della Regina, spesso ri-
262
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
C Pfc'C.C-' -U-i- /-J«-Ll.Li_i.L_i ,dLca>t )
~ roui Selection> 04 HVCV“
■“fi*.?
chiede poco più di
una conoscenza
scolastica per esse¬
re compreso.
Anche in questo
caso c'è comunque
la presenza dei sot¬
totitoli ad aiutare nel¬
la comprensione del
discorso (quello di
Lady Diana, alla luce
dei fatti, è ancora
più commovente).
Anche gli aspetti
meno ufficiali della
cultura dei vari pae¬
si sono inclusi (la
scheda dedicata
all'lrlanda compren¬
de un filmato di
un'esibizione di un cantante pop).
La buona qualità dei filmati non viene
resa in queste schermate, ma l'essenza
rimane chiara: vediamo l'esibizione del
cantante e le parole dei sottotitoli sono
evidenziate a ritmo, così che lo studen¬
te risolve eventuali dubbi contestual¬
mente.
Gli argomenti di attualità trattati sono
decisamente vari, visto che arrivano ad
ad alcuni decenni fa,
accreditarle ad alcu-
ni buontemponi in¬
glesi. Ma forse, nel
corso del prossimo
viaggio di istruzione
in Scozia...
Se nel frattempo
le vostre arie da in¬
glesi crescono trop¬
po, ecco che potete
"incappare” in un fil¬
mato in cui la lingua
usata (sempre ingle¬
se...) è impregnata di
forti accenti. Potrete
avere dubbi che
qualcuno abbia cam-
I CD nel lettore, e la
vostra sicurezza di conoscere meglio la
lingua verrà messa a dura prova.
Non mancano le occasioni per farsi
grandi risate, se si apprezza l'umorismo
molto inglese di Monty Python's Flying
Circus. La scenetta con John Cleese è
davvero esilarante e anche se non la ca-
© © OO 0 '
_■ _
includere il famosissimo
"mostro" di Lochness.
Nessie.
L'argomento è trattato
con filmati e schede, ma
non mi sembra di avere rile¬
vato alcun accenno a quella
che sembra essere la verità
ultima: sembra che Nessie
sia una montatura risalente
ProptH-ti of di City
i
HIP HOP lISll», YOUKNOW IMI
PAPPINO ANO (VERYTHING
BASICA IO AN AFPlCAN ART »OPM
0
«iti
ferita
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
263
mullimetliu
pite al volo, potete ripetere sia il filmato
sia le singole frasi, a volontà, Non vi
preoccupate troppo: le vecchie barzel¬
lette, quando sono buone, fanno sem¬
pre ridere.
Conclusioni
È improbabile che siano sviluppati
strumenti capaci di sostituire efficace¬
mente il valore educativo di un buon
soggiorno all'estero. Il modo di rafforza¬
re e perfezionare la conoscenza delle
lingue tuttavia rappresenta una valida
alternativa. La differenza di costi (anche
se il prezzo dell'opera non è certo irriso¬
rio) e altre considerazioni, potranno fare
optare i piu per il tipo di approccio offer¬
to da World Wide English.
A World of
Opportunities
III conoscete l'inglese commerciale m
WORLD of 1
T I ES J
Un mondo di opportunità: ecco una
traduzione accettabile di questo titolo.
Le opportunità di cui si parla sono quel¬
le di lavoro, e quest'opera si propone
sia come corso di perfezionamento del¬
la lingua inglese, con particolare riferi¬
mento al mondo del lavoro, sia come
"vademecum del perfetto candidato".
Ecco quindi che non solo è possibile
esercitarsi per perfezionare la propria
conoscenza linguistica, ma anche per
imparare i "trucchi" del mestiere di
candidato: come scrivere un curriculum
inglese o americano, cosa dire e non di¬
re nel corso delle interviste.
Chi sta pensando di cercare lavoro
all'estero, o anche in Italia presso com¬
pagnie straniere, non potrà non trovare
quest'opera molto utile.
La barra di navigazione permette di
Interview
Introduction
D
Tip, I ■■ |
idiU
co communKJtc devi? «nd lucctuhdbf « «I kvtH Ybur bncf li wtà* r»n(inj
ctulknfmg - io pfen. co-ordinai* w*d dakv*r Nfh quaky CO ROM'i
Yow *»4I b« » teim leader with plenqr of on «peri•»**
Smubly quabftod and e«peo«nced candidai** ihould forwird a MI CV and
co»*nnf ktwr u>
14 Se )ohni Averto*. Glenwood. 4001 Durian
Tip*
Deo*t coaplein evo» if you *oc
lott teveiei loummn
vene io knov citai you mv» tt*
ini dativa u> uk for taact
dir*cciana, and nervi. nmi
toaltUMbmt pallino fKlllUtf
Voc al eli. Th« tccepcicmiat ?*n M WJ
claai ditvctioni.
percorrere l'opera con grande facilità.
Per chi ha dei dubbi è prontamente di¬
sponibile la sezione Troubleshootmg,
che consente di risolvere dubbi specifi¬
ci, anche di natura grammaticale.
Le sezioni sono suddivise in introdu¬
zione e argomento. Generalmente, ogni
mossa dell'utente, tipicamente un clic
su un'immagine o un testo, viene ac¬
compagnata dalla voce dello speaker
che annuncia gli eventi.
Con un clic appropriato entrerete nel
mondo delle opportunità di lavoro, in cui
viene spiegato come scrivere una do¬
manda, o un CV (curriculum vitae, per
chi non ama le sigle) e come rispondere
intelligentemente alle domande dell'in¬
tervistatore.
I vari settori di lavoro ovviamente pre¬
sentano loro terminologie particolari e
specifiche. Quando si accede ad un set¬
tore, le parole e le frasi tipiche sono evi¬
denziate in blu e attivano un riquadro di
spiegazioni.
Dopo la familiariz-
zazione con parole
e frasi del settore,
si passa all'azione:
si cerca di ottenere
il lavoro (Getting
thè Job).
Inevitabile l'inter¬
vista, quando si cer¬
ca un lavoro. Il suo
successo dipende
evidentemente da
molti fattori, ma
avere già un'idea di
quello cui si va in¬
contro è sempre
cosa positiva. Ecco
allora il colloquio
che ci viene propo¬
sto in lingua origina¬
le, parlata e scritta.
Non manca lo spa¬
zio per utili suggeri¬
menti (tips), soprat¬
tutto su quello che
NON si deve dire.
I comandi dispo¬
nibili al clic sono
quelli di lancio del
parlato, di attivazio¬
ne dei suggerimenti, di lettura dei cam¬
pioni. Dovrebbe essere superfluo dire
che gli speaker sono tutti di madrelin¬
gua e che è possibile seguirli anche sul¬
la base di parole scritte: decisamente
un buon aiuto per comprendere dei col-
A World of Opportunities
Produttore:
Elemond Interattive Educahon
Distribuzione:
Mondadori New Media
Arnoldo Mondadori Editore S p A
Strada Privata Mondadori 1
20090 Sagrate (Milano!
Ambiente: Windows e Macintosh
Requisiti multimediali: standard, ma con microfono
Prezzo
lire 129 000
264
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
ORGANIGRAM
^ B^L’oJ-oLi-L LJuu1lIlu.^lLLclIi1 )
CIOSSARY
cdocation
1993 1997
1997 J993
wo«a
1997
Dvan'l liti
Ov*h««i to OafDiSurnsusn Caudv)
D*HOAHOCON»uaD
Q**ton%Ké9 kr 1 mone* p** «m «or a
l'i in uiliuot aanagn la
th* intacnational divialon o t
• («tali bar*. X la ad a uaa
Ot fi* paoplc. Tha i
cunolno of Un aactloo
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Diviaioa. va roend vose of
lr«l <«»aacfi and m*"X’»**«i'dk»' **a> «U*>
■MpmMft fc* towctoir* coor *<d
1 996 1997 T V Ma»Sana». »**« *ctur«» Oaacic»
fltnird Ha»fcon
feodwctMi MMim
1999 1P96 V*na<» H«ht» £wanma*<» ThaaN< ban «m
cisa sulle cariche nell'am¬
bito delle aziende.
Per conseguire una buo¬
na preparazione sulle ter¬
minologie usate nel mon-
GLOSSARY
do del lavoro, è necessario familiarizzar¬
si con argomenti di vario tipo. Un ap¬
proccio corretto e strutturato può aiuta¬
re molto. In questo CD si trovano
esempi di documenti e di CV (sia ingle¬
si. sia americani: la sostanza non
cambia, ma la forma è decisamen¬
te importante), glossari, consigli
per l'uso del telefono, esempi di ti¬
piche domande e risposte nel cor-
loqui che, almeno al pri¬
mo approccio, rimarreb¬
bero probabilmente poco
comprensibili.
L'argomento delle inter¬
viste di lavoro certo non
si esaurisce qui. Esso è
di fatto notevolmente
amplio e copre molti
aspetti, mettendo cosi
l'aspirante candidato in
condizione di prepararsi
a fondo.
Si trovano anche mol¬
te pagine dedicate a set¬
tori specifici, che aiutano
a familiarizzarsi con ter¬
mini non facilmente indi¬
viduabili sui dizionari. Ad
esempio, si parla di cor¬
rieri internazionali come
Federai Express o DHL,
ed anche dei corrieri cit¬
tadini, i famosi Pony, in¬
dicandoli come "Hand
Courier".
Il mondo del lavoro è
fatto anche di organi¬
grammi: ne troviamo
uno capace di darci
un'idea abbastanza pre-
TM bar r**
(I) tton tfv tot of utm te* r»o
lomp«iton 4*rV3| lh« pvnod IM2
> IMS
0)
bràrtvrnoco^mxcrlor—chfmr
COLÀ SALO
(In «ttov o« Rimi
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1982
220
196
1983
245
233
1984
239
260
1985
259
292
KnnMr ito a «np* bui noe
k k oràf a <omp*at>on of uscitoci
Ttitt cab* |to th> •
so delle interviste, e molto altro.
L'incontro con i personaggi che
sono ormai inseriti nel mondo del
lavoro può essere difficile: questi
infatti ci parlano con la naturalezza
(e velocità) che userebbero nel cor¬
so del loro lavoro, quindi è neces¬
sario avere una buona capacità di
comprensione. Tuttavia, c'è sem¬
pre a disposizione il bottoncino ma¬
gico che fa apparire il testo scrit¬
to... e la vita torna a sorriderci.
Nel mondo del lavoro le parole
usate sono sempre quelle che si
MCmicrocomputer n. 178 - novembre 1997
265
( Lj^Lììll.i_AL^1~ÌP)
TALK
TOME
Produttore e distributore:
Opera Multimedia s.p a
Foro Buonapane 70
20121 Milano
Telefono: 02 8065 181
Telefa x: 02 8065 1835
E-mail: [5peraigopera-multimeaia.i|
Intemei Twww ooera-mui-.imeaia il
Ambiente: Windows
Requisiti multimediali standard, ma con microfono
trovano sul dizionario, ma certe frasi ed
espressioni possono essere "ben na¬
scoste". Ecco quindi che la consultazio¬
ne del glossario può risparmiarci le fati¬
che di ricerche complesse.
I consigli che si ricevono sono anche
di natura strettamente linguistica, su
come comporre delle frasi grammatical¬
mente corrette.
Si trovano anche dei test interattivi,
che permettono di controllare e raffor¬
zare le proprie conoscenze.
Per esempio, lo studente non deve fare
altro che indovinare il giusto prefisso da
usare davanti alle parole evidenziate in
una finestra di test. Se sbaglia, è subito
avvisato (il che contribuisce al rafforza¬
mento della conoscenza).
Le terminologie usate nel settore dei
grafici risultano subito evidenti se ap¬
paiono, come in questo caso, accanto al
grafico stesso: "bar graph" e "table"
diventano subito vecchi amici.
Per chi vuole essere guidato nel mon¬
do delle transazioni commerciali, vi so¬
no sezioni dedicate che spiegano passo
per passo cosa attendersi.
Conclusioni
Il materiale di studio è
davvero tanto, cosi come
piuttosto consistente è il
contributo degli speaker.
Tutto il materiale esami¬
nato è di buon livello e pre¬
parato con accuratezza.
Sono certo che special-
mente chi intende trovare
lavoro all'estero troverà
quest'opera di grande uti¬
lità (anche coloro che già
conoscono la lingua a buon
livello).
266
Talk To Me
Nota sui prezzi
Talk To Me è stato allegato
al settimanale L'Espresso in 6
uscite di 4 lezioni ciascuna, a
lire 24.900 per numero.
L'opera in edizione normale
ha un prezzo di listino di lire
149.000 per ognuno dei due li¬
velli.
Di Talk To Me avevo già par¬
lato. sia pure solo superficial¬
mente, nel numero 168 di MC-
microcomputer del dicembre
1996, più precisamente sull'al¬
legato chiamato "Tutto CD¬
ROM". L'occasione di riveder-
SEQUENCE OF A
SUCCESSELI!. SALES TRANSACTION
lo si è presentata in edicola: l'ho trovato
allegato al settimanale L'Espresso del 5
dicembre. Si trattava della sesta ed ulti¬
ma uscita: ventiquattro lezioni distribui¬
te su sei CD (la versione distribuita at¬
traverso i canali normali prevede solo
due CD).
Mi è parso interessante vedere da vi¬
cino questa sezione del corso, che è
dedicata a riunioni di lavoro ed alle prati¬
che amministrative e commerciali.
Malgrado la specificità della sezione,
ritengo che la sua descrizione possa da¬
re al lettore un'idea generale di quanto
può aspettarsi anche dal corso di base.
Struttura e qualità generale non cambia¬
no.
Come il lettore può notare, Talk To
Me non rinuncia
W/ k»
all'uso, sia pure di¬
screto, dei tradizio¬
nali menu; ma que¬
sto non cambia la
sostanziale facilità
di navigazione, per¬
ché anche quando
si aprono le voci,
appaiono scelte
prontamente e fa¬
cilmente compren¬
sibili, In altre paro¬
le, all'utente non è
richiesta alcuna abi¬
lità particolare, ol¬
tre a quella di sape¬
re usare il mouse
per effettuare le
scelte, sia tramite
icone, sia tramite
menu.
Il corso è basato su diversi ele¬
menti, che sfruttano tutti le ca¬
ratteristiche del mezzo multime¬
diale interattivo. Vediamo come,
cominciando da quello che con¬
sidero il "nocciolo duro" del cor¬
so, gli esercizi di pronuncia.
Tutti gli esercizi di pronuncia
MCmicrocomputer n. 180
C /AulLlL^ilLcalO
utilizzano la rappre¬
sentazione grafica
comparativa delle
onde sonore: appa¬
re l'onda quando
pronuncia lo
speaker, ed appena
sotto appare quella
relativa alla pronun¬
cia dello studente.
Come il lettore
può immaginare,
non è possibile rag¬
giungere mai la
perfetta identità
delle onde, anche
perché le voci sono
ovviamente diverse
(qualche volta lo speaker può essere
del sesso opposto; in questo caso una
forte somiglianza grafica potrebbe esse¬
re, per lo studente, fonte di preoccupa¬
zione, anziché di soddisfazione!).
A testimoniare la maggiore o minore
qualità della pronuncia ci pensa Talk To
Me, assegnando ad ogni tornata un
adeguato numero di rettangolini rossi:
più ne appaiono, meglio abbiamo pro¬
nunciato. Immagino non vi sia bisogno
di spiegare al lettore di quale fonda-
mentale importanza sia questo tipo di
esercizio, per raggiungere dei livelli ac¬
cettabili di pronuncia (il punto dolente
per i più).
speaker, scegliendo una delle tre rispo¬
ste disponibili. Se la frase scelta è pro¬
nunciata con sufficiente chiarezza, si
evidenzia in verde, altrimenti appare
una scritta che invita lo studente a ripe¬
tere con maggiore chiarezza. Ho prova¬
to in molti modi e confesso di essere ri¬
masto positivamen¬
te impressionato
dal livello di accura¬
tezza con cui ven¬
gono accettati o re¬
spinti gli esercizi
dello studente (che
così è davvero sti¬
molato a fare be¬
ne).
Non è difficile af¬
fermare che gli
esercizi di pronun¬
cia sono fondamen¬
tali, ma anche quel¬
li di comprensione
possono esserlo.
Le esercitazioni
in tal senso le met¬
te a disposizione la
Yesi Thafs me
l'm thè Sales Manager
YouVe tallona to him
Excuse me. l'm looking ter thè
Sales Manager
■■■IH
Il riconoscimento vocale si trova an¬
che nei colloqui più complessi, in cui lo
studente deve ri¬
spondere allo
&
\d\ - -
*a rcquott far goods in frcnt quantity" 1
a 1 a r g e o r d e r
• »
c
e 1
» |" ' |!
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267
London
a
- 1
>
U V
A _
C j^L-oJ-oluL /.liU.Lu.Lu_>.
sezione dedicata alla dettatura: ascolta¬
te lo speaker e scrivete quello che ave¬
te capito nell'apposita finestra: le frasi
scritte correttamente sono evidenziate
in verde, quelle errate, in rosso. Talk To
Me, come ogni buon insegnante, non vi
lascia del tutto soli: potete sempre clic¬
care sull'icona lampadina per sollecitare
un suggerimento.
Gli esercizi, ovviamente, non si limita¬
no a questo: troviamo quindi dei modi
di esercitarci abbastanza originali, che
sfruttano le capacità d'interattività del
PC. Ecco quindi che possiamo confron¬
tarci con gli esercizi di comprensione
del significato di una frase, di colloca¬
mento delle parole giuste al posto giu¬
sto in diverse frasi, nell'individuazione
di sinonimi.
Conclusioni
La mia impressione netta è che il corso
sia effettivamente capace di insegnare la
lingua a chi abbia voglia di imparare e sia
disposto a percorrerlo e ripercorrerlo sino
ad arrivare a farsi dire "bravo", con un
buon numero di rettangolini rossi o con
applausi.
Arrivati a buoni livelli di comprensione
della lingua, lo studente potrà poi pensa¬
re al perfezionamento, con l’uso delle
opere per studenti avanzati, del tipo di
quelle recensite in questo stesso articolo.
Pappaconda
Tra gli strumenti d'apprendimento
della lingua inglese, voglio citare anche
questo, malgrado il fatto che non sappia
bene se presentarlo anche come gioco
d'avventura (lo è), cartone animato inte¬
rattivo (lo è) o strumento d'apprendi¬
mento per bambini (lo è?).
L’impressione è che Pappaconda sia
LLaili)
troppe cose insie¬
me, una specie di
"tuttologo su CD",
forse destinato a
non essere apprez¬
zato appieno in
nessuno dei suoi
aspetti.
Un esperto di
adventure game,
infatti, potrebbe
trovarlo troppo
semplice. L'esti¬
matore delle ani¬
mazioni al compu¬
ter, potrebbe esse¬
re critico su dise¬
gni e movimenti.
L'adulto che vuole
Produttore e distributore:
Tecniche Nuove S p A.
Via Ciro Menotti. 14
20129 Milano
Telefono. 02 7570220
Telefax: 02 7610351
limernet:www tecnèO
Ambiente: Windows
Requisiti multimediali: standard
Prezzo:
Ir^rrT rjrx'l stop
lire 45.000
perfezionare la lin¬
gua, potrebbe tro-
vario insufficiente¬
mente strutturato
H II bambino potrà
apprezzare di più
l'aspetto e la voce dei personaggi, ma
certo non ha possibilità di imparare l'in¬
glese (può però perfezionarlo, se ne ha
già una discreta conoscenza).
Tutto negativo, allora? Niente affatto,
perché chi ama gli adventure game, ed
ha una discreta conoscenza delle lin¬
gua, può utilizzare Pappaconda come
strumento d'esercizio linguistico (più
che d'apprendimento).
Il lettore che intende acquisire più
d'uno strumento d'esercizio potrà esse¬
re invogliato dal prezzo relativamente
contenuto, e includere Pappaconda nel¬
la sua lista degli acquisti.
Pappaconda
268
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
( Lu^LlìLu-olLLu-LS^)
Poliglotta per Caso
Quando il vostro desiderio primario è
quello di "esporre" i vostri pargoli a diver¬
se lingue, allora potete prendere in seria
considerazione questo prodotto della Dl-
DA*EL, che è, dal punto di vista del nu¬
mero di lingue trattate, il più ambizioso
tra quelli presentati oggi. Questo si occu¬
pa, infatti, di ben cinque lingue: spagnolo,
francese, tedesco, inglese ed italiano.
Questo prodotto può essere indifferen¬
temente utilizzato da bambini di varie na¬
zioni, visto che è possibile programmare
sia la scelta della lingua del commentato-
re, sia quella dell'interlocutore. Così i
bambini hanno la scelta di "fare i france¬
si" per comunicare con gli inglesi, o gli ita¬
liani, o... mi sembra di capire che le com¬
binazioni possibili siano molte (sedici).
Probabilmente ci si accontenterà di
scegliere di "fare l'italiano" che comuni¬
ca con bambini delle varie altre naziona¬
lità.
Il gioco, indicato per bambini da cinque
Poliglotta per Caso
_
Produttore e Distributore:
DIDA’EL Srl,
Via Lamarmora, 9
20122 Milano
Telefono: 02 5418091
Telefa*: 02 55181751
E-mail H oELgfliaaaiil
Interne! Iwww.aiaael.il
Distribuzione:
D.L.I. srl
Via Messina, 47
201 54 Milano
Telefono: 02 33106160
Telefax: 02 33106303
E-mail.EMiaED
Ambiente: Windows
Requisiti multimediali: standard, ma con microfono
Prezzo lire 99.000
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
anni in su (il limite superiore non
è, prevedibilmente, indicato dalla
casa ma credo improbabile che
un teen-ager possa trovarlo di
qualche interesse) è assai sem¬
plice: ci si esercita con i nomi di
oggetti e animali, si gioca poi a ri¬
conoscerli quando sono rinomi¬
nati dallo speaker, trascinandoli
con il mouse al posto giusto. Il
tutto avviene in tre ambienti di¬
versi: al mare, nella savana, nella
foresta.
prezzo di vendita mi
sembra abbastanza
elevato, special-
mente in vista del
fatto che la fruizione
effettiva non può
avere lunga durata,
sia a causa dei con¬
tenuti - giustamen¬
te limitati - sia a
causa dei fruitori: i
bambini, lo sappia¬
mo, si stancano pre¬
sto di tutto (fortuna¬
tamente, cosi impa¬
rano... di tutto, di
più).
Se la spesa di
qualche decina di
biglietti da mille in
più non è un proble¬
ma per voi, allora...
«e
269
È possibile anche fare registrare
al bambino la sua voce (questa è
sicuramente una parte che attrae i
piccoli e che li può divertire e quin¬
di stimolare).
Poliglotta per Caso è prodotto
da una casa specializzata in didatti¬
ca ed è stato collaudato "sul cam¬
po" da esperti. È quindi lecito at¬
tendersi che sia efficace (ahimè,
non ho modo di verificarlo, credo
volentieri alla parola di professioni¬
sti della didattica come DIDA’EL).
Posso solo osservare che il
C&Vweb '98
Dopo un anno di sperimentazione e quattordicimila contatti,
C&Vweb entra nel '98 assumendo contenuti e vesti grafiche
meglio definiti. Ciò non è tanto il frutto di studi particolari,
quanto il risultato del gradimento, i desideri e le aspettative
di chi, tutti quei contatti, ha sommato.
"Su C&Vweb vorrei trovarci..."
di Bruno Rosali
... i link con i siti delle software-house
all’avanguardia nella ricerca multimedia¬
le e, magari, i link con uno o iù siti dove
il multimedia è stato ben applicato. Un
osservatorio permanente sulle applica¬
zioni audiovisive realizzabili con l'uso
dei più recenti codec. Il posto del
software, dal quale fare il download di
shareware, demo e trial. Una sala-giochi
infine, nella quale rilassarsi (oppure im¬
pazzire definitivamente) con delle ad-
venture ipermediali, rebus, crittogram¬
mi ed altre formule strizzacervelli da ri¬
solvere on-line!
Quattro desideri quattro. Uno in più di
quelli che può concedere il genio della
lampada. Senza essere né il primo, né
uscendo post-fregamento dalla secon¬
da, ci riesce comunque facile esaudirli.
C&Vweb '98 nasce perciò figlia di chi
l'ha già sfogliata e che, molto probabil¬
mente, continuerà a farlo ben felice di
essere stato esaudito su come voleva
che la rubrica telematica fosse. Al pros¬
simo click difatti C&Vweb '98 tornerà
ad utilizzare la formula delle rubriche
(mediaLINK, mediaLABS, mediaWARE
e mediaGAME) per poi prendere il ritmo
definitivo e costante di Computer & Vi¬
deo On The MC!
Il primo numero del '98 (in realtà l'ab-
biamo messo in linea già nel mese di di¬
cembre) è un punto di partenza con il
quale provvediamo a fissare:
-un nuovo layout delle pagine (ricava¬
te con i frame e con criteri di navigazio¬
ne più pratici);
- le tecnologie di base (useremo co¬
me nostri standard l'HTML e JavaScript
per introdurre gradatamente sempre
più Dynamic-HTML);
- i protocolli mediali dal miglior equili¬
brio (audio m MPEG-layer III e video in
MPEG 4) tra qualità e compattezza, ov¬
vero rapidità di streaming.
Per quanto riguarda la nuova impagi-
nazione che C&Vweb '98 andrò ad as¬
sumere questa è visibile in fig. 1 Nella
sua struttura generale il layout si carat¬
terizza per l'assunzione dei frame. Nello
specifico le pagine saranno organizzate
f» * r— 1
3
a ai J V al
Cm» Ci —pi tm* *—i
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1.7»K&>«
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1,73
936 Kb»*
l«Mk
sin*.
-
su tre frame, due a correre in orizzonta¬
le ed uno sviluppato in verticale. Nel fra¬
me orizzontale superiore ci sarà spazio
per il logo (animato), la testata, il nume¬
ro di pubblicazione ed i bottoni per il link
con l'indice generale di C&Vweb, la pa¬
ge di MCmicrocomputer e quella di
MC-link.
Nel frame centrale, quello di maggio¬
re superficie, troveranno naturalmente
posto le introduzioni e, link dopo link, i
contenuti di ogni rubrica
A scorrere verticalmente sulla sinistra
infine il frame dal quale sarà continua-
mente possibile selezionare l'attivazio¬
ne delle 4 rubriche
oppure il modulo
dell'e-mail,
Detto della nuo¬
va impaginazione,
andiamo finalmen¬
te a vedere cosa ci
riservano le rubri¬
che di questo pri¬
mo numero di
C&Vweb '98.
1
if 1
«3J3V -u—«■ ic—— a —«H a*
iJ 4 .
Figure 1 - La nuova im¬
postazione della home-
page di Computer &
Video On The Web!
270
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
mediaLINK
(news e link diretti con
i produttori di Hw&Sw)
Torna mediaLINK e lo fa riprendendo
il vecchio stile introduttivo ai siti consi¬
gliati. Non si segnala solo il semplice
link da cliccare, ma si procede anche ad
una breve introduzione al riguardo di
cosa ci attende una volta attraccati in
quel luogo. In pratica mediaLINK diven¬
ta un po' come la pagina ufficiale delle
■news' di C&Vweb. Al riguardo la prima
navigazione che si propone ha come
tappe i siti di Adobe, Ulead, Xing, Intel,
Paradigm e Microsoft.
Basta un click e comincia la naviga¬
zione. La prima tappa la compiamo arri¬
vando da Adobe t www.aoobe.coml do¬
ve c'è da gironzolare parecchio. Le no¬
stre indicazioni più generiche sono per
visitare tutti i luoghi del sito (Photo¬
shop, After Effects, ecc.) seguendo
magari la mappa, ma in particolare di
andare un po' a vedere cosa c'è di nuo¬
vo intorno al mondo di Premiere.
In lìnea, oltre al download della de-
mo-version 4.2 (una trial con tutte le
funzioni attive ad eccezione di quella
per il salvataggio di progetti e movie)
c'è un'interessantissima lista di patch e
Figura 3 - Adobe La pagina dedicata all'ottimo
Alter Effects.
Figura 2 - Adobe Sia¬
mo finalmente nella pa¬
ge di Premiere e in pri¬
mo piano c'è una GIF
animata ottenuta per
conversione da un file
Avi per mezzo del
plug-in Ammated GIF
per Premiere 4.2.
JL- *
j v
d ® J 3
Sm taM mmrn
M.
Adobe Premiere ~
3 ) 52 )
,. J*r. .
5)o«
.BSI «34 1 » >
plug-in. Tra que-
st'ultimi spicca il
plug-in messo a
punto per il suppor¬
to alla tecnologia
Pentium-MMX. Al
riguardo Adobe par¬
la di accelerazioni di rendering superiori
al 200%. Le potenzialità aggiunte dal
plug-in le potranno comunque apprez¬
zare solo da chi possiede la versione
4.2. Tagliati fuori quindi sono tutti i pos¬
sessori delle precedenti versioni, 4.0
compresa (sigh, la mia!) d'altronde ver¬
gate con codice Windows 3.1 compati¬
bile.
Un altro plug-in interessantissimo è
poi quello realizzato per la resa delle
GIF animate direttamente dagli sheet di
lavoro di Premiere. L'Animated GIF
plug-in converte i movie to animated
GIF con una semplice operazione da
menu. Anche l'Animated GIF plug-in
No r«ocy foolwork required -
rcgisler your Adobe Premiere produci
iind gel thè Animated GIF plug-in
<V«* c of M *>i Mh h—m LI a Wyo-Jl —mai
funziona solo sulla versione 4.2.
Oltre a ciò, all'URL: http://www.ado-
be.com/prodindex/premiere/stream-
vid.html, sono disponibili le versioni
VfW compatibili per lo streaming-co-
ding di vari compressori. Pronti al
download attualmente risultano essere
£ . . .J u) .fl Q > .J .V j 8 J 3
• • r— te. «s—* fu>mm CmS Nm
rjzr
Adobe After Effettf^^.
Figura 4 ■ Ulead sta stornando software di livello
sempre più sofisticato Dopo l'ottimo GIF Anima-
tor e tutte le utility per il Webmastermg. la
software-house ha da poco rilasciato l'ultima, ag¬
guerritissima versione 5.0 di MediaStudio L'ap¬
plicativo di editing concorrenziale ad Adobe Pre¬
miere è ora in grado di riconoscere le CPU MMX
e di utilizzarne le modalità di ricalcolo in hardware
accelerando notevolmente il rendering dei file vi¬
deo in lavorazione.
Now
Windows
usersi, .
■•t lo han ■ U
tool
Adobe Alter Effects 3.1 for Windows
95 & Windows NT debuts!
Ho» W«*A*rt «mi *t* la Kart fan. toc» ABrt EB»:H
ro\ r it.Ww4—unvtt. .»•»-
ri
‘ le—*—I
• mai. .«>»r*s*i HinlUlntu
•V 15
I HE RE NOW'
«o ™.. jm MediaStudio 1 -0-
- Prò 5.0 rr
m& M
1COMOCX
UV
r
!■!. HI. ' . I H. I ll
! —H 4 ’—- 1
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
271
fo.r.u-vlw fi, V/frW.
Figura 5 - Ulead Web
Utilities Sempre dai si¬
to di Ulead e possibile
conoscere le news e
fare il download degli
applicativi, tool ed uti¬
lity Più adatte all'uso
multimediale
Figura 6 - Xing! Fare un
salto in questo sito 6 si¬
curamente interessan¬
te Ci si trovano sempre
delle novità succulente
Oltre agli spot dedicati
allo StreamWorks ed a
MPEG Encoder 2 2. c 'è
anche un link con il sito
di Intel dove si annuncia
la strettissima collabo-
razione tra le due so¬
cietà per lo sviluppo
congiunto di una piat¬
taforma di produzione
MPEG su Pentium-ll
fb • v, F*. J
p J J)
A
0 il J V 3 71
,J 3
»»*•*- ’ • '—». f.
C~ •— cr—
d
«-I
il ClearVideo, RealVideo, Truestream.
VDOIive e VivoActive.
Il resto ve lo lascio navigare e scopri¬
re da soli. Adesso, uscendo da Adobe
navighiamo come seconda tappa verso
il sito di Ulead.
Qui giunti li www.uieaa.comi già a li¬
vello d'home page è tutto uno strillo.
Per primo viene annunciato Photolm-
pact 4.0, un completo web graphic stu¬
dio; poi, pronto al download, c‘è il pluri¬
decorato GIF Animator, che vince premi
a ripetizione ed è ora disponibile nella
versione 2.0 ancora più ricca di effetti.
Al centro della lista comunque la scena
la domina MediaStudio 5.0, il vero,
grande rivale di Adobe Premiere. Me¬
diaStudio ora è in grado di offrire nuovi
e più eccitanti effetti e, tra l'altro, di rile¬
vare la presenza di una CPU MMX e co¬
sì accelerare il ricalcolo di determinate
operazioni. Dagli effetti agli step stessi
delle fasi di compressione. Oltre a tali
novità ecco poi pubblicizzato il WebRa-
zor, un tool di supporto per la realizza¬
zione di bottoni, icone, logo. ecc. con si¬
stemi di image processing quali Photo¬
shop ed i suoi emuli o veri e propri
authoring tool come FrontPage. A se¬
guire è poi il turno di Cool 3D, un modu¬
lo di 3D-rendering del quale parliamo
nel dettaglio nel capitolo dedicato alla
rubrica mediaWARE. Infine tocca alle
Web Utilities, un plug-in tool utilizzabile
da tutti gli applicativi Photoshop compa¬
tibili. In questo sito c'è molto da naviga¬
re e molto da scaricare. Tutte le versio¬
ni qui presentate, ed in più intere galle¬
rie di clip e GIF animate possono esse¬
re scaricate, alcuni prodotti sono "free"
altri a tempo (i soliti 30 giorni di trial ver¬
sioni.
Terza tappa: Xin g Technology
|( www.xmqtech.comH Appena arrivati
nel sito veniamo subito avvisati della di¬
sponibilità di StreamWorks 3.0. Il codifi¬
catore MPEG per il networking video di
Xing è ora pienamente compatibile sia
con la tecnologia MMX di Intel che con
l'architettura DirectXR di Microsoft.
Altro gioiello di casa Xing è poi
senz'altro MPEG Encoder 2.1. una ver¬
sione questa appena sfornata che è ca¬
pace di produrre conversioni MPEG di
file AVI utilizzando l'accelerazione alla
codifica che le unità MMX sono in gra¬
do di offrire. Dalle statistiche realizzate
dalla stessa Xing il modulo 2.1 di MPEG
Encoder, rispetto al 2.0 che non aveva il
detect per rilevare le estensioni MMX,
velocizza di circa il 25% il ricalcolo dei
frame.
Oltre a tale nuova versione MMX-
compatibile, XingMPEG Encoder è di¬
sponibile sotto forma di plug-in per
l'ambiente di lavoro di Adobe Premiere
4.2. Il plug-in può essere scaricato gra¬
tuitamente da tutti gli utenti registrati
ed essere immediatamente utilizzato
come un normale codec VfW-compati-
bile nell'ambiente di Premiere. Le carat¬
teristiche rimangono quelle precipue
presenti nel modulo originale XingM-
PEG Encoder 2.x. Personalmente sono
un utente registrato di MPEG Encoder,
ma purtroppo, disponendo di Premiere
4.0 non posso utilizzare il plug-in codec
che è specificamente realizzato per la
versione 4.2 dell'editing System. Di
conseguenza non mi è possibile verifi¬
care il funzionamento del codec. Ovvia¬
mente rimedieremo al più presto.
Nel frattempo Xing Technology co¬
munque non si ferma certo qui ed ecco
perciò l'annuncio della sua collaborazio¬
ne con Intel per la riprogrammazione
dei suoi protocolli di compressione per
il pieno supporto della tecnologia Pen-
tium-ll. Tale collaborazione sta sfocian¬
do nella realizzazione congiunta di un si¬
stema Hw&Sw capace di codificare e
decoficare video in full motion full
screen (senza aggiunta di accelerazioni
hardware suppletive) agendo diretta-
mente sulle caratteristiche (ri)elaborati-
ve delle CPU Pentium-ll MMX. Final¬
mente il formato MPEG diventa uguale
a tutti gli altri codec, come Indeo, Cine-
pak, Video-1, ecc., che, pur inferiori per
caratteristiche e resa, hanno fino ad og¬
gi goduto dell'immediatezza di utilizzo,
codificando e decodificando con il solo
ausilio dei codec di sistema e del-
l'hardware della configurazione base
(CPU, RAM e le schede grafica ed au¬
dio).
Parlando di Intel, eccoci infine punta¬
re al sito della stessa. Sito che è poi la
quarta ed ultima tappa di questo primo
272
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
mediaLINK dell'anno. Al riguardo, pur
potendo ovviamen te girovagare per il
"centro del paese" twww.mtel.com> il
consiglio di C&Vweb è quello di andare
subito a far visita al "quartiere nuovo".
Quello dove si parla del Web ed in parti¬
colare della tecnologia Java QuickWeb
con la quale Intel si ripromette di offrire
un più rapido download di eventi ed al¬
tre occorrenze. L'indirizzo specifico è:
lwww.intel.com/quickweb/derno.html In
tale luogo sarà possibile verificare subi-
to le performance della tecnologia attra¬
verso l'esecuzione di una demo on-line.
Un ultimo consiglio: nell'itinerario so¬
no inserite anche le tappe extra verso
Paradigm Matrix (per vedere ed even¬
tualmente prelevare l'ultima release del
codec MJPEG per VfW all'URL
lwww.pmatnx.com> e verso Microsoft
All'URL lwww.microsott.com/netshov\l
è difatti disponibile il NetShow Player.
Al riguardo ricordiamo che il NetShow
Player, oltre a risultare indispensabile
per la riproduzione degli streaming ASF
prodotti da un media-server NetShow
compatibile, è capace di installare a si¬
stema un'interessantissima lista di co¬
dec che ci torneranno utilissimi anche
per le nostre produzioni personali. Cosi
come abbiamo già avvisato sul numero
precedente. NetShow Player è comun¬
que presente anche nel kit d'estensio¬
ne Internet Explorer 4.0. Chi possiede
quest'ultimo in pratica ha già installato il
NetShow Player (al limite senza saper¬
lo) o può comunque farlo in qualsiasi
momento senza andare al download dal
sito in questione.
mediaLABS:
prove tecniche di
trasmissione
La rubrica, partendo da una page d'in¬
troduzione, si divide nei laboratori di au¬
dio, video, ipertesti ed animazioni (inte¬
rattive e non).
In questo primo numero del '98, pun¬
tando a riallineare i numeri precedenti di
C&V (10 ed 11 della versione "web") il
laboratorio multimediale di C&Vweb '98
è in pratica il contenitore delle argo¬
mentazioni pratiche apparse sui numeri
178 e 179 di MCmicrocomputer.
Nello specifico sarà possibile verifica-
re in linea le qualità dei clip realizzati
con:
- MP3 Compressor; convertitore wav-
compatibile dal formato PCM al formato
MP3.
- Ulead GIF Animatori gif animate con
Figura 7 - Ulead Cool
30 II modulo di lavoro
dell'applicativo di 30-
rendering su componen¬
ti truetype.
Figura 8 - Ulead Cool
30 L'insieme dei pre¬
set d'animazione (30 o
solo di resa luminosal
messi a disposizione
dell'utente e sempre
attivi per rendere al
massimo il WYSIWYG,
□MIBI - \ ire 3 A|. |..|«| fj- 'I 2laJ Wj
« M<m
F%
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FX
Ì ; X
F/
FX
FX
FX
FX
FX
FX
FA
G3
m m
J
.1 UJM
effetti tipo ADO.
- Xara 3D; logo e titolazioni in 3D ren¬
dering animato sviluppate per mezzo
dell’estrusione dei font truetype pre¬
senti nel sistema. A chi utilizza Xara 3D
è sufficiente scrivere il testo che va re¬
so e ridimensionare l'immagine di base.
Al resto ci pensa Xara 3D.
- ProMotion; un desktop animation fa¬
cile da usare e sufficientemente dotato
dal punto di vista dei controlli d'anima¬
zione. Una volta realizzata l'animazione
che fa per noi, importandone la sequen¬
za (in formato FLI) all'interno di un siste¬
ma di editing video sarà anche possibile
sonorizzarne la resa.
A tale lista, presentata sul n.178 di
MCmicrocomputer. vengono quindi ag¬
giunti gli esempi pratici relativi all'uso
dei codec audio MP3 di Fraunhofer-Ge-
sellschaft e del Microsoft MPEG 4 per il
video ad alta velocità. Tali formati, tutti
Actimovie-compatibili (ed utilizzabili a li¬
vello di Sound Recorder e dei sistemi di
editing video VfW-
compatibili) sono
applicabili per mez¬
zo dei protocolli di
compressione pre¬
senti a sistema su¬
bito dopo l'installa¬
zione della piat¬
taforma NetShow
Player di Microsoft.
La serie di clip ha
già i suoi riscontri
teorici nell'articolo
apparso sul n.179
di MCmicrocompu¬
ter.
Nei prossimi nu¬
meri, oltre a nuove
codifiche audio
MP3 (d'ascoltarsi
come una specie di
juke-box in linea) i LABS potranno riser¬
varsi lo spazio per testare nuovi codec
in arrivo sul mercato. Al riguardo, le tec¬
nologie che c'incuriosiscono molto, so¬
no quella audio di SoundVQ, messa a
punto da Yamaha per lo streaming sul
Web di file a qualità di livello CDaudio; e
quella video di Web Theatre di VXetre-
me, da poco acquisita da Microsoft per
il completamento della piattaforma Net¬
Show.
mediaWARE:
il posto del software
Ricco, ricchissimo il primo numero di
questa rubrica versione '98
Del lungo elenco di download, oltre ai
già citati Xara 3D, Ulead GIF Animator,
ProMotion, MP3 Compressor e Net¬
Show Player, fanno parte le novità sha¬
reware rappresentate dall'Ulead Cool
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
273
J J J3
J V aJ *S J
ni
a
intel.
E3-~-
Figura 9 - Intel II sito
dedicato alla novità rap¬
presentala dalla tecno¬
logia Quick Weo che.
tramite dava, accelera il
caricamento di page ed
eventi rispetto al tradi¬
zionale metodo di inter¬
pretazione
—~l •SA'» il»—- 1 3
a — t t JE——)
Figura 10 - Ban¬
ner’Show Tramite il
Wizard JavaScript
Iselezionabile è an¬
che quello, piu sofi¬
sticato. in Javaì pro¬
cediamo alla realizza¬
zione di un banner A
centro schermo ap¬
pare il modulo del
Wizard attraverso il
quale potremo inseri¬
re parametri e riferi¬
menti testuali, non¬
ché le path delle im¬
magini da utilizzare
eh ai
3D, il Banner’Show e lo GIF Shaker,
Questi, prima di meritarsi il download,
necessitano ovviamente di una piccola
presentazione.
Il primo dei tre, l'Ulead Cool 3D, ci
sembra sicuramente il più interessante,
sia per ambito applicativo (la realizzazio¬
ne di logo e titoli) che per caratteristi¬
che peculiari. In pratica è il rivale diretto
dello Xara 3D rispetto al quale fornisce
più caratteristiche applicative (zoom
In/Out, increase/decrease space charac-
ter, ecc.) ed una ricchezza di materiali e
texture, imposizione, tipo e posiziona¬
mento di luci, decisamente superiori.
Il piano di lavoro dell'applicativo è or¬
ganizzato in maniera estremamente ra¬
zionale e ciò aiuta non poco ad abbre¬
viare ulteriormente i tempi, di apprendi¬
mento prima e di realizzazione poi.
L'uso di Cool 3D è praticamente im¬
mediato. Una volta lanciato il solito co¬
mando New dal menu File, per default
si visualizza sullo schermo la finestra di
lavoro sulla quale appare il logo 'Cool
3D" Tale logo sarà sostituibile rapida¬
mente digitando il testo che si vuole
renderizzare all’interno del campo di te¬
sto presente nella prima fila di controlli
della barra di comando. Digitato il testo
da inserire e quindi assegnato il tipo di
font che si vuole assegnare al testo,
Cool 3D comincia la fase di ricalcolo del
rendering. In seguito sarà continua-
mente possibile reintervenire modifi¬
cando sia il testo che il font e la gran¬
dezza del titolo o del logo in via di rea¬
lizzazione. Altra possibilità, realizzabile
per mezzo di un controllo WYSIWYG
molto semplice è quella per la scelta o
il cambio del materiale da utilizzare per
il rendering. A scorrere nella parte bas¬
sa dello schermo difatti sono listati i
thumb relativi all'insieme delle texture
disponibili. Per provarle sulla nostra
scritta è sufficiente dare un doppio
click sopra ad una thumb e concedere
a Cool 3D il tempo di rendere l'effetto.
Oltre che alle texture, sempre in que¬
sta parte di schermo, è possibile far ri¬
corso all'eventuale effetto d'animazio¬
ne che si vuole imporre al nostro logo.
Cliccando dapprima sulla path attiva
presente sulla sinistra sulla voce Ani-
mation, al posto delle Texture si visua¬
lizzano i loop delle animazioni applicabili
come percorso 3D equivalente al testo
m lavorazione. Anche qui, un doppio
click sulla thumb che più ci piace ed ec¬
co Cool 3D procedere al ricalcolo della
path tridimensionale. A questo punto,
se la texture e l'animazione assegnate
ci piacciono, il nostro logo o il titolo da
rendere è pronto per essere esportato.
Operazione questa che è consentita sia
verso il supporto dei piu comuni file
grafici (bmp. gif. tag, ipg) che dei for¬
mati dinamici come l'Avi e l'Animated-
GIF
Il Banner'Show a sua volta permet¬
te di creare delle presentazioni sotto
forma di slideshow composti sia d'im¬
magini che di parti testuali. Ogni imma¬
gine o parte testuale può essere tem-
porizzata e quindi resa interattivamente
in modo da poter gestire ciascuna il link
con uno specifico URL.
Fare dei banner è ormai un po’ una
moda, ma una moda molto pratica. Di¬
fatti. nel banner è possibile concentrare
i riferimenti ed i link che altrimenti an¬
drebbero a riempire lunghe pagine da
scrollare, stancando il visitatore ed ap¬
pesantendo le fasi di caricamento delle
pagine stesse con immagini su immagi¬
ni da portare in schermo. Al contrario,
concentrando tutto in un banner si ri¬
sparmia spazio, tempo di programma¬
zione e di caricamento. In più si rende
più dinamica l'estetica della page che lo
contiene.
Banner'Show può funzionare sia svi¬
luppando codice JavaScript che applet
Java.
Utilizzando codice JavaScript si andrà
incontro ad alcune limitazioni come l'in¬
dispensabile presenza di immagini GIF
o JPEG (banner a solo testo non sono
supportati dalle opzioni in JavaScript di
Banner'Show). Di più, sotto Explorer
non si verificherà nessuna resa dinami¬
ca per via dell'implementazione parziale
che Microsoft ha fatto del linguaggio
(Navigator invece è in grado di sfruttare
tutte le peculiarità del Banner’Show in
JavaScript).
Utilizzando applet Java al contrario
non ci sarà alcuna limitazione alle po¬
tenzialità applicative del Banner'Show.
Potenzialità che sono davvero interes¬
santi e che, con un rapido tempo di ap-
274
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
prendimento delle modalità operative,
ci permettono di realizzare velocemente
e facilmente bellissimi banner.
Con GIF Shaker infine ci portiamo,
come già accennato in precedenza, a
verificare un potenziale concorrente
del bellissimo Ulead GIF Animator. Tra
le caratteristiche più tradizionali di un
applicativo per la generazione di GIF
animate, in GIF Shaker, oltre all'utilizzo
di una sheet di lavoro sul tipo di Pre¬
miere, spiccano le qualità di acquisizio¬
ne diretta delle immagini. Tale funzio¬
ne è originalissima in un applicativo del
genere e lo accosta più che mai ai si¬
stemi di editing. Con GIF Shaker, oltre
che il montaggio (da immagini statiche
di vario formato o per conversione da
file AVI) è possibile procedere con l'ac¬
quisizione diretta delle immagini sia at¬
traverso l'opzione Acquire Single Ima-
ge (quella tipicamente Twain compati¬
bile degli scanner) che per mezzo di un
modulo di acquisizione da fonte video.
In questa seconda evenienza GIF
Shaker utilizza il driver e la scheda di
acquisizione attestati nel sistema ospi¬
te né più né meno di un modulo di cat¬
tura come VidCap32 oppure Adobe-
Cap.
Altre caratteristiche più di montaggio
sono poi la possibilità di operare al
crop delle immagini (il taglio delle linee
più periferiche delle immagini ottenute
per acquisizione ed eventualmente af¬
fette da disturbi), la rotazione dei tra¬
me e la possibilità di sovrimprimere
del testo su un frame come su di una
specifica serie di frame in lavorazione.
Questi i tre nuovi applicativi che an¬
diamo a mettere su C&Vweb '98. Oltre
a ciò, riteniamo interessante inserire
anche un zippato contenente una serie
dì plug-in filter da utilizzarsi con il no¬
stro programma d'image-processor e.
in relazione a questo, la disponibilità al
download della libreria Msvcrt10.dll
(un file.zip da 50 Kbyte) con la quale
PaintShop Pro e in genere la maggior
parte degli altri image-processor, di¬
ventano abili ad intercettare i plug-in
standard 8bf Photoshop compatibili.
Insomma mediaWARE è davvero ric¬
ca, ricchissima su questo primo nume¬
ro di C&Vweb '98.
mediaGAME
E finalmente eccoci arrivati all'ultima
rubrica. Una novità caldamente consi¬
gliata e desiderata da parte dei visitato¬
ri. Tale rubrica difatti nasce per propor¬
re, numero dopo numero, vari momenti
di svago. Sfruttando l'idea e con la scu-
Figura V - GIF Shaker.
Veramente notevole
questo ennesimo ge¬
neratore di GIF anima¬
te. Tra le caratteristi¬
che di spicco ci sono
l'uso di una lime line,
30 effetti di transizione
e quindi la conversione
di file AVI in GIF e, no¬
vità assoluta, l'opzione
per la cattura diretta-
mente da scheda video
oppure tramite scanner
Twain-compatibile.
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Figura 12 - Una favola
per la rete Ecco la nuo¬
va veste grafica impo¬
sta alla favola A cam¬
biare sono anche alcu¬
ne situazioni di gioco. I
moduli di aritmetica ora
sono diventati delle pa¬
gine di penitenza alle
quali si accede nel mo¬
mento in cui si sbaglia
la risposta finale di de¬
terminati giochi.
sa di verificare alcune soluzioni interat¬
tive, proveremo a tirar fuori delle (bre¬
vi !) adventure ipermedialì (attraverso
l'uso di mappe, gif animate e codice ja-
vascript), rebus, cruciverba e decodifi¬
cazione di scritti cifrati ed altre (bislac¬
che!) idee. Come ad esempio quella
dei "fonoverbi". Chiaramente ciò non
potrà avvenire su tutti i numeri né con
tale intensità. Più semplicemente, me¬
se dopo mese, mediaGAME potrà ospi¬
tare le situazioni interattive di una o di
un'altra produzione.
La scusa di sperimentare il Web dina¬
mico e probabilmente il fascino di gio¬
care navigando sulla rete sembra l'am¬
bito più apprezzato dalla maggioranza
dei visitatori delle precedenti versioni di
C&Vweb. Visitatori che molto si sono
lagnati della mancata messa in linea
della "favola per la rete". Rientrando
nell'ottica deH'ammodernamento del si¬
to, anche la favola ha subito il suo ritar¬
do di pubblicazione. Ora però è final¬
mente in linea e, com'è possibile verifi¬
care, sia dal vero che attraverso le figu¬
re che corredano questo articolo, la fa¬
vola risulta a sua volta rinnovata sia nel¬
la veste grafica che in varie scritture di
codice.
Nella sua versione riveduta e corretta
la favola si porta ora in schermo sfrut¬
tando in maniera più razionale gli spazi
a disposizione ed estendendosi sull’in¬
tera page a disposizione.
Sempre suddivisa in due frame oriz¬
zontali, mentre quello superiore dedica¬
to al controllo dei punti e dei tentativi è
rimasto praticamente invariato, quello
inferiore è stato reimpostato in modo
che si crei una divisione verticale (resa
solo cromaticamente). Ricavata tale
suddivisione, sulla colonna di sinistra
ora appaiono tutte le informazioni ine¬
renti il gioco, come il titolo e le regole.
In più, sempre su questa colonna, verrà
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
275
MediaStiL,
Figura 13 - PaintShop
Pro. Una delle cinque
sene di elfetti digitali
che fanno parte del
pacchetto, zippato e li¬
beramente scancabile
dalla page di me-
diaWARE Insieme
consigliamo ai visitatori
interessati di fare il
download anche della
libreria MsvcrtlO dii,
con la quale PSP risol¬
ve i problemi di com¬
patibilità con i moduli
plug-in esterni
visualizzata la scena video attinente al
testo descrittivo e l'embedding del Me¬
dia Player per la riproduzione dell'audio-
scena eventualmente disponibile. Sul¬
l'ampia zona più a destra ecco infine lo
spazio dedicato alla visualizzazione del
testo relativo alle scene e i punti attivi
del gioco.
I punti attivi sono semplici campi di
testo controllati via JavaScript e costi¬
tuiscono la struttura principale di ogni
singolo gioco. Il giocatore, a seconda
del gioco che è in linea, vi dovrà correg¬
gere le parole che troverà scritte
(sgrammaticate oppure anagrammate
che siano) oppure digitarci quelle man¬
canti.
Un'altra impaginazione ancora è stata
poi messa a punto per il gioco della
■frase misteriosa" dove, dopo un'intro¬
duzione che fa il quadro della scena in
atto, si dovrà decifrare cosa viene detto
nel file audio (manipolato in velocità e
riproducibile via truespeech) eseguibile
dal Media Player inserito in embedding.
Decifrata la frase (si può far rieseguire
la frase tutte le volte che si vuole) final¬
mente se ne digiterà il testo corretto
nell'apposito campo. Se la risposta è
giusta si passerà alla scena successiva;
se la risposta è invece sbagliata verre¬
mo portati in una pagina di penitenza
dove c'è da svolgere un vero e proprio
esercizio di aritmetica.
Insomma, reimpostata in tal modo la
favola sembra dare un po’ più di briosità
al gioco e garantire maggiori momenti
di "relax" (con la lettura della scena, la
visione della GIF animata della scena
del film oppure l'audioscena relativa).
Per ogni ulteriore giudizio l'appunta¬
mento è ovviamente in linea su
C&Vweb '98
C&Vweb '98:
la struttura multimediale
Come sicuramente si ricorderanno i
lettori più assidui, C&Vweb ha comin¬
ciato a muoversi multimedialmente
sulla rete per mezzo dello streaming
audio in wav-truespeech. Le nostre pa¬
ge in quell'epoca (sembra un secolo,
benché stiamo parlando di neanche un
anno fa!) erano tra le poche a contem¬
plare l'uso dell'audio.
Il truespeech, rapido al download e
soprattutto alla riproduzione, si presen¬
tava subito come la più ghiotta delle
soluzioni. Utilizzandolo difatti non c'era
neanche bisogno di obbligare l'uso del
server, tutto era gratuito ed ogni singo¬
lo utente di Windows 95 (al limite an¬
che a sua insaputa) già possedeva il
codec necessario per ascoltare, qual¬
siasi fosse il proprio browser, l'audio
presente sulle pagine di C&Vweb.
Nell'edizione del '98, senza abbando¬
nare il truespeech, la maggior parte dei
clip audio di C&Vweb assumeranno la
qualità del formato mp3. Attraverso
questo, il nostro audio potrà così au¬
mentare di qualità e portarsi pratica-
mente a! livello delle riproduzioni in lo¬
cale. Anzi, migliore. Si pensi difatti che
il formato MP3 (assunto da vari siti per
la riproduzione Online di CDaudio) trat¬
ta le componenti sonore al meglio dei
44,1 kHz per 16 bit in stereo, mentre il
tradizionale wav utilizzato nei prodotti
ipermediali viaggia sui soliti 22,05 kHz
monofonici. Per mandarlo più forte del
tradizionale wav basterà aumentare il
bit-rate e la conseguente diminuzione
del fattore di compressione produrrà il
miracolo.
Per ascoltare (ma anche per produr¬
re) audio in mp3, ogni singolo utente
dovrà necessariamente dotarsi del co¬
dec relativo II migliore in assoluto,
quello che C&Vweb utilizza e che al¬
trettanto vi consiglia di fare, è quello
sviluppato dalla Fraunhofer-Gesell-
schaft e non a caso viene implementa¬
to in NetShow per II trattamento di sor¬
genti sonore a livello CDaudio. Per
avere il F&G MPEG-Layer III è suffi¬
ciente scaricare il NetShow Player.
Questo, oltre al codec in questione,
andrà ad installare a sistema altri co¬
dec ancora, tra i quali spicca quello per
il video ad alta velocità MPEG-4 svilup¬
pato e sostenuto dalla stessa Micro¬
soft.
Con tale codec, passando quindi dai
suoni ai filmati, proveremo le nostre
prime sperimentazioni di video onlìne
nel corso del '98. Sperimentazioni che,
riallacciandole ai laboratori dei primi
numeri di C&Vweb (realizzati per mez¬
zo del ClearVideo prima e di MPEG
poi) proveremo a far infine ricongiun¬
gere all'utilizzo della piattaforma Net¬
Show. Questa come standard per la
produzione e la riproduzione remota
Nel mezzo proveremo tutte le solu¬
zioni intermedie utilizzando le codifiche
in MPEG-4 (inizialmente in .Avi, per ar¬
rivare infine all'.Asf del NetShow). Tali
codifiche le effettueremo nei soliti am¬
bienti di editing VfW-compatibili, come
Premiere, VidEdit, Lumiere ed altri. Le
decodifiche a loro volta verranno speri¬
mentate via ActiveMovie. Al riguardo è
proprio il caso di dire "... staremo a ve¬
dere!’.
In questo primo numero di C&Vweb
98, allineando alcuni clip di prova, è già
possibile procedere con le prime verifi¬
che. Ad experimentum difatti, nel me-
diaLABS dedicato al video appare la li¬
sta (in embedding) di cinque, differenti
file .Avi(mpg4) trattati con bit-rate di-
versificato; 256 Kbit/sec (32 Kbyte),
128 Kbit/sec (16 Kbyte), 64 Kbit/sec (8
Kbyte), 32 Kbit/sec (4 Kbyte) e 16
Kbit/sec (2 Kbyte). E' evidente che la
qualità offerta dalle prime tre codifiche
sarà sicuramente superiore a quella
degli ultimi due. Altrettanto sicuramen¬
te però, mentre con le due codifiche
da 32 e 16 Kbit/sec dovremmo aver
pochi problemi in sede di streaming,
per quanto riguarderà le altre codifiche
sarà ben difficile farle passare, rapida¬
mente e fluidamente, per il doppino
commutato.
WS
276
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
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152 '
Speciale VGA 3D: alcune proposte
A distanza di più di un anno (era l'ottobre 96), torniamo a parlare di VGA, non
strettamente in ambito computer e video, ma nella più precisa accezione,
ossia come device grafico di visualizzazione. Molta acqua è così passata
"sotto i ponti" della grafica. Dai primi timidi esempi tecnologici in 3D siamo
ormai arrivati ad una estrema maturazione del "prodotto 3D". Nuovi chip,
sempre più potenti, e nuove architetture hardware, altrettanto esuberanti, la
fanno ormai da padrone. In esame, quindi, quattro attuali produzioni (tre di
comune utilizzo ed una estremamente sofisticata), che ci sembra offrano un
reale panorama delle attuali
tendenze.
(parte prima)
di Massimo Novelli
Il 3D al risparmio
Chi si trova oggi ad acquistare, per
rinnovo della stessa oppure per la prima
volta, una scheda grafica, oppure un in¬
tero PC di nuova produzione, potrà cer¬
tamente trovare una soluzione combi¬
nata VGA 2D/3D allo stesso prezzo di
una ottima VGA 20 di qualche tempo
fa. Dire che le funzioni 3D siano quindi
state aggiunte gratis non rende bene il
concetto che vorremmo spiegare: la ve¬
ra grafica 3D, come comunemente vie¬
ne interpretata, spesso ha ben poco a
che fare con la sola integrazione di fun¬
zioni specifiche, anche se hardware,
nell'ambito della tridimensionalità. Fer¬
mo restando il carattere commerciale di
una simile offerta, che quantomeno ha
di fatto rivitalizzato un mercato presso¬
ché stagnante da diverso tempo (per fa¬
re un esempio, solo 3 anni fa vi erano
non più di 6 produttori di chip grafici di
alto livello), le nuove tecnologie messe
a punto soprattutto nel trattamento del¬
la "rasterizzazione" delle immagini, nella
scrittura hardware di potenti funzioni
3D. nel rendering delle stesse, nella
estrema velocità di refresh in video,
hanno fatto nascere tutta una categoria
di prodotti che godono di notevoli possi¬
bilità. e per una gamma di costi estre¬
mamente varia. Sono cosi sorte linee
specifiche, e conseguenti produttori,
che alimentano a tamburo battente gli
OEM di rango, cosi come chip proprie¬
tari che diversi altri, invece, gelosamen¬
te custodiscono.
Parlare di 3D, anche e soprattutto nel-
l'evidenziarne la bontà delle implemen¬
tazioni nei chip grafici scelti, sarà l'o¬
biettivo di questo mese, mettendo a
confronto 4 produzioni, per una infinità
di cose quasi simili ma comunque diver¬
se, dotate di 4 specifici hardware 3D
Saranno in concorrenza, quindi, una
add-in 30 dedicata (da utilizzare in con¬
giunzione ad una esistente VGA), due
VGA 2D/3D di ultima generazione, una
produzione da vera workstation grafica
(estensivamente "fuori catalogo" e fuori
confronto, per cosi dire), I loro nomi so¬
no Matrox m3D, ATI Xpert XL, Diamond
Viper V330 ed Elsa GLoria L/MX, e più
precisamente andremo a vedere carat¬
teristiche e funzioni dei chip (in ordine)
NEC PowerVR PCX2, ATI 3D RAGE
Pro, nVidia RIVA 128 e 3DLABS GLINT
Delta 3D e MX. Buona lettura.
278
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Matrox m3D
Produttore:
In evidenza l'ottima fat¬
tura della Matrox m3D;
sì riconosce il potente
NEC PowerVR PCX2
Matrox Graphics Ine
Canada
Distributore:
3G Electronics srl
Tel. 02-5521.2483
http://www.malrox.cotn/mga/Ha l ij
mip //vv ww niatiòx eohVni<iii/3dgami ' n( i
Prezzo UVA inclusa):
Lire 249.000
Matrox m3D
(NEC PowerVR PCX2)
La nuova produzione Matrox, al di là
delle consolidate Mystique 220 e Mil¬
lennium II, è una scheda add-in su bus
PCI, oppure AGP, dedicata all'accelera¬
zione 3D di videogiochi, con una estre¬
ma definizione di immagine (fino ai
1024x768, se supportata dal gioco) e
velocità di refresh video fino ad oltre 30
immagini al secondo. Le caratteristiche
principali della m3D sono nell'aggiunge-
re effetti speciali (come MIP mapping,
bilinear filtering, fogging, alpha blending
più altre soluzioni esclusive per il tratta¬
mento del realismo delle luci e delle
ombre) a quella che viene definita tec¬
nica 3D ad alta
definizione, ov¬
vero la possibi¬
lità di giocare
ad alta risolu¬
zione, quindi fi¬
L ‘installazione dei demo
giocabili. nonché di Ul¬
timate Race, della Ma¬
trox m3D, passa per
Questo requester molto
coreografico.
no a 1024x768 con
produzioni che la
supportano (ad
esempio Quake,
Hexen II, Tomb
Raider, Terracide,
ecc.). E' una produ¬
zione quindi che ac¬
celera esclusiva-
mente i giochi 3D,
verrà inserita in uno
slot PCI ed oltre a
conversare con le
consorelle Matrox
(Mystique e Millen¬
nium) potrà dare il
suo contributo an¬
che con una diver¬
sa SVGA (con al¬
meno 2 MB di memoria e driver Direct¬
Draw), mentre sul lato PC ospite sarà
necessaria almeno una macchina Pen¬
tium 133.
Dotata di 4 MB di SDRAM avrà po¬
tenti funzioni di texture mapping con
correzioni prospettiche (le texture mu¬
tano prospettiva insieme agli oggetti),
bilinear filtering (contorni sfumati delle
texture per un fedele realismo), mip
mapping (nell'eliminare gli effetti a bloc¬
chi nelle immagini, quando viste a di¬
stanze differenti), fogging (nel creare
realistici effetti su oggetti come nuvole
e fumo), alpha blending/trasparenza
(permettendo a due oggetti, uno di
fronte all'altro, vari livelli di trasparenza),
Z-buffer a 32 bit, shading Gouraud, tri¬
plo buffering e tecniche di 'reai sha-
dow" ed il pieno supporto Direct3D.
La dotazione software poi è di alto li¬
vello, potendo contare su due giochi
completi (Ultim@te Race e MDK:Mis-
sion Laguna Beach), nonché 20 demo
perfettamente giocabili, tra i più getto¬
nati (da G-Police a Tomb Raider, Terra¬
cide, Moto Racer GP, Cyberswine, NHL
Powerplay '98 ed altri) così come i dri¬
ver a corredo (DirectX 5.0 e glQuake).
Ne viene garantita la compatibilità con
almeno l'80% dei giochi D3D in circola¬
zione (sìa nativi mediante API SGL, sia
in glQuake) ed almeno 50 sono i giochi
in catalogo perfettamente funzionanti,
mentre una ot¬
tantina sono in
cantiere (per tut¬
te le informazio-
Le proprietà dì schermo
della Matrox m3D; delle
semplici informazioni.
Matrox m3D Installation
ma* *
*oc
•OJflOlt
.. .
II1HTRDX m
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
279
ni del caso consultare il sito Game Club
del web Matrox).
Per parlare del chip scelto dalla Ma¬
trox, il NEC PowerVR PCX2 è una este¬
sa evoluzione dell'originale PowerVR di
qualche tempo fa. Anch'esso scelto dal¬
la Sega per le sue Playstation, ha la ca¬
ratteristica di dialogare via PCI bus con
la VGA presente (a differenza di altre so¬
luzioni, come il 3DFX Voodoo), userà la
sua memoria esclusivamente per lo Sto¬
rage delle texture, ed al di là della sua
potenza sembra essere dipendente an¬
che dalla velocità della macchina ospite,
ossia molto "CPU-dependent". Una ra¬
gione in più per evidenziare che un Pen¬
tium 133 è veramente il minimo per go¬
dere delle sue ottime performance.
Il prezzo poi è un felice connubio tra
costo/prestazioni, laddove soluzioni inte¬
grate spesso non offrono lo stesso reali¬
smo 3D in essere della Matrox m3D.
ATI Xpert XL
(3D RAGE Pro)
Dall'altrettanto canadese ATI, come
Matrox, è da poco in commercio una
nuova linea di prodotti, tutti molto ag¬
giornati, basati su chip proprietari della
stessa, nella gamma 3D RAGE II, RAGE
Pro e RAGE ll-DVD. Nel catalogo ATI
spiccano, in ordine di caratteristiche, le
SVGA 3D Charger, Xpert XL,
Xpert@Work e Xpert@Play, tutte estre¬
mamente dotate in velocità e capacità.
Quella in esame è la Xpert XL, SVGA
2D/3D di fascia media, dotata del 3D
RAGE Pro e di 4 MB di SGRAM, in stan¬
dard PCI. Evoluzione del famoso 3D RA¬
GE di qualche anno fa, e che in sintesi
ha fatto la fortuna commerciale di ATI, la
nuova versione del chip è un accelerato-
re grafico a 64 bit, con pieno supporto
del 3D e del motion video.
Nella confezione OEM che ci è perve¬
nuta è presente lo stretto necessario,
sotto forma di driver (per tutti i sistemi
operativi PC), applicativi di settaggio
scheda ed un lettore video software
molto coreografico ed efficace. La sua
installazione poi è quanto mai semplice
cosi come il conseguente set-up
software, per di più multilingue.
Per parlare delle caratteristiche del 3D
RAGE Pro, esso infatti è dotato di fun¬
zioni estese di accelerazione 2D, come
le classiche Bitblt, Line Draw,
Polygon/Rectangle Fili, Bit Masking,
Panning Scrolling ed altro ancora, men¬
tre sul lato 3D la sua capacità si eviden¬
zia nel "motore" integrato da 1 milione di
triangoli/sec, dote necessaria a ridurre di
molto le richieste di cicli CPU e larghez¬
za di banda del bus, oltre a velocizzare le
performance delle primitive 3D, nei 4
KB di RAMcache texture a bordo, nel
completo supporto delle primitive 3D
classiche. Integrato allo stesso vi sarà
un RamDAC con
correzione della
gamma a ben 230
MHz ed utilizzerà
memoria SGRAM
fino a 100 MHz di
clock, consenten¬
do quindi larghezze
di banda fino a 800
MB/sec, oltre al supporto AGP nativo, a
66 e 133 MHz.
Nelle feature 3D strettamente dette,
avremo capacità di full screen o doppio
buffermg per animazioni estremamente
fluide, Z-buffering a 16 bit nel rimuovere
le superfici nascoste, anti-aliasing a vari
livelli, Gouraud e specular shaded poly-
gon, mip mapping texturing a correzione
prospettica con supporto del chroma-
key, filtering bi- e tri-lineare, alpha blen-
ding, fogging, spotlight, texture
morphing ed altro ancora, mentre,
estendendo le funzioni 3D a vari livelli,
sarà comprensiva anche di supporto
dithering a 16 bpp, rendendo una qualità
vicina ai 24 bpp colore utilizzando me¬
moria e capacità di compressione delle
texture fino a 8:1 usando tecniche di
"vector quantization",
In ambito motion video, invece, tra
l'altro sarà in grado di offrire "video sca-
ling" e color space conversion YUV/RGB
di All
p . <■«*. a—
£SE3
■=J
fi
GB
E5
Driver video
ATI Player Filmali MPEG Manuale In linea
II semplice requester
di installazione driver
e componenti della
ATI Xpert XL
Altrettanto di buona
fattura la ATI Xpert XL,
con al centro il 3D RA¬
GE Pro in bella vista.
IATI Xpert XL
Produttore:
ATI Technology Ine
USA
ptlpy/www.atnech.conl
Distributori:
SBF-Tel. 02-2828252
Task-Tel. 055-4274300
Prezzo (IVA inclusali
Lire 299.000
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
tanUtata Vitti fifa
a full screen per playback video, bus
mastering bi-direzionale per conversione
formati MPEG-2 e videoconferenza, pie¬
no supporto di grafica e video keying
per efficaci funzioni di overlay, filtraggi
orizzontali/verticali ed enhanced line buf¬
fer nell'assistere alla decodifica di mate¬
riale MPEG-2.
Per concludere, ed anche se abbiamo
parlato più dei componenti che dell'in¬
sieme. la ATI Xpert XL ci ha senza dub¬
bio favorevolmente impressionato. Le
sue doti sono molto interessanti, le sue
performance in ambito giochi ed applica¬
tivi consueti sono di livello, il suo prezzo
è tutto sommato adeguato all'offerta.
Da provare.
Diamond Viper V330
(nVidia RIVA 128)
Il noto produttore Diamond Multime¬
dia ha rivisitato in modo esteso la propria
gamma di acceleratori, ed una delle
schede a catalogo più interessanti è pro¬
prio questa Viper V330, ultima generazio¬
ne dei suoi acceleratori 2D/3D di fascia
media basata sull'altrettanto nuovissimo
chip nVidia RIVA 128. Dotata di architet¬
tura a 128 bit, quindi, le sue performan¬
ce sono di tutto rilievo e la scheda, con a
Diamond Viper V330
Produttore:
Diamond Multimedia Ine
USA
httPV/www.Oiamondmm coni
Distributori:
AZ Informatica - Tel 0583-370367
Centro HL - numero verde 167-013037
Modo -Tel 0522-504111
Naos-Tel 059-214454
Winner-Tel 0425-8466
Prezzo (IVA esclusa):
Lire 355.000
Altrettanto notevoli an¬
che le regolazioni scher¬
mo della Xpert ATI, con
refresh e posizionamen¬
to.
re è in grado
quindi di offrire
AGP-like textu-
re Storage,
alpha blending
e anti-aliasing a
più livelli, texture e mip mapping, corre¬
zioni prospettiche, trasparenza, Z-buffe-
ring, fogging, Gouraud shading ed altro
ancora. Sarà capace di risoluzioni fino a
1600x1200 e fino a 32 bit colore, mentre
il RamDAC integrato, a ben 230 MHz, of¬
frirà refresh rate video fino a 200 Hz.
Rivaleggiando alla pari in 2D con un al¬
tro famoso contendente, l'MGA 2164W
Matrox della Millennium II, offre presta¬
zioni estreme in ambienti DOS VGA/SV¬
GA (per chi abbia necessità di lavorare o
giocare in tali ambiti) e a detta di molti
sembra essere il più 'performante' acce¬
leratore Direcf3D in circolazione, soprat¬
tutto se in connubio ad una macchina
ospite molto veloce (che è come dire
che soffre delle stesse limitazioni del
NEC PowerVR della Matrox m3D), po¬
tendo comunque offrire giochi a
1024x768
Egregia come sempre
la Iattura delle Dia¬
mond, anche nella Vi¬
per V330: TnVidia RIVA
128 si la notare.
bordo 4 MB di SGRAM a 100 MHz offre
una buona ed estesa capacità nella diffi¬
cile arte di rendere il 3D più realistico
possibile.
Anch'essa giunta in una confezione
OEM, la scheda è di ottima fattura ed è
dotata dello stretto necessario alla sua
installazione (per ogni S.O. Windows e
DOS), e con il classico applicativo player
MPEG per la visione di sequenze video o
videoCD. La sua installazione segue i
consueti canoni, ed è estremamente
semplice, a fronte anche della cura con
cui è stato articolato il CD-ROM di Set¬
up, con scelte chiare ed esaurienti, men¬
tre l'esteso supporto multilingua ci con¬
sente almeno sei idiomi, tra cui l’italiano.
Con una dotazione hardware di indub¬
bio interesse, la Viper 330 è una delle
prime soluzioni ad impiegare un motore
grafico 3D a 128 bit, quell'nVidia RIVA
128, appunto, diretto discendente della
prima produzione nVidia, che a suo tem¬
po non riscosse il successo a cui quanto¬
meno mirava.
Nell'attuale versione, invece, equilibra
una felice combinazione di alte prestazio¬
ni 2D ed una acce¬
lerazione 3D con
vera "arcade qua-
lity', oltre ad offrire
performance di rilie¬
vo anche in ambito
multimediale digitai
video, nel playback
full screen fino ai 30
fps.
Per tornare in se¬
no alle caratteristi¬
che 3D, il suo moto¬
ri completissimo am¬
bito Proprietà della
ATI Xpert XL, con lo
stato hardware e test
diagnostici.
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Cosi, mentre esso è senza dubbio più
veloce, in Direct3D, di un altro famoso
chip grafico "all 3D" come il 3DFX della
Voodoo Graphics, almeno su macchine
esuberanti, la sua performance su siste¬
mi datati è meno interessante. Tutto ciò
perché l'utilizzo delle tecniche di trasfe¬
rimento dati proprie del RIVA 128, quel
"AGP-like texture Storage" nella memo¬
ria di sistema, possono facilmente satu-
M
L'installazione della
Diamond V/per V330.
nelle sue componenti
ed altro, si svolge tra¬
mite auesto completo
requester
Altrettanto completi i wizard dell'Incontro! Tool
95 della Viper 330, in questo caso stiamo rego¬
lando il posizionamento dello schermo.
12
rra
In evidenza le capacità
DirectX/DirectDraw
della Diamond Vi per:
molte e di indubbia
Qualità.
•*=*1
rare il flusso, richiedendo una larghezza
di banda non comune per offrire il me¬
glio, Quindi motherboard non molto ag¬
giornate (per fare un esempio quelle
dotate di chipset Intel 430FX) non sa¬
ranno in grado di mantenere il passo
del RIVA 128, quando sarà chiamato in
causa.
Per concludere, la Diamond Viper
V330 ci sembra un serio contendente
ad una qualche vittoria, nella schiera de¬
gli acceleratori 3D di ultima generazio¬
ne. La sua implementazione dell'nVidia
RIVA 128 è di buon livello, così come il
suo prezzo.
Elsa GLoria L/MX
(3DLABS GLINT Delta
e MX)
Passiamo ora su un altro pianeta. Par¬
lare della Elsa GLoria L/MX è facile e dif¬
ficile allo stesso tempo. Basterà comun¬
que introdurre solo alcune voci per ren¬
dere l'idea delle sue performance e del
suo più spiccato utilizzo: in estrema sin¬
tesi, scheda SVGA con dotazione chip
3DLABS GLINT MX, acceleratore grafi¬
co professionale 2D/3D da 4 GByte/sec
di "pixel fili", 33 Megapixel/sec in sha-
ding Gouraud, 33 Megapixel/sec texture
mip-mapping, ecc., co-processore 3D
GLINT Delta, da 1 Mega polilinee/sec in
shaded Gouraud, 2 Mega polilinee/sec
in shaded fiat, ecc., S3 ViRGE lato VGA
puro, 8 MB di VRAM più 16 MB di EDO-
RAM single-cycle.
Se una simile dotazione può sembrare
oltremodo eccessiva, per fare il solo
mestiere della SVGA, potremmo dire
tranquillamente che una affermazione
del genere avrebbe senso, ma se spo¬
stassimo l'ottica dell'utilizzo nelle vere
lavorazioni 3D, sia in ambito CAD che da
workstation grafica pura, tutto ciò è
quantomeno necessario. Il fatto poi di
associare una simile produzione ad una
panoramica così "profana" e variegata ha
un suo senso proprio per il discorso af¬
frontato all’inizio. Il 3D è di alto o medio
livello solo nello stretto ambito dell'utiliz-
zo strumentale delle tecniche (che siano
consumer o professionali, dipende dalla
dotazione). E la dotazione della GLoria
L/MX è veramente di alto livello, ad ini¬
ziare dalla sua confezione, per passare al
corredo software (nella fattispecie tutti i
driver ottimizzati ad alte prestazioni negli
standard 3D OpenGL, HEIDI e
Direct3D), così come alle utility profes¬
sionali per AutoCAD, Autodesk Mecha-
nical Desktop e MicroStation, nonché
supporti dedicati per applicativi 3D high-
end CAD e non come l-DEAS, Pro/Engi-
neer, SolidWorks, LightWave 3D, 3D
Studio MAX/VIZ, Softlmage, Lightscape,
Logocad, CADDY++, ANVIL 5000 ed al¬
tri ancora. Come base, comunque, il suo
normale utilizzo sarà in ambito Windows
NT 3.51 o 4.0 (anche se viene comun-
Elsa GLoria L/MX
Produttore:
Elsa AG
Germania
imipy/www eisa coni
Distributore:
Ziegler Informaiics srl
Via Filadelfia 232/12
10137 Torino
Tel. 011-355009
Prezzo (IVA esclusa 1
Lire 3.093.000
282
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
txrnnrtczrfi'- V/frtM.
La notevole com¬
plessità della Elsa
G Lo ria L/MX è in
evidenza, si rico¬
noscono il GLINT
MX. I'S3 ViRGE
ed il GLINT Delta,
nascosto dal dissi¬
patore.
que consegnata anche la classica serie
di driver per Win95).
La sua installazione segue i classici
canoni, e dal CD-ROM a corredo possia¬
mo scegliere il sistema operativo in es¬
sere, cosi come le voci che ci interessa¬
no: il requester è molto chiaro ed esau¬
riente, Avremo quindi utility di gestione
sotto Windows, come WINman per set-
tare le varie risoluzioni, un sofisticato
ambito di timing del monitor video, op¬
zioni Direct3D, ed il consueto software
player MPEG,
Mentre il supporto VGA puro è compi¬
to dell‘S3 ViRGE, di
(ma nella GLoria si ferma a solo
1920x1080), Z-buffering e doppio buffe-
ring fino alla massima risoluzione, uso di
'locai buffer interface" a 48 bit, per il
massimo trasferimento di dati, permet¬
tendo quindi di usare simultaneamente
funzioni di 'front e back buffering', cosi
come le aggiunte funzioni 3D necessa¬
rie ad una scena in un solo ciclo.
E mentre evidenziare le caratteristiche
della coppia in puro ambito 3D sembre¬
rebbe superfluo (tutto quello appena vi¬
sto, con aggiunte e varianti, in rigoroso
tempo reale), vorremmo considerare in¬
nostra conoscenza
e che ormai non ha
quasi più segreti, la
coppia di processori
grafici 3DLABS è
una delle produzioni
più estreme in am¬
bito grafica/proces¬
sione 3D, consen¬
tendo prestazioni
eccezionali nello
shading Gouraud,
texture mapping ed
anti-aliasing di eccel¬
so livello in tempo
reale, cosi come
una gestione video
fino a 2048x2048
L 'installazione della El¬
sa GLoria L/MX av¬
verrà in Questo repue-
ster. con la scelta an¬
che di altri componenti
e applicativi.
Il dettaglio nei settaggi
del "monitor timing"
della Elsa GLoria. molto
completi e complessi.
DI Zh »»
Eòa - - |5T~
.
F» ■— fS «
I» "* FiiT~ »
Et »* fr5~ -
!■* pmTa 1*5“ wu
p— .
n *- p - wW
P— l=r—-
E? a, |<m) «
In evidenza una
splendida animazione
OpenGL a corredo
della Elsa GLoria;
peccato non poterne
godere la sua estre¬
ma fluidità
vece l'obiettivo 'tar¬
get' a cui si rivolge
una produzione si¬
mile. Al di là del
prezzo, che già
identifica l'utenza,
è un chiaro esem¬
pio di come l'industria dell'Immagine, ad
alto livello, si può dotare per ricreare il
più fedelmente possibile una realtà rap¬
presentata, seppure in video. E non è da
escludere che produzioni cinematografi¬
che ad effetto siano proprio passate da
una GLoria L/MX.
Conclusioni
Parafrasando qualcuno, 'per conclude¬
re una premessa’: non avrete un esteso
giudizio finale (o quantomeno non sulle
prime tre SVGA, la quarta si esclude da
sola). Merito delle indubbie capacità del¬
l'insieme, certo, e merito anche dei loro
prezzi allineati. Ed allora i benchmark?
Se misurare le prestazioni velocistiche è
indice di bontà, allora basterà leggere
bene numeri e percentuali per avere un
indice quasi assoluto di riferimento. La
scelta è presto fatta
Ma attenzione, non tutto ciò è diretta¬
mente riconducibile a leggere solo ben¬
chmark, tabelle di cifre e colonne di per¬
centuali, per essere in grado di scegliere
senza fallo una produzione piuttosto che
un'altra. Diverse sono le casistiche e le
tecniche di valutazione, cosi come vi so¬
no senza dubbio benchmark "benevoli"
oppure "arcigni", oppure semplicemente
"aggirati - nelle prestazioni, dai soliti pro¬
duttori furbi che consentono ai loro dri¬
ver di by-passare qualche serie di calcoli
piuttosto ostici. Ma senza scatenare al¬
cuna polemica, vorremmo soltanto sot¬
tolineare il concetto di scelta oculata,
frutto composito nella valutazione globa¬
le di una produzione: ottenere più infor¬
mazioni possibili e da più fonti, median¬
done la somma, poi si potranno leggere
dati e tabelle. ^
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
283
coordinamento di Andrea de Prisco
Dispositivi di visualizzazione
per la ricerca, per l'industria, per
l'intrattenimento
Scegliere non è mai facile
quando il ventaglio delle
offerte è molto vasto.
In particolare, scegliere un
sistema di visualizzazione
per realtà virtuale è
sicuramente una delle
impresa più ardue.
Seconda parte
di Gaetano Di Stasio
In quest'articolo verranno analizzati al¬
cuni parametri che possono orientare i
meno informati e chiarire i limiti e le
prestazioni delle periferiche virtuali sia
immersive che non. Le considerazioni
che seguono si basano su una recente
indagine svolta presso le aziende d'oltre
oceano, che producono dispositivi di vi¬
sualizzazione per realtà virtuale, in cui è
emerso un dato particolarmente signifi¬
cativo. In Italia sono stati importati negli
ultimi anni oltre 5 mila caschi ed occhia¬
li attivi, utilizzati per scopi professionali,
per dimostrazioni o nella ludica; un nu¬
mero assolutamente non indifferente.
Fra questi, gli occhiali discriminanti ad
infrarosso sono quelli più utilizzati ed
apprezzati in assoluto, soprattutto in
campo professionale (in linea con quan¬
to accade nel resto del mondo), anche
se in alcuni settori gli HMD (Head
Mounted Display) e gli HUD (Head Up
Display) sono ritenuti ancora strumenti
indispensabili. Anzi, ultimamente le
quotazioni di queste periferiche sono
cresciute e continueranno a crescere in
previsione della forte spinta innovativa a
cui sono soggette.
Il funzionamento degli occhiali a lenti
ad LCD a tecnologia attiva di tipo multi-
plexed è piuttosto semplice e spesso
ne abbiamo scritto in queste pagine. Si
basano sul principio di persistenza
dell'immagine sulla retina, proiettando
sul monitor del computer alternativa-
mente due immagini: quella per l’occhio
sinistro e quella per l'occhio destro. Cia¬
scuna lente ad LCD si oscura in modo
sincronizzato col refreshing e con la vi¬
sualizzazione a monitor deH'immagine
diretta all'altro occhio. Ciò assicura la vi¬
sione da parte di ciascun occhio della
sola immagine ad esso destinata, of¬
frendo la percezione della profondità e
la visione degli oggetti rappresentati co¬
me se venissero fuori dallo schermo,
con la massima risoluzione consentita
(quindi anche molto elevata), con la leg¬
gerezza e la buona
indossabilità di oc¬
chiali che pesano
solo poche decine
di grammi.
Questi elementi
spiegano abba¬
stanza chiaramen¬
te i vantaggi del di¬
spositivo di visione
stereoscopica ad infrarossi rispetto ai
più ingombranti caschi, ma ne sancisco¬
no anche i limiti in termini di percezione
del mondo virtuale e grado di immersio¬
ne.
Come scegliere
In alcuni settori applicativi i caschi vir¬
tuali sono considerati ancora indispen¬
sabili. Pensiamo ad esempio al settore
ludico, in cui il contatto fisico con la pe¬
riferica è un elemento esaltante perché
Nei simulatori è fon¬
damentale un grado di
realismo piuttosto
spinto, che si concre¬
tizza con una spiccata
attenzione al rende¬
ring, all'audio ed al
feedback sensoriale
nell'interazione
284
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
di distacco col mondo che ci circonda.
Pensiamo alle dimostrazioni sviluppate
in ambito professionale o ai simulatori,
in cui la rappresentazione tridimensio¬
nale delle scene e la possibilità di viag¬
giarci dentro sono elementi importanti
perché assicurano grande realismo.
Supponiamo allora di dover acquista¬
re un sistema di visualizzazione immer-
sivo per giocarci con amici e parenti,
per una stazione da gioco che andrà col¬
locata in un centro di divertimento, per
fare delle dimostrazione professionali,
per dare strumenti di indagine in realtà
aumentata ad un chirurgo in seduta la-
paroscopica. Tutti casi molto diversi che
devono essere analizzati attentamente
prima di giungere ad una conclusione
Il primo passo fondamentale è defini¬
re il contesto in cui verrà ad operare la
periferica, per chiarire sia aspetti funzio¬
nali sia strutturali.
La domanda a cui deve essere data ri¬
sposta potrebbe suonare cosi: THMD
è usato per un lungo periodo di tempo
da un piccolo numero di utenti o per un
breve periodo di tempo da molti uten¬
ti?".
Gli esempi estremi, nel ventaglio di
possibilità, potrebbero includere un di¬
splay immersivo personale di un chirur¬
go da utilizzarsi in sedute endoscopi-
che. ed una stazione ludica da collocarsi
in un centro per l’intrattenimento di
massa e in sale giochi, Se si prevede di
indossare la periferica per un tempo
piuttosto lungo, sono critici l'affatica¬
mento degli occhi ed il comfort Ciò
suggerisce un HMD progettato per
massimizzare l'acuità visiva, su cui si
possa intervenire su fuoco e distanza
interpupillare, e che ponga attenzione
alla leggerezza e al perfetto bilancia¬
mento, Questi ultimi due fattori sono
però in contrasto. Idealmente il centro
di gravità di un casco dovrebbe coinci¬
dere con quello della testa dello speri¬
mentatore. Sfortunatamente le ottiche
sono solitamente poste innanzi agli oc¬
chi implicando spesso la necessità di
un contrappeso sulla nuca, che aumen¬
ta il peso totale e la forza d'inerzia per¬
cepita durante i movimenti.
Nel secondo caso invece, nessuna
corazza a prova di pallottola è mai abba¬
stanza resistente per essere sottoposta
all'assalto di orde adolescenziali. Cosi
un casco che deve rimane a contatto
col pubblico in sedute di pochi minuti
l'una, deve avere un'estrema resistenza
agli urti ed un elevato coefficiente di
produttività. Per verificarne la solidità è
allora importante analizzare le parti pic¬
cole. i perni, la presenza di viti o parti
sporgenti, la buona disposizione dei ca¬
vi; le lenti inoltre devono essere protet¬
te dalla polvere e dalle impronte, deve
essere dotato di un solido contenitore
per affrontare in piena sicurezza i fre¬
quenti spostamenti, non necessita di di¬
spositivi di messa a fuoco o altre rego¬
lazioni delle ottiche per evitare tempi
morti. Solidità e produttività sono dun¬
que elementi nodali, anche perché il
tempo a cui si è sottoposti alla simula¬
zione è breve, dell'ordine dei minuti,
rendendo perfettamente tollerabili leg¬
gere difficoltà di messa a fuoco, di con¬
vergenza delle immagini, ed in generale
minor comfort e un peso maggiore.
Altro discorso è riservato per la mo-
noscopia e la stereoscopia. Il cervello
umano percepisce la profondità decodi¬
ficando molte informazioni che acquisi¬
sce dalla scena; attraverso la consuetu¬
dine ed alcune regole applicate nel sub¬
conscio. si riescono a riconoscere og¬
getti ad una certa distanza, di una certa
grandezza, oppure distinguere oggetti
vicini da quelli lontani. Molte di queste
informazioni possono essere fornite an¬
che con caschi monoscopici quando ad
esempio le scene osservate sono piut¬
tosto distanti, come nei simulatori. Là
Una seduta virtuale nella progettazione degli interni di un'auto. Anche in que¬
sto caso il feedback visuale deve essere particolarmente curato per dare alla
simulazione un valore di mock-up (prototipoI in scala naturale
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
285
nito numero di pixel su un ampio cam¬
po di vista, perdendo i dettagli dell'im¬
magine, o mantenere un'ampia acuità
visiva (risoluzione reale dell'immagine)
perdendo però in campo di vista, Per la
ludica un ampio campo di vista è più im¬
portante della corretta percezione dei
dettagli delle scene, solitamente piutto¬
sto semplici, mentre per le applicazioni
industriali o mediche vale il contrario.
Un modo utile per quantificare questo
compromesso è esprimere l'acuità visi¬
va attraverso una formula analitica. La
capacità visiva può essere infatti stima¬
ta 20/D dove D è la distanza effettiva al¬
la quale un occhio perfetto può vedere
oggetti che invece un soggetto riesce a
percepire solo a 20 piedi di distanza
Per esempio il limite per la cecità legale
è 20/200 che significa che un occhio
perfetto può vedere un oggetto a 200
piedi, mentre il soggetto riesce a perce¬
pirlo solo a 20. Per calcolare l'acuità vi¬
siva per un HMD bisogna considerare il
numero di pixel massimo sul lato del
LCD (per esempio 640, per un LCD di
640 x 480 pixel) ed il valore del campo
di vista angolare e risolvere l'equazione
D=FOV* 1200/#-di-pixel.
Per illustrare questa formula conside¬
riamo un casco tipico a basso costo uti¬
lizzato nella ludica, con un campo di vi¬
sta orizzontale di 70 gradi e 420 pixel in
orizzontale. La distanza effettiva di vi¬
sione (D) è 70-1200/420=200 che com¬
porta un'acuità visiva di 20/200 nei limiti
legali della cecità! Chiaramente questo
HMD non sarebbe utilizzabile nei simu¬
latori di guida o in sedute professionali.
dove invece è necessario un contatto
diretto con gli oggetti rappresentati, ed
una loro manipolazione è fondamentale
che l'HMD sia stereoscopico.
Due parametri contrastanti sono il
campo di vista (FOV, Field Of View) e la
risoluzione delle ottiche. Nelle applica¬
zioni dove si desidera la massima im¬
mersione, il campo di vista deve essere
quanto più ampio è possibile per incre¬
mentare la sensazione di presenza nella
scena simulata. Anche l’audio 3D può
aiutare molto a rendere l'esperienza più
realistica insieme alla minimizzazione
del ritardo di tracciamento dei movi¬
menti. I fattori che penalizzano un HMD
con largo campo di vista sono le dimen¬
sioni e la pesantezza delle ottiche, dato
che il treno di lenti deve avere dimen¬
sioni tali da coprire il diametro del FOV.
Al crescere del campo di vista, inoltre
diventa sempre più importante il grado
di distorsione dell'immagine, è sempre
più difficile allineare correttamente le
ottiche e minore è la reale risoluzione
sperimentata (a parità del numero dì
pixel). Il primo aspetto si contrasta inse¬
rendo ulteriori lenti che però complica¬
no la progettazione, incidono sul peso e
sul prezzo; mentre la risoluzione reale
sperimentata (acuità visiva) può essere
aumentata scegliendo CRT miniaturizza¬
ti al posto degli AMLCD.
Acuità visiva quindi contro campo di
vista. L'acuità misura i dettagli che si
possono rappresentare e percepire nel¬
le immagini. Pensando per ipotesi ad un
degrado nullo dell'immagine causato
dalle ottiche, l'acuità visiva è funzione li¬
neare della risoluzione (numero di pixel)
e del campo di vista. Si può pensare di
usare un HMD che disponga di un defi¬
286
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
In generale un casco di costo elevato
(dai 5 mila ai 150 mila dollari) oggigior¬
no usa un display a tubo catodico mi¬
niaturizzato, capace di offrire una risolu¬
zione dai 640x480 ai 1280x1024 pixel
mentre un casco a basso costo (dai
500 dollari ai 5 mila) usa comunemente
un display a cristalli liquidi a matrice at¬
tiva in un range che va dai 320x200 ai
640x480 pixel. Ogni due anni però l'in¬
cremento della risoluzione degli LCD
cresce del 20-40% con un relativa dimi¬
nuzione del prezzo, che comporterà un
significativo aumento delle prestazioni.
In questa lotta fra acuità e campo di
vista, ci sono due metodi disponibili per
espandere le prestazioni. Il metodo più
comune lavora solo sulla stereoscopia
riducendo la sovrapposizione delle due
immagini rappresentate. Ad esempio
un casco specificato per un 70% di so¬
vrapposizione vuol dire che il restante
30% del campo dì vista non è rappre¬
sentato anche per l'altro occhio. Si può
percepire questo effetto aprendo e
chiudendo gli occhi alternativamente e
confrontando le sottili differenze fra le
due immagini. Sfortunatamente la no¬
stra corteccia ottica ha una consuetudi¬
ne ben radicata frutto dell'esperienza
che include anche la percezione del no¬
stro naso nel campo di vista. Anche
questo aspetto dovrebbe essere consi¬
derato per dare familiarità al feedback
sensoriale e per evitare fastidiosi di¬
sturbi visivi. Il secondo metodo disponi¬
bile per incidere sull'acuità è stato svi¬
luppato inizialmente da Kaiser Electro
Optics ed è commercialmente disponi¬
bile nel suo VIM1000. Questa tecnica
usa LCD multipli per ogni occhio ed è
conosciuta con il nome di "tiling" ovve¬
ro "a piastrelle' 1 . Mentre il migliora¬
mento delle prestazioni è significativo,
vi sono alcune difficoltà di gestione del¬
la transizione delle immagini da una
"piastrella visiva" all'altra. Inoltre il co¬
sto dipende fortemente dalle ottiche, il
che rende questa soluzione piuttosto
costosa.
Display a bassa risoluzione mettono
in forte evidenza la granulosità delle im¬
magini. Il tentativo di ampliare il campo
di vista e di ridurre questa granulosità
avviene attraverso il treno di lenti otti¬
che: il primo problema viene affrontato
da una lente di Fresnel mentre il secon¬
do viene risolto utilizzando una lente
detta comunemente Pixel Diffuser, che
propone un effetto a metà strada fra un
filtro Pixelbreeze ed uno Diffusion.
Altri parametri
Ci sono altri parametri significativi che
bisogna considerare, ma che molto
spesso non sono neanche presentati
nei data sheet forniti dai costruttori.
Un primo elemento è la distanza fra
occhio e treno di lenti. Infatti è opportu¬
no che questa sia almeno di 25 millime¬
tri per permettere all'operatore di man¬
tenere gli occhiali sul viso, aspetto im¬
portantissimo nei sistemi ludici. Anche
quando il soggetto non è portatore di
occhiali, una distanza minore fra occhio
e lenti può causare fastidi di percezione
dell'Immagine. Di contro, fissato il cam¬
po di vista, più è distante la lente
dall'occhio più le ottiche devono essere
grandi e pesanti per garantire il FOV
specificato. Per questo motivo spesso
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
287
l’esigenza di mantenere ad una certa
distanza il treno di lenti dagli occhi,
comporta una diminuzione del campo
di vista,
Altro elemento importante è il
comfort visivo. In particolare l'allinea¬
mento accurato dei due sistemi ottici è
cruciale; a questo si aggiunge la lumi¬
nosità delle due immagini proiettate
nei sistemi stereoscopici. Se si ha una
differenza di solo pochi punti percen¬
tuali, si avranno difficoltà di fusione
delle immagini destra e sinistra e dopo
un breve uso si avranno disaggi visivi.
Questi parametri possono essere spe¬
rimentati direttamente indossando
l’HMD per almeno 15 minuti.
Importante inoltre il contrasto e la
saturazione dei colori che dovranno es¬
sere percepiti correttamente sulla base
di una serie di immagini di prova.
Un'imperfezione nella percezione,
funzione della bontà ma anche della
complessità delle ottiche, è la distor¬
sione della scena e il relativo shifting
rispetto alla posizione reale degli og¬
getti, che cresce al crescere della di¬
ponendo una linea vicino ai bordi del
campo di vista che corra verso l'infini¬
to.
Ogni sistema ottico genera aberra¬
zione, ed anche il treno di lenti usate
nei caschi generano questo effetto
quando la luce si propaga attraverso in¬
terfacce area-vetro. Aberrazioni gravi
possono portare ad una difficile messa
fuoco dell'immagine e a ombre colora¬
te ai bordi. Per mitigare questo proble¬
ma, nei caschi più costosi vengono in¬
serite lenti di correzione.
Infine è possibile che i caschi basati
su AMLCD includono uno o più pixel
difettosi che rimangono accesi, spenti,
Nelle sedute di
progettatone in
computer grafi¬
ca interattiva, la
rappresentato¬
ne può essere,
all'occorrenza,
anche più rozza
e meno realisti¬
ca Ciò avviene
soprattutto
quando la com¬
plessità del mo¬
dello è partico¬
larmente spinta
e si desiderano
informazioni
strutturali e fun¬
zionali piuttosto
che un prototipo
in scala
stanza dell'oggetto
rappresentato dal
centro. Campi di
vista ampi ed otti¬
che a basso costo
(lente ad occhio di
pesce), presenta¬
no un coefficiente
di distorsione mol¬
to ampio ed un
elevato affatica¬
mento visivo. Per
valutare la distor¬
sione bisogna fare
dei confronti fra
scena rappresenta¬
ta su monitor e
stessa scena per¬
cepita nel casco
fluttuanti da uno stato all'altro o legati
a pixel vicini. Questo aspetto va valuta¬
to caso per caso.
Conclusioni
Dopo questa carrellata di caratteristi¬
che e prestazioni, ci rimane ben poco
spazio per presentare ciò che offre il
mercato. Molti dispositivi li abbiamo già
presentati sullo scorso numero, molti
altri li presenteremo nel prossimo.
Sulla base delle considerazioni svilup¬
pate abbiamo però nuovi strumenti e
parametri di confronto che impareremo
ad usare applicandoli ad alcuni casi con¬
creti particolarmente significativi. ^
288
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
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a cura di Corrado Giustozzi
Il Giubileo del 2000 su Internet
Sì, capisco, il 2000 è ancora lontano ma non ho sbagliato anno del
calendario! Il Capodanno appena trascorso è quello tra il ‘97 ed il ‘98
e ne mancano ancora due, ma intanto c’è chi da tempo sta
preparando quello che sarà il primo grande evento religioso del
nuovo Millennio: il Giubileo, l’anno santo del 2000. Si tratterà di un
avvenimento che coinvolgerà l’intero mondo cristiano, ma in
particolare sarà l’Italia il luogo dove tutti gli sforzi logistici ed
organizzativi dovranno concentrarsi. E’ facile immaginare quale sarà
la città maggiormente coinvolta da questo punto di vista, ma quanti
saranno i visitatori? Cosa succederà nel resto d’Italia?
Quali sono le previsioni...?
( di Sergio Pillon
Queste ed altre decine di domande
per un avvenimento religioso che avrà
anche un grande impatto sulla vita di
tutti i giorni degli italiani nel 2000. Il
Comune di Roma, la Provincia, la Re¬
gione Lazio, il governo, hanno realizza¬
to una struttura che aiuta nella pianifi¬
cazione e nell'organizzazione gli enti, le
organizzazioni e le istituzioni pubbliche
e private coinvolte: l'Agenzia Romana
per la Preparazione del Giubileo, me¬
glio nota tra i romani come "Agenzia
del Giubileo".
Cosa prepara e come mai ne stiamo
parlando in uno spazio che di queste
cose non se ne occupa spesso? Innan¬
zi tutto prepara l’accoglienza ai pelle¬
grini, immaginando che coloro che ver¬
ranno a Roma saranno in parte turisti
che approfitteranno delle offerte per
venire nella nostra città, ma soprattut¬
to pellegrini che verranno per pregare
Figura 1 - La
"copertina"
dell' Agenzia
Romana per la
Preparazione
del Giubileo
Attualmente
l'accento è sul
questionario
sull'acco¬
glienza. come
viene percepi¬
ta. Probabil¬
mente quando
vi collegherete
voi ne trovere¬
te un'altra:
l'idea è quella
di tare una pó¬
ma pagina che
richiami l'at¬
tenzione sulle
novità.
per la preparazione del Giubileo
Domenica 16 romiti» 97
gorra al Gubilao
"Preptetesi tlprteide AM» de! IMO significa negarUsare
l ’acro gliene a raro peeocrtepaesidi cerne !m
cM di Reme e Id Regione. di che cesa avranno bisogno
- àd - _ .i )». -ar. : r v irr— --a n. - »
pellegrini, visitatori e ctrtaoim. lignifica preveoere rutto t/urt
ede polli copiare e stabiMee come Itevi Ponte"
7 dogando aulì'accogliamo
Partocpa rete «j alla crepar azera dal G oblino, rispondendo al
quostonaro sutraccoglonza dai volto» i noi 2000
(basano 6 mruti del tuo tempo)
>.;» m P— e
• U <* Odano
290
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
Figura 2 - Lo spazio
sul sito dal Vaticano
destinato al Giubileo.
Un logo molto bello a
mio parere, per ora
solo alcune informa¬
zioni generali, per tutti
si tratta di un periodo
di avvio...
0 la Saafa frarfa - Infarda» EipUn
C^p3
h
U
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Gumiui
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WrtlltSlM
UlbfUUu fvMtaN
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lìiraiLCO jdoo
Unitimi
Qk»tatodq)lMi<i
Rmm
nei luoghi di fede. Il risultato sarà
un impatto sulle strutture di una
città che è già qualche volta dura
da vivere per i romani... si tratta
quindi di organizzare un'accoglien¬
za dei pellegrini e dei turisti che
renda soddisfatti dell'esperienza
sia loro che i... cittadini romani.
Ed allora che c'entra con la tele¬
matica? C'entra eccome, perché
dall'ultimo Giubileo ad oggi è arri¬
vato uno strumento di comunicazione
globale che aiuterà nella realizzazione
e nella gestione di questo evento; In¬
ternet. Siamo cosi andati a curiosare a
Piazza Adriana, sede dell'Agenzia, per
vedere come si stia preparando il pri¬
mo Giubileo della storia della Rete del¬
le Reti.
hnq://www.romapiubiieo.il (fig. Il è
I indirizzo Internet dell Agenzia, ma so¬
prattutto è l’indirizzo del "pubblico"
sul Giubileo. Se provate a fare una ri¬
cerca su InterNIC scoprirete che già
da molto tempo tutti i nomi di domini
che riguardavano in qualche modo il
Giubileo sono stati assegnati. Questo
dà sicuramente il polso di come venga
percepito questo evento nel mondo,
soprattutto per ora dal punto di vista
turistico, se già a tre anni dall’evento
sono nate e stanno nascendo ancora
decine di siti sull'argomento. Per la
parte delle istituzioni esiste uno spazio
sul sito del Comune di Roma
( http://www.comu
ne.roma.it). uno sul sito del Vaticano,
l(htto //www vatican.val fig. 2) ed altro
Ipoco) sparso qui e li. Ecco che il sito
dell'Agenzia Romana diventa una spe¬
cie di Yahoo! del Giubileo, con uno
spazio dove raccogliere gli indirizzi ed i
link deH'avvenimento (fig. 3). Ma piut¬
tosto che parlare del sito, che potrete
visitare anche da soli, sentiamo quali
sono le idee dell'Agenzia per il Giubi¬
leo del 2000 e la Rete, con una pre¬
messa importante: attualmente si sta
sperimentando, un evento come il
Giubileo richiede di sperimentare nuo¬
ve soluzioni e nel il cyberspazio non si
fanno eccezioni...
Internet, Intranet,
Extranet
Sono gli acronimi che definiscono gli
spazi in cui muoversi. Il Giubileo userà
tutti e tre gli spazn, per una comunica¬
zione "globale", senza dover realizzare
reti apposite, cercando di ottimizzare
quello che la tecnologia TCP/IP e l'offer¬
ta dei servizi propongono.
Internet
Ne stavamo parlando ed è anche la
prima cosa a cui pensare: pellegrini di
tutto il mondo (non vi dico quanti sono
previsti, fate un giro nel sito dell'Agen¬
zia, troverete una descrizione dettaglia¬
ta anche delle previsioni dei flussi...)
che vorranno informazioni, ma anche
enti ed istituzioni che vogliono accedere
al patrimonio di informazioni e dati che
l'Agenzia sta mettendo assieme. Natu¬
ralmente si tratta di costruire un ogget¬
to che deve essere utile sin dall'inizio,
ma anche con lavori in corso fino al
2001... insomma, quello di cui sto scri¬
vendo oggi è volutamente più la descri¬
zione di una filosofia che di un sito; ciò
che troverete al momento di collegarvi
dipenderà da ciò che è pronto, ma pian
piano le informazioni arriveranno
Per ora le informazioni sull'accoglien¬
za cominciano ad essere disponibili, an¬
zi si chiama proprio "il piano dell'acco¬
glienza": partendo dalle previsioni dei
flussi fino all’esempio di "master pian"
che si vede in linea. I siti sul Giubileo,
classificati per varie chiavi, gestiti da un
database che permette di vederli ordi¬
nati in vario modo.
Naturalmente c’è scritto come con¬
tattare l'Agenzia ma soprattutto trovate
in linea la possibilità di offrirvi come vo¬
lontari nel 2000. Pensate di voler dare
un senso al tempo libero? Ecco dove
proporvi! Per ora si stanno raccogliendo
le adesioni, che verranno poi inserite in
un grande database.
Internet è uno strumento di comuni¬
cazione bidirezionale e non sarebbe in¬
telligente proporlo solo come una spe-
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
291
foJcj.-if-ifrc.
eie di chiosco sul Giubi¬
leo. L'Agenzia usa quindi
la Rete come strumento
per sapere come viene
percepita l'accoglienza
dai cittadini romani e da¬
gli Italiani. Infatti sulla prima pagina ap¬
pare un questionario, dal titolo "7 do¬
mande sull'accoglienza" dove è possibi¬
le esprimere un'idea, ma anche ap¬
profondire meglio il concetto stesso di
accoglienza (fig. 4) È la prima volta che
queste domande vengono fatte ai ro¬
mani ed agli italiani in modo cosi diret¬
to, ed è questo il motivo della grande
attenzione posta alla formulazione e
all'analisi delle risposte, che arrivano in
tempo reale sul sito Intranet dell'Agen¬
zia
In ultimo un Forum, realizzato intera¬
mente in peri, che consentirà un dibatti¬
to tra i cittadini sui temi principali
dell'organizzazione del Giubileo del
2000
Figura 3 - Una classificazione del sili
sulla rete. E' allo studio un ulteriore
sviluppo, con una suddivisione per ar¬
gomenti; come dicevo si sta speri¬
mentando tutto; al Giubileo mancano
76 9 giorni ad oggi, tanti ma anche po¬
chissimi!
Figura 3-11 questionano che in otto pagine raccoglie le opinioni degli italiani
Uno strumento di comunicazione per un primo “ sondaggio" tra I navigatori
della Rete. Ad esempio secondo il cyberspazio per ora il Comune di Roma e
l'Agenzia sono i primi a dover essere coinvolti nell'organizzazione dell'evento.
Certamente è uno sforzo che alla fine
paga, ma è stato necessario prevedere
una formazione del personale all'uso
degli strumenti base, posta elettronica
e Web. per avviare rapidamente l’uso
del sistema. Si basa su server Win¬
dows NT 4.0 e postazioni di lavoro
Windows '95, od NT 4 0 workstation,
utilizzando Internet Explorer 4.0 ed Ou-
*o d’a a a- a * <&■
tlook Express Per il browser si tratta
di una scelta che molti uffici pubblici
stanno facendo: "uno è gratis, mentre
l'altro costa 100.000. cosa scegliere¬
ste?” Diceva un vecchio slogan di IE
4.0. e non si tratta solo di costo del
software ma anche di procedure, pezzi
di carta da riempire... che portano il co¬
sto di acquisto reale del software in
Sistema informativo e di comunicazione (S.l.C.)
Intranet, Hardware e
Sistemi Operativi
Se Internet è agli inizi Intranet sta svi¬
luppandosi in fretta, ed all'interno
dell’Agenzia non esistono PC che. si
sentono soli La rete della segreteria è
una rete "virtuale" in uno spazio tutto
cablato con connessioni Ethernet a 100
megabit, dove l’arrivo della posta elettro¬
nica sta cambiando il modo di dialogare
L'esempio dell'Agenzia è anche un
esempio delle rose e delle spine che l'ar¬
rivo di Intranet può portare in azienda
M > H * »*W*f»«l H* »K««. •
nx»hiM>y» o»nompan«»f »»
UfMavHiiko'MMMi* •
Ua—WA «Watt
Temane Mani*. U*s>a •
«Miaiaanii
e**.
• £
fonr» 9 Poma • la
• ~ par UpnutO' <&
I U iV?ikUt atSAÉCD «4
I Figura 5 - L'inter-
laccia Intranet; si¬
mile ad una finestra
del PC. menu a
! tendina in prima
pagina l'agenda di
oggi, le novità e le
news sul Giubileo. Il
tutto realizzato con
dava ed Active X.
Sta arrivando t'Acti-
ve Desktop e sarà
l'interfaccia Intra-
^ net.
A J
292
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
un'azienda davvero in alto
Come potete immaginare dalla carat¬
teristiche software, l'hardware, preva¬
lentemente HP, è piuttosto ben "car¬
rozzato": NT workstation per funziona¬
re dignitosamente con Explorer 4.0 ri¬
chiede almeno un Pentium 166 e 32
MByte di RAM. Il network PC IBM che
sto usando in questi giorni al COMDEX
potrebbe essere una valida alternativa,
ma per ora è solo teorica...
Il vantaggio di usare un sistema basa¬
to sullo standard Internet è proprio
quello di non avere però problemi di ri¬
lievo se ad esempio si vuole collegare
al sistema un Mac o magari un
Network Computer basato su Java, od
un Handheld PC. Chi può scommettere
con certezza cosa accadrà nel mondo
dell'informatica da qui al 2001 ?
Il software
Insomma di cosa ha bisogno l'Agen¬
zia per Intranet? Innanzi tutto di trasfor¬
mare una serie di informazioni cartacee
in bit, ed il primo esperimento si è svol¬
to sull'agenda dell'Agenzia, dove ven¬
gono pazientemente aggiornate due
settimane di appuntamenti. Ecco dun¬
que un esempio di trasformazione da
carta in bit l'agenda veniva realizzata
con MS Schedule Plus, poi stampata e
poi distribuita a mano; come metterla
sul Web Intranet? Basta prendere l'ap¬
posito aggiornamento dal sito MS...
no, funziona solo con la versione ingle¬
se... OK, basta installarla. Non va, ha
una serie di idiosincrasie e differenze
che fanno impazzire chi la usa. Inoltre
salva in formato Web. in HTML, ma a
modo suo salvando al massimo tre ap¬
puntamenti contemporanei! Insomma,
è stato necessario realizzare prima un
programma in peri che prende il file, lo
"digerisce" e lo trasforma inserendo in
ogni appuntamento data ed ora, ma an¬
che trasformando i nomi delle persone
che debbono essere presenti all'appun¬
tamento in ipertesto, cercando in un
database l'indirizzo di posta elettronica
corrispondente. Dulcis in fundo lo for¬
matta correttamente per la visualizza¬
zione sul Web.
Insomma, se all'appuntamento devo¬
no essere presenti a, b e c è possibile
cliccare su ognuno dei nomi per inviare
un e-mail alla persona, magari per sa¬
perne di più sull'appuntamento.
Per avere invece un accesso perso¬
nalizzato alle informazioni all'avvio di In-
Figura 6 - Eccoli i
canali di Backweb.
Un elenco nutrito
e semplice da uti¬
lizzare. che si ag¬
giorna automatica-
mente con il sim¬
bolino new a fian¬
co delle novità.
Area di lavoro- "»— —-
Comunicazione (S.I.C.)
ternet Explorer
si inserisce no¬
me e password
ed un program¬
ma, scritto in
C ++, si preoc¬
cupa di interfac-
ciarsi con il da¬
tabase del per¬
sonale, indivi¬
duare il livello di
accesso alla re¬
te e quindi come verrà vista Intranet,
quali documenti possono essere visti,
ma anche di fornire un'agenda appun¬
tamenti personalizzata, con l’elenco dei
propri ben evidente (fig. 5).
È ovvio che dovendo condividere le
informazioni non lo si vuole fare davve¬
ro "tutto tra tutti" ed è necessario che
le pagine, od almeno molte di esse,
siano dinamiche, generate nel momen¬
to che sono richieste, accedendo ad un
database che definisce il tipo di utente
ad un altro delle
si stanno sviluppando è importante: ad
esempio esiste una banca dati dei can¬
tieri che si stanno allestendo per le
opere di ingegneria ed è possibile per
tutti conoscerne l’evoluzione, ma per
alcuni è anche possibile aggiornarle
(figg 6-7-8)
Un altro servizio importante per
l'azienda "Agenzia del Giubileo" è la
condivisane degli indirizzi esterni, con
la possibilità di aggiornarne il database
per le segreterie, ma anche la posta
informazioni di¬
sponibili in mo¬
do che ognuno
veda i docu¬
menti del pro¬
prio gruppo di
lavoro Anche
l'accesso alle
banche dati che
D (3 tì & a ì! 0-
Figura 7 - Lo spa¬
zio dei moton di ri¬
cerca sulla rete.
Per ora molto
semplice, in futuro
un 'interfaccia
complessa per la
ricerca di informa¬
zioni specifiche.
infoseek
LYC 'S
LfCO*
Haoeflan
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
293
TrrJ cuiK-lfar.
Figura B -1 documenti comuni, ie diapositive, i documenti ufficiali a disposi¬
zione di tutta la rete Vengono visualizzati e gestiti direttamente all'Interno del
browser, ma possono anche essere ricevuti direttamente,
Figura 9 -1 risultati del questionario, presentati da un applet Java in che ratiz¬
za “al volo" i grafici Mentre sto scrivendo questo artico sono al COMDEX di
Las Vegas, ma posso accedere ad Intranet come dalla mia scrivanìa Potenza
della Rete ...
elettronica, con un indirizzario in HTML
che consentirà a breve anche un chat
(avete mai visto ICQ della Mirabilis
Software? | ■’ ] - ,j ■■ >
sia in tempo reale che con messaggi
che vengono letti appena ci si collega,
ma anche l'invio di file ed altro Se non
li avete mai visti fatevi un giro tra i nuo¬
vi chat disponibili sulla rete, il vecchio
IRC si 6 evoluto notevolmente ed i
nuovi prodotti software stanno diven¬
tando strumenti davvero utili per una
Intranet.
Naturalmente è importante che tutti
nell'Agenzia conoscano le informazioni
sul Giubileo, quindi una redazione tele¬
matica provvede quotidianamente ad
aggiornare un applet Java che presenta
un pannello scorrevole nella prima pagi¬
na con le brevi notizie cliccabili per gli
approfondimenti.
Naturalmente la posta elettronica è
un'applicazione che viene usata abbon¬
dantemente, ma come fare per sapere
dal Web se ci sono messaggi? Un'ap-
plicazione controlla periodicamente ed
avvisa aprendo una finestra o con un
suono che informa della presenza dei
nuovi messaggi.
Un'ultima curiosità soprattutto all'ini¬
zio non è facile ricordare il proprio indi¬
rizzo di posta elettronica o il proprio in¬
terno telefonico; cosi selezionando la
voce "informazioni" il sistema ci ricor¬
da chi siamo e tutte le informazioni di¬
sponibili. Naturalmente è possibile an¬
che sapere chi sono gli altri, fino a ve¬
derne la fotografia Un finger evolutol
Internet-lntranet
Le correlazioni tra l'uno e l'altro
mondo esistono realmente ed anche
nella preparazione del Giubileo sono
importantissime Alcune sono attive,
altre arriveranno.
Abbiamo ad esempio accennato al
questionario sull'accoglienza in Inter¬
net e sul sito Intranet un'applicazione
Java fornisce i risultati in tempo reale,
realizzando i grafici e le tabelle dal da¬
tabase che si aggiorna ad ogni nuovo
arrivo In questo modo è possibile ave¬
re sempre le informazioni aggiornate
(fig 9)
Anche il forum di discussione ogni
volta che viene aggiunto un messaggio
si preoccupa di avvisare via intranet
delle novità, indicando in quale area ci
sono nuovi messaggi, inoltre la posta
inviata attraverso il sito arriva ad una li¬
sta di discussione interna, da dove è
possibile scambiarsi informazioni per
una risposta veloce, come i tempi di
Internet richiedono, ma anche che in¬
veste spesso le competenze di più di
una persona. Insomma non risponde
una persona dell'agenzia, ma spesso
tutto il gruppo.
Extranet
Certamente l'Agenzia deve essere col¬
legata con altri enti, il Comune di Roma
ad esempio, ma anche molti uffici della
Regione e con il Vaticano. L'uso del cy¬
berspazio come spazio comune permet¬
terà ad esempio ad alcuni settori del Co¬
mune di Roma di aggiornare le banche
dati degli interventi in corso, fornendo
via Web le informazioni sullo stato di
avanzamento dei cantieri del Giubileo, di
condividere informazioni e documenti sul
piano della Sanità, sul Piano dell'Igiene
Ambientale le banche dati sviluppate ed
in via di realizzazione. Attualmente que¬
sta parte è in via di sviluppo, ma le po¬
tenzialità sono enormi; probabilmente
solo attraverso l'uso di questa tecnologia
e possibile realizzare una vera condivisio-
ne delle informazioni tra strutture cosi di¬
verse senza modificare radicalmente il
modo di lavorare di ciascuno.
Il Web e la posta elettronica diventano
gli strumenti comuni di lavoro
Spero di avervi dato un panorama che
fino a tra anni fa sarebbe stato futuristico
immaginare. In realtà e un modello di co¬
me un'azienda inizia a muoversi in un
settore di cui tutti parlano, ma dove esi¬
stono pochi esempi reali. Da questo pun¬
to di vista l'esperienza dell'Agenzia Ro¬
mana per la preparazione del Giubileo
può essere un valido modello per altre
aziende con problemi simili. «e
294
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
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a cura di Corrado Giustozzi
Dynamic HTML
Qualcuno di voi si ricorda sicuramente il periodo pionieristico dell'HTML.
Allora l’unica possibilità per animare una pagina Web era il tag <BLINK> che
permetteva ad un testo di lampeggiare. Come avrete capito parlo di molto
tempo fa: due anni! Adesso possiamo utilizzare il Dynamic HTML che ci
consente effetti spettacolari prima impensabili. Parole che scorrono, menu a
scomparsa, testi che si ingrandiscono o che si evidenziano, suoni e musiche
ascoltagli proprio nel momento desiderato: in poche parole la vera
multimedialità sul Web. In questo e nel prossimo articolo avrete tutte le
risposte che cercavate sul Dynamic HTML. Ma una cosa sicuramente non ve
la potrò dire: quale incredibile strumento avremo a disposizione tra due anni.
di Giuliano Boschi
Uno dei settori maggiormente in cre¬
scita, nel campo dell’informatica, è quel¬
lo dei CD multimediali. Musei virtuali,
viaggi avventurosi in località esotiche, la
storia d’Italia, centinaia e centinaia di ti¬
toli stanno invadendo il mercato. Anche
la loro qualità è in crescita, grazie a spe¬
cifici software che consentono, con rela¬
tivamente poca fatica, di confezionare
dei prodotti gradevoli e completi.
Tra le feature più utilizzate c’è la dina¬
micità di immagini, scritte o comunque
di elementi grafici. Una parola entra da
destra, un'immagine da sopra e il logo
da sinistra, tutti e tre si miscelano al
centro per dare origine ad un menu di
navigazione. Il mondo di Internet, e
dell’HTML in particolare, non poteva
certo essere da meno, ed ecco lo svilup¬
parsi del Dynamic HTML
Il Dynamic HTML è un linguaggio che
consente di abilitare script o programmi
che modificano il contenuto o la struttu¬
ra di una pagina web, anche dopo che la
pagina stessa è stata caricata, senza
che sia necessario inoltrare ulteriori ri¬
chieste al server. In pratica avremo un
effetto simile a quello utilizzato nei CD
multimediali.
Uno “standard”
inesistente
Tanto per cambiare, anche per il Dy¬
namic HTML non esiste ancora uno
standard. Le versioni 4.0 sia di Netsca¬
pe Communicator che di Microsoft In¬
ternet Explorer supportano il Dynamic
HTML, ma le differenze tra le due ver¬
sioni sono cosi tante che avete solo tre
possibilità: creare pagine dinamiche leg¬
gibili solo con uno dei due browser, rad¬
doppiare le pagine del sito e farne una
versione per Communicator e una per
Explorer, oppure non utilizzare affatto il
Dynamic HTML.
Entrambi i browser supportano le
"raccomandazioni" del W3C. il consor¬
zio più volte nominato che si occupa de¬
gli standard del web. e il "CSS Positio-
ning Working Draft" che fa riferimento
ai Cascading Style Sheet. Le tecnologie
utilizzate per realizzare le specifiche so¬
no invece diverse. Internet Explorer uti¬
lizza interamente la tecnologia Docu-
ment Ob/ect Model (DOMI II DOM per¬
mette di individuare ogni elemento del¬
la pagina come oggetto e di trattarlo in
modo diverso da tutti gli altri oggetti
presenti. La versione di Netscape del
Dynamic HTML consente solo in parte
tale applicazione. Per sopperire a questa
mancanza utilizza lo JavaScript Accessi-
ble Style Sheet (JASS), i Layer e i Dyna¬
mic Font, tutte tecnologie, ovviamente,
non supportate da Internet Explorer. La
tecnologia JASS consente di modificare
documenti solo durante il caricamento
della pagina, non dopo che questa è sta¬
ta caricata, al contrario della tecnologia
DOM di Internet Explorer che tra l’altro
non risulta Java dipendente
La tecnologia dei Layer consiste nei
tag proprietari, cioè utilizzati solo da
Netscape Communicator, <LAYER> e
<ILAYER> Questa proposta della Net¬
scape è stata rigettata dal W3C.
I Dynamic Font utilizzano ancora una
tecnologia proprietaria, come anche
proprietarie sono alcune estensioni
HTML necessarie per gestirli.
II sistema utilizzato da Internet Explo¬
rer risulta quindi più duttile e gestibile
offrendo agli autori un superiore control¬
lo sugli elementi dinamici della pagina.
In queste pagine tratterò il Dynamic
HTML secondo quanto specificato dalla
296
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Microsoft, sia per la sua maggiore ca¬
pacità di essere "dinamico" e quindi
più attinente agli scopi che si prefigge
questa tecnologia, sia per la numerosa
documentazione disponibile sul Dyna-
mic HTML della Microsoft.
La creatività al potere
Abbiamo visto come la potenza del
Dynamic HTML risieda nel poter modi¬
ficare lo stile, o comunque l'aspetto,
delle pagine web senza che vi sia un
collegamento con il server che cause¬
rebbe un protrarsi dei tempi di connes¬
sione con danno per la pazienza e il por¬
tafoglio dell'utente.
Abbiamo già parlato alcuni numeri fa
dei Cascadìng Style Sheet (CSS) e di
come il loro utilizzo permetta di creare
delle pagine di sicuro effetto grafico ma
di poco peso in termini di byte. I CSS
sono compatibili con il Dynamic HTML
e la loro unione permette, a chi ha una
mente creativa, di realizzare pagine ori¬
ginali e soprattutto di un aspetto sino
ad ora impensabile sul web. In effetti
anche prima dell'avvento del Dynamic
HTML era possibile eseguire delle ani¬
mazioni o comunque far compiere azio¬
ni ad elementi della pagina tali da movi¬
mentare l'aspetto e lo stile dell'insie¬
me Questo però si realizzava o con gif
animate, dal grosso limite dovuto alla
loro generale pesantezza, o con l'uso di
plug-in (ad esempio Shockwave) che
obbligano l'utente a scaricarsi un plug-
in a volte di dimensioni notevoli, o tra¬
mite l’utilizzo di tecnologie come Java e
JavaScript che, oltre a non essere di fa¬
cile utilizzo per lo
sviluppatore, hanno
sempre creato pro¬
blemi di sicurezza e
di allarme, a volte
decisamente ec¬
cessivi, in molti
utenti Anche se
non proprio tutte
(leggi l'incompatibi¬
lità tra i vari brow-
ser), il Dynamic
Figura I - Prima e do¬
po il click. Ecco un pri¬
mo esempio di dina¬
micità, anche se mini¬
ma L‘evento è il click
del mouse, il risultato
l'ingrandirsi del testo
e lo scorrimento in
avanti del testo se¬
guente Il tutto con
del semplice codice
Dynamic HTML
n C VgiuluMtoVMf MI AUMIWimimoI M» Mrcioioft Internai I «pio***
E«a Hai tea ynuatoa V* Referti J
• -jita aajy
lndwo|Ì) C\g»è«no\MTML\l80\»:ef*«io1 Nm
Cbcca il leilo m blu che segue - ! ur *41 sono ai tuoi occhi
D C \uNfcano\HfMI.\1BtfteiMpMl hf
E*>
HTML consente di
abbattere molte di
quelle barriere che
hanno fatto, sino ad ora, dell’animazio¬
ne sul web una sorta di chimera.
Document Object
Model
Vediamo ora di capire come funziona
il Dynamic HTML. Per fare ciò dobbiamo
aprire una finestra sul Document Object
Model. Il DOM permette di identificare
tutti gli elementi di una pagina come og¬
getti programmabili, sia individualmente,
sia come parte di varie collezioni. Gli ele¬
menti possono avere tra di loro gradi di
gerarchia, modificando un elemento
possiamo, se lo desideriamo, modificare
ugualmente tutti quelli che gli sono ge¬
rarchicamente sottoposti.
Un altro importante concetto del
DOM sono gli "eventi" Ciò consente
di definire un’azione a seconda
dell’evento che si verifica. Ad esempio
ad ogni elemento sono legati almeno
v» 2
j-Lia ajuv a a cj 3
IrdnJ.'O [ *] Hr.,
Cbcca il lesto in blu che segue c Io vedrai tntìrsndirsi sono a woi occhi
Figura 3 - Sono o non
sono un artista 7 Ecco
un semplice giochetto
in Dynamic HTML Non
e certo un capolavoro,
comunque illustra effi¬
cacemente una delle
possibilità date da que¬
sta tecnologia.
Alienhead
Use ttie mouse to drag and create an alieni
m
*
E*.
yfcoftne v#
m ùjj j v
Intono |j| C\0uUr»WlMlVI*JW»«*©«»2f*«
Clicca qui
Questo testo andrà via.
Questo no.
D C \QAdi— AHI MISI moni»»?
tu »<*<• ***»• V» D—* ì
Intono 1*1 C\o*tor-'>lTMl\iao\«i«nwtóhim
Clicca qui
Questo no.
Figura 3 ■ Ancora un
semplice esempio An¬
che in questo caso à in¬
teressante notare come
il testo dell'ultima riga si
porti automaticamente
in una posizione supe¬
riore una volta che la
seconda riga non c'è
più.
£ hMnm
gli eventi Key
board e Mouse
Gli attributi di Key
board sono
onkeypress
onkeydown
onkeyup che de
finiscono rispetti
vamente gli eventi di tasto premuto e ri¬
lasciato, tasto solamente premuto e ta¬
sto solamente rilasciato. L’evento Mou¬
se può avere come attributi onmouse
over onmouseout, onmousedown
onmouseup onmousemove onclick
ondblclick Tutti questi aspetti saranno
approfonditi nel prossimo numero.
Ma è facile utilizzare il
Dynamic HTML?
L’HTML è facile? La risposta è sicura¬
mente si. Non si tratta certo di pro¬
grammare in C++. E’ anche vero che
per essere dei bravi "accatiemmellisti"
serve tempo ed esperienza. Per il
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
297
Dynamic HTML vale esattamente lo
stesso concetto Certo, le cose si com¬
plicano leggermente rispetto all'HTML,
ma poteva andare peggio. Per fugare
ogni dubbio a riguardo vediamo qualche
semplice esempio. Basta inserire nel
normale codice HTML il comando <H1
onmouseover="this.style.color =
'red';">Fammi diventare rosso!</H1>
per far diventare la frase "Fammi diven¬
tare rosso!" di colore rosso ogni volta
che ci si passa sopra con il cursore del
mouse. Se invece inseriamo il comando
<IMG src="l.gif" onmouseover=
"this.src = ‘2.gif *;*’> l'immagine 1 gif
verrà sostituita dall'immagine 2.gif ogni
volta che ci passiamo sopra con il cur¬
sore del mouse. Certo, sono i primi pas¬
si, ma già da questi si può notare come
what vou type in below mll replace Ibis HTML
|Mod'ficelo con questo tesici
Click me lo Piange
Modificalo con questo testo
|ModitiColo con questo lesto
| Click me to chonge
il Dynamic HTML sia alla portata di tutti
coloro che abbiano voglia di dedicargli
un mimmo di attenzione.
Un altro semplice esempio è quello ri¬
portato nel box 2. In questo caso cuc¬
cando sulla scritta blu, potremo vedere
come dinamicamente viene modificato
il font della scritta Gli effetti di tale
cambiamento li potete vedere nella fi¬
gura 1.
Vediamo ora un esempio più com¬
plesso utilizzando il codice presente nel
Figura 4 - Nella parie
superiore potete ve¬
dere lo stato minale
della pagina, m quella
inferiore il risultato do¬
po aver chccato sul ta¬
sto d'invio La sostitu¬
itone del testo e
istantanea, e consente ancora una volta di modi¬
ficare un testo dopo che la pagina è stata carica¬
ta e senza il bisogno di spingere il solito pulsante
di "reload"
box 3 Vengono visualizzate sul monitor
3 linee di testo (figura 2). Quando si
clicca sul testo “Clicca qui" evidenziato
dal comando SPAN il testo scompare
Da notare che ciò è successo sempli¬
cemente settando display con il valore
di none e che il browser ha automatica-
Comparazione tra il Dynamic HTML di Internet Explorer e Netscape Communicator
I dati riportati sono stati rilasciati dalla Microsoft.
Controllo creativo
Microsoft Dynamic HTML
Document Object Model
Supporta il Document Object Model. Tutti gli elementi delle pa¬
gine (ogni elemento, ogni attributo, ogni carattere in un docu¬
mento) sono oggetti programmabili.
Tutti gli oggetti possono generare eventi. Gli eventi generati da
mouse e tastiera sono validi per tutti gli elementi.
Interattività con i contenuti
Accesso e manipolazione (creare, cancellare e modificare) di tut¬
ti i contenuti di un documento in qualsiasi momento.
Riallineamento automatico di tutti gli elementi della pagina intor¬
no al nuovo contenuto
Stili dinamici
Possibilità di modificare gli stili (font, colore, ecc.) dopo il carica¬
mento della pagina
Posizionamento, limiti delle animazioni
Supporta i posizionamenti CSS.
Possibilità di animare elementi attraverso modifiche CSS in qual¬
siasi momento.
Creazione di form 2-D, dove ogni elemento del form ha una posi¬
zione assoluta
Possibilità di scrollare un contenuto quando questo eccede in al¬
tezza o larghezza.
Accesso al contenuto di ogni pagina Possibilità di muovere que¬
sto contenuto ogni volta e in qualsiasi momento senza doverne
ridefmire il contenuto stesso
La relazione tra elementi di una pagina è conosciuto Se un ele¬
mento cambia le altre pagine si riallineano senza che debbano
essere ricaricate
Interattività in fase di caricamento
Possibilità di modificare lo stile o il contenuto di un documento
mentre la pagina è in fase di invio
Data binding
Capacità di cache e di presentare i dati localmente
Manipolazione (sort, filter, ecc.) dei dati senza intervento del ser¬
ver
Supportati differenti sorgenti di dati: ODBC. JDBC, ecc
Supportati JavaBeans, ActiveX'” interfaces I sorgenti degli og¬
getti possono essere Java applets o controlli ActiveX
Script
Possibilità di creare componenti utilizzando HTML e script (EM-
CAScript. VBScript),
Facile personalizzazione, riuso di questi componenti attraverso
una ben definita interfaccia
La via più facile per fare pagine interattive
Facilità di utilizzo
Basta conoscere un solo modello per imparare l'utilizzo del Dy¬
namic HTML
Netscape Dynamic HTML
Document Object Model
Limitato supporto al Document Object Model. Pochi elementi
sono gestiti come oggetti e piccole parti della pagina possono
essere modificate dagli script
Pochissimi elementi possono generare eventi.
Interattività con i contenuti
Nessuna.
Stili dinamici
Nessuno.
Posizionamento, limiti delle animazioni
Supporta i posizionamenti CSS.
Per simulare l'animazione degli elementi devono essere utilizzati
numerosi layer statici.
Gli elementi di un form non possono essere esattamente posi¬
zionati in un form 2-D.
I contenuti non scrollano quando la loro altezza o larghezza ecce¬
de lo spazio a disposizione.
La relazione tra gli elementi della pagina non è conosciuta.
Interattività in fase di caricamento
La tecnologia JASS consente di modificare gli attributi nel mo¬
mento del caricamento
Data binding
Nessuno.
Script
Nessuno
Facilità di utilizzo
Necessità di conoscere due differenti modelli: JASS e layer. I
layer possono richiedere script molto complessi
298
MCmìcrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Box 2
<html>
<body>
Clicca il testo in blu che segue
span style="color: blue" onclick="
this.style.fontSize = '30'">e lo vedrai ingrandirsi/span>
sotto ai tuoi occhi !.
</body>
</html>
mente riadattato la pagina ap¬
propriandosi dello spazio la¬
sciato lìbero dal testo elimina¬
to. Possiamo cosi modificare
in modo semplice un testo (ad
esempio un menu) senza inoltrare ulte¬
riori richieste al server.
Il Dynamic HTML in
pratica
Ho parlato di potenzialità e di duttilità
del Dynamic HTML. Per meglio capire
questi concetti vediamo alcuni esempi
presenti sul sito della Microsoft Ovvia¬
mente le immagini a corredo di questo
articolo non sono in movimento, vi chie¬
do quindi di utilizzare un po' della vostra
fantasia per immaginare il reale effetto
sulla pagina web.
Un'interessante possibilità è quella
mostrata in figura 3. Al centro abbiamo
la testa di un alieno e di contorno tutta
una serie di ortaggi, frutta e verdura. A
parte l'ingenuità della cosa, abbiamo la
possibilità di spostare ogni singolo ele¬
mento sulla testa dell'alieno, fino a si¬
mularne occhi, orecchie e comunque le
fattezze. Il tutto semplicemente ciccan¬
do un oggetto con il mouse e trascinan¬
dolo nella posizione che noi desideria¬
mo. I tempi di caricamento
della pagina sono mimmi e
il codice necessario all'im¬
postazione della stessa è
di poche decine di righe
Ribadisco che, oltre alla prima richie¬
sta, non vi sono ulteriori richieste al
server e che la dinamicità della pagina
è data solo dal codice HTML, o meglio,
Dynamic HTML inviato.
Un altro esempio "classico" è quello
riportato in figura 4 Apparentemente
banale permette al contrario una profon¬
da e radicale gestione della pagina. Nella
parte superiore della figura abbiamo un
piccolo form all'interno del quale ho in¬
serito un testo. Ciccando sul pulsante di
invio il testo da me inserito va a sostituire
quello che prima precedeva il form, sem-
Box 1
Indipendenza dal linguaggio
Supporta qualsiasi linguaggio (JavaScript. VBScript). Esteso con
controlli ActiveX e applet Java.
Tool di supporto
Già disponibili: Bluestone. ExperTelligence. Microsoft. Pictonus,
SoftQuad
Annunciati: Aliarne, Borland. Elemental. Macromedia, Powersoft
Open Technology
Open object model
Indipendenza dal linguaggio o dalla tecnologia degli oggetti utilizza¬
ta.
Basata sui requisiti preliminari del W3C Document Object Model
Disponibilità
Microsoft Internet Explorer 4.0 per Macintosh, Windows, e piat¬
taforme UNIX.
Dynamic HTML può essere licenziato gratuitamente a terzi.
Supporti e standard
Internet Explorer
Communicator 4.0
Raccomandazioni
HTML 3.2
Si
Si
essi
SI
Sì
PNG
Si
Nodi
Working Drafts
Posizionare HTML con elementi CSS
Si
SI
Web font
In parte
No (2)
HTML 4.0:
- Links ipertestuali in HTML
SI
SI
- HTML e Style Sheets
SI
SI
- Client-side script e HTML
SI
SI
- Frame HTML
Si
In parte (3)
- Form HTML
SI
No
- Inserimento di oggetti nell'HTML
SI
N/D (4)
- Nome addizionale per HTML
Si
No
-XML
In parte (5)
No
- RFC 1867: richiesta di upload
SI (2)
SI
-RFC 1942 tabelle HTML
SI
No
- RFC 2070: HTML internazionalizzazione
SI
In parte
Proposte in fase di revisione
Document Object Model
Estensioni HTML Extensions per Data Bindmg
SI
No
Si
No
XML Web Collections
No
No
Note:
1 II supporto PNG richiede un plug-in.
2.Supporta una sintassi non standard per i font embeddmg
3.Non supporta <IFRAME>.
4 Informazione non disponibile.
5.Microsoft Internet Explorer 4.0 supporta poche applicazioni XML. cosi come CDF. ma non XML. Una futura
versione di Internet Explorer supporterà XML.
Indipendenza dal linguaggio
Solo JavaScript.
Tool di supporto
Nessun supporto annunciato.
Open object model
Legata a JavaScript.
Limitata funzionalità con Document Obiect Model.
Disponibilità
Netscape Communicator per Macintosh, Windows, e piattafor¬
me UNIX.
Dynamic HTML non disponibile a terzi
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
299
JJi aiJJV 3J1 j3
plice ed essenziale, ma estremamente
duttile.
Di orologi su Internet ne abbiamo visti
tanti, ma quello di figura 5 è particolare
Viene aggiornato ogni secondo e non ri¬
chiede alcuna interazione con il server.
Niente Java, nessun linguaggio partico¬
larmente complesso, solo poche righe
di Dynamic HTML.
Uno dei modi in cui è più utilizzato il
Dynamic HTML è quello di visualizzare
menu e sottomenu a richiesta. Ad
• ga»e*y
SiteBuMer
0 dynamic html
• ora t stiv •K'CfWi
HTML Clock
11:05:39 A.M.
« 4 t*Ty. without larve»
T»n requ-e; ne*tHe« «rameted no» ■*>*?•>
Ih# documeot ••-«o-i uwd on coniarti cnanget Mtm
con arptenen' ih»» clock »iW, and >«H» «ttn ptl a *»• of coda
Figura 5 - Questa e
una delle pagine die
la Microsoft dedica
al Dynamic HTML Al
centro un orologio in
tempo reale che non
necessita assoluta-
mente di Java o Ja¬
vaScript
Box 3
<hcml>
<body>
<div style="cursor:
Clicca qui .</div>
<span stylo=”color:
Questo no.
<script>
function togglele)
</script>
</body>
</html>
hand" onclick="toggle(docuraent.all.HideShowl;•>
blue" id=HideShow>Questo testo andrà via.</span><br»
i£ le.style.display == "none") (e.style.display = "■;) else (e.style.display = "none";|)
esempio il menu proposto indica solo le
sezioni principali, se clicchiamo su una
di queste il menu scorre, e, sotto la se¬
zione cliccata, possiamo leggere i capi¬
toli di sua competenza. Se clicchiamo di
nuovo la stessa sezione il menu tornerà
all'aspetto iniziale, il tutto istantanea-
mente.
Immaginate di avere una sene di link
ad alcuni siti, Attualmente, li mostrere¬
ste uno di seguito all'altro, più o meno
allineati o intabellati a seconda
dell'aspetto grafico che intendete dare
alla pagina, Ora avete un'altra possibilità:
desiderato non resta che cliccarlo
Un utilizzo simile può essere fatto con
i frame In una finestra le frecce di cui
sopra, in un’altra, a seguito del click sul¬
le frecce, potranno essere visualizzate
pagine diverse, In tal modo permettere¬
mo all'utente di visionare in successione
tutte le pagine che desideriamo mo¬
strargli.
Con le figure 6 e 7 siamo nel sito
della projectcool (http:// www.
projectcoo l. com) . L'immagine di Satur¬
no che domina la pagina entra, in ma¬
niera dinamica,
dall'angolo in alto
a sinistra, figura
6, e si va lenta¬
mente a posizio¬
nare come visibi¬
le in figura 7. Il
movimento di im¬
magini, scritte, lo¬
ghi o quant'altro
sarà sicuramente
una delle applica¬
zioni più appari¬
scenti e più utiliz¬
zate, soprattutto
nella fase iniziale,
del Dynamic HTML Con il tempo risul¬
teranno invece più utilizzate implemen¬
tazioni che hanno come obiettivo la pra¬
ticità d'utilizzo del sito.
Shockwave
e Dynamic HTML
Shockwave è uno strumento che
consente di realizzare effetti multime¬
diali nel web. Non è un linguaggio, piut-
inserire delle piccole frecce, destra e si¬
nistra, cliccabili (tipo casella invio di un
formi che mostreranno, a seguire uno
dopo l'altro, i vari link. Raggiunto quello
Figure 6e 7 - Il movimento dei pianeti e prover¬
biale La Pto/ectcool lo ha messo m pratica con
il Dynamic HTML Saturno "viaggia" sino a rag¬
giungere il centro della pagina Di sicuro effetto,
ma lo sarà anche tra qualche mese ?
menti impossibili con il normale HTML
Duttile e di non difficile implementazio¬
ne presenta l'inconveniente di essere
visibile solo per chi ha installato sul prò-
e» y—V* 2
- »> tfodk. y-M-o. v #
—» Lg*w"
proje/tcool
. • i * •: c •• • **&
lirojectcool
*•»' ’f<* ■ *
/ ^rrrive'Tonr C
. lLoo* tl QTty W*Clt**_
Lookfl'eet «se bit e*
TìgR Sf»
%hj Stingi'
' * ; v • • <»t.
i Telk tbout DuilOing thè web
piopktfhfir
pnopTiìflbtitt
TtiiHk ftbout if.r ’f*t> «no m
1
jThinfc eoe ut Ih» web #nO Ut future
300
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
• J jJ 2 SliJV al» J 3
-li-.—.»
* macromcriin
fnDREAMWEAVER
uho miw HTMl '
Figura 8 - Jn'~Accop¬
piata" tra Shockwave e
Dynamic HTML Evi¬
dentemente l'idea di
dinamicità ispira l'idea
dei pianeti In questo
caso abbiamo un dino¬
sauro che "dama " sul¬
la faccia del nostro pia¬
neta
r >
artici**
tutoria!»
•potlèght
dlàcuMlon group
thockwavs wlth dhtml
KLJ
X_
W«lcom« lo Macromedia** DHTML Zone?
W# r# eictfed aooul Ih* potentiai Dynamic HTML Dnngs lo
»—•—
prio computer un apposito plug-in.
Shockwave è inoltre disponibile con
due diversi programmi: Director e
Flash. E' indubbio che con il Dynamic
HTML si possono realizzare molti degli
effetti sino ad ora possibili solo con il
plug-m di Shockwave. Ma non è detto
che i due sistemi siano antagonisti, an¬
zi, il loro "matrimonio" può dare ottimi
risultati
In particolare Shockwave può utilizza¬
re la possibilità fornita dal Dynamic
HTML di determinare la posizione preci¬
sa di un oggetto all'interno della pagina.
Di contro Shockwave ha dalla sua una
maggiore funzionalità generale, un mag¬
gior controllo sui tempi e sui suoni e un
più sofisticato controllo sulla sincroniz¬
zazione degli eventi.
Conclusioni
Nel prossimo numero vedremo la sin¬
tassi e il modo di utilizzo dei comandi
del Dynamic HTML. Per ora possiamo
dire che questa nuova tecnologia apre
le porte ad un modo di fare pagine che
potrebbe conquistare il web. Dico po¬
trebbe perché la crescita di consensi
che sta ottenendo Microsoft Internet
Explorer sta creando dei problemi.
Quando Netscape deteneva il 90% del
mercato i siti erano ottimizzati per Navi¬
gator e la perdita di un numero minimo
di utenti era accettabile ed era quindi
necessario che il sito fosse costruito e
progettato per un solo browser. Ora
che Netscape e Internet Explorer sono
alla pari, con una leggera prevalenza di
Internet Explorer, il problema dello stan¬
dard diventa primario, La soluzione otti¬
male è solo una progettare due siti,
uno visibile con Netscape Commumca-
tor e uno con Microsoft Internet Explo¬
rer. La difficoltà di tale impegno spinge
e spingerà molti sviluppatori ad ignorare
tutti quegli elementi che funzionano per
uno solo dei due browser, primo fra tut¬
ti il Dynamic HTML
Un'ultima cosa: ricordatevi che il Dy¬
namic HTML è supportato solo dalle
versioni 4 di Communicator e di Explo¬
rer.
Kg
La rete_è.una severa maestra
Il titolo di questa sezione fa il verso ad un noto romanzo di fanta¬
scienza di Robert Hemlein, mi sembra quindi giusto dedicarla, que¬
sto mese, ad un sito che fa della fantascienza il suo pane mensile
(vista la periodicità di questa rivista elettronica): Delos.
Molto spesso bistrattata dalla letteratura ufficiale e spesso con¬
siderata dal cinema solo come fonte di eventi spettacolari capaci di
incanalare diversi milioni di dollari nelle tasche del produttore, la
fantascienza vive in Internet un suo momento felice. E' innegabile
che la densità di appassionati di questo genere letterario e cinema¬
tografico in Internet sia maggiore rispetto a quella presente in altri
ambienti. Il perché è facilmente immaginabile, ma non voglio dilun¬
garmi troppo in questi argomenti per non perdere di vista gli obiet¬
tivi di questa rubrica
L'indirizzo di Delos è IDiua^/yyyy.YY,ta.nLasglgP.S?,£gm/,<aglg.S^I
La pagina che si apre sui nostri monitor é accattivante e signifi¬
cativa. Al centro vi è una immagine (che cambia ogni mese ed è in
relazione all'argomento principale trattato nell'ultimo numero) cir¬
colare che rappresenta un sole, con i raggi che contengono i link al¬
le pagine principali del sito La simbologia é decisamente attinente
all'argomento trattato e la grafica, leggera e di gusto, ci invoglia a
continuare nella navigazione. Sotto l'immagine, in bella evidenza,
c'è II link all'ultimo numero uscito Vi ricordo che Delos si pubblica
solo su Internet e che non esiste una sua versione cartacea. Scrol¬
lando la pagina troviamo un breve sunto dei principali argomenti
presentati negli ultimi 4 numeri e un piccolo form che ci permette,
se lo desideriamo, di essere tempestivamente informati ad ogni
uscita della rivista.
Cucchiamo comunque su "Ultimo numero" e vediamo la coperti¬
na della rivista. Anche questa cambia ovviamente ogni mese. L’im¬
magine è sempre di ottima qualità e in tema con l'argomento prin¬
cipale presentato al suo interno. In questo caso vediamo un'imma¬
gine dal film "Starship Troopers", con tanto di insettone gigante.
La qualità dell'immagine serve come ulteriore spinta a navigare il
sito e a continuare nella lettura.
Cliccando sull'immagine si arriva al sommario del numero che
stiamo leggendo.
La pagina risulta pulita ed essenziale e ricalca l’eleganza di una ri¬
vista di qualità. Il corpo principale è diviso in due colonne La prima,
più stretta dell'altra, presenta le rubriche fisse con il link alla pagina
in argomento e il nome dell'autore dell'articolo. Dal punto di vista
del contenuto sono coperti tutti gli aspetti della fantascienza: re¬
censioni di libri, i 100 libri preferiti dai naviganti della rete, i film fan¬
tascientifici presenti nelle sale e notizie in anteprima su quelli di
prossima pubblicazione, una sezione dedicata al mondo di Star
Trek, e una simpatica serie di articoli dedicata ai numeri 1 delle rivi¬
ste e dei libri che hanno fatto la storia della fantascienza in Italia
Nella parte destra della pagina, con un corpo doppio rispetto alle
rubriche fisse, vi sono gli articoli principali. Sono il cuore della rivi¬
sta, ben evidenziati, sia graficamente sia come posizione strategica
nell'insieme della pagina. In questo numero, come già accennato,
la parte del leone la fa il film "Starship Troopers" con notizie, aned¬
doti e immagini che mi hanno invogliato a vederlo al più presto. In
altri numeri sono stati editi degli "speciali" dedicati a "Guerre Stel¬
lari", a “X-file" ed altro ancora. Sempre in questo numero viene
presentata una vecchia serie di telefilm. Vi ricordate di "Zaffiro &
Acciaio"? Una serie strana e misteriosa Ebbene ora potete cono¬
scere l'intera storia e leggere un'accurata guida agli episodi prodot¬
ti e trasmessi anche in Italia.
Seguono una sene di articoli di carattere generale e dei racconti
che completano la già ricca dotazione della rivista
Tornando all'aspetto grafico, da notare I pulsanti di navigazione
semplici e lineari in perfetta armonia con il tema trattato.
Forse mi faccio trasportare dalla mia passione per la fantascien¬
za, ma questo sito mi sembra veramente ben curato sia dal punto
di vista grafico che dei contenuti.
Vi invito a visitarlo e a farmi sapere se i miei giudizi coincidono
con i vostri. Adesso scusatemi ma devo andare, mi è giusto venuta
voglia di rileggermi quel vecchio libro di Heinlem. Voi invece, se ne
avete voglia, andate a leggere Delos, vi sono molte cose da scopri¬
re a cui non ho minimamente fatto cenno
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
301
a cura di Francesco Romani
Il Suono dei Cavi
Oltre ad essere un collaboratore per MC sono anche un appassionato di Alta Fedeltà e
un accanito lettore di AUDIORewiev. Sonc
qualche argomento di hi-fi su cui avere
qualcosa da dire. Dopo lunga gestazione,
mi butto ora in una serie di articoli per
studiare quello che è, forse, uno dei pro¬
blemi teorici più affascinanti dell’hi-fi:
qual è la migliore configurazione per un
cavo di potenza.
svariati anni che mi “scervello per trovare
Introduzione
Quando si connette un sistema di altoparlanti al suo amplifi¬
catore si usa un cavo o un sistema di cavi di lunghezza finita
che presenta un'impedenza non trascurabile. Supponendo di
poter lavorare a costanti concentrate il circuito può essere
schematizzato come in Figura 1 (prodotta con il package
Drawcircuit.m dell'applicazione Electronic Engineering) In
figura R, L e C sono la resistenza, l'induttanza e la capacità
del cavo mentre RI rappresenta il carico (in forma ultra-sem¬
plificata).
Il problema che trattiamo è quello di determinare per via teo¬
rica l‘ induttanza L, la capacità C e la resistenza R del cavo in
funzione delle caratteristiche geometriche e del materiale di
cui è composto. Il problema nella sua forma generale è di dif¬
ficilissima soluzione in quanto R, L e C sono influenzati da un
numero virtualmente infinito di variabili. Il nostro approccio
consiste nell'effettuare alcune drastiche semplificazioni. Il
modello adottato permetterà comunque di valutare la bontà
di alcune soluzioni comunemente praticate da professionisti
e dilettanti di hi-fi.
In questa puntata ci restringiamo al calcolo di resistenza e in¬
duttanza. Il calcolo della capacità, molto più complesso, ri¬
chiederà una trattazione a parte.
Le semplificazioni che facciamo per il nostro modello sono le
seguenti:
• Il cavo è supposto formato da un numero finito di fili cilindri¬
ci omogenei paralleli e di lunghezza finita disposti nel vuoto; i
valori delle costanti R. L e C saranno determinate per unità di
lunghezza; per un cavo di lunghezza finita basterà fare una
moltiplicazione.
• Si trascura l'effetto pelle.
• Si suppone che la densità di corrente sia uniforme all’inter¬
no dei cavi.
Le ultime due supposizioni possono venire "forzate" sosti¬
tuendo un cavo con un fascio di fili sottilissimi e paralleli tra
loro. Soluzioni di questo genere sono praticate davvero in al¬
cuni dei cavi più costosi.
Un po’ di teoria
Consideriamo un sistema di cavi paralleli infiniti percorsi da
corrente (nella Figura 2 è schematizzato il caso di 2 cavi).
Ogni elemento di corrente produce un campo magnetico se-
302
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
Mr.-n.-wnM fa
condo le note leggi dell'elettromagnetismo.
circolare il campo sul piano vale:
Conoscendo e sommando tutti i contributi si può determina¬
re l’energia totale del campo elettromagnetico:
ih L
2 nr
fio ir
2n r :
r> R
r < R
dove l'integrale è esteso a tutto lo spazio.
Considerando che il vettore B è proporzionale alla corrente,
se si suppone che la distribuzione dei singoli elementi di cor¬
rente non vari con la corrente totale si ha che l'energia del
campo è proporzionale al quadrato della corrente totale Se
scriviamo:
v = \u*
La costante L rappresenta l'induttanza del circuito.
Con le nostre semplificazioni, essendo il cavo infinito, possia¬
mo considerare solo un piano che taglia i cavi ortogonalmen¬
te all'asse di simmetria. In tale caso l’integrale può essere
calcolato solo su questo piano ottenendo l'energia per unità
di lunghezza.
Il campo totale è dato dalla somma vettoriale dei contributi
dei singoli cavi.
Nella Figura 3 (prodotta con plotvectorField del packa¬
ge Graphics'PlotField*) si vede il campo generato da
due cavi mentre nella Figura 4 si vede il caso di 4 cavi.
Il colore della sezione di cavo rappresenta il verso di scorri¬
mento della corrente.
L'algoritmo di calcolo dell'induttanza è quindi il seguente:
• Si definisce la posizione dei cavi dando per ciascuno di essi
le coordinate dell'asse centrale, il raggio e il verso della cor¬
rente.
• Per ogni filo si calcola la sezione, la corrispondente corrente
(supponendo costante la densità di corrente), la funzione
che definisce il campo (scalare) IBI 2 e contemporaneamente
si disegna il grafico della sezione assiale.
Per un solo cavo circolare precorso da correnti a simmetria
• Si integra
Figura 3
Figura 4
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
303
Integrazione Montecarlo e QuasiMontecarlo
L'idea alla base dei metodi Montecarlo è la seguente: si co¬
struisce un processo casuale il cui risultato ha come valore
atteso una grandezza incognita e si stima questa grandezza
campionando i risultati di quel processo casuale.
Un esempio classico di integrazione Montecarlo è il calcolo
dell'area di una figura piana ottenuto estraendo a sorte punti
in un rettangolo che contiene la figura e contando il numero
di quelli che "stanno dentro" (vedi anche MC n 165, set¬
tembre 1996) Il principale svantaggio dell'integrazione
Montecarlo e la lentezza della convergenza, il principale van¬
taggio è che la velocità di convergenza non è influenzata dal
numero di dimensioni
Nel nostro caso abbiamo un integrale su un dominio infinito
bidimensionale di una funzione discontinua (il campo ha un
comportamento irregolare sul bordo dei cavi) e l'integrazio-
ne Montecarlo si pone come il migliore candidato. Mathe¬
matica 3.0 implementa anche una variante detta metodo
QuasiMontecarlo che invece di usare numeri pseudocasuali
usa particolari successioni di punti dotate di proprietà stati¬
stiche opportune. Abbiamo provato i due metodi per il cal¬
colo di n integrando la funzione
1 x 2 +y 2 <l
0 x 2 + y 2 > 1
sul rettangolo (0sx<1, 0<y<1). Viene stampata una tabella
che in ogni riga ha il numero massimo di valutazioni per¬
messe e per i due metodi il valore approssimato, il tempo
in secondi e il numero effettivo di valutazioni.
L'integrando è il seguente
Ini 11 =
f[x_,y_]:=(NV++;If [x A 2+y A 2<l,1,0])
la chiamata del metodo Montecarlo
Inl21:=
Nlntegrate[f[x,y], {x,0,1},{y,0,1),
Method->MonteCarlo,
MaxPoints->mp]
la chiamata del metodo QuasiMontecarlo
Inl3l:=
Nlntegrate[f[x,y], {x,0,l>,{y,0,l),
Method->QuasiMonteCarlo,
MaxPoints->mp]
/(-V, V) = '
Montecarlo QuasiMontecarlo
mp appr nv time appr nv ti-
me
100 3.2 101 0.15 3.12 101
0.15
1000 3.12 1001 1.45 3.148 1001 1.4
10000 3.16 2701 3.86 3.143 3846
5.36
100000 3.15 2801 3.98 3.143 3846
5.38
La precisione non è eccessiva (è difficile ottenere piu di 2 ci¬
fre esatte nel risultato) ma il vantaggio principale di questo
metodo è la sua robustezza e la facilità di uso. si può usare
praticamente alla cieca. Si nota anche che quando il pro¬
gramma ritiene di avere ottenuto una precisione sufficiente
si ferma senza raggiungere il numero massimo di valutazioni
Triste digressione
Ahimè! Appena finito di scrivere il paragrafo sulla robustez¬
za ho sistemato le costanti fisiche per avere i risultati in
gH/m e ho rigirato i programmi quando improvvisamente
non funzionava più nulla! I numeri che venivano fuori era¬
no privi di significato. Un paio di dolorose notti di esperi¬
menti mi hanno permesso di scoprire che mi ero imbattuto
in un sottile fenomeno tipico in analisi numerica: il problema
della scalatura dei dati
Si consideri l'identità
| J/(.v, v) dx dy = ci 2 1 j ‘ f(ax,cty) dx dy
o o o o
il risultato analitico è indipendente da a ma quello numeri¬
co no! Anche un robusto programma come Nlntegrate
può essere messo in crisi da valori troppo grandi o troppo
piccoli La seguente tabella mostra il risultato del calcolo di
l per il problema di Figura 5 per vari valori di a e mp
a
MP=10 2
MP=10 3
MP=10 4
MP=10
0.0001
0.93
0.66
0.65
0.65
0.001
0.65
0.65
0.65
0.65
0.01
0.77
0.66
0.65
0.65
0.1
0.18
0.61
0.69
0.64
1
0.0016
0.016
1.81
0.68
10
0.00001
0.00016
0.026
0.010
Ed ecco i risultati:
Nel seguito abbiamo usato il metodo QuasiMontecarlo con
304
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
liìtllitintlfm
S = 0.785 mmq.
R = 20.8 mWi.
L = 0.655 nH m
0.4.
0 . 2 -
- 0 . 2 -
-0.4
0.4 -0'.2 0 o'.2 0*. 4
Figura 5 - Due fili paralleli
Vi)
. 7 •>
4 n~r
4 n~ K a
r>R
r < R
su tutto il piano (o su un solo quadrante se si possono sfrut¬
tare le simmetrie della configurazione) ottenendo l'induttanza
per unità di lunghezza.
Per l'integrale si è usato un metodo QuasiMontecarlo. una
delle novità di Mathematica 3.0 (vedi Incorniciato).
I programmi Mathematica
II campo generato da un cavo di raggio r con l'asse in posi¬
zione (u,v) esprimendo le lunghezze in metri e a meno dei
fattori di normalizzazione viene rappresentato come un vetto¬
re complesso.
tnl1ì:=
B[u_,v_,R_]:=If[Abs[u A 2+v A 2]>R A 2,
(v - I u)/(u A 2+v A 2),
(v - I u)/R A 2]
La funzione Filo calcola l'area s della sezione del cavo, la
somma ad Ap oppure ad Am a seconda del verso di percor¬
renza, somma alla lista ll il contributo al campo e restituisce
il disegno della sezione del cavo
Inl21:=
filo[{u_,v_,R_,c_}]:=Module[{s},
s=100 K R A 2;
LL+=s Sign[c] B[x-u/100, y-v/100, R/100];
{If[c>0,Ap+=s;Red,Am+=s;Green] ,
Disk[{u,v),R],
Black,
Circle[{u,v},R]}]
Figura 6 - Quattro fili ai vertici di un quadrato connessi con la corren¬
te dello stesso verso su lati opposti
La funzione Place riceve la lista dei dati geometrici dei cavi,
chiama filo per ognuno di essi, definisce la funzione B2 che
rappresenta il modulo al quadrato del campo totale e la inte¬
gra chiamando integrale, calcola resistenza e induttanza e
stampa il grafico. Per far tornare i conti bisogna che Ap totale
sia uguale ad Am totale. L'induttanza è data in
microhenry/metro e la resistenza in milliohm/metro suppo¬
nendo i cavi di rame a 20
lnI31:=
Place[v List]:=(
LL=0;
Ap=Am=0;
gg=Graphics({
Line[{{-1,0),{1,0}}],
Line[{{0,-1), {0,1}}] ,
filo/@v}];
If[Ap=!=Am,
Print["Errore aree disuguali"]];
B2[x_,y_]:=Evaluate[Abs[LL] A 2];
L=10 A 6 jj. 7T A 2 Chop[integrale]/Ap A 2 ;
Show[gg,
PlotRange->{{-1,1),{-1,1}},
AspectRatio-> 1,
Axes->True,
AxesLabel->{"cm","cm"},
AxesOrigin->{-l, -1} ,
PlotLabel->
” S = "<>
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
305
Figura 7 ■ Quattro fili ai vertici di un quadrato connessi con la cor¬
rente dello stesso verso sulle diagonali.
ToString[N[Ap, 3]]<>" mmq,\n"<>
« R = "<>
ToString [N[16.37/Ap, 3] ] <>" oQ/ta, \n"<>
" L = "<>
ToString[N[L,3]]<>" (iH/m"]j)
La costante |l è la permeabilità magnetica del vuoto e vale
nel sistema SI:
/n/4/. =
(1 = 1.25663706143591724'**-6
Figura 8 - Quattro fili sullo stesso piano.
S = 2.36 mmq.
. R = 6.95 mW ra,
c
m L = 0.
6 ntì m
0.4
<
0.2
0
-0.2
-0.4
-0.4 -0.2
0.2 0.4 Cm
Figura 9 - Sei fili sullo stesso piano
La funzione integrale effettua la chiamata di Nintegrate
specificando il metodo QuasiMontecarlo. Per la scelta del fat¬
tore di scala a e del limite superiore al numero di valutazioni
mp si veda la discussione nell'lncorniciato.
In5j :=
integrale:»
a A 2 NIntegrate[ B2 [a x ,a y] ,
{x,0,Infinity),{y, 0 ,Infinity),
Method->QuasiMonteCarlo,
MaxPoints->MP];
I risultati
Ed ecco i risultati. La discussione dei prò e contro delle varie
configurazioni è rimandata a quando avremo a disposizione i
valori della capacità.
KS
Francesco Romani è raggiungibile all'indirizzo; vomannsai unici m
306
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
TELEMATICA
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ISDN per Win 3.x,
Win 95 e Win NT 4 !
Lotto volante
Solo pochi mesi orsono abbiamo pubblicato un articolo di
comparazione tra i due più “amati” programmi di disegno Adobe
lllustrator 7 e Corel Draw 7 (I magnifici 7): in pratica non abbiamo
nemmeno fatto in tempo ad iniziare a scoprire la versione 7 di
Corel Draw, che ecco ci arriva sulla scrivania una busta
contenente i CD-ROM della versione finale di Corel Draw 8.
Che fare? Non ci si può trattenere dal dare un’occhiata a cosa c’è
dentro e raccontarvelo: sempre tuttavia con il nostro occhio
critico e sempre orientati a mostrarvi le cose che possono essere
più utili per il vostro lavoro. E con qualche considerazione...
di Mauro Candirti !
Da 24 a 12
La tradizione orale nel settore infor¬
matico ci ha insegnato sin da piccoli
(dalla fine degli anni '70) che la potenza
dell'hardware raddoppia ogni 18 mesi
circa. Se ci spostiamo nel software ve¬
diamo che ormai è prassi presentare un
nuovo prodotto ogni 18-24 mesi circa.
Pensiamo tuttavia per un momento alle
differenze che intercorrono tra hardwa¬
re e software.
Il fatto che l’hardware raddoppi la
propria potenza ogni 18 mesi è tenden¬
zialmente una cosa positiva per gli
utenti, perché questo fatto porta con
sé la diminuzione dei prezzi. E' vero,
anche, che in pochi mesi c'è il rischio
di vedere il proprio PC deprezzato del
30%, ma se consideriamo che quando
acquistiamo un'auto essa si deprezza
del 15% solo per il fatto di averla im¬
matricolata, vediamo che questi fattori
sono nella normale logica commerciale.
IDI 1 AWB |Cif «f ululi I )
DE* E*
□ t* US
« Iool. tfWJo* u*>
■ £[) • 100X - v c; S3D0 * *
i N ♦ 1*1
(*4115 M«U)
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3 ;oc »
-=5-
ni a o =»
? . t —r •
Ecco come si presen¬
ta Corel Draw 8 Quan¬
do si apre il program¬
ma per la prima volta.
NIC Micrt»i omputer
”~<r
r
S I
f
»
r
n
- f
■*«t»l gyMlo.onrft Word -ll"^ CorelDRAW a... BP^wShopPr.
Per il software la cosa è differente. Il
valore del software è relativo, ne sanno
qualcosa le grandi aziende: negli ultimi
anni, infatti, si è
scoperto che l'in¬
troduzione di una
nuova versione di
software deve
sempre essere ac¬
compagnata da un
periodo di appren-
_ dimento il quale
IM 2 ha dei costi non in¬
differenti per
l'azienda, misura¬
bili in un calo della produttività iniziale,
recuperabile solo dopo molti mesi.
Comprimere i tempi di rilascio tra
308
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
La Barra in¬
terattiva dà
indicazioni
relative all'oggetto
selezionato.
156 .039 -
.mpj i
una versione ed
un'altra significa
accentuare questi
problemi: le azien¬
de ormai cercano
di saltare alcune
versioni aggiornan¬
do il loro software ogni 2,5-3 anni.
12 mesi per Corel
La politica di Corel negli ultimi anni è
stata quella di presentare di fatto una
nuova versione ogni 12 mesi. La prima
versione di Corel Draw fu presentata
nel gennaio del 1989 e visto che sia¬
mo nel 1997 i conti tornano. La diffe¬
renza rispetto ad altre case di softwa¬
re sta nel fatto che Corel mantiene nel
suo listino i prodotti nelle versioni pre¬
cedenti a prezzi via via inferiori, con¬
sentendo di fatto all'utente di sceglie¬
re il livello di prestazioni o il livello di
prezzo che meglio soddisfano le sue
esigenze.
Resta comunque di fatto che met¬
tere sul mercato un nuovo prodotto
resta un grosso sforzo, sia dal punto
di vista dello sviluppo, sia dal punto
di vista del marketing e delle vendite.
Ormai quando viene presentata una
nuova versione, significa che già da
alcuni mesi una parte dei progettisti
lavora sulla versione successiva, e
nel contempo un'altra parte dei pro¬
gettisti deve restare a disposizione
della versione appena immessa sul
mercato per correggere gli eventuali
problemi che emergono solo quando
il prodotto viene effettivamente utiliz¬
zato su vasta scala. E siccome nes¬
suno ci regala nulla, possiamo solo
immaginare che forse i prodotti co¬
sterebbero un po' meno, senza que¬
sta fatidica corsa ai 12 mesi.
Inoltre in questa rincorsa, chi effetti¬
vamente ha i maggiori problemi di re¬
stare al passo sono i Service che devo¬
no garantire ai loro clienti di avere
sempre a disposizione l'ultima versio¬
ne del prodotto.
Quattro e quattr’otto
Dopo aver fatto tutte queste consi¬
derazioni, naturalmente prevale la cu-
» ** J39 74 mm
■ 100.0
■ 100.0
\ * _!_-!■ Come " n9
_
riosità tipica del giornalista ed eccoci
quindi pronti ad esplorare le più inte¬
ressanti novità del prodotto, concen¬
trandoci sempre su quelle più utili per
il nostro lavoro.
Abbiamo suddiviso queste nuove
caratteristiche in 7 campi prinicipali:
■ interfaccia
■ produttività
■ strumenti interattivi
■ Internet
■ testi, immagini ed effetti
■ colori e stampa
■ oggetti, documenti e gestione file
Interfaccia
Dopo averci detto per alcuni anni
che l'interfaccia di tipo tridimensionale
era quella più comoda da utilizzare,
contrordine, ed eccoci all'interfaccia
"fiat" come viene chiamata quella di
Corel Draw 8. La differenza sta nel fat¬
to che mentre prima i pulsanti erano a
rilievo ora sono su un fondo uniforme
e solo effettuando la propria scelta fa¬
cendo clic sull'icona si vede rientrare
leggermente il tasto premuto. Questo
è senza dubbio poco influente rispetto
ad una serie cambiamenti piuttosto ra¬
dicali, che obbligano l'utente ad un rio¬
rientamento per ritrovare le funzioni di
uso comune. Naturalmente l'interfac¬
cia resta personalizzabile, ma comun¬
que è necessario un certo tempo per
rendersi conto di dove ci si trova e co¬
sa si può fare.
Restando in tema di personalizzazio¬
ne, Corel Draw 8 offre la possibilità di
creare un proprio ambiente di lavoro ri¬
chiamabile poi attraverso le opzioni: in
questo modo è possibile avere a di¬
sposizione più ambienti di lavoro diffe¬
renti a secondo delle persone che la¬
vorano sul PC o anche in base alla ti¬
pologia di lavoro da svolgere.
Ma vediamo cosa succede quando
apriamo per la prima volta Corel Draw
8.
Sulla nostra sinistra troviamo la soli¬
ta barra con alcuni strumenti, in parte
già conosciuti e in parte nuovi. Tra
quelli nuovi troviamo quello per le sfu¬
mature e quello per le trasparenze. Sul
lato destro compare la tavolozza dei
colori, come in Corel Draw 7, mentre
3. riP o «
Ecco le nuove fun¬
zioni che consento¬
no in maniera inte¬
rattiva di creare du¬
plicazioni multiple,
applicare distorsioni,
creare effetti 3D e
applicare un'ombra
in alto troviamo le
grosse novità.
Oltre ad una
classica barra di
strumenti classici
che ci consento¬
no le solite opera¬
zioni comuni, co¬
me aprire un documento, salvare,
stampare, tagliare, copiare, incollare,
ora troviamo due finestrelle con menu
discesa che ci consentono di scegliere
direttamente la percentuale e il tipo di
visualizzazione (draft, precisa, wirefra-
me, ecc.). Ma la cosa più interessante
e la barra interattiva che è posta subi¬
to sotto la barra principale e che è
sensibile al contesto e all'oggetto se¬
lezionato. Cosi se stiamo scrivendo
del testo, la barra interattiva conterrà
gli attributi del testo, mentre se sele¬
zioniamo un oggetto ci mostrerà le
sue dimensioni, la sua posizione, l’an¬
golo di rotazione, l'unione o meno con
altri oggetti. Troviamo inoltre i pulsanti
per la rotazione, per la specularità e
per porre l'oggetto in primo piano o
sotto. Le due funzioni di unione/sepa-
_ razione di oggetti e
Interattivamente Si quella di posiziona-
può dare profondità mento in primo
ad un oggetto. piano o dietro di
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
309
mL m, .
v '
Produttività
Anche le ombre
possono essere
create automati¬
camente e interat¬
tivamente.
Da un ovale, sem¬
pre interattiva¬
mente, si può ap¬
plicare una distor¬
sione e modificar¬
la a piacere.
un oggetto sono stranamente rea¬
lizzate senza utilizzare delle icone, ma
semplicemente con la scritta Un-
group, Ungroup All, To front, To back
(la versione pervenutaci è naturalmen¬
te quella appena rilasciata in lingua In¬
glese per Windows).
Altra grande novità è la finestra a
schede disponibile sul lato destro o si¬
nistro: in pratica è possibile richiamare
una serie di finestre o comprimerle sul
lato dell'area di lavoro. Per esempio, la
finestra dei simboli e il cosiddetto
View Manager possono trovare posto
come finestre a scheda richiamabili
semplicemente facendo clic sul loro
nome. Tra queste finestre troviamo
anche un Browse che in pratica ci con¬
sente di cercare i documenti che dob¬
biamo aprire o importare.
Per finire con l'interfaccia, troviamo
la possibilità di utilizzare i nuovi mouse
con la rotella, tipo Microsoft Intelli-
Mouse, per attivare più velocemente
funzioni come lo zoom e lo scorrimen¬
to lungo la pagina.
Per realizzare più
velocemente la du¬
plicazione multipla di
un oggetto, ora biso¬
gna semplicemente
selezionare l'ogget¬
to, duplicarlo, posi¬
zionarlo alla esatta distanza dall'origi¬
nale e ripetere la duplicazione: auto¬
maticamente il programma applicherà
lo spostamento che abbiamo dato al
primo duplicato anche ai successivi,
consentendoci cosi di creare oggetti
multipli posizionati in maniera regola¬
re.
La gestione dei
nodi degli oggetti è
stata semplificata:
ora basta un doppio
clic sull'oggetto per
poter avere a dispo¬
sizione i nodi da mo¬
dificare. Anche la vi¬
sualizzazione è migliorata con una più
rapida identificazione dei nodi selezio¬
nati.
Una delle funzioni più interessanti
sono i controlli interattivi sugli ogget¬
ti: sono disponibili per un certo nume¬
ro di funzioni che si applicano diretta-
mente sugli oggetti, come per esem¬
pio le sfumature di colore. In questo
caso, abbiamo una barra tratteggiata
che ci indica la direzione della sfuma¬
tura direttamente sull’oggetto stesso:
possiamo prenderla con il mouse e
spostarla a piacimento, ma anche
spostare il punto mediano di passag¬
gio di un colore ad un altro. E' vera¬
mente Incredibile come sia comodo
utilizzare questo genere di strumenti.
Strumenti Interattivi
Vogliamo dare
ad alcuni di questi
Sotto questa voce raggruppiamo al¬
cune funzionalità che ci consentono
di lavorare meglio e più velocemente.
Iniziamo dalle guide: ora è possibile
selezionare e spostare più guide con¬
temporaneamente, Esse ora rispon¬
dono proprio come se fossero ogget¬
ti, quindi possiamo ruotarle e persino
dare loro una ben definita posizione
andandola a scrivere nella finestrella,
che come detto prima appare nella
barra degli strumenti sensibili al con¬
testo.
Come si può notare,
ora le sfumature si
regolano diretta-
mente sull'oggetto .
spostando il cursore
centrale è possibile
modificare l'anda¬
mento della sfuma¬
tura.
un po' più di spazio
strumenti, perché ci
sembrano estre¬
mamente interes¬
santi,
Prima di tutti lo
strumento delle
ombre. Abbiamo
dedicato poco
tempo fa un arti¬
1 J
/
p
' *
r
b
cf
colo a questo argomento, nel quale
spiegavamo l'importanza di dare
profondità visiva agli oggetti attraver¬
so la creazione di un'ombra: non pote¬
vamo immaginare cosa ora è possibile
fare con Corel Drawl Applicare un'om¬
bra è un gioco da ragazzi: esiste uno
specifico strumento che consente di
applicarne una all'oggetto selezionato.
Solo questo? No, naturalmente. Inte¬
rattivamente è possibile posizionare
l'ombra a piacimento e darle l'opportu¬
na gradazione e profondità: l'effetto è
sorprendente.
Altro strumento interattivo molto in¬
teressante è quello della distorsione:
una volta selezionato un oggetto, si
sposta lo strumento di distorsione su
di esso, si fa clic e poi si muove leg¬
germente il mouse. L'oggetto verrà di¬
storto più o meno relativamente allo
spostamento del mouse e al punto do¬
ve si è posizionato: per ottenere i mi¬
gliori risultati bisognerà fare un po' di
allenamento, ma senza dubbio è un
notevole aiuto quando si devono dise¬
gnare oggetti con forme non regolari.
L'effetto può anche essere modifica¬
to, modificando i suoi parametri che
compaiono nella barra degli strumenti
interattivi quando la distorsione è atti¬
vata.
Anche la possibilità di dare una tridi¬
mensionalità ad un oggetto piano ora
si avvale di strumenti interattivi che
agiscono direttamente sull'oggetto se¬
lezionato: sarà sufficiente orientare
con il mouse la parte dove dovrà esse¬
re visibile la tridimensionalità dell'og¬
getto e deciderne la profondità, sem¬
pre in maniera interattiva direttamente
sull'oggetto stesso.
Uno strumento nuovo interattivo è
anche quello della trasparenza: possia¬
mo applicare una trasparenza variabile
ad alcune zone di un oggetto in manie¬
ra interattiva. Una volta selezionato un
oggetto si applicherà la trasparenza
semplicemente scegliendo come al
solito la direzione
e la profondità di
questa trasparen¬
za, con la possibi¬
lità sempre di
modificare anche
il punto mediano,
Naturalmente appli¬
cando due colon dif¬
ferenti otterremmo il
passaggio da uno
all'altro, sempre con
la possibilità di spo¬
stare il punto media¬
no.
310
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
cioè il punto centrale piu vicino alla
trasparenza totale o al colore pieno
dell'oggetto Anche in questo caso gli
effetti sono molto significativi.
Interattivo è anche il metodo per ag¬
giungere colore ad un oggetto: natu¬
ralmente se abbiamo selezionato un
oggetto e facciamo clic su un colore
della tavolozza dei colori, esso sarà ap¬
plicato automaticamente all'oggetto.
Se teniamo premuto il tasto Control e
facciamo clic su un colore della tavo¬
lozza, al colore di base dell'oggetto
verrà aggiunto automaticamente il
10% del colore della tavolozza su cui
si è fatto clic con il mouse.
Internet
Corel Draw 8 non poteva non dedi¬
care delle specifiche funzionalità a In¬
ternet. A parte la facilità con cui si
possono realizzare bottoni ed altri ele¬
menti grafici, è disponibile un Wizard
specifico per trasformare i propri do¬
cumenti in pagine Web. Per maggior
sicurezza esiste anche un analizzatore
di conflitti che consente di esaminare
il codice html per controllarlo
prima della pubblicazione su
Internet. Tra le altre funzioni
troviamo anche la possibilità di
creare sfondi uniformi da utiliz¬
zare nelle pagine Internet par¬
tendo da un disegno.
Testi, immagini
ed effetti
Iniziamo dai testi che ora
possono essere resi più inte¬
ressanti attraverso una serie di
effetti 3D. Ma questo è solo
poca cosa rispetto alla rivolu¬
zione che Corel Draw 8 porta
in questo campo Per prima
cosa abbiamo la possibilità di
trasformare con un semplice
clic del mouse il testo a para¬
grafo in testo grafico e vice¬
versa. Inoltre il testo a para¬
grafo ora è sensibile al conte¬
sto, cosi se passa sopra una fi¬
gura e questa figura ha tra le
sue caratteristiche anche quel¬
la che il testo
debba girarle
attorno, il no¬
stro testo a
paragrafo si
adeguerà aggi¬
rando la figura
§
1
r~
o
o
i
o
a—*
£
a>
Ecco come ap¬
pare la barra
Pei Docker sul
laro destro del¬
lo schermo pri¬
ma della tavo¬
lozza dei colon
stessa.
Sempre per quanto riguarda il testo
a paragrafo abbiamo la possibilità di in¬
serirlo in oggetti e fargli assumere una
determinata forma. Inoltre è possibile
assegnare al testo un percorso "mi-
Inutile dire che
anche la traspa¬
renza si gestisce
direttamente
sull'oggetto in
forma interattiva
Ecco i due og¬
getti sovrappo¬
sti che mostra¬
no le loro "tra¬
sparenze "
1] fS
»
o
tb
Bockup_ot
CorelDRAW
8 CO
•s
*ì fi
Eltects
Huntress J
«jj
a*
£
Layout
Wishlist
:
e
B
Dal Browse che
appare al fianco
della finestra prin¬
cipale si possono
fare diverse ope¬
razioni. per esem¬
pio aprire un file
o impostarlo
semplicemente
trasportando la
sua icona con il
mouse sul docu¬
mento che stia¬
mo preparando
sto": per esempio si può partire da un
semplice paragrafo e il testo in esube¬
ro farlo proseguire lungo una curva o
m un oggetto.
Publish Io Internet
VMcoiw » •« KTM. Eipofl Wiian)
tln WVtenSMiMlp you oso* y<x» Ol or. KTVl Ut
•Mx» M» <* HTM. do yo» oWi® c
Le immagini in formato bitmap sono
ora meglio visualizzate a video e even¬
tuali modifiche apportate attraverso
dei filtri possono essere
esaminate attraverso la
funzione di Preview prima
di essere definitivamente
applicate aH'immagine.
Anche il coltello per se¬
zionare gli oggetti vive il
suo momento di gloria es¬
sendo stato migliorato il
suo funzionamento e reso
utilizzabile ora anche per
tagli a mano libera.
Infine ora gli oggetti
possono essere bloccati
per evitare accidentali
modifiche o spostamenti.
Colori e stampa
La gestione della tavolozza dei colo¬
ri ora è personalizzabile: si possono
scegliere tutti i colori che si vogliono e
il sistema a cui essi fanno riferimento.
Inoltre è possibile salvare differenti ta¬
volozze per poi richiamarle a seconda
dei lavori che si stanno realizzando.
Un sistema chiamato Color Harmo-
nies consente di scegliere differenti
tavolozze con i co¬
lori particolarmen¬
te equilibrati tra
loro.
Tenendo premu¬
to il tasto del
mouse su uno dei
colori della tavo¬
lozza dopo pochi
Ceni Bara»
SffgMnag.
CMo?
!*«>
Un Wizard consente
di trasformare il no¬
stro documento in
una pagina Web m po¬
chi minuti
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
311
fcco il Palelle Editor
che consente di creare
i colori più equilibrati
per il proprio lavoro
secondi appare la
gamma di colori a
cui il colore selezio¬
nato appartiene ed
è quindi possibile
scegliere un colore
identico all’originale
ma più chiaro o più
scuro,
Come detto prima, la gestione delle
immagini bitmap è stata migliorata ed
è più semplice convertirle ed effettua¬
re delle correzioni di colore.
Itati immagini <4 effetti
Iniziamo domestiche ora possono essere leapù in te lessanti atti averso uno
ferie di effetti 3D Ma questo è
Isolo poca cosa nspetto alla rivoluzione che Corel Draw 8 porta m queste
cam
.- pò Per prima
.-' cosa abbiamo la
- ’ possibilità di trasformare con -
un semplice clic dal mouse il testo a
• paragrafointestograficoe viceversa Inoltre il
testo a paragrafo ora è sensibile al contesto, cosi-'
se passa sopra una figura e questa figura ha tra
(e sue caratteristiche acche quella che il testo,
debba girargli attorno, il nostro testo a
paragrafo si adeguerà aggirando la
figurastessa
Migliorata infine la stampa che ora
supporta il sistema Adobe PostScript
3, con un notevole incremento di qua¬
lità nella riproduzione delle sfumature
e con un decremen¬
to degli errori spes¬
so introdotti da og¬
getti complessi.
Sempre pe r quanto riguarda il testo
‘a paragrafo abbiamo la-'
Il lesto pud essere in¬
serito sema problemi
in un oggetto
Oggetti,
documenti
e gestione
file
Ora è possibile
eseguire delle im¬
portazioni multiple
di oggetti e immagi¬
ni: inoltre è anche
possibile indicare la
posizione e le di¬
mensioni che que¬
sto oggetto impor¬
tato dovrà avere nel
Ora il testo pud aggirare
un oggetto se questo lo ri¬
chiede
Tàd.lnumglhl «1 «fttti.:
Incarno dai lou die in possoi» rarere rea pia mterrasanu
antiverrò una rene di effetti 3D Ma quello à
: roto poca cera nspeuo alla nvotuaone de Corei Draw S porla in
queno canpo Per poma coti abbiamo la potutali!! di
trarfermare con un temphee die del moure il tetto al
paragrafo m tetto palco e vicevena Inoltre il tetto *
paragrafo ora e tenabileal contetto, co» te patta:
ropra una figura e girata figura ha Ha le tue
caraaenstiche anche quella che il letta
debba piargli attorno, il nonni tetto «
paragrafo a adeguerà agprando la figura
Betta
Sempre per quanto nguarda il tetto ai
paragrafo abbiamo la posatubi» di intendo in
oggetti e fergfc assiro ere una detenni ras
fon» Incise e posatile assetare al testo uri
percono ‘miao’ peretempioapuOpartiredaun
sempbce paragafo e il letto m esubero forici
prò segure 1 ungo una curva o in un oggetto
nostro documento.
Come nelle passate edizioni, in bas¬
so troviamo il selezionatore delle pagi¬
ne che ci consente di passare da una
all'altra: la novità sta nella possibilità
di dare un nome specifico ad ogni pa¬
gina, in modo da rendere più facile la
ricerca di pagine con contenuti speci¬
fici
Un Object Manager consente ora di
gestire al meglio gli oggetti presenti
sul nostro documento andando a svol¬
gere direttamente operazioni come
raggruppa, unisci, incolla, ecc,
E’ possibile effettuare il salvataggio
dei documenti in formati precedenti
all’attuale fino a Corel Draw 5.
Per la gestione dei font, altro spino¬
so argomento, ora Corel offre nelle
sue applicazioni e suite Bitstream
Font Navigator che consente una ge¬
stione ottimale dei caratteri, in modo
da non appesantire troppo il sistema
tenendoli sempre tutti in linea
Conclusioni
Senza dubbio con questa versione
di Corel Draw si è fatto un grosso
passo avanti nella direzione della faci¬
lità d’uso e semplificazione del lavoro,
cosa che nelle precedenti versioni
aveva lasciato qualche perplessità.
Se siete ancora fermi a Corel Draw
6 o 5, vi consigliamo di non lasciarvi
allettare dal prezzo ora più contenuto
del 7. ma di passare direttamente alla
versione 8. I soldi spesi in più ritorne¬
ranno in breve tempo sotto forma di
produttività.
Altro punto molto interessante è
Corel Tutor che consente di appren¬
dere velocemente tutti i trucchi fon¬
damentali per sfruttare meglio il pro¬
dotto. In Corel Draw 8 troviamo anche
gli Hint che, sulla base di una specifi¬
ca funzione, consentono di attivare
una sorta di mouse automatico che si
posiziona da solo sugli strumenti ne¬
cessari per svolgere un determinato
lavoro
Sono proprio questi gli strumenti
che vengono apprezzati ancor più che
la potenza "bruta" immessa in un
nuovo prodotto, perché aiutano ad es¬
sere produttivi in tempi ridotti,
Per finire vogliamo solo ricordare
che questa versione, dopo il salto del¬
la versione 7, sarà destinata anche
agli utilizzatori di Macintosh: l'uscita è
prevista entro la prima metà di que¬
st’anno.
Kg
312
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Tecnica,
installazioni,
concorsi,
prezzi.
Per il vostro impianto auto non c’è che
ACS-AudioCarStereo, la rivista full optional
che ogni mese vi offre tutto il mondo del-
l’Hi-Fi Car chiavi in mano.
I professionisti del settore e i semplici
appassionati troveranno nelle sue pagine
tutto ciò che serve a soddisfare le loro
curiosità sulle tecnologie per l’auto.
OGNI MESE.
L'ALTA FEDELTÀ
IN AUTO.
Chiavi in mano
Perche le recensioni di ACS-AudioCar-
Stereo. sempre puntuali e sempre dagli alti
contenuti tecnici, oltre a trattare le appa¬
recchiature. le problematiche delle instal¬
lazioni e l'informazione sui concorsi,
affrontano i settori della telefonia cellulare,
dei sistemi di navigazione e degli antifurto.
E tutto è completato da rubriche musicali
e daH’AUOIOGUIOACM, l'aggiornatissima
guida all'acquisto.
technimedia
Pagina dopo pagina, le nostre passioni.
Tutti i mesi
caratteristiche,
prezzi, foto delle
apparecchiature
Hi-Fi Car e degli
accessori elettronici
per auto.
autoradio, CD multipli, amplificatori
crnssover, altoparlanti, subwoofer
I super-impianti Hi-Fi, Car
il meglio dei professionisti d'Italia
i centri di installazione
regione per regione
I concorsi Hi-Fi Car
professionisti ed amatori
in cerca di gloria
La Musica t
i CD più adatti all'auto
L'Europa dell'Hi-Fi Car
cronache dall'estero
f EUROPEAN
f CAR
AUDIO
bCAD: dalla Russia con Java
Sono tanti i motivi di interesse per questo nuovo prodotto CAD,
della software house ProPro Group e distribuito in Italia (ed in
italiano) dalla Atlantic di Teramo, che ospitiamo nella rubrica di
grafica. Il primo è che ProPro Group è una software house russa
(per la precisione la sua sede è Novosibirsk, e il suo sito Internet
[www.propro.ru; in figura 1) ed è la prima volta che, in oltre quindici
anni di attività, analizziamo un prodotto russo.
di Francesco Petroni
<<VMna««r
6C*P
□ -
Sup*rt>C AO
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Figura 1 - bCAD 3 5 dal¬
la ProPro - Il sito Internet
della ProPro
E la poma volta che pro¬
viamo uri prodotto rus¬
so bCAD è realizzato
dalla ProPro Iwww.pro-
prò rul. software house
che opera addirittura a
Novosibirsk, nome che
ci evoca ricordi esotici,
forse si raggiunge solo
con la ferrovia Transibe¬
riana. oppure, più velo¬
cemente, con Internet
Si tratta di un CAD tridi¬
mensionale evoluto, dal¬
ie buone caratteristiche
e dal prezzo interessan¬
te E perfettamente alli¬
neato agli standard Win¬
dows 95 ed è stato
scotto con Java
I tecnici che nel 1992 hanno fondato
la ProPro Group precedentemente la¬
voravano in importanti progetti gover¬
nativi, in Centri di Ricerca Aerospazia¬
le, in settori della Accademia delle
Scienze, sempre nel campo del CAD e
delle tecnologie di contorno. Costitui¬
scono quindi un significativo esempio
del livello tecnologico raggiunto in que¬
sto mondo così distante, non solo fisi¬
camente, da noi.
II secondo motivo di interesse è che
bCAD è stato scritto in Java. Supponia¬
mo che sia stato realizzato con J+ +
della Microsoft (figura 2).
Questo fatto può essere solo una
curiosità per il normale utilizzatore del
prodotto, ma è un fatto importante per
chi voglia sviluppare in proprio moduli
aggiuntivi per personalizzare l'ambien¬
te, o per potenziare il prodotto stesso
in questa o quella funzionalità. Da
bCAD stesso sono infatti direttamente
eseguibili le classi Java.
Noi, in questo articolo, lo esaminere¬
mo soprattutto dal punto di vista CAD
(siamo nella rubrica Grafica) mentre ci
riserviamo, in un secondo articolo già
in preparazione, di parlarne anche dal
punto di vista Java.
Collocazione di bCAD
Il mondo del software CAD per PC è
dominato dall'AutoDesk. casa america¬
na che offre ai suoi fedeli clienti una
larga gamma di prodotti che vanno dal-
l'AutoCAD LT fino alle versioni specia¬
lizzate per particolari attività CAD.
bCAD nasce invece dalle esperienze
i_
maturate nel mondo delle workstation
Cosmos (russe).
La prima impressione generale, sen¬
za ancora scendere nelle funzionalità
operative vere e proprie, è che i nostri
amici russi abbiano non solo sposato
ma anche perfettamente assimilato le
tecnologie occidentali: bCAD è total¬
mente allineato agli standard Windows
314
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
95, è scritto con il linguaggio
più 'alla moda’, sfrutta gli stan¬
dard Internet, per quanto ri¬
guarda la documentazione ed il
materiale accessorio (figure 3
e 4),
Se poi entriamo nello specifi¬
co del prodotto CAD vediamo,
e lo documentiamo con le nu¬
merose figure, che il prodotto
è ottimamente dotato in termi¬
ni di funzionalità dì tracciamen¬
to, di editing degli oggetti, di
aiuto al disegno, ecc.
Riferendoci al mondo Auto¬
CAD, sicuramente più noto ai
nostri lettori, possiamo colloca¬
re bCAD in posizione interme¬
dia tra AutoCAD versione LT e le ver¬
sioni professionali di AutoCAD stesso,
per il fatto che bCAD è dotato di note¬
voli funzionalità 3D, ben superiori a
quelle di AutoCAD LT.
Insomma un ingresso, quello dei rus¬
si nel mondo del software distribuito in
Italia, che suscita non solo simpatia,
Figura 2 ■ OC AD 3.5 della ProPro - Il
codice sorgente visto con MS J**
1 . 1 .
Nel CD di bCAD c'è anche parte del
codice sorgente, in particolare tro¬
viamo le varie classi Java che costi¬
tuiscono il motore di calcolo e di di¬
segno del prodotto. Lo si può cari¬
care facilmente con J** della Mi¬
crosoft. Il fatto che il codice delle
principali routine grafiche e di calco¬
lo sia stato scritto in Java e sia mes¬
so a disposizione dell'acquirente
rende il bCAD facilmente persona¬
lizzabile, ovviamente da parte di chi
conosca bene Java Pensiamo di
approfondire questo particolare
aspetto in un successivo articolo in¬
titolato: bCAD visto da Java.
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ma soprattutto interesse per l'elevato
livello qualitativo raggiunto nello stes¬
so dai suoi sviluppatori.
L'ambiente operativo è
re ai primi di dicembre, prossimo per
me che scrivo, passato per voi che leg¬
gete.
Come prima cosa abbiamo detto che
Figura 3 - bCAD 3.5 della ProPro - Materiale
esplicativo in formato Internet
Come detto, i russi, chiamiamoli cosi, dimostra¬
no, con questo bCAD. di saper lavorare ai più al¬
ti livelli nella realizzazione del software grafico
Sono all'avanguardia anche per quanto riguarda
Internet A parte il sito iwyr.v uiuwu ili che ab¬
biamo visto in una delle figure precedenti, mol¬
to del materiale accessorio al prodotto è fornito
m formato HTML Qui vediamo una pagina
esplicativa.
caratterizzato
dall'estrema facilità
d'uso
Quella che abbiamo provato è la ver¬
sione 3.5, versione quasi definitiva, nel
senso che la definitiva dovrebbe usci-
Figura 4 - bCAD 3.5 della ProPro - Una delle gal-
lery.
Come appena detto, l'esplorazione del materiale
accessorio non testuale può essere fatta con un
normalissimo browser . Nel CD troviamo ricche
gallerie di texture. gallerie di immagini fotoreah-
stiche ottenute sfruttando il motore di rendering
del prodotto, ed infine una cinquantina di file con
progetti veri e propri, nel formalo bCAD, che è il
BDF Si tratta di progetti molto complessi, com¬
pletati in tutti gli aspetti, anche i materiali e le lu¬
ci, pronti quindi per essere ’renderizzati'.
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MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
315
Figura 5 - bCAD 3.5 della ProPro - Anche il manuale cartaceo è su file.
Il CD con il prodotto contiene anche il manuale, fin troppo stringato, in for¬
mato Common Ground, una sorta di Acrobat, ma meno sofisticato, che
permette di scorrere le pagine anche a video, oltre che di stamparle II file
È un unico EXE 'autoleggente' Common Ground non dispone perù di fun¬
zionalità di ricerca né delle pagine né degli argomenti
Figura 6 - bCAD 3.5 della ProPro - Ambiente operativo.
L ambiente operativo è caratterizzato dalla presenza di una dozzina di tooF
bar, piene di pulsanti, ben organizzate e specializzate per famiglie di coman¬
di. Pur potendo essere visibili in modalità 'small'. se caricate tutte insieme,
occupano una buona porzione della videata, che quindi è bene che sia setta¬
ta con risoluzione almeno di 800 per 600 Si può lavorare su più finestre
MDI, definibili e visualizzabili seconbo le modalità tipiche di Windows
bCAD rispetta in pieno gli standard
Windows 95/NT.
Utilizza la tecnologia MDI, grazie alla
quale ogni vista del progetto può es¬
sere piazzata in una propria finestra,
sfrutta per i comandi delle ricche tool-
bar, specializzate per argomento, Le
citiamo anche per descrivere per gros¬
se linee l'organizzazione del prodotto:
Standard: operazioni sui file, opera¬
zioni di marcatura (selezione), esecu¬
zione classi Java,
Figura 7 - bCAD 3.5 della ProPro - Alcune box relative alla preparazione al
lavoro
Quando si inizia un nuovo disegno occorre definirne i confini, nella propria
unità di misura, e poi la scala Questo lavoro preparatorio rende possibile
il successivo calcolo automatico delle misure. Si può decidere il sistema
di coordinate e il tipo di unità di misura, a base decimale oppure di tipo
anglosassone, e poi la dimensione della griglia Nell’ultima box vediamo
un momento della digitazione, da tastiera, delle coordinate del centro di
un cerchio, operazione che si può sempre eseguire in alternativa all'uso
del mouse quando occorra impostare uno o più valori Icoordmate, misure
lineari, angoli, ecc.l
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Disegno 2D: primitive di disegno
bidimensionale, polilinee e tratteggi
Figura 8 ■ bCAD 3 5 della ProPro - Un campionario di primitive bidimensio¬
nali
Come al solito, quando proviamo prodotti CAD, diamo un occhiata al suo
campionario di primitive grafiche. Qui vediamo quelle bidimensionali, che
sono al gran completo. Ogni primitiva può essere tracciata secondo vari
metodi, ad esempio ce ne sono cinque per tracciare il cerchio, e sfruttando
i vari strumenti di aiuto, come lo snap agli oggetti Tra le primitive sono pre¬
senti anche i tratteggi, all’interno dei quali è possibile anche praticare dei
fori.
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316
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
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Figura 9 - bCAD 3.5 della ProPro - Campionario
di primitive tridimensionali.
Queste invece sono le primitive tridimensionali
Vanno dalle forme regolari, cubi, parallelepipedi,
sfere, ecc„ alle maglie tracciate nello spazio par¬
tendo da quattro spigoli, dai solidi ottenuti dall'e¬
strusione di un contorno lungo un profilo, a quel¬
li ottenuti dalla rivoluzione attorno ad un asse Ci
sono anche i testi e i Ioghi 3D, per i quali si pos¬
sono usare i font in dotazione oppure quelli in
formato AutoCAD
compresi,
Trasformazione: editazione degli
elementi bidimensionali, copia, replica,
ecc,
Proprietà: modifica delle proprietà
dell'elemento selezionato,
Acceleratore Info: elenco dei tasti
funzione che viene mostrato nella bar¬
ra di stato.
Editor polilinea: intervento sui sin¬
goli punti delle polilinee.
Viewport: impostazione delle vi¬
sualizzazioni 3D. Viste predefinite e vi¬
ste variabili interattivamente.
Costruzione 3D: processi costrutti¬
vi delle primitive tridimensionale, soli¬
di e superfici,
Modellazione 3D: editazione sugli
oggetti 3D, anche operazioni boolea-
ne,
Dimensioni: misure automatiche e
semiautomatiche degli elementi del
disegno.
Studio: studio fotografico per la
preparazione delle immagini realisti¬
che,
Snap: aggancio degli oggetti duran¬
te la selezione-
li menu in alto segue l'organizzazio¬
ne delle toolbar, ad esempio c'è la vo¬
ce Tools Menu che ripropone le stes¬
se funzionalità delle toolbar. Ad ogni
comando importante è associata an¬
che una shortcut.
Il generico comando si esegue cric¬
cando il suo pulsante. Poi. se si devo¬
no passare delle coordinate o delle mi¬
sure. si può agire con il mouse o con
la tastiera, digitando i valori richiesti in
una specifica box, che appare appena
si tocca la tastiera (ad esempio, digita¬
re il raggio del cerchio). In questa fase
ci si può aiutare con i vari comandi per
selezionare gli oggetti, ad esempio per
agganciare, con lo snap, i punti impor¬
tanti degli oggetti già presenti, ecc.
L'ambiente comprende, oltre alle fi¬
nestre con il progetto, oltre alle barre
del menu e alle toolbar, anche due ri¬
ghe di stato che mostrano, la prima, in
alto, i valori numerici relativi all'opera¬
Figura 10 - bCAD 3.5 della ProPro - Operazioni
booleane sui solidi
Oltre alle funzionalità che servono a disegnare
elementi, ce ne sono altre, dalle più semplici al¬
le più sofisticate, che servono ad editarli In
questa figura vediamo come sia possibile ese¬
guire delle operazioni, anche operazioni di tipo
booleano, sui solidi. Intersezioni, unioni, fusioni,
sottrazioni, e anche piegature, torsioni, ecc In
particolare qui abbiamo 'forato' e 'scavato' un
parallelepipedo .
zione in corso, tipicamente coordinate,
e la seconda, in basso, cosa si sta fa¬
cendo.
Il tutto è molto naturale e ben guida¬
bile. anche da chi non debba fare subi¬
to un disegno ma voglia solamente da¬
re un'occhiata all'ambiente.
Ci sono altre funzionalità importanti,
tipiche dei prodotti CAD evoluti. Ne ci¬
tiamo rapidamente alcune:
Figura 11 - bCAD 3.5
della ProPro ■ Quotatu¬
ra del disegno
Anche le funzionalità
per la quotatura del di¬
segno sono al gran
completo Si tratta di
funzionalità automati¬
che e semiautomati¬
che, in quanto la misu¬
ra viene calcolata da
bCAD direttamente
dal disegno e nportata
sul disegno stesso,
nella posizione deside¬
rata Si possono misu¬
rare lati di poligoni,
diametri o raggi di cer¬
chio o di arco, ecc Si
possono ottenere an¬
che misure angolan
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
317
la quotatura automatica e semiau¬
tomatica.
i tratteggi, anche forabili,
la possibilità di creare e di utilizza¬
re dei blocchi, che possono essere
classi Java,
i piani, che servono per separare
logicamente gli elementi del disegno
e quindi per lavorare in modo più ra¬
zionale,
si possono caricare immagini Bit-
Map, che fanno da sfondo al disegno
e si possono ricalcare,
si possono creare scritte e loghi
3D, estrudendo le linee che costitui¬
scono i vari caratteri,
sono disponibili svariate modalità
di import/export da e verso i principali
formati grafici.
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raHafeomn
Figura 13 - bCAD 3-5
della ProPro - Il proces¬
so progettuale in tre
tappe
Qui possiamo seguire
completamente il pro¬
cesso progettuale, che
va dalla vista wirefra-
me dei soggetto alia vi¬
sta finale ''otoreahsti-
ca' In fase di produzio¬
ne della vista finale e
possibile definire la di¬
mensione dell'immagi¬
ne bitmap prodotta, e
soprattutto l algoritmo
di calcolo, dalla sempli¬
ce vista Fiat, al metodo
Phong, al Gouraud. fi¬
no ai piu raffinato e
realistico Pay^racing,
che calcola riflessi, tra¬
sparenze. atmosfere,
ecc
estrusi, con le quali si creano superba
di rivoluzione, e tutte le altre.
Importanti e facili da usare sono le
funzionalità con le quali si eseguono le
operazioni booleane sugli elementi del¬
la composizione, per creare oggetti
complessi, ottenuti sommando o sot¬
traendo oggetti semplici
La preparazione della vista realistica
passa per la definizione delle caratteri¬
stiche delle superfici degli oggetti,
operazione non banale, nel caso in cui
la superficie abbia un disegno che de¬
ve essere orientato, duplicato, replica¬
to, ecc.
Le luci e i punti di vista sono ele¬
menti che entrano fisicamente nella
composizione (anche se è bene asse¬
gnarli a piani differenti), e ne vanno de-
Al lavoro in 3D
Come detto, le funzionalità con le
quali si creano oggetti 3D sono molto
sofisticate. Sono anche molto facili da
usare. Nel caso in cui la composizione
preveda l'assemblag¬
gio di elementi stan¬
dard occorre solo se¬
lezionare gli elementi
dalle toolbar e trasci¬
narli nell'area di lavo¬
ro, controllandone la
posizione nelle varie
finestre con le varie
viste.
Facili da usare an¬
che le funzionalità con
le quali si creano solidi
Figura 14 - bCAD 3.5 della ProPro - La prepa¬
razione al rendering
Parte integrante di bCAD sono Quindi le fun¬
zionalità di rendering, che oartono dalla defini¬
zione dei materiali e delie caratteristiche
morfologiche delle superilo degli oggetti pre¬
senti nella scena Poi si definisce la geome¬
tria e le caratteristiche delle luci, sia Quelle
d'ambiente che Quelle direzionate Anche in
Questo caso il lavoro di impostazione viene
facilitato dalla ricchezza ed accuratezza delle
finestre di dialogo. Qui vediamo Quella in cui
si scelgono, e si provano, i materah di cui so¬
no coperti gli oggetti
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318
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
finite tutte le caratteristiche.
Altre informazioni le potete prendere
dalle varie didascalie.
Il materiale
Il CD di bCAD contiene tantissime
cose. Innanzitutto l'applicativo vero e
proprio, che consiste in un solo EXE di
dimensioni relativamente limitato (me¬
no di 2 mega) e che può essere addirit¬
tura lanciato direttamente dal CD.
Connessi con l'eseguibile sono i file
con i tutorial, i file con i font, quelli con
i simboli, quelli con la manualistica,
ecc.
Poi c'è il materiale Java, le varie rou¬
tine nel formato sorgente C.java) ed in
formato compilato (*.class). Dall'inter-
Figura 15 - bCAD 3.5
della ProPro - RayTra-
cing.
Qui possiamo notare il
risultato dell'applicazio¬
ne. al nostro semplice
modello, del render di
tipo RayTracing. Le mo¬
dalità possibili di rende¬
ring, oltre al RayTra-
cmg. sono Phong, Gou-
raud e Fiat. Con la Ray¬
Tracing, la più accurata
e conseguentemente la
più lenta delle quattro,
vengono calcolate an¬
che le ombre riportate
da un oggetto sugli og¬
getti circostanti ed i ri¬
flessi sulle superileI de¬
finite come riflettenti
Figura 16 - bCAD 3.5
della ProPro ■ Naviga¬
zione con lo strumento
Glimpse.
Molto spettacolare è la
funzionalità, si chiama
Glimpse Un italiano vi¬
sualizzazione veloce
3DI, che permette di
navigare all'Interno deI
progetto con dei sem¬
plici comandi di tastie¬
ra. In realtà è il sogget¬
to che viene fatto ruo¬
tare, spostare, muove¬
re interattivamente in
tutte le direzioni. E an¬
che possibile fissare
una traiettoria predefi¬
nita e percorrerla pas¬
so passo.
no di bCAD è possibile eseguire diret¬
tamente le classi Java, tramite uno
specifico comando (il pulsante relativo
mostra una fumante tazzina di caffè).
Il contenuto del CD può essere "na¬
vigato" con un browser perché è orga¬
nizzato in formato HTML. Ci sono i file
con le texture, sono in formato JPG e
sono 300, i file, in formato bitmap, sia
GIF che JPG, ottenuti con il modulo di
render, e soprattutto i file con gli
esempi.
Si tratta di circa 60 file nel formato
BDF di bCAD, anche progetti tridimen¬
sionali complessissimi, che possono
dare un'indicazione del tipo di progetti
affrontabili con bCAD.
Conclusioni
bCAD ci è sembrato un prodotto fa¬
cile ed intuitivo da usare, alla portata
anche di un neofita, che in tal maniera
viene facilitato nel suo percorso di av¬
vicinamento al CAD, e ciò malgrado si
tratti di un prodotto di classe profes¬
sionale.
I disegni bCAD presenti nel CD dan¬
no la misura di quanto il bCAD possa
essere spinto nella creazione di dise¬
gni complessi. Ce ne sono alcuni, di ti¬
po architettonico, composti da più di
centomila primitive.
In definitiva un prodotto che può su¬
scitare, per la sua completezza in ter¬
mini di funzionalità e la sua potenza
anche su progetti complessi, l'interes¬
se degli addetti ai lavori e, per la sua
facilità d'utilizzo, la curiosità di chi non
lo è o non lo è ancora.
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
319
Alcune modalità di selezione dei dati
sperimentate con MS YB5
In termini musicali si chiamerebbero "variazioni sul tema".
Quello che vogliamo fare è risolvere lo stesso problema di accesso ai dati,
un problema molto facile, in tanti modi differenti, sfruttando al meglio i vari
componenti che Visual Basic 5.0 mette a disposizione dei programmatori,
da quelli più semplici, che fanno parte della dotazione di base di Visual
Basic, a quelli più evoluti, ad esempio quelli che vengono usati anche
nell'interfaccia Win 95.
di
Francesco Petroni
Il nostro poblema e le
sei soluzioni che
sperimenteremo
Abbiamo un Database, in formato MS
Access, che si chiama DATI.MDB e che
contiene una sola tabella che si chiama
persone, I campi della tabella si chiama¬
no cod, cognome, nome, città, qualifica,
data, importo,
I due campi città e qualifica sono cam¬
pi di aggregazione e li utilizzeremo per
eseguire le nostre selezioni.
II problema, come detto, consiste non
tanto nell'eseguire una selezione per
città e/o per qualifica, quanto nel pre¬
sentare, in vari modi, i dati selezionati.
Per eseguire la selezione sfrutteremo
o il componente DataControl oppure la
modalità DAO. In ambedue i casi, che in
fondo si assomigliano tantissimo, occor¬
re comporre un'istruzione SQL, da pas¬
sare come RecordSource al DataControl
o per definire il RecordSet di DAO.
Ad esempio se vogliamo l'elenco
delle persone di Roma in ordine alfabe¬
tico l'istruzione SQL è:
SELECT * FROM PERSONE WHERE
CITTA="ROMA' ORDER BY COGNO¬
ME
Invece quando occorre assegnare ta¬
le stringa ad una variabile:
S = "SELECT * FROM PERSONE
WHERE CITTA='ROMA' ORDER BY
COGNOME"
Nasce la complicazione delle virgo-
lette che servono sia per impostare la
stringa che nella sintassi SQL. SQL ac¬
cetta per la definizione dei criteri di se¬
lezione anche la singola virgoletta. Se
invece si devono assolutamente usare
le virgolette (ad esempio nel caso in
cui dovessimo selezionare solo le per¬
sone di L'Aquila) possiamo comporre
la stringa usando i caratteri ASCII:
S = "SELECT * FROM PERSONE
WHERE CITTA* & CHRI34) & "ROMA"
&CHRI34)
in cui il carattere & (la cosiddetta "e"
commerciale) serve per concatenare le
stringhe ed il carattere ASCII 34, otte¬
nuto con la funzione CHR, sono proprio
le virgolette.
Nel caso infine in cui il nome della
città fosse fornito da un controllo, ad
esempio da una ComboBox, che si
chiama CI, la stringa va cosi definita:
S = “SELECT * FROM PERSONE
WHERE CITTA*" & CHR(34) & CI &
CHR(34)
Se l'istruzione è troppo lunga la si
può costruire "a pezzi", sommando via
via i vari pezzetti della stringa.
In questo caso è anche possibile in¬
serire varianti nella costruzione della
stringa stessa. Ad esempio:
S = "SELECT * FROM PERSONE
WHERE CITTA*" & CHRI34) & TI &
CHRI34)
IFT2 <> "TUTTE" THEN
320
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
S = S & ■ AND QUALIFICA = ■
&CHR(34)&T2 &CHR(34)
END IF
IFT3 = "SI" THEN
S = S & ■ ORDER BY COGNO¬
ME-
END IF
MSGBOX S
La stringa risultante dipende dal valo¬
re delle due variabili T2 e T3.
La prima contiene la qualifica, ma nel
caso contenga la parola TUTTE", signifi¬
ca che si desiderano tutte le qualifiche.
In questo caso non si aggiunge la parte
■AND QUALIFICA ...".
Se la variabile T3 è uguale a "SI" si
vuole l'elenco ordinato per cognome ed
in questo caso occorre aggiungere la
parte 'ORDER BY...".
Un'ultima avvertenza: controllate, an¬
che a vista con una message box che la
visualizza, la correttezza dell'istruzione
SQL, ovvero della stringa S. Attenzione,
ad esempio, quando sommate i pezzet¬
ti, ad inserire i caratteri blank, necessari
per separare i pezzetti, al punto giusto.
Costruita correttamente la stringa
SQL, la si può passare al DataControl,
le cui proprietà fondamentali sono:
Ch Ho*» tHM eretto PgiMo Jwn- Umo» [
tf-a-IKBXfcpn- ■ .n.NfftìWif
■ -làlxl
Controllo TreeView (visualizzazione struttura) ^
Figure 1 - Microsoft Vi¬
sual Basic 5.0 - Enter¬
prise Edltlon In Italiano.
Coma al solito, anche la
versione 5.0 del Visual
Basic della Microsoft è
stata tradotta In Italiano.
Questo non modifica
assolutamente II norma¬
le lavoro di programma¬
zione, In quanto la tra¬
duzione non altera la
parte codice ma sola¬
mente gli elementi del¬
l'ambiente operativo, I
menu, le finestre di dia¬
logo e la documentazio¬
ne, sla quella In linea
che quella cartacea. La manualistica del Visual Basic é voluminosissima ed Importantissima, soprattutto
per chi volesse "tirargli ' Il collo anche nelle funzionalità più evolute, come quelle che riguardano la pro¬
grammazione Client/Server.
Un controllo TraaVlaw (vtaualizxaziont itfuttur») vuualizza
un alanco gararchico di oggatti Noti# ognuno dai quali »
coati!urto da unatichatta a da untomagmt Mmap facoltativa
Un controllo TraaVlaw viana in ganara utilizzato par
vtaualizzara i titoli di un documanto. la voci di un indica. • Ma a
la diractory di un diaco, a più in gtnarala qualaiaat tipo di
informazioni riconducibili a una forma di alanco gararchico
'| Llf I!D ~
Abbiamo i dati.
Ma dove li mettiamo?
Sia che usiamo il DataControl sia che
usiamo le tecniche DAO ci ritroviamo
con un RecordSet, che corrisponde ad
un insieme di dati, in pratica ad una ta¬
bella virtuale fatta di record e di campi.
Per scorrere i dati si usano due routine
standard.
lonne, che rappresentano i campi, e le
righe, che invece sono i record.
Si possono usare sia la DBGrid che la
nuova (c'è solo in VB5) FlexGrid. E' suf¬
ficiente definirne la proprietà DataSour-
ce, si indica il nome del DataControl,
per ottenere automaticamente i dati.
Se invece si usano i controlli più tradi¬
zionali, come le Combo e le List (che
però sono monocolonna), occorre cari¬
carle da programma, usando il metodo
Addltem all'interno delle routine viste
Connect:
DatabaseName:
RecordSetType:
RecordSource:
Access
DATI.MDB
SnapShot
S
è il valore dì default
occorre passare anche la path
perché non dobbiamo eseguire aggiornamenti
la stringa appena costruita.
prima. Ad esempio per caricare una
Combo, che si chiama CI, con l'elenco
delle città estratte dalla tabella persone:
Ogni volta che si ridefinisce il Record¬
Source occorre anche eseguire il meto¬
do Refresh che serve per ’ricalcolare" i
dati:
Datai.Refresh
Nel caso del DataControl, se lo si
chiama DI:
DI.RecordSet.MoveFirst
Do While Not DI.RecordSet.Eof
Cl.Clear
S = "SELECT DISTINCT CITTA FROM
PERSONE"
Set RR = DD.OpenRecordSet(S,4)
RR.MoveFirst
Do While Not RR.Eof
CI.Addltem RRICITTA
RR. RecordSet. MoveNext
Se invece si usano le tecniche DAO
(Data Access Object) non serve il Data¬
Control:
Dim DD As Database
Dim RR As Recordset
Set DD = OpenDatabaseCDATI.MDB")
S = "SELECT * FROM PERSONE
WHERE CITTA='ROMA' ORDER BY
COGNOME"
Set RR = DD.OpenRecordSet(S,4)
Le istruzioni, come si vede, sono del
tutto analoghe.
DI .RecordSet.MoveNext
Loop
Invece con DAO, se il RecordSet RR
è quello definito prima:
RR.MoveFirst
Do While Not RR .Eof
RR. RecordSet.MoveNext
Loop
A questo punto dobbiamo scegliere
dove e come vedere il risultato dell'in¬
terrogazione SQL.
Trattandosi di un RecordSet, ovvero
di una tabella virtuale, l'oggetto più
adatto è una griglia, in cui ci sono le co¬
Loop
CI.Listlndex = 0
Le proprietà importanti della Combo
sono:
CI.Listlndex = X per settare o per
leggere il numero dell'elemento
CI.ListCount proprietà (sola lettura)
che indica il numero di elementi della
Combo.
Oltre alle ListBox ed alle ComboBox,
che vanno caricate da programma, ci
sono anche le DBList e le DBCombo,
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
321
>1p M..O.O» V.,ual B««>c (doEiqn) |t«—p.oU ICodc»
. E tempio 1 Due OaldConlioli
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FIRENZI
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QUALIFICAI DATA
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GINOVA
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DIRIGENTI
.-4/06/72
-'□
MILANO
NAPOLI
PALERMO
POMA
TORINO
•IIG* BARI
DJGLIBLMI BARI
"DBALTO BARI
GIULIANI BARI
IMPIEGATO
COMMESSO
IMPIEGATO
DIRIGENTE
.1/05/80
15/11/75
4255000
6J74000
6402000
MAPIA
FRANZINI
BAR!
DIRIGENTE
08/09/91
K7S000
JOSS
SINASTIAN 1
BLU
BARI
FUNZIONAR
16/06/67
5692000
OLINDO
CORRAI'!
BARI
IMPIEGATO
04/10/71
6453000
AL IX
BONETTI
BARI
COMMESSO
30/04/76
4791000
FILIPPO
GRANDI
BARI
OPERAIO I
07/09/58
S1S6000
!iu
CARLO
EBANO
BARI
FUNZIONAR
01/04/56
*: 6000
-U
Figura 2 - MS VB5 - Due DataControl - Output.
Abbiamo una tabella contenente dati relativi a persone, potrebbe trattarsi
dell'elenco del personale di un'azienda che abbia sedi in varie città. Un al¬
tro campo che utilizzeremo per I nostri esercizi è quello con la quantica.
Scopo dell'articolo è quello di realizzare sostanzialmente la stessa cosa, la
selezione delle persone per città e per qualifica. In vari modi II database,
che contiene solo la tabella persone, è In formato MDB, quello di Access,
mentre gli esercizi sono scrìtti In Visual Basic S.O.
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M .BecotdMt.RoveMext
loop
Cl.Lietlndex • 0
End Su»
Figura 3 - MS VB5 - Due DataControl - Listato.
Nel primo esercizio, di cui abbiamo visto nella figura precedente l'aspetto este¬
riore, utilizziamo due DataControl, una ComboBox (non una DBCombo) che si
chiama Ci e che alimentiamo manovrando il RecordSet messo a disposizione
dal secondo DataControl (D2) ed una DBGrìd, Il cui nome è Gl, e che è colle-
gata al primo DataControl DI Se si realizza l'esercizio con Visual Basic 5.0 si
può usare anche una FlexGrld. All'evento Form Load carichiamo la D2 con l'e¬
lenco delle città presenti nella tabella persone. La sincronizzazione tra città
scelta nella Combo e dati visualizzati nella Grìd si ottiene gestendo l'evento
Click sulla Combo. Come noto la DBGrìd viene collegata, tramite la sua pro¬
prietà DataSource, ai dati del DataControl per cui II programma deve manipola¬
re solo quest'ultimo.
Etempio 2 - Due DBCombo - Uno DBGiid
DIRIGENTE
1
!»i,'MI«n'l(.i|.'. 81» li » 'III l'MM'hMI ' i mlB
1327
BASSI
ROHA
DIRIGENTE
13/04/72
4891000 __
1928
ROHA
DIRIGENTE
12/06/SS
2336000
2023
BARIONI
ROHA
DIRIGENTE
20/10/72
S171000
2024
RUGGÌRI
ROHA
DIRIGENTE
14/08/89
2321000
2031
HAUTI
ROHA
DIRIGENTE
07/09/72
3464000
2124
DEL PIO
ROHA
DIRIGENTE
23/01/55
4379000
2162
ACCORSI
ROHA
DIRIGENTE
15/03/72
6275000
2168
CAPRA
ROHA
DIRIGENTE
10/01/73
5162000
2440
BLUETTE
ROHA
DIRIGENTE
13/06/75
7914000
-li-
3023
J
SALICI
ROHA
DIRIGENTE
17/10/72
4655000 *
di
Figura 4 - MS VB5 - Due
DBCombo e una DBGrìd -
Output.
Piccola variazione sul tema.
Questa volta selezioniamo
la città dall'elenco delle
città e la qualifica da quello
delle qualifiche. I due elen¬
chi vengono mostrati in due
DBCombo, che sono diret¬
tamente collegabili ai dati
tramite un DataControl
(mentre se si usano le
Combo normali occorre ca¬
ricarle da programma),
Scegliendo una coppia di
valori nelle due DBCombo,
o anche uno solo dei due,
la DBGrìd viene immediata¬
mente aggiornata.
più facili da agganciare ai dati, sempre
attraverso un DataControl, ma oggetti
aggiuntivi che... occupano memoria. Ri¬
capitoliamo comunque le proprietà più
importanti di una DBCombo (o DBList,
che funziona allo stesso modo).
CI.RowSource nome del DataCon¬
trol che fornisce i dati
CI .ListField campo da visualizzare
Cl.Text (è il valore di default) valore
visualizzato
CI .BoundColumn campo che dà il va¬
lore a CI (non necessariamente il CI.Li¬
stField)
Cl.BoundText valore vero del con¬
trollo Ci
CI.DataSource nome del secondo
DataControl da usare nel caso in cui CI
serva ad aggiornare i dati
CI .DataField campo da aggiornare.
Insomma il buon programmatore de¬
ve conoscere bene tutti i controlli e de¬
ve scegliere, a seconda delle condizioni
al contorno, quale utilizzare.
I primi due esercizi
Nel primo esercizio (figure 2 e 3) usia¬
mo due DataControl.
Il primo (si chiama DI) viene caricato
all'evento Form Load e serve ad alimen¬
tare una ComboBox (si chiama CD con
un elenco di città. Lo facciamo scorren¬
do il RecordSet presentato da DI.
Il secondo (D2) invece viene caricato all'e¬
vento Click sulla Combo e viene riempito con
i soli dati della tabella persone relativi alla città
scelta nella Combo stessa. Al secondo Data¬
Control è agganciata una DBGrìd (con la pro¬
prietà DataSource) che serve solo a visualiz¬
zare il RecordSet associato al DataControl.
Si tratta di un automatismo semplice
da capire e da realizzare.
In pratica i due DataControl fanno da
intermediari tra la nostra applicazione
ed i dati, mentre Combo e griglia servo¬
no solo a vedere i dati agganciati.
Il secondo esercizio (figure 3 e 4) è si¬
mile al primo, con due differenze. La
prima è che usiamo oggetti DBCombo
e la seconda e che ne usiamo due, per
selezionare i nostri dati per città (la sele¬
zioniamo dalla prima DBCombo, che si
chiama CD e per qualifica (dalla C2).
Le due DBCombo prendono dati di¬
rettamente da due DataControl. Al pri¬
mo abbiamo assegnato, come Record-
Source, direttamente un'espressione
SQL (Select Distinct Citta from perso¬
ne) per avere un elenco di città senza ri¬
petizione, alla seconda la stessa cosa
per avere l'elenco delle qualifiche
Scelta un'accoppiata tra città e qualifi¬
ca costruiamo (gli eventi interessati so¬
no il Click su CI e il Click su C2) una
nuova istruzione SQL per selezionare i
dati per quella città e quella qualifica.
La nuova SQL viene usata come Re-
cordSource del terzo DataControl (D3) e
che poi viene aggiornato con il metodo
Refresh. D3 è il DataSource della DB-
Grid.che visualizza in questa maniera i
dati di quella città e qualifica al cambia¬
re di una delle due nelle due DBCombo.
Uso brillante
dalla TabStrip
Il terzo esercizio si commenta da sé.
Basta guardare la figura 6 (il codice re-
322
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Esempio3p - TabSliip & Dati
Figure 5 - MS VB5 - Due DBCombo e una DBGrld - Listato.
La scelta tra DBCombo e Combo, in situazioni di questo genere, ossia
quando occorra solo selezionare dei dati, dipende dalla situazione. La DB¬
Combo è più facile da alimentare ma, essendo un controllo aggiuntivo, im¬
pegna maggiormente la macchina. La Combo è un controllo fondamentale
ma va caricato a mano,., pardon da programma, scorrendo il RecordSet e
trasferendo II campo desiderato del RecordSet sulla Combo stessa, sfrut¬
tando Il suo metodo Addltem.
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Il TI -■ -TUTTI- Ih.n S • S » - «Nili CITI» • — . Il « "•
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tot U ■ DO.et.»
Dfl Uhll. Hot IH SOS
LO - Li Ss I m COCHOHI . V. HI ■ L. le (IH' CHI» . V. HI
LO - LO • S.mtlSR'IHSOSIO. -I.IIO-l i - ■ « SHIDltl
LI LUdltM LO;
Loop
Figura 7 - MS VB5 -
Uso della TabStrip - Li¬
stato.
Il controllo TabStrip
contiene la Collection
Tab, che può essere
alimentata con II meto¬
do Add. Se ne può de¬
finire la proprietà Cap-
tion, che corrisponde
alla scritta mostrata
sulla linguetta. Le lin¬
guette possono essere
scorse sfruttando le
prophetà Item e Count.
Per individuare quale
sia la linguetta cuccata
si può usare la pro¬
prietà Selectedltem. E ' chiaro che questa soluzione, un po' più complessa delle precedenti, 6 pratica¬
bile solo quando le linguette siano poche. Ricordiamo che questi controlli aggiuntivi dispongono sem¬
pre di una finestra delle proprietà custom. Nel nostro caso Tabbiamo usata per Impostare "a mano" al
valore True la proprietà MultiRow.
Carica
Itutth
BARI FIRENZI
NAPOLI | PALERMO | BORA
GENOVA MILANO
| TORINO TUTTI
ABITI
MILANO
7.591.000
13/10/91 d
ACCORSI
ROMA
6.275.000
15/03/72
ADORNI
FIRENZE
7.218.000
23/10/90
AIILLO
ROMA
2.44S.000
15/08/89
ALBERTI
TORINO
3.862.000
07/10/67
ALFIERI
PALERMO
6.S29.000
23/09/78
ALFIERI
PALERMO
4.815.000
08/01/70
ALLEGRETTI
NAPOLI
2.9S9.000
06/10/79
ALLECRI
TORINO
2.059.000
29/12/68 *1
Figura 6 - MS VB5 - Uso della TabStrip - Output.
Se le selezioni possibili sono poche e sono sempre le stesse, come nel ca¬
so delle nostre otto città, si possono prevedere soluzioni più spettacolari,
che sfruttino uno dei numerosi controlli a disposizione in Visual Basic 5 e in
Windows 95. Qui usiamo il controllo TabStrip. Lo chiamiamo TB e lo cari¬
chiamo da programma: otto linguette per le otto città, più una linguetta
usata per poter selezionare tutte le città. Facendo click su una delle lin¬
guette viene alimentata la LIstBox LI che mostra quattro campi della tabel¬
la persone, riferiti ovviamente alle persone di quella data città.
Ulteriore variante,
finestre anziché pagine
Una finestra, in un'applicazione VB, è
un oggetto e come tale può essere du¬
plicabile a volontà, partendo da una fi¬
nestra modello, Le finestre possono es¬
sere del tipo MDI Child, contenute quin¬
di da una finestra MDI Form che fa da
cornice.
Nel nostro prossimo esercizio (figure
dalla 8 alla 10) partiamo da una finestra
MDI, nella quale abbiamo creato un me¬
nu di una sola voce, e da una finestra
Child, contenente un DataControl e una
DBGrid.
All'evento Form Load dell'applicazio¬
ne viene generato un RecordSet con il
solito elenco delle città. Poi, per ogni
trostante è in figura 7). Il problema è
sempre lo stesso, selezionare i dati per
città, solo che in questo caso, essendo
poche città, la selezione la deleghiamo
ad otto linguette di una TabStrip.
Vogliamo caricare automaticamente,
con la solita Select Distinct, ed al verifi¬
carsi dell'evento Form Load, le linguette
(il nome della TabStrip è TB) con i nomi
delle otto città, mentre, a mano, impo¬
stiamo il nome dell'ottava linguetta con
la parola TUTTE. Il metodo da usare è:
TB.Tabs.Add
mentre la scritta sulla l-sima linguetta
si appone con l'istruzione
TB.Tabs(l).Caption = TITOLO"
Ora il problema è quello di individuare
quale linguetta sia stata cliccata, per po¬
ter creare la nuova istruzione SQL con
la quale caricare, con il metodo DAO, la
nostra lista (il cui nome è LI).
TB.Selectedltem
è la proprietà della TabStrip che ci ri¬
porta la Caption della liguetta su cui è
stato fatto click.
Il resto del programma è del tutto
analogo a quello degli esercìzi prece¬
denti in cui la città veniva scelta da una
Combo o da una DBCombo.
Da notare la routinetta che serve per
caricare, simulando un incolonnamento,
la lista LI, che sarebbe, per conto suo,
monocolonna. Sì usa un carattere non
proporzionale (il migliore è il CourierNew)
e si inseriscono dei blank come separa¬
tori tra i vari campi da incolonnare.
città, viene creata una nuova finestra,
specifica della città, che contiene nella
sua griglia i dati selezionati per quella
città.
Il menu della finestra MDI (la madre
di tutte le finestre) serve per creare le
classiche quattro viste:
finestre sovrapposte
finestre affiancate orizzontalmente
finestre affiancate verticalmente
icone allineate (questo nel caso che
qualche finestra sia iconizzata e che le
icone siano sparse).
La figura 8 mostra il risultato con un
po’ di finestre aperte e ben disposte.
Quella successiva, la 9, mostra le due
finestre di partenza, in alto la MDI ed in
basso la MDI Child Notiamo anche (in
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
323
* l «OC «NOVA
3 SE OC MAROU
i SCOI PALERMO
SSCOE ROMA
24*6*2 7487000
?4*)*5 61SCC00
17*5/76 7630CÉO
10/02/71 290)000'
«*6*5 2066COO
11/04/77 4600000
26/11*6 2)25000
15/11*8 1*7000’
20/01*2 4574000
20/00*0 1472000
11/04/7$ 2010000
20/11*0 4CT0OOO
7270000
cmSTT
GRIGIO
BALQtNl
12/11*4
QVCft/OS
1445 BONETTI
1501 ROSSI
1506 RUSOGNO
1%7 IONAZB
1552 SAiEMME
itti CREDA
1071 SABBIA
1771 FERRARI
ITO) BLACK
1056 RiNALOi
1546 LCN21NI
BECCHI
PERSICO
15*1/7)
20/03/71
Balletti
MAACHETTl
CASACCI
20*1/72 6221000
S/Oill 6MXO0
7t?ìQO0
(HOMI
»/0H?
UJMJ0
w«n
Figura 8 - MS VB5 - Cascata di finestre - Output.
Nell'esercizio precedente abbiamo usato II controllo TabStrlp ed abbiamo
alimentato... linguette. Ora alimentiamo una serie di finestre di tipo MDI
Chlld, figlie dì una finestra MDI, che fa da cornice. Ciascuna delle finestre
Child contiene una griglia che viene alimentata con I dati di una singola
città. L'aspetto interessante dell’esercizio è la creazione dinamica delle va¬
rie finestre partendo da una finestra Iniziale che fa da prototipo.
alto a destra nella figura) la presenza
del modulo BAS, che serve per la di¬
chiarazione delle variabili che vengono
passate dalla finestra madre alle varie
figlie, via via che vengono create.
La figura 10 mostra i listati dell’appli¬
cazione. Ce ne sono tre gruppi, quello
nel modulo BAS, di cui abbiamo appena
parlato, quello della finestra MDI che
crea le otto finestre, e quello della sin¬
gola MDI Child che serve per caricare il
DataControl (DI) e quindi la DBGrid di
ciascuna finestra.
Dal listato e dalle figure dovreste es¬
sere in grado di ricostruire gli esercizi.
Figura 9 - MS ZB5 - Cascata di finestre - Organizzazione del progetto.
Qui vediamo le due finestre di partenza. Quella MDI, che conterrà le varie
finestre figlie, e quella, di tipo MDI Chlld, con la griglia per I dati, che fa da
prototipo per le successive copie. In alto a destra vediamo la finestra
Project, che contiene anche un modulo che serve a contenere le vahablll
necessarie per passare I dati tra le varie finestre. Abbiamo anche creato,
nella finestra MDI, Il menu necessario per gestire la visualizzazione delle ot¬
to finestre. I comandi sono quelli classici del menu finestre e quindi so¬
vrapposte, finestre orizzontali e verticali, allinea Icone.
Figura IO - MS VB5 -
Cascata di finestre - Li¬
stati.
Vediamo i vari listati ne¬
cessari al nostro pro¬
gramma suddivisi in tre
finestre. In basso a de¬
stra le dichiarazioni inse¬
rite nel modulo. In alto a
destra il codice relativo
alla singola torm MDI
Child nella quale, all'e¬
vento Load, viene cari¬
cata di dati la griglia. In
alto a sinistra vediamo II
programma che prepara
le variabili e crea le otto
finestre. Per creare una
nuova finestra In pratica
basta dichiararla con l'i¬
struzione Dim.. As New..
Ariane» 0
«i.a «ut*
dopodiché la nuova forni é già utilizzabile, pronta a ricevere i dati.
Intervallo: uso in VB di
una query di Access
Si tratta di un esercizio fuori tema, lo
facciamo per distrarci un po'...
Stiamo usando un database in forma¬
to MDB e quindi in formato MS Ac¬
cess. Possiamo usare il prodotto Ac¬
cess come strumento di supporto per
la nostra applicazione VB.
Ad esempio possiamo creare una
query con Access, sfruttando il formi¬
dabile aiuto prestato dal suo generatore
di query.
La query che desideriamo deve ese¬
guire un raggruppamento per città ed
un conteggio per gruppo. Inoltre (lo ve¬
diamo bene nella figura 11) inseriamo
un criterio di selezione sul campo quali¬
fica.
® t* (*»*«• m*«iw flu»y ibvnm r w ... t
seiTc™!stinctro^^
PERSONE.CITTA. -I
PERSONE.CITTA.
CountfPCRSONE.COGNO
ME| AS NUMERO.
Sum||lMPORTO|/IOOO|
AS TOTALI
FROM PERSONE
WMERE
IIIPERSONE.QUALIFICAI
■"COMMESSOCI
GROUP BY
PERSONE.CITTA;
eoo
VX
cocvx
CITTA
COOQUA
QUALIFICA
LOGICO
DATA
INPORTO
PC*C
CALCOLO
FIRENZE
OENOVA
MILANO
NAROU
PALERMO
ROMA
TORINO
Mmoinft Acini |SI AUSI ICA Qu—y di iwto/mw|
Figura 11 - MS Access
97 ■ Creazione di una
query campi incrociati.
Se si vogliono maneg¬
giare al meglio I dati
messi a disposizione
dal database occorre
conoscere bene II lin¬
guaggio SQL con II
quale si costruiscono I
RecordSet. Se non si
conosce bene SOL e si
ha a disposizione MS
Access é possibile
creare I SQL sfruttando
Il suo ambiente Interat¬
tivo facilitato QbE. Poi
basta copiare II coman¬
do SOL corrispondente
ed Incollarlo (ed adat¬
tarlo) come codice
SQL dell'applicazione
VB che si sta creando
324
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Figura 12 - MS 1/85 - Uso della query campi In¬
crociati ■ Output e listato.
Con MS Access Ilo abbiamo visto nella figura
precedente) abbiamo creato una query conte¬
nente un criterio di selezione fisso
(qualifica = 'COMMESSO'). Una volta Incollata l'I¬
struzione SQL, generata automaticamente, nel
nostro listato VB, la modifichiamo per renderla
variabile in funzione della qualifica scelta nella
ListBox LI, che abbiamo caricato a mano con
l'elenco di tutte le qualifiche.
Figura 13 - MS VB5 -
TreeVlew & UstVIew -
Output.
Questo 6 un esercizio un
po’ più complesso, so¬
prattutto per il fatto che
usa due controlli che vanno sincronizzati tra di loro. A sinistra una TreeVlew che mostra città e qualifiche.
Scelta una qualifica di una città, oppure semplicemente una città, viene alimentata la UstView sulla destra
con l'elenco delle persone di quella città e qualifica. Le Istnjzlonl con le quali cancan TreeVlew e UstView
non sono molto intuitive per cui vanno imparate a memoha. Le Intestazioni delle colonne della UstView le
abbiamo insente "a mano " nel foglio delle prophetà della UstView stessa.
Copiamo il codice SQL creato in Ac¬
cess e lo incolliamo nella nostra applica¬
zione VB (lo vediamo in figura 12, figura
che mostra anche il listato). Nella riga
SQL sostituiamo il criterio secco, creato
in Access, con il valore della qualifica
preso da una lista.
Ci sono poi un DataControl, DI, che
non è necessario che sia visibile, ed
una DBGrid che ospita i dati.
Il risultato è interattivo, si sceglie la
qualifica e la tabella risultato viene rical¬
colata.
Creiamo
un'applicazione
Explorer like
L'Explorer di Windows 95, in italiano
si chiama gestore delle risorse, costitui¬
sce una modalità di visualizzazione di
dati che si presta a molti utilizzi, oltre a
quelli istituzionali e che mostrano cartel¬
le, sottocartelle e file.
Una vista di tipo Explorer consta di
due oggetti sincronizzati tra di loro: a si¬
nistra una TreeView ed a destra una Li-
stView. Nel nostro caso sulla sinistra
vediamo città e qualifiche e poi, scelta
Dim DD Al Dicibili
Dim RR Al Ricordile
Priviti Sub Cl_Click()
Bit DD - OpinDotobiii< "DATI.MDB")
S ■ "SELECT DISTINCT CITTA,QUALIFICA FROM PERSONE"
SIC RR • DD. OpinRicordllt {S, 4)
Do Whill Not RR.EOF
RI - RR.CITTA
Slt Nodo ■ TV.Nodll.Addf, , XI, XI)
Do Whill XI - RR.CITTA
K2 - RR.QUALIFICA
Sic Nodi - TV.Nodi!.Add(XI, tvwChild, , X2)
RR.MoviNlXtI li RR.EOF Thin Exie Do
Loop
Loop
Cl.Enablid - Filli
End Sub
Priviti Sub TV_NodoC 1 ick(ByVa 1 ND Al Nodi)
T3 - ND.FullPoth
T2 ■ TV.SlllCtldltimi TI • TV.SlllCtldltlm
li InStr<T3, "\") >0 Thin
TI - Lift(ND.FullPoth, InStr(ND.FullPoth, ”\") - 1)
End li
End Sub
Priviti Sub TV_Click()
S - "SELECT • FROM PERSONE "
S - S * " WHERE CITTA - illi
li TI <> T2 Thin S - S ♦ " AND QUALIFICA < '■ i T2 l
T4 - Si Slt RR - DD.OpinRicordllt(S, 4)
LL.Liitltimi.Clear
Do Whill Not RR.EOF
Slt IT - LL.Liltltima.AddO
IT.Toxt - RRICod
IT.Subltima(l) - RRIcognomi
IT.Subitami(2) • RRIDita
IT.Subitomi(3) - RRIIMPORTO
RR.MovaNaxt
Loop
TS ■ RR.RocordCount
End Sub
Figura 14 - MS VB5 - TreeVlew & UstView - Listato
stampato e commentato.
Questo e il listato del nostro penultimo esercizio.
La TreeView l'abbiamo chiamata TV, colleziona No-
de e supporta gli eventi NodeCUck e Click. Il nome
della UstView è LV e colleziona Items e Subltems. I
suoi eventi sono II click sulla colonna e quello sulla
riga.
Privati Sub LL_ColumnClick(ByVol CH Ai ComctlLib.ColumnHiidir)
LL.SortXoy * CH. Index - 1
LL.Sortod - Trui
End Sub
Privati Sub LL_ItamClick(ByVil IT Ai ComctlLib.Liitltem)
T6 - LL.Seloctadìtem.Tixt
T7 - LL.Selictidltom.Subltems(1)
End Sub
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
325
MiopikII Ai im
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Engi | JrXUVO |FUNZI0NA*I0 |X140
| FUCSIA
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* RAM
Co*»».
1 Qualifica
| I«porco
• FXR1N2I
1014
muli
fi! LAVO
FUNZIONARIO
1241000
* cnovA
12*7
2
s
RILAVO
FUNZIONARIO
4020000
, H HI LARO
1270
SGARGI
RILAVO
FUNZIONARIO
1*7*000
cornuto
zito
FUC4IA
RILAVO
FUNZIONARIO
1441000
diriginti
ino
«JAlAVDI
RILAVO
FUNZIONA HO
104*000
FUNZIONARIO
IMI
FONTANA
RILAVO
FUNZIONARIO
4140000
IKFIIOATO I
2174
•AMA
RILAVO
FUNZIONARIO
4444000
FUMICATO XI
2*17
ROITOLIMX
RILAVO
FUNZIONARIO
140*000
1414
VIK-I
RILAVO
FUNZIONARIO
27*4000
OMRAIO XI
1014
CARI*IVI
RILAVO
FUNZIONARIO
172*000
• VAIOLI
• FALIRRC
• FORA
♦ TOIXVO
Si
1
Ai
Figura 15 - MS Access 97 - TreeView & ListView - Output con Access 97.
Abbiamo realinato lo stesso esercizio di prima con MS Access 97, che,
essendo programmabile In Visual Basic for Application, permette di cari¬
care controlli nelle torm e di utilizzare la programmazione DAO. Sla gli
OCX, ovvero I controlli aggiuntivi, che le librerie DLL, sono richiamabili fa¬
cilmente da tutto l'ambiente VBA.
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• ag pm--. . . . m ey e « »
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1 - RR"CITTA. LI.Addita* 1
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D» «Itti* 1 • U•CITTA
V • Ut QUALIFICA: LI.Addico» • • « K
li XndonciLi.UicCouM - A» • *
Do Vhtlo 3 4 K • RII CITTA « R* 'QUALIFICA
LI.Addico» • • i M'COCVOW
LI. IndOM (LI. Lue Corate - I) • J
RR.KovoVoic
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Loop
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TX • 11: TX ■ il. InCanclLl.llKItKlail
■ivi sul.
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♦ J
♦
♦
♦
♦
Scale* |
Figura 16 - MS Access 97 ■ Attenzione c'à anche il controllo MS Outline.
Nelle versioni 3.0 e 4.0 di Visual Basic c era un vecchio controllo, che si
chiamava MS Outline, a cui ero molto affezionato. Nella versione 5.0 del
VB ò sparito, penso per II fatto che viene ben sostituito dal più moderno
TreeView. Fortunatamente, soprattutto per garantire la compatibilità con I
programmi scritti con le versioni precedenti di VB, ne viene fornita (6 un
po' nascosta nel CD del VB5) una versione compatibile con VB5. L'eserci¬
zio, che vediamo in un'unica figura, ne mostra l’efficacia In termini di visua¬
lizzazione dei dati.
un'accoppiata città + qualifica, riempia¬
mo la lista sulla destra con l'elenco del¬
le persone di quella città e quella quali¬
fica. Se si seleziona solo la città devono
vari componenti,
possono essere
usati anche da altre applicazioni. Il codi¬
ce, che non vi mostriamo, è assoluta-
ni sviluppate con le versioni precedenti.
E' ovvio che la vista Outline viene sosti-
apparire tutte le persone della città indi¬
pendentemente dalla qualifica.
Un’applicazione di tipo Explorer viene
prodotta automaticamente anche dal
Wizard di VB, solo che i due oggetti
non vengono popolati
Nel nostro esercizio, lo vediamo in fi¬
gura 13, creiamo una Form con una
TreeView (nome TV) ed una ListView
(LL), poi alcune TextBox (da TI a T7)
che servono a mostrare alcuni valori,
Per caricare i due oggetti occorre
scrivere del codice, un po' lunghetto
per la verità, che vi mostriamo integral¬
mente in figura 14, e che non com¬
mentiamo.
Nella figura 15 vediamo la stessa
identica applicazione realizzata con
Access, a dimostrazione del fatto che
la tecnologia Component, e quindi i
Figura 17 - Microsoft Data Access Compo¬
nente.
Molte tecnologie bollono nelle pentole della Mi¬
crosoft. Dopo DAO, RDO, ADO si profila all'o¬
rizzonte UDA. UniversaI Data Access, nuova
strategia, che racchiude vecchi e nuovi compo¬
nenti (come questo In figura), che ha come am¬
bizioso obiettivo quello di unificare le modalità
di accesso ai dati, rendendole indipendenti sia
dall'applicativo Client che dal tipo di tonte dei
dati. Altro obiettivo à l'allargamento delle tipo¬
logie di dati gestibili, non solo dati di tipo stoit-
turato, ma anche dati di tutti gli altri tipi, testuali
non strutturati, documenti di vario genere, ma¬
teriale multimediale, ecc.
mente lo stesso.
Per chiudere uno
sguardo al passato
ed uno al futuro
In figura 16 vediamo un'applicazione
che fa uso del vecchio Outline Control,
che è stato lasciato nel VB5 solo per ga¬
rantirne la compatibilità delle applicazio-
tuita dalla TreeView, che è più versatile,
soprattutto in fase di caricamento, che
si basa sulla codifica degli Item,
I vari componenti... abbandonati si
trovano comunque nel CD del Visual
Basic 5.0, nella cartella Tools Controls.
Per concludere vorrei semplicemente
far notare come i vari esercizi proposti,
anche se esteriormente producono ef¬
fetti molto differenti tra di loro, sono in¬
vece molto simili in termine di codice.
Anche gli oggetti usati sono molto simili
tra di loro, si tratta, è la mia opinione
personale, di varianti del concetto gene¬
rico di lista, che è l'og¬
getto che ha il compito di
mostrare insiemi di dati.
In questo articolo ab¬
biamo visto accessi diret¬
ti, tramite DataControl,
oppure accessi tramite
codice DAO. Nel prossi¬
mo articolo parleremo più
specificamente di moda¬
lità di accesso ai dati, an¬
cora DAO, ma anche
RDO, ADO, UDA con tut¬
te le varianti. Voi intanto
cominciate a scaricare da
Internet (www.micro-
soft.com/data) i nuovi
componenti ed a speri¬
mentarli.
Kg
326
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
HJGHSCREENx a
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Intel Pentium 9 II
Processor 233 MHi
■ Mai nboard: Intel ATX _
■ Cache: 512K_
■ RAM: 32 MB EDO
Hdd: HDD da 2 GB Fast/Ultra
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pentium’il I La prima catena europea dell'informatica
OBIS
MICROCOMPUTER
di Claudio Petroni e Luigi Sandulli
MS SQL Server 6.5: il componente
RDBMS di MS BackOffice
Pensiamo di dedicare a MS SQL Server e alle problematiche di accesso ai
database in formato SQL dai vari prodotti Client una serie di quattro articoli.il
primo, questo, è introduttivo e tratta alcune problematiche relative
all'Installazione, all'Amministrazione ed alla Gestione del sistema costituito da
Windows NT Server e SQL Server. Nel prossimo numero di MC presenteremo
altri due articoli. Il primo, nella rubrica WorkGroup, è il seguito di questo, e
parlerà di MS SQL vedendolo però dal lato "dati" e quindi il database con i
suoi oggetti: Tables, Views, Stored Procedures, ecc. Il secondo, pubblicato
nell'ambito della rubrica Database, avrà un taglio decisamente pratico e
mostrerà una dozzina di modi per far dialogare applicazioni Office ed
applicazioni Visual Basic con database SQL, tramite una connessione
ODBC.L'ultimo articolo, tra due mesi, sempre nella rubrica WorkGroup,
approfondirà, anche da un punto di vista pratico, l'argomento Internet e MS
SQL, tema che peraltro già anticipiamo in questo.
prima parte
Perché parlare di MS
SQL Server
I motivi per i quali MS SQL Server, con il
passare delle versioni, si sta diffondendo
sempre di più nel panorama dei RDBMS
per Server sono tantissimi.
II primo è che ormai la Microsoft spinge,
anche da un punto di vista commerciale,
la piattaforma BackOffice nel suo com¬
plesso, più che i suoi singoli componenti.
Quindi Windows NT Server spesso si tra¬
scina dietro MS SQL Server, con il quale
condivide una serie di funzionalità, ad
esempio quelle di amministrazione degli
utenti
Inoltre Microsoft propone SQL Server co¬
me l'alternativa più conveniente (perfor-
mante, economica, sicura, ecc.) quando
occorra realizzare un sistema informativo
aziendale, qualsiasi sia il suo grado di
complessità.
Questo anche nel caso in cui si pensi di
fare un downsizing di applicazioni già pre¬
senti o progettate per girare su Mainfra¬
me, sia nel caso opposto, quando si deb¬
ba fare un upsizing di applicazioni che,
nate su semplici PC in rete, debbano es¬
sere promosse a livello aziendale.
Il secondo motivo è che. per mezzo dei
driver ODBC, i database SQL sono ormai
facilmente ed immediatamente "visibili"
non solo da tutto il mondo Office, ma an¬
che da tutti i prodotti di sviluppo dalla Mi¬
crosoft stessa, come Visual Basic, Visual
C++, e anche da tutti i prodotti di svilup¬
po per Internet, come InterDev o Visual
J++.
In altre parole nelle Aziende in cui i dati
aziendali risiedano in database in forma¬
to SQL Server ed in cui gli utenti che
accedono a questi dati hanno a disposi¬
zione MS Office sono praticabili decine
di strade per un accesso diretto, veloce
e sicuro.
Strade che possono comportare il totale
coinvolgimento dell'utente esperto, a cui
328
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
possono essere forniti strumenti di
Query con i quali riesce ad interagire pe¬
santemente con i dati, oppure, al contra¬
rio, che possono prevedere soluzioni
chiuse, per gli utenti non esperti oppure
per gli utenti a cui sono destinati periodi¬
camente gli stessi set di dati.
In questo ultimo caso sarà il responsabile
dei dati (Database Administrator) che co¬
struirà, ad uso e consumo dell'utente de¬
stinatario, una procedura scritta con il lin¬
guaggio specifico del server (Stored Pro¬
cedure) e che sarà eseguita direttamente
dal server quando necessario.
Altro fattore che favorisce l'adozione di
SQL Server, come database per le ap¬
plicazioni aziendali strategiche, è la pos¬
sibilità di fare "gratuitamente" operazioni
di UpSizing.
In pratica si crea un'applicazione "proto¬
tipo", anche monoutente, su PC, con un
database di prova in formato MS Ac¬
cess. La si testa e la si fa provare (e so¬
prattutto approvare) dall'utente. Se e
quando si dovesse decidere di farla di¬
ventare un'applicazione aziendale la
conversione, dal formato dati del proto¬
tipo (Access) al formato dati definitivo
(MS SQL Server), sarà del tutto gratui¬
ta. Se ne occupa un semplice Wizard,
lanciabile dal prodotto Access.
Figura 1 - MS SQL Ser¬
ver 6.5 - Collage delle op¬
zioni di installazione
In fase di installazione
del prodotto SQL Server
occorre effettuare una
serie di scelte di grande
impatto sul successivo
funzionamento dei siste¬
ma, difficili da modificare
in seguito, specialmente
se il server e operativo.
La scelta del Character
Set. ad esempio, è una di
queste E' in base a que¬
sta decisione che si sce¬
glie l'associazione tra i
valori assunti dal byte e I
caratteri corrispondenti
E 1 possibile scegliere an¬
che il Sort Order Icriterio
di ordinamentoI in base
al quale viene ordinata
una query o creato un in¬
dice. Per modificare que¬
ste specifiche occorre
seguire una procedura
lunga e, tutto sommato,
anche pericolosa infatti
tutti i database devono
essere ricostruiti, ì dati
devono essere ricaricati,
gli indici ricompilati e cosi
via. Come default, SOL Server propone l'installazione delle Net Library Named Pipes, ma può funziona¬
re anche con qualsiasi insieme di librerie aggiuntive si voglia aggregare in fase di installazione La scelta
dei protocolli di rete impatta sulla quantità e sulla qualità delle modalità di connessione possibili. Ad
esempio le connessioni criptate sono possibili solo con la libreria Multiprotocol.
D»ctionofy orda» ceia-intani®va occaM-mianiitrva
0*
Donuh/Norwayio/i dictionoiy oidar. coia-tniem upparcoia pi
Icelondic dictioneuy otder cata-iniani. uppercase piai
Conta
Swadiih/Fimwih (Sid) dict o»dar caia-imam. upparcoie piai
Swadiih/Finnnh (Phona) dici orda» caia-imam upparceia pi «J
b*
l 4amad Pipai
Mula-Protocol
r
TWlmk IPWSPX
r
TCP/tP Sodali
r
Appio TolkADSP
r- 1
BonyonVINES
rzi
u»
MS SQL Server:
collocazione
Cosa serve ad un sistema che voglia
essere all'altezza di un efficiente am¬
biente Client/Server, che voglia distri¬
buire i dati in ogni momento e dovun¬
que sulla rete, che voglia
avere un elevato livello di
integrazione con i sistemi
di messaggistica e con In¬
ternet, che possa essere
amministrato centralmen¬
te e monitorato corretta-
mente?
Ovviamente, per la Micro¬
soft, la risposta a questa
domanda è MS SQL Ser¬
ver 6.5, l’ultima versione
del suo sistema per la ge¬
stione di database relazio¬
nali client/server ad alte
prestazioni.
Tutti gli attuali sistemi
RDBMS (Relational Data¬
base Management Sy¬
stem) sono progettati per
partecipare alla realizzazione di sistemi
che rispondano al sempre crescente bi¬
sogno di informazione ed elaborazione
distribuita. Questa necessità può esse¬
re soddisfatta in maniera passiva o atti¬
va, su schemi centralizzati oppure distri¬
buiti, in ambienti di rete e su architettu¬
re diverse, dal PC al Mainframe.
I criteri nella scelta delle architetture
hardware, grazie alla possibilità di utiliz¬
zare PC Fault Tolerant con architettura
SMP (Multi Processore Simmetrica) a
prezzi sempre più bassi, si orientano
sempre più spesso verso soluzioni ad
architettura distribuita a scapito delle
soluzioni ad architettura centralizzata. In
altre parole reti di Server anziché Main-
Figura 2 - MS SQL Server 6 5-1 servizi
del . Service Manager.
I servizi che possiamo lanciare dalI'SQL
Service Manager sono tre MSDTC, SQ-
LExecutive e MSSQLServer Non é quindi
sufficiente installare il prodotto perche lo
stesso funzioni, ma occorre lanciare i servi¬
zi correlati e. soprattutto, occorre regolare il
sistema in modo tale che possa rispondere
correttamente alle richieste dell'utente Ci
è capitato moltissime volte di ricevere ri¬
chieste di aiuto da parte di persone che
pretendevano di eseguire delle Query su
banche dati SQL solo per il fatto che pote¬
vano raggiungerlo sulla rete Raggiungere il
server da un Client e disporre di corrette re¬
golazioni dei driver ODBC sono ovviamente
condizioni necessarie per lavorare, ma non
sufficienti. Le impostazioni relative alla con¬
figurazione del database, delle risorse che
esso utilizza, delle regolazioni della sicurez¬
za, ecc sono altrettanti elementi critici per
il funzionamento del sistema.
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MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
329
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Figure 3,4-MS SOL Server 6.5 - Funzionalità di Replica
La Replica 6 il meccanismo che permette l'allineamento dinamico, m tempo
reale o temporizzato, di database disseminati sulla rete A Milano viene vendu¬
ta una macchina, nel database a Roma giungono i dati in replica da Milano II
meccanismo della replica di SOL. che si nfà al modello Editore-Abbonamento,
è molto articolato e prevede vane modalità ed architetture, a seconda dei si¬
stemi coinvolti nel meccanismo di distribuzione dei dati l server possono giocare ruoli diversi, suddivi¬
dendosi il carico di una attività che può essere estremamente onerosa, sia in termini di lavoro delle
macchine, che in termini di costi di connessione l dati in replica sono organizzati m pubblicazioni e arti¬
coli luna pubblicazione, piu articoli) e sono sottoposti a meccanismi di sicurezza che ne rendono la diffu¬
sione controllabile e sicura
al massimo sfruttamento ed integrazio¬
ne delle potenzialità dei sistemi basati
su NT e delle tecnologie Internet/lntra-
net.
frame.
Inoltre, in questo ultimo periodo, sono
sempre più numerose le Aziende che si
assicurano una presenza su Internet o
si preparano ad averla, quindi che sco¬
prono le potenzialità, in termini di comu¬
nicazione e di avvicinamento delle infor¬
mazioni agli utenti aziendali e non, di
una architettura Internet/lntranet.
E ad oggi, come tutti sanno, Internet è
solo una vaga anticipazione di quello
che accadrà nel campo delle comunica¬
zioni World-Wide,
E' un dato di fatto che questo fenome¬
no di globalizzazione delle reti sta rap¬
presentando un elemento di propulsio¬
ne ai cambiamenti ed all'innovazione
dell'lnformation Technology, forse pari
solo all'avvento del PC e dei fogli elet¬
tronici.
In questa corsa all'avvicinamento degli
utenti alle informazioni, MS SQL Server
6.5 può giocare un ruolo fondamentale,
per il semplice fatto che è già orientato
Figura 5 - MS SQL Server 6 5 - Microsoft Distn-
buted Transacvon Coordmator IMS DTC)
Perfettamente integrato con SQL Server, il DTC
IDistributed Transachon Coordinatori coordina e
fornisce strumenti per
la strutturazione dell'e¬
secuzione di transazioni
suddivise m un insieme
distribuito di compo¬
nenti software, sia su
un singolo computer
che su un sistema di
computer m rete Con
un sistema semplice e
controllabile di chiama¬
te a Stored Procedure
remote fa si che mani¬
polazioni di dah su ser¬
ver multipli vengano
considerati come una
singola unità di lavoro
Attraverso l’interfaccia
di SQL Enterprise Ma¬
nager è possibile con¬
trollare i esecuzione di
una transazione e il suo
stato, risolvere manual¬
mente eventuali proble¬
mi e. Quando necessa¬
rio, forzare l 'esecuzione
delle transazioni
Le caratteristiche di
SQL Server 6.5
Le caratteristiche di potente RDBMS di¬
segnato per un robusto e scalabile am¬
biente client/server sotto Windows NT,
già presenti nel diffusissimo SQL Ser¬
ver 6.0, sono state potenziate e arricchi¬
te da tutte le funzionalità necessarie per
la realizzazione di un sistema completo
di Distributed Computing (Elaborazione
Distribuita). Tra queste sono comprese
naturalmente le funzionalità, che non
solo Microsoft considera fondamentali,
di Distributed Management Framework
(ambiente per l'amministrazione centra¬
lizzata di architetture distribuite) e Dì-
stnbuted Transaction Coordinator (coor¬
dinatore per le transazioni distribuite), di
Replica dei Dati integrata e, cosa che
non poteva assolutamente mancare, di
integrazione delle attività di SQL 6.5
con le tecnologie per il WEB.
Queste nuove funzioni assicurano all'u-
tilizzatore, attraverso interfacce grafi¬
che, un'amministrazione Enterprise-Wi-
de semplificata, la gestione trasparente
di transazioni distribuite, varie interfac¬
ce di programmazione, anche basate su
OLE, ed una più ampia attenzione sia
agli standard industriali di terze parti
che ad Internet.
Questo motore database, nella parte
Server, include tra l'altro: MS Query,
SQL Trace, Microsoft Distributed Tran¬
saction Coordinator (MS DTC), OLE Au-
I
330
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Figure 6,7 - MS SQL Server 6 5 - Event, Task, Alert
SQL Enterprise Manager e il servizio SQL Executive collaDorano nelle attività di
definizione e di realizzazione del sistema degli Alert. La definizione di un alert 6
finalizzata all'esecuzione automatica di un'operazione al verificarsi di un deter¬
minato Event Quando l'evento si verifica. SQL Executive risponde tempestiva¬
mente o eseguendo un compito Iprogramma , batch, Transact SQL. replicai,
secondo quanto definito dall amministratore, oppure inviando un messaggio ad
un operatore specifico in modo che questo possa intervenire. I Task possono
essere definiti per l'esecuzione di operazioni di manutenzione routinaria. Un ta¬
sk può essere schedulato per l'esecuzione ad una data ora, per l'esecuzione ricorrente ad intervalli fissi,
per l esecuzione originata dal verificarsi di un evento tlog pieno, dump!. L esecuzione di un task può es¬
sere forzata per l ’esecuzione immediata.
tomation Stored Procedures, SQL Ser¬
ver WEB Assistane Simple Network
Management Protocol Management
Information Base (SNMP MIB) e l'agen¬
te SNMP. Inoltre, nel software per le
postazioni Client, troviamo: MS Query,
SQL Trace, MS DTC, SQL Server WEB
Assistant e molti ODBC driver utilizzabi¬
li anche in operazioni di replica.
In particolare le novità
della versione 6.5
Di seguito forniamo un elenco, il più
possibile sintetico, delle novità presenti
in MS SQL 6.5.
Le piattaforme per SQL Server sono
state estese al PowerPC, i set di carat¬
teri al Giapponese e Cinese, semplifica¬
to e tradizionale, ed al Coreano.
Il set degli strumenti per l'amministra¬
zione è stato arricchito con numerose
utility e componenti che riguardano
molteplici attività.
Per esempio SQL Server 6.5 permette
di storicizzare i database backup e forni¬
sce la possibilità del recovery "point-in-
time", cioè ad una data ed ora precisa.
Con una serie di passi semplici e strin¬
gati, e grazie al Database Maintenance
Pian Wizard, che può essere lanciato da
SQL Enterprise Manager, con il coman¬
do SQLMAINT al prompt dei comandi,
è possibile schedulare l’esecuzione au¬
tomatica di task routinari per la manu¬
tenzione del database (backup dei data¬
base e dei transaction log, controlli del¬
la consistenza dei database e aggiorna¬
mento delle statistiche).
L’esito di queste attività può essere re¬
gistrato in Report che, a loro volta, pos¬
sono essere inviati via e-mail ad un de¬
terminato account.
Non potevano mancare gli strumenti
per la pubblicazione di dati via WEB
Con SQL Server WEB Assistant, e gra¬
zie alla presenza di Stored Procedure
specifiche (sp_makewebtask,
sp_runwebtask, sp_dropwebtask), è
possibile attivare processi dinamici per
la formattazione dei dati in formato
HTML.
SQL Server WEB Assistant fornisce an¬
che un'interfaccia grafica per la creazio¬
ne di pagine HTML e per la creazione
di siti WEB database-driven, con auto¬
mazione dell'information retrieval.
SQL Trace è lo strumento per il moni¬
toraggio e il log dell'attività del Server
SQL. Si va dalla possibilità di controlla¬
re l’attività di un utente, di un'applica¬
zione, di un Client, fino al controllo del¬
l'istruzione o della Stored Procedure in¬
viata da un qualsiasi SQL Server,
Un aspetto molto importante è il Fall-
back Support, che permette ad un Ser¬
ver SQL, designato come fallback ser¬
ver, di assumere la gestione di Databa¬
se e di Device di un altro Server SQL in
caso di problemi hardware o di siste¬
ma. Uno di questi server "di scorta" può
fornire supporto a tre diversi server
contemporaneamente.
Altre caratteristiche salienti si possono
individuare nella compatibilità di SQL
Server con l'Exchange Server, che si
spinge, da un lato fino al punto di offri¬
re funzionalità proprie dell'Amministra¬
zione dell'Exchange Server attraverso
SQL Enterprise Manager, dall'altro fino
a simulare il funzionamento di SQL
Mail nel contesto di sicurezza di un
Client.
Monitoraggio e
Amministrazione
Il Performance Monitor di SQL 6.5 si
integra perfettamente con quello di NT.
All'atto dell'installazione, nuovi oggetti,
specifici di SQL Server, si aggiungono
alla già lunga lista di oggetti NT monito¬
rabili. Numerosi contatori forniscono
statistiche sulle attività e sulle presta-
MCmlcrocomputer n. 180 - gennaio 1998
331
ti. Va. S~» I«* M—o. Nan b*
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zioni del sistema. È possibile definire dei
contatori personalizzati utilizzabili per mo¬
nitorare valori relativi ad una specifica ap¬
plicazione.
Client SNMP (Simple Network Manage¬
ment Protocol) e SQL Server possono es¬
sere integrati per controllare lo status, le
performance, i parametri di configurazio¬
ne, i parametri del sistema di Alerting del¬
le installazioni SQL Server.
Da non dimenticare che in questo ambito
è possibile utilizzare anche istruzioni Tran-
sact-SQL e Stored Procedures per ottene¬
re informazioni da database remoti.
SQL Enterprise Manager, per mezzo delle
opzioni Remote Servers e Logins Mana¬
ger, permette una reale ed efficace cen¬
tralizzazione dell'amministrazione di diver¬
si server.
server multipli vengano considerati come
una singola unità di lavoro. Attraverso l'in¬
terfaccia di SQL Enterprise Manager è
possibile controllare l'esecuzione di una
transazione o il suo stato, risolvere ma¬
nualmente eventuali problemi o forzare
Figura 8 - MS SQL Ser¬
ver 65 - Sicurezza
II sislema deve gestire
anche situazioni che
presentano problemi di
sicurezza in rete Sia
MS SQL 6 5 che MS IIS
3.0 tInternet Informa¬
tion ServerI si basano
sul modello di protezio¬
ne di Windows NT Ser¬
ver per implementare il
sistema di protezione
degli accessi, siano essi
anonimi, network o ho-
si Questa totale inte¬
grazione tra sistema operativo, IIS Server e SOL
Server, fa si che non ci sia bisogno di ulteriori
servizi o server attivi per l'autenticazione e Tim¬
plementazione di un grado accettabile di sicu¬
rezza
Inoltre, attraverso lo stesso SQL Enterpri¬
se Manager, è possibile regolare architet-
l'esecuzione delle transazioni stesse.
Grazie alla nuova architettura di blocco,
Dynamic Locking Architecture, che al¬
tro non è che un miglioramento del
Lock Manager per permettere la com¬
binazione dell’utilizzo del lock a livello
di riga e del lock al livello di pagina, il
linguaggio è migliorato anche nelle
strategie dì locking dei dati in accesso.
Per esempio ora abbiamo il locking a li¬
vello di riga durante le operazioni di In-
sert (Insert Row-level Locking - IRLI uti¬
lissimo in aree hotspot (aree in cui un
numero alto di utenti accede continua-
mente). È solo il primo passo verso il
bloccaggio a livello dì riga anche per le
altre istruzioni di accesso ai dati, che,
presumibilmente, sarà disponibile nelle
prossime versioni.
Le Round Connection permettono a
due o più connessioni di condividere lo
stesso ambito di transaction lock e la
stessa transazione, permettendo alle
connessioni stesse di lavorare sui dati
o'
-—1
U*
3000 Av*«o* 3000 Mr
3000 M»
9000
XD00O
Colo.
Scolo Carta
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Parti
osaci
Co-paa
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1 000 I/O TraniKiamt/MC
1 000 I/O PagaRMdi/Mc
1000 I/O SncM P#o* Wrt«i
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SQiSmvw
SQlSvvw
SNPCNT90
WPCNT90
WP1NT90
Dato
mi imi. Sa. Fa SOLCtBS PMC
Figura 9 - MS SQL Ser¬
ver 6.5 - Performance
Monitor
Il Performance Monitor
di SQL 6.5 si integra
perfettamente con
quello di NT All atto
dell'installazione, nuovi
oggetti, specifici di SQL
Server, si aggiungono
alla già lunga lista di og¬
getti NT monitorabili
Numerosi contatori for¬
niscono statistiche sulle
attività e sulle prestazio¬
ni di sistema. È possibi¬
le inoltre definire dei
contaron 'personalizzati '
per momtorare valori re¬
lativi ad una specifica
applicazione utente
tura, modalità e regole di un eventuale si¬
stema di replica dei dati.
Una caratteristica che a volte non è abba¬
stanza enfatizzata è quella che permette a
SQL Server 6.5 di effettuare Repliche, ol¬
tre che tra SQL Server, anche con abbo¬
nati ODBC MS Access, ORACLE, IBM
DB2, SYBASE, ecc. Ed è possibile mette¬
re in replica anche datatype impegnativi
come Text e Image.
Perfettamente integrato con SQL Server,
DTC (Distributed Transaction Coordinatori
coordina e fornisce strumenti per la strut¬
turazione dell'esecuzione di transazioni
suddivise in un insieme distribuito di com¬
ponenti software, sia su un singolo com¬
puter che su un sistema di computer in
rete. Con un sistema semplice e control¬
labile di chiamate a Stored Procedure re¬
mote fa sì che manipolazioni di dati su
MS SQL: il linguaggio
Transact-SQL, il linguaggio SQL di Mi¬
crosoft, è stato via via arricchito in mo¬
do significativo e compatibile con gli
standard ANSI SQL-92 e con quelli Fe¬
derai Information Processing (FIPS
127-2).
Ad esempio i nuovi operatori CUBE e
ROLLUP sono orientati alla realizzazio¬
ne di sistemi di Data WareHousing e
Decisìon Support.
Transact-SQL è stato migliorato, rispet¬
to alle precedenti versioni, per quanto
riguarda alcuni problemi riscontrati du¬
rante le operazioni di Replica (disabilita-
zione temporanea dei constraint) e di
Backup (dump e load della singola ta¬
bella) e per l'inserimento di istruzioni
DDL (Data Definition Language).
senza problemi di conflitto nelle lock.
L'istruzione INSERT INTO è stata arric¬
chita con la clausola EXECute
stored_procedure al posto di Insert va-
riables o constants, con una semplifica¬
zione della gestione dei valori di ritorno
dalle stored procedures e facendo si
che l'insieme restituito dall'esecuzione
di una stored procedure venga inserito
in una tabella o in una variabile in modo
conforme a quanto specificato nell'i¬
struzione INSERT
Gli operatori CUBE e ROLLUP dell'istru¬
zione SELECT calcolano valori aggregati
per le specifiche dell'istruzione GROUP
BY.
L’operatore CUBE calcola un data_set
multidimensionale e risulta utilissimo
per informazioni cross-referencing. CU¬
BE calcola tutte le combinazioni tra i
raggruppamenti elencati nella clausola
332
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
GROUP BY e calco¬
la i totali associati.
L'operatore ROL-
LUP calcola aggre¬
gazioni cumulative
come somme o
medie Differisce
dall'operatore CU¬
BE per il fatto che
considera i raggrup¬
pamenti proceden¬
do in una sola dire¬
zione, da destra a
sinistra, lungo la lista di colonne dell'i¬
struzione GROUP BY.
Quindi applica le funzioni di aggregazio¬
ne a tutte le colonne eccetto l’ultima a
destra nella descrizione dei criteri di ag¬
gregazione dell'istruzione GROUP BY.
Per quello che riguarda le caratteristi¬
che del linguaggio è forse utile ricorda¬
re che tutti questi prodotti hanno un
problema: la compatibilità dei vari dia¬
letti SQL e la compatibilità dei prodotti
stessi con le versioni precedenti.
La sintassi SQL 6.5 deve necessaria¬
mente essere rispettata dai front-end ?
Un cambiamento di versione del Server
(ad esempio dalla 4.2 alla 6.0, alla 6.5,
alla annunciata 7.0) comporta dei pro¬
blemi compatibilità ?
Alla prima domanda rispondiamo che
occorre distinguere tra i diversi tipi di
dialogo tra front-end e back-end, men¬
tre alla seconda domanda rispondiamo
di si.
Il primo problema lo affronteremo in
modo più specifico in un prossimo arti¬
colo.
Il secondo deve essere affrontato e ri¬
solto sfruttando delle utility che vengo¬
no fornite insieme alle nuove versioni
dei sistemi e che servono appunto ad
individuare e segnalare quanto, in un si¬
stema sottoposto ad upgrade, deve es¬
sere per forza modificato.
Un altro problema è costituito dalla pre¬
senza di istruzioni destinate, forse, alla
sostituzione. In altre parole MS SQL
Server 6.5 presenta una sene di nuove
caratteristiche che si sovrappongono
ad altre vecchie senza, per ora, elimi¬
narle.
Per esempio il Device Mirroring, otteni¬
bile direttamente da SQL Server 6.5, è
sconsigliato rispetto al mirroring dei di¬
schi attuabile a livello di sistema opera¬
tivo NT e rispetto ad un eventuale mir¬
roring Hardware Based.
Oppure, parlando del linguaggio, la sin¬
tassi della Join prevede, per le Outer
Join, sia gli operatori ■*=" e "=**, sia la
sintassi ANSI-standard LEFT OUTER
JOIN. RIGHT OUTER JOIN, e FULL
OUTER JOIN. Ma non è detto che la
prima versione sarà compatìbile all'infi¬
nito. Inoltre, sebbene il SELECT FOR
BROWSE sia ancora supportato, la pre¬
senza delle istruzioni relative al CUR-
SOR permettono implementazioni più
efficienti e affidabili.
Per i più esperti
SQL Server 6.5 consente una regolazio¬
ne delle performance per i sistemi
SMP, permettendo la configurazione
dei timeout per le connessioni remote.
È stato introdotto il concetto di Thread
affinity per permettere una migliore ge¬
stione delle risorse in macchine SMP
con quattro o più processori.
La maschera dì configurazione lavora
su un vettore di bit, nel quale ogni bit
punta ad un processore. Ciò consente
di specificare quale processore dovrà
essere utilizzato da SQL Server. Poiché
la mobilità delle strutture e dei dati rela¬
tivi ai thread tra i processori è minima,
con questa funzionalità di esclusione
delle CPU/Thread, è possibile l'esclu¬
sione delle CPU che gestiscono gli in-
terrupt di rete, con il risultato di un au¬
mento di throughput nei picchi di carico
del server.
Le regole alla base del mantenimento
delle connessioni remote con SQL Ser¬
ver sono state cambiate con l’inseri¬
mento di un timeout configurarle che
sostituisce una gestione legata all'ef¬
fettivo completamento di ogni remote
stored procedure cali.
SQL Server 6.5 include Stored Proce¬
dure OLE Automation che permettono
l'utilizzo di oggetti OLE Automation
standard all'interno di un batch scritto
in Transact-SQL.
Poiché questi oggetti OLE risiedono e
girano sulla macchina SQL Server, sì
comportano come extended stored
procedure OLE. E' possibile creare dei
propri oggetti OLE Automation utiliz-
Figura 10- MS SQL Server 6 5 - MS Query
Si tratta dello stesso Microsoft Query disponibile
nelle vane versioni di MS Office Uno strumento
semplice e potente per interrogare database Uti¬
lizza un'interfaccia grafica di tipo QbE IQuery by
Examplel In fase di installazione del Server viene
Quindi installato anche IMS Query. che pub esse¬
re utilizzato anche dai Client a 32 bit
zando MS Visual Basic a 32 bit, oppure
utilizzando SQL-DMO (SQL Distributed
Management Objects) versione 6.5.
SQL-DMO è documentato in modo ab¬
bastanza completo in un file di help.
Sono molte le caratteristiche aggiunte
ai driver ODBC di SQL Server.
Ne ricordiamo solo due: il supporto per
l'utilizzo dì DTC, tramite l'introduzione
di una nuova opzione di connessione
che permette di mettere sotto log le
prestazioni e le query a lunga esecuzio¬
ne, ed il supporto per la connessione
con i FallBack Server.
La DB-Library per il linguaggio C inclu¬
de due nuove funzioni, dbenlisttrans e
dbenlistxatrans, sempre per il supporto
di DTC. Il supporto per il Fallback è as¬
sicurato dalla funzione dbsetlfallback.
Inoltre sono supportati identificatori tra
apici tramite l'opzione dbquotedident.
E' possibile il passaggio di variabili di
programma come parametri di stored
procedure in fase di apertura dei curso¬
ri chiamando le funzioni dbrpcinit e
dbrpcparam.
Una nuova DB-Library, ben accettata da
molti, è quella che comprende una se¬
rie di OLE Custom Control a 32-bit per
la creazione di una DB-Library per Vi¬
sual Basic.
Questa DB-Library comprende gli stes¬
si aggiornamenti della DB-Library per C
tranne che per il supporto DTC ed in¬
clusa la funzione SQLCursorRowStatus
che restituisce lo status della row fetch
per una riga nel buffer della fetch.
L'aspetto
Internet/lntranet
Proviamo ora a fare un elenco: NT, In-
tranetWare, BackOffice, Win32 e Ole,
C, VB4, VB5, Java, FrontPage, Win95,
Office. Tutti strumenti di ultima gene¬
razione, tutti utilizzabili per la realizza¬
zione di ambienti Client/Server e dì Ela¬
borazione Distribuita.
E' solo un elenco di prodotti forniti da
varie case produttrici di software, ma
possiamo interpretarlo come un segno
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
333
che la direzione è ormai decisamente
tracciata D'altra parte, anche sul ver¬
sante delle Aziende, si può constatare
che molte hanno realizzato siti Internet
e molte di più (si parla di un rapporto di
1 a 101 hanno realizzato siti Intranet
(tre anni fa non esisteva nessuna Intra¬
net), ed inoltre possiamo constatare
che le Aziende più sensibili alle innova¬
zioni tecnologiche già adottano realiz¬
zazioni di Pagine Attive, il cui contenu¬
to è costruito dinamicamente sulla ba¬
se delle informazioni registrate in un
database da un lato e delle richieste in¬
terattive di un utente dall'altro.
Requisito fondamentale e cuore di un
sistema di questo tipo è lo strumento
di memorizzazione delle informazioni: il
database, che deve essere ad alte pre¬
stazioni, sicuro, affidabile, scalabile ed
integrabile al 100% con il resto del
mondo, frontoffice. backoffice, reti e
Client
La maggior parte delle informazioni
aziendali che si vogliono pubblicare su
Internet/lntranet è infatti già in qualche
modo gestita elettronicamente, ma re¬
sta il fatto che occorre rendere queste
informazioni facilmente e tempestiva¬
mente raggiungibili dagli utenti. Inoltre,
per le informazioni mostrate all'ester¬
no, è di vitale importanza la qualità del¬
la presentazione ed il livello di interatti¬
vità che si può offrire all'utente Le pa¬
gine dinamiche, magari personalizzate
sulle necessità dell'utente, e la possi¬
bilità di raccolta delle informazioni dal¬
l'esterno, costituiscono una vera e pro¬
pria estensione dell'Azienda.
In un sistema Intranet/lnternet abbia¬
mo sia utenti aziendali che utenti
esterni, anonimi II sistema li deve ge¬
stire entrambi. Sia MS SQL 6.5 che
MS IIS 3.0 (Internet Information Ser¬
ver) si basano su modello di protezione
di NT Server per implementare il siste¬
ma di protezione degli accessi, che sia¬
no essi anonimi, network o host. Non
c'è bisogno di ulteriori servizi o server
attivi per l'autenticazione e l'imple-
mentazione di un grado accettabile di
sicurezza.
Gli strumenti di MS Office sono stati
integrati da funzioni che ne rendono
l'uso funzionale alla creazione di mate¬
riale WEB Sono diffusissimi dei reader
di formati Office, e di vari altri formati,
che rendono possibile la lettura dei do¬
cumenti da rete anche se sulla macchi¬
na ricevente non sono presenti gli stru¬
menti con i quali i documenti stessi so¬
no stati creati.
La modalità di realizzazione dei collega¬
menti tra le pagine HTML ed i dati in
un database subiscono variazioni con
un ritmo tanto più incalzante quanto
più la tecnologia è calda ed appetibile.
Siamo partiti dalle tradizionali CGI
(Common Gateway Interface), che col¬
legavano, tramite la scrittura di righe di
programma, in maniera statica, i singo¬
li campi da visualizzare con il foglio
HTML. Ma le CGI erano onerose da
definire e difficili da mantenere.
Descriviamo ora due strumenti, tra i
tanti che giorno per giorno nascono,
per la connessione tra SQL Server e
WEB: Internet Database Connector e
SQL Server WEB Assistant.
IDC permette ad un utente WEB di in¬
viare la sua query, dall'interno di una
pagina HTML, sia per il reperimento
che per l'aggiornamento dei dati in un
database Si tratta di un'apolicazione
che utilizza le API ODBC e che consen¬
te di creare collegamenti tra campi di
pagine HTML e SQL Server senza la
necessità di scrivere CGI.
L'accesso al database lo compie Inter¬
net Information Server, che, tramite
IDC, accede al driver ODBC per l'ese¬
cuzione della query. I file di servizio so¬
no due: *.IDC per le definizioni e
* HTX per il modello HTML di output.
SQL WEB Assistant permette la defini¬
zione di un sistema Query/Pagma
HTML in base al quale il risultato di
una query (o stored procedure) viene
automaticamente associato ad una pa¬
gina HTML creata da WEB Assistant
L'aggiornamento avrà una cadenza pia¬
nificata su base temporale o sull'effet¬
tiva modifica dei dati interessati
L'ambito applicativo del WEB Assi-
stant è quello della pubblicazione di da¬
ti che non vengono influenzati dalle ne¬
cessità dell'utente, ma che devono es¬
sere aggiornati in tempo reale sul con¬
tenuto reale del database di origine
Ecco due possibili esempi di utilizzo di
queste tecnologie.
IDC possiamo utilizzarlo la dove vi è
uno scambio di informazioni tra databa¬
se e utente. Immaginiamo una banca
che voglia pubblicizzare i propri servizi,
oggi sempre più diversificati e, almeno
apparentemente, tagliati su misura II
potenziale utente dovrà riempire un
modulo che verrà inviato al sito WEB.
Le informazioni verranno registrate e,
dopo l'elaborazione, in tempo reale,
verrà restituito un modulo di risposta
con le caratteristiche dei servizi adatti
all'utente in questione.
Nel secondo caso, parliamo di SQL
WEB Assistant, il problema è pubblica¬
re informazioni in continua variazione,
caso tipico un listino dei prezzi dei ma¬
teriali hardware, quotazioni di borsa,
giacenze di magazzino per il servizio
vendite e così via.
Questi non sono gli unici sistemi per la
pubblicazione di dati su WEB, ma sono
quelli che arrivano gratuitamente da
Microsoft Gratuitamente, si intende,
non solo perché compresi nel prezzo
dei vari motori server, ma anche per¬
ché sono a costo zero come acquisizio¬
ne di know-how
«e
334
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
C’è un tempo
per la
passione...
Meccanico, automatico, al quarzo, so¬
lare, atomico, subacqueo, da tasca,
da polso, da tavolo, a ripetizione, a
cucii, a carillon... Se nel vostro cuore
c’é spazio per tutti questi orologi, o
magari solo per uno di essi, sicura¬
mente c’ó spazio per OROLOGI, la ri¬
vista nata per chi vuole fare una
scelta di valore. Nelle sue pagine
forme, movimenti, storie, immagini. E
ancora, articoli dei migliori esperti
del settore, interviste, curiosità. Tutto
il mondo degli orologi con passione,
technimedia
fmlT
ogni mese in edicola e su Internet al¬
l’indirizzo http://www.orologi.lt. È un’ini¬
ziativa Technimedia.
Orolo gi
LE MISURE DEL TEMPO ^- “
s s i o n e
w ai-
a cura di Corrado Giustozzi
Information Appliances
Internet entra negli elettrodomestici che riproducono in piccolo
dei personal computer. Quanto in piccolo non si sa: c’è che
garantisce compatibilità con 1 KB di
ROMm e 30 byte di RAM. Un miniclient?
No, un miniserver.
di Leo Sorge
Una nuova tipologia di apparecchi
elettronici si affaccia sul mercato di
Internet. Negli Stati Uniti li chiamano
genericamente appliances, ovvero
elettrodomestici, magari aggiungendo
la specificazione information, con chia¬
ro riferimento ad Internet. In termine
tecnico si tratta di oggetti embedded,
cioè specifici per una funzione. Ne
fanno parte molte trovate, dal telefono
cellulare al decoder per TV digitale o
per Internet. Domani ne faranno parte
anche i wallet PC e le smart card. Ma
l'approccio progettuale può essere
molto diverso: in questo articolo consi¬
deriamo gli antipodi.
Venendo dal mondo dei personal
computer siamo abituati ad avere sul
tavolo dei programmi molto potenti
quali Navigator, Explorer o Mosaic. Le
loro dimensioni stanno crescendo
sempre più, parallelamente sia all'au¬
mento delle potenzialità delle pagine
Web (plugin ed applet di tutti i tipi) che
al progressivo assorbimento di altre
funzioni (ftp Client, mailer, editor), La
storia è semplice, in quanto i browser
d'oggi sono dei veri e propri sistemi
operativi di rete che si disaccoppiano
dall'hardware attraverso i servizi offerti
loro dai sistemi operativi di base.
Tutto ciò vale per noi che provenia¬
mo dal mondo dei computer. Chi nor¬
malmente se ne sta a casa e sente la
musica o vede la televisione, però, ne
sa poco. Potrebbe connettersi ad
Internet se fosse semplice ed imme¬
diato come un videoregistratore o un
Desktop
Browser
decoder per
TV satellitare.
D'altronde la
stragrande
maggioranza
degli acquiren¬
ti d'una TV o
videoregistra¬
tore d'oggi usa
pochi tasti e nulla più, per cui la perver¬
sa logica degli upgrade hardware e
software d'un PC gli è del tutto estra¬
nea. Sono quindi arrivati degli oggetti
che connessi ad una TV e ad una linea
telefonica rendono possibile la fruizio¬
ne di Internet in modo simile ad un
televideo più ricco e con diversi tempi
d'attesa. Domani gli stessi televisori
potranno contenere il decoder integra¬
to TV digitale/lnternet, ma per ora biso¬
gna acquisire un decoder esterno.
Oggi in Italia abbiamo svariati di questi
oggetti già disponibili all’acquisto
(vedere MCmicrocomputer n. 179),
che funzionano con un procedimento
semplificato ma analogo a quello dei
personal.
emWare
Emoeooeo Devices
Network
Server
Multi orop
emGateway
■«ULULAR ■
Etmermct
ik Device
Web Servers
Skinny Client,
fat server
Le caratteristiche di questi oggetti
sono del tutto simili a quelle dei perso¬
nal, rispetto ai quali sono più semplici e
non richiedono aggiornamenti comples¬
si. L'unica incombenza periodica è una
procedura che aggiorna il software in
modo automatico ma che va iniziato
dall'utente.
Le componenti sono quelle tradizio¬
nali: un microprocessore, RAM, ROM,
una scheda video, un modem standard.
In generale comunicano tramite raggi
infrarossi non solo con il telecomando
ma anche con la tastiera. I protocolli di
rete sono quelli
standard: HTML,
PPP, POP3,
SMPT, tutte
Tmin Client
Fat Server
Figura 2 - Il consue¬
to paradigma di
rete: lai server,
skinny lo thln) cileni
IIonie: emWare).
336
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
tifai, Cr.muuthir»
PUBI
HostCPU
UART&
Modem
Interfaccia IDE
Ricevitore a
infrarossi
Audio out
L'architettura di un
tipico decoder per
Internet (tonte:
Televisual).
sigle note.
Pur essendo com¬
patibile con tutti
gli standard, il
browser di queste
macchine non ha nulla a che vedere
con i suoi fratelli maggiori che operano
sui personal. Si tratta d'un programma
estremamente leggero, che a buon
titolo può essere definito skinny Client.
Il dialogo in rete avviene con i tradizio¬
nali web server, quindi da questo lato
non troviamo nessuna sorpresa.
Fat Client,
skinny server
La stampante che avete sul tavolo
ha una potenza certamente maggiore
dì quella che aveva un personal com¬
puter di alcuni anni fa. L'aumento di
potenza porta con sé un proporzionale
aumento della complessità del softwa¬
re richiesto per la connessione ad un
server che offra servizi Internet.
Dall'altro lato, quello del vostro per¬
sonal, si cerca di ridurre la comples¬
sità. Per dirla all'americana, questo
modello prevede un fat server ed uno
skinny Client. Ogni volta che c'è neces¬
sità di dati, il Client interroga un server
complesso, che può impiegare tempo
per fornirli. Inoltre il singolo pacchetto
dì dati che viene tra¬
smesso non è otti¬
mizzato al singolo
trasferimento.
Proviamo a pen¬
sare cosa succede¬
rebbe se invertissi¬
mo la situazione,
mettendo molta
complessità sul
Client e liberando il
server. Meno
software sul ser¬
ver, maggior
velocità di comu-
nicazione
Questa semplice
idea può essere
sfruttata in
molte occasioni,
Siamo infatti
portati a pensare
che ciò che è
piccolo dev'es¬
sere un Client,
mentre ciò che è
grande è un ser¬
ver. In realtà il
paradigma di
programmazione
prevede che sia
Client chi chiede,
e server chi risponde. Orbene, interro¬
gando da un desktop un telefono cellu¬
lare o un qualsiasi altro oggetto al
quale chiediamo informazioni, quali
sono i ruoli? Il Client è chi chiede, quin¬
di il desktop; il server è chi risponde,
quindi il telefonino.
In effetti c'è chi già da tempo basa le
sue fortune sul paradigma invertito
skinny s erver fat Client. Si tratta di
emWare Khttp://www.emware.com), Ifl
cui proposta ribatta completamente le
nostre abitudini.
L'attuale tecnologia dei browser può
essere infatti sfruttata in questo modo,
implementando sui dispositivi embed-
ded un microserver che lavora su pac¬
chetti di dati più agili di quelli tradizio¬
nali. Il risultato è di avere una soluzione
funzionale su qualsiasi tipo di oggetto
in rete. Giusto per dare dei punti di
riferimento, possiamo dire che il micro
web server di emWare entra in 1 KB di
ROM (non scherziamo!) e lavora su 30
byte di Ram (continuiamo a non scher¬
zare). Le risorse richieste sono davvero
economiche.
Per i lettori di questa rubrica la ricer¬
ca di nuove soluzioni per velocizzare il
trasferimento in rete non è una novità,
Già nel tempo abbiamo parlato di altri
protocolli che raggiungono lo stesso
obiettivo, l'Ica di Citrix (in ambiente
L'Innovazione di
emWare, che con
una soluzione pro¬
prietaria In verte il rap¬
porto tra Client e ser¬
ver, accelerando le
comunicazioni e al
contempo riducendo
al minimo le dimen¬
sioni del server
(fonte: emWare).
- -ElMLH
IKTTTANCT
PRIVATE
iMmtttiììim
- r
Desktop
Browser
Windows NT) e Sco Aip (in ambiente
Unix). In questo caso, però, si va più
oltre: i pacchetti di dati compressi,
detti MicroTag (tra l'altro un marchio
registrato), sono espansi dinamica¬
mente ed inviati direttamente all'uten¬
te. L'unico prezzo da pagare sembra
quello di avere una implementazione
assolutamente fuori dagli standard.
EMIT in pillole
Il Client ospita il web browser, com¬
pletato dalla libreria di emObject e dal
software emManager. Il protocollo di
rete è l'emNet. Il dispositivo all'altro
capo, ovvero l’embedded, ospita il ser¬
ver emMicro che invia i dati condensati
nei MicroTag. Vediamo queste compo¬
nenti in un minimo dettaglio.
Gli emObject sono delle funzioni pre¬
programmate sotto forma di immagini
JPEG o GIF, oppure di applet Java, che
compongono l’interfaccia utente. A
questa libreria accede l'emManager,
che effettua lo scambio 1 a 1 tra gli
oggetti descritti nei pacchetti MicroTag
e le componenti della libreria di
emObject.
Il protocollo specializzato, emNet,
implementa la comunicazione seriale
sulla maggior parte dei sistemi di tra¬
sporto e su svariati standard: point-to-
point, Intranet ed Internet. Può essere
trasmesso incapsulato (tunnelledl in
altri protocolli.
Il web server emMicro, benché
come detto occupi 1 KB di ROM e giri
con meno di 30 byte di RAM, è perfet¬
tamente compatibile con l'HTTP, che
anzi estende ad una nuova gamma di
elettronica. E’ lui che risponde alle
richieste del Client, inviando i
MicroTag, pacchetti compressi che
occupano tra 10 byte e 2 KB di Rom.
Ai controlli già pronti (cursori, interrut¬
tori, bottoni, led, grafici, etc.) è sempli¬
ce aggiungerne di nuovi grazie alla API
sviluppata appositamente.
Dal lato del Client oggi è supportato
Netscape 3 su Windows 95, ma altre
soluzioni erano annunciate per la pri¬
mavera del 1998.
Gateway Micro
Devio e
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
337
Linux e ISDN
Uno degli aspetti più interessanti di Linux consiste nei supporto
assai completo delle funzionalità di networking. Fra queste, ovvia¬
mente, non potevano mancare i driver ed i protocolli necessari per
eseguire collegamenti attraverso la rete telefonica digitale ISDN
Esistono due diverse tipologie di collegamento ISDN ad un Internet
Provider: mediante un terminal adapter oppure mediante una sche¬
da ISDN da inserire in uno slot nel bus del PC. Entrambe queste
soluzioni sono supportate da Linux ed hanno propri vantaggi e svan¬
taggi.
Nell'aspetto e nell'uso, un terminal adapter ISDN è un oggetto
del tutto analogo ad un comune modem per linea analogica Viene
spesso denominato "modem ISDN", impropriamente in quanto i
dati viaggiano sulla linea telefonica in formato digitale e non sono
perciò necessarie le operazioni di modulazione/demodulazione che
formano il termine "modem".
L'adattatore viene visto dai sistema operativo esattamente come
un comune modem seriale, ed ha il vantaggio di poter usare, spes¬
so con modifiche minime o nulle nella configurazione, il PPP asin¬
crono che si usava con i modem. Tali adattatori supportano general¬
mente i protocolli V.110 o V120 e sono ancora abbastanza costosi,
anche se hanno l'indubbio vantaggio che spesso funzionano anche
da modem, con¬
sentendo di usare
anche i protocolli
per linea analogi¬
ca, Nel caso di
uso di una scheda
ISDN, se ci si
vuole collegare a
un provider che
non supporta
ISDN, o se si
vogliono spedire
o ricevere FAX, è
invece necessario
avere anche un
modem.
L'installazione
delie schede
ISDN non è poi
cosi semplice, in
quanto esse
necessitano, al
pari di qualunque
altra scheda
hardware aggiun¬
tiva. di un apposi¬
to driver che ne
controlli il funzio¬
namento a basso livello e che dipende dal modello scelto. Inoltre è
necessario aprire il computer e mappare la scheda in un IRQ ed in
un indirizzo I/O liberi. Di serie con i sorgenti di Linux vengono fomiti
i driver per le schede ISDN più diffuse (Teles, ELSA. AVM, Oeatix,
ITK, Spellcaster, ICN. PCBIT, ..), mentre driver per altre schede
sono disponibili in rete
Il sistema completo, isdn4linux (ISDN for Linux), consiste, oltre
che dei driver veri e propri, di tutti i programmi necessari per la loro
corretta configurazione e per l'implementazione dei protocolli
necessari al collegamento. Vengono inoltre fornite alcune utility per
il monitoraggio del traffico ISDN e per il supporto delle funzioni di
telefonia vocale. Tutte le parti del software che necessitano di fun¬
zionare nel kernel possono essere compilate sotto forma di moduli
da caricare a run-time. Ovviamente isdnàlinux è distribuito secondo
la stessa licenza GPL di Linux e perciò è disponibile in rete ed utiliz¬
zabile gratuitamente.
Una volta installati i soli driver, le schede possono essere usate
ad un livello minimo come dei terminal adapter, mediante un comu¬
ne programma di emulazione di terminale oppure mediante il classi¬
co PPP asincrono. Vengono infatti resi disponibili all'utente i device
/dev/ttyl* che emulano i comandi AT tipici dei modem e permettono
di effettuare collegamenti mediante i protocolli HDLC e X 75.
Isdn4linux rende però anche possibile l'uso del protocollo PPP sin¬
crono, che attualmente è il più diffuso. Esso viene gestito da un
apposito demone, ipppd, che si occupa, oltre che dell'mcapsulamen-
to dei frame IP e del controllo della connessione, anche del dialing
automatico ad un numero di telefono o ad una lista di numeri e de"a
Embedded Internet Software
.. ——
Guest
-M 1 *. TT
Device
NETWORK
•mN«r
V» |h mi
Device
cEmbeooeo'
Figura 5 - L'architettura software delle soluzioni
emoedded proposte da emWare Tutte le librerie
sono facilmente estensibili, e il server segue lo stan¬
dard http (tonte: emWare)
di Giuseppe Zanetti
L'ango
L
I
N
U
X
disconnessione automatica dopo un tempo prefissato di non
uso.
Una caratteristica interessante di isdn4linux è infine quella
di supportare applicazioni di telefonia audio, mediante I emu¬
lazione dei comandi voice di un modem. In questo modo è
possibile usare la propria scheda ISDN per realizzare una
segreteria telefonica completamente digitale, mediante il
programma vbox fornito a corredo oppure mediante altri
software analoghi reperibili in rete,
Grazie alla quantità di documentazione fornita con i pro¬
grammi, l'installazione del software è abbastanza semplice.
Tuttavia, m caso di non funzionamento è necessaria una
certa esperienza per capire se ci si trova davanti ad un errore
di configurazione o ad un uso non corretto della linea telefo¬
nica In generale è sempre bene evitare cavi troppo lunghi
oppure non di ottima qualità. Per le prime prove si consiglia¬
no le forme più semplici di collegamento, ad esempio usan¬
do un emulatore di terminale per tentare una connessione
HDLC o X.75 ad una delle BBS riportate nella FAQ del prodotto
(documento da leggere sempre e comunquel
Una caratteristica interessante di isdn4linux, e assolutamente
indispensabile per i test di configurazione, è quella di rendere dispo¬
nibile all'utente un log abbastanza accurato delle informazioni scam¬
biate con la rete. Mediante tale log è possibile accedere alle segna¬
lazioni che generalmente compaiono sul display di un telefono
ISDN, ad esempio il messaggio di numero chiamato occupato (vedi
riquadro 1 , ovvero fig. 6) oppure ridentificativo del chiamante, che
viene riportato anche nel log di sistema /var/log/messages (vedi
riquadro 2. ovvero fig. 7). Può essere usato, mediante un apposito
programma, per far compiere al calcolatore determinate operazioni
in base al numero del telefono chiamante (ad esempio un callback
oppure un reboot a distanza). L'identificativo del chiamante viene
usato anche come forma di protezione, prima di un'eventuale
autenticazione mediante CHAP/PAP. nel caso si volessero accettare
chiamate dati in ingresso al proprio computer,
Le prestazioni ottenibili mediante isdn4linux dipendono in gran
parte da ciò che c'è 'dietro' al provider a cui ci si collega. Mentre il
collegamento col provider funziona a 64 Kbit/s, non è detto che poi
esso disponga della banda necessaria per supportare la massima
velocità anche verso Internet. In questo caso può non esserci un
reale vantaggio nell'usare ISDN per l'accesso alla rete
Personalmente, usando due macchine con isdn4linux per collegare
fra loro a 64 Kbit/s (1 solo B-channel. ma isdn4linux permette even¬
tualmente l'uso di MPPP per il bundlmg di più canali) riesco ad otte¬
nere velocità di trasferimento superiori a 7.5 Kbyte/s (mediante il pro¬
tocollo FTP) con un ritardo (round trip time) di esattamente 30 ms.
tCX: 02 87 06 1E OB 01 81 4508 0300 8091 IE 02 82 88 28 18 4E 5540 45 52 4f
20 43 4B 49 41 40 41 54 « 20 4F 43 43 55 5041 54 •*
Q 931 tane netmock >iw «riti M 67 (noi tot us)
ukd 1 catrd sbe 39 mrsugr Itp* DtSCONWCT
Cause
codlng 00 bcation 0000
cause vakie 11 : Usn busi
Plovess «sditale*
ortrt 3 10000010
oc IH 4 10001000
Figura 6 ■ Le segnalazioni
d'un telefono ISDN gesti-
Dispiar
■Nieo CHimmo ocojpx ter
te da Isdn4tlnux.
No* 711:2-1:57 (teddr kernel: Bchjty: cali liom 3481234567 -> 491234567 Ignoied
Figura 7 - L'identificativo del chiamante mostrato nel log di sistema
/var/log messages.
I siti utili
ftp://ftp.franken.de/pub/isdn4lmux/FAQ FAQ di isdn4linux
ftp://ftp.franken.de/pub/isdn4linux sito ufficiale di isd n4linux
http://www.muc.de/-hm/nnux/iinux-ison.ntmi ibUN for Linux
/usr/src/iinux/Uocumentation/ison/' oocumeniazione inclusa inLinux
it.tlc.teiefonia.isdn newsgroup su ISDN in italiano
comp.dcom.isdn newsgroup internazionale su ISDN
http://sunsite.unc.edu/mgw/inoex.ntmi Linu* Documentation
T’FÓIiò
338
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
Gestione Illimitata dello spaila assegnato
(dlrectePK sottodlrectory e me).
Possibilità di editing an ime dei Ilio pubblicati.
Pubblicatone, gestione e consultatone di data base onlino.
Statistiche dettagliate degli accessi: byte trasferiti,
documenti richiesti, domini di proveniente etc.
Assegnatone Illimitata e gestione di pas:
per la consultatone del sito.
Ullu
rnyi'imTiiiìi
questione di spazio
Assegnatone di accenni FIP per il traslerlmontn
di singoli (ile o interi sili compressi in formato Zip.
Motore di ricerca personalizzato per ettelture
ricerche sul sito pubblicato.
Malllorm, imagemap e contatori d'accesso.
Possibilità di utilizzare server NT
con compatibilita Microsoft FrontPage.
li anni di esperienza nel tenore cl hanno integnato che la qualità di uno
apollo Web non è solo uno questione di MH: ciò che conia tono i servizi
offerii al webmasler e la capacità di InlernctWorklng del provider.
MC-link Web è un polente, semplice e affidabile sistema per la pubblicazione di
spazi Web. ogni silo, anche il più piccolo, può ulilizzarne le sue esclusive fun¬
zioni e la sua visibilità sulla rete delle reti è garantita dall'interconnessione
di MC link verso i maggiori provider nazionali e due
disunii collegamenti internazionali ad alle velocita.
Contattateci, vi daremo informazioni più
dettagliate sul vostre prossimo spazio web.
Technimedia - Via Carlo Perrier 9, 00157 Roma - tei. (06) 41892434 (r.a.) - http: VI w w w. mci i n k, 1 1 - E-Mail: kveOftfmclinh 1
a cura di Corrado Giustozzi
Aspettando WorkSpace
On Demand
Il 24 novembre scorso IBM ha annunciato il rilascio della prima
versione di WorkSpace On Demand, il suo nuovo sistema operativo
per architetture Intel progettato per il network computing e per PC
Client "leggeri". In attesa di poterlo mettere alla prova "sul campo",
iniziamo a vedere quali sono i principali punti di forza della nuova
architettura e quali sono stati i motivi che hanno spinto Big Blue in
questo nuovo progetto che eredita tutta l'affidabilità e
la robustezza dell'ambiente OS/2
di Giuseppe Cosarono
L’industria dell'lnformation Tech¬
nology sta passando un periodo di
grande trasformazione; gli annunci di
nuove tecnologie e di nuovi prodotti si
susseguono con ritmo incalzante men¬
tre le architetture di rete sono sempre
più al centro dell'attenzione sia per
quanto riguarda Internet sia per quanto
riguarda le Intranet e le Extranet azien¬
dali, che connettono i diversi computer
a livello mondiale. Ci stiamo veramen¬
te spostando verso un futuro guidato
da un'economia in rete dove le infor¬
mazioni, le transazioni commerciali, la
formazione e molte altre attività saran¬
no sempre più di tipo elettronico.
Le principali compagnie, sulla base
di questo nuovo scenario industriale, si
sono subito rese conto che i costi di
possesso di un personal computer
connesso in rete sono cresciuti moltis¬
simo; le stime dei più autorevoli gruppi
di ricerca parlano di un costo che va
dai 6.000 fino ai 13.000 dollari per per¬
sonal computer per ogni anno. Tra que¬
ste stime esiste una grande differenza
perché non sempre viene usato lo
stesso modello per il TCO ( Total Cosi
of Ownership) e le voci che contribui¬
scono al suo calcolo possono essere
differenti. Nonostante queste discor¬
danze. praticamente tutti sono d'accor¬
do sul fatto che l'adozione di Network
Computer o NetPC può ridurre il Total
Cost of Ownership di quasi il 40%.
Siamo ancora lontani da un mondo
totalmente in rete ma il rapido emer¬
gere di periferiche concepite e realizza¬
te specificamente per il Network
Computing ha galvanizzato anche i
venditori che ruotano intorno al mondo
"Windows" ed iniziative come "Wired
for Manageability," e "Zero
Administration" sono un'esplicita rispo¬
sta. Chiamiamoli Network Computer,
Managed PC, NetPC, Windows Based
Terminal o con qualunque altro nome
sicuramente stiamo assistendo, alme¬
no in ambiente aziendale, ad una tra¬
sformazione dei personal computer in
"device" per il network computing. Si
ritiene che il costo di esercizio di un
PC tradizionale sia cinque volta supe¬
riore al costo dell'investimento iniziale
e una grande parte di questo costo
deriva dal tempo speso dagli utenti
finali nello svolgere attività non stretta-
mente correlate al loro lavoro, ma rela¬
tive all’uso dei personal computer.
Il PC tradizionale sicuramente non
scomparirà a breve ed anzi, per alcune
esigenze, non sarà del tutto sostituibi¬
le ma, come si può ben intuire, un
risparmio di quasi il 40% è un qualcosa
che le grandi aziende non possono
farsi scappare. Fino ad adesso non
c'era ancora sul mercato quasi nulla
che permettesse di mettere in pratica
questa nuova tecnologia ma IBM, con
WorkSpace On Demand. ha elaborato
un'offerta sia lato Client sia lato server
completa ed aperta.
Nuova Architettura?
Nell'era del network computing IBM
ha elaborato la sua proposta per client
con microprocessore Intel basata su
OS2. Questo modello architetturale
prevede di effettuare solo la gestione
dell'interfaccia grafica e poco altro al
livello di workstation e di demandare la
maggior parte della logica applicativa e
probabilmente anche una parte di
gestione dei dati a livello di Web ser¬
ver, mentre la componete maggiore,
per quanto riguarda la manipolazione di
dati aziendali può ancora risiedere su
sistemi legacy o su specifiche macchi¬
ne con RDBMS [Relational Data Base
Management System) magari di tipo
Object Relational.
Il Network Computing prevede di
porre prevalentemente i controlli e la
logica computazionale sul server in
340
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
maniera tale da ridurre significativa¬
mente i costi aggiuntivi associati alla
gestione dei PC tradizionali.
Chiaramente non tutte le tipologie di
utenti possono essere soddisfatte dal¬
l'uso di un "thin Client", ma conviene
ricordare che la maggioranza degli
utenti sfruttano il loro personal per
meno di un quinto delle sue possibilità
e sono proprio questi quelli che posso¬
no trarre il maggior beneficio da una
tale organizzazione.
WorkSpace On Demand nasce non
solo con una particolare attenzione
posta nel preservare i precedenti inve¬
stimenti ma anche e principalmente
per rispettare il requisito di vedere i
computer come degli strumenti sem¬
plici e di facile apprendimento per
utenti finali, per garantire la gestione e
la manutenzione dei personal centraliz¬
zata in modo da abbattere i costi di
gestione, per avere totale supporto alla
nuove tecnologie nate con Internet,
con particolare attenzione all'integra¬
zione con Java.
La tecnologia alla base di
WorkSpace Ori Demand permette
anche di svincolare la nozione di Client
come un'indivisibile combinazione di
uno specifico hardware e software
associato ad un utente finale. Il siste¬
ma operativo, le applicazioni e tutte le
informazioni di configurazione infatti
risiedono sul server centrale piuttosto
che su un hard disk locale.
Con questa architettura si elimina
del tutto il problema della distribuzione
del software, ogni aggiornamento di
applicazioni, device driver o persino del
sistema operativo stesso vengono
effettuate una sola volta a livello di ser¬
ver per tutti i Client ad esso associati.
Si riesce cosi ad eliminare l'associazio-
ne personal computer/utente e chiun¬
que può utilizzare un qualsiasi compu¬
ter con la certezza di poter accedere al
proprio desktop, con le proprie applica¬
zioni configurate come specificato nel
suo profilo. La rottura di una postazio¬
ne di lavoro può essere risolta con la
semplice sostituzione del computer,
senza aver bisogno di ripristinare uno
specifico sistema operativo e magari
un backup dei dati vecchio di una setti¬
mana.
In definitiva si ritorna ad un'architet¬
tura centralizzata senza perdere tutti i
vantaggi di una postazione di lavoro
che abbia capacità grafiche e di calcolo
tali da garantire una produttività perso¬
nale adeguata
HOST
m- —4
—
——n
WSoDIn*
WSoD Appi fgf* SSL
Figura I - Una tipica
architettura nella
quale usare Work¬
Space On Demand.
La rete, elemento
fondamentale
In questa nuova architettura centra¬
lizzata è fondamentale il ruolo della
rete. Bisogna progettare e strutturare
quest'ultima nel migliore dei modi per
garantire un'efficienza pari a quella
ottenibile con dei personal computer
con tutte le componenti installate
localmente. E' importante anche la
scelta della topologia e dei diversi
componenti della rete poiché in questo
ambiente diventa un elemento fonda-
mentale senza il quale non è possibile
operare. La presenza o meno della fun¬
zionalità di rete
diventa un punto
singolo di falli¬
mento dell'intero
sistema e quind
deve poter garan
tire una disponibi
lità di servizio pra
ticamente conti
nua, senza alcuna
interruzione.
Anche la capacità
trasmissiva è par¬
ticolarmente im¬
portante, basti
pensare che l'av¬
vio in remoto di
un computer con
WorkSpace On
Demand richiede
il trasferimento di
circa 10 MByte di
informazioni;
cosa succede
quindi la mattina
quando tutti i vari utenti con una con¬
temporaneità più o meno casuale cer¬
cano di avviare la loro postazione di
lavoro? Chiaramente le componenti da
prendere in considerazione per un'ana¬
lisi di un simile scenario sono moltepli¬
ci ma, da studi già fatti, sembra che
una corretta segmentazione dei diversi
tratti di rete possa dare ottimi risultati.
Inoltre con le ultime tecnologie switch
degli "hub" le possibili soluzioni a que¬
sto tipo di problema possono veramen¬
te essere tante anche se quasi tutte
sono basate o su moderni apparati o
sull'aggiunta di nuove componenti
Non bisogna però dimenticare che
stiamo parlando di "Network
Ed» ttt>
:: □
Figura 2 - Il pannello
di controllo con cui
poter configurare uno
specifico Client. Non
avendo ancora a
disposizione Work¬
Space On Demand
tutte le immagini sono
prese direttamente
dalla documentazione
ufficiale IBM.
Network adepto/ add/eaa * OSOOS/fùMnd
Machine cima * IBM360
Machine clava ovati idea
V Ovai lidi* network odaploi
• IBM loken Ring Nolwoik 16/d Ai «
V Ovai nda video mondo*
• IBM I7P/1/XG Colui Mollimi 17 *
/ Ovai lidi* vidon tcaolution
Idontity
Sveleni
Ho/ dw ore
Puntela
IP Addi eia
Geneiol
Memi
024 a 7611 * 266 «* 75H.
r
'
"
Cimile
R—I | Concai |
Video revolution for thè selected monitor
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
341
Computing' e la parola rete è una parte
che compone il nome stesso di questa
nuova architettura che sicuramente
offre innumerevoli vantaggi da molti
punti di vista ma che, altrettanto sicu¬
ramente, differisce dalle architetture
centralizzate, basate su un host, e da
quelle distribuite, basate su una visio¬
ne più recente client/server. Nel
‘Network Computing' l'attenzione
deve essere posta maggiormente sulle
capacità della rete stessa e sulla distri¬
buzione delle diverse funzionalità sui
server in essa presenti, la maggior
parte delle applicazioni sono, e sempre
più saranno, "Web Application' o appli¬
cazioni Java in client/server con un
accesso alle informazioni e ai dati
effettuato più a livello di server che
non direttamente dal Client. Quindi
soluzioni che prevedano diverse tipolo¬
gie di collegamento tra server e server
e tra client e server possono essere
sicuramente valide in molti casi per
una più graduale migrazione verso tec¬
nologie di rete ad alta velocità per l'in¬
tera network.
Alcuni vantaggi
W/orkSpace On Demard è stato pen¬
sato specificamente per operare in un
ambiente di Network Computing e
quindi riesce a far suoi tutti i vantaggi
di questo paradigma. Come abbiamo
Avitlible Diik Spice
Dn»cl Uitd Availabir Rcquucd
c
320M
385M
0 1M
Di
362M
202M
OM
E-
SM
347M
OM
F:
219M
272M
OM
Figura 3 La configu¬
razione delle compo¬
nenti che devono
essere rese disponibi¬
li. E' possibile selezio¬
nare o meno il suppor
lo per diversi tipi di
applicazioni scritte
anche per sistemi ope¬
rativi differenti.
SELECT SYSTEMS SUPPORT
V Java Virtual Madrine Supporr
4 DOS Supporr
4 VIN-OSI Suppuri
V REXX Supporr
4 MuthMedia Suppoll
- Optional Spiloa I)Olitivi
SELECT NETWORK APPLICATIONS
4 TCPIP Application,
4 Pallonai Coaauucanom Lite
- Netscape N«ng«tot (or OS /l
~~ QO
Jtltt f.—- P»iO
già visto WorkSpace On Demand con¬
siste di due componenti principali:
WorkSpace On Demand che rappre¬
senta la componente Client e
WorkSpace On Demand Manager che
rappresenta la componente eseguita
sul server. Su quest'ultima risiedono
tutti i dati necessari ai diversi Client per
essere avviati e poter utilizzare specifi¬
che applicazioni a seconda dell'utente
collegato. Con WorkSpace On
Demand si riescono quindi ad avere
tutti i vantaggi di un'architettura di
Network Computing: il controllo è cen¬
tralizzato e, ad esempio, non c'è biso¬
gno di configurare
ogni singola stazio¬
ne di lavoro; i dati
sono memorizzati
■ ■■ ■ — 1 " su server centraliz¬
zati e questo non
--- Ul solo semplifica io
gestione e la sin¬
cronizzazione dei
dati stessi ma può anche essere utile
per evitare perdite o danneggiamenti
casuali o anche intenzionali di dati La
possibilità di gestire dati, applicazioni
ed anche le diverse configurazioni
utente direttamente con WorkSpace
On Demand Manager raggiunge anche
l'obiettivo di svincolare l'utente da una
specifica workstation e cosi rendere
possibile non solo una sostituzione "al
volo" di una macchina rotta, senza ulte¬
riori perdite di tempo per installazione
e personalizzazione di prodotti, ma
anche l'indipendenza fisica da uno spe¬
cifico posto di lavoro: ogni stazione
Pronti , ai p osti... RIPL!
I network personal computer larghi ogni volta uso un nome
diverso) sono privi di un sistema operativo residente sulla macchi¬
na e al loro avvio sono costretti a caricarsi il sistema da un apposi¬
to server predisposto in rete Alla base di questo procedimento c'è
una tecnologia chiamata RIPL I Remote Indiai Program Loadt chia¬
ramente disponibile con WorkSpace On Demand.
I fattori che possono influenzare la maggiore o minore efficienza
nell'avvio di un dispositivo di rete sono diversi, si va dalla velocità
della rete di raggiungere il suo stato di intasamento, dal numero di
PC collegati al numero di applicazioni che si voglio avviare alla par¬
tenza, e cosi via.
Vediamo in breve di descrivere il funzionamento di un processo
remoto di avvio di una stazione con WorkSpace On Demand Dopo
aver alimentato il network personal computer il controllo viene
preso dall'adattatore di rete che invia un messaggio contenente il
suo indirizzo alla ricerca di un server abilitato al supporto di boot-
strap in remoto. Se il server è attivo, riceve il messaggio inviato
dal Client e controlla, mediante l'indirizzo della scheda di rete, se la
specifica workstation fa parte di quelle configurate per essere
avviate tramite i suoi servizi; una volta individuato il giusto server
quest'ultimo invia un messaggio di risposta al Client specificando il
suo indirizzo in maniera tale che il Client lo possa identificare La
workstation riceve il messaggio di risposta e. a sua volta, invia un
ultenore messaggio con la richiesta del programma di bootstrap
Ricevuta la richiesta, il server invia al Client il programma di boot¬
strap configurato per lui. A questo punto il network personal com¬
puter riceve il programma di avvio, lo pone in memoria e trasferi¬
sce il controllo dal processo di RIPL al programma ricevuto che a
sua volta passa il controllo al loader che, per quanto riguarda
WorkSpace On Demand, è chiamato OS2LDR. Dopo aver caricato
alcuni device driver ed un mini file System di appoggio vengono
finalmente caricati il kernel di OS/2, i device driver base ed il redi-
rector verso il file server che permette di continuare il boot come
un client OS/2 standard.
I tempi di avvio di un network personal computer dovrebbero
essere di poco superiori a quelli della stessa macchina in confi¬
gurazione stand alone, almeno questo è quanto afferma IBM
Appena avrò la possibilità di provare WorkSpace On Demand
questa è sicuramente una delle funzionalità che proverò più a
fondo anche perché è molto importante per un buon impatto e
una buona fruibilità di questa architettura dal punto di vista dell'u¬
tente.
342
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
che può raggiungere il server con le
nostre informazioni è un valido posto
di lavoro perfettamente configurato
per le nostre esigenze. In questa
maniera si facilita la rapida mobilità di
personale da una sede a un'altra o,
magari, il tele-lavoro svolto presso la
propria abitazione senza dover preve¬
dere grandi investimenti iniziali in licen¬
ze software ed hardware. Con
WorkSpace On Demand è inoltre pos¬
sibile semplificare la distribuzione del
software che viene controllata dalla
componente WorkSpace On Demand
Manager.
La lista dei vantaggi della tecnologia
associata a WorkSpace On Demand
potrebbe andare avanti ancora, ma è
facile ripetersi considerato il fatto che
praticamente coincidono con quelli del
Network Computing,
Perché non OS/2
Light?
Forse sto invecchiando ma, almeno
questa volta, sono d'accordo con i
"pensatori" del marketing IBM;
WorkSpace On Demand è una natura¬
le evoluzione di OS/2, sia dal punto di
vista del server sia da quello del Client
ne sfrutta a pieno tutta la tecnologia e
la maturità ma, in realtà, le novità dal
punto di vista architetturale sono vera¬
mente tali e tante da non poter conti¬
nuare a chiamare il prodotto OS/2,
neanche con un Network davanti per
meglio delineare il tipo di funzionalità.
WorkSpace On Demand non è un
sistema operativo per personal com¬
puter "stand alone', ha bisogno di un
server e di una rete dai quali trae pro¬
prio i maggiori benefici e la sua ragion
d'essere, Inoltre, a
Figura 4 - IBM
spera che Work¬
Space On De¬
mand possa av¬
volgere e coin¬
volgere tulio II
mondo.
An index lo
(cchniciil
che si è fatto alla fine degli anni '80;
allora sembrava che tutto potesse
essere risolto con questi nuovi stru¬
menti ma, per mille e una ragione, il
mercato non fu recettivo ed intorno
all'intelligenza artificiale si è creato un
alone di 'fallimento" difficile da dimen¬
ticare. Ciò non toglie che molti prodot¬
ti che attualmente usiamo fanno uso
di motori inferenziali, di forward and
backward chaining, ma i diversi pro¬
duttori si guardano bene dal nominare
l'intelligenza artificiale anche se ne
sfruttano tutta la tecnologia maturata
negli anni.
Credo che un discorso analogo sia
stato fatto per WorkSpace On
Demand, ormai OS/2 per la maggior
parte della gente è relegato a sistema
operativo di nicchia, che ha perso la
battaglia con Windows come sistema
d'eccellenza per i personal computer
e, per quanto possa avere infiniti punti
di vantaggio, ormai questa etichetta
difficilmente potrà scrollarsela di
dosso. E allora ben venga WorkSpace
On Demand, reclamizzato più per la
sua ottima Virtual Java Machine che
non per la robustezza del suo kernel o
l'efficienza del suo multithreading che
però, per chi usa OS/2 ormai da anni,
sono ben conosciute ed apprezzate.
Conclusioni
Come ho già detto i personal com¬
puter tradizionali non stanno per
scomparire dall'oggi al domani ma
sicuramente i nuovi dispositivi proget¬
tati per un uso in rete conquisteranno
sempre più spazi di mercato in ragione
del notevole risparmio che un'architet¬
tura di network computing "pura" può
garantire alle grandi aziende.
Le prime offerte di hardware sono
già presenti sul mercato ed IBM, con
WorkSpace On Demand ha anticipato
tutti per quanto riguarda la compo¬
nente software di base e relativi stru¬
menti di gestione. Già altre volte
abbiamo visto “sciupare" un vantaggio
temporale da parte di IBM, forse se
smettono di reclamizzare WorkSpace
On Demand solo come un upgrade di
OS/2 e portano la componente
Manager anche su altri sistemi opera-
proposito di un
adeguato cambio
di nome, mi viene
in mente il grande
parlare di Intel¬
ligenza Artificiale
Figura 5 - Le tasi in
cui si può suddividere
l'avvio di un network
personal computer
con dei tempi appros¬
simativi di rilerimento.
/■ Power On
Il’l, Complete -,
POSTS
1,0AD O/S and DESKTOP
1,0AD APPS
► Memory lesi ► Lond OS
► Hardware Tesi - Pile System
- Driver*
► l.ond Desktop
► l.oad User
Speci fied
Applications
Usure 1: [PL Sequcnce
tivi come Windows NT o UNIX
potrebbe essere veramente la volta
buona, almeno per il kernel di OS/2, di
poter conquistare un giusto spazio di
mercato tra i sistemi operativi. Il
motore di questa possibilità non lo
intravedo tanto in IBM quanto nel
fatto che, ad esempio, per un'azienda
con migliaia di personal computer il
risparmio con un’architettura di
network computing si aggira in milioni
di dollari e considerazioni di questo
tipo a volte fanno avverare anche i
s °g ni ' «e
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
343
■ PD-SOFTWARE coordinamento di Corrado Giustozzi
Intranet e OS/2
Si parla sempre più spesso di Intranet in contesti aziendali, ma pochi
sanno che OS/2 è un ottimo candidato per essere utilizzato come
server di una rete intranet: esso infatti unisce la flessibilità, l'efficienza
e il basso costo di molte soluzioni Unix all'interfaccia grafica ed alla
facilità di amministrazione proprie di OS/2. Perciò vi parleremo anche
di programmi utili in quest'ambito, e cominciamo subito con un pro¬
gramma italiano, Internet Gate. Quindi vi presentiamo Archive Folder,
un'utility per gestire archivi compressi, e Xit, un’altra potente
estensione della WPS.
a cura del Team OS/2 Italia
Internet Gate vi .21
• Genere: utility, shareware
• File: igos2121 .zip (855 Kbyte)
• Autore: Marco Maccaferri
(rr |acca@arci02.bo.cnr.it|
• Reperibilità Internet:
Ihttp. www.maccasott.conl
iMylyjÉtlnHHiWfrtftfciii
• Autore recensione: Gian Luca
Prosperini |(qian-luca(g>usa.net)
Internet Gate (o
semplicemente IGATE) è principal¬
mente un gate proxy multiplo ed un
firewall. Ossia, una volta configurato
esso permetterà agli utenti collegati in
una rete locale e che non possiedono
un accesso diretto ad Internet di colle¬
garsi ad essa sfruttando la connessio¬
ne di un computer presente sulla stes¬
sa rete.
Per usare IGATE non bisogna esse¬
re dei ‘guru’ di Internet, perché è
semplice da configurare e questo è
uno dei punti di forza del programma:
bastano pochi passi per renderlo fun¬
zionante. E', inoltre, una valida alterna¬
tiva al meccanismo di instradamento
(routing) disponibile con il TCP/IP di
OS/2 WARP, in particolar modo per i
servizi aggiuntivi che esso offre,
I servizi che rende raggiungibili
sono: Email, World Wide Web, FTP,
News, Telnet. IRC, DNS, Diai On
Demand. Internet Gate permette così
di risparmiare denaro necessario per
attivare diversi account ed effettuare
le necessarie chiamate telefoniche
Tutti gli utenti, infatti, potranno simul¬
taneamente accedere ad Internet con¬
dividendo lo stesso modem, meglio
se ISDN.
Per installare il programma è neces¬
sario OS/2 WARP 3 o 4 (con il TCP/IP
installato) ed almeno 16 MByte di
RAM più un MByte di spazio disponi¬
bile sul disco rigido per i file ed, even¬
tualmente, lo spazio necessario per la
cache delle pagine WWW (di default
sono necessari 2 MByte).
Anche per gli utenti che non hanno
OS/2 esiste una versione per
Windows 95 e NT,
Internet Gate mette a disposizione i
servizi di. un server SOCKS V4 (in
modo da permettere a Netscape di
funzionare integralmente), un proxy
WWW (solo HTTP), un proxy FTP (per
utilizzare un Client FTP), un proxy
Telnet, un proxy SMTP (per la spedi¬
zione dei messaggi e-mai con qualsia¬
si programma per la gestione della
posta elettronica), un proxy P0P3 (per
la lettura dei messaggi di un server
P0P3), un proxy NNTP (newsgroup),
un proxy IRC (Internet Relay Chat), un
proxy DNS (Domain Name Server, per
la gestione degli indirizzi alfanumerici
al posto degli indirizzi IP numerici).
Insomma tutto quello che un utente
Internet utilizza ed anche qualcosa di
piùl
La terza pagina ci permette di moni-
torare, in qualsiasi momento, gli utenti
che si stanno servendo del nostro
gateway.
IGATE eseguirà, inoltre, il maschera¬
mento degli indirizzi IP. Ovvero: ogni
macchina ha un proprio indirizzo
numerico e, per evitare confusioni,
sarà necessario modificare tutte le
richieste uscenti identificandole con lo
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
PD SOFTWARE ■
stesso indirizzo; quando arriva la
risposta ad una richiesta IGATE si
occupa di "smistarle" ai vari PC
Per la configurazione del program¬
ma viene suggerito di utilizzare gli
indirizzi del tipo 10.1.2,xxx (ne abbia¬
mo disponibili 253 ossia dal 10.1.2 1
al 10.1.2.254); gli indirizzi 10.1.2.255
e 10 12 0 sono considerati riservati,
Possiamo, ad esempio, assegnare
al computer principale (per intenderci
quello che opererà il collegamento
con Internet) l'indirizzo IP 10.1,2.1 e,
agli altri computer, gli indirizzi che
vanno dal 10.1.2.2 al 10.1.2.254.
Quindi è bene testare il funziona¬
mento della rete, e per fare questo ci
basterà lanciare il comando ping di
OS/2 (es: ping 10.1.2.1, verificherà la
connessione con il computer con l'in¬
dirizzo IP specificato).
Infine dobbiamo collegare il compu¬
ter principale all'ISP (vostro provider
Internet). Per fare questo dobbiamo
utilizzare la quinta pagina del note¬
book di IGATE, in cui troveremo il
nostro ISP (se avremo già configurato
il dialer di WARP).
Selezionando la casella di spunta
"AUTO CONNECT TO" si farà in modo
che il programma si colleghi, al suo
avvio, al nostro provider automatica¬
mente.
Sempre su questa pagina possiamo
scegliere quante volte vogliamo riten¬
tare la connessione e se vogliamo
disconnetterci automaticamente se è
cessato il trasferimento dei dati.
A collegamento stabilito possiamo
verificare la connessione lanciando il
comando "ping" con l'indirizzo IP di un
qualsiasi computer su Internet.
Con IGATE controlliamo (prima pagi¬
na del notebook) che i servizi di proxy
siano attivati (nell'ultima colonna viene
indicato lo stato del servizio). Sempre
nella prima pagina dobbiamo inserire
l'indirizzo del DNS del nostro ISP
Ora mettiamoci a lavoro su uno dei
computer Client collegati e facciamo
partire il nostro browser (ad es
Netscape).
Se utilizziamo Netscape entriamo
attraverso il menu Options in
Network Preferences/Proxies, sele¬
zioniamo Manual Proxy Configuration
e digitiamo quanto segue:
HTTP Proxy: <indirizzo IP del ser¬
ver Port: 80
SOCKS Host: cindirizzo IP del ser¬
ver Port: 1080
usciamo dalla configurazione e pro¬
viamo il collegamento alla nostra pagi¬
na Web preferita.
Per risparmiare denaro, è possibile
chiudere una sessione automatica¬
mente dopo un lasso di tempo (a
nostra scelta) in cui non ci sono atti¬
vità da e verso Internet.
IGATE è shareware ed il prezzo
varia a seconda del numero di Client
attivi contemporaneamente.
La registrazione del programma ci
permetterà di gestire più Client con¬
temporaneamente (altrimenti è attivo
solo un Client oltre al pc dove gira
IGATE) e di ricevere il supporto del¬
l'autore, un italiano!, che aggiorna
continuamente il programma (è anzi
probabile che sarà uscita una nuova
versione quando leggerete questo
articolo).
Particolare attenzione va prestata
alla configurazione del nostro Client di
posta elettronica.
Infatti al posto del nome dell’host
POP3, a cui ci colleghiamo per riceve¬
re la nostra posta, bisogna digitare:
nomeutente<carattere_di_separazio-
ne>nomehost.
Il carattere_di_separazione (di
default: "#") può essere modificato a
seconda delle nostre esigenze dalla
prima pagina del notebook del pro¬
gramma editando la riga POP3 Proxy,
Per migliorare le performance pos¬
siamo attivare una cache (con dimen¬
sione personalizzabile) per le richieste
inoltrate attraverso il server proxy
HTTP di IGATE ed il DNS.
La "pulizia" dei dati nella cache,
quando necessaria, può avvenire
anche manualmente utilizzando un
apposito pulsante. Anche l'aggiorna¬
mento dei dati in essa contenuti può
essere programmato, cosi da avere
sempre aggiornati i dati a cui faccia¬
mo riferimento più spesso.
Concludendo, se avete bisogno di
un programma del genere e non
avete molto tempo a disposizione
allora date un’occhiata ad "IGATE"
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
345
■ PD SOFTWARE
Archive Folder 0.32
• Genere: utility, freeware
• File: af0_32b.zip 270kB
• Autore: Thomas Olsen
( lolsen2@internet.dk1
• Reperibilità Internet:
http:-hobbes.nmsu.ecl il
• Autore recensione: Jurgen
Assfalg Kviqo@treenel.hut.fi |
Da lungo tempo
ormai la compressione dei dati è una
problematica che accompagna l'utente
di computer nel suo lavoro quotidiano.
I vantaggi delle tecniche di compres¬
sione sono innegabili e sono in gran
parte di natura economica: tutti sanno
che il tempo è denaro, ma aggiungerei
che anche lo spazio è denaro. Mentre
il fattore temporale è determinante nel
trasferimento dei file (visto che il
tempo di connessione a BBS e
Internet lo paghiamo), il fattore spazia¬
le incide sui costi per la memorizzazio¬
ne dei dati.
Dobbiamo però riconoscere che la
gestione degli archivi compressi può a
volte risultare snervante non tutti
usano lo stesso programma di com¬
pressione, né ha senso imporne uno
come standard (giacché ciò limitereb¬
be la diffusione di nuovi e più efficaci
algoritmi). A questo si aggiungano
anche le differenze fra le interfacce
dei vari programmi, che sovente si
limitano a insalate di switch a riga di
comando, e allora ci si rende conto
che esiste anche il rovescio della
medaglia!
Archive Folder, l'oggetto di questa
recensione, è una soluzione che vuole
eliminare gli svantaggi, pur mantenen¬
do gli aspetti positivi della compressio¬
ne dati Due sono i fronti sui quali
viene affrontato il problema: da un lato
la semplicità d’uso, dall'altro la flessi¬
bilità.
Per quanto riguarda il primo aspetto,
sia subito detto che il concetto di base
è quello di trattare i file compressi
come delle semplici cartelle: con un
doppio click si accede al contenuto e
attraverso le consuete operazioni di
drag & drop si possono aggiungere o
estrarre file singoli oppure in gruppi.
Gli oggetti nel folder sono altresì
disponibili per un uso immediato: un
ulteriore doppio click e l'applicazione
predefinita per quel tipo di file viene
aperta all'istante.
L'analogia con i folder però non fini¬
sce qui: è possibile scegliere fra la
visualizzazione ad icone oppure quella
a dettagli e, per gli oggetti che dispon¬
gono di una particolare icona memoriz¬
zata negli attributi estesi, questa viene
ovviamente visualizzata. Condizione
necessaria per sfruttare questa carat¬
teristica è che il programma di com¬
pressione (ad esempio INFO ZIP) salvi
gli attributi estesi nell'archivio,
Il secondo problema e stato risolto
offrendo all'utente la possibilità di
definire un numero arbitrario di pro¬
grammi di compressione e decom¬
pressione, indicando per ciascuno di
essi quali sono i parametri da utilizza¬
re per le singole operazioni. Per i pro¬
grammi più diffusi vengono già fornite
delle impostazioni predefimte, ma per
poter usare altri compressori, piu
recenti o meno famosi (eventualmen¬
te fatti in casa), si può completare la
lista modificando con un qualunque
editor uno specifico file ASCII Poiché
questo modo di operare è tutt'altro
che intuitivo, l'alternativa consiste nel
servirsi dell'opportuna utility acclusa
nel pacchetto. Con questo strumento,
se si ha la documentazione del pro¬
gramma di (s)compattazione alla
mano, Archive Folder può essere con¬
figurato per il nuovo compressore in
pochi attimi
L'installazione è molto semplice ed
al termine si trova sulla scrivania una
cartella con i due programmi, Archive
Folder e Archive Registry, ed una sot¬
tocartella con alcune maschere; que¬
ste ultime completano l'integrazione
con la WorkPlaceShell di OS/2 anche
un nuovo archivio vede la luce con un
semplice drag & drop e quindi, apren¬
dolo con il solito doppio click, lo si
riempie a piacimento.
Un programma perfetto dunque?
Sappiamo bene che questo e impossi¬
bile ma, nonostante certi difetti di gio¬
ventù, mi sento di consigliarlo viva¬
mente. Con l'uso ci si accorge di alcu¬
ni piccoli difetti quali, ad esempio,
l'impossibilità di eliminare un file dal¬
l'archivio compresso trascinandolo
sulla trinciatrice Sono tuttavia certo
che, nell'attesa della prossima versio¬
ne, la maggior parte dei lettori sapra
sopportare questi piccoli nei. La sem¬
plicità d'uso, inoltre, supplisce egre¬
giamente al fatto che la documenta¬
zione non abbia ancora raggiunto la
piena maturità
346
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
PD SOFTWARE ■
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Xit
• Genere: Utility WPS, sha
reware
• FILE: XIT24.ZIP 620 kb
• Autore: Codesmith Software
• Reperibilità Internet:
pttp://www.bmtmicro.com|
catalog/xit/xit.html
• Reperibilità BBS: Vatta!, Fido
2:332/101 (055-584613)
• Autore recensione: Marco
Berlini |(Dertini(o?iname comi
Xit è un'utility
che migliora e rende più comoda l'in¬
terfaccia di OS/2, portando ad un solo
click di "distanza" più di 30 operazioni,
che normalmente o sono associate a
vari menu contestuali della Workplace
Shell, o, in alcuni casi, proprio non esi¬
stono
Questo è fatto mediante l'aggiunta
di bottoni sulla barra del nome delle
finestre, di menu contestuali nuovi, e
nell'aggiunta di combinazioni di tasti e
pulsanti del mouse.
La posizione e l'ordine dei nuovi pul¬
santi è ovviamente a scelta dell'utiliz-
zatore, anzi volendo si possono anche
cambiare i bitmap dei pulsanti.
Nel caso si stia ancora utilizzando
Warp 3 verranno fatte alcune aggiunte
che rendono l'interfaccia più simile a
Warp 4, come il pulsante per chiudere
le finestre con un solo click.
Vediamo alcune delle funzioni che
vengono svolte dai pulsanti aggiuntivi;
certe operazioni non sono sempre
disponibili perché dipendenti dal conte¬
sto della finestra, per esempio le vane
funzioni di ordinamento valgono solo
per i folder, mentre altre sono valide
per tutte le finestre
Cominciamo quindi proprio con alcu¬
ne di queste ultime:
- riduzione della finestra alla sola
barra del nome: questa è una delle fun¬
zioni più utili, così infatti si riduce l'in¬
gombro delle finestre quando abbiamo
molte applicazioni e folder aperti;
- con il bottone di tasklist non é più
necessario premere contemporanea¬
mente i due tasti su una zona vuota
del desktop, o usare il Warpcenter. per
vedere l'elenco dei task attivi;
- è possibile creare pulsanti associati
a programmi esterni a nostra scelta,
facendoli eseguire sia in background
che no;
- con i bottoni di cut. copy e paste è
possibile, con soli tre click e senza
alcun movimento del mouse, effettua¬
re il cut e paste tra finestre PM e ses¬
sioni OS/2 e DOS: in alternativa queste
funzioni possono essere assegnate a
combinazioni di pulsanti del mouse,
come vedremo dopo;
- con i pulsanti di finestra preceden¬
te e successiva si cicla tra le finestre
aperte, secondo il loro ordine di aper¬
tura; questa funzione viene aggiunta
anche come combinazione di tasti.
Altre funzioni che valgono solo per i
folder sono invece:
- ordinamento per nome. data,
dimensione, data di accesso, creazio¬
ne e ultima scrittura;
- apertura del folder padre, con even¬
tuale chiusura del folder attualmente
aperto, sappiamo infatti che premendo
lo shift. quando si apre un folder o un
programma, viene chiuso il folder
padre, con questo pulsante si può
recuperare una chiusura di cui ci si era
pentiti, senza dover rifare tutta la trafila
per arrivare alla nostra cartella
Tutte queste funzioni possono esse¬
re assegnate anche a combinazioni di
tasti, tra cui quelli introdotti nelle
tastiere per Windows 95, oppure a
combinazioni di pulsanti del mouse
(destro e centrale) e tasti; così nel
caso si abbia un mouse a tre pulsanti è
possibile assegnare le varie funzioni di
Xit al pulsante centrale, altrimenti inuti¬
lizzato.
Altra novità che viene introdotta nel¬
l'interfaccia è l'opzione per spostare
automaticamente, dopo un tempo a
discrezione dell'utente, il focus sulla
finestra che sta sotto il puntatore del
mouse, come accade nell'X-Windows
di Unix; volendo è anche possibile por¬
tare in primo piano la finestra.
Decisamente questo è un aiuto quan¬
do si ha a che fare con desktop parti¬
colarmente affollati, e personalmente
la trovo una delle funzioni più utili.
Per finire come bonus c'è la possibi¬
lità di mettere un orologio nella barra
del titolo delle finestre.
In conclusione Xit è un'utility che
davvero può rendervi più comoda la
già ottima interfaccia di OS/2; tra le
oltre 30 funzioni che vengono aggiunte
ce ne sono alcune veramente imperdi¬
bili, specie per chi ha una tastiera
Windows 95 o un mouse a tre pulsan¬
ti; è molto configurabile, per cui si
adatta facilmente alle necessità di
ognuno, senza obbligare ad accettare
funzioni non richieste: msomma. il con¬
siglio è di provarlo. Da questa release
è inoltre disponibile la versione in lin¬
gua italiana che potete prelevare sem¬
pre al sito della BMT micro
( ftp://ftp.bmtmicro.com/bmtmicro/xit-
deua.zip) .
fi®
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
347
coordinamento di Andrea de Prisco
Final Draft 4.1
di Raffaello De Masi
Final Draft 4.1
*
M»')s
All'età di dodici anni scrissi il mio pri¬
mo romanzo; narrava di una ragazza.
Rosetta Oano, che, travolta dalla guer¬
ra fratricida che aveva portato a san¬
guinose battaglie tra due paesi della
provincia di Avellino, rispettivamente
di ottocento e mille abitanti, riesce a
salvare la sua bicocca di campagna
grazie anche all'aiuto di un tal Retto,
avventuriero e trafficante in mobili usa¬
ti e biciclette di seconda mano. La po¬
verina, segretamente innamorata di
Ascello, che aveva l'aspetto, piu che
altro, di un baccalà semiaddormentato,
solo alla fine si accorge, dopo aver bat¬
tuto la testa, che il suo grande amore
è davvero Retto, ma costui ormai ne
ha le tasche piene e, dopo che la cop¬
pia ha perso, tra l'altro, in circostanze
tragiche, il gatto di casa, se ne va sbat¬
tendo la porta e gridando "domani è
un'altra settimana”!
Romanzo carico di lirica e di pathos,
di ampio respiro (abbraccia un tormen¬
tato periodo della parte di storia più
oscura della provincia di Avellino), vero
e proprio racconto elegiaco della re¬
denzione di un popolo m marcia verso
il suo avvenire, doveva rappresentare
una pietra miliare nella letteratura ita¬
liana. senza per questo sovrapporsi a
romanzi forse altrettanto validi, come
"I promessi sposi", "Il nome della ro¬
sa", o "Una vita violenta" A questo
punto, conscio del grande avvenire che
mi si schiudeva davanti, decidevo di
Produttore :
Beniamm Cahan
B.C. Software. Ine.
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mettere giù una sceneggiatura per una
probabile pellicola che, indefettibilmen¬
te, qualche sommo regista avrebbe vo¬
luto realizzare, appena avesse letto le
prime pagine della mia Opera. Comin¬
ciai anche a metterci le mani, buttando
giù la scaletta e approntandomi a riscri¬
vere tutti i dialoghi; ma devo ricono¬
scere (e questa è una grande ferita alla
mia immodestia) che incontravo una
certa difficoltà nel mestiere dello sce¬
neggiatore. A un certo punto sono si¬
curo che ci sia stata una fuga di noti¬
zie, e che una tal Margaret Mitchell si
sia impadronita di un mio manoscritto
e abbia propagandato per farina del
suo sacco il mio duro lavoro. Mi direte
che con le date c'è qualche piccola di¬
screpanza; come siete ingenui! Non
immaginate, nel campo dei romanzieri,
a che meschinità e imbrogli ci si sotto¬
metta per giungere allo scopo! E poi,
che razza di titolo era il suo? Meglio il
mio, "Cannonate su Atripalda", non vi
pare?
Oggi mi ritrovo a pensare che se non
avessi perso tempo a scrivere quella
sceneggiatura sarei famoso su tutta la
terra e sulle nostre colonie di Giove.
Ma non importa, io sono superiore a
certe meschinità. Certo però che se
avessi avuto a disposizione un pac¬
chetto come Final Draft oggi il piu
grande capolavoro del cinema avrebbe
anche la mia firma
Nota di Andrea de Prisco, domatore di
348
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
r * » HI# tdH leni Documenl torma» UUIMiet Ulinfloun || J 17:52 & Z J
101 o—« .* i iim». ui mcK^>i«> i4ip»>»« ihuwhm.
(lamaM (ami ir.
__l 4 .
i»fTTPr*D. urricio al buio, ir/nt
da tavolo au una gerivamo attuata aulla sinistro et» 1
a abr* di lattar* di protaaU dai lattorl dolio tlviata
ciocoaputar Cloniro alla scrivania, au un* poltrona di
palle iman*, aiada il DIPETTOK. con aria sconsolai# Intanto
a ballar* au ina tastiera di un PC
L’ufficio • alltneloao. tranne eh# par il suono di un passo
felpato di una tigre dal bengala eh# Il Direttore uaa per
sbranar* l redattori poco puntuali
rtÀPIMACCI
Non al avrai mi. Mladatto II sagrato
della Techniaedla aorlra con »e
• i#M
Lo splash screen
di final Orafi collaboratori esterni
- per MCmicrocompu-
ter‘ "Rafè. la prossi¬
ma volta che scrivi un romanzo, potresti
narrare di Avellita Quarte, amata con¬
sorte del dittatore irpino del dopoguer¬
ra, tal Juan Domingo Morett, conclu¬
dendo magari la storia sulle dolci noti di
"Don't cry for me Avellino..
biente della sceneggiatura; linee di se¬
parazione, azione, caratterizzazione,
dialogo, numeri di scena e cambio di
pagina-scena.
Tutto questo è più o meno eseguito
automaticamente dal programma man
mano che la scrit¬
tura si dipana.
Combinando intel¬
ligentemente il
cambio pagina e l'inserzione automati¬
ca di fine foglio con la nota "Conti-
Un esempio di una
scena, con t vari ele¬
menti e le relative lor-
mattaziom
Gli elementi di un manoscritto
Ma cosa è Final Draft
FD è essenzialmente un eccellente
pacchetto di word processing, disegna¬
to specificamente per scrivere sceneg¬
giature di film e telefilm, dialoghi, rac¬
conti sceneggiati. Esso combina tecni¬
che di videoscrittura potenti con le spe¬
cifiche richieste nel difficile mestiere di
sceneggiatore; il suo scopo dichiarato è
di focalizzare l'attenzione del professio¬
nista "cinematografaro" su quello che
scrive, e non su come lo si scrive. Inol¬
tre è costruito in modo da essere sem¬
plice nell'uso, in modo da non costrin¬
gere l'utente a imparare complicate
tecniche e criptiche combinazioni di
azioni.
A livello più basso, FD può essere in¬
teso come un wp completo, con tutte
le possibilità che gli utenti Macintosh
sono abituati a utilizzare: font multipli,
stili, grandezza dei caratteri, testate di
pagina e righelli a schermo, giusto per
nominarne alcuni. Accanto a queste
tecniche generali, FD conosce anche le
regole di formattazione proprie dell'am-
di scene gg iatura.
Essenzialmente una sceneggiatura è formata da una serie di "pezzi" diversi, elementi che
indicano parti e funzioni differenti nell'ambito dell'azione totale, o che consentono di de¬
scrivere ambienti, atmosfera, talora anche stati d'animo, o magari tipi di collegamento
con altre scene e parti della sceneggiatura stessa I più importanti sono.
Testata: sovente corrisponde al titolo della sceneggiatura stessa, anche se una di queste
può contenere diverse di quelle.
SlugLine: letteralmente linea obiettivo; si tratta di una specie di "titolo" della scena, e
può essere numerata, automaticamente o no, In essa si descrive, sinteticamente, dove e
quando la scena ha luogo. Sono scritte sempre in caratteri tutti maiuscoli. In FD tutte le
slugline vengono automaticamente inserite in una lista
Nome del personaggio: precede sempre il dialogo e indica la persona che sta parlando
Anche qui FD crea, automaticamente, una lista dei nomi, abbinandoli a delle sequenze di
tasti, veri e propri "nickname"; questo evita la necessità di ripetere continuamente la bat¬
titura dei nomi dei personaggi.
Note parentetiche: sono, in termini correnti, le direzioni che precedono e seguono
un'azione. Ad esempio:
... guardando da un'altra parte
... interrompendo la corsa.
Dialogo: dall'ovvio significato, indica le frasi pronunciate nell'azione Sono sempre prece¬
duti dal nome del personaggio che pronuncerà le frasi
Transizione; indica il tipo di taglio che collega le due scene. Le transizioni vengono sem¬
pre scritte in caratteri maiuscoli. Generalmente le transizioni più correnti vengono conser¬
vate in una lista per essere inserite rapidamente senza necessità di scrivere.
Esempio:
... in dissolvenza
... la scena si chiude con un sipario a veneziana
... nel frattempo.
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
349
Kilt
M'«d*r UntitlvdJ
°. .. i... l'. 1 . l>. - . ■. > .H .. i. » - 1 4 - » It1 ^^ - .. .. IL^
gnu») r?i=i _
►•>•1
*u vx» Palliar
Un» apy *»orr fuaoaa al avvine anta
nall onfcr# dai corndoi dalla TachmnadiaK^l
Kurmocz
Mon ai avrai ani a» ladano II aagrato
dalla Tachnmadia noma con na
l*n. rPATlTBK'
I I
nua...", è possibile realizzare la stampa
della sceneggiatura esattamente come
richiesta dai canoni professionali e
d’uso.
Facile da usare, FD è migliorato da
numerosi short-
key. comandi Tab
e altre combinazio¬
ni di tasti Molte di
queste combina¬
zioni riguardano, più che le classiche
scorciatoie da wp, vie dirette a frasi,
lessico e gergo degli sceneggiatori;
inoltre il pacchetto è organizzato in
modo da rendere quanto più semplice
possibile l’inserimento dei nomi dei
protagonisti e delle frasi di più comune
utilizzo.
Final Draft è disponibile sia per Mac
che per Windows, gli script (che qui si¬
gnifica proprio scritti, non macroi rea¬
lizzati in una versione sono trasparenti
all’altra, e questo permette scambi più
facili e collage più agevoli da parte del¬
lo sceneggiatore capo. In aggiunta. Fi-
Sergio Donati , o del bravo scene gg iatore...
Donati, chi era costui? E’ un mio buon amico, e già questo dovreb¬
be bastare. Ma poiché siete incontentabili, vi parlerò di una persona
che merita di essere conosciuta.
"Caro Nessuno,
morire, non è poi la cosa peggiore che possa capitare a un uomo
Guarda me, sono morto da tre giorni, e finalmente ho trovato la pace
Dicevi sempre che la mia vita era appesa a un filo; adesso anche la
tua è appesa a un filo. E sono in molti a volerlo tagliare, quel filo.
Ma a te piace rischiare, è il tuo modo di sentirti vivo Vedi, la diffe¬
renza tra te e me è questa; io. quando capivo che c'era un guaio in
vista, se potevo, l'evitavo, tu, se il guaio non c'è, te lo inventi, e poi
risolvi tutto lasciando il mento a un altro Cosi puoi continuare a es¬
sere nessuno. Non è mal pensata, sai? Ma stavolta hai giocato
grosso, e sono già in troppi a sapere che sei qualcuno; cosi finirai
per farti un nome, e allora vedrai che non avrai più tempo per gioca¬
re. e sarà sempre più dura, finche magari troverai anche tu uno che
ti vorrà mettere nella stona: e per tornare a essere nessuno, si può
solo morire.
Ma una cosa la puoi ancora fare, conservare un po ' di quella illusio¬
ne che faceva muovere noialtri, quelli della vecchia generazione, E
anche se continuerai a farlo col tuo solito tono da burla, te ne sare¬
mo grati lo stesso. Ho incontrato tanta gente nella mia vita: ladri,
assassini, preti e preti spretati, ruffiani, ricattatori, perfino qualche
uomo onesto, ma uomini soltanto, mai 1
Ti auguro di incontrarne uno. uno di quelli che non si incontrano
mai, o quasi mai, cosi potrete farvi compagnia Per me e difficile
che il miracolo si ripeta, ma. come si dice, la lontananza fa più cara
l'amicizia e l'assenza la fa più dolcel Adesso devo proprio lasciarti ;
ma, a proposito, quando vai dal barbiere, controlla che dietro il
grembiule ci sia sempre la faccia giusta "
Non vi ricordano nulla queste parole? Ma si. sono quelle della lette¬
ra che Jack Beauregard sta scrivendo a bordo del Sundowner. la
nave che sta salpando per l'Europa. Siamo alle scene finali del film
"Il mio nome è nessuno!”, canto del cigno di quel genere di sogno
che fu il buon western stile italiano, anche se quest’ultima pellicola,
dopo il netto rifiuto di Leone, fu diretto da Tonino Valeri. E lo sce¬
neggiatore era tal Donati, che ha sceneggiato tutti i film del grande
regista, tranne il capostipite "Per un pugno di dollari",
Per la verità Donati ha messo su carta opere altrettanto pregevoli al
di fuori dei western di Leone, ma il fatto che io abbia visto almeno
una trentina di volte film come "Giù la testa" e. appunto, "Il mio
nome è nessuno", opere che mi affascinano ad ogni passaggio e di
cui conosco i ben più mimmi particolari, me lo identificano, suo mal¬
grado, con quelle opere e con quell'epopea di giovinezza, mia e
sua, che allora studente mi portarono a vedere la prima opera di un
regista pressoché sconosciuto; un regista che, precedentemente,
aveva diretto un film mitologico, e che aveva fatto centro con
un'opera che nessuno voleva finanziare. Sergio Donati e oggi un
sceneggiatore famoso e impegnatissimo, che risponde a monosilla¬
bi alle mie e-mail. che lavora a tre o quattro cose contemporanea¬
mente, e che rifiuta costantemente i miei inviti a mettere qualche
cosa sotto i denti in un buon ristorante. Ma è uomo di grande pa¬
zienza ed estro esemplare, tanto da aver messo su un suo sito,
scritto con garbo e buon gusto, dove aneddotica, curiosità, com¬
menti e racconti della sua vita e dei suoi incontri si mescolano a for¬
mare uno zibaldone piacevole e divertente. Vi interessa sapere che
carattere aveva Henry Fonda e perchè accettò di girare il secondo
film western italiano? Immaginavate che Eli Vallach fosse un signo¬
re raffinato ed elegante. Lee Van Cleef un gentiluomo di altri tempi,
che Charles Bronson non fosse poi uno specchio di buona creanza
(scoprite come pittorescamente lo definisce Donati) e che Henry
Fonda era una persona timida e schiva? Visitate il suo sito (è nelle
pagine personali di mc-link) e, se vi piace il cinema e i suoi retrosce¬
na. potrete passare una serata in buona compagnia.
350
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
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dalla Taehniaadia aorira con •«
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dalla Technlncdia noi ir* con a*
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i italiano.
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a tettata au una uatlata di un fC
L ufficio a silenzioso iranno che par il suono di un passo
felpato di una loia dal bengala che 11 Mrettort uaa per
sbranare 1 redattoti poco puntuali
mi MIA-,
nal Draft include un programma ausilia¬
rio, Final Draft Viewer, che ha un’utilis¬
sima funzione, Viewer, tanto per
esemplificare, permette di inviare una
copia di uno script a una persona che
non possiede FD, consentendogli di
leggere la sceneggiatura, pur senza
consentirgli di editarla in scrittura (una
sorta di Acrobat Reader o di Power
Pomt Viewer, giusto per capirci).
Uff MICCI
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viene lasciare inalterati
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Non al avtai ni Mlodatto XI sagrato
dalla Tachnlaadia aont» con na
f Tool estremamente specializ-
j zato, elegante, pratico per la
j scrittura, secondo le regole,
! di una sceneggiatura.
; Ambiente dotato di tutte le
! utility per permettere a un
: utente di concentrarsi solo
sul lavoro di scrittura, lasciando da parte ogni
preoccupazione di formattazione.
Manuale di ottima fattura e organizzazione.
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
351
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znzii
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Gli ottimi vocabolari,
lessicale e dei sinonimi,
olire tulio mollo veloci,
peccalo non ne esista
la versione italiana
—
con formattazioni ben precise; e Final
Draft è fatto in modo da automatizzare
la creazione di tutti i pezzi della scena
stessa.
Come funziona un
programma come FD
Consentitemi un commento; ne ho vi¬
sti, in vent’anni, di manuali d'istruzione,
ma particolareggiato come quello che
ho in questo momento in mano, non
credo ce ne siano molti in giro. Sebbe¬
ne il pacchetto non sia molto comples¬
so da imparare, ogni procedura vi è de¬
scritta nei minimi particolari, Al lancio,
l'installer crea una cartella contenente
essenzialmente cinque elementi; il pro¬
gramma vero e proprio (pesante 500
KB), un folder contenente tesoro e di¬
zionario (in inglese, purtroppo, quindi
pressoché mutili), un updater, per gli
script creati con versioni precedenti,
una cartellina contenente una serie di
"elementi", praticamente stili necessari
agli addetti ai lavori che usano scrivere
le pagine della sceneggiatura in forme
diverse a seconda che si tratti di film,
racconti sceneggiati, situation comedy
e cosi via. L'ultimo elemento è il Viewer
di cui abbiamo poco prima detto.
Al primo lancio il programma chiede
di inserire il disco originale, per consen¬
tire l'autorizzazione all'utilizzo. Si tratta
di un sistema di protezione a dir poco
balordo, perché facilmente aggirabile e
che crea, all'utente inesperto, qualche
problema. Visto che pacchetti ben più
diffusi, generali e costosi di questo han¬
no, da tempo, abbandonato ogni forma
di protezione, onestamente se ne pote¬
va fare a meno.
Occorre precisare che Final Draft 4 è
stato completamente riscritto e utilizza
formati e standard diversi da quelli della
versione precedente; questo il motivo
per cui gli script realizzati In vecchio for¬
mato non possono essere aperti diretta¬
mente, ma abbisognano di essere "pas¬
sati" al filtro del convertitore Questo si¬
gnifica, più che altro, che chi usa 4 non
potrà inviare file a chi ha ancora una
vecchia versione.
Ed eccoci all'apertura; doppio click
sull'icona a forma di pellicola e ci ritro¬
viamo davanti a un foglio di wp old sty-
le; si e no c'è un righello, qualche for¬
mato di giustificazione, un pulsammo
per il colore e poco più. Ma alla base si
intravedono tre finestrine, fatte proprio
per gli addetti ai lavori. Il fatto è che gli
sceneggiatori sono abituati a scrivere (e
gli altri cinematografari a leggere) le
sceneggiature secondo un formato par¬
ticolare, che ha poco a che vedere con
le regole di wp. In altri termini ogni par¬
te della sceneggiatura (nome della sce¬
na, descrizione della scenografia, dialo¬
ghi, gli stessi nomi dei dialoganti, e cosi
via) seguono certi formati particolari (es.
tutto maiuscolo, tutto minuscolo, gras¬
setto, rientri, colore) che saltano imme¬
diatamente all'occhio a chi è abituato al¬
la loro chiave di lettura e permettono,
ad esempio, a un regista di "centrare"
la scena secondo come era stata pro¬
gettata. Ad esempio le Slug Lines, le li¬
nee d’avvio, sono testatine di scene
che stabiliscono l'organizzazione gene¬
rale della scena che sta cominciando.
Generalmente ogni scena è uno script
che comincia con una linea di individua¬
zione, che continua poi con una descri¬
zione dell'ambiente e del momento in
cui l’azione si svolge. Infine inizia la sce¬
na vera e propria, con un adeguato svi¬
luppo dei dialoghi. Ognuna di queste
parti va scritta in maniera particolare,
Un’occhiatina ai ferri
del mestiere
Facciamo un esempio, immaginiamo
una torbida spy-story ambientata alla
Technimedia e vediamo come, con Fi¬
nal Draft, si costruisce la sceneggiatu¬
ra. Lanciato il programma ci ritroviamo
con una finestra di scrittura aperta. Il
formato è già predisposto per battere la
linea descrittiva della prima scena, la
Slug Line. Battiamo:
INTERNO, UFFICIO AL BUIO, NOT¬
TE
Il testo sarà allineato a sinistra, senza
rientri, ed è scritto tutto in maiuscolo,
in carattere Courier 12. Questo formato
di default è basato su certi standard
che, provenienti dall'uso, si sono con¬
solidati e sono stati accettati universal¬
mente. Inserito il titolo della scena oc¬
correrà descriverne l'azione, Poiché
questa è qualcosa di diverso da quella,
uso e comodità vuole che il formato sia
diverso Sceglieremo quindi l'opzione
"Azione", cosa che si può fare in vario
modo (FD è uno dei rarissimi e lodevoli
casi in cui premendo il tasto di coman¬
do in un righello apposito vengono evi¬
denziati i tasti da premere in combina¬
zione per ottenere opzioni desiderate)
Sovente, però, la cosa è ancora più
semplice FD "intuisce" che dopo una
riga Slug, generalmente brevissima, si
passa a una sezione di azione, per cui
cambia, con una semplice andata a ca¬
po, una parte dei formati utilizzati
Il formato azione è non molto dissi-
352
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
mile da quello precedente, tranne per
essere, questa volta, scritto con l'utiliz¬
zo di maiuscole e minuscole. Battere¬
mo:
L’ufficio è deserto, all'oscuro, tranne
che per una lampada da tavolo su una
scrivania situata sulla sinistra, che è in¬
gombra di lettere di protesta di lettori
della rivista MCmicrocomputer Dietro
la scrivania, su una poltrona di pelle
umana, siede il DIRETTORE, con
un'aria distrutta, intento a battere su
una tastiera di un PC
L'ufficio è silenzioso, tranne per il
suono di un passo felpato di una tigre
che il DIRETTORE usa per sbranare i
redattori poco puntuali.
E' giunto il momento di creare i per¬
sonaggi; scegliamo lo shortcut Com-
mand-3 (che corrisponde alla opzione
New Character, nuovo personaggio) e a
questo punto FD mostra di essere dav¬
vero un wp molto specifico e finalizza¬
to.
Una delle cose più fastidiose durante
la stesura di una sceneggiatura è scri¬
vere e riscrivere continuamente gli
stessi nomi, con FD il mimmo che si
può fare è automatizzare il tutto, legan¬
do ogni cosa ripetitiva e seccante alla
battitura di pochi tasti ben scelti. Sele¬
zionando un'opportuna finestra si acce¬
de a un ambiente che accudisce alla bi¬
sogna. L'uso è del tutto intuitivo; basta
battere la parola, il nome o la frase
completa, con la relativa "shortword",
se cosi si può dire, perché, ogni volta
che serva, si possa ribattere il nome del
personaggio senza grande fatica.
In qualunque modo si sia agito, attra¬
verso shortword o direttamente chia¬
mando l'opzione del personaggio, SD
porrà, centrato nella pagina, il nome del
personaggio stesso; aggiungiamo una
frase di dialogo, giusto per completare
gli elementi della scena; vedremo che,
automaticamente, subito dopo la crea¬
zione del nome del personaggio, si
creerà una formattazione da dialogo,
con un rientro verso destra; in altri ter¬
mini. sul monitor avremo:
MARINACCI
Non mi avrai mai! Il segreto morirà
con me!
Il risultato finale di tutto quanto finora
messo a punto lo vedete nell'immagine.
E' opportuno, a questo punto, fare al¬
cune piccole precisazioni. Tutto quanto
si è riferito finora può essere ampia¬
La finestra di stampa,
ben specializzata nelle
particolari esigenze
della clientela che
userà Final Draft
mente modificabile
e customizzabile;
caratteri, formati,
rientri, giustìficatu-
re. uso delle maiu¬
scole, colori posso¬
no essere organiz¬
zati e modificati se¬
condo ì desideri
personali. Il pac¬
chetto utilizza i formati generalmente
correnti, e usati in maniera abbastanza
standard da chi esercita la professione
di sceneggiatore. E. sinceramente, con¬
viene lasciarli cosi come sono, altrimen¬
ti si rischia di creare zibaldoni incom-
prensibili. Per cui. se non volete essere
cacciati via a pedate da Spielberg quan¬
do gli presenterete la sceneggiatura per
la decima puntata di Jurassic Park, la¬
sciate perdere gli esperimenti; in fondo,
siete in casa d'altri, non vi pare?
Ritorniamo a noi; più che ovvio che si
possano inserire testate al volume che
stiamo preparando; la relativa finestra è
di grande raffinatezza e. ancora una vol¬
ta, rispetta le regole dell'ambiente di la¬
voro cui FD è indirizzato. Le pagine pos¬
sono contenere, nella testata, anche le
marcature di revisione, ma mi sembra
davvero esagerato che si possa stabili¬
re. letteralmente al millimetro, dove i
segni di marcatura verranno inseriti.
Le scene, come prevedibile, vanno
numerate. In altri termini, la linea di te¬
sta della scena viene generalmente ac¬
compagnata, avanti, da un numero pro¬
gressivo FD ha numerose opzioni in
proposito; le scene possono, ad esem¬
pio, essere rinumerate, se, per caso,
all'interno della sceneggiature, alcune,
nuove, vengono tolte o aggiunte; si pos¬
sono scegliere, ancora, numerazioni par¬
ziali. Le revisioni vengono "ricordate"
dal pacchetto, e la cosa è importante se
si considera che. in fase di stampa, si
spalanca una finestra in cui è possibile
scegliere di stampare solo le pagine re¬
visionate, o magari stampare in colori di¬
versi gli originali già approvati e i testi
revisionati.
E non basta; le scene possono essere
organizzate in vario modo e legate tra di
loro secondo diverse tecniche; ecco
quindi una serie di liste di frasi già pron¬
te, anche sotto l'ottica della formattazio¬
ne, che permettono di "legare" le scene
tra di loro (frasi che vanno sotto il nome
di "dissolvenza su...", "taglio su...”,
"flash back", e cosi via). Insomma, oc¬
corre solo avere le idee ben chiare e la
storia già organizzata in maniera giusta
nel cervello; il resto lo fa Final Draft.
Conclusioni
La vera ricchezza di FD sta nella cu-
stomizzabihtà avanzata del pacchetto, in
un manuale di istruzioni eccellente e in
una libreria di tool, precostruiti, che sod¬
disfano al meglio le esigenze della mag¬
gior parte degli utenti. Una volta chi
scriveva una sceneggiatura doveva ave¬
re una padronanza della macchina da
scrivere notevole, una manualità sulla
stessa elevata, e una buona pratica (o
una memoria di ferro) per ricordare tutti
gli standard di impaginazione, formatta¬
zione. tabulazione, uso dei caratteri ne¬
cessari perché lo scritto rispondesse
precisamente agli standard del settore
Oggi FD libera da tutte queste preoccu¬
pazioni, e lo fa nella maniera più facile e
trasparente. Non a caso le prove del
pacchetto, su MacWorld e MacUser,
sono concordi e raggiungono valutazioni
di buon livello. Ovviamente di tratta di
un pacchetto estremamente specifico,
destinato a una nicchia di professionisti
molto speciale. Ma una volta tanto vale¬
va la pena di uscire dalle prove "classi¬
che" per visitare un ambiente cosi affa¬
scinante. «g
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
353
USER MANUAL
Markzware's
Flight Check 3.1
di Raffaello De Masi
Quando si parte per il mare, a casa mia,
è come se avessero dichiarato la mia abi¬
tazione immediatamente inagibile e pron¬
ta da demolire, Vale a dire che mia moglie
organizza praticamente uno sfratto di casa
in piena regola, caricando la macchina di
qualunque cosa le passa per la testa e che
ritiene, anche in un'ipotesi lontanissima,
che ci possa servire Ci ritroviamo, quindi,
a partire per il villaggio con in valigia un
paio di bei maglioni pesanti, calzini di lana,
un vestito da cerimonia, provviste per il
viaggio (in genere vado sul Gargano, più o
meno tre o quattro ore. andando piano!)
che avrebbero fatto la felicità dei disperati
di Stalingrado, e cosi via. Non vi dico poi
della sezione medicinali: pillole, unguenti,
gocce per ogni malattia più o meno nota,
compresa la febbre gialla, la sindrome di
Ebola, la rogna e la crosta lattea dei lattan¬
ti. Ovviamente il bagagliaio non basta per
tutto questo, e quindi l'auto è invasa da
pacchi, pacchetti, borse di plastica siste¬
mate dappertutto sfruttando il mimmo
spazio, e che pare abbiano la capacità di
camminare da soli e la virtù della genera¬
zione spontanea. Finalmente si parte, con
la marmitta che tocca a terra e la macchi¬
na colma che pare quella di un extracomu-
mtario che commercia ricambi per mezzi
pesanti Ogni tanto do un'occhiata nello
specchietto per controllare Anna, la bam¬
bina che, poverina, a causa delle masseri¬
zie infilate sotto i sedili, sta in posizione gi¬
necologica.
Succede anche a voi? Non c'é da mera¬
vigliarsi, anche perché poi tocca a noi uo¬
mini scaricare all'arrivo; ma questo è nien¬
te. Il vero problema è al ritorno, quando si
aggiungono anche gli inutili regali e regali-
ni. le valigie decidono autonomamente di
non chiudersi più, e Anna passa in posizio¬
ne fetale. Eppure ogni anno usiamo, si e
no, il dieci per cento di quello che ci por¬
tiamo appresso.
Come sarebbe bello, invece, prima di
partire, poter verificare se abbiamo ap¬
presso solo quello che ci sarà necessario
In altri termini, una specie di controllo pre¬
liminare, una raccolta di tutti gli elementi
necessari al viaggio, un esame oculato
delle nostre esigenze. Meno male che per
Mac una cosa del genere esiste!
Flight Check, una
panacea per i problemi
che stanno arrivando
Il termine Flight Check, nel termine ac¬
ceso da Markz Software (a proposito, la
software house è di proprietà di Vincent e
Maria Gaia Marchesi, di origine umbra, da
parte di nonni) può essere inteso come il
processo di controllare un documento pri¬
ma di stamparlo, al fine di prevedere ed
evitare potenziali problemi. FC non fa mol¬
tissimo, ma quello che fa lo fa proprio be¬
ne. vale a dire che cerca di prevedere
ogni potenziale problema durante l'output
del documento, essenzialmente nell'otti¬
ca di inviare lo stesso a una periferica di
stampa. Inutile a dirsi, FC non può ripara¬
re, ma rimanda all'applicazione che ha ge¬
nerato il documento per eseguire le op¬
portune riparazioni
Cerchiamo di intenderci con un esem¬
pio; abbiamo creato un documento in
un'applicazione, che so, Photoshop. Free
Hand o semplicemente Word Credo che
Markzware’s Flight
Check 3.1
Prodotto:
MarkzWare Software Ine
1805. E DverRoad
Santa Ana CA 92705
Tel 714-756-5008
Fax 714-756-5108
WWW Hir, '-.•■v..v-. 0 -.e.va-ir ,-ur-l
naii.q.rnarcnéséwfnafréwéT^onT
Prezzo UVA I 99.95 USS
sarà successo a tutti che, una volta stam¬
pato. i risultati non sono quelli corrispon¬
denti a come avevamo visto il documento
a schermo Qualcosa del genere succede
spesso, addirittura in senso contrario, con
certe applicazioni Ad esempio, stampan¬
do su una laser, in formato ridotto, un do¬
cumento Word contenente immagini, so¬
vente l'applicazione ci avvisa che la stam¬
pa non può avvenire in quanto i bordi sono
al di fuori dell'area stampabile. Si tratta in¬
vece di un bug di programma, tant'è che
se si decide di ignorare il messaggio tutto
fila liscio. Talvolta, invece, mandiamo in
stampa documenti scritti con caratteri che
costruiscono righe che poi non saranno ri¬
spettate dalla stampante stessa; o magari
il salto delle pagine non sarà mantenuto. E
allora ci troviamo con valanghe di carta mu¬
tili, tempo perso, code di stampa che non
finiscono mai. E non e finita; immaginate
di aver utilizzato, ad esempio, carta legale
e capirete in che guaio ci siamo cacciati
Per capire a fondo come funziona Flight
Check è opportuno fare un riferimento al si¬
gnificato pieno della parola. Al momento
della partenza di un aereo, alcuni tecnici,
con taccuino e stampati, eseguono una se¬
ne di verifiche puntuali sul velivolo destina¬
to a partire. Man mano che le verifiche ven¬
gono eseguite, gli addetti spuntano i rispet¬
tivi controlli e alla fine, danno il via libera.
Ovviamente il paragone è forzato, per¬
ché la vita di persone è senz'altro più im¬
portante della stampa di un documento
D'altro canto non è da escludere che un
giorno ci capiterà di stampare qualcosa di
estremamente importante, e non potre¬
mo avere la possibilità di ripetere, col ri¬
schio che non tutto vada per il verso giu¬
sto Flight Check, quello software, serve
proprio a questo, vale a dire che controlla
la "stampabilità" del documento ese¬
guendo una serie di verifiche sul docu-
354
MCmicrocomputer n, 180 - gennaio 1998
--» *1
Una sene di imma¬
gini, illustranti diver¬
se funzionalità del
pacchetto
f^j-T
mento stesso, alla
scoperta di problemi
potenziali L'uso del
pacchetto 6 a que¬
sto punto ovvio Im¬
maginiamo di essere
fuori per lavoro, con appresso il nostro
PowerBook, è poco probabile che in vali¬
gia abbiamo anche portato la stampante.
Occorre consegnare per la serata la nostra
relazione finale, integrata di appunti e note
dell'ultimo momento; possiamo recarci
con un dischetto in un negozio di servizi e
chiedere di stampare il file; il titolare po¬
trebbe stampare il documento, ma, guar¬
da caso, questo non corrisponde a quello
che avevamo previsto. FC esegue invece
un'accurata scansione del documento,
fornendo un report istantaneo degli even¬
tuali problemi, e chiedendo di sanarli. E,
inoltre, poiché FC è una applicazione
stand-alone, può essere usata per esami¬
nare un documento prodotto da un’appli¬
cazione non presente sulla macchina che
stiamo usando.
In maniera piu precisa possiamo quindi
dire che Flight Check è un processo che
inizia appena dopo la creazione di un do¬
cumento e appena prima l'inizio della
stampa e si basa su tre passaggi distinti:
- esame, vale a dire il processo di scan-
@
o
oc
Q_
Pacchetto di genere profes¬
sionale, capace di ricavare,
da un file soprattutto grafico,
un numero di caratteristiche
e di informazioni davvero no¬
tevole.
Non sempre il significato dei
parametri evidenziati appare
immediatamente evidente;
sarebbe stato utile un help in
linea ben articolato e del tipo
context sensitive
sione del documen¬
to e di ispezione dei
suoi elementi;
- verifica; proces¬
so di test di ogni
oggetto contenuto
nel documento, comparandolo con un de¬
terminato set di regole;
- attestazione, processo finale di certifi¬
cazione, appunto, che tutte le verifiche
sono state effettuate e superate (alla NA¬
SA si usano i termini ''A-OK" e "Ready to
blastoff"
Come funziona
Flight Check
Una volta installato. FC verifica file gra¬
fici, soprattutto, sia attraverso la tecnica
del drag&drop, sia aprendoli direttamente
da applicazione Appena un documento
viene aperto, si apre una finestra molto
coreografica, che analizza il file in base a
otto categorie principali; Application Info,
Printer Type, File Info, Page Info, Print
Info, Color List, Font List e Images List.
La prima categoria consente di localizzare
l'applicazione che ha creato il documento,
eventualmente anche proponendo un'ap¬
plicazione sostitutiva (di seguito, compare
il tipo di stampante che originariamente è
stata scelta come periferica di default),
"File Info" evidenzia alcuni parametri del
documento come grandezza, "creator",
data di prima realizzazione e di modifica,
"Page Info", strettamente correlata con
Printer Info e Printer Type, è l'ambiente di
settaggio delle misure del foglio, della car¬
ta, degli zoom, ecc. E' interessante notare
che da questo ambiente possono essere
modificati altri valori e parametri, come,
ad esempio, bordo per la cucitura e set¬
taggio di pagina destra e sinistra. Print
Info, inoltre, permette di ridefimre funzioni
e valori in base al nuovo ambiente di
stampa, come risoluzione, tono dei grigi,
qualità di stampa, sequenza delle pagine,
separazioni, crocini di registro. Ovviamen¬
te non poteva mancare una finestra che li¬
sta la codifica dei colori, dei tipi di caratte¬
lille Peqe UollllM 1
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Stesura Finale
re. delle immagini con relativa codifica
FC e interessante, indipendentemente
dalle sue funzioni, perché permette di re¬
digere uno screening completo del docu¬
mento. L'esempio piu avanzato di utilizzo
di questo pacchetto è quando lo si applica
a un file multimediale, tipicamente una
pagina HTML Di ogni particolare avremo
la radiografia completa, con visualizzazio¬
ne delle caratteristiche di ogni singola par¬
te componente (escludendo, logicamen¬
te, parti non stampabili, come un compo¬
nente musicale) Ma il vero cuore di Flight
Check e una potente finestra, chiamata
"Ground Control", che pare tratta, pari pa¬
ri. da un quadro di strumentazione di un
747 Ci sono circa un centinaio di controlli,
raggruppati tutti in una schermata, ma
non è il caso di preoccuparsi, sono per la
maggior parte intuitivi e. comunque, logi¬
camente connessi.
Conclusioni
Descrivere Flight Check in dettaglio e
fuori dalla portata di questo articolo Si im¬
magini che nella sessantina di pagine del
manuale sono descritte un paio di centi¬
naia di regolazioni, settaggi, organizzazio¬
ni, comandi di stampa, verifiche di compa¬
tibilità, screening di possibili errori. Forse
neppure un Concorde passa, in proporzio¬
ne, tanti controlli. Si tratta quindi di un
pacchetto originalissimo, potente, raffina¬
to. vero strumento chirurgico utilizzabile
anche da un comune utente Inoltre la
Markzware, e in particolare Mary Gay
Marchese, cui mi sono rivolto per chiari¬
menti. hanno anche il non sempre comu¬
ne pregio della cortesia e della pazienza E
per aiutarmi a capire in tre giorni (il tempo
che ho avuto per la prova) tutte le caratte¬
ristiche del pacchetto, Maria Gaia, di que-
st'ultima virtù, ne ha davvero avuta tanta I
«e
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
355
■ PD-SOFTWARE
coordinamento di Andrea de Prisco
Immaginando
Chi usa un Macintosh, inevitabilmente, si ritrova a manipolare immagini.
Immagini per le pagine WWW, immagini per le relazioni dell’ufficio,
immagini da impaginare, immagini da immagazzinare. Le foto delle
vacanze, le foto del lavoro quotidiano. I filmati multimediali e il filmino del
pupo... In un modo o nell’altro le immagini, spesso piacevoli, riempiono il
disco rigido del vostro computer. Servono allora programmi per catalogarle
e ritrovarle rapidamente,
servono programmi per
crearle e gestirle, servono
programmi per poterle
visualizzare. Perché non
cercare anche nel mondo
del PD qualcosa di utile?
di Valter Di Dio
iView 2.9.4
• Genere: Catalogatore Imma¬
gini - Shareware (25 $)
• Nome File: iview294.hqx
• Autore: Hot Cakes
<julian@sierra.net>
• Reperibilità Internet:
http://hyperarchive.lcs.mit.
edu/HyperArchive.html
A tutti sarà capita¬
to di dover cercare una certa immagine,
di essere sicuri di averla, di essere
quasi certi che sia in un certo posto
eppure non c'è. Un pochino aiuta l'ico¬
na, che riproduce il contenuto dell'im¬
magine che, alcuni programmi, come
ad esempio Photoshop, sono soliti met-
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[ SfTUlSB» 1 { J ATt I II/17»)W1
tere Sarebbe utile
anche l'anteprima,
solo che non tutti
la mettono e non
tutti i programmi la
leggono. Non resta
quindi che affidarsi
ad un catalogatore
"di professione".
Questo iView per¬
mette di catalogare
immagini di qual¬
siasi tipo e consen¬
te la visualizzazione
sotto forma di rac¬
colta di thumbnail
oppure di antepri¬
ma a grandezza
naturale (ma con
soli 16 colori). Il
catalogo contiene
tutte le immagini e
può essere salvato
nella stessa cartel¬
la delle immagini o
356
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
0S
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in un altro posto.
Di ciascuna
immagine vengo¬
no conservate
tutte le informa¬
zioni principali
come ad esem¬
pio il tipo, il pro¬
gramma che le
ha create e le
dimensioni II
contenuto delle
informazioni può
anche essere
esportato come
testo con i sepa¬
ratori predisposti
all'importazione
m un data-base o
in un foglio elet¬
tronico.
File Info-.
Info:
Pr*vwv
✓ General
$1
Captlon
#2
Keywords
*3
Categorles
Credits
864
365
Crtètor A<Joò* Photoshop^» 4 0
Prtvfw Il 2x85, 8K
Vtb Locèhor
Cancel
Save
• Multimedia
Designer vi.0
• Genere: Memorandum
Shareware (20 $)
• Nome File: desìgner-IO.hqx
• Autore: Richard White
<whiterm@es.co.nz>
• Reperibilità Internet:
Ihttp: www.es.co.nz/-wFl iterm
« |http:/-'hyperarchive.lcs|
mit.edu/HyperArchive.html
Creare documen¬
ti ipertestuali da distribuire è ormai una
cosa semplice, soprattutto grazie al
formato HTML. Resta però il problema
del browser di lettura che deve essere
già m possesso dell'utente o che
comunque necessita di installazioni
non sempre gradite (senza contare lo
spazio occupato). Ecco un programma
che, invece, permette di creare docu¬
menti ipertestuali stand-alone.
Purtroppo non utilizza l'HTML come
linguaggio, ma ha un editor di oggetti
davvero molto potente ed abbastanza
semplice da utilizzare, una volta che si
sia presa la mano con il sistema di rife¬
rimento degli oggetti. Multimedia
Designer permette
di creare dei docu¬
menti con bottoni,
filmati, foto, suoni
e link in modo
molto naturale.
Si piazzano gli
oggetti e poi si
descrivono, in
un'apposita fine¬
stra, le caratteristi¬
che e le opzioni
degli oggetti. Una
specie di mint-lin-
guaggio permette
anche le operazio¬
ni di IF, WAIT e
LOOP che danno
un piccolo vantag¬
gio a questo pro¬
gramma rispetto
all'HTML senza
Java II documento
creato è un'appli¬
cazione autonoma
che non richiede
moduli di run-time
né licenze d'uso. Il
programma ha un
costo limitato e il
pagamento della
quota elimina un
simpatico sistema
di ritardo iniziale,
basato su un quiz
matematico cui si
deve rispondere di
volta in volta.
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
357
■ PD SOFTWARE
AVI to
QuickTime Kit 1.1
• Genere: Utility grafica
Freeware
• Nome File: avi-to-qt-kit-11 hqx
• Autore: Joel Klecker <sup
port@esperance.com>
• Reperibilità Internet: http://
|www esperance.com nackq
• http://hyperarchive.lcs.mit.edu/
HyperArchive.html
Pifinfw:
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oPD Soft
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tonte! | | tonoorl
Il contenuto dei file AVI, le animazio¬
ni di Windows, è molto simile, nella
struttura, al formato QuickTime. Sono
differenti i sistemi di compressio-
ne/decompressione e l'header del file.
E' allora possibile convertire i filmati
da AVI a QuickTime anche solo crean¬
do un file di "reference" che poi punta
al documento AVI originale.
z
Questo program¬
ma permette di
convertire un
video AVI sia in un
file QuickTime indi¬
pendente. sia in un
"puntatore"
QuickTime al file
AVI. Ovviamente il file "puntatore" è
estremamente piccolo ma non può
essere visto senza il file originale
Questa opzione è però molto utile per
chi realizza CD multipiattaforma per¬
ché permette di non dover duplicare lo
spazio occupato dai filmati. I file sono
tutti in AVI, mentre gli utenti
Macintosh ci accedono attraverso il
"reference"
•TCalcl.0
• Genere: SMPTE Utility
Shareware (27 $)
• Nome File: tcalc.hqx
• Autore: Blue Rose <gcrice@
bleurose.com>
• Reperibilità Internet:
Ihttp:/ www.bleurose.con]
• http://hyperarchive.lcs.mit.
edu/HyperArchive.html
Probabilmente non e il program¬
ma dell'anno; e non credo che
capiti spesso, o a molti, di dover
convertire codici SMPTE in foto¬
grammi Però è un'operazione
indispensabile per chi si occupa,
per lavoro, di sincronizzazione
audio/video o di controllo luci
Questa piccola utility converte
da SMPTE a fotogrammi e vice¬
versa per i formati PAL ed NTSC
Tutte e due le finestre PAL ed
NTSC possono essere aperte con¬
temporaneamente per consentire,
ad esempio, la sincronizzazione di
un nastro PAL con uno NTSC.
é Fly Through 1.1.2
• Genere: QuickDraw 3D VR
Viewer - Freeware
• Nome File: fly-through-112.hqx
• Autore: James Jennmgs
<jennings@halcyon.com>
• Reperibilità lntemet:ftp://ftp.halc
yon.com/pub/users/jennings
• http://hyperarchive.lcs.mit.
edu/HyperArchive.html
L'avvento dei
PowerMac ha sca¬
tenato la fantasia
dei realizzatori di
mondi virtuali
Grazie a QuickTime
VR e QuickTime
3D si è definito un
nuovo standard
nella rappresenta¬
zione di mondi 3D
Mancava però un
elemento di giun¬
zione tra il
QuickTime 3D, che
permette grazie al
formato 3DMF di
358
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
descrivere velocemente oggetti 3D, e
QuickTime VR che consente di "navi-
f are" in immagini piane Questo Fly
hrough permette di "navigare" con
gli stessi comandi del VR in un mondo
descritto da 3DMF. Si può allora descri¬
vere un ambiente popolato da oggetti
tridimensionali come se fosse una
• 3D QT ViewMaster
• Genere: Stack HyperCard
Hireware
• Nome File: three-d-qt-view
master-131.hqx
• Autore: Oliver Kenkel cOliver
@magic-bbs.corp.apple.com>
• Reperibilità Internet:
http://hyperarchive.lcs.mit.
edu/HyperArchive.html
I piu grandicelli
(più o meno come me) ricorderanno
sicuramente con affetto il buon vecchio
ViewMaster. Il primo oggetto ad aver
acceso la fantasia dei bambini con
immagini davvero 3D. La mia preferita
era la serie dei cartoni animati della
Walt Disney dove, grazie al View
:
*DBPresents1.0
• Genere: Slide Show
Shareware (25 $)
• Nome File: dbp-10-cd.hqx
• Autore: Lendal & Judy
Derreberry <lwderre@
hi-net.or.jp>
• Reperibilità Internet:
Ihttp: . www.UrderNet.comt
DBPresents/DBP.html
• Ihttp: hyperarchive.lcs.mitl
edu/HyperArchive.html
realtà virtuale creata con QuickTime
VR. In più. rispetto a VR, c'è la possibi¬
lità di entrare davvero in mezzo agli
oggetti e di vederli da qualsiasi angola¬
zione e da qualsiasi distanza, senza
che questi perdano di definizione Per
funzionare necessita ovviamente di un
Power Macintosh (con almeno 16
Master, si poteva¬
no vedere i prota¬
gonisti di Fantasia,
di Cenerentola e di
Biancaneve in un
fantastico coloratis¬
simo mondo tridi¬
mensionale.
Ecco quindi che
non potevo fare a
meno di scaricare e
provare questo 3D
QT ViewMaster
che consente, a
partire da un filma¬
to QuickTime, rea¬
lizzato seguendo le
raccomandazioni
spiegate nelle istru¬
zioni, di creare dei
panorami tridimensionali da vedere
anche senza speciali occhialetti. Per
ottenere questo effetto si utilizzano i
fotogrammi del filmato distanziati di un
certo passo (variabile da 3 a 9 fotogram¬
mi). I due fotogrammi selezionati ven¬
megabyte di RAM) e il QuickDraw 3D
(scaricarle dal sito Apple). Oltre a que¬
sto servono degli ambienti 3D; ce ne
sono alcuni già nella cartella demo del
programma Fly Through, altri si posso¬
no scaricare dal sito Virtual Worlds
Gallery: http://quickdraw3d.appiè
com/Gallery/3DWorlds.HTML
gono posti sul video ad una distanza
tale che, incrociando gli occhi cosi
come si fa per vedere gli stereogrammi,
si ottiene una visione tridimensionale a
colori di quella che era una normale
ripresa panoramica.
Ci sono in circolazio¬
ne decine di Slide
Show, ma pochi di que¬
sti sono m grado di pas¬
sare indifferentemente
da PICT a JPEG e a
Movie di Quick
Time. DB Present con¬
sente di ottimizzare la
presentazione in fun¬
zione delle prestazioni
della macchina. Viene
distribuito in due ver¬
sioni CD e senza CD, a
seconda che la mac¬
china disponga o
meno di un CD della
Apple, e possiede
un'ampia gamma di
personalizzazioni.
t. m» mi < _ «m a 1 81 '
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
359
coordinamento di Andrea Suatoni
Amiga F/X
Il montaggio video non-lineare
Il sistema di montaggio video non-lineare VLAB-Motion della tedesca
MacroSystems è senza dubbio il più diffuso su Amiga sia per il basso costo
che per l'eccellente qualità del software di gestione, Movieshop, che supera
per prestazioni e facilità d’uso la maggior parte dei sistemi concorrenti, non
solo Amiga. Non a caso Movieshop è disponibile oltre che per Amiga anche per
workstation Sun e per il clone di Amiga dedicato ai professionisti del video,
DraCo, sempre della MacroSystems. Purtroppo molto spesso la manualistica
fornita con la VLAB-Motion non è aggiornata alle ultime versioni del prodotto
o, se lo è, è in tedesco. Per questo motivo alcune delle più avanzate
caratteristiche della VLAB-Motion sono ignorate dai suoi utenti, e ancora oggi
permane la convinzione che
la VLAB-Motion abbia
un'uscita di scarsa qualità o
crei problemi nel riversaggio,
quando si tratta di
caratteristiche operative che
sarebbe sufficiente
conoscere per non incorrere
in difficoltà.
di Massimiliano Marras
JPEG e motion JPEG
Il JPEG è un formato ormai noto a
tutti, e anche se solo pochi anni fa veni¬
va considerato una stranezza che non
avrebbe mai preso piede, ha finalmente
rimpiazzato di fatto l'orribile e antiquato
GIF nell'uso comune Non tutti, però,
sanno che JPEG non è in effetti un for¬
mato grafico, come GIF e TARGA,
quanto un algoritmo di compressione
che può essere implementato in molti
modi diversi Le immagini che comune¬
mente vengono chiamate JPEG do¬
vrebbero in realtà chiamarsi JFIF/
JPEG, per indicare il formato JFIF e la
compressione JPEG, Infatti, anche for¬
mati come il UFF, l'MPEG e il Motion-
JPEG adoperano o possono adoperare
tecniche di compressione JPEG, senza
per questo essere leggibili come "for¬
mato jpg" Questa apparente confusio¬
ne è dovuta al fatto che il JPEG (che è
l'acronimo di Joint Photographics
360
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
Experts Group) è un insieme di tecniche
di compressione basate sulle caratteristi¬
che del sistema visivo umano di cui esi¬
stono numerose varianti, alcune delle
quali anche coperte da brevetto (è il caso
della codifica aritmetica, che non richiede
codici di lunghezza intera come invece
avviene per la codifica Huffman impiega¬
ta normalmente); inoltre, un file ''JPEG"
può risultare illeggibile per un'applicazio-
ne se adopera un'organizzazione dei
campioni differente. Questo capita rara¬
mente, ma ne parliamo proprio perché la
VLAB-Motion adopera un metodo di
compressione che la rende incompatibile
(apparentemente) con molto del softwa¬
re comunemente usato.
Prima di parlare di quantizzazione, cer¬
chiamo di comprendere per grandi linee
il principio operativo del JPEG, cosa che
ci aiuterà notevolmente al momento di
affrontare i problemi pratici del montag¬
gio video non lineare. Qualsiasi rappre¬
sentazione digitale di un'immagine ana¬
logica, sia essa la scansione di una foto¬
grafia, la digitalizzazione di un segnale
video o anche il rendering di un’immagi¬
ne sintetica, implica un processo detto
di campionamento. Questo vuol dire
che, a fronte di un segnale analogico in
ingresso (quindi continuo e infinito), è
necessario prendere in esame un nume¬
ro finito di campioni, pari alla risoluzione
dell'immagine. Pensiamo a un geologo
che effettui dei rilevamenti sul terreno:
ovviamente non potrà analizzare ogni
millimetro quadrato dell’area a lui asse¬
gnata. ma si limiterà a prelevare un cam¬
pione ogni tanto, seguendo un certo cri¬
terio. e a ricostruire in una tabella o una
mappa il ''segnale" originale. Se i cam¬
pioni fossero troppo pochi, il segnale
ricostruito avrebbe una scarsa aderenza
con quello originale dando origine a
disturbi Questi disturbi, chiamati alias,
sono particolarmente evidenti quando la
frequenza di campionamento (ovvero, il
numero dei campioni raccolti) è inferiore
al doppio della massima frequenza pre¬
sente nel segnale originale. Per poter
effettuare dei campionamenti precisi,
perciò, sarebbe necessario sia conosce¬
re la massima frequenza presente nel
segnale, sia disporre di abbastanza spa¬
zio per archiviare un numero doppio di
campioni Questo è spesso impossibile,
ma anche se lo fosse i requisiti di spazio
necessari per archiviare minuti, se non
ore, di immagini video sarebbero proibiti¬
vi, senza contare la complessità delle
apparecchiature necessarie per la ripro¬
duzione di questo materiale. Il JPEG per¬
mette perciò di adottare delle strategie
di semplificazione dell'immagine origina¬
le basate sulla conoscenza del sistema
visuale umano: l’occhio umano infatti
non percepisce le immagini linearmen¬
te, come le tratterebbe un computer,
ma secondo una scala approssimativa¬
mente logaritmica. Inoltre, negli ultimi
anni sono proliferati gli studi sulla perce¬
zione del colore partendo dalla ricerca di
Land del 1977, che per primo dimostrò
oggettivamente come la visione umana
non sia dipendente (come tuttora molti
credono) dall'oggettiva lunghezza d'on¬
da della luce, quanto da stimoli psicolo¬
gici; Land dimostrò inoltre come il leg¬
gendario "limite" dei sei milioni di colori
distinguibili dall'occhio umano fosse in
realtà una fantasia, perché anche tona¬
lità in miliardesimi possono essere
distinte ad occhio nudo,
Uno dei risultati è stata proprio la
codifica psico-visiva del JPEG e
dell'MPEG, che permettono di effettua¬
re la compressione delle immagini par¬
tendo da sotto-blocchi di ben 8x8 pixel,
decisamente larghi ed evidenti, e di ren¬
derli il più delle volte invisibili all'osser¬
vatore. Questo è particolarmente vero
nel caso delle sequenze in movimento
trattate dal Motion-JPEG, cioè dalla
rapida presentazione di immagini JPEG
(caso del tutto diverso dall'MPEG, che
adopera ben altre tecniche di compres¬
sione e che deve il nome al Motion
Picture Experts Group). Nel JPEG, quin¬
di, l'immagine viene suddivisa in bloc¬
chi, avviene cioè un campionamento
molto poco rigoroso, e questi blocchi
vengono a loro
volta compressi
con una matrice
DCT (Discrete
Cosine Transform,
un metodo per tra¬
sformare un
segnale arbitrario in una somma di
segnali stabili e ben comprimibili quale
è la funzione coseno) "dimenticando" il
materiale inutile, o meglio quello la cui
assenza è meno probabile che venga
percepita dall'occhio umano. In questo
modo si ottengono rapporti di compres¬
sione elevatissimi, e questo rende pos¬
sibile, ad esempio, riassumere un
secondo di video 720x576 in appena un
megabyte, mantenendo una qualità
d'immagine più che sufficiente per il
video VHS.
Con circa due megabyte al secondo,
la VLAB-Motion permette di riversare
video e audio con una qualità dell'ottan¬
ta percento, del tutto soddisfacente
anche per applicazioni professionali.
Eppure... eppure la maggior parte degli
utenti VLAB lamenta di non riuscire a
riprodurre le sequenze correttamente,
ed imputa il problema alla scarsa velo¬
cità del proprio hard disk. Ebbene, è il
caso di sfatare un mito: non è necessa¬
rio un hard disk con prestazioni da capo-
giro per registrare e riprodurre video ad
alta qualità con la VLAB-Motion, perché
comunque il vecchio bus Zorroll limita a
Figura I - Lo scher¬
mo di lavoro di
MovieShop m versio¬
ne standard, con una
TtmeLme RPN
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
361
circa 2.5 MB/s il
flusso dei dati, piu
che sufficiente per
video all'80% e
audio a 16 bit a
44 100 kHz ripro¬
dotto dalla Toccata
Quasi tutti gli hard
disk SCSI di recen¬
te costruzione riescono a raggiungere
un transfer-rate sostenuto di 3-5 MB/s
e quindi sono piu che sufficienti per
l'uso con la VLAB-Motion; anche usan¬
do un hard disk AV come il Seagate
Barracuda, che offre trasferimenti di
oltre 7 MB/s o i nuovi Capricorn UW
della IBM sul controller UW delle
CyberstormPPC e MKIII che superano
gli 8 MB/s, non si ottengono migliora¬
menti (se non dovuti alla maggiore
robustezza degli hard disk in questione).
Il vero segreto sta quindi nel sapere
come avviene la gestione dei dati all'in¬
terno della VLAB-Motion II software,
MovieShop, controlla l'hard disk e legge
piccoli blocchi di dati nella memoria del
computer; questi dati vengono quindi
smistati e trasferiti lungo il bus verso la
VLAB-Motion e la Toccata Da ciò si
evince che un 68060 con un veloce
accesso alla RAM aiuta quindi assai piu
di un hard disk ultraveloce, ma soprat¬
tutto è bene sapere che il chipset QL
impiegato dalla VLAB-Motion ha dei
precisi requisiti in termini di datarate.
ovvero della quantità di informazioni
che può trattare nell'unità di tempo, e
che i dati tenuti in memoria dal compu¬
ter vengono poi temporaneamente
custoditi in una piccola porzione del buf¬
fer interno alla scheda usato per gene¬
rare il segnale video. Questo è il buffer
FIFO che viene spesso segnalato come
colpevole delle interruzioni nella ripro¬
duzione se questo buffer si svuota
troppo velocemente, il chipset di
decompressione JPEG non è in grado
di "anticipare" il processore e mante¬
nersi al passo con la trasmissione dei
dati creando quindi la situazione d'erro¬
re. Questo può avvenire specialmente
se i dati sono troppo pochi rispetto al
flusso precedente! Per fare un esem¬
pio, se si monta un titolo su nero (con
un datarate di poche decine di KB/s)
immediatamente dopo ad una sequen¬
za complessa, e il datarate si riduce bru¬
scamente. è probabile che il playback
risulti interrotto, nonostante la sempli¬
cità delle immagini che verrebbero nor¬
malmente riprodotte senza problemi
Questo è il motivo per cui tanto spesso
gli utenti VLAB-Motion (che non cono¬
scendo il tedesco non hanno potuto
leggere il manuale...) si sentono frustra¬
ti: scene perfettamente riproducibili,
una volta montate insieme iniziano a
dare problemi di playback. La soluzione
è fortunatamente delle più semplici: si
tratta solamente di sapere quale è il
problema per risolverlo' Se un titolo su
nero risulta troppo brusco, pochi foto¬
grammi di dissolvenza o una composi¬
zione del titolo sulla scena precedente
risolvono automaticamente e con ele¬
ganza qualsiasi problema
Drag ‘n’ Drop
MovieShop ha una filosofia operativa
radicalmente differente da quella della
maggior parte del software Amiga, gra¬
zie anche alle numerose librerie di
estensione derivate dalla DraCo che lo
accompagnano, quasi tutto e infatti
gestito come sul Mac, tramite operazio¬
ni di drag and drop Questo ha lasciato
perplessi non pochi utenti, che si sono
trovati a non sapere come fare a trasfe¬
rire la colonna sonora di una scena
acquisita dal videoregistratore nella
sezione audio, o come creare una
scena da salvare su disco partendo
dalla TìmeLine del montaggio. La rispo¬
sta a queste domande la abbiamo in
parte già data: è il drag and drop.
Facendo click e trascinando una scena
nella finestra dell'audio, la sua colonna
sonora diventa manipolabile; selezio¬
nando e trascinando una timelme all'in¬
terno del pannello delle Scene questa
diventa una scena, e del tutto istanta¬
neamente. Questo è merito dell'orga¬
nizzazione di MovieShop, che in realtà
non copia mai i dati da una pane all'altra
dell'hard disk (come invece fanno molti
sistemi-giocattolo per altre piattaforme)
e si limita a gestire tutto come indici
nell'enorme partizione video (o in quella
audio) In questo modo è possibile crea¬
re un intero filmato montato usando il
solo spazio necessario a contenerne gli
spezzoni, risparmiando anche sulle
dimensioni dell'hard disk (anche se le
più recenti versioni di MovieShop su
DraCo ignorano AmigaOS e permetto¬
no di accedere direttamente a partizioni
fino a 2 TeraByte, con dischi da 23 GB
come norma)
Anche l'RPN (Reverse Polish
Notation, notazione polacca inversa)
gioca la sua parte nel rendere particola¬
re il modo operativo di MovieShop Chi
scrive ha per molto tempo cercato di
capire cosa fosse l'UPN della versione
2 0 di MovieShop, prima di comprende¬
re che la sigla non era stata tradotta dal
tedesco e si trattava della familiare
notazione matematica che i conoscitori
delle prime calcolatrici programmabili
degli anni '70 certo non hanno dimenti¬
cato In pratica nella notazione inversa
si evita di dover usare parentesi per rag¬
gruppare gli operatori e gli operandi.
Figura 2 - Lo scher¬
mo di lavoro di
MovieShop con le
migliorie grafiche
della DraCo . è tulio
Drag 'n ' Drop Si
nota la BackTrack
attiva
362
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
perché questi vengono descritti in ordi¬
ne inverso (appunto) dal più interno al
più esterno. Per cui 2+2 verrebbe scritto
come 2 2 +, con l'operatore V che
recupera dalla pila i due operandi di cui
ha bisogno. Le timeline di MovieShop
seguono questo stesso principio opera¬
tivo. per cui le sequenze video e gli ope¬
ratori (come composizione, dissolvenza,
chroma-key...) si accatastano gli uni sugli
altri, per un massimo di 999 sequenze
animate in ogni fotogramma, decisa¬
mente più che sufficiente per qualsiasi
applicazione. Vediamo subito un esem¬
pio di operazione RPN con la sequenza
visibile in figura 1. Abbiamo due scene,
indicate in giallo, e due operatori. Il
primo, Twirl, avvita la sequenza con un
interessante effetto "liquido" e richiede
solo un operando. Il secondo, PageTurn,
riproduce uno spettacolare effetto di
Photoshop e dei sistemi AVID, sfoglian¬
do letteralmente un'intera scena e
lasciando al suo posto il video sottostan¬
te. Ora, seguendo le indicazioni sovrae-
sposte sull'RPN, è facile vedere come il
primo operando occupi la prima posizio¬
ne della pila, mentre il secondo operan¬
do più il suo operatore Twirl siano in
realtà il secondo operando del PageTurn,
che ne richiede due. Ovvero, noi direm¬
mo: Scena PageTurn (Twirl Scena2),
mentre l’RPN usando la pila elenca
Scena Scena2 Twirl PageTurn Non è poi
troppo difficile, una volta presa la mano.
Proviamo quindi a porre un altro opera¬
tore al posto di Twirl, l'odioso errore
"Wrong number of inputs" potrebbe
riapparire se il nuovo operatore volesse
due operandi perché allora prenderebbe
le due scene come proprie e PageTurn
si troverebbe senza la seconda scena
con cui lavorare. La soluzione?
Aggiungere un altro operando, ovvia¬
mente. Nella maggior parte dei casi un
semplice operatore BackGround che for¬
nisce uno sfondo solido è tutto quello
che serve per avere un fotogramma di
riferimento in ogni momento. Però esi¬
stono operatori molto più complessi,
come quelli di composizione e scalatura
che richiedono una pianificazione più
attenta della scena Per questo esiste la
BackTrack, di cui parleremo tra poco, in
occasione dell'audio.
Colonne sonore
MovieShop, unitamente alla scheda
Toccata, è in grado di gestire anche l'au¬
dio dei progetti. Anche se l’audio richie¬
de appena 170Kb al secondo in qualità
da CD, è bene che risieda su un hard
disk separato rispetto a quello dedicato
al video, ed anzi se si dispone di un dop¬
pio controller SCSI (come ad esempio
su un A3000 accelerato) è preferibile
montare l'hard disk audio su un bus
SCSI diverso da quello usato per il
video. Ovviamente i requisiti di velocità
non sono più critici, e anche vecchi hard
disk sono in grado di sostenere questo
transfer rate, ma è sempre consigliabile
usare la compressione in modo da non
gravare sulla banda dello Zorroll inutil¬
mente. I metodi di compressione della
Toccata, A-Law e -Law, derivano da tec¬
nologie usate nel campo della telefonia
e producono risultati di tutto rispetto,
sicuramente superiori alla sezione audio
della maggior parte dei riproduttori VHS
in commercio. Per acquisire l'audio esi¬
stono molti metodi MovieShop permet¬
te di digitalizzare e modificare i campio¬
ni, cosi come consente persino di regi¬
strare una colonna sonora mentre il
video digitale viene riprodotto, ad esem¬
pio per permettere ad uno speaker di
registrare il commento parlato sulle
immagini mentre scorrono. Eppure, se
si deve semplicemente montare una
colonna sonora musicale, il modo più
semplice resta senza dubbio quello di
possedere un lettore di CD-ROM capa¬
ce di leggere dati audio e l'Asim CD-FS.
Quest'ultimo, infatti, consente di vedere
le tracce audio dì un comune CD come
file AmigaOS in una varietà di formati,
incluso il MAUD della Toccata. Questo
significa che è suffi¬
ciente aprire il pan¬
nello Import Sound,
selezionare il CD con
il file requester ASL
e caricare il campio¬
ne. In pratica questo non funziona corret¬
tamente nella maggior parte dei casi, ed
è necessario effettuare una copia tempo¬
ranea del file su hard disk, prima di poter¬
lo importare in MovieShop. In ogni modo
la qualità dell'audio importato in questo
modo, senza conversioni analogiche, è
assolutamente superba e compensa ogni
scomodità. Permane però il problema
della aggiunta dell'audio al video, proble¬
ma non da poco se si vuole ottenere un
risultato in poco tempo.
MovieShop effettua infatti il calcolo
delle piste audio (che possono essere
individualmente miscelate tra loro) esat¬
tamente come effettua quello degli ope¬
ratori video Questo significa che
aggiungere una colonna sonora ad una
scena richiede comunque qualche minu¬
to di calcolo della pista audio, anche se
questa non subisce modifiche. Inoltre,
ad ogni modifica o manipolazione della
TimeLine è necessario ripetere il calcolo
dell'audio, anche se in realtà questo non
sarebbe cambiato. Decisamente una
seccatura, che può essere però comple¬
tamente dimenticata imparando ad
usare la BackTrack, ovvero lo strumento
più comodo di cui MovieShop disponga.
Figura 3 - Un esem¬
pio dell'immagine
dopo la manipolazio¬
ne degli operatori di
MovieShop.
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
363
Imma g inando 1997
Opere vincitrici (sezione a tema libero)
Primo classificato: Oceanium di Alessandro Cangelosi
Un plauso, infine, ai membri del circolo Bmary Digit, che
senza alcun fine di lucro e mossi solo dalla passione
verso questa nuova forma espressiva, anno dopo anno,
permettono con continuo sforzo ed inesauribile pazienza
che la manifestazione abbia luogo.
| J al 19 al 26 ottobre si è tenuta a Grosseto
“' la quarta edizione di Immaginando, la ras¬
segna di computer graphic organizzata dal circolo
di cultura informatica Binary Digit. Come già nelle
precedenti occasioni le opere sono state esposte
per una settimana nell'evocativa cornice del
Cassero Mediceo ed hanno attratto migliaia di
visitatori da tutta Italia, Quest'anno il premio è
stato caratterizzato da un'insolita e pregevole
scelta, quella di proporre un tema fisso, "visioni
digitali deH'Etruria", privilegiato rispetto alla sezio¬
ne a tema libero. Da un lato, questo ha portato ad
un notevole innalzamento del livello qualitativo delle
immagini presentate, forzando gli artisti, per così dire, a
realizzare delle opere espressamente per la manifestazio¬
ne. Dall'altro, purtroppo, non si può non notare come tra
le opere selezionate, circa un centinaio, una nutrita schie¬
ra fosse del tutto priva di re-invenzione dei soggetti sug¬
geriti, riducendosi a viete associazioni di immagini e con¬
cetti tagliate e cucite con spirito vignettistico (davvero più
sartoria che arte). Significativa e positiva, invece, la parte¬
cipazione di artisti stranieri e l'intera sezione a tema libe¬
ro, ricca di energie creative, radicate si nei filoni popolari
della computer graphic, ma forse proprio per questo più
autentiche e democraticamente rappresentative del feno¬
meno dei computer artist. Le opere della sezione a tema
sono state valutate da una giuria presieduta da Romolo
Calciati, direttore artistico della manifestazione, e compo¬
sta da Maria Grazia Celuzza, direttore del museo archeo¬
logico di Grosseto, nonché da William Molducci, Antonio
De Lorenzo e dall'umile estensore di queste righe in rap¬
presentanza della stampa specializzata. Le opere della
sezione a tema libero sono invece state giudicate
mediante il voto dal pubblico.
Opere vincitrici (sezione a tema ristretto)
Primo premio: Point of view, di Biagio Teseo
'Per la novità deirimpianto, per l'aderenza al tema remter-
pretato con sensibilità e per il rigore formale”
Secondo premio: Origini, di Dino Marsan
"Per l'impatto realistico pur in ambito fantascientifico.
L'autore ha interpretato efficientemente ed in coerenza
col proprio stile, il tema proposto'
Terzo premio: Il retaggio, di Francesco Franceschi
"Opera non priva di delicata atmosfera per l'equilibrio
compositivo ed il paziente uso delle trasparenze come
memorie evocative”
La BackTrack, una volta attivata, aggiun¬
ge una pista 'B* alla TimeLine. In questa
pista si può inserire tanto l'audio quanto
il video e funziona come una base per¬
manente per le operazioni di editing.
Quando viene a mancare l'audio o il
video, quello presente nella BackTrack
viene inserito automaticamente in fase
di riproduzione, senza dover ricorrere al
calcolo della TìmeLine. Probabilmente
molti lettori si saranno appena adesso
precipitati a provare questa meraviglia
(chi conosce MovieShop sa quanto sia
frustrante attendere per il completa¬
mento del calcolo dell'audio ad ogni
modifica) rimanendo delusi nel vedere
che la traccia audio della timeline si
mantiene comunque rossa, non valida,
anche con la BackTrack attiva e un cam¬
pione inserito in essa In realtà è suffi¬
ciente selezionare tutte le altre scene e
fare doppio click su di esse, una ad una.
Il doppio click apre il pannello della
colonna sonora, dal quale si può sce¬
gliere il tasto Mute per silenziare la
componente audio della traccia.
Ebbene, una volta silenziate tutte le
scene MovieShop non ha più motivo di
dover calcolare l'audio ed ecco che,
istantaneamente, la colonna sonora pre¬
sente nella BackTrack si riattiva e si può
fare qualsiasi modifica senza alcuna
attesa. cag
364
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MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
369
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Elenco degù articoli disponibili:
Descrizione
codice
prezzo
Arretrato
M
Lit. 10.000, 16.000 Europa e Mediterraneo
22.000 altri (via aerea)
Computer People n. 1
CDROMCP
00 1
Lit. 10.000
Computer People n. 2
CDROMCP
002
Lit. 10.000
Computer People n. 3
CDROMCP
003
Lit. 10.000
MC software:
Giocare On Line
MCS 0 5 0
Lit. 25.000
Annuario software didattico
MCS 0 5 1
Lit. 29.000
Monografia OOP
MCM 0 0 1
Lit. 24.500
CD Audio Abend Musik '92
CD'MCOOI
Lit. 25.000
CD Audio Abend Musik '93
CD/MC002
Lit. 25.000
Catalogo Bit Movie '94
BITM94 0 0 1
Lit. 15.000
Argomenti & Eventi - Sulla Luna
ASE
Lit. 29.000
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370
MCmicrocomputer n. 180 - gennaio 1998
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woVoR^c-ev.
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Matrox Kit
Video &
Grafica
Comprende:
Matrox Mystique 220 (4MB SGRAM)
Matrox Rainbow Runner Studio
Software, cavi, guida all'installazione
I singoli prodotti possono essere
acquistali separatamente
Si può:
Montare i propri film
Video-comunicare su Internet
Conquistare fantastica velocità
20 Windows
Giocare con i titoli 30 sulla TV o sul PC
Catturare video e realizzare cartoline,
calendari ed altro
...e molto, molto di più!
http://www.matr'ox.com/mga/italia
Agenzia Italiana di Matrox Graphics Ine. 3G electronitìs s.r.l.- Via Boncompagnl, 3/b - 20139 Milano Tel. (02) 5253095 Fax (02) 57301343 email: 3gelectronics@treg.it
Si riconoscono l marchi registrati ai legittimi proprietari. I prezzi suggeriti per la vendila sono IVA inclusa.
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